Literatura académica sobre el tema ""stato nazione""

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Artículos de revistas sobre el tema ""stato nazione""

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Elorza, Antonio. "Spagna, nazione di nazioni". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 3 (abril de 2011): 137–58. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003006.

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Resumen
La Spagna non č uno Stato unitario come la Francia, né uno Stato plurinazionale come furono la Jugoslavia e l'Austria-Ungheria nel passato. L'identitŕ spagnola nasce nel Medioevo e trova le sue prime radici nelle reazioni all'invasione araba del 711, quando i vinti presero coscienza della «Spaniae ruina». Secoli dopo, l'unione delle corone nata con i Re Cattolici rafforzň le basi per quella identitŕ, sotto una «monarchia di aggregazione» che si sviluppň in parallelo con la Francia, senza che scomparissero altre identitŕ, come quelle della Catalogna e delle province basche. Ma la Rivoluzione francese cancellň le unitŕ amministrative dell'Antico regime ed il processo di nazionalizzazione si sviluppň senza difficoltŕ fino al primo Novecento, mentre l'arretratezza economica fece sorgere le condizioni di una crisi dello Stato-nazione. Allo stesso tempo il fatto che la Catalogna e la Biscaglia fossero le avanguardie del processo d'industrializzazione favorě la dinamica centrifuga delle, dopo che la disfatta del 1898 nella guerra contro gli Stati Uniti e la fine dell'impero coloniale avevano creato l'immagine della Spagna come di un "paese moribondo". La modernizzazione degli anni Sessanta del Novecento poté essere il fondamento di una nuova Spagna, ma le "nazionalitŕ storiche" (la Catalogna ed il Paese basco in primo luogo) erano giŕ realtŕ senza ritorno ed il nazionalismodella dittatura di Franco fece delle rivendicazioni nazionaliste un diritto democratico. Infine, con la Costituzione del 1978 č nato lo Stato delle autonomie, che consacra lo sviluppo autonomo delle "nazionalitŕ" intorno all'asse centrale della "nazione" spagnola. Ecco perché "nazione di nazioni" diventa un'espressione adeguata ad una convergenza come quella spagnola di processi di, senza che i conflitti fra unitŕ ed indipendentismo siano ancora oggi arrivati a un punto di equilibrio.
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Ferrarotti, Franco. "Confine, frontiera, Stato-nazione". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 1 (septiembre de 2019): 29–42. http://dx.doi.org/10.3280/siss2019-001004.

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Donghi, Tulio Halperin y Antonio Annino. "America Latina: Dallo stato coloniale allo stato nazione." Hispanic American Historical Review 69, n.º 1 (febrero de 1989): 130. http://dx.doi.org/10.2307/2516173.

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Donghi, Tulio Halperin. "America Latina: Dallo stato coloniale allo stato nazione". Hispanic American Historical Review 69, n.º 1 (1 de febrero de 1989): 130–31. http://dx.doi.org/10.1215/00182168-69.1.130.

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Comberiati, Daniele. "‘Scrivere’ la Nazione: Riflessioni su identità, stato nazionale e rappresentazione letteraria". Incontri. Rivista europea di studi italiani 29, n.º 2 (22 de diciembre de 2014): 92. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.9884.

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Lattes, Gianfranco Bettin. "Sul concetto di generazione politica". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, n.º 1 (abril de 1999): 23–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026484.

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Resumen
IntroduzioneL'interrogativo principale cui ci si propone di dare una risposta in queste pagine è: perché (e come) riflettere sul concetto di generazione politica? L'interrogativo è apparentemente confinato ad un tema dai contorni piuttosto limitati. Il nodo da sciogliere, in realtà, è assai più complicato ed è da rintracciare nella palese insufficienza dell'armamentario sociologico tradizionalmente adottato per lo studio del mutamento politico. Un esempio di come si pone il problema è forse utile anche ai fini analitici. Nella storia europea uno dei dati ricorrenti è quello di una duplice forma di conflitto che ha sempre agito come motore di mutamento politico: da un lato il conflitto tra le nazioni e dall'altro lato il conflitto tra le classi. Il conflitto tra la coscienza nazionale e la coscienza di classe è stato in generale risolto a vantaggio del valore della nazione; tuttavia oggi questi due tipi di conflitto non hanno molto spazio perché sono mutati – forse in modo irreversibile – i loro fondamenti sociali, culturali e politici.
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de Stefani, Lorenzo. ""Devesi parlare al popolo". Toponomastica risorgimentale e lapidi commemorative nel dibattito in consiglio comunale a Milano, 1859-1878". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 53–81. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132003.

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Resumen
Il saggio affronta il tema della toponomastica come strumento di rafforzamento del sentimento nazionale dopo l'annessione di Milano al regno di Sardegna e successivamente allo stato italiano. Sono stati presi in considerazione i dibattiti in seno al Consiglio comunale circa il valore evocativo della titolazione delle strade ai principali simboli del Risorgimento nazionale e ai personaggi eccellenti nel campo delle lettere, delle arti, delle scienze, con particolare riferimento a quelli, nati a Milano o qui provvisoriamente residenti in qualche tempo, che hanno influenzato la vita civile, artistica e letteraria della cittŕ. L'operazione di "costruzione della memoria" lega insieme la necessitŕ di razionalizzare e modernizzare la cittŕ che si apprestava a diventare la "capitale morale" dello stato unitario (come confermato nella legislazione comunale e provinciale del 1865) con la preoccupazione di tenere vive le memorie locali, da far convivere in armonia con l'azione di costruzione della nazione dal punto di vista della lingua e delle memorie collettive. Ciň si unisce alla determinazione di celebrare i principali eventi della storia civile affiggendo lapidi come sintesi di un compendio della storia locale da offrire per la costruzione del popolo.
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Nevola, Gaspare. "Il modello identitario dello Stato-nazione. Genesi, natura e persistenza". Quaderni di Sociologia, n.º 44 (1 de agosto de 2007): 121–49. http://dx.doi.org/10.4000/qds.931.

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Cattoni, Silvia. "La letteratura italiana tradotta in Argentina". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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Resumen
In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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De Luca Tamajo, Raffaele. "Massimo D'Antona, esperto "strutturista": l'erosione dei pilastri storici del diritto del lavoro". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 121 (abril de 2009): 185–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121011.

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Nel saggio del 1998 Massimo D'Antona mette a fuoco l'erosione di quattro pilastri su cui č stato edificato il diritto del lavoro della seconda metŕ del '900: la sovranitŕ dello stato-nazione, incalzato da istituzioni sovranazionali; l'organizzazione della grande fabbrica industriale, alterata da esternalizzazione e decentramenti; la stabilitŕ del progetto lavorativo e di vita "dalla scuola alla pensione"; il mito della rappresentanza generale delle organizzazioni sindacali storiche. Si chiede, pertanto, su quali basi possa essere rifondata l'identitŕ del diritto del lavoro. La "rilettura" si propone di saggiare la tenuta dell'analisi a dieci anni di distanza.
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Tesis sobre el tema ""stato nazione""

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Dell'Olivo, Caterina <1984&gt. "LA PARABOLA DELLO STATO NAZIONE DA WESTFALIA AD OGGI". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3406.

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Resumen
Lo scopo di questo lavoro è di identificare le caratteristiche fondamentali nella storia del moderno stato nazione, capire quale sia il possibile panorama geopolitico globale futuro e la distribuzione del potere tra gli attori internazionali. Per perseguire questo risultato è importante considare alcuni aspetti pecuilari della storia moderna e contemporanea quali lo sviluppo politico delle strutture di governo sia in Europa che negli Stati Uniti, rispettivamente alla divisione geopolitica risultata dagli accordi di Westfalia. Inoltre, l'aspetto economico deve essere considerato come deterimante per il mantenimento degli equilibri politici negli ultimi secoli, integrandolo al contesto sociale
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Azzolini, Luca <1994&gt. "Storia della politica linguistica di Giappone e Italia moderni e contemporanei: Tutela, fattori di rischio e percorsi comuni tra multilinguismo e trasferimento linguistico nello "Stato-nazione"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15684.

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Resumen
L’Italia e il Giappone affrontarono nello stesso periodo storico (tra il XIX e il XX secolo) la sfida di unificare il Paese nell’idea di un’identità nazionale, e la lingua nazionale giocò un ruolo di primaria importanza in questo processo. Operando un parallelismo a livello storico e sociopolitico, quanto è vicino il panorama linguistico italiano a quello giapponese? Qual è il livello di rischio di estinzione dei vari gruppi dialettali e/o linguistici italiani e giapponesi? Quali associazioni se ne stanno occupando? Quali sono le loro iniziative? E, inoltre, pur non essendo precisamente quantificabile, è possibile ragionare su quale sia il livello di coscienza della popolazione circa l'importanza di preservare la propria identità linguistica, andando verso un multilinguismo, piuttosto che un monolinguismo? Nel primo capitolo si presenta la situazione linguistica italiana, e nel secondo quella giapponese, mettendo in luce i dibattiti circa le lingue minoritarie nei due Paesi, e l'affermazione dell'egemonia delle rispettive lingue nazionali. Nel terzo capitolo si discute invece nello specifico dell'operato di associazioni pubbliche e di privati al fine di valorizzare le realtà linguistiche minoritarie, mentre nel capitolo conclusivo si indagheranno le importanti somiglianze tra i due panorami linguistici in questione al fine di individuarne sviluppi comuni, anche al fine di evidenziare risultati positivi e negativi in entrambe le realtà circa la tutela linguistica.
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Dal, Corso Giorgio. "Lineamenti di fiscalità cooperativa nella prospettiva nazione ed Europea". Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1478.

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Resumen
L inquadramento sistematico del regime fiscale riservato alla cooperazione rappresenta un esigenza particolarmente sentita in un momento storico caratterizzato da una duplice tendenza: da una parte, l azione «frenetica» del legislatore che procede con manovre frequenti e a-sistematiche a riduzioni costanti delle misure fiscali riservate alle cooperative, senza (voler) tenere conto della natura agevolativa o strutturale di tali misure; dall altra parte, la sempre più cogente influenza dell ordinamento europeo in materia fiscale che, in tema di misure tributarie riservate alle cooperative italiane, si è, da ultimo, manifestata con la sentenza della Corte di Giustizia dell 8 settembre 2011, relativa ai procedimenti riuniti da C-78/08 a C-80/08. Alla luce di siffatte premesse, è auspicabile una ricostruzione del sistema fiscale positivo, avuto riguardo alla disciplina speciale tipica degli istituti propri della cooperazione - e settoriale nonché alla dicotomia tra cooperative a mutualità prevalente e cooperative diverse. Infine, seguendo un modello di indagine desumibile dalla teoria funzionalistica sulle agevolazioni fiscali, pare possibile formulare alcune riflessioni generali sulla legittimità interna e sulla compatibilità europea delle misure fiscali riservate alla cooperazione.
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Di, Jorio Irene. "Propagandare lo Stato : l'identità nazionale nella propaganda di Vichy". Paris 10, 2004. http://www.theses.fr/2004PA100024.

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Resumen
En partant d'une interrogation globale sur les choix et sur les politiques de l'"État français" en matière de propagande, notre thèse se propose de faire ressortir les projets, les savoirs et les connaissances "scientifiques" qui ont été la base de ces politiques, en réservant une attention particulière aux théories et aux modèles utilisés par les gouvernants (et par leurs conseillers techniques) afin de bâtir un appareil de propagande "efficace". D'un côté, notre travail essaie de montrer comment les responsables de Vichy arrivent à concevoir un système de propagande tout à fait particulier, où les Services d'Information -considérés comme organes techniques d'éxécution des décisions du Gouvernement- sont appelés à perfectionner considérablement leurs méthodes. De l'autre côté, il se concentre sur le problème de la "formation à la propagande", en analysant les outils créés par le régime afin d'améliorer le fonctionnement de son "réseau de propagandistes"
Taking as a starting point a comprehensive examination of the choices and policies of the "Etat français" in matters of propaganda, this dissertation intends to bring to light the plans and "scientific" knowledge that were the basis of these policies, while paying special attention to the theories and models used by the government (and its technical advisers) to construct an efficient propaganda apparatus. This study tries to show how Vichy officials came to conceive of a distinctive system of propaganda wherein the Information Services -considered as technical organs implementing governmental decisions- were impelled to refine their methods significantly. In addition, it focuses on the problem of the "teaching of propaganda", by analysing the tools created by the regime to improve the functioning of its "network of propagandists"
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Sofia, Pasquale. "Dallo Stato nazionale alla società globale nella filosofia politica contemporanea : confronto Maritain - De Gasperi /". Roma, 2007. http://opac.nebis.ch/cgi-bin/showAbstract.pl?sys=000253539.

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QUARANTA, Laura. "Gli studi sul nazionalismo di Benedict Anderson e la natura dell'Unione Europea". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2019. http://hdl.handle.net/11695/91211.

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Resumen
«Devo essere l'unico a scrivere sul nazionalismo che non la pensa male… Penso davvero che il nazionalismo possa essere attraente. Mi piacciono i suoi elementi utopici». A pronunciare queste parole è stato un marxista “anomalo”, uno tra gli storici più autorevoli nel mondo della scienza politica e negli studi accademici sul nazionalismo: Benedict Anderson, meritevole di aver coniato il concetto di nazioni come "comunità immaginate” nel libro omonimo Comunità immaginate. Origini e fortuna dei nazionalismi (1983). La capacità di questo autore cosmopolita è stata l’aver indagato i meccanismi “segreti" del sentimento nazionale, quelli su cui nessuno studioso si era soffermato attentamente prima. Egli infatti, fornendo un contributo fondamentale alla ricerca sul nazionalismo moderno, è riuscito ad esplorare la "microfisica" del sentimento di appartenenza nazionale, i suoi linguaggi, la sua genesi e la sua diffusione in ambiti culturali anche diversissimi tra loro, individuando le radici del nazionalismo e delle attuali strutture nazionali non tanto nella teoria e nella prassi politica e parlamentare, quanto negli atteggiamenti e nelle pratiche condivise dagli abitanti di tale comunità. Vestendo i panni dell’antropologo, lo storico anglo-irlandese è riuscito a sviluppare una visione rivoluzionaria della questione: il rinnovamento stava nel vedere la nazione come un puro prodotto culturale, vale a dire come il frutto di una costruzione artificiosa, funzionale a precise esigenze politiche ed economiche. Il nazionalismo, pertanto, non deve essere considerato né una patologia né un’ideologia della storia moderna: Anderson lo analizzò come fenomeno paragonabile non al fascismo o al liberismo ma alle categorie antropologiche della religione e della parentela, cioè a quei complessi sistemi di credenze che danno un’impronta sostanziale alle azioni della vita quotidiana. Da qui, propose una definizione illuminante di Nazione: è una comunità politica immaginata e peraltro diversa da altre comunità immaginate che l’hanno preceduta – la comunità religiosa e lo stato dinastico. In particolare, è immaginata come intrinsecamente limitata e insieme sovrana: immaginata, in quanto gli abitanti della più piccola nazione non conosceranno mai la maggior parte dei loro compatrioti, eppure nella mente di ognuno vive l’immagine del loro essere comunità; limitata, perché è sempre immaginata con dei confini, al di là dei quali vi sono altre nazioni; sovrana, in quanto l’idea di nazione porta in sé gli ideali illuministi della autonomia e della libertà; infine è comunità poiché, malgrado le disuguaglianze e gli sfruttamenti che avvengono al suo interno, viene vissuta sempre in un clima affettivo informato da un "profondo e orizzontale cameratismo”. L’impostazione dello storico risulta stimolante di fronte ai problemi attuali e contribuisce ad un esito preciso, ovvero quello di spiazzare, scuotere l'orgogliosa sicurezza con cui spesso ingenuamente si discute di stato nazionale e di nazionalismo. Recuperando la connotazione più neutrale di questi termini, Anderson non solo mette in guardia dal consegnare il fenomeno nazionale alla pattumiera della storia, ma aiuta a comprendere la ragione d’esistere della nazione stessa. Gli studi da lui portati avanti rappresentano così uno spunto per tentare di rispondere ad un interrogativo finale: può un modello istituzionale come l’Unione Europea trovare una strada per creare un sentimento di appartenenza tra i suoi abitanti?
What is a nation? What is the main drive of a national state? Over the last two hundred years, millions of people have died but most of all have died for the name of their country. What has allowed this? And today, what position does nationalism have within the European Union? From the various answers on this subject, one of note is elaborated by the American historian, Benedict Anderson. In his most famous book “Imagined Communities: Reflections on the Origin and Spread of Nationalism”, Anderson investigates deeply one’s feelings regarding national belonging, their culture, their roots and their diffusion in different cultural settings, revealing the roots of nationalism and the actual national structure, not in their political and parliamentary practice, but more so within the shared practices of inhabitants and their communities. Therefore, similar to an anthropologist, he develops a revolutionary vision in his description: the renewal is in viewing the nation as a cultural product; that is an artificial construction. He proposes a new definition of the nation: “a political imagined community” and imagined as sovereign and limited. It is imagined in such that the inhabitants of the most smallest nation will never know all their compatriots, however each person feels part of a community; a nation is limited because it is seen surrounded by borders, beyond these limits there are other nations; sovereign for the fact that the idea of a nation is inspired by Enlightenment ideas of independence and liberty; finally, it is a community because it is lived within an affectionate environment, despite differences, inequalities and exploitation. On the last ten years Benedict Anderson has had a great influence within the study of individual relationships, societies and national organization. Following the birth of European Union , combined with globalization and the union of the European market, the national identities has gone into crisis. Considering the all above points, my research intends to develop a reflection on the national identity in the contemporary societies, evaluating the theoretical elements in general, and also the actual political and cultural debate within the European Union.
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CAPISANI, LORENZO MARCO. "La Cina da impero a Stato nazionale: la definizione di uno spazio politico negli anni Venti". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/20588.

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Resumen
La tesi si concentra sul Partito Nazionalista Cinese negli anni Venti come punto privilegiato di osservazione del cambiamento politico della Cina dopo la Prima guerra mondiale. Questo decennio rappresentò un momento di definizione identitaria sia per i comunisti sia per i nazionalisti. La storiografia ne ha sottolineato numerosi aspetti, ma si è finora occupata del periodo 1919-1928 come una preistoria degli anni Trenta piuttosto che come un autonomo segmento di storia cinese. Studi recenti hanno superato implicitamente questo approccio criticando due date periodizzanti fondamentali per il Novecento cinese: la nascita della Repubblica nazionalista (1911) e la nascita della Repubblica Popolare (1949). A metà tra queste due date, gli anni Venti sono emersi come snodo decisivo nel passaggio da impero a Stato nazionale, durante cui si definì un nuovo spazio di discussione politica. Questo processo, pur interno, subì l’influsso delle strategie internazionali di sovietici e statunitensi dando vita a una nuova visione non soltanto della rivoluzione ma anche dello Stato post-rivoluzionario. Le classi dirigenti nazionalista e comunista, durante la collaborazione, si rivelarono dinamiche e tale “competizione” si trasferì anche all’interno di ciascun movimento diventando un fattore determinante per il successo o il fallimento del partito inteso come moderna formazione politica.
The thesis focuses on the Chinese Nationalist Party in the 1920s as a special standpoint to analyze the political changes in China after the World War I. That decade was crucial for shaping the identity of nationalists and communists. Many works have already examined some aspects, but they mostly considered the years 1919-1928 as a pre-history of the Thirties rather than an autonomous part of Chinese history. Recent studies have overcome this approach by criticizing two of the main periodization in the Chinese twentieth century: the birth of the nationalist Republic (1911) and the birth of the People’s Republic (1949). Halfway, the 1920s stood out as a critical juncture in the transition from empire to nation-state. A new space of political discussion was defined. The process, albeit internal, was under the influence of the USSR and US international strategies and gave birth not only to a new vision of the revolution, but also to a vision of the post-revolutionary state. Also, the nationalist and communist leaderships turned out to be dynamic. That "competition" may be seen also within the two political movements and became a shaping factor for the success or failure of the party as a modern political formation.
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CAPISANI, LORENZO MARCO. "La Cina da impero a Stato nazionale: la definizione di uno spazio politico negli anni Venti". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/20588.

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La tesi si concentra sul Partito Nazionalista Cinese negli anni Venti come punto privilegiato di osservazione del cambiamento politico della Cina dopo la Prima guerra mondiale. Questo decennio rappresentò un momento di definizione identitaria sia per i comunisti sia per i nazionalisti. La storiografia ne ha sottolineato numerosi aspetti, ma si è finora occupata del periodo 1919-1928 come una preistoria degli anni Trenta piuttosto che come un autonomo segmento di storia cinese. Studi recenti hanno superato implicitamente questo approccio criticando due date periodizzanti fondamentali per il Novecento cinese: la nascita della Repubblica nazionalista (1911) e la nascita della Repubblica Popolare (1949). A metà tra queste due date, gli anni Venti sono emersi come snodo decisivo nel passaggio da impero a Stato nazionale, durante cui si definì un nuovo spazio di discussione politica. Questo processo, pur interno, subì l’influsso delle strategie internazionali di sovietici e statunitensi dando vita a una nuova visione non soltanto della rivoluzione ma anche dello Stato post-rivoluzionario. Le classi dirigenti nazionalista e comunista, durante la collaborazione, si rivelarono dinamiche e tale “competizione” si trasferì anche all’interno di ciascun movimento diventando un fattore determinante per il successo o il fallimento del partito inteso come moderna formazione politica.
The thesis focuses on the Chinese Nationalist Party in the 1920s as a special standpoint to analyze the political changes in China after the World War I. That decade was crucial for shaping the identity of nationalists and communists. Many works have already examined some aspects, but they mostly considered the years 1919-1928 as a pre-history of the Thirties rather than an autonomous part of Chinese history. Recent studies have overcome this approach by criticizing two of the main periodization in the Chinese twentieth century: the birth of the nationalist Republic (1911) and the birth of the People’s Republic (1949). Halfway, the 1920s stood out as a critical juncture in the transition from empire to nation-state. A new space of political discussion was defined. The process, albeit internal, was under the influence of the USSR and US international strategies and gave birth not only to a new vision of the revolution, but also to a vision of the post-revolutionary state. Also, the nationalist and communist leaderships turned out to be dynamic. That "competition" may be seen also within the two political movements and became a shaping factor for the success or failure of the party as a modern political formation.
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Džinić, Edina. "Bosnia ed Erzegovina sulla strada di uno stato moderno: Relazione tra disintegrazione nazionale ed integrazione internazionale". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10080.

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Resumen
2012/2013
First and second chapter deals with classical problems in terms of state, nation, people, minority, society. BiH was dealing with frequent change of state polity and therefore fallowing influence to the social and cultural change of its people. At the end the individual and collective identity modifications created distinct value disagreements. BiH society is confronting dichotomy in its ethnic affiliations regarding the concept of “multiculturalism” among the Bosniaks’ majority and other two constitutive people Serbs and Croats in terms of three B, believing/belonging/becoming. One will say that ethnicity is a changeable socially constructed concept like e.g. the class, race, etc. another will accentuate the natural constant of ethnic solidarity and the third will emphasize the long-term effects of institutional and cultural environment of ethnic relations. The theoretical framework in the context of ethnographic data is necessary to reach a social and cultural maturity. BiH was experiencing the process of territorial and constitutional transformation after the dissolution of common state of Yugoslavia. Constitutional order of 1995 created complex decision making system and complex state structure blocking the state functions and creating the frequent political, economic and social crises. As a part of international peace agreement the forcible Constitution created unequal standing for three constitutive peoples, the “Others” and citizens of BiH. In its end line it froze the war territorial division. The term “constitutive” people were taken from the last Yugoslav constitution where the state sovereignty was diffused between different holders: the peoples and republics and at the end conditioned by consensus. The reinforced EU presence is a crossforce in supporting the domestic stakeholders and BiH citizens in the EU integration process as well in sooner closure of the OHR and transfer of competencies to the state of BiH and to the other domestic stakeholders. The initiation of “late” approval of crucial laws of BiH e.g. the Law on citizenship, the Law on residence and the Law on Personal identification number happened under the pressure of civil society with “baby revolution”. In the last chapter the accent is on good practice examples of Crossborder Cooperation Program Croatia/BiH 2007-2013 aiming the better quality of life of people in the border region of Una-Sana Canton. An opportunity is entrance of Croatia to EU considering that now 2/3 of the internationally recognized BiH’s border is external border of EU now. The European Aid funds are welcomed in this area, although the consumption of funds could be better. Here is to point out a field work in a multicultural environment of the municipality of Bosanski Petrovac where peace agreement of 1995 established an internal administrative boundary line making two municipalities Bosanki Petrovac and Petrovac.
I capitoli primo e secondo trattano di problemi classici in termini di stato, nazione, popolo, minoranza e società. La BiH si confronta con un frequente cambio di sistema politico dello stato e questo influenza il cambiamento sociale e culturale del popolo. Alla fine del processo le differenze individuali e collettive di identità creano diversi aspetti di valore. La BiH sta affrontando una dicotomia nella sue identità etniche sul concetto di "multiculturalismo" tra la maggioranza dei Bosniacchi e gli altri due popoli costitutivi Serbi e Croati in termini di tre B, credere/appartenere/diventare (believing/belonging/becoming). Alcuni dicono che l'etnicità è un mutevole concetto sociale, altri accentuano la costante di solidarietà etnica e i terzi mettono in risalto gli effetti a lungo termine del contesto istituzionale e culturale delle relazioni etniche. Il quadro teorico nel contesto dei dati etnografici è necessario per raggiungere una maturità sociale e culturale. La BiH sta vivendo il processo di trasformazione territoriale e costituzionale dopo la dissoluzione dello stato comune della Jugoslavia. L’ordine costituzionale ha creato un complesso sistema decisionale ed una struttura statale complessa, bloccando le funzioni dello stato e provocando le frequenti crisi politiche, economiche e sociali. La Costituzione della BiH, che fa parte dell’accordo internazionale di pace del 1995, ha creato una disugualianza tra i tre popoli costitutivi, gli "Altri" ed i cittadini della BiH. Il termine del popolo "costitutivo" è stato preso dall'ultima costituzione jugoslava dove la sovranità statale viene trasmessa tra i popoli e le repubbliche condizionato dal consenso instituzionale. La presenza rafforzata dell'UE ha una ambiguità nel sostenere i titolari del potere nazionale ed i cittadini della BiH nel processo di integrazione europea. Attualmente non esiste una volontà politica per la chiusura finale dell'OHR e per il trasferimento delle competenze all’amministrazione statale ed alle altre parti interne. La procedura di approvazione "in ritardo" delle leggi fondamentali della BiH, ad esempio la legge sulla cittadinanza, la legge sulla residenza e sul numero di identificazione personale, è avvenuta sotto la pressione della società civile con la "baby rivoluzione". Nell'ultimo capitolo l'accento è sugli esempi di buona pratica di cooperazione transfrontaliera e di programma Croazia/Bosnia-Erzegovina (CBC Cr/BiH) per una migliore qualità della vita delle persone nella regione di confine, Cantone Una-Sana. Un'opportunità di sviluppo economico è l'ingresso della Croazia nell'UE, considerando che oggi i 2/3 della frontiera della BiH riconosciuta a livello internazionale è frontiera esterna dell'UE. I fondi degli aiuti europei sono presenti in questa regione, anche se la loro l’utilizzazione potrebbe essere migliore. Si evidenzia anche una ricerca in ambiente multiculturale nel territorio di Bosanski Petrovac dove l’accordo di pace del 1995 ha creato una linea di confine interna creando due comuni, quello di Bosanski Petrovac e quello di Petrovac.
XXV Ciclo
1977
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10

Marrone, Luisa. "Evoluzione e prospettive del rapporto tra Stato, Regioni e CONI in materia di sport". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/248.

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Resumen
2008 - 2009
Cap. I. Il lavoro inizia delineando le origini del comitato olimpico nazionale italiano ed i poteri conferiti dalla legislazione dell'epoca fascista. Tratta poi della legge n. 426/42 che ha realizzato la subordinazione del sistema sportivo al potere statale distinguendo tra la qualificazione giuridica del CONI, ente pubblico, e quella, controversa, delle federazioni nazionali. Queste ultime, associazioni di diritto privato, hanno una natura ambivalente (che si riflette anche sulla qualificazione del rapporto di lavoro dei dipendenti) poiché svolgono funzioni pubblicistiche quali organi del CONI mentre sono soggette alla disciplina privatistica quando agiscono nell'ambito dei poteri loro propri. Cap. II. I poteri pubblicistici e la funzione di controllo dell'intero settore sportivo che la legislazione dell'epoca fascista aveva attribuito al CONI rimangono inalterate anche successivamente alla caduta del regime. Le modifiche che la legislazione successiva apporta hanno la funzione di depurare le disposizioni normative dalle connotazioni autoritarie e di stampo razzista. Il paragrafo da atto delle contrastanti opinioni dottrinali sulla natura giuridica del CONI qualificato ora come persona giuridica - organo, ora come autorità indipendente, ora come ente di servizio, ora come ente pubblico indipendente. Le divergenti opinioni concordano solo sulla qualificazione dello stesso come ente associativo. Cap. III. Tratta del riparto tra la giurisdizione statale e quella sportiva risolto dalla legge n. 280/2003 applicando il principio della autonomia dell’ordinamento sportivo e subordinando !"intervento statale al rispetto della c.d. clausola di salvezza in base alla quale il sindacato giurisdizionale dello Stato su di una controversia sportiva è ammesso nei soli casi di rilevanza della controversia per l'ordinamento generale e cioè quando la questione coinvolge situazioni giuridiche soggettive (diritti soggettivi o interessi legittimi). In ogni caso sono riservate agli organi della giustizia sportiva tutte le questioni tecniche e disciplinari. Cap. IV. Tratta dell'approccio della legislazione regionale nei confronti dello sport e della regolamentazione dello stesso in relazione ad altri interessi coinvolti ed altre materie prima di tutto il turismo. Individua, inoltre, il limite degli interventi degli enti locali per lo sport nella qualificazione delle spese relative fra quelle facoltative non finanziabili a tasso agevolato. Cap. V. Rileva la centralità delle funzioni del CONI in ambito sportivo anche rispetto alle competenze regionali in materia sia perché il CONI ha continuato a gestire i concorsi pronostici correlati a manifestazioni sportive svolte sotto il suo controllo sia perché ha rivestito la funzione di consulenza tecnica in materia di costruzione e gestione degli impianti. Cap. VI. Evidenzia come a seguito della riforma contenuta nel d.lgs. 242/99 e dei successivi interventi contenuti nell'art 8, del d.l. 138/2002 e nel d.lgs. 15/2004, il Legislatore si occupa solo dei principi generali dell'organizzazione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. La disciplina organica è, invece, affidata allo stesso CONI sia per ciò che riguarda le norme organizzative che per le regole relative al modo di svolgere le funzioni e/o l'attività. Cap.VII. Tratta degli effetti del c.d. terzo decentramento amministrativo in ambito sportivo evidenziando come l'art 157 del decreto delegato n. 112/1998, ha sortito effetti limitati demandando alla scelta delle Regioni l'elaborazione dei programmi relativi agli impianti sportivi destinati alle manifestazioni sportive agonistiche relative ai campionati organizzati secondo criteri di ufficiaJità, ma riservando la competenza della definizione dei relativi criteri e parametri alla autorità di governo competente, acquisito il parere del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e della conferenza unificata... [a cura dell'Autore]
VIII n.s.
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Libros sobre el tema ""stato nazione""

1

Tessitore, Fulvio. Stato e nazione: L'anomalia italiana. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2013.

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2

L'italiano dalla nazione allo stato. Firenze: Le lettere, 2011.

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3

1945-, Barbera Alessandro, ed. Nazione e stato in Alfredo Rocco. Andria (Bari): Sveva, 2002.

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4

Cossutta, Marco. Stato e nazione: Un'interpretazione giuridico-politica. Milano: A. Giuffrè, 1999.

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5

Jean, Caelo y Carlo Jean, eds. Morte e riscoperta dello Stato-nazione. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1991.

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6

Ghisalberti, Carlo. Stato, nazione e costituzione nell'Italia contemporanea. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1999.

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7

1925-, Baget Bozzo Gianni y Jean Carlo, eds. Morte e riscoperta dello stato-nazione. Milano: Franco Angeli, 1991.

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8

Adriano, Roccucci, ed. La costruzione dello stato-nazione in Italia. Roma: Viella, 2012.

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9

Né Stato né nazione: Italiani senza meta. Roma: Laterza, 2010.

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10

Nazione, democrazia, Stato: Zanichelli e Arangio-Ruiz. Milano: Giuffrè, 2009.

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Capítulos de libros sobre el tema ""stato nazione""

1

"The Nazione Ebrea and the Tuscan State:". En Mediterranean Enlightenment, 15–38. Stanford University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvqsdrk7.7.

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2

Bregoli, Francesca. "One The Nazione Ebrea and the Tuscan State A Fruitful Symbiosis". En Mediterranean Enlightenment, 15–38. Stanford University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.11126/stanford/9780804786508.003.0002.

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3

"1. The Nazione Ebrea and the Tuscan State: A Fruitful Symbiosis". En Mediterranean Enlightenment, 15–38. Stanford University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9780804791595-004.

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4

Pommier, Daniel. "Identità nazionale e relazioni internazionali in Azerbaigian". En Eurasiatica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-279-6/011.

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The constructivist theory of International relations, which belongs to the wider field of the sociology or historical sociology of the international relations, correlates the features of national identity to the international projection of the State. National identity is the embodiment of a range of symbols, cultural processes, ideology and politics. This essay examines the Republic of Azerbaijan in his external projection trough the correlation of identity elements in public space. The analysis will try to deconstruct the category of crossroads that is frequently related to the identity of the Caucasian State.
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5

Balboni, Paolo E. "13 • Modelli di formazione dei docenti". En Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/013.

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La funzione dell’insegnante è cambiata nel tempo: come fonte di lingua corretta è stato sostituito dai sussidi e dalle fonti multimediali, ha perso il ruolo di ipse dixit, è un giudice ma non è più monocratico e incontestabile: è diventato il regista di quello che Bruner chiama Language Acquisition Support System, non una persona ma un sistema complesso: manuali, supporti multimediali, scambi internazionali, esperienze tandem ecc. Ho contribuito a diffondere questa visione del docente, impegnandomi come formatore dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Lingue Straniere, ma soprattutto, nel 2020-21, a seguito della pandemia, proponendo di capovolgere la formazione, cioè arrivare al flipped training dei docenti di educazione linguistica.
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6

Cicalini, Giorgia. "Palma Bucarelli e la Biennale di Venezia (1948-1968)". En Storie della Biennale di Venezia. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-366-3/008.

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Venice Biennale had a role also in enhancing and expanding the collections of the Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM) in Rome between 1948 and 1968: though the purchases funded by the Ministry of Education, the director Palma Bucarelli has indeed been able to pursuit the aim of seeing her museum growing exponentially. Between many difficulties, due to low funding given by Italian State, from Venice Biennale registers of purchased works it becomes increasingly clear that there is an interest in filling the gaps in museum’s collections in order to expand its boundaries beyond the national sphere and towards the contemporaneity.
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7

Bubbico, Davide. "4 • L’industria automotive italiana tra problematiche di settore e transizione verso l’auto elettrica Stellantis e le ricadute produttive e occupazionali". En Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano 2022. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-703-6/004.

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L’industria dell’auto in Italia ha conosciuto nel corso degli ultimi tre anni, complice la pandemia COVID-19 e il più recente conflitto russo-ucraino, un’ulteriore complicazione della sua prospettiva manifatturiera e occupazionale. Non solo in relazione al tema delle mancate forniture di semiconduttori e di altri componenti e all’andamento più generale del mercato dell’auto (in flessione da diversi anni e che risente necessariamente delle condizioni complessive dell’economia nazionale), ma anche in relazione alla decisione assunta in ambito comunitario di mettere fine alla vendita di auto con motore endotermico entro il 2035. Quest’ultimo aspetto, che riguarda naturalmente tutti Paesi dell’Unione, se sta avendo un impatto principalmente sui produttori europei inevitabilmente è destinato ad interessare anche quegli OEM (Original Equipment Manufacturers) che fuori dall’Europa producono per il mercato europeo. Le conseguenze della crisi pandemica con tutti i problemi relativi al sistema delle forniture e alla contrazione delle vendite hanno invece interessato in ugual modo tutti gli altri mercati (dagli Stati Uniti alla Cina) inclusi quelli del Sud-est asiatico, seppure con dinamiche differenziate a livello di ogni singolo Paese.
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8

"State Audit in Public Organizations Supporting Agri-Food Business Development: The Ente Nazionale Risi after World War II (1945–1980)". En Accounting and Food, 393–414. Routledge, 2016. http://dx.doi.org/10.4324/9781315624259-23.

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9

Papa, Maria Irene. "Le dichiarazioni degli stati produttive di effetti giuridici vincolanti nei lavori di codificazione dalla commissione del Diritto Internazionale delle Nazioni Unite sugli atti unilaterali". En Liber Amicorum Benedita Mac Crorie Volume II, 143–62. UMinho Editora, 2022. http://dx.doi.org/10.21814/uminho.ed.105.8.

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Actas de conferencias sobre el tema ""stato nazione""

1

Maesano, M., M. Masiero, Davide Pettenella, Laura Secco y Marco Marchetti. "Certificazione FSC: stato dell'arte e nuovi strumenti". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.217.

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2

Petriccione, Bruno, C. Cindolo, C. Cocciufa, S. Ferlazzo y G. Parisi. "Un indicatore dello stato della biodiversità delle foreste europee". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.031.

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3

Frigimelica, G. y M. Valecic. "Effetti del taglio sullo stato fitosanitario del carpino nero". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.195.

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4

Uricchio, G., G. Zanoni y M. Panella. "Importanza delle riserve naturali gestite dal Corpo forestale dello Stato per la conservazione della biodiversità nazionale". En Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.041.

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5

Ragosta, Annamaria y Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." En HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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6

Calabrese, R. y F. Vettraino. "Testing of TRANSURANUS Code for RIA Analysis: The FK-1 NSRR Case". En 18th International Conference on Nuclear Engineering. ASMEDC, 2010. http://dx.doi.org/10.1115/icone18-29098.

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Reactivity Initiated Accident (RIA) leads to an unwanted increase in fission rate and power in a region of the reactor core confined around the position of occurrence. The power excursion due to such events may cause fuel rods failures and a subsequent release of radioactive material into the primary coolant of reactor, in severe cases, this release could damage nearby fuel assemblies. In nuclear power plants, RIAs are due to control system faults, e. g. control elements ejection/insertion, or rapid changes in temperature or pressure of moderator. In Boiling Water Reactors (BWRs), the control rod drop accidents (RDAs) at cold zero power have been deeply investigated, in fact, notwithstanding they are less frequent in comparison with the control rod ejection event in PWRs, in this kind of plant these conditions are the most severe in case of a RIA occurrence. RDA transient, comprised in the design basis events considered in safety analysis, may cause rod failures especially at high burnup. To simulate a RIA, a peaked power pulse is applied to a pre-irradiated and re-instrumented rodlet aiming at investigating the most important phenomena that could lead to the rupture of cladding tubes. This paper is focused on the investigation of the TRANSURANUS fuel performance code capability to predict the thermomechanical state of rodlets subjected to RIA tests. To this purpose the FK-1 test, carried out at the Nuclear Safety Research Reactor (NSRR) of Japan Atomic Energy Research Institute (JAERI), was simulated. This experiment is part of a set of 12 tests performed at the NSRR facility to study the performance under a reactivity initiated accident of BWR rodlets with burnup between 41 and 61 MWd/kgHM. In the FK-1 test, a STEP I BWR rodlet, previously irradiated in the Fukushima Daiichi Nuclear Power Station (Unit 3) operated by the Tokyo Electric Power COmpany (TEPCO) up to 45 MWd/kgHM, was subjected to a peak enthalpy insertion of 544 J/g. In this paper the code findings for the FK-1 test are discussed on the basis of the experimental data and the predictions of other stand-alone codes for transient analysis. The FK-1 predictions of FRAPTRAN (2001), FALCON (2003) and SCANAIR (ver. 3–2) are reported. The choice of fuel relocation model and important cladding properties (swelling, thermal expansion, thermal conductivity) was made relying on preliminary calculations whose results are also presented. Notwithstanding a satisfactory agreement between predictions and experimental data and a good agreement in the presented code-to-code comparison were envisaged, these results also emphasized the need to improve the models for FGR, heat transfer to plenum. Investigations are also required to ascertain possible contribution from fission gas to pelles thermal expansion. Ongoing modeling activity, performed at the ITU Joint Research Centre, is focused on a new model for FGR, ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) is expected, in the near term, to give a contribution to refine the model for plenum gas temperature. These activities should improve the description of RIA transient and further investigations on NSRR tests will be performed with newly developed models. The work presented in this paper will be part of ENEA contribution in FUMEX III project leaded by the International Atomic Energy Agency (IAEA) and aimed at the improvement of fuel codes predictions at high burnup.
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