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Linz, Juan J. "PLURINAZIONALISMO E DEMOCRAZIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, n.º 1 (abril de 1995): 21–50. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023327.

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Resumen
IntroduzionePochi Stati sono Stati nazionali, e gran parte delle nazioni non sono destinate a raggiungere la condizione di Stato sovrano. Una trasformazione delle società plurinazionali in Stati nazionali «monocromatici» come quelli esistenti in passato è impossibile nel contesto di istituzioni liberaldemocratiche. La maggioranza delle cosiddette «nuove nazioni» sono in realtà Stati multinazionali o quantomeno multiculturali. Non solo i cittadini risiedono geograficamente in ambiti frammisti; le loro famiglie hanno un background eterogeneo e, dato non meno e forse più importante, hanno identità duali. Le istituzioni e i processi democratici devono riconoscere queste situazioni di fatto, questo tipo di pluralismo. In che misura, in uno Stato democratico, il pluralismo deve essere basato sulla rappresentanza e sui diritti di gruppo oppure sui diritti individuali? In che misura particolari soluzioni istituzionali rischiano di condurre ad un conflitto tra questi due principii ed approcci nel contesto della politica democratica? In che modo sarà protetta la libertà degli individui di scegliere la propria identità senza vedersi imporre identità inclusive? Questi sono problemi teorici e pratici sia per le democrazie contemporanee, sia per i paesi avviati verso la democrazia. Come potranno, gli Stati democratici multinazionali, guadagnarsi una legittimità sufficiente a rendere i processi decisionali democratici possibili e compatibili con il pluralismo nazionale e culturale? In particolare, come si potrà, in società di questo genere, rendere compatibile il federalismo con i diritti delle minoranze all'interno di unità territoriali, se in queste unità esistono maggioranze «nazionali»? Se non diamo soluzione a questi interrogativi, rischiamo di riprodurre in scala ridotta i problemi creati dai fondatori degli Stati nazionali in società multinazionali. Quali forme può assumere il pluralismo nazionale e culturale nelle società democratiche, e qual è il ruolo che le istituzioni e i processi democratici possono svolgere per rendere compatibili il pluralismo e la libertà individuale? Questi sono alcuni dei quesiti che dobbiamo sollevare e a cui dobbiamo dare risposta.
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Mazzoleni, Martino. "I SISTEMI PARTITICI REGIONALI IN ITALIA DALLA PRIMA ALLA SECONDA REPUBBLICA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, n.º 3 (diciembre de 2002): 459–91. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030380.

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Resumen
IntroduzioneNegli scorsi decenni sono state proposte nella letteratura politologica diverse descrizioni e classificazioni dei sistemi di partito, sulla base del loro formato e della loro meccanica interna. L'argomento della differenziazione territoriale dei sistemi partitici, però, è stato piuttosto trascurato nello studio di questa materia. E tuttavia «nei grandi stati vi sono in realtà relativamente pochi fenomeni politici che la popolazione sperimenta in maniera omogenea», e i dati nazionali sovente rappresentano solo delle «medie di esperienze soggiacenti abbastanza differenti» (Dunleavy e Margetts 1994). Questo saggio mira a sviluppare tale argomento con riferimento ad un caso specifico, la realtà politica italiana dal 1970 ad oggi. Si evidenzierà come ed in quale misura un sistema partitico nazionale possa comprendere vari sub-sistemi, costituiti dagli stessi soggetti ma al contempo diversificati in più aspetti.
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Foders, Federico. "The Fisheries Regime in the Member Countries of the EC: Legal and Economic Aspects". Journal of Public Finance and Public Choice 7, n.º 1 (1 de abril de 1989): 67–79. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344695.

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Abstract Il regime che regola l’utilizzazione delle risorse ittiche degli spazi marini che rientrano nell’ambito della giurisdizione nazionale dei paesi comunitari è soggetto, in principio, alle regolamentazioni della Commissione Cee, dato che la politica della pesca fa parte della politica agricola comune.Sono rimaste, tuttavia, agli stati membri numerose competenze dovute alle diverse tradizioni nazionali in materia di regolamentazione della pesca, per cui è attualmente vigente un sistema misto, con la coesistenza non equilibrata di regolamentazioni nazionali e comunitarie.Peraltro, non sembra che la politica comunitaria abbia favorito il miglioramento dell’efficienza, dato che ha incoraggiato una espansione della capacità che ha superato di gran lunga le dimensioni ottimali, dando luogo a prezzi molto superiori a quelli internazionali. Un altro problema sul quale il coordinamento comunitario non è stato sinora molto efficace è quello dell’inquinamento marino, che dovrebbe essere risolto con un maggior ricorso ai meccanismi di mercato piuttosto che a rigidi sistemi di controllo la cui inefficacia è stata dimostrata nei paesi, come gli Stati Uniti, in cui sono stati applicati.
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Pedrabissi, Stefania. "L'intervento dello Stato e la nazionalizzazione nel trasporto aereo". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 30 (septiembre de 2020): 136–47. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030010.

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Resumen
Il segmento del trasporto aereo nazionale è un settore economico da sempre caratterizzato dalla pervasiva presenza dello Stato. Il processo di liberalizzazione voluto dall'Unione Europea e la conseguente privatizzazione che, nel nostro Paese ha coinvolto anche l'ex compagnia di bandiera, ha condotto a una progressiva ma consistente riduzione della partecipazione statale nell'esercizio dell'attività di impresa di trasporto aereo. La pandemia da Covid-19, preceduta dalla crisi economica, ha posto le premesse per un "ritorno" a significative forme di intervento pubblico. Lo scritto si pone l'obiettivo di riflettere sulle recenti evoluzioni in materia di trasporto aereo osservando la complessa vicenda dal filtro nazionale del ruolo statale.
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Fanelli, Tullio y Federico Testa. "A proposito di strategia energetica nazionale". ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, n.º 1 (abril de 2012): 19–41. http://dx.doi.org/10.3280/efe2012-001003.

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Paese. Oggi questo non č piů vero: non č piů possibile trattare di energia e ambiente senza occuparsi di industria e sviluppo. Tre eventi hanno modificato drasticamente la situazione: l'ingresso dell'Italia nell'Euro nel 1999, l'ingresso della Cina nella World Trade Organization (WTO) nel 2001, l'ampliamento dell'UE da 15 a 25 Paesi nel 2004, divenuti poi 27 nel 2007. In questo mutato contesto occorre una "Strategia energetica" (o di ogni altro strumento programmatico) č quindi quella di fornire indicazioni ai cittadini, ma soprattutto alle imprese, non solo del settore energetico, sulle iniziative che lo Stato intende assumere e sulle conseguenze, in termini di disponibilitŕ, di prezzi, di impatto sull'ambiente, che da esse potranno derivare. L'Italia non č ricca di risorse energetiche fossili; questa č una ragione in piů perché sia ricca di mercati energetici liberi, competitivi e trasparenti, governati da Autoritŕ forti e indipendenti che inducano lo sviluppo efficiente di infrastrutture materiali ed immateriali per il trasporto, lo stoccaggio e le negoziazioni di prodotti energetici e di CO2 .
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Njagi, Kaburu Francesco. "Nairobi. Il caro prezzo di un progetto metropolitano". STORIA URBANA, n.º 126 (septiembre de 2010): 37–65. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126003.

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Nell'agosto 2009 i cittadini kenyoti sono stati sottoposti al quinto censimento nazionale dall'anno dell'indipendenza (1964). Il rilevamento del 1999 aveva confermato come il Rift Valley e Nairobi (a cui dal punto di vista geo-demografico possiamo accorpare la provincia centrale) siano il principale polo d'attrazione nelle migrazioni interne al paese. In attesa dei risultati dell'ultimo censimento rimangono in sospeso alcune questioni cruciali: qual č stato l'impatto sul paesaggio urbano della capitale dell'immigrazione di piu' di un milione e mezzo di persone dal 1969 ad oggi? Come sono cambiate, nel tempo, le politiche locali e nazionali di gestione del fenomeno? Per rispondere a queste domande č stato necessario ripercorrere la storia della cittŕ a partire dalla sua fondazione come stazione ferroviaria nel 1899 e la successiva designazione del centro come capitale del Protettorato dell'Africa orientale prima e della Colonia Britannica poi. Le sperimentazioni urbanistiche che hanno contraddistinto Nairobi sin dai suoi esordi ne fanno oggi una cittŕ di grande interesse per delineare le possibili direzioni dello sviluppo urbano in Africa sub-sahariana.
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Menis, Claudio. "Les rapports entre le droit communautaire et la nouvelle loi italienne relative à la protection de la concurrence". Journal of Public Finance and Public Choice 8, n.º 2 (1 de octubre de 1990): 79–92. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344974.

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Abstract La nuova legge italiana sulla concorrenza s’inserisce in un contesto economico e giuridico caratterizzato dall’esistenza del diritto comunitario della concorrenza, che è applicable a tutti i comportamenti delle imprese che producono effetti nella Comunità economica europea.Il diritto comunitario non esclude che gli Stati membri introducano leggi nazionali per la protezione della concorrenza, che anzi possono coesistere legittimamente con il diritto comunitario e anche svolgere un ruolo importante in seno alla Comunità.Pertanto, è utile esaminare quale sia l’incidenza del diritto comunitario della concorrenza sulla legge italiana e, inoltre, quale sia il ruolo che la legge italiana può svolgere per contribuire ad assicurare il buon funzionamento del mercato comune.In primo luogo, è necessario esaminare i rapporti tra gli articoli 85 e 86 del Trattato CEE e i diritti nazionali della concorrenza.Tali articoli si applicano esclusivamente ai comportamenti delle imprese che sono suscettibili d’influenzare gli scambi commerciali tra Stati membri. Essi non hanno quindi il compito di sostituirsi ai diversi diritti nazionali della concorrenza ma, al contrario, lasciano aperta agli Stati membri la possibilità di emanare norme specifiche per il controllo delle imprese i cui comportamenti hanno effetto nei rispettivi territori nazionali.Peraltro, secondo quanto ha stabilito nel 1969 la Corte di Giustizia delle Comunità europee, l’applicazione parallela del diritto comunitario e del diritto nazionale non può essere ammessa che nella misura in cui non pregiudichi l’applicazione uniforme, in tutto il mercato comune, delle norme comunitarie.Tra i diversi casi possibili, quelli in cui le autorità nazionali possono agire sono sia il caso in cui la Commissione abbia ritenuto di vietare gli accordi o le pratiche in discussione, ed in cui un divieto a livello nazionale potrebbe contribuire ad elevare le sanzioni nei riguardi dell’impresa incriminata (pur tenendosi conto del fatto che per motivi di equità le sanzioni cumulate non possono superare un certo livello), sia il caso in cui la Commissione abbia dichiarato che un accordo o una pratica non rientrano nel campo d’applicazione degli articoli 85 o 86; in quest’ultimo caso, secondo la dottrina prevalente, un’attestazione negativa non priverebbe le autorità nazionali del diritto di applicare la loro legislazione sulla concorrenza. Un caso analogo è quello in cui la Corte, con una speciale lettera amministrativa (lettre de classement), abbia espresso l’opinione di non dover intervenire in applicazione dell’art. 85, e nel quale le autorità nazionali possono applicare le loro norme più ristrette.Per quanto riguarda, poi, il regolamento comunitario attinente alle concentrazioni nei suoi rapporti con i diritti nazionali di concorrenza, esso non determina il suo campo di applicazione sulla base dell’influenza esercitata sugli scambi tra Stati membri, ma in funzione del criterio della dimensione comunitaria dell’operazione di concentrazione. In questo caso, contrariamente a quanto accade per l’applicazione degli articoli 85 ed 86 del Trattato CEE, viene escluso qualsiasi intervento dei sistemi nazionali nei riguardi delle concentrazioni di dimensione comunitaria (con due eccezioni: quando la concentrazione rischia di determinare una «posizione dominante” all’interno di uno Stato membro e quando uno Stato membro intenda assicurare la protezione di interessi legittimi che non sono tutelati dal regolamento comunitario).Gli Stati membri possono, invece, applicare la loro legislazione alle concentrazioni che non abbiano dimensione comunitaria.Tutto quanto precede riguarda i rapporti tra normative CEE e diritti nazionali degli Stati membri. Vediamo adesso la posizione della legge italiana con riguardo al diritto comunitario della concorrenza.A questo riguardo, vi sono alcune difficoltà interpretative. Infatti, secondo il primo comma dell’art. l della legge, quest’ultima si applicherebbe alle intese, agli abusi di posizione dominante ed alle concentrazioni d’imprese che non ricadono nell’ambito di applicazione delle norme comunitarie. Pertanto, l’Autorità italiana, dopo aver constatato che un caso sottopostole non rientra nell’ambito di applicazione della legge, ne informa la Commissione delle Comunità europee, trasmettendole tutte le informazioni in suo possesso.Se ci si attenesse, quindi, ai due primi’ paragrafi, si potrebbe ritenere che la legge italiana non possa mai essere applicata a casi che rientrano nella competenza del diritto comunitario della concorrenza; tale limitazione del diritto italiano della concorrenza, come si è visto, non è richiesta dal diritto comunitario (salvo per le concentrazioni di dimensione comunitaria).Il terzo paragrafo dell’art. 1, tuttavia, sembra introdurre un’eccezione a questa limitazione, affermando che, per quanto riguarda i casi per i quali la Commissione delle Comunità europee ha gia iniziato una procedura, l’Autorità italiana deve sospendere l’istruttoria, «salvo per gli eventuali aspetti di esclusiva rilevanza nazionale».Due interpretazioni sono possibili: che gli «aspetti di esclusiva rilevanza nazionale” si riferiscano soltanto a comportamenti che non sono suscettibili d’influenzare gli scambi tra Stati, oppure che si riferiscano anche a comportamenti che possono influenzare tali scambi e, di conseguenza, la legge italiana potrebbe applicarsi anche a comportamenti che rientrano nel diritto comunitario della concorrenza. In quest’ultimo caso potrebbe esservi un’applicazione parallela dei due ordinamenti della concorrenza, sempre con il rispetto del primato del diritto comunitario (salvo che per le concentrazioni di dimensione nazionale).Sara compito dell’Autorità scegliere tra queste due possibili interpretazioni.
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de Stefani, Lorenzo. ""Devesi parlare al popolo". Toponomastica risorgimentale e lapidi commemorative nel dibattito in consiglio comunale a Milano, 1859-1878". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 53–81. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132003.

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Il saggio affronta il tema della toponomastica come strumento di rafforzamento del sentimento nazionale dopo l'annessione di Milano al regno di Sardegna e successivamente allo stato italiano. Sono stati presi in considerazione i dibattiti in seno al Consiglio comunale circa il valore evocativo della titolazione delle strade ai principali simboli del Risorgimento nazionale e ai personaggi eccellenti nel campo delle lettere, delle arti, delle scienze, con particolare riferimento a quelli, nati a Milano o qui provvisoriamente residenti in qualche tempo, che hanno influenzato la vita civile, artistica e letteraria della cittŕ. L'operazione di "costruzione della memoria" lega insieme la necessitŕ di razionalizzare e modernizzare la cittŕ che si apprestava a diventare la "capitale morale" dello stato unitario (come confermato nella legislazione comunale e provinciale del 1865) con la preoccupazione di tenere vive le memorie locali, da far convivere in armonia con l'azione di costruzione della nazione dal punto di vista della lingua e delle memorie collettive. Ciň si unisce alla determinazione di celebrare i principali eventi della storia civile affiggendo lapidi come sintesi di un compendio della storia locale da offrire per la costruzione del popolo.
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Sariolghalam, Mahmoud. "Cultura politica ed evoluzione dello stato in Iran. Un approccio di storia culturale". STORIA URBANA, n.º 131 (noviembre de 2011): 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131003.

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L'articolo si concentra sulla storia dell'evoluzione delle strutture diin Iran, concentrandosi sul periodo rivoluzionario, e investigandone i limiti e le potenzialitŕ. Pesano sullo stato iraniano secoli di autoritarismo e soprattutto l'ambigua definizione delle prioritŕ geostrategiche, vista la peculiare posizione geografica della Repubblica islamica, che ha causato il sacrificio di obiettivi quali la crescita economica e sociale del paese sull'altare della "sicurezza nazionale". Il saggio affronta anche la questione dell'identitŕ iraniana, elemento di difficile definizione a causa della composita ereditŕ culturale nazionale: fortemente nazionalista, al tempo stesso essa č anche religiosa e "intima, filosoficamente, con la storia intellettuale dell'Occidente". Queste diverse "fonti" dell'identitŕ sono in perenne conflitto e, sommate a un modello di governo contestato, rendono la cultura politica e ladella Repubblica islamica estremamente instabili.
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Virmani, Arundhati. "La Madre India nuda, un affare di Stato nazionale". PASSATO E PRESENTE, n.º 76 (marzo de 2009): 27–52. http://dx.doi.org/10.3280/pass2009-076002.

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- In February 2006, a painting, representing a map of India in the form of a naked woman, entitled "Nude Bharatmata" (Nude Mother India) by Maqbool Fida Husain, appeared in an Indian magazine in English «India Today». A national affair: Nude Bharatmata 2006 analyses reactions in India and abroad, examines the Husain affair in the light of the longue durée of national iconography and highlights the coexistence of different, even conflictual expectations from national representations as India goes "global". Keywords: India, National identity, Iconography, History. Parole chiave: India, Identitŕ nazionale, Iconografia, Storia.
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Bianchi, Paola. "Rileggere la storia d'Italia: canoni storiografici e canone nazionale". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 605–16. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173014.

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Questa rassegna discute, da tre diverse prospettive L'Italia come storia, a cura di Francesco Benigno e Igor Mineo. Il volume tratta, con una periodizzazione ampia, i principali snodi attraverso i quali la storiografia ha tematizzato, sia in termini positivi sia negativi il tema dell'eccezione, attraverso cui è stata interpretata la storia d'Italia. Paola Bianchi ripercorre alcuni nodi emersi nella frammentazione crescente delle ricerche sulla storia italiana, con particolare attenzione agli studi che hanno indagato l'età moderna. Fino a un passato non troppo remoto, le diverse definizioni del "canone nazionale" sono state declinate in relazione al raggiungimento dello Stato unitario e adottando il presupposto di una primigenia matrice culturale. Interrogarsi su tali canoni porta a misurarsi con i vari significati che sono stati attribuiti alla "modernità", alla "modernizzazione" e alla condivisione o meno di un "canone europeo". Tutte questioni non meno aperte e ricche di implicazioni nel presente.
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Di Martino, Antonio y Antonio Sileo. "L'Italia e il nuovo nucleare: un'intricata questione di norme, regole e sentenze". ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, n.º 3 (noviembre de 2011): 31–44. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-003004.

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Il programma nazionale per il ritorno all'energia nucleare, delineato da un'articolata normativa, č stato da subito osteggiato dalle Regioni. Dopo una prima e importante vittoria dello Stato (pronuncia favorevole della Consulta), si č registrato un buon punto a favore degli enti locali: nuova sentenza della Corte costituzionale. La partita č ancora aperta, e mentre diversi ritardi si sono giŕ accumulati, pare certo il ricorso a un nuovo referendum.
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Aristei, Luna. "Il Ministero della Transizione Ecologica e la sostenibilità dello sviluppo economico". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (julio de 2022): 102–27. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002007.

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Con la creazione del Ministero della Transizione Ecologica si assume una nuova consapevolezza sulla sostenibilità intesa non solo quale tutela dei fattori ambientali ma come vera e propria transizione verde. Tale concetto è il fulcro dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green Deal comunitario che stabiliscono obiettivi green il cui perseguimento è stato recentemente rafforzato dai diversi strumenti finanziari comunitari. A livello nazionale, già gli strumenti di mercato consentivano di orientare i flussi economici verso pratiche "verdi" ma il recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può essere ritenuto lo strumento economico necessario a contribuire alla transizione ecologica grazie anche al ruolo dello stesso Ministero.
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Cattoni, Silvia. "La letteratura italiana tradotta in Argentina". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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Turi, Gabriele. "Le culture della destra". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 260 (febrero de 2011): 392–403. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260002.

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Della cultura di destra č stato sottolineato l'aspetto mediatico, ma il berlusconismo č un fenomeno piů profondo, capace di influenzare ampi strati del ceto medio: un'ideologia eclettica che amalgama le tradizioni di Forza Italia, Alleanza nazionale e Lega nord, fondendo insieme populismo, individualismo esasperato, revisionismo storico, uso strumentale e identitario della religione. Nell'ultimo ventennio le forze di destra hanno occupato lo spazio lasciato vuoto dalle sinistre, indebolite negli anni ottanta dall'offensiva culturale del riformismo craxiano: una volta al governo sono state capaci di costruire gli strumenti di una propria egemonia culturale, riviste e fondazioni portatrici di messaggi semplici ed efficaci: libertŕ intesa come liberismo e diffidenza per lo Stato, lotta al relativismo culturale, rilettura revisionistica della storia che tende a equiparare fascismo e antifascismo in nome di una "pacificazione nazionale". La Rivoluzione francese č considerata la fonte di tutti i mali della modernitŕ, il Risorgimento un premeditato attacco alla religione cattolica; la triade "Dio, Patria, Famiglia" č coniugata ieri come oggi a sottolineare l'identitŕ di un paese timoroso degli immigrati e delle loro culture. Si č cosě formato uno schieramento culturale teo-con che appare oggi tanto forte da far ritenere che nella societŕ italiana il berlusconismo possa sopravvivere a lungo a Berlusconi.
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Santalucia, Giuseppe. "I rapporti tra Direzione nazionale antimafia e uffici di procura in una recente delibera del Csm". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 5 (diciembre de 2011): 208–14. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005014.

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Chiamato - in modo in veritŕ inusuale - a risolvere l'impasse sorta a seguito del diniego della Procura distrettuale di Palermo di soddisfare la richiesta della Procura nazionale antimafia di copia degli atti delle indagini relative alla cd. trattativa Stato-mafia, il Csm mostra di non avere dubbi. Il procuratore nazionale ha diritto di ottenere dai procuratori distrettuali copia degli atti d'indagine, al di lŕ dell'esistenza del segreto investigativo, e ciň per la decisiva ragione che, in difetto, non potrebbe esercitare le funzioni di impulso e coordinamento delle indagini che gli competono e, a fortiori, il potere di avocazione per accertata violazione dei doveri di coordinamento. Le cautele di un tempo sono accantonate, i poteri del procuratore nazionale sono ricostruiti nel modo piů ampio anche a dispetto di qualche non trascurabile forzatura, non suscitano piů timore i rischi di una interpretazione "espansionistica" degli stessi. Ma un approfondimento sulle ricadute istituzionali di questo orientamento non sarebbe inutile...
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Roić, Sergej. "Incontrare l’italicità oltre i confini". SPONDE 1, n.º 1 (27 de julio de 2022): 43–54. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.3890.

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Il contributo si incentra sul concetto di italicità, o italofonia culturale in un mondo, quello odierno, di continui intrecci, di identità plurime e non esclusive - l’uomo che ne è stato preso a modello, il mediatore culturale Grytzko Mascioni (1936-2003), è stato pienamente sia svizzero che italiano, grigionese e alla fine ''adriatico''- croato. L’italicità-italofonia culturale non statuale né nazionale ha, secondo le conclusioni del contributo, la facoltà di partecipare, ad esempio, in territorio svizzero all’identità locale fondendosi e dialogando con la ''svizzerità'' presente. D’altra parte, l’italicità-italofonia culturale può, incarnando i propri valori peculiari, essere definita come un’appartenenza o identità ulteriore oltre a quella di tipo strettamente nazionale e politico. In questo modo è in grado di rappresentare efficacemente un portato culturale non invasivo ma arricchente che è, in definitiva, lo stesso portato della cultura italiana, manifestata fuori dall’Italia. Poeta, autore di importanti saggi sulla Grecia antica, e, infine, di un romanzo scritto interamente in (e in parte sulla) Croazia, il ruolo che Mascioni svolse, anche in qualità di direttore dell’Istituo italiano di cultura di Zagabria, e sotto il segno dell’italofonia culturale in Croazia, fu fondamentale e fece parte del riavvicinamento dell’allora nuovo stato croato alla cultura e alla civiltà occidentale europea.
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Morganti, Adolfo. "I Piccoli e i Grossi. La dimensione internazionale della Repubblica di San Marino". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 3 (septiembre de 2011): 15–35. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003003.

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Le recenti difficoltŕ nelle relazioni bilaterali fra la Repubblica di San Marino e l'Italia, giunte ad innescare alcuni prodromi di un diffuso conflitto sociale, obbligano e riprendere in mano ildelle relazioni internazionali della Repubblica di San Marino nell'attuale contesto di crisi dello Stato nazionale e diffusa globalizzazione politico-finanziaria. Partendo dall'analisi di alcuni dati storici l'articolo inquadra l'ampiezza delle relazioni internazionali della RSM sia rimandando a quelle propriamente istituzionali che datano dal 1862 fino all'opera delle reti parallele, nello specifico dell'. Assistendo quindi ad una diffusione in Europa del modello del Piccolo Stato, si affronta il tema delle prospettive che i Piccoli Stati Europei in generale, e la Repubblica di San Marino in particolare, possono aprirsi sia nella relazione con le grandi aggregazioni sovranazionali - prima fra le quali l'Unione Europea - sia con il vicino Stato Italiano.
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Chiaromonte, William. "Welfare locale e immigrazione. Il contenzioso sulla legislazione regionale in materia di integrazione degli stranieri". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 132 (noviembre de 2011): 657–96. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132005.

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Il saggio, dopo una ricostruzione in chiave storico-evolutiva della disciplina nazionale in materia di immigrazione, illustra le tre stagioni della legislazione regionale che si sono succedute, a partire dagli anni '90 dello scorso secolo, a disciplinare l'integrazione degli stranieri. Viene, quindi, preso in esame il contenzioso insorto fra Stato e Regioni dopo la riforma costituzionale del 2001 ed avente ad oggetto principalmente il riparto di competenze in materia di immigrazione, la progressiva estensione del campo di applicazione soggettivo delle legislazioni regionali - fino a riconoscere alcuni diritti sociali fondamentali anche agli stranieri irregolari ed ai «neocomunitari» - ed il ruolo ritagliatosi dalle Regioni in alcuni ambiti di presunta competenza nazionale. L'Autore conclude constatando da un lato un significativo rafforzamento, sospinto dalla giurisprudenzadella Corte costituzionale, delle competenze regionali in materia di inclusione sociale degli stranieri, persino irregolari, nonostante il tentativo governativo di limitarne il raggio di azione, e paventando dall'altro, quale conseguenza di tale consolidamento di attribuzioni, il rischio concreto di una notevole differenziazione della qualitŕ dell'integrazione a livello territoriale (regionale ma anche infra-regionale), anche a causa della latitanza dello Stato quale soggetto riequilibratore.
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Ferrante, Vincenzo. "Lavoro decente e responsabilità delle imprese multinazionali per le produzioni delocalizzate: Panorama della legislazione italiana". Lex Social: Revista de Derechos Sociales 10, n.º 2 (8 de julio de 2020): 224–52. http://dx.doi.org/10.46661/lexsocial.5070.

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Il saggio, che prende spunto dal Convegno organizzato dall’Università di Alcalà nel dicembre del 2019 “Estándares laborales y responsabilidad de las empresas multinacionales. Desafíos en un mundo global”, esamina la legislazione italiana diretta a garantire che le imprese multinazionali aventi sede nello Stato realizzino scambi commerciali su una base equa, vigilando sulle società controllate estere, per assicurare che queste rispettino i core labour standards previsti dall’OIL e dalle altre organizzazioni internazionali. A differenza della legislazione di altri paesi europei, manca in Italia una norma che imponga un obiettivo siffatto, forse a ragione del fatto che la vasta diffusione del lavoro sommerso ha imposto al legislatore di concentrarsi sui fenomeni di sfruttamento che si manifestano nei confini nazionali (anche se si rileva come la trasposizione delle direttive che hanno riguardo a questo obiettivo non sempre è correttamente avvenuta). In attesa che venga a maturare una norma di diritto internazionale universalmente riconosciuta che faccia divieto di commerciare un qualunque bene, quando esso sia stato prodotto attraverso lo sfruttamento schiavistico di altri uomini, l’A. si concentra sulla legislazione relativa alle società commerciali, su quella che regola gli appalti privati e sulla disciplina europea del commercio alimentare, per verificare se le norme già esistenti in materia non consentano al giudice nazionale, opportunamente sollecitato, di reprimere lo sfruttamento che avvenga al di fuori dei confini nazionali, in virtù degli obblighi assunti dalle singole società nei confronti dei propri soci e dei consumatori.
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Ipsen, Carl y Stefano Maggi. "Dalla Citta Allo Stato Nazionale: Ferrovie e Modernizzazione a Siena tra Risogimento e Fascismo." American Historical Review 102, n.º 2 (abril de 1997): 481. http://dx.doi.org/10.2307/2170910.

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Bezzi, Roberto, Carla Farinazzo y Paolo Miragoli. "Capitolo 1: Il Progetto di ricerca: motivazioni e generalità metodologiche". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (diciembre de 2002): 4–7. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000186.

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La ricerca “Pattern di trattamento e costi nei Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Lombardia”, che per brevità chiameremo HoNOS 2, rientra nei “Programmi Speciali” ex Art. 12 DL 502/92.La ricerca intende contribuire al dibattito su possibili modalità di finanziamento della psichiatria alternative al sistema tariffario per prestazione. Essa approfondisce, in un settore specifico, un problema che riguarda l'intero sistema sanitario e che sembra non avere ancora trovato una risposta definitiva soddisfacente.Nello scorso decennio il Servizio Sanitario Nazionale è passato, attraverso due fasi di generale riordino, governate a livello nazionale dai Decreti Legislativi 502/92 e 229/99, e ha conosciuto varie leggi regionali di riordino. Siamo solo all'inizio del nuovo decennio e già si preannunciano ulteriori modifiche sulla spinta dell'evoluzione federalista dello Stato.
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Bisaglia, Stefania. "Gli aspetti peculiari della tutela ex art. 136 del D.lgs. n. 42 del 2004 delle aree boscate". L'Italia forestale e montana 77, n.º 6 (30 de enero de 2023): 217–23. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1086.

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Resumen
Nel codice dei beni culturali ci sono alcuni articoli relativi alla tutela dei beni paesaggistici (n. 134, 136, 142, 143, 149) in cui sono presenti riferimenti inerenti la tutela delle aree boscate. Nel nostro Paese la stretta interconnessione che esiste tra le competenze legislative riguardanti più aspetti (culturale, ambientale, forestale, paesaggistico) e quelle amministrative su differenti scale (locale, regionale, nazionale) ha generato molti dibattiti e discussioni che in questi anni hanno coinvolto sia le Regioni, sia l’Ufficio legislativo del Ministero della cultura sino ad arrivare al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. E’ necessario ed auspicabile che tutte le autorità coinvolte collaborino insieme per giungere ad una disciplina condivisa di utilizzo dei boschi volta a preservare il patrimonio boschivo nazionale.
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Bisaglia, Stefania. "Gli aspetti peculiari della tutela ex art. 136 del D.lgs. n. 42 del 2004 delle aree boscate". L'Italia forestale e montana 77, n.º 6 (30 de enero de 2023): 217–23. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1086.

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Nel codice dei beni culturali ci sono alcuni articoli relativi alla tutela dei beni paesaggistici (n. 134, 136, 142, 143, 149) in cui sono presenti riferimenti inerenti la tutela delle aree boscate. Nel nostro Paese la stretta interconnessione che esiste tra le competenze legislative riguardanti più aspetti (culturale, ambientale, forestale, paesaggistico) e quelle amministrative su differenti scale (locale, regionale, nazionale) ha generato molti dibattiti e discussioni che in questi anni hanno coinvolto sia le Regioni, sia l’Ufficio legislativo del Ministero della cultura sino ad arrivare al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. E’ necessario ed auspicabile che tutte le autorità coinvolte collaborino insieme per giungere ad una disciplina condivisa di utilizzo dei boschi volta a preservare il patrimonio boschivo nazionale.
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Musella, Luigi. "Dialoghi transatlantici. Il caso di Pasquale Saraceno". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 293 (agosto de 2020): 233–53. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293010.

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Resumen
La storia dell'Italia contemporanea necessita di un contesto globale. Temi tradizionali, comeil meridionalismo, non possono essere più trattati in modo autoreferenziale. Il caso di PasqualeSaraceno è significativo da questo punto di vista. Le sue relazioni culturali manifestanochiaramente la natura globale anche del suo pensiero, che in passato la storiografia tradizionalesi è ostinata a leggere avendo per guida analitica lo stato nazionale.
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Musella, Luigi. "Dialoghi transatlantici. Il caso di Pasquale Saraceno". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 293 (agosto de 2020): 233–53. http://dx.doi.org/10.3280/ic293-oa1.

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La storia dell'Italia contemporanea necessita di un contesto globale. Temi tradizionali, comeil meridionalismo, non possono essere più trattati in modo autoreferenziale. Il caso di PasqualeSaraceno è significativo da questo punto di vista. Le sue relazioni culturali manifestanochiaramente la natura globale anche del suo pensiero, che in passato la storiografia tradizionalesi è ostinata a leggere avendo per guida analitica lo stato nazionale.
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Neri, Serneri Simone. "Guerra, guerra civile, liberazione La Toscana nella crisi del fascismo e dello Stato nazionale 1943-1944". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 265 (junio de 2012): 535–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265001.

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Resumen
Cosa significň per la Toscana l'esperienza della guerra, della guerra civile e della Resistenza? Quale fu l'apporto della Toscana alla ricostruzione dello Stato nazionale dopo la crisi innescata dal crollo del fascismo? L'articolo risponde a questi interrogativi ripercorrendo sinteticamente l'impatto della guerra sul consenso al regime in Toscana, l'occupazione tedesca e il ricorso della Rsi alla guerra civile, intesa come violenza sistematica contro avversari e popolazione civile per fondare un nuovo ordine politico. Si evidenziano le peculiaritŕ della regione nel contesto della guerra nella penisola, perché essa fu retroterra del fronte e ciň accelerň notevolmente le dinamiche dell'occupazione e della Resistenza. Si sottolineano il radicamento del partigianato nelle specifiche condizioni del rapporto cittŕ-campagna e il parallelo affermarsi del Comitato toscano di liberazione nazionale, anche grazie alla scelta decisiva dell'autogoverno e dell'insurrezione, una scelta di grande rilievo nella ancora breve storia del movimento di Resistenza. Quelle esperienze aprirono una prospettiva di liberazione sociale e culturale e furono determinanti, al di lŕ del consenso piů o meno esteso, per infrangere i tradizionali assetti moderati e fondare una nuova identitŕ regionale.
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Chiappetta, Giovanna. "Cittadinanza europea: opportunità e abusi nel diritto internazionale privato della famiglia". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 2 (enero de 2021): 105–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002005.

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Il saggio si incentra sulla funzione dell'autonomia negoziale nella regolamentazione degli status e dei rapporti familiari tra componenti il nucleo familiare tipico o atipico. Ciò in quanto il ruolo dell'autonomia negoziale è stato ampliato anche dalla cittadinanza europea intesa dalla Corte di giustizia europea come fonte autonoma di diritti. Tale cittadinanza, che si aggiunge a quella nazionale, ha consentito alla coppia ‘statica', pur in assenza del carattere transnazionale della situazione familiare, di scegliere la legge e gli strumenti di ordinamenti stranieri da applicare ai rapporti patrimoniali ed esistenziali della comunità di vita. Il saggio si propone di dimostrare come i Regolamenti UE in materia familiare possano applicarsi anche ai cittadini europei ‘statici', consentendo la scelta di leggi straniere con soluzioni estranee all'ordinamento nazionale, nel rispetto del limite dell'ordine pubblico costituzionale di ciascun Paese membro.
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Giorgi, Chiara. "Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (20 de diciembre de 2017): 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0005.

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Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico piu recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto piu complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo e teso a mettere in evidenza la centralita dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto piu distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riusci a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralita dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale - in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione - riguardo per lo piu gli aspetti gestionali. Invariata resto una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplico forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualita e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre e cosi inserita in un piu ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Giorgi, Chiara. "Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (5 de marzo de 2018): 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0005.

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Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico più recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto più complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo è teso a mettere in evidenza la centralità dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto più distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riuscì a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralità dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale – in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione – riguardò per lo più gli aspetti gestionali. Invariata restò una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplicò forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualità e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre è così inserita in un più ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Emanuele Grisostolo, Francesco. "Il Piano Next Generation EU e la sua ‘architettura finanziaria' nella prospettiva della cittadinanza sociale europea". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (junio de 2022): 131–56. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-001005.

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Il contributo analizza l'impatto del piano Next Generation European Union (NGEU) sui diritti e i doveri dei cittadini europei, con particolare attenzione alle decisioni adottate per reperire le risorse finanziarie a livello sovranazionale e nella fase attuativa a livello nazionale. Dopo un inquadramento iniziale sulla dimensione sociale del piano, ci si concentra sugli strumenti utilizzati per finanziarlo. Viene quindi analizzato il ricorso al debito comune da parte dell'Unione, le questioni giuridiche che esso solleva e le sue prospettive future. A seguire, si considerano il dovere di contribuzione dei cittadini europei, le regole procedurali che ostacolano la costruzione di un sistema tributario europeo che sostenga il bilancio dell'Unione e il potenziale impatto del NGEU su questo percorso. Infine, ci si propone di verificare quale sia stato l'impatto sui federalismi fiscali a livello nazionale della prima fase di attuazione del NGEU.
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Fossatti, Fabio. "L’evoluzione del conflitto in Ucraina e le proposte di risoluzione". Revista Euro latinoamericana de Análisis Social y Político (RELASP), n.º 5 (18 de agosto de 2022): 175–88. http://dx.doi.org/10.35305/rr.vi5.83.

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Il conflitto tra gli Ucraini filo-europei dell’ovest e i filo-russi dell’est è iniziato negli anni ’90 ed è rimasto non violento per 25 anni. I presidenti occidentali ed orientali vincevano le elezioni ogni 4-5 anni. Nel 2004, c’è stata la rivoluzione ‘arancione’ e l’Ucraina occidentale ha prevalso sull’est filo russo, e l’Ucraina è rimasta uno stato centralizzato. Nel 2014, la guerra è iniziata, e la Crimea e il Donbass hanno dichiarato un’indipendenza de facto. La Crimea fu annessa alla Russia senza violenza; la guerra è continuata (ma a un livello più basso di intensità) in Donbass. Nel febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina dell’est, e una guerra è iniziata tra i due paesi. Sono morte 50 mila persone e vi sono stati 3 milioni e mezzo di rifugiati. Qualsiasi progetto di risoluzione è stato rifiutato da Putin e Zelensky, come uno scambio (tra Crimea russa e Donbass ucraino), un’integrazione simmetrica (il federalismo in Ucraina), una separazione mono-nazionale (di Crimea e Donbass, attraverso un referendum).
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Palazzotto, E., M. P. Angellotti, L. Bozzoli y C. D’Alessandro. "Standard di professione del dietista in nefrologia: realtà a confronto". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 2 (26 de enero de 2018): 40–45. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1135.

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La terapia dietetica svolge un ruolo fondamentale nel trattamento della malattia renale cronica (CKD): previene e corregge le complicanze metaboliche, garantisce il mantenimento o il raggiungimento di uno stato nutrizionale soddisfacente e, nella fase conservativa, ritarda l'inizio della terapia sostitutiva. Molte sono le evidenze che attestano che il trattamento nutrizionale effettuato da un dietista esperto migliora la qualità di vita del paziente con insufficienza renale cronica, aumenta l'eff -cacia della terapia dietetica e riduce i costi assistenziali. Negli Stati Uniti sono stati definiti i parametri che identificano il dietista esperto nella gestione della terapia nutrizionale nel paziente nefropatico e sono state individuate tre categorie in base al grado di formazione e competenza acquisita. Nei Paesi dell'Unione Europea la formazione dei dietisti è molto eterogenea tanto da rendere difficile una comparazione con la realtà americana. L'European Federation of the Association of Dietitians negli ultimi anni ha comunque definito gli standard accademici e professionali dei dietisti individuando quattro ruoli di competenza ed i relativi indicatori di performance. In Italia l'Associazione Nazionale Dietisti ha definito le posizioni dell'associazione in merito alla pratica professionale del dietista nel trattamento delle malattie renali e la Società Italiana di Nefrologia, nell'ambito del progetto di certificazione della qualità del percorso di cura della CKD, ha delineato il profilo del dietista che lavora in nefrologia ma non sono stati definiti standard accademici e professionali specifici. È auspicabile che dietisti esperti in nefrologia e nefrologi collaborino nel definire protocolli relativi a standard che il dietista operante in ambito nefrologico dovrebbe raggiungere in modo da garantire maggiore competenza professionale e una omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale.
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Nadia Urbinati. "Pensare la democrazia ora. Tra innovazione e regressione". Il Politico 252, n.º 2 (15 de enero de 2021): 184–88. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.516.

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A dieci anni dalla pubblicazione dell’annale La democrazia di fronte allo Stato acura di Alessandro Pizzorno, eventi e tensioni recenti, a livello nazionale e internazionale,hanno riproposto all’attenzione degli studiosi e dell’opinione pubblica il tema dellesfide che le democrazie contemporanee devono affrontare oggi. Questo cinquantatreesimoannale della Fondazione Feltrinelli propone ora una riflessione articolata delle trasformazioniche le democrazie stanno sperimentando, e lo fa attraverso una ricca analisicritica e con contributi significativi, esplorando paradossi e processi democratici nei diversipaesi.
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Bartali, Roberto. "Book Review: Dalla città allo Stato nazionale: Ferrovie e modernizzazione a Siena tra Risorgimento e fascismo". Journal of Transport History 19, n.º 2 (septiembre de 1998): 157–58. http://dx.doi.org/10.1177/002252669801900209.

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Izzet, Vedia E. "The Etruscan sanctuary at Cerveteri, Sant'Antonio: preliminary report of excavations 1995–8". Papers of the British School at Rome 68 (noviembre de 2000): 321–35. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003962.

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IL SANTUARIO ETRUSCO DI CERVETERI, SANT'ANTONIO: UNA RELAZIONE PRELIMINARE DEGLI SCAVI 1995–8Quale parte di un progetto di collaborazione fra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e la Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale, un piccolo gruppo britannico è stato coinvolto nello scavo di parte del sito di santuario a Sant'Antonio, Cerveteri (1995–8). Lo scopo principale di questo lavoro era l'analisi paleobotanica. Questa relazione fornisce informazioni preliminari sulla struttura stratigrafica e presenta l'analisi dei resti vegetali da un'area del sito.
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Lopez de Gonzalo, Marco. "Navigare nell'emergenza: crociere e COVID-19". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 30 (septiembre de 2020): 424–34. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030024.

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Il settore delle crociere è stato duramente colpito dall'epidemia COVID-19. Le conseguenze di tale epidemia devono essere valutate in base alla direttiva (UE) 2015/2302 ed alla legislazione nazionale di emergenza. L'operatore di crociere può essere responsabile nei confronti dei passeggeri che siano stati contagiati a bordo; la responsabilità può essere evitata con la dimostrazione di avere adottato tutte le ragionevoli cautele. Il programma della crociera può essere sostanzialmente modificato; l'operatore di crociere deve predisporre alternative, ma ciò può risultare difficile in pratica. Le crociere possono essere cancellate, dall'operatore o dal passeggero; dovrebbe essere fornito un rimborso integrale ed è dibattuto se tale rimborso possa essere sostituito da un voucher.
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Paradiso, Michele, Chiara Bini, Natascia Crescenzi y Carlos Humberto Gómez Arciniegas. "LA CHIESA DI SANTA LUCIA DI GUANE - BARICHARA: ANALISI STRUTTURALE PER LA SUA SALVAGUARDIA". Revista M 15 (16 de agosto de 2019): 8–27. http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v15i0.2176.

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L’articolo si riferisce allo stato di degrado strutturale della Chiesa di Santa Lucia, in Guane, Comune di Barichara, nel Dipartimento di Santander (Colombia). Lo studio fu effettuato negli anni 2012-2013 in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Universidad Santo Tomás, sede Bucaramanga. E’ stata applicata la metodologia tipica indicata dalle Carte Internazionali del Restauro di ICOMOS-UNESCO. Il quadro fessurativo, complesso e preoccupante, che presentava la Chiesa, Monumento Nazionale, alla data della presa in carico del lavoro, é conseguente al cedimento verticale delle fondazioni, peraltro molto scarse, dell’angolata destra in facciata principale. Lo studio che qui si presenta indica le soluzioni di messa in sicurezza dell’edificio e le ipotesi di massima per un suo consolidamento, con tecniche non invasive. L’occasione di questo racconto é per gli autori, anche l’occasione per riflettere sulle dinamiche di gestione a livello nazionale, della conservazione del patrimono storico costruito. Dinamiche che appaiono lente, estremamente burocratizzate e accompagnate da scarso dialogo tra le istituzioni preposte alla salvaguardia del bene storico. Il lavoro si é poi concretizzato, per le due coautrici, nella loro tesi di laurea in architettura, discussa presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze nell’a.a. 2012-2013.
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Grillo, Paolo. "L'Italia e la sua storia: alla ricerca di un "canone nazionale"". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 593–604. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173013.

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Questa rassegna presenta e discute, a tre voci, il volume curato da Francesco Benigno e Igor Mineo, che restituisce, sul lungo periodo, i principali nodi attraverso i quali la storiografia ha tematizzato l'eccezionalità del caso Italia, sia in termini positivi che negativi. Il saggio di Paolo Grillo affronta il problema della definizione del "canone nazionale" la cui crisi caratterizzerebbe l'attuale stagione di ricerche, sottolineando che esso è stato, anche in passato, di difficile e controversa definizione, se non in un approccio genericamente teleologico che farebbe coincidere Unità d'Italia e modernità politica e sociale.
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Poggi, Stefano. "Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica". SOCIETÀ E STORIA, n.º 172 (junio de 2021): 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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Costa, Giuseppe y Nicola Caranci. "Un indice di deprivazione a livello aggregato da utilizzare su scala nazionale: giustificazioni e composizione". SALUTE E SOCIETÀ, n.º 1 (marzo de 2009): 58–78. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-001006.

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- Measuring the relative socio-economic disadvantages has been representing a useful tool to study the relationship between socioeconomic factors and health conditions for at least 25 years. In the last years the possibility to develop epidemiological studies in large populations increased thanks to the availability of databases containing health information and databases containing information on socio-economic status (SES). In epidemiological literature we often find multidimensional measures of SES: deprivation indexes. They usually refer to geographical aggregations and are used as proxy of personal conditions; indexes allow to identify and estimate the existing relationship with different health outcomes. Keywords: indexes, socioeconomic status, deprivation, small areas, national census, epidemiology. Parole chiave: indici, stato socioeconomico, deprivazione, piccole aree, censimento, epidemiologia.
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Skubic, Mitja. "Fran Šturm. A cinquant'anni dalla scomparsa". Linguistica 34, n.º 2 (1 de diciembre de 1994): 1–2. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.34.2.1-2.

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Il termine "scomparsa" del titolo non è, purtroppo, l'abituale eufemismo. Fran Šturm, il primo docente di filologia romanza presso la giovane Università di Ljubljana e, in quell'epoca, decano della Facoltà di Lettere, fu prelevato nella notte dal 12 al 13 marzo 1944 nella sua casa di Ljubljana da due sedicenti poliziotti in borghese, mai identificati (si era nel periodo dell' occupazione nazista), con la motivazione di un urgente confronto con un ufficiale partigiano catturato. Non fece mai ritomo a casa e vani furono i tentativi fatti dalla famiglia e dal rettore dell'Università presso le autorità militari tedesche e presso la polizia. Non si è mai saputo nulla, né è stato ritrovato e identificato dopo la guerra il suo cadavere. Tuttavia, un motivo c'era: lo Šturm era stato uno dei membri fondatori dell'OF (Fronte di Liberazione Nazionale) fin dall'occu­ pazione italiana della città nell' aprile del 1941 e lo smembramento della vecchia Jugoslavia, ed era 1'organizzatore della rete clandestina all'Università.
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Calvieri, Carlo. "ALCUNE RIFLESSIONI SULLO STATO POST-MODERNO TRA “PSICOPOLITICA” E NUOVA DIMENSIONE INTERNAZIONALE DEL DIRITTO PUBBLICO NELLA CORNICE DEL “CONCETTO DI POLITICO” DI C. SCHMITT". Novos Estudos Jurí­dicos 23, n.º 3 (20 de diciembre de 2018): 848. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v23n3.p848-871.

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Il presente articolo illustra come, nello scenario internazionale e nazionale italiano, la sovranitá sia rimessa sempre con piú frequenza nelle mani del potere economico ed I diritti e le libertá individuali siano rimesse all´autonomia privata a fronte di un potere statuale sempre piú esautorato.
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Miatto, Enrico. "L'inclusione come un prisma: significati e prospettive di una incursione nel catalogo OPAC del SBN". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (noviembre de 2020): 285–95. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9468.

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Il termine 2inclusione" sul piano interpretativo e descrittivo dei fenomeni sociali si offre con una pluralità di significati e di caratteristiche che lo identificano, distinguendolo da altri fenomeni descrittivi dell'umano. Allo scopo di produrre uno stato dell'arte e di cogliere i macro ambiti in cui il termine viene utilizzato, l'articolo propone un'analisi sulla sua presenza nella pubblicistica italiana attraverso l'interrogazione dello strumento On-line Public Access Catalog del Servizio Bibliotecario Nazionale. Focus dell'analisi è il periodo dal 1999 al 2019. Dall'analisi delle occorrenze sono desumibili macrocatergorie a cui i titoli delle opere considerati sono stati ricondotti. Ne emerge un netto slittamento sul versante educativo che alimenta di certo i saperi disciplinari pedagogici
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Gualmini, Elisabetta. "L'EVOLUZIONE DEGLI ASSETTI CONCERTATIVI IN ITALIA E IN GERMANIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, n.º 1 (abril de 1997): 101–50. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025545.

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IntroduzioneIl dibattito sul neo-corporativismo ha conosciuto un curioso destino: si è diffuso nel corso degli anni settanta con straordinaria rapidità, sostenuto da una particolare enfasi prescrittiva che vedeva nei nuovi modelli di rappresentanza degli interessi una sicura ricetta per la stabilità politica ed economica nazionale; è stato poi in gran parte smentito dai suoi stessi fondatori che a partire dalla metà degli anni ottanta hanno cominciato a parlare di un suo incipiente declino, tanto che il termine «neo-corporativismo» è gradualmente scomparso dalla letteratura come se evocasse fastidiose assonanze.
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Ventura, Alessandro. "L'intervista". Medico e Bambino 41, n.º 5 (20 de mayo de 2022): 326–27. http://dx.doi.org/10.53126/meb41324.

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Il professor Giuseppe Maggiore è, per univoco riconoscimento, un riferimento indiscusso dell’Epatologia pediatrica nazionale e sovranazionale. Attualmente è direttore della Epatogastroenterologia e responsabile medico del Programma di Trapianto di Fegato dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. È a lui che abbiamo pensato di rivolgerci (attraverso poche domande) per avere un quadro preciso in termini epidemiologici e clinici relativo ai casi di epatite acuta grave nei bambini recentemente segnalati in particolar modo in Inghilterra e rispetto ai quali è stato da più parte lanciato un allarme anche ai pediatri italiani.
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Dallara, Antonio. "L'indice di sviluppo urbano sostenibile dei 103 comuni capoluogo di provincia italiani". RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, n.º 3 (noviembre de 2010): 48–79. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-003003.

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Dopo la sintesi dello stato dell'arte sugli indicatori di sostenibilitŕ territoriale costruiti a livello internazionale e nazionale, in questo lavoro si richiamano alcune tecniche per l'analisi e la selezione di variabili territoriali e si propone un metodo per la costruzione di un indice di sviluppo urbano sostenibile. L'indice proposto si ottiene combinando in sequenza tre tecniche di statistica multivariata, l'analisi delle componenti principali, l'analisi cluster, l'analisi discriminante. Se ne formula la definizione formale, e si richiamano i risultati della sua applicazione ai 103 comuni capoluogo di provincia italiani, per gli anni 1999, 2000 e 2001.
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Tommasi, Alessia. "Un manoscritto ritrovato dei "Nobili fatti di Alessandro Magno"". Revista de Literatura Medieval 34 (21 de noviembre de 2022): 13–32. http://dx.doi.org/10.37536/rlm.2022.34.1.95216.

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In questo articolo descrivo e studio un manoscritto recentemente riscoperto dei Nobili fatti di Alessandro Magno, finora considerato perduto. Il manoscritto è stato descritto da Hilka (1914) quando apparteneva all’antiquario Rosenthal, e la descrizione dettagliata dello studioso non lascia dubbi sull’identificazione: si tratta del ms. oggi a New Haven, Yale University, Beinecke Rare Book and Manuscript Library, con la segnatura 194. Tale ms. può essere considerato un importante testimone per la ricostruzione del testo finora noto come Nobili fatti, dal momento che contiene la stessa versione del ms. B (Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, II.IV.29): permette dunque di allestire una nuova edizione critica, integrando un’ampia lacuna di B (dovuta alla caduta di alcune carte), senza contaminare con la versione alternativa del ms. C (Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, II.I.62). Presento infine un primo studio sulla relazione tra i testimoni dei Nobili fatti, giungendo alla conclusione che il ms. C tramanda un testo distinto da quello dei mss. A e B, e pubblico l’ampia porzione di testo caduta in B, secondo la lezione di A
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Antoncecchi, Ettore y Enrico Orsini. "Cardiologia 2020. Cosa c’è di nuovo". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 29, n.º 1 (30 de mayo de 2021): 1–13. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-1.

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Il panorama scientifico 2020 è stato dominato dalla pandemia CoViD, che ha quasi del tutto as-sorbito l’interesse e le energie della ricerca, in ogni branca della medicina. La cardiologia non ha fatto eccezioni. Non vi è stata piattaforma web, congres-so o meeting, rivista internazionale o nazionale, che non si sia occupata in larga misura dei rapporti fra CoViD-19 e malattie cardiovascolari. Il risultato è stata la povertà di reali novità nella produzione scientifica in ambito cardiovascolare. Anche l’atte-sissimo progetto ISCHEMIA, pubblicato nel 2020, che peraltro non ha apportato reali novità nel trat-tamento della cardiopatia ischemica cronica, non ha suscitato il dibattito scientifico che sarebbe stato ne-cessario, soffocato purtroppo dalla tragedia CoViD che il mondo ha vissuto in questo anno. Una delle poche eccezioni dell’anno 2020 è stata la inarrestabi-le conferma degli inibitori SGLT2, che hanno ormai travalicato il semplice ruolo di farmaci antidiabetici, per collocarsi a pieno titolo fra gli agenti dotati di uno spiccato ruolo protettivo verso gli outcomes cardiovascolari. Come ogni anno, abbiamo concentrato la nostra attenzione su alcuni temi, che riteniamo particolar-mente significativi per l’interesse dei lettori.
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Marini, Massimo. "Canzonieri spagnoli popolareggianti conservati a Roma (III): il Ms. Corsini 970". Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos, n.º 4 (15 de diciembre de 2015): 60. http://dx.doi.org/10.14198/rcim.2015.4.04.

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Il Ms. Corsini 970 (olim 44.A.21) conservato all’Accademia Nazionale dei Lincei fornisce interessanti spunti di riflessione sui rapporti letterari fra Spagna e Italia in età tardorinascimentale e barocca. Confezionato con ogni probabilità a Roma, in seno alla corte del cardinal Ascanio Colonna tra la fine del xvi e gli inizi del XVII secolo, risulta nel suo insieme inedito. È costituito da un totale di 137 testi, di cui alcuni sono componimenti di tipo tradizionale, romances, quintillas e redondillas. Il componimento qui preso in esame, la Carta General de amor de Gaetán, è stato attribuito sia al Vicentino a che a Vozmediana, famoso per la traduzione della prima parte delle novelle di Giraldi Cinzio (Toledo, 1590).
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