Tesis sobre el tema "Star cluster formation and evolution"
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Adamo, A., J. E. Ryon, M. Messa, H. Kim, K. Grasha, D. O. Cook, D. Calzetti et al. "Legacy ExtraGalactic UV Survey with The Hubble Space Telescope: Stellar Cluster Catalogs and First Insights Into Cluster Formation and Evolution in NGC 628". IOP PUBLISHING LTD, 2017. http://hdl.handle.net/10150/624449.
Texto completoMessa, M., A. Adamo, G. Östlin, D. Calzetti, K. Grasha, E. K. Grebel, F. Shabani et al. "The young star cluster population of M51 with LEGUS – I. A comprehensive study of cluster formation and evolution". OXFORD UNIV PRESS, 2018. http://hdl.handle.net/10150/626277.
Texto completoSimanton, Lesley Ann. "Star Cluster Populations in the Spiral Galaxy M101". University of Toledo / OhioLINK, 2015. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=toledo1437587267.
Texto completoAnders, Peter. "Formation and evolution of star clusters in interacting galaxies". Doctoral thesis, [S.l.] : [s.n.], 2006. http://webdoc.sub.gwdg.de/diss/2006/anders.
Texto completoGoodwin, S. P. "The early dynamical evolution of globular clusters". Thesis, University of Sussex, 1997. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.360496.
Texto completoLyo, A.-Ran Physical Environmental & Mathematical Sciences Australian Defence Force Academy UNSW. "The nearby young [special character] Chamaeleontis cluster as a laboratory for star formation and evolution". Awarded by:University of New South Wales - Australian Defence Force Academy. School of Physical, Environmental and Mathematical Sciences, 2004. http://handle.unsw.edu.au/1959.4/38707.
Texto completoDorval, Julien. "Multi-scale approach of the formation and evolution of star clusters". Thesis, Strasbourg, 2016. http://www.theses.fr/2016STRAE021/document.
Texto completoYoung star clusters are substructured and undergo a dynamical evolution erasing this substructure to form relaxed spherical clusters. I present a new method to generate realistic initial conditions to perform N-body simulations of this process: the Hubble-Lemaitre fragmentation. By expanding an initially uniform sphere, I allow spontaneous overdensities to grow, creating a realistic model for young clumpy stellar systems. This method is validated by analysing the distribution and content of the clumps and comparing them to hydrodynamical simulations of star formation as well as observations of star forming regions. These systems undergo a softer collapse than uniform ones. I injected binary stars in the fragmented models and found they were heavily processed when substructure was present. I also found extreme short and tight binaries, down to 0.01 AU, to formin the models. The method has a lot of potential, such as the generation of mock observations of star-forming regions
Rudnick, Gregory, Jacqueline Hodge, Fabian Walter, Ivelina Momcheva, Kim-Vy Tran, Casey Papovich, Cunha Elisabete da et al. "Deep CO(1–0) Observations of z = 1.62 Cluster Galaxies with Substantial Molecular Gas Reservoirs and Normal Star Formation Efficiencies". IOP PUBLISHING LTD, 2017. http://hdl.handle.net/10150/627107.
Texto completoTyler, Krystal D. "Star Formation and Galaxy Evolution in Different Environments, from the Field to Massive Clusters". Diss., The University of Arizona, 2012. http://hdl.handle.net/10150/265395.
Texto completoZiosi, Brunetto Marco. "The impact of stellar evolution and dynamics on the formation of compact-object binaries". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424212.
Texto completoL'obiettivo di questo lavoro e` studiare la fomazione ed evoluzione di binarie di oggetti compatti (DCOBs, ovvero buchi neri binari, stelle di neutroni binarie e binarie buco nero-stella di neutroni) in ammassi stellari (YSCs) giovani ( < 100 Myr) e densi ( >~ 10^3 stelle/pc ^3} ). La teoria prevede che i DCOBs, coalescendo, diventino potenti sorgenti di onde gravitazionali (GWs) osservabili dai rivelatori Virgo and LIGO. I migliori candidati per l'osservazione (BMCs), hanno un tempo scala di coalescenza minore di un tempo di Hubble ( t_H} ) e producono un segnale sufficientemente forte (strain h>~10^-21} ) da essere osservabile da Terra. Questo è proprio il momento giusto per svolgere un progetto del genere in quanto la seconda generazione dei rivelatori Virgo e LIGO inizierà le osservazioni nel 2016. La scelta degli YSCs come ambiente per lo studio dei DCOBs è particolarmente importante per due motivazioni. Innanzitutto, gli YSCs sono il luogo in cui >~ 80% delle stelle si forma, in particolare le più massive. Gli oggetti compatti che si formano alla morte di queste stelle massive dominano la dinamica del cluster e formano il tipo di binarie che vogliamo studiare. Questo rende gli YSC il migliore ambiente dove cercare DCOBs. Secondo, gli YSCs sono collisionali (tempo scala di rilassamento a due corpi t_relax ~ 10 Myr (M_tot / 3500 Msun)^1/2 (r_hm / 1 pc)^3/2, dove M_tot e r_hm sono la massa totale e il raggio di metà massa dello YSC, rispettivamente). Incontri ravvicinati tra singole stelle e binarie possono rendere la binaria più stretta o perfino portare la stella singola a prendere il posto di uno dei componenti della binaria. Nel campo (disco galattico), invece, una binaria esiste solo se le due stelle che la compongono si sono formate già legate, può stringersi solo a causa di effetti legati all'evoluzione stellare o in binaria (emissione di GW, common envelope, ...) e non può essere oggetto di scambi dinamici. Per queste ragioni, i processi dinamici hanno un ruolo fondamentale nel dare forma alla popolazione di DCOBs negli YSCs. Inoltre, gli YSCs hanno un tempo di vita breve: essi tendono a dissolversi nel disco galattico in O(10^2) Myr, rilasciando il loro contenuto di DCOBs nel disco. Questo implica che le stime sulla popolazione di DCOBs nel disco galattico devono tenere conto della popolazione di DCOBs negli YSCs. Allo scopo di studiare la popolazione di DCOBs negli YSCs, ho effettuato e analizzato >~ 10^3 simulazioni dirette a N-corpi di YSCs accoppiate ad un programma di evoluzione stellare, Le simulazioni sono state prodotte con l'ambiente software Starlab (Portegies Zwart et al., 2001), modificato per includere algoritmi aggiornati di evoluzione stellare in funzione della metallicità (Mapelli and Bressan, 2013). Questi algoritmi comprendono venti stellari in funzione della metallicità e la possibilità che una stella massiva collassi direttamente in un buco nero (BH), senza esplosione di supernova (SN). Questo processo di formazione dei BH, chiamato "collasso diretto" o "SN fallita", permette la formazione di BHs più massivi. In aggiunta, ho sviluppato sltools, una suite di programmi che facilitano la produzione e gestione delle simulazioni. Questi provvedono strumenti per automatizzare la maggior parte dei passaggi necessari per ottenere dati puliti e pronti per essere analizzati, inclusi un controllo della qualità automatico e la gestione degli errori. Nella mia analisi ho seguito la vita delle binarie di oggetti compatti e ho investigato l'impatto delle interazioni dinamiche, della metallicità e delle proprietà strutturali degli YSCs ospiti sulla popolazione di BMCs. Mi sono focalizzato su quanti DCOBs vengono prodotti in media per YSCs ( ~ 4 binarie BH-BH stabili, ~ 1 binarie BH-BH instabili, ~ 0.1 NS-NS e ~ 0.1 BH-NS per YSC durante tutta la simulazione) e su come questa quantità cambia nel tempo: se considero solo le binarie BH-BH stabili, trovo che il loro numero cresce monotonicamente nel tempo da 0 a ~ 0.4 , mentre le binarie BH-BH instabili mostrano un picco dopo il collasso del core e poi una decrescita fino a ~ 0.05 . Ho trovato che >~ 90% delle binarie BH-BH si formano da scambi. I risultati indicano che i BHs sono estremamente efficienti nell'acquisire compagni attraverso scambi dinamici. Inoltre, una metallicità bassa, grazie al fatto che i BH possono avere masse maggiori, favorisce la formazione di binarie BH-BH massicce e stabili in tempi più brevi. Ho anche trovato che le binarie NS-NS sono, almeno, dieci volte meno numerose delle binarie BH-BH, nonostante la funzione di massa iniziale. La mia analisi ha mostrato che la formazione di BH-BH è anche favorita da alta densità ( ~ 3 x 10^3 Msun pc^-3) e alta concentrazione (potenziale centrale adimensionale W_0 >~ 3 ), mentre non è molto sensibile alla frazione di binarie primordiali. Vale comunque la pena notare che solo il 23% dei BMCs tra le binarie BH-BH viene da scambi, mentre il resto e` costituito da binarie primordiali. D'altra parte, gli incontri dinamici sono importanti anche per le binarie primordiali, in quanti sono responsabili per la diminuzione del semiasse maggiore a della binarie BH-BH (SMA). Le binarie BH-BH sono in grado di raggiungere valori dello SMA sufficientemente bassi che l'evoluzione della binaria è dominata dall'emissione di GWs. Senza la dinamica, questo processo avrebbe impiegato un tempo molto maggiore. Ho trovato che solo 6% dei BMCs NS-NS si sono formati attraverso scambi. Il fatto che la maggior parte delle binarie NS-NS sia primordiale è consistente con le nostre aspettative percheé è poco probabile che una NS acquisisca una compagna NS se le interazioni dinamiche sono dominate dai BHs. Per questa ragione è interessante che io abbia trovato alcune binarie NS-NS (6%) formate attraverso scambi. Ho anche analizzato le proprietà dei DCOBs: masse, masse chirp ( m_chirp = (m_1m_2)^3/5 / (m_1+m_2)^1/5, dove m_1 e m_2 sono le masse dei due membri della binaria), SMAs e eccentricità. Nelle mie simulazioni i BHs sono più massivi a metallicità minori (massa massima di un BH ~ 80 Msun a Z=0.01 Zsun ) grazie agli algoritmi di evoluzione stellare e di collasso diretto adottati. In aggiunta, BHs ancora più massivi si possono formare grazie a coalescenza con compagni stellari. Di conseguenza, la massa massima che trovo per i BH è ~ 125 Msun . Questo andamento si riflette nelle masse chirp, che raggiungono valori di ~ 80 Msun . Tuttavia, la massa chirp per una binaria BMC è più bassa ( ~ 40 Msun ) e il resto delle masse dei BMCs sono inferiori a 20 Msun . La distribuzione dei SMA mostra che, sebbene le binarie NS-NS siano molto meno numerose delle binarie BH-BH, i loro SMA sono molto minori (SMA minimo per le binarie NS-NS a_min_NS-NS ~ 10^-3 AU in confronto a a_min_BH-BH ~ 10^-1 AU). Questo è un effetto di selezione: le binarie NS-NS che trovo provengono da binarie sufficientemente strette da sopravvivere a due esplosioni di SN e agli incontri dinamici. Questo risultato si ritrova nei tempi scala di coalescenza (tempo necessario perch\'e una binaria coalesca solo per effetto dell'emissione di GWs, t_GW \propto (a^4(1-e^2)^7/2) / (m_1m_2m_tot)), dove G è la costante gravitazionale, m_1 e m_2 sono le masse dei due membri della binaria, a è il semiasse maggiore e e è l'eccentricità): le binarie NS-NS hanno tempi scala più corti ( t_GW_min_NS-NS ~ 10^-5 Gyr in confronto a t_GW_min_BH-BH ~ 10^-1 Gyr per i BH-BH). Infatti, trovo che il 76% delle binarie NS-NS coalesce durante le simulazioni (36% di tutte le binarie NS-NS), mentre nessuna delle binarie BH-BH coalesce. Mentre non esistono evidenze osservative delle binarie BH-BH, nella nostra galassia sono state osservate 10 binarie NS-NS (Lorimer, 2008). Ho confrontato le proprietà delle binarie NS-NS osservate (periodo, eccentricità e tempo scala di coalescenza) con quelle delle binarie NS-NS nelle mie simulazioni e ho trovato un accordo molto buono. Le uniche differenze si possono trovare ai periodi più corti e più lunghi. Queste differenze sono dovute a effetti di selezione: per periodi molto corti ( <~ 2 hours) le binarie NS-NS coalescono in tempi molto brevi ed è difficile osservarle in questo stato. Periodi molto lunghi ( >~ 10^3 days) sono troppo lunghi per essere osservati fino ad ora. Infine, ho derivato il tasso di coalescenza atteso nelle mie simulazioni e ho investigato se questo tasso dipende dalle proprietà dello YSC (massa, densità, concentrazione, frazione di binarie primordiali e metallicità). Non ho trovato alcuna dipendenza significativa del rate di coalescenza delle binarie BH-BH dalle proprietà strutturali degli YSCs all'interno dei valori considerati. Le incertezze, comunque, sono abbastanza grandi. Il tasso di coalescenza globale per le binarie BH-BH derivato dalle mie simulazioni è R_merger_BH-BH = 0.0019+/-0.0007 Mpc^-3 Myr^-1 . Il tasso di detezioni mostra una dipendenza (sebbene non molto significativa, a causa delle incertezze) dalla densità e dalla concentrazione dello YSC ospite: il tasso di detezioni è più alto tanto più l'ammasso è denso e concentrato, in accordo con quanto trovato per il numero medio di binarie BH-BH prodotto durante la vita dell'ammasso. Inoltre, il tasso di detezioni per le binarie BH-BH anticorrela con la frazione di binarie primordiali. Questo risultato necessita di maggiori approfondimenti. Il tasso globale di osservazione per le binarie BH-BH è R_detection_BH-BH = 0.8+/-0.2 yr^-1. I tassi di coalescenza e osservazioni attesi per le binarie NS-NS and BH-NS sono R_merger_NS-NS} = 0.258+/-0.005 Mpc^-3 Myr^-1 , R_merger_BH-NS = 0.0009+/-0.0002 Mpc^-3 Myr^-1 , R_detection_NS-NS = 0.65+/-0.01 yr ^-1 , R_detection_BH-NS = 0.0107+/-0.0006 yr ^-1 per binarie NS-NS e BH-NS, rispettivamente. I tassi di coalescenza e osservazione di binarie BH-BH e NS-NS sono consistenti con le previsioni pessimistiche fornite dalla collaborazione Virgo/LIGO (Abadie et al., 2010). I tassi di coalescenza e osservazione di binarie BH-NS sono minori della previsione più pessimistica in letteratura dal momento che la formazione di binarie BH-NS è sfavorita dai processi dinamici che favoriscono la produzione di binarie BH-BH a discapito delle binarie BH-NS.
Olsen, Knut A. G. "The formation and evolution of the large magellanic cloud from selected clusters and star fields /". Thesis, Connect to this title online; UW restricted, 1998. http://hdl.handle.net/1773/5426.
Texto completoLotz, Marcel [Verfasser] y Andreas [Akademischer Betreuer] Burkert. "Evolution of galactic star formation in galaxy clusters and post-starburst galaxies / Marcel Lotz ; Betreuer: Andreas Burkert". München : Universitätsbibliothek der Ludwig-Maximilians-Universität, 2021. http://d-nb.info/1232176338/34.
Texto completoRuggiero, Rafael. "Galaxy Evolution in Clusters". Universidade de São Paulo, 2018. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/14/14131/tde-14022019-140755/.
Texto completoNesta tese, nós visamos a contribuir para o entendimento do fenômeno da evolução de galáxias no ambiente de aglomerados de galáxias usando a metodologia de simulações numéricas. Para isso, desenvolvemos modelos hidrodinâmicos nos quais galáxias idealizadas ricas em gás movem-se em meio ao gás difuso de aglomerados de galáxias idealizados, permitindo um estudo detalhado e controlado da evolução destas galáxias neste ambiente extremo. O principal código usado em nossas simulações é o RAMSES, e nossos resultados tratam das mudanças em composição do gás, taxa de formação estelar, luminosidade e cor de galáxias caindo em aglomerados. Adicionalmente a processos acontecendo dentro das próprias galáxias, nós também descrevemos a dinâmica do gás que é varrido dessas galáxias com resolução sem precedentes para simulações dessa natureza (122 pc em uma caixa incluindo um aglomerado de 1e14 Msun inteiro), encontrando que aglomerados de gás molecular são formados nas caudas de galáxias que passaram por varrimento de gás por pressão de arraste, aglomerados estes que procedem a viver em isolamento em meio ao gás difuso de um aglomerado de galáxias por até 300 Myr. Esses aglomerados moleculares possivelmente representam uma nova classe de objetos; objetos similares foram previamente observados tanto em aglomerados quanto em grupos de galáxias, mas um tratamento compreensivo deles não foi apresentado até agora. Nós adicionalmente criamos um modelo hidrodinâmico para o sistema multi-aglomerado A901/2, e correlacionamos as condições do gás nesse modelo com a localização de uma amostra de galáxias jellyfish nesse sistema; isso nos permitiu inferir um possível mecanismo para a geração de morfologias jellyfish em colisões de aglomerados de galáxias em geral.
Cao, Orjales Jose Manuel. "A Study of AGN and their environments in the far-infrared". Thesis, University of Hertfordshire, 2014. http://hdl.handle.net/2299/14440.
Texto completoPope, Alexandra, Alfredo Montaña, Andrew Battisti, Marceau Limousin, Danilo Marchesini, Grant W. Wilson, Stacey Alberts et al. "Early Science with the Large Millimeter Telescope: Detection of Dust Emission in Multiple Images of a Normal Galaxy at z > 4 Lensed by a Frontier Fields Cluster". IOP PUBLISHING LTD, 2017. http://hdl.handle.net/10150/623817.
Texto completoDias, Bruno Moreira de Souza. "Formation and evolution of globular clusters in the Galaxy and Magellanic Clouds". Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/14/14131/tde-26082014-090039/.
Texto completoAglomerados globulares são traçadores da formação e evolução de suas galáxias. Cinemática, abundâncias químicas, idades e posições dos aglomerados permitem traçar interações entre Via Láctea e galáxias vizinhas e suas histórias de enriquecimento químico. Nesta tese analisamos espectros de média resolução de mais de 800 estrelas gigantes vermelhas em 51 aglomerados globulares Galácticos. É a primeira vez que [Fe/H] and [Mg/Fe] determinados de modo consistente são publicados para uma amostra desse porte, ~1/3 dos objetos catalogados. Nossas metalicidades são mais precisas que trabalhos anteriores similares. Uma quebra em [Fe/H] ~ -1.0 é encontrada no gráfico [Fe/H] vs. [Mg/Fe] para o bojo e halo, embora bojo parece ter uma quebra em [Fe/H] maior, i.e, bojo tem formaçãao mais eficiente que o halo. Comparando abundâncias com idade, a escala de tempo para SNIa ficar importante é 1Gano. [Fe/H] vs. idade corrobora diferentes eficiências de formação do bojo e halo, mas [Mg/Fe] vs. idade não mostra isso. O halo foi formado em mini halos ou galáxias anãs, e dois aglomerados com dispersão em [Fe/H] tiveram suas origens analisadas. M 22 parece ter sido formado na Via Láctea e NGC 5824 possivelmente foi originado em uma galáxia anã, embora os resultados são inconclusivos para NGC 5824. O bojo parece ter sido formado rapidamente e deve possuir o aglomerado mais velho. De fato, HP 1 tem um ramo horizontal mais azul que o esperado para sua metalicidade e vemos isso como um efeito da idade. Determinamos sua distância usando curvas de luz de RR Lyrae de maneira a restringir futuras determinações de idade via diagrama cor-magnitude. Finalmente, investigamos a interação entre Via Láctea e sua galáxia vizinha SMC. Encontramos aglomerados sendo removidos do corpo central da SMC, consistente com cenário de remoção por força de maré para a interação entre as galáxias, em vez de ``ram pressure\'\' que afeta só gás.
Alberts, Stacey, Alexandra Pope, Mark Brodwin, Sun Mi Chung, Ryan Cybulski, Arjun Dey, Peter R. M. Eisenhardt et al. "STAR FORMATION AND AGN ACTIVITY IN GALAXY CLUSTERS FROM z = 1–2: A MULTI-WAVELENGTH ANALYSIS FEATURING HERSCHEL /PACS". IOP PUBLISHING LTD, 2016. http://hdl.handle.net/10150/621395.
Texto completoPaccagnella, Angela. "Galaxies on the road to quenching". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3424851.
Texto completoL’obiettivo del lavoro presentato in questa tesi è la caratterizzazione osservativa delle proprietà delle galassie, per vincolarne gli scenari di formazione ed evoluzione. In particolare, mi sono concentrata nel determinare come l’ambiente in cui evolvono le galassie influisca sul processo di formazione stellare nelle regioni ad alta densità nell’Universo locale. Tra i diversi meccanismi proposti come responsabili del quenching, ovvero la tendenza delle galassie a smettere di produrre stelle, quelli relativi all’ambiente sembrano svolgere un ruolo cruciale. La prova che confermerebbe l’azione primaria di questi meccanismi dovrebbe essere l’esistenza, in ammassi e gruppi di galassie, di una popolazione di galassie in transizione con caratteristiche intermedie. Con lo scopo dunque di identificare questa nuova popolazione, mi concentrerò sullo studio delle proprietà di due particolari classi di galassie: quelle che stanno formando stelle ad un livello ridotto rispetto ad altre galassie di massa simile, e quelle che hanno recentemente, e molto probabilmente bruscamente, interrotto la loro formazione stellare. Utilizzerò i dati provenienti da diverse campagne osservative: la WIde-field Nearby Galaxy-cluster Survey (WINGS, Fasano et al. 2006) con la sua recente estensione OmegaWINGS (Gullieuszik et al., 2015a, Moretti et al. 2017), e il Padova Millennium Galaxy and Group catalogue (PM2GC, Calvi et al. 2011). La prima parte della tesi è riservata alla descrizione delle survey WINGS e OmegaWINGS. Particolare attenzione sarà dedicata alla presentazione degli aspetti più importanti delle osservazioni fotometriche e spettroscopiche di OmegaWINGS, in cui sono stata personalmente coinvolta. Descriverò in dettaglio il mio contributo alla survey, che va dall’analisi dei dati alle misurazioni di redshift e dispersione di velocità, all’individuazione delle galassie appartenenti agli ammassi. Presenterò dunque il catalogo completo costruito dalla combinazione delle due survey considerate. Mentre è relativamente facile ricavare una stima della massa di alone per gli ammassi, e più complicato ottenere misurazioni affidabili per i gruppi. Ho quindi sviluppato una procedura per derivare le masse di alone per i dati PM2GC da quantità osservabili, che descriverò in dettaglio. Tale procedura utilizza cataloghi di galassie estratti dai modelli semi analitici di De Lucia & Blaizot (2007), applicati alla Millennium Simulation (Springel et al. 2005). Successivamente, descriverò i metodi adottati per il calcolo delle propriet`a delle galassie, sfruttando le informazioni provenienti da osservazioni spettroscopiche e fotometriche. Utilizzando i dati WINGS+OmegaWINGS, discuterò l’analisi delle relazioni tra il tasso di formazione stellare (SFR), il tasso specifico di formazione stellare (SSFR) e la massa stellare di una galassia (M∗), nel campo e negli ammassi, in campioni limitati in massa. Confronterò gli andamenti nei diversi ambienti e, negli ammassi, a diverse distanze dal centro. Il risultato principale è l’individuazione di una popolazione di galassie in ammasso con SFR ridotta, denominate galassie in transizione, che è molto più rara nel campo. La distribuzione spaziale di queste galassie, insieme all’analisi della storia di formazione stellare, dei colori ed età medie, suggeriscono che le galassie in transizione abbiano avuto un SFR ridotta per circa 2-5 Gyr. Questo è compatibile con uno scenario di “strangulation”, anche se altri processi come la ram pressure stripping non possono essere esclusi. Successivamente caratterizzerò le proprietà delle galassie cosiddette post starburst (PSB), cioè galassie che hanno bruscamente interrotto la loro formazione stellare all’incirca 1 miliardo di anni fa e che presentano caratteristiche ben riconoscibili nei loro spettri (nessuna emissione e Hδ in assorbimento). Sfruttando un campione limitato in magnitudine apparente estratto dai dati WINGS + OmegaWINGS, presenterò la prima caratterizzazione completa di galassie PSB in ammasso e confronterò le loro proprietà con quelle di galassie passive (PAS) e con righe di emissione (EML). Il principale risultato riguarda il numero relativo di galassie PSB, che aumenta leggermente dalla periferia verso il centro degli ammassi e dall’ammasso meno luminoso/massiccio a quello più luminoso/massiccio. Le galassie PSB hanno proprietà, quali masse stellari, magnitudini, colori e morfologie, intermedie tra le PAS e EML, tipiche di una popolazione che è recentemente diventata passiva. L’analisi dello spazio delle fasi e dei profili di dispersione di velocità indicano anche che le PSB rappresentano una combinazione di galassie con diverse storie di accrescimento. In particolare, PSB con forte Hδ sono consistenti con l’essere state recentemente accresciute. Questa analisi suggerisce che, nel processo di accrescimento di una galassia su un ammasso, all’avvicinarsi alla regione virializzata, per effetto della ram pressure stripping (o di altre interazioni) viene indotto un rapido quenching, preceduto o meno da un forte episodio di formazione stellare; inoltre quest’effetto è più forte in ammassi più massicci. Descriverò successivamente la popolazione di PSB in sistemi più piccoli. Combinando i dati WINGS+OmegaWINGS ai dati PM2GC, mostrerò come la frazione di galassie PSB e l’efficienza del quenching dipendano dalla massa dell’alone e aumentino andando da galassie singole, a sistemi binari, gruppi e ammassi. Nei diversi ambienti, diversi meccanismi fisici sono probabilmente responsabili per la produzione di galassie PSB, ma tutti producono un troncamento della formazione stellare su brevi scale temporali. Mentre negli ammassi la ram presssure stripping sembra essere il candidato più probabile, l’interazione gravitazionale tra galassie potrebbe essere più efficiente nelle regioni a bassa densità. Dal confronto tra la frazione di PSB e di galassie in transizione, si può dedurre che il canale di quenching più rapido constribuisce circa due volte di più alla crescita della popolazione di galassie passive rispetto al canale di quenching più lento. Il quadro che emerge è che la ram pressure stripping è probabilmente il processo che maggiormente incide sul quenching della formazione stellare negli ammasi, seguito dalla strangulation. Altri meccanismi potrebbero influire, anche se probabilmente con effetto maggiore in ambienti a minore densità.
Xue, Rui, Kyoung-Soo Lee, Arjun Dey, Naveen Reddy, Sungryong Hong, Moire K. M. Prescott, Hanae Inami, Buell T. Jannuzi y Anthony H. Gonzalez. "The Diversity of Diffuse Ly α Nebulae around Star-forming Galaxies at High Redshift". IOP PUBLISHING LTD, 2017. http://hdl.handle.net/10150/623866.
Texto completoLee-Brown, Donald B., Gregory H. Rudnick, Ivelina G. Momcheva, Casey Papovich, Jennifer M. Lotz, Kim-Vy H. Tran, Brittany Henke et al. "The Ages of Passive Galaxies in a z = 1.62 Protocluster". IOP PUBLISHING LTD, 2017. http://hdl.handle.net/10150/625163.
Texto completoMulia, Alexander John. "Stellar Populations in Nearby Merging Galaxies". University of Toledo / OhioLINK, 2015. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=toledo1449827923.
Texto completoDale, J. E. "Feedback in star cluster formation". Thesis, University of Cambridge, 2004. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.598249.
Texto completoGuglielmo, Valentina. "Groups and clusters of galaxies in the XXL survey". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421945.
Texto completoQuesta tesi presenta uno dei primi censimenti delle proprietà delle galassie in gruppi ed ammassi selezionati nei raggi X a redshift intermedio, con lo scopo di valutare il ruolo dell'ambiente sull'assemblamento della massa stellare delle galassie, l'attività di formazione stellare e le proprietà delle popolazioni stellari osservate. Il mio progetto è inquadrato nella Survey XXL (Pierre et al., 2016), il più grande programma XMM-Newton approvato fino ad oggi, che copre due regioni extra-galattiche di 25 gradi quadrati ciascuna. Le sorgenti di raggi X estese ed identificate come gruppi ed ammassi sono state confermate spettroscopicamente e le loro proprietà principali sono caratterizzate o tramite misurazioni dirette o mediante relazioni di scala. Tra queste, le luminosità e le temperature X, le masse virali ed i raggi viriali sono di fondamentale importanza per lo sviluppo di questa tesi. Il grande vantaggio di XXL è che il campo XXL-Nord (XXL-N) è completamente coperto da osservazioni fotometriche e spettroscopiche provenienti dalle più recenti survey extra-galattiche di galassie. La disponibilità di una tale miniera di informazioni motiva lo sviluppo della mia ricerca sulle popolazioni di galassie nell'intervallo di redshift 0.1≤z≤0.6 nel campo XXL-N, esplorando gli ambienti più diversi dalle regioni di campo, ai gruppi, agli ammassi e ai superammassi. Il primo compito del mio lavoro consiste nella creazione di un campione spettrofotometrico omogeneo di galassie, pubblicato in Guglielmo et al. (2017), e adatto ad essere utilizzato in un'analisi scientifica. Il catalogo contiene redshift spettroscopici, informazioni sull'appartenenza a gruppi e ammassi, pesi di completezza spettroscopica in funzione della posizione nel cielo e magnitudine osservata, le masse stellari e le magnitudini assolute calcolate mediante una tecnica di spectral energy distribution (SED). Il catalogo è fondamentale per tutti gli studi all'interno della collaborazione XXL che mirano a correlare le proprietà ottiche derivate dalle galassie con informazioni sulle strutture X ed è ampiamente utilizzato nell'intera collaborazione XXL. Il catalogo spettrofotometrico pubblicato consente il primo risultato scientifico di questa tesi riguardante lo studio della funzione di massa stellare delle galassie (GSMF). L'obiettivo di questa analisi è di svelare se il processo di assemblamento della massa delle galassie dipende dall'ambiente cosiddetto globale, cioè dall'appartenenza al campo o a gruppi ed ammassi e, tra quest'ultimi, dalla luminosità X, utilizzata come proxy per la massa di alone. Ho eseguito l'analisi in quattro intervalli di redshift nel range 0.1≤z≤0.6, trovando nel complesso che l'ambiente non influenza la GSMF, almeno nell'intervallo di massa campionato. Il risultato è ulteriormente confermato dall'invarianza della massa media delle galassie membre rispetto alla luminosità X. Ho anche esaminato l'evoluzione della GSMF da z = 0.6 fino a z = 0.1, trovando che l'estremità della funzione a masse elevate è già formata nell'epoca più antica e non evolve, e rilevando invece un aumento del numero di galassie a bassa massa nello stesso intervallo di redshift. Questo studio è uno dei primi studi sistematici della GSMF condotto per sorgenti estese a raggi X che vanno da masse di alone tipiche di gruppi fino agli ammassi, ed è pubblicato nella seconda parte di Guglielmo et al. (2017). Avendo valutato l'indipendenza delle distribuzioni di massa rispetto all'ambiente globale, procedo a indagare se e in che misura l'ambiente influisce sull'attività di formazione stellare e sulle proprietà osservate delle popolazioni stellari delle galassie. Ho iniziato questa analisi dal superammasso più ricco identificato in XXL-N, XLSSsC N01, situato a redshift z~0.3 e composto da 14 gruppi ed ammassi. Questo lavoro è stato sottomesso in Guglielmo et al. (2018a). Concentrandosi sulla regione che circonda XLSSsC N01, ho diviso le galassie in diversi ambienti, che vanno dalle regioni virali di gruppi ed ammassi fino al campo, utilizzando una combinazione di parametrizzazioni ambientali globali e locali. I risultati principali di questo studio sono che, nell'ambiente del superammasso, mentre la frazione di galassie che formano stelle e l'efficienza di arresto dell'attività di formazione stellare dipendono fortemente dall'ambiente, lo stesso non vale per la relazione fra massa e tasso di formazione stellare (SFR). La frazione di galassie che formano stelle declina progressivamente dal campo ai filamenti fino alle regioni virializzate di gruppi ed ammassi, con un interessante aumento della stessa nelle regioni esterne delle strutture X. Inoltre, mentre la relazione media fra l'età delle galassie pesata per la luminosità (LW-age) e la massa stellare delle stesse è indipendente dall'ambiente, una chiara evidenza di una recente estinzione della formazione stellare si rileva nelle galassie passive situate nelle regioni virializzate delle strutture X. Infine, si estende l'analisi di questo particolare superammasso all'intero campo XXL-N. Questo lavoro sarà racchiuso in due articoli in preparazione (Guglielmo et al., 2018 b, c in preparazione). Grazie alla statistica più elevata dell'intero campione, ho studiato le proprietà delle galassie e la loro evoluzione nell'intervallo 0.1≤z≤0.5 in diversi ambienti, con l'obiettivo di caratterizzare il cambiamento nelle proprietà delle popolazioni stellari e la formazione della popolazione passiva al variare dell'ambiente. Oltre a distinguere tra le galassie di campo, e in gruppi ed ammassi (regioni virali e periferiche), mi sono concentrata anche su galassie situate in strutture di diversa luminosità X e sulle galassie situate all'interno di superammassi. Contemporaneamente, ho anche studiato le proprietà delle galassie situate a diverse densità locali proiettate (LD). In particolare, ho caratterizzato la frazione galassie con formazione stellare attiva / galassie blu e ho studiato la relazione fra massa e SFR, in funzione sia dell'ambiente globale che di quello locale. La frazione di galassie con formazione stellare attiva e di galassie blu è strettamente correlata all'ambiente, con il valore più basso nelle regioni virali di gruppi ed ammassi e il più alto nel campo. Nei membri esterni, la stessa frazione è simile a quella nel campo a z≥0.2 e assume valori intermedi rispetto ai membri virali e il campo a 0.1≤z<0.2. La relazione fra SFR e massa è anch'essa dipendente dall'ambiente, e in particolare il numero di galassie dei membri virali che hanno una ridotta SFR (galassie in transizione) risulta essere quasi il doppio di quella di galassie di campo. Ancora una volta, i membri esterni mostrano proprietà intermedie: la frazione di galassie in transizione è simile alla popolazione virale a z>0,3, ed in particolare risulta associata all'ambiente dei superammassi, e si riduce successivamente a valori tipici delle galassie di campo a 0.1≤z<0.3. Inoltre, la frazione di galassie attive nella formazione stellare e quella di galassie blu diminuiscono con l'aumentare della LD a tutti i redshift. Al contrario, la frazione di galassie in transizione non varia nello stesso intervallo LD. Queste differenze significative emergenti tra gli ambienti globali e locali sono intrinsecamente correlate al diverso significato fisico delle due parametrizzazioni, quindi ai diversi meccanismi fisici che agiscono sulle galassie quando sono legate al potenziale gravitazionale di un alone di materia oscura (secondo la definizione globale) o quando esposto ad interazioni con altre galassie in regioni densamente popolate (secondo la definizione locale). Durante le prime fasi del mio dottorato di ricerca, ho anche completato l'analisi della mia tesi magistrale, e riporto il testo completo del documento pubblicato in Appendice alla tesi (Guglielmo et al., 2015). I risultati sono strettamente correlati alle domande scientifiche trattate nel mio progetto di dottorato, ma vengono affrontate attraverso un approccio complementare, che mira alla ricostruzione della storia della formazione stellare delle galassie a basso redshift in ammassi e nel campo per studiare la dipendenza dall'ambiente globale, dalla massa stellare e dalla morfologia osservata.
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Texto completoWe study the formation of stars and stellar clusters in gas-dominated galaxies. This term primarily refers to galaxies from the epoch of the peak of the cosmic star formation history, which occurred at z ~ 2, but also to their local analogues, the tidal dwarf galaxies.Firstly, using numerical simulations, we show that the massive galaxies at z = 2, which have a gas fraction of about 50%, form massive (10**7-8 solar masses) and gravitationally bound structures, which we call clumps thereafter. These clumps do not form in galaxies with a gas fraction below 25%. We then present an observational study of a local analogue of a z = 2 galactic clump, which is the tidal dwarf galaxy NGC 5291N. The analysis of emission lines show the presence of shocks on the outskirts of the object. Photometry of this galaxy’s stellar clusters show that the youngest clusters (< 10 million years) are significantly less massive than older clusters. This could be the sign of ongoing cluster mergers and/or of a strong star formation activity in this system about 500 million years ago).Secondly, we study how the gas fraction impacts the formation of stars and stellar clusters in galaxy mergers at z = 2. Using numerical simulations we show that these mergers only slightly increase the star and stellar cluster formation rate, compared to local galaxy mergers, which have a lower gas fraction. We show that this is due to the saturation of several physical quantities, which are already strong in isolated z=2 galaxies and are thus less enhanced by the merger. These factors are gas turbulence, compressive tides and nuclear gas inflows, We also show that the stellar structures formed in the gaseous clumps are preserved by the fusion: they are ejected from the disk and orbit in the halo of the remnant galaxy, where they may become the progenitors of some globular clusters
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