Literatura académica sobre el tema "Sociologia di genere"

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Artículos de revistas sobre el tema "Sociologia di genere"

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Souza, Lidyane Maria Ferreira de y Luca Baccelli. "L'UTILITÀ DELL’ANALISI CULTURALE DEI DIRITTI SOGGETTIVI RELIGIOSI". Revista Eletrônica do Curso de Direito da UFSM 17, n.º 1 (31 de diciembre de 2022): e79979. http://dx.doi.org/10.5902/1981369470979.

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Resumen
Nei paesi democratici, l’ordine giuridico in genere riconosce diritti soggettivi religiosi, prima di tutti la libertà religiosa. Dalla Guerra dei Trent’anni, un’ esperienza storicamente e geograficamente abbastanza specIfica, la libertà religiosa è presentata come soluzione universale alla sfida della coesistenza di differenti credenze religiose nello stesso spazio politico. Di conseguenza, si osserva come questi diritti promuovano determinati tipi di soggettività e di organizzazione religiosa. Dato che tale critica è già stata rivolta alla categoria dei diritti soggettivi, così come a quella dei diritti umani, questo articolo investiga se le risposte fornite a queste critiche – nell’ambito dei studi sociogiuridici, dell’analisi culturale del diritto e della filosofia e sociologia dei diritti umani – possono contribuire a riflettere sull’utilità dei diritti soggettivi religiosi per le persone di fede non egemonica. Si conclude che l’analisi culturale permette identificare possibili reinvenzioni della strategia politica dei diritti soggettivI religiosi.
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Montesanti, Lucia y Francesca Veltri. "Tra un mondo e l'altro. Minori non accompagnati e tutela volontaria". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (noviembre de 2023): 143–64. http://dx.doi.org/10.3280/mm2023-003009.

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Resumen
Negli ultimi anni in Italia viene formalizzata la figura di tutore volontario per minori non accompagnati (Legge n. 47/2017). Si tratta di una figura al confine tra attività volontaria e attività istituzionale, tra ruolo formale e informale, senza un modello di comportamento ancora ben definito e regolamentato. Il tutore non è un genitore adottivo o affidatario, tuttavia, essendo tenuto ad oc-cuparsi del benessere materiale ed emotivo del minore, deve stabilire con lui un rapporto definito come "genitorialità sociale", aiutandolo a interiorizzare norme e comportamenti del contesto di arrivo. Ciò in sociologia è noto come "processo di socializzazione", e nella sua forma primaria è in genere gestito dalla famiglia di appartenenza. L'articolo si interroga sul ruolo dei tutori vo-lontari nella transizione dei minori soli da un universo sociale all'altro, da una socializzazione all'altra, sul concetto di ‘genitore sociale' e sulle reti che sup-portano questo ruolo a livello istituzionale, professionale e di società civile.
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Rivoira, Matteo. "Lingue, dialetti e religione nelle aree occitane e francoprovenzali". Minorities in Italy in a changing legal landscape 44, n.º 3 (31 de diciembre de 2020): 320–45. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.00069.riv.

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Resumen
Astratta Gli stretti e complessi rapporti tra religione e lingua sono ormai uno degli ambiti di studio della sociologia del linguaggio. L’adozione in ambito religioso di determinati codici discende in genere dalla disponibilità di varietà elaborate nel repertorio linguistico comunitario, ma al contempo essa può determinare ristrutturazioni del repertorio stesso, in primis sullo status delle lingue implicate. Lingua e religione, inoltre, possono essere individuate come forti simboli di appartenenza a una storia e a un’identità culturale. Nel presente lavoro saranno tratteggiati gli aspetti storici e macro-sociolinguistici che caratterizzano l’area galloromanza italiana (Valle d’Aosta e Piemonte occidentale). Ne verranno in particolare presentate le strutture repertoriali e discusso il ruolo del francese e delle altre varietà locali nel contesto religioso, caratterizzato dalla presenza storica di due diverse confessioni cristiane (cattolica e evangelica valdese). Infine saranno discusse le scelte linguistiche e religiose operate nei diversi contesti, in una prospettiva tesa ad evidenziare le implicazioni identitarie.
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Saketopoulou, Avgi. "Pensare psicoanaliticamente, pensare meglio: riflessioni sul transgender". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 1 (marzo de 2021): 61–76. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001007.

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Resumen
Viene sfatato il mito secondo cui il genere (gender) sarebbe un concetto non psicoanalitico imposto agli psicoanalisti da altre discipline (ad esempio dalla sociologia) e/o da attivisti, e sostenuto che vada sdrammatizzato il discorso sul transgender in modo che possiamo lavorare e pensare collettivamente sui gender complessi e sulle loro varie incarnazioni. Ciò implica che si riesca a identificare il motivo per cui la categoria della incarnazione transgender ha prodotto una tale crisi nel nostro campo - cercare cioè le fonti di questa crisi internamente piuttosto che esternamente. Questa crisi è sorta in parte perché il tema del trans ha confrontato gli analisti con i limiti delle teorie consolidate sul corpo, sulla categoria dell'azione e, in alcune scuole psicoanalitiche, sul duraturo primato della fantasia filogenetica. Gli psicoanalisti vengono esortati a impegnarsi in questa crisi in modo produttivo ripensando, cioè pensando meglio, il tema del transgender.
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Costantini, Eleonora. "Mobilitŕ e invisibilitŕ. Le principali trasformazioni nel mondo della prostituzione migrante esercitata in luoghi chiusi". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (septiembre de 2010): 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001004.

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Resumen
Negli ultimi dieci anni il mercato della prostituzione ha suběto costanti mutamenti, alcuni dei quali particolarmente complessi da indagare a causa delle sempre piů frequenti strategie di mascheramento della vendita di sesso e del conseguente sfruttamento, in appartamenti o in locali di intrattenimento, soprattutto della componente migrante. L'analisi - utilizzando i principali concetti della sociologia dalle migrazioni - si propone di ripercorrere queste trasformazioni a partire dai concetti di mobilitŕ e visibilitŕ, utilizzando i dati e le informazioni provenienti da due ricerche realizzate negli anni 2003-2005 e 2007-2008, sul territorio della regione Emilia Romagna. Oggi la prostituzione si presenta come un mercato altamente differenziato al proprio interno, con almeno tre segmenti prevalenti, funzionalmente interrelati tra loro: quello della strada, quello degli appartamenti e quello dei locali. Riguardo alle soggettivitŕ coinvolte la componente migrante rappresenta ancora quella piů significativa, sia in termini di genere femminile che transessuale. L'esercizio della prostituzione in luoghi chiusi, inoltre, ha favorito la trasformazione e la proliferazione delle reti di supporto necessarie al buon funzionamento del mercato: la prostituzione in appartamento, ad esempio, richiede agenzie e intermediari immobiliari, figure di protezione e/o controllo, o agenzie sovra-locali in grado di gestire spostamenti di lavoro tra cittŕ diverse. I locali, d'altra parte, si stanno evolvendo verso forme sempre piů simili a pub o birrerie, discoteche o disco-pub, in cui si accede prevalentemente per bere, ascoltare musica e in cui si puň assistere agli spettacoli delle intrattenitrici. In un mercato con queste nuove caratteristiche, la prostituzione rappresenta oggi per la componente migrante un lavoro redditizio che permette una certa mobilitŕ sociale anche in patria; da qui l'idea di realizzare percorsi migratori ripetuti nel tempo, il cui obiettivo č l'accumulo di risorse economiche in tempi rapidi. Il meccanismo del debito contratto per il viaggio e per il supporto logistico una volta a destinazione, rende tuttavia l'esercizio della prostituzione una risorsa logorante, ossia una risorsa che nel lungo periodo puň imbrigliare il percorso migratorio verso il basso. Le principali ragioni che connotano in questo senso l'esercizio sono la sempre forte concorrenza verso il basso che si registra nel mercato; l'investimento individuale richiesto in termini di risorse economiche e fisiche; la pericolositŕ dell'esercizio che si lega alla natura deviante del mercato; infine, la raggiunta competenza e specializzazione delle reti criminali nelle molte attivitŕ che l'esercizio in appartamento e nei locali richiedono
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Martegani, Fiammetta. "Geografie di genere". International Review of Sociology 21, n.º 1 (marzo de 2011): 245–47. http://dx.doi.org/10.1080/03906701.2011.544213.

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Sobański, Remigiusz. "Znaczenie pojęcia osoby w kanonicznym porządku prawnym". Prawo Kanoniczne 40, n.º 3-4 (10 de diciembre de 1997): 3–13. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.3-4.01.

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Resumen
Nel concetto cristiano ogni uomo è una persona, cioè un essere dotato dell’intelletto e della volontà, e questo lo rende il soggetto dei diritti e dei doveri i quali hanno origine nella sua „natura” (in questo chi è) e percio universali, intangibili e inalienabili. L’uomo - la persona umana - nella immagine cristiana dei mondo creato prende il posto centrale e per questo „la persona umana è e deve essere il principio, il soggetto e l’obbiettivo di tutte le organizzazioni sociali”. Questa dignità personale si deve a tutti gli esseri umani - l’essere umano è ,,l’unica creatura sulla terra il quale Dio voleva per lui stesso”, è „un segno particolare dell’immagine Divina”, è capace dell’autodecisione e non si puó trattarla come un mezzo per raggiungere (un qualsiasi) scopo, ma sempre come un obiettivo in sé stesso („la norma personalistica”). Nella filosofia cristiana la persona è un concetto dinamico, comprendente sia la costituzione biopsichica che la realizzazione esistenziale della natura umana. Il diritto canonico riconosce e presume che ogni essere umano è una persona, ma li dove si parla semplicemente della persona umana indipendentemente dal fatto se essa è battezzata, di solito si usa la parola homo (ma nel c. 1086 § 1 la „persona” significa anche una persona non battezzata), invece la „persona” è un termine tecnico che significa il soggetto della capacità giuridica. In questo significato è stato usato il termine persona nel c. 96 CIC/1983 e (indipendentemente dalle differenze tra c. 87 CIC/1917 e c. 96 CIC/1983) bisogna notare il complementare c. 204. Ci si presenta una domanda: perché due volte si dice lo stesso? Nei documenti della Commissione per la revisione del Codice troviamo la spiegazione che nel secondo libro CIC si parla delle persone come dei membri del Popolo di Dio e non delle persone nel senso giuridico. Allora ci si presenta la domanda: in che senso - se non nel senso giuridico - si parla delle persone nel Codice del diritto? Gli autori che difendono quella doppia - diciamo: a doppio aspetto - presentazione fanno notare che il termine „persona” un termine giuridico, statico e formale, il suo punto di riferimento è l’ordine giuridico, invece „christifidelis” un termine teologico, dinamico, contenente i diritti e i doveri dei fedeli e il suo punto di riferimento è populus Dei. Secondo questo concetto la „persona” - diversamente da „christifidelis” - non sarebbe in grado di esprimere adeguatamente uguale, in quanto riguarda la dignità e l’azione, posizione giuridica dei fedeli nella Chiesa, della quale nel c. 208. „Christifidelis” costituisce - secondo questo concetto - il fondamento per la „persona”. Si ammette invero che la „persona” puó essere sostituita con „christifidelis”, ma meglio lasciare la „persona” perché (1) la „persona” riguarda anche le situazioni regolate non risultanti dal fatto del battesimo e (2) rende più facile la comunicativa e la compatibilità con il diritto secolare. Bisogna perô notare che nella Chiesa un uomo diventa una persona proprio tramite il battesimo e da questo punto di vista questi termini sono intercambiabili, nel c.96 non si parla della capacità giuridica in genere, ma si parla della capacità giuridica nella Chiesa, cio non esclude la capacità giuridica dei non battezzati. La capacità, della quale nel c. 96, è l’effetto del battesimo ed è inseparabile dall’incorporazione nella Chiesa, ma per questa capacità il fondamento costituisce la persona umana: la „personalità” canonica si fonda su quella naturale, non la distrugge - un battezzato non ha la doppia personalità (una naturale e altra cristiana), ma corne un uomo (battezzato) è una persona nella Chiesa. Un uomo diventa cristiano tramite il donare che si effettua nel momento di esprimere la fede e di ricevere il battesimo. Questo dono lo rende capace di agire -lo rende capace e anche destina. Questa ontica capacità di agire poi diventa approfondita e indirizzata tramite altri sacramenti. Nella Chiesa la capacità di agire non è un aggiunta alle altre caratteristiche e attributi dell’uomo, ma caratterizza lo status ecclesiastico di un fedele in cui i doni del battesimo e le predisposizioni congenite si uniscono in un insieme. Nella nuova situazione, risultante dal battesimo, si trova un singolo, concreto uomo - e in questo senso essa ha il carattere personale. Ma nello stesso tempo essa ha anche il carattere comunitario - non solo perché con il battesimo l’uomo entra nella comunità, ma soprattutto perché questa situazione risulta dall’esistenza e dall’azione della comunità. L’uomo non avrebbe provato i frutti della redenzione, se la Chiesa non avesse funzionato come uno strumento della salvezza. Nella Chiesa e tramite la Chiesa si realizza la storica e sociale realtà della partecipazione di Dio nel mondo tramite Cristo, nella Chiesa l’uomo prova le grazie redentrici e ricevendole viene coinvolto nell’attività della comunità la quale da la prova della verità e dell’amore. Entrato nel communio, grazie ai doni che aveva ricevuto e con questi doni è diventato il soggetto dell’attività della Chiesa. Proprio questo fatto si cerca di esprimere nel diritto con il concetto della persona. Christifidelis non è che la „persona in Ecclesia”. Questi termini non devono essere differenziati perché altrimenti la riflessione sull‘uomo nella Chiesa seguirebbe il doppio corso, uno giuridico e altro teologico. Senza dubbio, per quanto riguarda l’imagine dell’uomo nella Chiesa, bisogna prendere in considerazione tutto ció che sull’uomo pue dirci la filosofia, psicologia, biologia e sociologia, ma non si pué perdere dalla vista le teologiche conseguenze del battesimo e trattarle come se non meritassero l’attenzione giurudica.
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Rosato, Valeria. "Riflessioni per una Sociologia dei processi di pace". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 1 (junio de 2023): 69–82. http://dx.doi.org/10.3280/siss2023-001007.

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Resumen
La sociologia dei processi di pace è un ambito di studio poco sviluppato ma che possiede un enorme potenziale per la comprensione della natura e delle dina-miche delle società post-conflitto. L'autrice, partendo dai principali contributi della disciplina sul tema, analizza il pioneristico lavoro di J. D. Brewer che ha il merito di aver elaborato un interessante approccio sociologico allo studio dei processi di pa-ce.
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Avallone, Gennaro. "Le relazioni territoriali nella evoluzione della sociologia urbana e rurale italiana". STORIA URBANA, n.º 135 (febrero de 2013): 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135006.

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Resumen
L'analisi sociologica si č costruita nel tempo attorno ad alcuni nuclei tematici, tra i quali quello dei cambiamenti socio-territoriali ha rappresentato un riferimento permanente, sul quale si č costruito uno specifico campo disciplinare, quello della sociologia urbana e rurale. Il testo presentato si pone l'obiettivo di evidenziare l'importanza che il tema delle relazioni territoriali ha avuto nella storia della sociologia urbana e rurale in Italia, presentando alcune emblematiche attivitŕ di ricerca. Questo approfondimento viene realizzato nella prima parte, in cui si presentano le trasformazioni intervenute nei rapporti tra cittŕ e campagna fino all'affermazione della cittŕ diffusa. A questo intento si associa un secondo obiettivo, che č quello di individuare, e attualizzare con riferimento ai mutamenti territoriali piů recenti, alcune significative ricorrenze tematiche. In particolare, nella seconda ed ultima parte del testo, l'attenzione si concentra su tre dimensioni, relative ai caratteri dei legami sociali, al nesso tra mutamenti territoriali e processi migratori e al rapporto tra urbanizzazione, ambiente e salute, rilevando la necessitŕ di approfondire, mediante la ricerca sul campo, le modalitŕ di produzione dello spazio urbano e le popolazioni che ne sono protagoniste.
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Glavak Tkalić, Renata, Geran-Marko Miletić y Slavko Sakoman. "Prevalence of Substance Use Among the General Population: Situation in Croatia and Comparison with Other European Countries". Drustvena istrazivanja 22, n.º 4 (30 de diciembre de 2013): 557–78. http://dx.doi.org/10.5559/di.22.4.01.

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Tesis sobre el tema "Sociologia di genere"

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Tarroni, Mirko <1975&gt. "Violenza maschile e stereotipi di genere". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14585.

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Resumen
L’elaborato prende spunto da una rilevazione sui minori fuori famiglia nell'anno 2017 riferito all’ASP di Ferrara e in corso di ampliamento su base provinciale deciso all’interno del tavolo tecnico territoriale sulla tutela dei minori e coordinato dall’ufficio per i diritti dei minori del Comune di Ferrara. Partendo dai dati raccolti, si intende approfondire la tematica della violenza maschile, con un focus particolare sulla violenza esercitata in ambito relazionale e domestico, nei confronti delle donne partner o ex partner e dei figli. Trattare il tema della violenza assistita intrafamigliare consentirà una riflessione sul fenomeno della trasmissione intergenerazionale della violenza, ovvero di come essa si ripercuota anche sulle relazioni future dei bambini, venendo perpetuata nell’età adulta. Si cercherà di svelare come tale fenomeno affondi le proprie radici più profonde negli stereotipi e nelle discriminazioni di genere, in luoghi comuni difficili da riconoscere che sostengono e riproducono le disparità tra uomini e donne, definendo un ordine ed un sistema di valori, di norme e di (pre)giudizi diseguali, generanti a loro volta idee, credenze, percezioni e aspettative che intrappolano entro ruoli predefiniti e inautentici e impediscono un rapporto effettivamente paritario. Si presenteranno, tra le principali azioni di prevenzione e contrasto di tale fenomeno, i percorsi di rieducazione, trattamento e reinserimento dei maltrattanti.
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Stocco, Laura <1989&gt. "Violenza domestica di genere e risposte sociali". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4316.

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Resumen
La prima parte della tesi illustra la storia della violenza domestica, spiega cos'è la violenza e le sue varie forme. Nella seconda parte invece si parlerà dei centri antiviolenza e del lavoro delle operatrici. Il tutto è arricchito da un'intervista condotta alle operatrici stesse.
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Nadalon, Elisa <1978&gt. "La violenza di genere: costruzione di una rete territoriale di contrasto al fenomeno". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3820.

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ARENA, GIULIA. "Il bilancio di genere nelle università italiane. Come il genere viene costruito attraverso le policy di genere". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1095933.

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Resumen
This research stems from the necessity to critically understand a phenomenon "new" as gender budgeting, especially in the Italian university context. Gender budgeting is a tool that is traced back to the framework of gender mainstreaming and consists of a contextual and financial analysis of the different impact that political decisions have on men and women, starting from the assumption that there are no truly neutral decisions. The purpose of the research is to approach gender budgeting from a critical and feminist perspective and not merely a descriptive one, with the aim of investigating the theoretical frameworks used in implementing gender budgets. The main question that has guided the present research is how gender budgeting relates to the gender inequalities already present in academia and how it transforms the idea of gender equality that is promulgated by the university institution. The project's main contribution lies precisely in having applied to the case of university and Italian gender budgets a critical methodology, the so-called Critical Frame Analysis, which until now had only been used to analyze broader phenomena such as gender mainstreaming. The goal was to understand how the "gender budget" tool has taken on its own characteristics in the Italian academic context and what kind of gender narratives can be found in these documents. Four main theoretical frameworks that can serve as the informational basis for gender budgets were traced, thus debunking the idea that this type of tool can be attributed solely to the approach of gender mainstreaming. In conclusion, with the present work, an attempt was made to break down the gender budget into its constituent elements, in order to analyze to what kind of theoretical framework it was possible to relate each element, always taking into consideration how gender budgeting has been and is concretely implemented in the context of Italian universities, finally using the concrete experience of gender budgeting at the University of Genoa as a case study to analyze some of the phenomena that emerged in the course of this research.
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Ravasio, Silvia <1995&gt. "Femminismo e pianificazione urbana. Storia e pratiche di “città di genere”". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17472.

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Resumen
In questa tesi viene approfondita la connessione, ancora sottovalutata, tra il femminismo e la pianificazione urbana. Viene introdotto il femminismo per cogliere il senso profondo del movimento, che non punta all'egemonia della donna sull'uomo ma alla parità di genere. Questo principio viene analizzato all'interno del settore dell’urbanistica. Gli studi delle femministe della fine del Novecento (tra cui Dolores Hayden e Jane Jacobs) circa la pianificazione urbana di quel periodo, aprono ad un’attenta analisi della costruzione delle città. Gli spazi urbani sono pianificati su misura di uomini bianchi adulti e lavoratori, senza considerare le diversità individuali presenti all'interno della città, creando ulteriori disuguaglianze. Nell'elaborato viene studiata la situazione delle donne nella città, tra difficoltà, discriminazioni e disuguaglianze fino a giungere a pratiche positive che riescano a creare una “città di genere”. Con quest’ultimo termine si intende descrivere una trasposizione, nella pratica cittadina, dei principi femministi, andando a creare una città che sia attenta alle donne e attenta a tutti.
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Zuccolo, Nadina <1964&gt. "Educazione e pedagogia di genere nell'infanzia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16978.

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Resumen
In questo elaborato si affronta il tema dell’educazione di genere con uno sguardo più approfondito al periodo dell’infanzia. La prima parte traccia il quadro teorico di riferimento con studi e teorie inerenti temi complessi ed interrelati come sesso e genere e il loro rapporto con i concetti di identità e differenza. Gli stessi argomenti sono stati considerati anche in prospettiva interculturale. Un’attenzione specifica è rivolta agli stereotipi e ai pregiudizi, riferiti al genere e non solo, che influenzano la vita degli individui. Molta parte del lavoro è focalizzato sull'infanzia e sul ruolo fondamentale di tutte le agenzie educative nella formazione delle nuove generazioni a una maggiore consapevolezza della propria identità libera da stereotipi e pregiudizi e aperta al riconoscimento e al rispetto di tutte le differenze. Studi e ricerche mostrano la pervasività che questi hanno nel linguaggio, nei libri, nella letteratura per l’infanzia e, in generale, nella quotidianità dei bambini e delle bambine. La cornice teorica e normativa fa da sfondo a una serie di esperienze attuate in vari contesti locali, regionali e nazionali considerando anche la necessità di un’adeguata formazione del personale educativo su questi temi. L’analisi di ricerche e sperimentazioni ha evidenziato che un lungo percorso di rinnovamento è stato tracciato ma che ancora molto resta da fare per diffondere una più ampia consapevolezza delle problematiche legate alle dimensioni del genere.
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Turchetto, Lisa <1995&gt. "POLITICHE SOCIALI E DISUGUAGLIANZE DI GENERE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17427.

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Resumen
Nella presente ricerca verrà approfondito il tema delle disuguaglianze di genere, in particolare la relazione tra le disparità e i sistemi di welfare di diversi Paesi europei. Nella prima parte dell'elaborato verranno descritte le principali tappe storiche con le diverse traiettorie che hanno portato allo sviluppo dello stato di benessere, a cui seguirà la classificazione in modelli di welfare elaborati dal sociologo Esping-Andersen. Una particolare attenzione viene posta sulla relazione tra le politiche sociali e la famiglia, in base a questa si possono definire infatti sistemi "familizzati" o "de-familizzati". Nella seconda parte invece verranno presi in considerazione alcuni Paesi europei appartenenti a diversi sistemi di welfare (e con diversi gradi di familizzazione e de-familizzazione) per analizzare come e in che misura le politiche sociali incidono sulle disuguaglianze di genere, l’analisi partirà quindi dalla situazione nel mondo del lavoro retribuito, attraverso un confronto dei dati sull’occupazione maschile e femminile, integrata da quelli sul lavoro part-time e sulla composizione familiare. Seguirà l'analisi sulle politiche di conciliazione (con un focus sulle politiche per l'infanzia) e la parità di genere, anche in questo caso per verificare come le politiche emanate in diversi Paesi, e quindi sistemi di welfare, incidono sui rapporti di genere. Tra i dati considerati vi sono quelli relativi al tempo impiegato da uomini e donne per la cura, approfondendo anche quelli relativi al lavoro domestico. Infine, sulla base di quanto descritto, i modelli analizzati e le esperienze degli altri stati, verranno formulate delle possibili proposte per l'Italia al fine di ridurre le ancora persistenti disuguaglianze di genere, soprattutto per quel che riguarda le responsabilità nella cura e domestiche.
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INAUDI, CHIARA MARCELLA. "NULLIPARE: RACCONTI DI DONNE TRA MATERNITÀ E MUTAMENTI DELL'IDENTITÀ DI GENERE". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219169.

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Resumen
Feminine identity has been historically and culturally built around motherhood. However, there are women who in some way choose not to have children. The phenomenon of childlessness is now qualitatively different from the past, seems to be quantitatively increasing and needs to be read in the frame of the ‘culture of choice’. This thesis is a first explorative study on women without children in Italy conducted with a qualitative method. Results of the analysis of 35 life narratives within in-depth interviews with women without children between 35 and 45 years are presented. The thesis analyses all issues and aspects of life related to childlessness, which are held as more relevant by the respondents. This work provides a critical analysis of the concepts of childless, childfree and choice, while offering several ideas for further studies.
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Dalla, Nora Giulia <1987&gt. "Le determinati delle scelte di pensionamento in Italia. Un’analisi di genere". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8250/1/dallanora_giulia_tesi.pdf.

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Resumen
Il rapporto tra genere e pensionamento in Italia è ambiguo. Anche se il tasso di occupazione femminile tra i 50 e i 64 anni è aumentato (tenendo però in considerazione le differenze tra il livello di istruzione e il divario nord/sud) le donne in pensione hanno trascorso meno anni nel mercato del lavoro, guadagnato di meno e cambiato diverse occupazioni rispetto agli uomini della stessa età. Questa tesi presenta una panoramica sul divario tra i generi esistente nel sistema pensionistico italiano, concentrandosi sulle problematiche familiari e lavorative delle donne. Le ricerche precedenti hanno spesso ignorato il gap di genere, mentre studi più recenti hanno esaminato come i ruoli di genere interagiscono con i cambiamenti delle politiche pensionistiche. L'obiettivo di questo lavoro è quello di migliorare la comprensione delle tendenze e dei fattori che influenzano le decisioni di pensionamento delle donne in Italia, considerando come il contesto istituzionale, le caratteristiche individuali e familiari influenzano tali decisioni. I dati provengono dai moduli "Transizione dal lavoro al pensionamento" del 2006 e del 2012 nell'ambito dell'indagine europea della forza lavoro. L'analisi dei dati è volta ad analizzare il legame tra le decisioni di pensionamento e le caratteristiche individuali, e familiari dei soggetti intervistati. La prima parte del documento descrive brevemente gli approcci e i risultati della revisione della letteratura e la seconda parte presenta l’analisi delle determinanti del pensionamento. I risultati, interpretati alla luce del contesto socio-economico italiano, indicano che sussistono delle differenze di genere nella transizione verso la pensione, a discapito delle donne.
The relationship between gender and retirement in Italy is ambiguous. Although the female employment rate between the ages of 50 and 64 increased, (even counting with big differences between education level and with a persistent strong North/South divide), retired women spent a small numbers of years in the labour market, earned less over their lifetimes, and worked in different jobs than men of the same age. This thesis presents an Italian overview of pension gender gap, focusing on family and work-life issues. Previous researches ignored gender bias, while more recent studies have scarcely investigated how gender roles interact with the changes in pension policies. The aim of this paper is to improve the knowledge regarding trends and factors influencing women’s retirement decisions in Italy, considering the institutional context, the individual and family characteristics influencing retirement decisions. Data comes from “transition from work into retirement” module within the 2006 and 2012 European Labour Force Survey. Regression analysis was used to analyse the link between individual as well as family and pension system characteristics and retirement age of women in Italy. Results, which are interpreted in light of the national socio-economic Italian context, point to gender differences in retirement transitions. For women the incidence of involuntary retirement is higher compared to man, reflecting an institutional context where women are subjected to more difficulties.
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Ditta, Annalisa <1993&gt. "VIOLENZA DI GENERE: PARLIAMONE ! Dagli stereotipi alle strategie di contrasto sociale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13007.

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"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti". Non è casuale la scelta di introdurre il tema della violenza di genere con questa citazione. In questa frase sono introdotti valori e significati estremamente importanti, dalla libertà, all'uguaglianza, dalla dignità ai diritti, valori che sfumano e si perdono ogni qualvolta sentiamo parlare di violenza, qualsiasi essa sia. Negli ultimi anni si crea la necessità di affrontare con maggiore interesse e risorse una problematica quale la violenza di genere; la cronaca stessa ci presenta quotidianamente episodi di violenza, femminicidi, stalking in un fenomeno sempre più crescente. Pensieri culturali, valori, principi, tutti fattori consultabili e incisivi su un tema di tale portata. L'elaborato scende anche nella valutazione di progetti e percorsi possibili, atti a creare forme di risoluzione sempre più concrete ed efficienti.
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Libros sobre el tema "Sociologia di genere"

1

editor, Cipolla Costantino, ed. Sociologia e salute di genere. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2014.

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2

Giuseppe, Bonazzi, Saraceno Chiara y Beccalli Bianca 1938-, eds. Donne e uomini nella divisione del lavoro: Le tematiche di genere nella sociologia economica. Milano: Angeli, 1991.

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3

Bettin Lattes, Gianfranco, ed. Per leggere la società. Florence: Firenze University Press, 2003. http://dx.doi.org/10.36253/8884530695.

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Resumen
Il libro costituisce un riuscito esperimento di ricerca che ha avuto successo anche come risorsa didattica. Propone una valutazione critica degli strumenti concettuali elaborati per leggere e comprendere una società. Vengono affrontati dieci concetti sociologici (Comunità, Cittadinanza, Classe sociale, Capitale sociale, Genere, Classe dirigente, Partito politico, Cultura politica, Subcultura, Antipolitica) ognuno preso in esame da un giovane ricercatore attivo nell'ambito del dottorato fiorentino di Sociologia e di Sociologia politica. Un coinvolgimento dei giovani che ha consentito una rivisitazione di concetti "vecchi" e l'individuazione dell'efficacia euristica di concetti "nuovi".
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4

Decataldo, Alessandra. La ricerca di genere. Roma: Carocci editore, 2014.

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5

Andreani, Monia y Alessandra Vincenti. Coltivare la differenza: La socializzazione di genere e il contesto multiculturale. Milano: UNICOPLI, 2011.

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6

Samuels, Warren J. Pareto on policy. New Brunswick: Transaction Publishers, 2012.

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7

Olimpiadi: L'imposizione di un sesso. Milano: Mimesis, 2012.

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8

Vita, Angela Maria Di y Renata Mancuso. Oltre Proserpina: Identità, rappresentazioni sociali e disagio nel ciclo di vita femminile. Milano: F. Angeli, 2000.

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9

service), SpringerLink (Online, ed. PsychoTech Il punto di non ritorno: La tecnologia che controlla la mente. Milano: Springer-Verlag Italia Srl., 2011.

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10

Malaspina, Elisabetta Fiocchi. L'eterno ritorno del Droit des gens di Emer de Vattel: L'impatto sulla cultura giuridica in prospettiva globale. Frankfurt am Main: Max Planck Institute for European Legal History, 2017.

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Capítulos de libros sobre el tema "Sociologia di genere"

1

Strizzolo, Nicola. "Un esercizio di immaginazione sociologica: se «*» e «ə» fossero persone?" En La lingua italiana in una prospettiva di genere, 55–64. Florence: Firenze University Press, 2023. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0138-4.11.

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Resumen
In the presentation, an exercise in sociological imagination is carried out: the question is asked if "*" and "ə" were people, what kind of gender would be projected onto them? The area in which an initial answer is sought is the world of entertainment, starting in particular with the Sanremo Festival 2022, co-hosted by actor Gianluca Gori as Drusilla Foer, in multiple chronicles celebrated as the most representative female face of this edition of the Festival. From an initial search of news images, we have shown how almost exclusively men are placed in the center and rewarded over women who use, express, manifest, and publicize aspects of themselves, in reference to gender, that are culturally ascribable to the other sex: a true gender inequality.
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2

Andò, Romana, Samuele Briatore y Gianni Denaro. "Rethinking Fashion Storytelling Through Digital Archives and Immersive Museum Experiences". En Fashion Communication in the Digital Age, 279–89. Cham: Springer Nature Switzerland, 2023. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-38541-4_26.

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Resumen
AbstractThe Italian fashion system is represented by a wide and valuable heritage that needs to be properly preserved and experienced by everybody, from fashion students to scholars, artisans and designers, etc. Although in the last decades there have been many attempts to create a museum dedicated specifically to Italian fashion, in the end, institutions or museums have not been able to carry out a valuable and accomplished project. One fundamental reason is represented by the Italian specificities in terms of the fashion-industry evolution and, more in general, by the complexity of the fashion system which has been built and continues to grow at the crossroads between different experiences, practices, and relations. As such, it has been studied from diverse disciplines and approaches ranging from art to design, from economics to sociology of culture, and so on. Moreover, when considering both the intangible and tangible fashion heritage, gathering them in order to preserve and share them becomes extremely difficult. The challenge is therefore to understand how to collect, preserve, and enjoy this heritage, combining the cultural pluralism of local traditions and their products, together with the creativity of artists and designers and the economic aspects of the industry, relating them all with the cultural and social features of everyday life-fashion. The aim of this paper is to address these issues starting from the preliminary reflections of the PNRR project (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, National Recovery and Resilience Plan) “Cultural heritage active innovation for next-gen sustainable society”, (CHANGES aims at promoting interdisciplinary research and inter-sectorial synergies to support the development of innovative long-term strategies for the interpretation, understanding, conservation, and valorization of tangible and intangible cultural heritage. The extended partnership is composed of 11 Universities, 4 Research Institutions, 3 Advanced Studies Schools, 6 Companies, and 1 Center of Excellence (see https://sites.google.com/uniroma1.it/changes/home).) in order to discuss in detail the Spoke 2, “Creativity and Intangible Heritage” thematic line on fashion preservation and its musealization as developed by the authors of this essay.
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3

Centorrino, Marco. "2. Dalla cultura di flusso ai nuovi modelli di genere". En Sociologia del cinema fantastico, 58–73. Edizioni Kaplan, 2008. http://dx.doi.org/10.4000/books.edizionikaplan.555.

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