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Gori, Franco. "Chiesa, società, politica". Augustinianum 36, n.º 1 (1996): 271–72. http://dx.doi.org/10.5840/agstm199636130.

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Inglehart, Ronald. "LA NUOVA PARTECIPAZIONE NELLE SOCIETà POST-INDUSTRIALI". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, n.º 3 (diciembre de 1988): 403–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012600.

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Resumen
IntroduzioneLo sviluppo economico dovrebbe condurre a crescenti livelli di partecipazione politica di massa per almeno tre buoni motivi teorici: 1) i cittadini delle società industriali avanzate hanno visto migliorare le loro capacità di partecipare: durante l'ultimo mezzo secolo i loro livelli di istruzione si sono accresciuti in modo impressionante e la formazione politica si è fatta più facilmente accessibile; 2) le norme sociali si sono fatte più permissive verso la partecipazione politica della metà femminile della popolazione. Una o due generazioni fa le donne non avevano neanche il diritto di voto. Oggi, non solo lo hanno acquisito in tutte le democrazie occidentali, ma vi è anche una crescente accettazione informale del fatto che esse debbano giocare un ruolo politico uguale a quello degli uomini e si sono diffusi i modelli di ruolo politico femminile. Infine, 3) vi sono segnali che le priorità valoriali del pubblico occidentale siano venute gradualmente passando da valori materialisti a valori postmaterialisti. Questo trend dovrebbe contribuire ad una crescita del tasso di partecipazione politica: liberatisi dalla necessità di concentrare le loro energie in via prioritaria nella lotta per la sicurezza economica e fisica, i cittadini dovrebbero essere in grado di dedicare più attenzione a preoccupazioni postmaterialistiche come la politica.
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Iori, Matteo. "Gioco d'azzardo, società e politica". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 3 (enero de 2018): 147–55. http://dx.doi.org/10.3280/pri2016-003009.

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Rosa, Paolo. "Stato, società e politica estera in Cina". Quaderni di Sociologia, n.º 48 (1 de diciembre de 2008): 123–53. http://dx.doi.org/10.4000/qds.842.

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Kriesi, Hanspeter. "IL CAMBIAMENTO DEICLEAVAGESPOLITICI IN EUROPA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 28, n.º 1 (abril de 1998): 55–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025752.

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IntroduzioneIn questo lavoro discuterò un aspetto dell'opera di Stein Rokkan che ha prodotto un'ondata di recenti pubblicazioni e di cui io stesso mi sono occupato. Mi riferisco al ruolo deicleavagesnella politica dell'Europa occidentale contemporanea. Le principali argomentazioni del grande scienziato politico norvegese sulle strutture di conflitto nelle società dell'Europa occidentale e sulla loro trasposizione in sistemi partitici sono state proposte nel famoso saggioCleavage Structures, Party Systems, and Voting Alignmentsche Rokkan scrisse con Seymour M. Lipset (Lipset e Rokkan 1967). La sua idea consisteva nel collegare le configurazioni dei sistemi partitici europei contemporanei alle divisioni sociali e culturali che caratterizzavano le società europee all'epoca della formazione dei sistemi partitici, nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Quando emerse la politica democratica, queste divisioni tradizionali opponevano principalmente gruppi sociali definiti in termini di religione, classe, unità territoriale ed etnia. Come è noto, Lipset e Rokkan sostennero che queste divisioni tradizionali erano state politicamente «congelate» e che, all'epoca in cui scrivevano (1967), i sistemi partitici europei riflettevano ancora la struttura delle divisioni della società che era esistita nei primi anni '20, quando le masse popolari avevano fatto il loro ingresso nella politica democratica.
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Bonnet, François. "Spiegare le variazioni della politica sociale e penale con il principio di less eligibility". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 163 (agosto de 2022): 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163001.

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Il welfare (politica sociale) e la punizione (politica penale) variano notevolmente nel tempo e nello spazio, con la politica sociale più o meno generosa e la punizione più o meno barbara. Cosa determina la generosità delle politiche sociali e l'umanità delle politiche penali? Il principio di less eligibility sostiene che in ogni società l'assistenza sarà resa meno attraente del lavoro a basso salario e la punizione renderà il crimine meno attraente dell'assistenza. Io sostengo che il principio di less eligibility determina il mix di assistenza e punizione che viene attuato per governare e gestire la povertà in una data società.
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Campana, Fiammetta. "Sovranità e democrazia senza Stato: prospettive antropologiche dal pensiero di David Graeber". Italian Review of Legal History, n.º 8 (21 de diciembre de 2022): 369–400. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19257.

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Il tema della sovranità sembra aprire una scissione molto profonda tra l’occidente e le altre culture: i paradigmi della sovranità elaborati all’interno dello Stato sembrano inapplicabili all’organizzazione politica di altre culture e viceversa. La prospettiva antropologica di David Graeber mira a studiare la sovranità, concepita come struttura politica transculturale, in modo da elaborare un concetto che si possa adattare sia alle società occidentali sia alle società non statali. L’autore si concentra anche sul concetto di sovranità popolare e al suo nesso con la democrazia.
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Urbani, Giuliano. "INTRODUZIONE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, n.º 2 (agosto de 1987): 173–78. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016634.

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IntroduzioneQuesto fascicolo riproduce le relazioni e gli «interventi programmati» che hanno introdotto il convegno annuale della Società Italiana di Scienza della Politica, svoltosi nell'ottobre dello scorso anno, presso l'Istituto Universitario Europeo di Badia Fiesolana, sul tema «Governo e parlamento nel sistema politico italiano». Il sottotitolo del convegno «Questioni teoriche e problemi di analisi empirica» contiene, sia pure in grande sintesi, le principali motivazioni e i relativi obiettivi che ispirarono quella riunione.
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Urbani, Brigitte. "Il teatro di Dario Fo tra Storia, politica e società". Cahiers d'études romanes, n.º 33 (16 de diciembre de 2016): 259–62. http://dx.doi.org/10.4000/etudesromanes.5313.

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Mori, Simona, Laura Di Fiore, Chiara Lucrezio Monticelli y Marco Meriggi. "Un confronto sui sistemi di polizia politica nell'Italia preunitaria." SOCIETÀ E STORIA, n.º 176 (agosto de 2022): 301–71. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-0176005.

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Resumen
Il forum propone una riflessione a più mani sul tema della polizia politica nell'Italia post-napoleonica, che la maturità degli studi su quel comparto strategico dei governi legittimisti sembra ormai consentire. Questa prima messa a punto di taglio comparato vuole cogliere le molte risonanze esistenti fra i dispositivi di controllo politico che, muovendo dalla paradigmatica esperienza rivoluzionaria e napoleonica, gli stati della penisola misero in campo per contrastare le pulsioni eversive dilaganti nell'intero continente con strategie coordinate. L'esame dei casi evidenzia al contempo i profili comuni e le curvature che ciascun governo impresse alle politiche securitarie, tematizzandole in vario modo nel discorso pubblico. Si conferma così, accanto al portato repressivo di questa azione, la duttilità della funzione poliziesca e il ruolo ambivalente che essa giocò nei processi di politicizzazione delle società agli albori della contemporaneità. Per il Regno delle Due Sicilie il contributo di Laura Di Fiore guarda con particolare attenzione alla fase post-quarantottesca, rilevando per un verso l'intensa cooperazione instaurata dal governo borbonico con gli stati confinanti per il contrasto all'attività cospirativa degli esuli, per l'altro la strategia di degradazione del nemico, ovvero della militanza anti-sistema, adottata sul piano retorico. Chiara Lucrezio Monticelli mette a fuoco la peculiare interazione realizzata dallo Stato della Chiesa fra gli ordinamenti di polizia sperimentati nell'incisiva stagione francese e le più tradizionali strutture del controllo ecclesiastico, effetto di un'intensa dialettica interna fra conservazione e riforma. Il Regno Lombardo-Veneto esaminato da Simona Mori mette la polizia politica al servizio del suo progetto imperiale di temperata conservazione, sostanzialmente fallendo nell'intento di egemonizzare i servizi di sicurezza operanti nella penisola, mentre sul versante interno alterna fasi di tolleranza ad altre di rigore, senza riuscire ad arginare l'allargarsi del dissenso. Marco Meriggi conclude con un quadro d'insieme che attinge alla memorialistica, alla letteratura e alle fonti normative, per restituire una rappresentazione multiprospettica della polizia politica che, ridimensionata rispetto al titanismo evocato dalla narrazione risorgimentale, viene a configurarsi come strumento di un complessivo disegno di governo verticale della società, che accomuna i maggiori contesti politici dell'Italia restaurata.
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Giorgini, Giovanni. "OAKESHOTT E IL RAZIONALISMO IN POLITICA". Il Politico 254, n.º 1 (7 de junio de 2021): 131–33. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.568.

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L’attacco al razionalismo in politica costituisce il fulcro degli interessi teorici, e delle preoccupazioni pratiche, di Oakeshott negli anni Cinquanta. Con il termine razionalismo egli intende il supposto uso senza vincoli e senza pregiudizi della ragione e la fede che in questo modo si arriverà a un sicuro miglioramento della condizione umana. Nella sua ricostruzione, il primo autore a proporre l’uso della ragione, acuminata dal metodo induttivo e purificata da pregiudizi, come strumento della conquista della natura da parte dell’uomo fu Francis Bacon; una ragione strumentale che aveva fatto tabula rasa dei pregiudizi derivanti dalla società, dal principio di autorità, dalle opinioni comuni (i vari tipi di idola).
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Giannetti, Daniela. "IL NEO-ISTITUZIONALISMO IN SCIENZA POLITICA: IL CONTRIBUTO DELLA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, n.º 1 (abril de 1993): 153–83. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022073.

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IntroduzioneInsieme alla ripresa di interesse per il tema dello stato, lo studio delle istituzioni è tornato al centro dell'analisi politologica. È opinione condivisa che il rinnovato interesse per le istituzioni rappresenti una reazione alla rivoluzione comportamentista, la quale a sua volta - con l'enfasi sul comportamento osservabile e sui processi informali di potere e influenza - reagiva all'impostazione legalistica e formalistica degli esordi della disciplina. Ciò che, non senza qualche eccesso polemico, è stato definito uno «slittamento paradigmatico» ha coinvolto una varietà di approcci, accomunati dal riconoscimento dei limiti della behavioral persuasion, e in particolare dei due orientamenti teorici ad essa associati in scienza politica: il pluralismo, con l'accento posto sulla politica come processo e la conseguente messa in ombra degli elementi strutturali, e il funzionalismo, un approccio tendenzialmente più inclusivo ma che in scienza politica si è identificato sostanzialmente con la versione almondiana. Rispetto ai più ambiziosi tentativi teorici del funzionalismo sociologico, essa ha fornito soprattutto uno schema categoriale per l'analisi comparata dei sistemi politici, in cui è attribuito rilievo centrale alle funzioni di input o ai processi che vanno dalla società alla politica.
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Buoncompagni, Giacomo y Annalisa Plava. ""Modernità perduta". Donne e giornalismo nella nuova società afghana". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 1 (febrero de 2023): 64–81. http://dx.doi.org/10.3280/pri2021-001005.

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I diritti che alcune donne (e) giornaliste afghane avevano faticosamente conqui-stato negli ultimi due decenni sono stati cancellati dopo la restaurazione del go-verno talebano nell'agosto 2021. Attualmente in Afghanistan la discriminazione delle donne è un modus operandi concreto, che permea profondamente ogni ambito sociale, e sebbene il radicali-smo islamico non rifiuti né l'editoria tradizionale né quella digitale, non sembra essere d'accordo nel dare alle donne la possibilità di raccontare e diffondere au-tonomamente fatti e notizie oltreconfine. Prendendo a riferimento la realtà politico-economica e culturale dell'Afghanistan, attraverso un'analisi del contenuto di articoli di stampa estra-polati all'interno degli archivi digitali di quattro importanti testate giornalistiche, The New York Times, The Guardian, Le Monde e Il Corriere della Sera, è stato possibile osservare come i media globali abbiano tentato, con limitato successo, di costruire uno spazio informativo "polifonico" alternando l'agenda politica internazionale a quella sociale-umanitaria.
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Vittoria, Armando. "Crisi dello spazio rappresentativo e soggettività ‘politica' del Terzo Settore in Italia. Verso una (ri)politicizzazione delle reti di intermediazione?" WELFARE E ERGONOMIA, n.º 2 (enero de 2023): 59–72. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-002005.

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Da un trentennio, e con più forza dopo austerità e pandemia, nelle (post)democrazie del welfare la spinta alla disintermediazione sta colpendo sia la struttura politica sia il patto sociale che la sorregge, separando dal governo ‘rappresentativo' una società ormai stravolta da logiche di status. La crisi del modello rappresentativo si è trasferita anche sull'autonomia sociale organizzata. Come sta cogliendo oggi il Terzo Settore la sfida della re-intermediazione, dei rapporti con la politica istituzionale e dei partiti? Nel caso italiano possiamo parlare effettivamente di una significativa crescita della sog-gettività politica degli Enti del Terzo Settore (NPOs)? L'autore prova ad analizzare tali questioni sviluppando un frame sul rapporto tra soggettività e finalismi ‘politici' nelle NPO, e, partendo da questo, prova a misurare l'esistenza di una risposta sinergica tra NPOs e partiti. I dati utilizzati sono quelli relativi ai censimenti permanenti del Terzo Settore, al 5x1000 alle NPOs e al 2x1000 ai partiti nel periodo 2015-2021, su base nazionale e regiona-le. Nelle conclusioni l'Autore coglie alcune tendenze relazionali tra questi due mondi, rispetto ai recenti segnali di una ripresa della domanda sociale di inter-mediazione politica.
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Budelli, Simone. "Giuseppe Toniolo: popolarismo, partiti e futuro della democrazia". Società e diritti 7, n.º 14 (9 de diciembre de 2022): 6–21. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19309.

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Giuseppe Toniolo è un uomo del suo tempo. Economista, impegnato in politica, operante fra la fine dell’800 e i primi del ‘900, è stato elevato nel 2012 agli onori degli altari da Papa Benedetto XVI, che ne ha evidenziando l’attualità e la modernità. Per anni dimenticato perché non in linea con la cultura dominante, Domenico Sorrentino, con un’importante e complessa opera ricostruttiva dell’intero pensiero tonioliano, ne ha riproposto un’interessante lettura in chiave moderna. In questo lavoro si cerca di approfondire non tanto il Toniolo economista, quanto il politico, assertore di una società democratica fondata sul popolarismo. Questa costruzione sociale può essere una risposta al populismo che sembra caratterizzare la politica dei nostri tempi? La crisi della democrazia rappresentativa e dei partiti può trovare in Toniolo delle risposte ancora attuali?
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Michaud, Francine. "Ufficiali e gentiluomini: La società politica sabauda nel tardo medioevo.Guido Castelnuovo". Speculum 72, n.º 2 (abril de 1997): 450–51. http://dx.doi.org/10.2307/3040989.

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Brunazzo, Marco. "News from Società Italiana di Scienza Politica about the 2015 activities". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 46, n.º 1 (12 de febrero de 2016): 1. http://dx.doi.org/10.1017/ipo.2015.28.

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Di Mauro, Luca. "Un progetto di congiura assolutista durante l'ottimestre costituzionale del 1820-21". IL RISORGIMENTO, n.º 2 (noviembre de 2022): 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-002001.

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L'adozione della costituzione spagnola nelle Due Sicilie a seguito del moto carbonaro di Nola non interrompe l'attività politica delle società segrete che aveva caratterizzato il decennio precedente. Durante gli otto mesi del reme rappresentativo la clandestinità continua a essere considerata uno strumento politico e formazioni democratiche, liberali e reazionarie si muo- vono nell'ombra per modificare o rovesciare il governo. Le carte del fondo Ministero di grazia e giustizia dell'Archivio di Stato di Napoli restituiscono le indagini della polizia del regime costituzionale napoletano su di una congiura della società reazionaria dei calderari, preparata tra il dicembre 1820 e il febbraio 1821. Pur se rimasta priva di effetti pratici, l'azione del nucleo legittimista mette in luce una rete composita di azione e reclutamento e consente di analizzare le ragioni - politiche o personali - alla base della politicizzazione dei differenti gruppi sociali coinvolti nel progetto.
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Cazzola, Franco. "LA CORRUZIONE POLITICA IN ITALIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, n.º 2 (agosto de 1988): 223–58. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012193.

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IntroduzioneIn altra sede ho già avuto modo di ricordare come intorno al problema «corruzione politica» (un fenomeno difficile da afferrare) sia venuta fuori una miriade babelica di esercizi denotativi riconducibile a tre grandi filoni, a seconda del criterio che vi viene posto a base. Se si assume il criterio legalistico corruzione è «un comportamento che devia dai doveri formali di un ruolo pubblico (una carica elettiva o dovuta a nomina) per ottenere vantaggi legati a questioni private (personali, di famiglia, di clan privato) relative al denaro o allo status; oppure che viola delle regole stabilite per impedire indebite forme di influenza privata». Se, invece, si pone a fondamento della definizione il criterio dell'interesse pubblico si allarga notevolmente il concetto di corruzione: «Un sistema di ordine pubblico e civile esalta l'interesse comune ponendolo al di sopra di interessi particolari; trasgredire l'interesse comune per interessi particolari è corruzione». Se, infine, si cerca nel criterio dell'opinione pubblica il fondamento della definizione abbiamo che è corruzione ciò che viene considerato tale dal peso dell'opinione pubblica: un atto è presumibilmente corrotto solo se la società lo condanna come tale, e se chi lo compie sente dei sensi di colpa nel compierlo.
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Joblin, Joseph. "Ròle des associations professionnelles catholiques pour la diffusion d'une éthique chrétienne dans la société". Medicina e Morale 39, n.º 3 (30 de junio de 1990): 525–40. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1178.

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l cristiani, soprattutto in una società pluralistica e democratica, devono sia sostenere le proprie idee che partecipare alle decisioni politiche. Le associazioni professionali cattoliche permettono ai cattolici di prendere parte al dibattito pubblico. Questo pensiero di natura socio-politica trova conferma nell'insegnamento degli ultimi Papi.
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Pattenden, Miles. "Governor and government in sixteenth-century Rome". Papers of the British School at Rome 77 (noviembre de 2009): 257–72. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000009x.

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L'importanza del governo a Roma e il ruolo del papa e dei suoi ufficiali in esso crebbero rapidamente nel corso del XVI secolo. Il presente articolo prende la figura del governatore della città come un case-study e, usando dati legislativi, d'archivio e finanziari, ci si domanda come possiamo valutare quel processo e cosa rivela circa le aspirazioni dei Romani per il governo. Si conclude che questa espansione non fu il risultato di una centralizzazione deliberate o di una razionalizzazione dai papi del XVI secolo, ma che differenti gruppi all'interno della società romana sfruttarono l'idea di un'autorità papale per promuovere i loro propri interessi e incoraggiare la stabilità politica. Infine l'articolo prende in considerazione le conseguenze che questo ha avuto per lo sviluppo di Roma come una comunità politica, e si arguisce che nei secoli precedenti la rivoluzione francese, lungi dall'essere una causa di stagnazione e declino, il governo papale continuò ad evolversi per incontrare le aspettative maturate su di esso dalla società dell'ancien régime.
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Di Viggiano, Pasquale Luigi. "DEMOCRAZIA DIGITALE COME DIFFERENZA:". Revista da Faculdade Mineira de Direito 24, n.º 48 (18 de marzo de 2022): 64–78. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2021v24n48p64-78.

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La partecipazione sociale e politica digitale contemporanea (e-Democracy) è un prodotto della digitalizzazione dello Stato e dei suoi apparati, caratterizzata dalla produzione di nuovi diritti resi possibili dalle tecnologie della comunicazione. La digitalizzazione degli apparati dello Stato attraverso le nuove tecnologie basate su algoritmi intelligenti e le norme sulla società dell’informazione e della comunicazione hanno innescato la produzione di cosiddetti “nuovi diritti” la cui esigibilità amplia il concetto di democrazia stabilendo una differenza tra il tradizionale governo della cosa pubblica e le crescenti pretese delle comunità sempre più legate al sistema della comunicazione digitale. I diritti di accedere a Internet e alla rete, all’e-voting, a comunicare con la PA attraverso le nuove tecnologie, a ricevere servizi pubblici digitali sono paralleli a doveri dello Stato caratterizzati dalla soddisfazione dei nuovi diritti. Contemporaneamente cresce il rischio che forme di partecipazione digitale producano livelli di esclusioni intollerabili che intaccano la democrazia. Osservare e descrivere, con gli strumenti concettuali del Centro di Studi sul Rischio, come il sistema del diritto, della politica e della società evolvono attraverso il rapporto con l’ecosistema digitale trainato dall’arcipelago delle intelligenze artificiali rappresenta l’obiettivo e la sfida sempre incerta negli esiti, sempre nuova nelle acquisizioni ma sempre stimolante e proficua sotto il profilo della ricerca sociale, politica e giuridica.
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Lanza, Andrea. "Il bambino democratico. La filosofia politica dell'educazione di Marcel Gauchet". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 43 (junio de 2012): 70–85. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043008.

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L'articolo ricostruisce le riflessioni sulla crisi dell'educazione avanzate dal filosofo politico Marcel Gauchet. All'interno di una piů generale analisi delle trasformazioni della societÀ democratica e dell'approfondirsi del processo d'individualizzazione, viene posta all'attenzione la diffusa incapacitÀ di prendere in considerazione la formazione sociale dell'individuo. Solo a partire da tale constatazione č possibile comprendere le mutazioni storiche delle condizioni sociali in cui si educano i bambini. Il saggio si concentra inoltre su alcuni punti specifici dell'analisi della crisi dell'educazione.
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Fournel, Jean-Louis. "Corrado Vivanti, Incontri con la storia. Politica, cultura e società nell’Europa moderna". Laboratoire italien, n.º 4 (1 de julio de 2003): 201–2. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.354.

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Paolanti, Matteo y Maria Rosaria Speranza. "Le piazze digitali del nuovo millennio: dialogo tra diritto e strategie comunicative in ambito politico". La Nuova Giuridica 2, n.º 2 (19 de enero de 2023): 247–56. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1994.

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In un’epoca nella quale la comunicazione tra individui cambia, il diritto non può esimersi dal cercare di rimanere al passo con i tempi. In questo sintetico saggio si proverà a dare una panoramica su come nell’ultimo secolo la materia giuridica sia entrata a contatto con il delicato ambito della comunicazione politica e come quest’ultima abbia contribuito a plasmare il diritto e la società in cui oggi stesso viviamo. Una piccola riflessione sulle tre diverse dimensioni dell’individuo: come persona, come cittadino, ma anche come elettore.In an era where communication among people changes, law must keep pace with modern times. In this brief essay, we’ll try to explain how law embraced political communication and how communication has changed law itself and even our contemporary society. An analysis on three different sides of the human being: person, citizen and voter.
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De Giorgi, Fulvio. "Foreword". Rivista di Storia dell’Educazione 7, n.º 1 (9 de julio de 2020): 3–4. http://dx.doi.org/10.36253/rse-9389.

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Fin dal suo insediamento, questa Direzione e tutto il Consiglio Direttivo del Cirse hanno messo in cima alle loro preoccupazioni il miglioramento della Rivista. Non è infatti da considerarsi ovvio che una “Società di categoria” possa disporre di una rivista di fascia A (non accade, per esempio, per altre Società storiche, anche molto titolate): si tratta, dunque, di un patrimonio importante di tutti i soci e a servizio di tutti, in particolare dei più giovani. Un passaggio decisivo di questa ‘politica di potenziamento’ è stato il cambio dell’editrice, resosi ormai indilazionabile per una serie di questioni di ordine organizzativo.
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Pasquino, Gianfranco. "Il Modello Westminster". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, n.º 3 (diciembre de 2002): 553–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030409.

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L'espressione «Modello Westminster» è stata variamente utilizzata negli anni ruggenti delle (non)riforme istituzionali in Italia. La quantità e la qualità delle imprecisioni nelle caratteristiche attribuite ad un modello inevitabilmente quasi ignoto in Italia sono state e rimangono notevoli. Al di là della semplice manipolazione politica, le imprecisioni non possono stupire. Da un lato, infatti, non esiste praticamente nessuno studio recente in italiano dedicato al sistema politico della Gran Bretagna (fa ottima eccezione la ricerca di Massari (1994)), mentre, al contrario, sono moltissime le analisi e le ricerche opera degli studiosi inglesi e americani (nessuna delle quali tradotte in italiano). Dall'altro, il sistema politico inglese viene considerato poco interessante, poco problematico e, fra alti e bassi, poco comparabile con gli altri sistemi politici né, tanto meno, con quello italiano. Ricorrendo ad un'espressione spesso utilizzata in Spagna per spiegare i conflitti, le tensioni e la confusione della politica prima del ritorno alla democrazia: «non siamo inglesi». Qualcuno potrebbe credere che esista un solo sistema politico «eccezionale», per la sua storia, per la sua cultura politica, per la sua società multietnica, per le sue istituzioni, vale a dire gli Stati Uniti d'America. Invece, a ben guardare, se un sistema politico merita la qualifica di eccezionale, cioè che fa eccezione rispetto, ad esempio, alle democrazie parlamentari, che nella sua configurazione specifica non si ritrova da nessun'altra parte che, di conseguenza, è difficilmente comparabile e ancor più difficilmente imitabile, è proprio il sistema politico della Gran Bretagna. Ciascuna delle componenti del sistema politico inglese (legge elettorale, sistema bipartitico, strutturazione del parlamento, governo del Primo ministro) può trovarsi, singolarmente presa e considerata, in qualche altro sistema politico, in particolare, nei sistemi politici che chiamerò della diaspora anglosassone: Australia, Canada, Nuova Zelanda. Nessuno di questi sistemi presenta, però, quel complesso di interazioni che caratterizza il sistema politico inglese e che è, in buona sostanza, unico. D'altronde, a riprova di quanto ho appena sostenuto, nessuno dei volumi in esame, scritti da eminenti specialisti, che pure conoscono molto bene anche altri sistemi politici, si affida ad una comparazione per spiegare né la dinamica delle istituzioni, in particolare, il governo del Primo Ministro, e dell'elettorato inglese, né il ruolo mutevole del Parlamento e dei parlamentari (anche se Russell (2000) va proprio alla ricerca di insegnamenti comparati per capire in quale direzione e con quali modalità debba essere riformata la Camera dei Lords). Cionostante, ciascuno di questi libri è, comunque, di per sé molto interessante e molto istruttivo non soltanto per le analisi specifiche che contiene, ma anche perché consente di riflettere in generale sulla trasformazione della politica, sulla sua situazione attuale in Gran Bretagna e sul suo futuro con riferimento sia al modello Westminster sia, nonostante le reali e profonde differenze, alle altre democrazie parlamentari.
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Bigatti, Giorgio. "Migranti. Lavoro, genere, politica nell'esperienza dell'emigrazione italiana nel Novecento. Presentazione". SOCIETÀ E STORIA, n.º 127 (julio de 2010): 97–100. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127004.

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Resumen
Le ricerche pubblicate nella sezione Orientamenti e dibattiti di questo fascicolo sono dedicate all'emigrazione italiana nella seconda metÀ del novecento, un periodo finora poco praticato dalla storiografia sull'argomento. I saggi - pur nella varietÀ delle metodologie di indagine e dei temi, incentrati su varie destinazioni migratorie, tanto in Italia che all'estero - presentano alcune costanti: in primo luogo l'esigenza comune di indagare la storia dell'emigrazione come strumento di comprensione dei meccanismi di costruzione della societÀ italiana contemporanea; inoltre il ritorno alla storia delle istituzioni dell'emigrazione, l'utilizzo estensivo delle testimonianze dirette dei protagonisti dell'esodo e, attraverso la loro esperienza personale, la costruzione dell'identitÀ migrante.
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Bocchi, Gianluca. "Polis, politica, società: le trasformazioni della complessità urbana. Colloquio intervista con Gianluca Bocchi". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 21 (febrero de 2014): 132–42. http://dx.doi.org/10.3280/eds2014-021013.

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Becucci, Stefano. "Come cambiano la politica e la società in tempi di «pensiero unico» neoliberale". Quaderni di Sociologia, n.º 60 (1 de diciembre de 2012): 149–51. http://dx.doi.org/10.4000/qds.548.

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Balestra, Anna y Raul Caruso. "Le società benefit in Italia. Tra bene comune e identità". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 1 (febrero de 2022): 117–39. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001007.

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Resumen
L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione apolitica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabilità economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Boscarello, Samuel. "Una deindustrializzazione morbida? Politica, sindacato e coesione sociale a Piombino". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 295 (mayo de 2021): 68–96. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295003.

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Tra gli studi sulla deindustrializzazione, Piombino è un caso di sorprendente interesse: la crisi della siderurgia, cominciata nei primi anni Ottanta, non si tradusse affatto nell'impoverimento della società locale. Ciò è valso almeno fino alla grande recessione del 2008, quando sono venuti alla luce alcuni nodi irrisolti del modello di sviluppo piombinese. L'autore si concentra sulla prima delicatissima fase della riconversione economica (1979-1993), privilegiando un approccio storico-politico: in che modo le scelte amministrative e l'elevata coesione sociale hanno permesso al Pci locale e ai suoi eredi di mantenere un solido consenso elettorale? In questo quadro la deindustrializzazione si rivela un fenomeno dagli esiti contraddittori e tuttora in transizione, piuttosto che configurarsi come mero declino.
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Wright, A. D. "French policy in Italy and the Jesuits, 1607–38". Papers of the British School at Rome 75 (noviembre de 2007): 275–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003561.

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LA POLITICA FRANCESE IN ITALIA E I GESUITI, 1607–38Agli inizi della guerra dei Trent'anni (1618–48) le ostilità affliggevano la penisola italiana, benché il conflitto fosse iniziato nei territori boemi e tedeschi. Queste estensioni della guerra erano dovute in gran parte all'intervento francese nella penisola, anche prima che la Francia entrasse apertamente nella guerra principale (1635). Un simile intervento preliminare minacciò da solo di sciogliere la solidarietà cattolica, per cui fu criticato non solo in Italia ma, nella Francia stessa, anche da alcuni estremisti cattolici, che si opponevano alia politica estera del cardinale Richelieu, primo ministro di Luigi XIII. Un recente studio ha dimostrato convincentemente che la presenza, durante la guerra, presso varie corti cattoliche, di confessori della casa reale rappresentati dalla Compagnia di Gesù non risultava in nessuna normale politica adottata dagli stati cattolici che furono coinvolti nella guerra. Un'ulteriore ricerca negli archivi centrali dei Gesuiti a Roma, qui presentata, rivela quanto complessi e ambigui erano gli interessi della società, quando la politica francese colpiva gli affari italiani.
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Cattorini, Paolo Marino. "Quale patto per la scienza? Etica, sanità pubblica e comunicazione con i cittadini". Medicina e Morale 69, n.º 4 (29 de diciembre de 2020): 453–69. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.851.

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I dilemmi etici relativi alle vaccinazioni e, più latamente, alla sanità pubblica non riguardano solo le tattiche comunicative tra operatori sanitari e cittadini, ma il più generale patto d’alleanza sancito tra scienza, politica e società, in merito alle priorità allocative e ai criteri decisionali. Quando un’agenzia scientifica espone pubblicamente la propria mission, dovrebbe chiarire: i) le ragioni dell’autonomia della scienza e gli ambiti in cui è invece necessaria una valutazione da parte di un comitato d’etica; ii) gli scopi della medicina, nel cui dominio vengono applicate le nuove scoperte di base; iii) i motivi della difficoltà comunicative tra scienza e società, difficoltà che vanno in parallelo a quelle riscontrate nella medicina clinica
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Nappi, Antonella. "Il rapporto della persona con la società nelle priorità che le donne esprimono". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 3 (noviembre de 2022): 13–26. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003002.

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L'autrice espone il percorso identitario prevalente svolto dalle donne che parteciparono agli incontri femminili di autoconsapevolezza dagli anni Sessanta e Set-tanta ad oggi. Descrive la pratica politica creata dalle femministe che la propon-gono in sostituzione di quella in atto: maschile. La comunicazione tra donne e uomini può cambiare il paradigma del lavoratore e il lavoro stesso, con la società che ne discende. Il femminismo indica l'accettazione del limite come misura di sé nei rapporti con gli altri.
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Matiello, Suzana Terezinha y Elias Wolff. "Politica e Santitá nel Pensiero di Igino Giordani". Revista de Cultura Teológica, n.º 103 (26 de diciembre de 2022): 87–105. http://dx.doi.org/10.23925/rct.i103.59191.

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Nella prospettiva dell’intimo legame tra cristologia e antropologia abbiamo scelto come argomento per la nostra ricerca lo studio della figura di Igino Giordani. Vissuto prima e dopo il Concilio Vaticano II, Giordani è stato un grande protagonista di questo periodo carico di tensioni e trasformazioni sociali, culturali e religiose e ha apportato un grande contributo alla società italiana e oltre mettendo, da cristiano, al centro del suo agire Cristo. L’obiettivo di questo articolo é quello di offrire, tramite alcuni scritti di Giordani, una riflessione sul momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato anch’esso da una profonda crisi antropologica e spirituale. La metodologia aplicata in questa ricerca é quella di una analisi su alcuni texti di Igino Giordani. Nella prima parte della ricerca ci dedicheremo al incontro di Igino Giordani, nel 1948, con Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari e all’influenza che esso determina nella successiva fase della sua vita. Nella seconda parte riporteremo alcuni scritti dello stesso Igino Giordani dai quali si può cogliere lo spessore del suo essere cristiano in ogni ambito della vita sociale e politica. Nella terza parte parlaremo della politica e la morale nella prospettiva di Igino Giordani.
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Di Chiro, Antonio. "Filosofia, politica e società ai tempi della pandemia. Agamben e la «paranoia della ragione»". Revista Portuguesa de Filosofia 77, n.º 2-3 (23 de septiembre de 2021): 617–42. http://dx.doi.org/10.17990/rpf/2021_77_2_0617.

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In this essay we will try to analyze the thought of the philosopher Giorgio Agamben on the pandemic. The aim of the work is twofold. On the one hand, we will try to demonstrate that Agamben’s positions on the pandemic are not to be understood as mere extemporaneous statements, but as integral parts of his philosophy. On the other hand, we will try to show how these positions are based on a deeply paranoid and anti-scientific vision, since Agamben believes that the effects of the epidemic have been exaggerated by the centers of power in order to create a “state of exception” that allows to crumble social life and to use the fear of poverty as a tool to dominate society. We will try to demonstrate that it is precisely starting from the critique of Agamben’s positions that it is possible to rethink a philosophy and a politic to come and a new reorganization of social and intimate relations between human beings.
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Auvinet, Jérôme. "Tra politica, scienza e società: l’impegno del matematico francese Charles-Ange Laisant (1841–1920)". Lettera Matematica Pristem 91, n.º 1 (noviembre de 2014): 40–47. http://dx.doi.org/10.1007/bf03356673.

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Bortoletti, Francesca. "La voce dei poeti alla corte aragonese. La festa e il teatro". Quaderni d'italianistica 36, n.º 1 (27 de enero de 2016): 13–62. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i1.26273.

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Nella Napoli dei Re d’Aragona (1442–1504) le presenze della poesia orale nei luoghi dell’intrattenimento umanistico e del teatro aragonese giocano un ruolo determinante nel cerimoniale cortigiano e nelle strategie di politica culturale del Regno Aragonese. Il presente studio mira a rintracciare esempi di scritture, storie e materiali legati a una recitazione estemporanea replicabile in diverse occasioni di cerimoniali di corte o degli episodi politici. Una recitazione che non può essere compresa se non messa in relazione con una visione unitaria della festa di corte che qui si propone di investigare attraverso le presenze della voce del ‘nuovo’ poeta umanista — diplomatico e oratore, storico e cerimoniere, poeta e performer — e delle sue pratiche dicitorie e recitative nella società di corte.
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Losada Sierra, Manuel. "L'idea di bene comune "destra" o "sinistra"?" Revista de relaciones internacionales, estrategia y seguridad 2, n.º 2 (25 de septiembre de 2007): 173–88. http://dx.doi.org/10.18359/ries.2599.

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Con questo documento si pretende far conoscere el dibattito intorno all’idea del bene comune, specialmente dal punto di vista politico di destra e di sinistra. Dal pensiero liberale, l’idea del bene comune è stata sempre considerata come di destra. In effetto, è vista come un modello aristotelico continuato dal pensiero cattolico. Si contrappone, dal pensiero liberale, l’idea di libertà come fine della società politica, vale a dire, una fondamentale uguaglianza di diritti, di possibilità e di opportunità.Nel presente articolo, si presentano gli elementi comuni e divergenti della tradizione liberale, reppresentata specialmente dal primo Rawls, da Hayek e da Von Mises; e la tradizione aristotelica-cattolica, rappresentata specialmente dai comunitaristi, i documenti della Chiesa Cattolica e dal filosofo Jacques Maritain.
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Bosna, Vittoria. "Donna impegnata a livello civile e culturale: Dora d’Istria la voce di una intellettuale fuori dal coro". El Futuro del Pasado 10 (19 de septiembre de 2019): 519–29. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2019.010.001.019.

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Resumen
Elena Ghika, conosciuta con il nome d’arte di Dora d’Istria, donna istruita ed erudita, si inserisce nel dibattito sulla emancipazione civile e culturale femminile in atto nel corso del xix secolo. Pronta a difendere i suoi diritti e quelli delle altre donne, propone come soluzione la diffusione dell’istruzione.La stessa Dora, sostenne che l’origine della disuguaglianza tra uomo e donna non era di natura biologica, ma di natura sociale. Quindi dipendeva da una tradizione culturale secondo cui le donne non dovessero istruirsi. Tutto questo aveva causato l’esclusione dalla politica delle donne e consentito l’emergere di false opinioni in merito alla loro inferiorità naturale. Un comportamento così ostile verso le donne Dora lo aveva notato in strutture tradizionali, il vero problema era liberare la società dagli antichi stereotipi riguardanti i ruoli femminili e quelli maschili.Utilizzando fonti storiografiche, articoli e documenti d’archivio, la ricerca è volta a sottolineare l’importante ruolo che l’intellettuale rumena ebbe nel panorama europeo come scrittrice e donna impegnata in politica. L’obiettivo del lavoro è ricostruire il suo pensiero sulle donne attraverso le sue opere e i suoi contatti con gli intellettuali del tempo che apprezzarono in lei il pensiero sia politico che pedagogico.
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Conforti, Giovanni. "Il voto per la Camera dei deputati negli otto Comuni dell’Isola d’Elba dal 1946 al 2008". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 65, n.º 1 (30 de junio de 2011): 7–38. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9773.

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Economia, società e politica nell'Isola d'Elba 2 giugno 1946: inizio del predominio della DC Le elezioni dal 1948 al 1958: nella crisi di agricoltura ed industria l'arrivo del turismo 1963-1976: nel perdurante predominio della DC la crescita del PCI 1979-1992: nel tramonto della Prima Repubblica il declino della DC e del PCI Le elezioni della transizione (1994-2008): il netto prevalere del centro-destra Polarizzazione del voto ed egemonia moderata nella storia elettorale dell'Isola d'Elba
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Rothschild, Berthold. "L'affaire Interlaken. Atto secondo". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2020): 383–88. http://dx.doi.org/10.3280/pu2020-003003.

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Vengono pubblicati tre scritti. Nel primo Pier Francesco Galli, in una breve nota introduttiva, sot-tolinea l'importante ruolo storico avuto dalla psicoanalisi svizzera nella formazione di molti colle-ghi italiani. Nel secondo scritto Berthold Rothschild racconta, riproducendo anche un carteggio, le vicissitudini che hanno portato alla cancellazione del suo invito a un convegno su "Psicoanalisi, cultura e politica", che doveva tenersi a Ginevra il 6 giugno 2020, organizzato dal Centre Psycha-nalytique Raymond de Saussure (CPRS) della Società Svizzera di Psicoanalisi (Schweizerische Gesellschaft für Psychoanalyse [SGPsa]); questo invito è stato cancellato per le proteste di alcuni psicoanalisti di lingua tedesca della Società Svizzera di Psicoanalisi che ancora ricordano la scis-sione, avvenuta nel 1977, tra il "Seminario Psicoanalitico di Zurigo" (Psychoanalytisches Semi-nar Zürich [PSZ]), cui appartiene Rothschild, e la Società Svizzera di Psicoanalisi, a sèguito delle vicende che portarono alla cancellazione di un convegno che doveva essere tenuto nel 1974 a In-terlaken (è questa la ragione per cui nel titolo si parla di "atto secondo"). Nel terzo scritto viene riportata la documentazione dell'"affaire Interlaken", originariamente pubblicata nei numeri 4/1975 e 3/2015 di Psicoterapia e Scienze Umane e mai pubblicata in altre lingue.
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Pighini, Luca. "1913-2008: la Lucchesia da isola bianca a provincia senza colore". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 66, n.º 2 (30 de diciembre de 2011): 5–59. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9798.

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Resumen
L'impatto della politica di massa in Lucchesia Dalla Resistenza alle elezioni politiche del 1948 Mondo cattolico, economia e società nella Lucchesia nella seconda metà del Novecento La competizione elettorale dagli anni Cinquanta al crollo del Muro di Berlino I più recenti mutamenti economici, sociali e culturali Le elezioni politiche dal 1994 al 2001 Le elezioni del 2006 e del 2008: alla vittoria del centro-sinistra segue quella del centro-destra Come l'isola bianca si è trasformata in una zona competitiva
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Powell, G. Bingham. "LE CONSEGUENZE DEL PLURALISMO POLARIZZATO PER LA COMPETIZIONE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 16, n.º 2 (agosto de 1986): 317–35. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200015963.

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Resumen
IntroduzioneÈ stato convincentemente sostenuto che, una volta consolidati, alcuni sistemi partitici sono in grado di modificare, talvolta con effetti destabilizzanti, i modelli della competizione politica. Questi non dipendono dunque soltanto dai fenomeni di alienazione, dalle ideologie o dal mutamento delle issues presenti nella società, ma sono anche il risultato degli incentivi e delle opportunità offerti ai partiti e agli elettori dalle condizioni create dallo stesso sistema partitico. La teoria del pluralismo polarizzato di Giovanni Sartori è senz'altro l'analisi piò sofisticata e piò ampiamente citata al proposito.
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Moglia, Maddalena. "I milites dimenticati. Salimbene, la quarta crociata e la memoria cittadina a Parma". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 433–56. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173001.

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Il contributo intende analizzare l'immaginario della cavalleria cittadina di Parma nella seconda metà del XIII secolo, muovendo da alcuni passi della cronaca di Salimbene de Adam. Si vedrà come la partecipazione dei milites alla quarta crociata venne utilizzata da Salimbene non solo come elemento nobilitante (in linea con la tradizione aristocratica italiana ed europea), ma anche con lo scopo di rivendicare il ruolo della militia all'interno della città. L'analisi sarà condotta su un doppio binario: quello culturale, attraverso le parole di due cronisti (Salimbene de Adam e l'Anonimo parmense) e quello politico-istituzionale, seguendo l'evolvere della configurazione politica del secondo duecento parmigiano. Il quadro che ne emerge offre spunti per una riconsiderazione della militia nella società urbana duecentesca: partendo da modelli culturali differenti, Salimbene e l'Anonimo permettono di mettere in luce alcuni sviluppi della memoria civica, e di osservare come l'autorappresentazione di una parte delle famiglie di milites convisse con il mutato clima culturale e politico che si affermò a Parma in seguito all'affermazione del popolo.
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Dozio, Edo. "Evoluzione della politica scolastica sull’insuccesso e il disadattamento: il caso del Canton Ticino". Swiss Journal of Educational Research 23, n.º 2 (1 de septiembre de 2001): 243–64. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.23.2.4605.

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Resumen
L’articolo descrive l’evoluzione della politica scolastica sull’insuccesso e il disadattamento scolastico nel Canton Ticino durante gli ultimi 50 anni. In questo lasso di tempo vi è stata una importante evoluzione demografica e una profonda trasformazione economica. Il sistema scolastico adottato è stato di tipo integrativo e ciò ha profondamente influenzato soprattutto l’organizzazione della scuola secondaria inferiore. Dapprima la democratizzazione degli studi ha modificato il rapporto della società ticinese con la scuola; in seguito la revisione dell’insegnamento speciale e la creazione del Servizio di sostegno pedagogico hanno introdotto una nuova visione delle differenze nell’apprendimento e dell’insuccesso scolastico. Negli ultimi 30 anni, i Servizi creati si sono assestati e le concezioni e le pratiche attorno al disadattamento hanno subito ulteriori evoluzioni, ma all’orizzonte già si stanno profilando nuove esigenze di cambiamento.
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Tortora, Chiara. "Cura di sé e resistenza al potere in Michel Foucault". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 38 (septiembre de 2010): 44–53. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038005.

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Il saggio si concentra sul pensiero di Foucault tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta. La cura di sé e la nozione di soggettivitÀ proposte da Foucault in quegli anni sono lette come forme di lotta e resistenza ai molteplici poteri che nelle complesse societÀ contemporanee tentano di governare le nostre condotte pubbliche e private. La ricerca di uno stile di vita, la creazione permanente di se stessi, riprese dal mondo greco-ellenistico, diventano strategie attuali di lotta politica ed esercizio costante di libertÀ.
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Holcombe, Randall G. "The Role of Fictions in Society*". Journal of Public Finance and Public Choice 14, n.º 1 (1 de abril de 1996): 15–30. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540228.

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Abstract Una convenzione è un fatto stilizzato che la gente accetta come se fosse una verità anche se è palesemente un false L’A. argomenta che le convenzioni svolgono diversi molt sociali: segnatamente facilitano i cambiamenti sociali, rappresentano un vincolo alle azioni di chi detiene il potere e aiutano a minimizzare i confirm tra i membri della società. Le convenzioni sono socialmente accettate anche perché a volte sarebbe antieconomico agire non tenendone conto, visto che nell’interazione sociale gli altri individui le prendono in considerazione.Nella sua analisi, l’A. parte dal ruolo che le convenzioni hanno svolto nel contratto sociale e svolgono ancora oggi nel diritto e, attraverso una panoramica dei primi nuclei aggregativi umani arriva a esaminare il ruolo che le convenzioni svolgono nel mondo della politica e delle istituzioni.Se da un lato la razionalità posta alle basi dell’economia neoclassica suggerisce che le convenzioni sono soltanto delle appendici sociali irrazionali, in un mondo imperfetto caratterizzato da informazione e razionalità limitate, la logica conclusione dell’A. è che le convenzioni sono parte importante delle strutture istituzionali sia nelle società antiche, sia in quelle moderne.
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Tosi, Laura. "Emilio Salgari. Una mitologia moderna tra letteratura, politica, società. Vol. II Fascismo 1916–1943. Lo sfruttamento personale e politico [A modern mythology: literature, politics, society. Vol. II: Fascism 1916–1943. Personal and political exploitation.] Ann Lawson Lucas". International Research in Children's Literature 14, n.º 1 (febrero de 2021): 115–16. http://dx.doi.org/10.3366/ircl.2021.0384.

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