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Tesis sobre el tema "Società politica"

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1

Carella, Danny <1984&gt. "Benedetto XVI: società e politica in Italia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6233.

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Resumen
L’elaborato si propone di analizzare la figura di Joseph Ratzinger nell’ottica dei punti di contatto tra l’agire del pontefice e il mondo politico italiano e società civile. I primi tre capitoli si soffermano cronologicamente sugli anni da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, quando si vanno formando molte delle posizioni che poi Joseph Ratzinger farà proprie anche da capo della chiesa cattolica. Ad un inizio di matrice progressista ben presto segue un’evoluzione improntata ad un forte conservatorismo, con venature reazionarie. Gli anni successivi all’elezione vengono analizzati tematicamente, pur mantenendo un’impostazione tendenzialmente cronologica. La tesi si sofferma quindi sui temi della bioetica, della famiglia, dei rapporti con le altre religioni, dei diritti civili e della questione dei casi di pedofilia all’interno della chiesa. In tutti questi ambiti vengono messe in relazione le vicende vaticane con le conseguenze e le reazioni presso la classe politica italiana. Nessuna di queste vicende è stata gestita adeguatamente. Dalla ricostruzione emergono legami con settori trasversali dei partiti italiani, rapporti di subalternità da parte di esponenti politici, una generale carenza di strategia vaticana. Gli ultimi capitoli illustrano la parte finale del pontificato: il caso “vatileaks”, le falle comunicative, la perdita di prestigio presso l’opinione pubblica. Infine le dimissioni, con il carico mediatico che comportano.
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CANTARELLA, MICHELE. "Società in evoluzione nell'era del post-crash: saggi in economia politica". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1245182.

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Resumen
La ricerca è intesa come una raccolta di articoli sui cambiamenti socio-economici che hanno fatto seguito alla crisi finanziaria del 2008. Un'attenzione specifica sarà riservata allo sviluppo di nuove forme di lavoro, agli effetti della politica basata sulla post-verità, alla migrazione forzata di massa e a cambiamenti distributivi della ricchezza, valutando aspetti di questi fenomeni attraverso gli strumenti della microeconometria applicata. Il primo capitolo “Workers in the Crowd: The Labour Market Impact of the Online Platform Economy”, si concentra sull'outsourcing di micro-task online, confrontando le caratteristiche del mercato del lavoro tra i lavoratori tradizionali e quelli su piattaforma. Il secondo saggio, “Does fake news affect voting behaviour?”, si concentra sugli effetti della diffusione della disinformazione sugli esiti elettorali nel corso delle elezioni generali del 2018 in Italia, sfruttando un esperimento naturale tipico della provincia dell'Alto Adige. Il terzo saggio, "#Portichiusi: the human costs of migrant deterrence in the Mediterranean", studia l'effetto delle politiche migratorie di dissuasione al salvataggio in termini di variazioni nei flussi migratori e costi umani, studiando anche le caratteristiche avversità al rischio, relativamente ad aumenti nel tasso di mortalità a breve termine, tra i rifugiati. Il saggio finale esaminerà l'efficacia degli aggiustamenti basati sulla stima della distribuzione Pareto nelle indagini sulle famiglie in sede di valutazione dei cambiamenti nella distribuzione della ricchezza in Europa dopo la crisi economica del 2008.
The research is intended as a collection of papers on the changing functioning of post-crisis societies. Specific attention will be given to the development of new forms of work, to the effects of post-truth politics, to forced mass migration and to distributional changes in wealth, assessing aspects of these phenomena through the tools of applied micro-econometrics. The first chapter “Workers in the Crowd: The Labour Market Impact of the Online Platform Economy”, focuses on micro-task outsourcing, comparing labour market outcomes between platform and traditional workers. The second paper, “Does fake news affect voting behaviour?”, focuses on the effects of the spread of misinformation over electoral outcomes during the 2018 Italian General elections, taking advantage of a natural experiment typical of the the South Tyrol province. The third paper, "#Portichiusi: the human costs of migrant deterrence in the Mediterranean", studies the effect of rescue-deterrence migration policies in terms of variations in migration flows and human costs, while also investigating risk adversity, relative to short-term increases in mortality rate, among forced migrants. The final paper will investigate the effectiveness of Pareto adjustments to the top tail of the wealth distribution in household surveys when assessing the distributional changes in wealth in Europe after the 2008 economic crisis.
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3

Zanetti, Lorenzo <1957&gt. "La Sicilia. Secoli XVI - XVII. Politica - Società - Economia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1769.

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Resumen
Nell'ambito di questa tesi si prendono in considerazione tutte le tematiche inerenti la politica, la società e l'economia della regione durante i secoli di riferimento. Le istituzioni principali e gli uomini che per mano la conducono attraverso i primi secoli dell'età moderna.
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4

Tognon, Mattia <1991&gt. "La politica dei dividendi nelle società non quotate Italiane". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18650.

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Resumen
La politica dei dividendi è uno strumento importantissimo per creare valore d’impresa per le società quotate. Distribuire la ricchezza significa erogare un compenso monetario (o in altre forme) nei confronti del socio/azionista e allo stesso tempo questo è indice di una buona gestione finanziaria da parte dell’azienda. L’obiettivo di questo elaborato è dimostrare se anche per le società con ristretta base societaria, come la maggior parte delle società italiane, la politica dei dividendi generi valore per l’impresa stessa e i propri stakeholders. Nel primo capitolo sono riepilogate le principali teorie di distribuzione dei dividendi elaborate da diversi studiosi. Il secondo capitolo è incentrato sulle società non quotate, in particolare viene trattata la gestione degli utili e la conseguente politica dei dividendi per questo tipo di società. Infine, nel terzo capitolo vengono riportate due analisi sviluppate su un campione di aziende italiane: la prima analizza la gestione degli utili sulla base delle teorie presentate nel secondo capitolo; nella seconda analisi vengono applicate le teorie di distribuzione dei dividendi presentate nel primo capitolo al campione di aziende selezionate per verificare l'applicazione delle stesse nelle società Italiane non quotate.
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Rosin, Matteo <1992&gt. "la tassazione sulle società di capitali". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11569.

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Resumen
Analisi di quanto effettivamente è il peso dell'imposizione fiscale posta a carico delle società di capitali in Italia, e un breve raffronto con le gli altri Paesi Europei. Le principali imposte sulle società in Italia. Caso di studio su quanto effettivamente è il carico fiscale sopportato
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6

Del, Savio Alessandro <1990&gt. "Rivoluzione sessuale nella società capitalistica del XX secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14713.

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Resumen
La tesi ripercorre lo sviluppo storico, sociale e ideologico della Rivoluzione sessuale. Un periodo che nell’immaginario collettivo si concentra troppo superficialmente nell’iconico Sessantotto, in cui la sessualità è stata sdoganata da una morale sociale sentita troppo restrittiva e coercitiva. Tuttavia non è possibile pensare a una Rivoluzione sessuale senza fare riferimento al lavoro di Wilhelm Reich, iniziato tra gli anni Venti e Trenta, il quale attribuiva gran parte dei disturbi psichici alla repressione sessuale che è stata imposta dalla società borghese del tempo. Tema, quello della repressione delle pulsioni, che sarà ripreso da Marcuse sotto il concetto di principio di realtà al quale l’individuo si è dovuto adeguare così da permettere lo sviluppo della civiltà. Si concluderà con l’analisi del sociologo Zygmunt Bauman, secondo il quale l’uomo moderno, soggiogato dalla società dei consumi, ha perso la propria libertà diviso “tra il desiderio di emozioni e la paura del legame”.
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7

Garbeglio, Alessandro <1986&gt. "Cultura,politica e società nell'era del web 2.0: Il caso egiziano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5521.

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Resumen
La ricerca tratta del rapporto che intercorre tra l'emergente, e oramai affermato, mezzo di comunicazione quale è internet e la formazione e perpetrazione di una data cultura sociale e politica esistenti all'interno della società, e conclude con un'analisi dello specifico caso egiziano durante la primavera araba. In prima istanza, l'analisi è finalizzata al sistema dei rapporti che intercorrono tra cittadino/individuo e struttura politica. Specificatamente, è analizzato il sistema di valori/credenze che compongono una società e la loro diretta interazione con il sistema politico vigente, inteso come “ente” in divenire e in continua mutazione. In un secondo momento, l'analisi si concentra sul singolo individuo e su come si rapporta con la società civile, è quindi preso sotto esame come il singolo, attraverso l'interazione con una moltitudine, crea nuova cultura e coscienza politica. Successivamente viene analizzato internet quale nuovo mezzo di creazione di cultura politica e sociale. La differenza che esso detiene rispetto ai precedenti media (televisione, giornali) e l'impatto che il singolo cittadino detiene nell'affacciarsi a molteplici e diversi canali di informazione, ha reso conseguente una diversa distribuzione dei meccanismi di creazione e modificazione di cultura politica e sociale. In tal senso son stati studiati i meccanismi attraverso cui il mondo del web 2.0 (blog, youtube, social media) si è configurato nella realtà odierna. Come caso specifico di analisi empirica, è stato analizzato il contesto egiziano della primavera araba, in cui il web, nelle diverse forme e metodologie, si è visto parte importante nello sviluppo delle rivolte protrattasi da Piazza Tharir in poi.
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8

Birtolo, Marco Stefano. "Democrazia e secolarismo. Il pluralismo religioso nelle società multiculturali". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2013. http://hdl.handle.net/11695/66431.

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Resumen
If we recognize that the concept of secularism originates and develops from the influence of Western culture and Christianity, we must take into account the possibility to rethink the distinction between politics, religion and law in multicultural and multireligious democracies. The aim of this work is to question the neutralist conception of secularism, which is characterized by the belief that the exclusion of religious elements from public sphere and legislation to guarantee of equality in a context characterized by religious pluralism. At this aim, I analyze the thought of two of the most influential political philosophers, John Rawls and Jürgen Habermas, who represent the neutralist view of secularism, as well as the criticism addressed to them by multiculturalist theorists – Bhikhu Parekh and Tariq Modood –, who suggest giving up the abandon of the rhetoric of neutrality in the construction of the political sphere and regulations, to pay more attention to the demands coming from individuals belonging to religious and cultural minorities. Indeed, particularly when these issues involve significant areas where the culturally conditioned nature of some institutions is more visible – family, marriage, hereditary issues – the possibility that they can be regulated in a different way is also taken into account. Therefore, a detailed analysis of the proposal is given to adopt a system of legal pluralism, with a special attention to an experiment started in the UK, which provides religious communities the possibility to go to religious arbitration tribunals, operating under the indirect control of the English courts, related to family law. The description of this case aims at emphasizing the need to seek for new consistent means with the idea of secularism I have tried to suggest. Such a secularism is based upon the belief that only a neutral public sphere and legislation can guarantee equality, but tries to embrace diversity and to suggest new political theories. As matter of fact, the channels of participation through which democratic systems have tried to integrate diversity do not seem to be able to face the requests from individuals who do not fully identify into the majority culture, which means thinking about new strategies of inclusion – for example legal pluralism – so to ensure the very value assumptions promoted by democracy, that is to say pluralism and equal liberty.
Riconoscere che i concetti di laicità e secolarismo possiedono un’origine e uno sviluppo condizionato dalla cultura occidentale e dal cristianesimo significa prendere in considerazione l’eventualità di un ripensamento della distinzione tra ordine politico, religione e diritto nelle democrazie multiculturali e multireligiose. L’obiettivo di questo lavoro è mettere in discussione una concezione neutralista del secolarismo, alla cui base vi è il convincimento per cui l’esclusione dell’elemento religioso dalla sfera pubblica e normativa sono garanzia di eguaglianza in un contesto caratterizzato dal ‘fatto del pluralismo’. Pertanto abbiamo analizzato il pensiero di due fra i più influenti filosofi politici, John Rawls e Jürgen Habermas, portavoci di una visione neutralista del secolarismo, e le critiche a essi rivolte da alcuni teorici del multiculturalismo – Bikhu Parekh e Tariq Modood –, che propongono, invece, l’abbandono della retorica della neutralità nella costruzione della sfera politica e normativa. Di conseguenza questi ultimi si rivolgono con maggiore apertura rispetto alle richieste provenienti dagli individui appartenenti a minoranze religiose e culturali, senza respingerle sulla base della loro natura culturale o religiosa. Al contrario, in particolare quando tali richieste di riconoscimento riguardano aree rilevanti della vita degli individui, come possono essere la famiglia, il matrimonio, le questioni ereditarie ecc., ossia aree in cui la natura culturalmente condizionata di alcune istituzioni è maggiormente visibile, viene presa qui in considerazione la possibilità che esse possano essere regolate e gestite in maniera differente. A tal proposito si è approfondita la proposta di far fronte a queste richieste attraverso l’adozione di sistemi di pluralismo normativo, con una particolare attenzione a un esperimento avviato in Gran Bretagna, che prevede per le comunità religiose la possibilità del risolvere le proprie controversie in materia di diritto di famiglia in tribunali arbitrali religiosi, che tuttavia operano sotto il controllo indiretto delle corti inglesi. La descrizione di questo caso è stata finalizzata a mettere in luce la necessità di ricercare nuovi strumenti coerenti con la visione del secolarismo che abbiamo cercato di proporre, ossia di una laicità che di fronte alle nuove istanze presenti nei contesti culturalmente e religiosamente plurali, piuttosto che arroccarsi dietro la convinzione che si possa garantire uguaglianza solo se si dà una sfera pubblica e normativa neutrale e che vi sia una soluzione razionale ai conflitti tra valori, tenta di accogliere la diversità nei suoi propri termini, andando alla ricerca di nuovi strumenti teorico-politici. Infatti, i canali di partecipazione attraverso i quali i sistemi democratici hanno cercato d’integrare la diversità non sembrano riuscire a far fronte alle richieste provenienti da individui che non si riconoscono a pieno titolo nella cultura della maggioranza. Ciò significa pensare a nuove strategie d’inclusione – di cui il pluralismo normativo può essere un esempio –, se si vogliono garantire proprio quei presupposti di valore che la democrazia promuove, ossia il pluralismo e l’eguale libertà di tutti i cittadini.
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9

COSSU, SARA. "I consoli francesi in Sardegna nel decennio preunitario. Politica, economia e società". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266523.

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The center of attention of this thesis is the commercial relations between France, the island of Sardinia and the city of Genoa, as well as the business ventures of French capitalists thanks to the support of the most important businessmen in the two financial cities of the Kingdom of Sardinia (Genoa and Turin) during the so-called Cavourian decade. This work is based mainly on French both political and economical consular reports sent from the post of Cagliari, one of the strategic Mediterranean ports. The thesis is divided into four chapters. The first chapter is entirely dedicated to the economic junctures that contributed to create a wide and integrated French-Ligurian-Sardinian trading and industrial area. The second chapter examines the commercial activity, the investment areas and the entrepreneurial units and companies in Sardinia, where there was a strong presence of French and Ligurian businessmen (mines, salines, agriculture, infrastructures, banks and so forth). The third chapter recreates the setting (cities and coastal towns) where French consuls, viceconsuls and consular agents were called to protect the French interests. The work analyses also the social setting by offering a description of the condition of life and economical problems that obliged people to strive for the annexation of Sardinia to an European main power as France. To conclude, the thesis describes the main aspects of the French community in Sardinia, mostly composed by merchants. It includes the biographies of French consuls in Cagliari from 1848 to 1861 .
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Sora, D. "IL MONASTERO DELLA VISITAZIONE DI MILANO (XVIII-XIX SECOLO). RELIGIONE, POLITICA, SOCIETÀ". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/354297.

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Resumen
The purpose of this research is to go over and to examine the history of Milan’s nunnery of Visitation, called Santa Sofia, between 18th and 19th century. The large amount of documents kept into the archive of the convent allowed to investigate many aspects, especially those concerning the bonds with the others convents of the same order and with the Milan’s society. Other important aspects investigated are those concerning the nuns' relationships with the political power and the analysis of religious practices and cultural aspects. From the middle 18th century Santa Sofia joined in the wide-ranging process of catholic missionary openness.
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Falchetti, Marco <1990&gt. "Il linguaggio politico dell'AKP: Comizi, discorsi e dialettica tra politica e società dai primi anni 2000 ad oggi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6399.

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Scopo della ricerca è quello di indagare attraverso l'approccio sociolinguistico e dell'analisi critica del discorso i comizi, le dichiarazioni e interviste rilasciate dai rappresentanti politici, con particolare enfasi il suo leader e attuale Presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdoğan, del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), mettendoli a confronto e tenendo conto dei seguenti quesiti di ricerca: come si evidenzia l'interazione sociale tra i suddetti politici e le masse tramite la retorica politica? Da dove scaturisce la legittimazione popolare della classe politica turca e dell'AKP? Come viene mantenuto il potere e riprodotta l'ideologia attraverso la lingua? Che ruolo occupa il contesto socio-culturale turco nei discorsi analizzati? In genere quali forme assume il dibattito politico anche su temi di rilevanza economica, considerando l'eccezionale sviluppo e benessere economico, raggiunto grazie ad una stabilità politica senza precedenti di cui ha goduto la Turchia da dieci anni a questa parte, in buona parte frutto dell'AKP? Con mezzi metodologici del critical discourse analysis la ricerca verterà su testi orali, trascritti per l'occasione, tra cui comizi elettorali in concomitanza con le varie elezioni e referendum svoltisi negli ultimi dieci anni, discorsi in Parlamento e altre conferenze stampa, dichiarazioni dei politici ai mass-media in varie circostanze selezionate per la loro rilevanza ai fini della mia analisi. Il ruolo e le caratteristiche dei mass-media in Turchia in questo senso sarà un altro importante ambito della mia ricerca. In particolare le suddette circostanze sono (1) le dichiarazioni e i dibattiti intorno allo scontro AKP - “Stato Profondo” nei primi anni 2000 con il progressivo consolidamento politico dell'AKP, (2) temi di rilevanza socioculturale, come il dibattito sul velo in luoghi pubblici (3) lo scoppio della crisi finanziaria globale e la risonanza che questa ha avuto in Turchia, (4) le proteste di Maggio-Giugno 2013 a Gezi Park e nelle diverse città del Paese, (5) lo scandalo corruzione dell'inverno 2013 e le ultime manifestazioni popolari di Marzo 2014, e, infine, (6) il disastro della miniera di Soma del Maggio 2014 e la campagna elettorale per le successive presidenziali di Agosto, (7) considerazioni e prospettive future alla luce delle considerazioni desunte dall'analisi dei testi. Il caso preso in esame è quindi la Turchia, un Paese dove persiste una lotta egemonica a tutto campo fra diversi attori e dove le logiche democratiche non sono ancora state pienamente recepite. A dominare la scena politica sono invece i legami “tribali”, di appartenenza etnico-confessionale, la cooptazione e l' autoritarismo, fenomeni che rimangono pratiche salde e condivise anche dalla maggior parte della popolazione, nonostante le recenti forme di dissenso. La mia ricerca sottolinea perciò l'importanza dell'uso della lingua e della retorica politica nella legittimazione del potere.
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Bonaventura, Alex <1993&gt. "Giappone, l’idrogeno come fonte di energia della società della decrescita?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13126.

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Resumen
L’epoca attuale, caratterizzata da gravi problemi ambientali e dalle conseguenze ancora presenti della crisi economica del 2008 che ha investito i principali Paesi industrializzati, suggerisce che il modello di sviluppo basato su globalizzazione e perseguimento di una crescita economica costante possa aver raggiunto i propri limiti fisici. Descrivendo la teoria della decrescita che, con Serge Latouche come suo principale rappresentante, propone un’alternativa di modello di sviluppo completamente diverso, questo elaborato analizza la situazione economica ed ambientale del Giappone ed il fatto che esso possa rappresentare un “terreno fertile” per l’implementazione del modello di sviluppo decrescista. Il Giappone sta infatti vivendo un lungo periodo di deflazione e stagnazione economica e, in seguito anche al disastro di Fukushima del 2011, ha la necessità di adottare un sistema energetico meno pericoloso ed efficiente. Questo lavoro di ricerca propone dunque l’idea che i problemi strutturali del Giappone possano essere un’opportunità di cambiamento e che la creazione di un sistema energetico basato sull’idrogeno potrebbe essere particolarmente adatto ad una società della non-crescita giapponese.
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Contini, Lisa <1995&gt. "Alla Ricerca dell'Identità nella Società in Rete: il caso studio della Catalogna". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17998.

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Resumen
A causa delle trasformazioni che si sono verificate negli ultimi decenni, il tema della ricerca dell’identità culturale si è fatto sempre più forte. Viviamo in un’epoca dove gli Stati-nazione stanno lentamente scomparendo, dove i confini si fanno sempre più sfocati, dove le persone sono costantemente connesse con il mondo intero, immerse in una rete di collegamenti sovrastanti. Ci si ritrova, allora, con un disperato bisogno di punti fermi, di sicurezze, di un’àncora di salvezza che ci tenga a contatto con le nostre origini e le nostre tradizioni, per ricordarci chi siamo e da dove veniamo: ecco che entra in gioco l’identità culturale, che racchiude in sè elementi fondamentali del nostro Io più profondo. Grazie al considerevole aiuto fornito dalla trilogia "L’Età dell’Informazione" scritta dal sociologo spagnolo Manuel Castells, il presente elaborato tenta, in primo luogo, di esplorare le varie tematiche riconducibili all’identità culturale e, in seguito, di ricollegare questo concetto a due processi storico-contemporanei molto più vasti: la crisi attuale dello Stato-nazione e l’indipendenza della Catalogna. Infatti, negli ultimi anni le proteste verificatesi nella regione catalana si sono fatte sempre più numerose e violente, culminando persino nel coinvolgimento della Polizia Nazionale Spagnola e arrecando una frattura profonda all’interno della penisola iberica. Come si potrà apprendere leggendo tale lavoro, tali avvenimenti non sono di certo riconducibili solo al discorso sull’identità culturale (sono, difatto, processi secolari), ma si cercherà di spiegare come essi siano fortemente collegati tra loro.
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Fancello, Silvia <1992&gt. "Per un'analisi gramsciana della società civile nel Sudest asiatico: il caso studio vietnamita". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13010.

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Resumen
Il pensiero di Antonio Gramsci è stato oggetto di studi e ricerche al di fuori dei confini europei e si è più volte sottolineato come la rinascita dell’interesse per il pensiero del filosofo sardo a livello internazionale sia partita proprio dalle nuove interpretazioni sviluppatesi al di fuori dell’Europa attorno alle sue più importanti categorie concettuali. Il Sudest asiatico, oggetto di questa tesi, non fa eccezione al nuovo interesse per il pensiero di Gramsci che ha esercitato su una parte di letteratura accademica, i cui autori hanno tentato di esaminare tale area geografica attraverso la lente gramsciana. Alcuni, in particolare, hanno concentrato il loro interesse su una specifica categoria concettuale, ovverosia quella della società civile, attraverso la quale hanno cercato di analizzare le attuali realtà della società civile in Thailandia (Girling), Malesia (Ramasamy), Vietnam (Landau), Cambogia (Landau) e Singapore (Chong). Il primo capitolo della tesi rappresenterà uno strumento teorico-concettuale per l’analisi e la critica della letteratura sopracitata. Nel capitolo affronterò e spiegherò le categorie concettuali di egemonia, società civile e Stato attraverso lo studio dei Quaderni del Carcere di Gramsci. Infatti i concetti affrontati nel capitolo uno saranno indispensabili per una migliore comprensione dei capitoli successivi, in cui verranno analizzate le modalità con cui gli autori sopracitati hanno tentato di applicare le idee gramsciane nel contesto asiatico. Per certi aspetti essi propongono uno studio diacronico dei concetti e delle terminologie usate originariamente dal filosofo sardo. La loro idea è che a partire dal lavoro di Gramsci sia possibile sviluppare alcune griglie interpretative capaci di comprendere le realtà odierne del Sudest asiatico. Ma fino a che punto può essere valida ed efficace una tale proposta interpretativa? Ponendo, per così dire, l’arena della società civile asiatica sulle spalle di Gramsci, non si finisce per denaturalizzare il suo pensiero attraverso una superficiale attualizzazione di Gramsci? Infatti uno degli argomenti che sosterrò nel capitolo due e tre è che non sempre gli autori hanno fornito delle proposte convincenti di analisi nel loro adattamento gramsciano al Sudest asiatico. In particolare, nel secondo capitolo illustrerò i principali aspetti della società civile nel Sudest asiatico, concentrandomi in particolare su Thailandia, Malesia, Singapore e Cambogia. Successivamente passerò in rassegna gli articoli in cui si è tentato di applicare le idee gramsciane a tali paesi, e utilizzando gli strumenti concettuali trattati nel capitolo precedente individuerò i punti più convincenti, ma soprattutto quelli più deboli della prospettiva d’analisi di tale letteratura. Il terzo capitolo è interamente dedicato al Vietnam. Dopo aver fornito un quadro generale della politica e della società nel Paese, mi occuperò dell’attuale dibatto concernente la società civile, analizzando e chiarendo in particolare il quadro normativo che regola il settore delle cosiddette “organizzazioni non governative”. Inoltre mi chiederò fino a che punto un’idea importata come quella liberale di società civile, utilizzata da una buona parte di letteratura occidentale, sia efficace nello spiegare l’ascesa e le funzioni di alcuni sistemi organizzativi e associativi in un Paese socialista come Vietnam. E dunque cercherò di capire come un tale concetto è stato accolto, contestato e rielaborato nella stessa lingua vietnamita e nel dibattito pubblico corrente. Infine, mi concentrerò nuovamente sulla questione gramsciana, confutando l’articolo di Ingrid Landau, la quale ha proposto un’analisi, a mio avviso superficiale, della società civile in Vietnam secondo quella che l’autrice definisce una “prospettiva gramsciana”.
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Romano, Chiara <1996&gt. "Intelligenza artificiale. Opportunità e rischi per l'uomo e la società in una prospettiva internazionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19691.

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Considerata la rilevanza assunta dall'avvento dell'intelligenza artificiale, caratterizzata da continua e rapida evoluzione, questa tesi si prefigge di affrontare le implicazioni derivanti dal suo impiego, che si sta diffondendo a livello internazionale in un numero crescente di sfere della vita quotidiana. Partendo da una introduzione relativa alla nascita e sviluppo di tale disciplina e agli elementi e proprietà che la contraddistinguono, la tesi si propone un'analisi dell'impatto di tali sistemi in quattro settori, presentandone sia i benefici sia i potenziali rischi, in particolare per le persone e i loro diritti. La prima sfera esaminata concerne l'economia e l'occupazione, con una descrizione degli effetti dell'automazione e delle sue funzioni sull'industria, le persone e i loro dati personali. La seconda affronta lo spostamento dell'attenzione mondiale sulla necessità di sviluppare un approccio etico e antropocentrico all'intelligenza artificiale, viste le numerose implicazioni inerenti i diritti umani e le sfide morali derivanti dall'uso di tali programmi. Il terzo ambito, quello del diritto, considera l'impiego del processo decisionale automatico nei procedimenti giurisdizionali, il trattamento dei dati personali e le relative tutele. Infine, il focus si concentra sul confronto internazionale tra le posizioni assunte da Stati quali USA e Cina, sull'influenza tecnologica a livello sociale e sul dominio del cyberspazio.
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Restelli, Federico <1993&gt. "Cybersicurezza e Cina: impatto su economia, società e politica con repertorio terminografico italiano-cinese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21194.

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FEDERICO RESTELLI <882055@stud.unive.it> 2 dic 2021, 17:51 (4 giorni fa) a Livio Gentile Professore, per compilare la domanda di tesi devo inserire titolo e abstract, pensavo di scrivere: Titolo: Cybersicurezza e Cina: impatto su economia, società e politica con repertorio terminografico italiano-cinese Abstract: L'elaborato finale si concentra sulla presentazione del problema della sicurezza informatica, prima da un punto di vista generale poi con un approfondimento sulla situazione in Cina. Nella prima parte vengono presentati i concetti basilari necessari per comprendere alcuni dei problemi e dei fenomeni più comuni nel campo della sicurezza informatica: le componenti base del computer, il funzionamento delle reti informatiche, la crittografia sul web, le minacce e le contromisure a disposizione dell'utente. Superata la parte un po' più tecnica, il discorso si allarga per includere le analisi sull'impatto delle questioni di cyber sicurezza sull'economia e sulle aziende, per poi concludere affrontando le implicazioni più relative alla politica e alla geopolitica in particolare. Alcuni casi famosi studiati dalla letteratura specializzata sono presentati come corollario alle analisi. La seconda parte invece è dedicata alla presentazione della situazione cinese riguardande la sicurezza informatica, le politiche rilevanti, le particolarità del contesto locale. Particolare attenzione viene dedicata ad alcuni fenomeni specificatamente cinesi, come le particolarità dell'economia illegale sul web, alle comunità hacker e ai loro legami con lo Stato e il sistema universitario, all'organizzazione dei dipartimenti militari in relazione alle presunte campagne di spionaggio industriale e politico da parte del Paese. La terza parte invece consiste nell'insieme di schede terminografiche atte a raccogliere termini di linguaggio specialistico relativo al campo della cyber sicurezza, con doppia traduzione in italiano e cinese.
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Viviani, Tommaso <1994&gt. "Il sentimento della politica. Critica della società e autocritica della ragione in Jean-Jacques Rousseau". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16623.

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Il presente lavoro si impegna a presentare la filosofia di Jean-Jacques Rousseau quale essenzialmente filosofia critica, tanto rispetto alla dimensione sociale e politica quanto a quella antropologica. Nel primo caso, tale filosofia assume le spoglie di una critica aspra della modernità che ne illumina gli aspetti negativi senza escluderne le positive possibilità; nel secondo caso, coincide con una nuova teoria della soggettività legata a un nuovo razionalismo, qui inteso come fondamentalmente criticismo, che raggiunge l’universalità di un nuovo sentire etico ed è la base di un nuovo pensiero politico. L’arco meditativo rousseauiano che qui si cerca di rischiarare, dunque, comincia dalla critica della società e della soggettività del suo tempo per tradursi nel difficile tentativo di costruire un’alternativa. Tutto ciò si articola in tre capitoli più una conclusione. Il primo capitolo prende in considerazione il Discorso sulle scienze e sulle arti quale atto di nascita della critica contro il movimento astratto della cultura e il Discorso sull’origine della disuguaglianza quale approfondimento della medesima e suo passaggio ai temi antropologici e politici. Il secondo capitolo si concentra invece sulle opere Giulia o La nuova Eloisa e Emilio per indagare il nuovo senso della razionalità proposto da Rousseau e per comprendere com’esso sia legato alla necessità di ripensare una nuova comunità. Il terzo capitolo infine si occupa degli Scritti politici, con particolare riferimento al Contratto sociale. La conclusione riassume il senso complessivo dell’indagine svolta, individuando una delle eredità del pensiero rousseauiano negli scritti giovanili di Karl Marx.
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Boffi, M. "UN MODELLO PSICOSOCIALE PER LA BUONA POLITICA: DAL BENESSERE DELL¿INDIVIDUO AL BENESSERE DELLA SOCIETÀ". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/164629.

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By means of psychological selection individuals engage in favorite activities, guided by the chance to live flow of consciousness, a complex and structured experience perceived as cognitively, emotionally and motivationally positive. Researchers define as good work an activity: excellent in quality, engaging for its practitioners (i.e. source of flow), ethically carried out. Promoting such characteristics in politics would prevent the crisis of representative democracy model. We interviewed 13 political experts to explore these dimensions in Italian politics. We administered a questionnaire to political activists (N=265) exploring wellbeing linked to political engagement. Study 1 points out 8 main aspects to describe good politics: effectiveness, additive mediation, dialogic leadership, long term vision, progressive competences, removal of corruption, instrumental power, horizontal communication. Interviewees describe good politicians referring to: good education, ambition, passion. Study 2 confirms the pertinence of flow to describe political engagement and the factors describing good politicians: competence, success, engagement. 4 types of political activists are described: technician (focused on competence, opposed to success, low rates of flow, high in cynicism), pragmatist (focused on success, pay attention to engagement, experience flow, low in cynicism), idealist (focused on engagement, highest rates of flow and the lowest of cynicism), cynic (focused on success, opposed to competence and engagement, medium rates of flow and the highest of cynicism). Italian politics, despite strong negative features, allows activists to experience positive engagement at local level, excluding cynics from important roles.
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Slongo, Paolo. ""Toutes les liaisons de notre police". Ordine politico e governo della vita negli "Essais" di Montaigne". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425555.

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This work develops a discussion wich could be summed up as follows: starting with the metaphor of the "political body" which politics has used to represent the life of society, some capitol texts dealing with this representation are taken into accouint: from Erasmus to Seyssel, from Budè to Bodin.For Montaigne too society is a body and the very texture of "such a great body" is examined in the Essays.
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Martini, Filippo <1995&gt. "CENTRAL BANK DIGITAL CURRENCIES Monete elettroniche a confronto, possibilità e studio di una società cashless". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16563.

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Nel corso degli ultimi dieci anni sono nate e si sono sviluppate nuove forme di moneta virtuale, indipendenti dal controllo delle autorità centrali e basate sulla crittografia. In questo elaborato si studierà la nascita, il funzionamento e le caratteristiche delle principali monete elettroniche circolanti nell’economia, effettuando un confronto tra le stesse ed analizzando come, con la loro diffusione, esse abbiano modificato la concezione comune di moneta. Si proseguirà analizzando la possibilità di emettere una forma innovativa di criptovaluta da parte delle diverse banche centrali. Mediante gli studi effettuati da diverse autorità e ricercatori del settore, si vaglieranno le forme che questa digital currency potrebbe avere, al fine di trovare quella più simile alle monete elettroniche già circolanti senza rinunciare ai vantaggi offerti dalle stesse. Compresi gli usi illeciti a cui si possono prestare le cryptocurrencies attualmente in conosciute, si studierà come le Central Banks Digital Currencies potrebbero attivarsi a salvaguardia di ciò e come è possibile sviluppare una regolamentazione mirata in questo contesto. Si considereranno i casi conosciuti di CBDCs e come queste si affiancano alle monete in corso legale negli Stati di riferimento. Una volta concluse le analisi riguardanti le peculiarità di queste monete elettroniche innovative, si esaminerà come queste si potrebbero rapportare con la moneta fisica attualmente in circolazione, quindi la possibilità di indirizzare l’economia ad una struttura di tipo cashless, ovvero priva di transazioni in contanti ma solamente via bancomat o moneta virtuale. Si analizzeranno i vantaggi e gli ostacoli così da comprendere a pieno quali miglioramenti si avrebbero a livello economico generale. Effettuata questa panoramica sull’argomento, si completeranno le conclusioni considerando pro e contro dello scenario migliore.
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Martini, Filippo <1995&gt. "CENTRAL BANK DIGITAL CURRENCIES Monete elettroniche a confronto, possibilità e studio di una società cashless". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18481.

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Nel corso degli ultimi dieci anni sono nate e si sono sviluppate nuove forme di moneta virtuale, indipendenti dal controllo delle autorità centrali e basate sulla crittografia. In questo elaborato si studierà la nascita, il funzionamento e le caratteristiche delle principali monete elettroniche circolanti nell’economia, effettuando un confronto tra le stesse ed analizzando come, con la loro diffusione, esse abbiano modificato la concezione comune di moneta. Si proseguirà analizzando la possibilità di emettere una forma innovativa di criptovaluta da parte delle diverse banche centrali. Mediante gli studi effettuati da diverse autorità e ricercatori del settore, si vaglieranno le forme che questa digital currency potrebbe avere, al fine di trovare quella più simile alle monete elettroniche già circolanti senza rinunciare ai vantaggi offerti dalle stesse. Compresi gli usi illeciti a cui si possono prestare le cryptocurrencies attualmente in conosciute, si studierà come le Central Banks Digital Currencies potrebbero attivarsi a salvaguardia di ciò e come è possibile sviluppare una regolamentazione mirata in questo contesto. Si considereranno i casi conosciuti di CBDCs e come queste si affiancano alle monete in corso legale negli Stati di riferimento. Una volta concluse le analisi riguardanti le peculiarità di queste monete elettroniche innovative, si esaminerà come queste si potrebbero rapportare con la moneta fisica attualmente in circolazione, quindi la possibilità di indirizzare l’economia ad una struttura di tipo cashless, ovvero priva di transazioni in contanti ma solamente via bancomat o moneta virtuale. Si analizzeranno i vantaggi e gli ostacoli così da comprendere a pieno quali miglioramenti si avrebbero a livello economico generale. Effettuata questa panoramica sull’argomento, si completeranno le conclusioni considerando pro e contro dello scenario migliore.
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Freschi, Lorenzo. "I sudditi al governo. Società e politica a Cividale e Gemona nel Friuli del Rinascimento veneziano". Doctoral thesis, Paris, EHESS, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1112850.

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La presente tesi analizza il funzionamento della " società politica territoriale " in Friuli nella seconda metà del XV secolo, a partire dallo studio di due « centri minori »: Cividale e Gemona. In questo senso, la prima realtà può essere considerata una « città » mentre la seconda va ricondotta alla categoria delle « quasi-città ». L'obiettivo della ricerca è di analizzare il funzionamento delle relazioni politiche che si andarono definendo dopo la dedizione del Friuli a Venezia, prendendo in considerazione l'insieme degli attori politici implicati nei reciproci rapporti di legittimazione e nella gestione politica del territorio. La tesi si apre con la ricostruzione della discussione storiografica italiana, tra XIX e XX secolo, relativa al problema dello Stato per giungere ad una definizione più precisa dell'oggetto del lavoro: gli attori locali di uno stato regionale. All'interno di questa sezione è stata poi messa a fuoco la questione e l'evoluzione di tale problema in riferimento alla storiografia regionale veneziana e friulana, concludendo con un panorama delle fonti locali e veneziane. La tesi è stata poi organizzata in tre grosse parti. La prima, la più breve, presenta in un solo capitolo le grandi caratteristiche territoriali, demografiche, socio-economiche e politiche della Patria del Friuli. A seguire, il cuore del lavoro è costituito da due grosse parti consacrate ai due centri in questione - le comunità di Cividale e Gemona - analizzate attraverso la loro dimensione istituzionale, socio-politica e del controllo del territorio attraverso le quali si vanno indagando le forme specifiche di ciascuna società politica locale. Una quarta sezione mette in comparazione le comunità di Cividale e di Gemona con le altre comunità dello Stado da Terra veneziano mentre la conclusione presenta un bilancio della nuova società politica locale, rimarcandone la solida organizzazione ma anche le trasformazioni che la attraversarono in seguito all'entrata nel Dominio veneziano. The thesis analyzes the functioning of the "società politica territoriale" in Friuli, in the second half of the fifteenth century, through the study of two "centri minori": Cividale and Gemona. If the first one can be considered as a "città", the second one can be defined as "quasi-città". The objective of the thesis is to analyze how the political relationship - that has been built since the Friuli “deditio” to Venice, a frontier land and the dominant city - had concretely worked, taking into account all the political actors involved in this relationship and in the political management of the territory. The dissertation opens with a historiographical discussion analyzing the transformation of state approaches in Italian historiography in the nineteenth and twentieth centuries, leading to a more precise definition of the subject of work: the local actors of a regional Italian state. Following/ On these subject, the introduction implements the same question and his evolution in the regional (Venetian) and local historiography (Friuli) to conclude with a panorama of the sources of the local and Venetian archives. The man core of the thesis is divided in four sections. The first presents, in a single chapter, the territorial, demographical, socio-economical, political characteristics of the Patria of the Friuli. Afterwards, the heart of the work deals with the communities of Cividale and Gemona in two strong sections, each one dedicated to one of the two sites in question. Cividale and Gemona are thus analyzed through their institutional, social-political and territorial control dimensions, in which it has been investigated the specific forms of each "local political society". A fourth section puts in comparison the communities of Cividale and Gemona with other similar communities of the Stado da Terra. A final conclusion presents an assessment of this new organization of the local political society, characterized by a solid structure and a significant transformation following the submission to Venice.
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Pepe, Anna Maria <1979&gt. "Diritto e potere nella società internazionale. La scuola inglese e le regole di coesistenza dopo la guerra fredda". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3142/1/pepe_annamaria_tesi.pdf.

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Il presente studio indaga il rapporto tra il diritto internazionale e il potere, in particolare, il rapporto tra lo sviluppo e il funzionamento di alcuni principi fondamentali della coesistenza internazionale e le diseguaglianze di potere tra gli stati, nella prospettiva della “scuola inglese” della teoria delle relazioni internazionali. Quella a cui si farà riferimento è la scuola inglese “classica” riconosciuta come un corpo di pensiero derivante dall’opera di Martin Wight e Hedley Bull, e non la scuola inglese «moderna» o «nuova», che, in tempi più recenti, soprattutto nel corso degli anni ‘90, ha, più che altro, contribuito al successo della sua «invenzione» . Lo scopo è quello di mostrare, in primo luogo, come una delle caratteristiche distintive di questa scuola sia l’enfasi sulle regole, e, in special modo, sulle regole di diritto internazionale, sebbene in nessun posto la posizione di questi studiosi sull’argomento sia esposta in modo sistematico. Se la prima parte di questo lavoro, di tipo teoretico, tratta la questione della definizione operativa e della comprensione generale dell’istituzione del diritto internazionale, secondo l’approccio della scuola inglese classica, la seconda parte, di tipo empirico, tenta di verificare, tramite esemplificazioni storiche, tratte da eventi politici contemporanei, la validità delle principali conclusioni elaborate nella prima parte. E ciò con particolare riferimento alla distinzione, introdotta da Bull, delle due categorie analitiche di “pluralismo” e “solidarismo”, considerate come un’utile chiave di lettura per interpretare gli sviluppi della società internazionale e del diritto dopo la guerra fredda.
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Pepe, Anna Maria <1979&gt. "Diritto e potere nella società internazionale. La scuola inglese e le regole di coesistenza dopo la guerra fredda". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3142/.

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Il presente studio indaga il rapporto tra il diritto internazionale e il potere, in particolare, il rapporto tra lo sviluppo e il funzionamento di alcuni principi fondamentali della coesistenza internazionale e le diseguaglianze di potere tra gli stati, nella prospettiva della “scuola inglese” della teoria delle relazioni internazionali. Quella a cui si farà riferimento è la scuola inglese “classica” riconosciuta come un corpo di pensiero derivante dall’opera di Martin Wight e Hedley Bull, e non la scuola inglese «moderna» o «nuova», che, in tempi più recenti, soprattutto nel corso degli anni ‘90, ha, più che altro, contribuito al successo della sua «invenzione» . Lo scopo è quello di mostrare, in primo luogo, come una delle caratteristiche distintive di questa scuola sia l’enfasi sulle regole, e, in special modo, sulle regole di diritto internazionale, sebbene in nessun posto la posizione di questi studiosi sull’argomento sia esposta in modo sistematico. Se la prima parte di questo lavoro, di tipo teoretico, tratta la questione della definizione operativa e della comprensione generale dell’istituzione del diritto internazionale, secondo l’approccio della scuola inglese classica, la seconda parte, di tipo empirico, tenta di verificare, tramite esemplificazioni storiche, tratte da eventi politici contemporanei, la validità delle principali conclusioni elaborate nella prima parte. E ciò con particolare riferimento alla distinzione, introdotta da Bull, delle due categorie analitiche di “pluralismo” e “solidarismo”, considerate come un’utile chiave di lettura per interpretare gli sviluppi della società internazionale e del diritto dopo la guerra fredda.
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Sayaf, Ghassan <1946&gt. "Politica, economia e società nel periodo di Qānṣū al-Ġūrī, ultimo sultano dei Mamelucchi (1501-1516)". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1179.

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L’impero siro-egiziano dei Mamelucchi è stato il protagonista assoluto, politicamente ed economicamente, della scena del Vicino Oriente regnando su un vasto territorio, il Bilād al-Šām (la grande Siria) e l’Egitto, per quasi tre secoli (1250-1517). Storicamente i Mamelucchi rivestono una grande importanza politica e militare, avendo fondato uno stato forte e stabile, proteggendo i loro confini militarmente senza pretese espansionistiche. Furono anche i protagonisti dell’economia del loro tempo, costruendo per un lungo periodo un solido ponte tra l’Occidente e l’Oriente per gli scambi commerciali e gli interessi reciproci, trasformando il territorio del loro impero nel centro del commercio mondiale dell’epoca, collegando la produzione dei mercati del sud asiatico con i mercati europei, stringendo patti di alleanza e trattati commerciali con gli stati europei, in particolare con la Repubblica di Venezia La ricerca ha interessato il tardo periodo mamelucco, che cronologicamente si colloca nel secondo periodo di questo impero, chiamato dei Mamelucchi circassi-Burğī (1382-1517). In particolare si è esaminato, nei suoi aspetti politici, economici e sociali, il periodo dell’ultimo, seppure non cronologicamente ma per importanza storica, sultano circasso Qānṣū al-Ġūrī, (1501-1516), che guidò gli ultimi anni di vita di questo sultanato, fino alla caduta definitiva, con la sconfitta e la sua morte nella battaglia di Marğ Dābiq, nel nord della Siria, il 24 agosto 1516. In seguito a ciò i Turchi ottomani trovarono la strada verso il Cairo aperta. Il sultano Qānṣū al-Ġūrī riveste una particolare importanza anche in quanto ha regnato in un momento storico di cambiamento del sistema mondiale: il mondo entrava nell’era moderna, l’era della scoperte geografiche e del nuovo ordine politico, coloniale, culturale ed economico.
The Syrian-Egyptian Mamluks Empire was protagonist in Policy and Economy in Near East, reigning in Bilād al-Šām and Egypt, nearly three centuries (1250-1517). Historically the Mamluks have a great importance in political and military fields, found a strong and fixed empire. defending empire borders without expansion claims. They was protagonists in Economy, forming for a long period a solid connection between West and East for commercial exchanges and political interests, placing the own territory in the center of worldwide commerce, connecting the South-Asian market with European markets, concluding alliances and commercial treaty with European States, above all the Republic of Venice. The research concerns the late period of Mamluks Empire, which chronologically put on second period, called Circassian or Burğī (1382-1517). Specially the research examines policy, economy and society during the reign of the last, not chronologically but for historical importance, circassian sultan Qānṣū al-Ġūrī, (1501-1516), who guided the last years of sultanate, until the definitive fall, after the defeat of Marğ Dābiq battle, in northern Syria, on 24th august 1516, under the military power of the Turkish Ottoman army, wich after arrived at Cairo, capital of Mamluks Empire. Qānṣū al-Ġūrī died during the battle. Sultan Qānṣū al-Ġūrī has a special importance since he reigned in a historical period of world change: the world came in a modern era, the era of the geographic discoveries and of the new political, colonial, cultural and economic order.
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Costantini, Paolo <1990&gt. "Una nuova società per una diversa politica. Le riforme di Clistene l'Alcmeonide al vaglio delle fonti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5483.

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La tesi consiste in uno studio approfondito delle fonti antiche riguardanti Clistene e la sua azione riformatrice ad Atene sul finir del VI secolo a.C., prestando particolare attenzione a quelle meno note e più trascurate dagli studiosi moderni. Lo scopo dell’indagine non si esaurisce infatti nel tentativo di riproporre le considerazioni formulate da altri studiosi in precedenza, ma è piuttosto quello di mostrare che l’analisi della tradizione scritta restituisce un’immagine di Clistene e delle sue riforme che non risulta affatto scontato, anzi al quanto ambiguo. Il doppio ritratto dello statista trova ragion d’essere nel fatto che accanto alle fonti più note come Erodoto (V, 66-73) e Aristotele (AP 20-22), la tradizione ha anche conservato un considerevole numero di citazioni e riferimenti che dimostrano quanto le riforme clisteniche siano state sin dall’antichità oggetto di palesi contraddizioni, derivate dalla volontà di associare ad esse una precisa ma superflua connotazione politica. L’evidente ambiguità non va dunque ignorata, bensì considerata teste del fatto che alla base della più corretta riflessione teorica attorno ad un fatto storico di tale importanza deve esserci innanzitutto un attento esame dei testi antichi, i quali manifestano che le riforme clisteniche vanno considerate dapprima come l’istituzione di un nuovo ordine civico.
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Freschi, Lorenzo. "I sudditi al governo. Società e politica a Cividale e Gemona nel Friuli del Rinascimento veneziano". Thesis, Paris, EHESS, 2017. http://www.theses.fr/2017EHES0176.

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Le travail analyse le fonctionnement de la « società politica territoriale » dans le Frioul de la seconde moitié du XVe siècle, à partir de l’étude de deux « centri minori », Cividale et Gemona. Si la première peut être considérée comme une « città », la seconde peine à l’être et entre probablement dans la catégorie que Giorgio Chittolini a définie comme « quasi-città ». L’objectif du travail est d’analyser comment fonctionne concrètement la relation politique qui s’est construite depuis la dédition du Frioul à Venise entre cette terre de frontière et la ville dominante, en prenant en compte l’ensemble des acteurs politiques qui sont impliqués dans ce rapport et, plus largement, dans la gestion politique du territoire.La thèse s’ouvre par une discussion historiographique qui analyse les transformations des approches de l’Etat dans l’historiographie italienne aux XIXe et XXe siècles, pour aboutir à la définition plus précise du sujet du travail : les acteurs locaux d’un état régional italien. On précise ensuite les mises en œuvre de la question et son évolution dans l’historiographie régionale –celle de Venise et de son Etat– et locale –le Frioul pour conclure avec un panorama des sources des archives locaux et vénitiens.Le travail se déploie alors en trois grandes parties. La première, la plus brève, présente, en un seul chapitre, les grandes caractéristiques, territoriales, démographiques et socio-économiques, politiques enfin, de la Patria du Frioul. À suivre, le cœur du travail comporte deux fortes parties, consacrées chacune à l’un des deux sites en question – les communautés de Cividale et Gemona - analysés à travers leur dimension institutionnelle, sociale-politique et du contrôle du territoire dans lesquelles on va indaguer les formes spécifiques de chaque « société politique locale ». Une quatrième section met en comparaison les communautés de Cividale et Gemona avec les autres communautés de le Stado da Terra vénitien. Une conclusion finale qui présente un bilan de cette nouvelle organisation de la société politique locale, caractérisée à la fois par sa solide structuration et ses importantes transformations à la suite de la soumission à Venise
The thesis analyzes the functioning of the "società politica territoriale" in Friuli, in the second half of the fifteenth century, through the study of two "centri minori": Cividale and Gemona. If the first one can be considered as a "città", the second one can be defined as "quasi-città". The objective of the thesis is to analyze how the political relationship - that has been built since the Friuli “deditio” to Venice, a frontier land and the dominant city - had concretely worked, taking into account all the political actors involved in this relationship and in the political management of the territory.The dissertation opens with a historiographical discussion analyzing the transformation of state approaches in Italian historiography in the nineteenth and twentieth centuries, leading to a more precise definition of the subject of work: the local actors of a regional Italian state. Following/ On these subject, the introduction implements the same question and his evolution in the regional (Venetian) and local historiography (Friuli) to conclude with a panorama of the sources of the local and Venetian archives.The man core of the thesis is divided in four sections. The first presents, in a single chapter, the territorial, demographical, socio-economical, political characteristics of the Patria of the Friuli. Afterwards, the heart of the work deals with the communities of Cividale and Gemona in two strong sections, each one dedicated to one of the two sites in question. Cividale and Gemona are thus analyzed through their institutional, social-political and territorial control dimensions, in which it has been investigated the specific forms of each "local political society". A fourth section puts in comparison the communities of Cividale and Gemona with other similar communities of the Stado da Terra. A final conclusion presents an assessment of this new organization of the local political society, characterized by a solid structure and a significant transformation following the submission to Venice
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Oliveri, Federico. "Dal proletariato integrato alla cittadinanza insorgente : Habermas e la teoria critica della società alla ricerca di soggettività antagoniste". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2010. http://hdl.handle.net/11384/86117.

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Poletto, Marina <1994&gt. "Il conflitto del Canale del Beagle e la Guerra delle Falklands/Malvinas: l'influenza del regime militare argentino e della società internazionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17988.

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L'obiettivo di questa tesi è analizzare come l'impostazione istituzionale e ideologica della dittatura militare argentina (1976-1983) abbia influenzato la politica estera e relazioni internazionali del paese negli anni del suo governo, attraverso lo studio di due casi emblematici di dispute internazionali avvenuti durante il suddetto periodo: il conflitto del Canale del Beagle contro il vicino Cile e la Guerra della Falklands/Malvinas contro la Gran Bretagna. Verrà ripercorsa la storia del paese a partire dagli anni Trenta del Novecento quando è avvenuto il primo golpe militare moderno, fino all’avvento del Proceso de Reorganización Nacional nel 1976, per comprendere come il paese sia arrivato a vivere uno dei periodi più bui della sua storia. Si parlerà, anche, delle istituzioni militari e della loro funzione nel delineare la politica estera, identificandone i tratti caratteristici. Successivamente, si tratteranno nello specifico le due dispute territoriali: la loro origine, l’andamento delle negoziazioni, l’escalation militare e tutto ciò che è utile per avere un quadro completo sugli avvenimenti legati ad esse. Per ultimo, verrà prodotta un’analisi comparativa dei due conflitti con il fine di dare risposta ai tre quesiti fondanti di questo lavoro: perché la Junta Militar non è riuscita a portare avanti delle negoziazioni fruttuose con nessuno dei due contendenti? Perché accettare i costi di una guerra contro la Gran Bretagna e invece ritirare all’ultimo momento l’offensiva militare contro il Cile? Ma soprattutto, la militarizzazione di queste due dispute è attribuibile alla forma di governo autoritaria del Proceso? Nel contesto delle negoziazioni internazionali si applicherà la logica del Two-Level Games (Putnam, 1988), mentre per quanto riguarda la valutazione costi/benefici e il processo decisionale in situazioni di rischio si prenderà in considerazione la Prospect Theory (Kahneman e Tversky, 1979). Infine, si cercherà di spiegare il perché dell’uso della forza in politica estera e come questo sia legato o meno alla forma di governo militare autoritaria, grazie agli apporti di diversi autori (Mares, 2001; Lai e Slater, 2006; Weeks, 2012).
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Satta, Salvatore <1997&gt. "I paradisi fiscali e le società. La distribuzione del valore delle azioni del Government Pension Fund Global nei paradisi fiscali". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21867.

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La ricerca ha avuto lo scopo di individuare le società con sede in un paradiso fiscale (diverso dallo Stato di appartenenza) in cui il fondo sovrano norvegese avesse una partecipazione, cercando la distribuzione di questo valore ripartito tra gli Stati e le zone geografiche di origine, ma soprattutto verso quali paradisi fiscali passa la maggior parte dell’equity del GPFG e se in essi prevale un qualche tipo di settore piuttosto che un altro. I primi capitoli riguardano invece la definizione di paradiso fiscale, chi li utilizza e come vengono utilizzati dalle società.
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Galeva, Jordanka <1977&gt. "L'impatto delle politiche e dei programmi europei sullo sviluppo della società multiculturale e dello status sociale delle comunità minoritarie in Repubblica di Macedonia". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3192/1/GALEVA__JORDANKA__tesi.pdf.

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L’oggetto della mia ricerca è la società multiculturale e il livello di sviluppo sociale delle comunità minoritarie in Macedonia, rispetto all’attuazione delle politiche e i programmi europei per la stabilizzazione democratica. L’indagine condotta nella mia tesi si è sviluppata esaminando i risultati ottenuti dai programmi CARDS, attuati per soddisfare gli obblighi stabiliti nell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione e per l’implementazione dell’Accordo Quadro di Ohrid. Uno dei valori democratici, su cui l’UE è particolarmente attenta, ed al quale ha riservato un posto primario nei programmi CARDS, è la tutela dei diritti delle minoranze ossia il rispetto delle differenze culturali, linguistiche e religiose. L’obiettivo della mia indagine è stato quello di valutare l’impatto delle politiche europee sulla normativa macedone, concernente i diritti delle comunità minoritarie, ovvero il loro effetto sul consolidamento della società multiculturale e sullo status sociale delle comunità minoritarie in Macedonia. A tale scopo, in primo luogo sono stati esaminati gli emendamenti costituzionali e le modifiche legislative introdotti in seguito alla stipulazione dell’Accordo Quadro di Ohrid. L’analisi è stata incentrata nel verificare se la normativa macedone rientra nei parametri della normativa europea. I risultati ottenuti dimostrano quale è il tipo di multiculturalismo che promuove e garantisce la costituzione macedone. Attraverso l’analisi dei rapporti preparati dalla Commissione europea, relativi all’implementazione del Processo di Stabilizzazione e Associazione, è stato dimostrato come le politiche e i programmi europei hanno inciso sul consolidamento della società multiculturale. Analizzando invece i risultati dai rapporti relativi all’implementazione delle disposizioni dell’Accordo Quadro di Ohrid è stato valutato l’impatto che le politiche europee hanno avuto sullo sviluppo sociale delle comunità minoritarie in Macedonia. Per la valutazione di questo ultimo, sono state prese in considerazione il livello di partecipazione politica delle comunità minoritarie, la realizzazione delle richieste e delle questioni legate alla loro particolarità, l’ambito normativo regolato dal diritto di con-decisione, la rappresentanza delle comunità minoritarie nella sfera pubblica, il livello dell’accesso di istruirsi nella propria lingua e quindi il livello di istruzione e l’ambito e la libertà di usare la propria lingua nel settore pubblico. I concetti principali di questa ricerca sono: cooperazione, democrazia, multiculturalismo e sviluppo. Il termine cooperazione usato in questa ricerca si riferisce ai rapporti di cooperazione instaurati tra l’Unione Europea e la Macedonia nell’ambito dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione e dell’Accordo Quadro di Ohrid, ossia il sostegno dell’UE per la stabilizzazione democratica della Macedonia. Riferendosi a questa ultima, si fa riferimento al livello di garanzia di libera partecipazione dei cittadini, in ogni segmento della vita politica, sociale ed economica, senza discriminazioni etniche, linguistiche e religiose. Il termine multiculturalismo si riferisce alla società multiculturale ed è legato alla questione della politica della differenza, ossia del riconoscimento delle differenze culturali, che discendono dall’appartenenza ad una minoranza etnica e linguistica. Il multiculturalismo in questa ricerca viene analizzato, riferendosi alla multiculturalità della società macedone e ai diritti che la Costituzione macedone garantisce alle comunità minoritarie in Macedonia. Infine, per lo sviluppo in questa ricerca si fa riferimento allo sviluppo sociale delle comunità minoritarie, inteso e misurato tramite una seri di indicatori relativi all’occupazione (crescita di capitale sociale), all’educazione (capitale umano e qualifica di alta istruzione), alla partecipazione politica (occupazione dei posti principali nelle istituzione governative e della amministrazione pubblica), alla diffusione della cultura (uso e mantenimento della lingua e delle tradizioni) ecc. Prendendo in considerazione i principali concetti di questa tesi, il quadro teorico della ricerca sviluppa i nodi cruciali del dibattito sullo sviluppo e la democrazia, sul nesso tra democrazia e multiculturalismo e tra multiculturalismo e sviluppo. Attenendosi alle varie tesi, la ricerca avrà lo scopo di rilevare come si conciliano la società multiculturale macedone ed il modello democratico vigente. In questo contesto sarà fatto riferimento alle tesi fanno favoriscono la necessità di iniziare con la democrazia per poter innescare e sostenere il processo di sviluppo, alla tesi che sostiene la necessità di riconoscimento obbligatorio dei diritti collettivi nella società multiculturale, ossia dell’etnosviluppo delle comunità minoritarie. La ricerca è stata condotta tramite i seguenti metodi: - Il metodo descrittivo sarà usato per descrivere cosa è accaduto nel periodo di interesse di ricerca, riguardo i cambiamenti di natura sociale e politica delle minoranze in Macedonia. - Il metodo comparativo sarà applicato nella comparazione dell'efficacia delle leggi relative ai diritti delle minoranze e del loro status di sviluppo sociale e politico, prima e dopo l'attuazione e implementazione delle riforme europee. - Il metodo qualitativo sarà applicato per l’analisi di documenti, della legislatura e dei rapporti europei e nazionali. Le fonti usate in questa ricerca principalmente si basano su: - analisi di documenti e rapporti governativi, rapporti elaborati dalla Commissione Europea, dall’OSCE, dagli organi governativi e dalle organizzazioni non governative. - analisi di letteratura accademica, focalizzata sui problemi che sono oggetto di questa ricerca. - analisi di documenti pubblicati, come la gazzetta ufficiale, leggi costituzionali e atti legislativi, strategie nazionali e statistiche ufficiali. - analisi dei dati ottenuti da interviste e questionari.
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Galeva, Jordanka <1977&gt. "L'impatto delle politiche e dei programmi europei sullo sviluppo della società multiculturale e dello status sociale delle comunità minoritarie in Repubblica di Macedonia". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3192/.

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L’oggetto della mia ricerca è la società multiculturale e il livello di sviluppo sociale delle comunità minoritarie in Macedonia, rispetto all’attuazione delle politiche e i programmi europei per la stabilizzazione democratica. L’indagine condotta nella mia tesi si è sviluppata esaminando i risultati ottenuti dai programmi CARDS, attuati per soddisfare gli obblighi stabiliti nell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione e per l’implementazione dell’Accordo Quadro di Ohrid. Uno dei valori democratici, su cui l’UE è particolarmente attenta, ed al quale ha riservato un posto primario nei programmi CARDS, è la tutela dei diritti delle minoranze ossia il rispetto delle differenze culturali, linguistiche e religiose. L’obiettivo della mia indagine è stato quello di valutare l’impatto delle politiche europee sulla normativa macedone, concernente i diritti delle comunità minoritarie, ovvero il loro effetto sul consolidamento della società multiculturale e sullo status sociale delle comunità minoritarie in Macedonia. A tale scopo, in primo luogo sono stati esaminati gli emendamenti costituzionali e le modifiche legislative introdotti in seguito alla stipulazione dell’Accordo Quadro di Ohrid. L’analisi è stata incentrata nel verificare se la normativa macedone rientra nei parametri della normativa europea. I risultati ottenuti dimostrano quale è il tipo di multiculturalismo che promuove e garantisce la costituzione macedone. Attraverso l’analisi dei rapporti preparati dalla Commissione europea, relativi all’implementazione del Processo di Stabilizzazione e Associazione, è stato dimostrato come le politiche e i programmi europei hanno inciso sul consolidamento della società multiculturale. Analizzando invece i risultati dai rapporti relativi all’implementazione delle disposizioni dell’Accordo Quadro di Ohrid è stato valutato l’impatto che le politiche europee hanno avuto sullo sviluppo sociale delle comunità minoritarie in Macedonia. Per la valutazione di questo ultimo, sono state prese in considerazione il livello di partecipazione politica delle comunità minoritarie, la realizzazione delle richieste e delle questioni legate alla loro particolarità, l’ambito normativo regolato dal diritto di con-decisione, la rappresentanza delle comunità minoritarie nella sfera pubblica, il livello dell’accesso di istruirsi nella propria lingua e quindi il livello di istruzione e l’ambito e la libertà di usare la propria lingua nel settore pubblico. I concetti principali di questa ricerca sono: cooperazione, democrazia, multiculturalismo e sviluppo. Il termine cooperazione usato in questa ricerca si riferisce ai rapporti di cooperazione instaurati tra l’Unione Europea e la Macedonia nell’ambito dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione e dell’Accordo Quadro di Ohrid, ossia il sostegno dell’UE per la stabilizzazione democratica della Macedonia. Riferendosi a questa ultima, si fa riferimento al livello di garanzia di libera partecipazione dei cittadini, in ogni segmento della vita politica, sociale ed economica, senza discriminazioni etniche, linguistiche e religiose. Il termine multiculturalismo si riferisce alla società multiculturale ed è legato alla questione della politica della differenza, ossia del riconoscimento delle differenze culturali, che discendono dall’appartenenza ad una minoranza etnica e linguistica. Il multiculturalismo in questa ricerca viene analizzato, riferendosi alla multiculturalità della società macedone e ai diritti che la Costituzione macedone garantisce alle comunità minoritarie in Macedonia. Infine, per lo sviluppo in questa ricerca si fa riferimento allo sviluppo sociale delle comunità minoritarie, inteso e misurato tramite una seri di indicatori relativi all’occupazione (crescita di capitale sociale), all’educazione (capitale umano e qualifica di alta istruzione), alla partecipazione politica (occupazione dei posti principali nelle istituzione governative e della amministrazione pubblica), alla diffusione della cultura (uso e mantenimento della lingua e delle tradizioni) ecc. Prendendo in considerazione i principali concetti di questa tesi, il quadro teorico della ricerca sviluppa i nodi cruciali del dibattito sullo sviluppo e la democrazia, sul nesso tra democrazia e multiculturalismo e tra multiculturalismo e sviluppo. Attenendosi alle varie tesi, la ricerca avrà lo scopo di rilevare come si conciliano la società multiculturale macedone ed il modello democratico vigente. In questo contesto sarà fatto riferimento alle tesi fanno favoriscono la necessità di iniziare con la democrazia per poter innescare e sostenere il processo di sviluppo, alla tesi che sostiene la necessità di riconoscimento obbligatorio dei diritti collettivi nella società multiculturale, ossia dell’etnosviluppo delle comunità minoritarie. La ricerca è stata condotta tramite i seguenti metodi: - Il metodo descrittivo sarà usato per descrivere cosa è accaduto nel periodo di interesse di ricerca, riguardo i cambiamenti di natura sociale e politica delle minoranze in Macedonia. - Il metodo comparativo sarà applicato nella comparazione dell'efficacia delle leggi relative ai diritti delle minoranze e del loro status di sviluppo sociale e politico, prima e dopo l'attuazione e implementazione delle riforme europee. - Il metodo qualitativo sarà applicato per l’analisi di documenti, della legislatura e dei rapporti europei e nazionali. Le fonti usate in questa ricerca principalmente si basano su: - analisi di documenti e rapporti governativi, rapporti elaborati dalla Commissione Europea, dall’OSCE, dagli organi governativi e dalle organizzazioni non governative. - analisi di letteratura accademica, focalizzata sui problemi che sono oggetto di questa ricerca. - analisi di documenti pubblicati, come la gazzetta ufficiale, leggi costituzionali e atti legislativi, strategie nazionali e statistiche ufficiali. - analisi dei dati ottenuti da interviste e questionari.
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CAMPENNI, MARCO. "Agenti (autonomi) normativi in società artificiali: uno studio simulativo sull'emergenza di artefatti sociali". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1394.

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Lo studio degli artefatti sociali, in particolare delle norme sociali, ha suscitato e suscita l'interesse di numerose e diverse comunità scientifiche. Tradizionalmente, filosofi, sociologi, giuristi e psicologi si sono interessati allo studio dell'origine delle norme e ai meccanismi socio-psicologici coinvolti nella adozione o trasgressione delle stesse; tuttavia, nell'ultimo ventennio questo interesse si è notevolmente allargato, influenzando la ricerca di settori scientifici più “duri” quali l'intelligenza artificiale, lo studio dei sistemi multi-agente, la teoria dei giochi e la robotica. Ognuno di questi ambiti disciplinari ha applicato il proprio approccio allo studio delle norme tentando di gettare luce sui meccanismi che sottendono: i) al comportamento coordinato che può emergere dall'adozione collettiva di una norma (o convenzione), ii) al processamento delle rappresentazioni mentali relative a regole sociali (quali le credenze normative), iii) all'influenza che il possesso o meno di norme può avere sul comportamento degli individui. Ciascuno di questi ambiti ha iniziato più o meno recentemente ad occuparsi dello studio delle norme; di conseguenza, alcuni di essi si trovano in una fase più matura, altri sono ancora in una fase iniziale (come senza dubbio la robotica, che da questo punto di vista rappresenta l'ultima arrivata). In questo lavoro, cercherò di mostrare come possa essere utile affrontare lo studio delle norme (di come esse si affermano socialmente, di come esse si insediano nella mente degli agenti, di come esse incidono sui comportamenti), utilizzando un approccio che per certi versi potremmo definire ibrido. Cercherò di conciliare due tradizioni contrapposte, provando a trarre il meglio da entrambe: la tradizione dell'approccio legato alla game theory, da un lato, e quello legato ai sistemi multi-agente, dall'altro.
The study of social artefacts, including social norms, has aroused and attracted the attention of many different scientific communities. Traditionally, philosophers, sociologists, lawyers and psychologists are interested in studying the origin of norms and socio-psychological mechanisms involved in adoption or transgression of norms, but the last two decades this interest has expanded considerably, influencing research in scientific fields more "hard" as artificial intelligence, the study of multi-agent systems, game theory and robotics. Each of these disciplines have applied their approach to the study of norms attempting to clarify mechanisms underlying: i) coordinated behavior emerging from collective adoption of norm (or convention), ii) processing of mental representations relating to social rules (such as normative beliefs), iii) influence which the possession of norms may have on the individual behavior. Each of these fields began to study social norms more or less recently; some of them are in a more mature phase, others are still at an early stage (as robotics, the more young from this point of view). In this thesis, I will try to show how it can help tackle the study of norms (as they socially establish, how they install themselves in the minds of agents, how they affect behaviors), using an approach that in some ways we could define hybrid. I will try to reconcile two opposing traditions, trying to benefit from the best of both worlds: the traditional approach linked to game theory, on the one hand, and those related to multi-agent systems, on the other.
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Del, Sordo Aurora <1999&gt. "“Il divario tra Nord e Sud attraverso la lente della disoccupazione giovanile” e come sottotitolo “Il caso delle Società Benefit come possibili driver di cambiamento”". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22011.

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Il focus dell’elaborato sarà costituito dal tema della disoccupazione giovanile. Si tratta di una dimensione di cui si dibatte molto, su cui si è cercato di agire molto spesso senza riuscire però ad ottenere risultati che ribaltassero la situazione. In particolare, l’obiettivo di tutto l’elaborato sarà investigare sulle profonde discrepanze presenti all’interno del Paese. La differenza in termini di occupazione giovanile (e non solo) tra Settentrione e Meridione ha subito differenti picchi, sia in positivo che in negativo ma il tempo – e le misure adottate – non l’hanno mai annullata. Da dove nasce, dunque, questa discrepanza notevole tra gli occupati al Nord e quelli al Sud? Perché i giovani, sebbene ci siano una serie di politiche pensate e attuate per il Sud, non riescono a trovare lavoro o sono costretti a emigrare? Com’è possibile che al Meridione si abbia un livello più alto di laureati e un livello così basso di occupazione giovanile? Per rispondere a queste domande si prenderanno come punti di riferimento due regioni molto diverse tra loro anche in questo contesto: il Veneto e la Puglia. L’elaborato procederà attraverso un’analisi sui cosiddetti most dissimilar systems: le regioni prese in considerazione sono di fatti differenti tra loro sia in relazione al tema della disoccupazione giovanile sia da un punto di vista demografico, economico, di sviluppo, di politiche implementate. Si guarderà alle stesse cercando analogie e differenze su azioni attuate a livello europeo, nazionale e regionale. Nel cercare le risposte ai suddetti quesiti, si tratterà un caso studio dallo sviluppo particolarmente recente: si tratta delle società benefit, società a scopo di lucro che però hanno un notevole impatto sociale in vari campi, tra cui appunto quello dell’occupazione. In particolare, si prenderanno in considerazione SerenDPT, società benefit con sede nell’isola della Giudecca a Venezia, la quale funge da acceleratore di start-up che operano in campi differenti, tutti con lo scopo di migliorare e ripopolare l’ecosistema veneziano e Neetra, società benefit con sede in provincia di Bari, leader nel settore della progettazione, produzione e vendita di apparati per il Broadcasting Radiotelevisivo.
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FONTANA, CASSANDRA. "L'acacia e la galassia. Interrogare i nessi tra urbanistica, ecologia e utopia". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/314758.

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Resumen
La ricerca analizza i processi di produzione dello spazio socio-naturale di una comunità intenzionale, Auroville (Tamil Nadu, India) soffermandosi sulla risignificazione della relazione tra natura/società. Il caso studio funge da volano: un contesto che si misura sia con l’obiettivo di costruire una città di fondazione d’età moderna sia con la messa in pratica di obiettivi di autosufficienza, democrazia diretta, gestione collettiva dei beni comuni e costruzione di relazioni ecosistemiche equilibrate e basate sulla cura. Coesistono quindi una Utopia spaziale (Harvey, 2000) formalizzata grazie ad un progetto di città di fondazione ed un esperimento sociale basato sulla costruzione di relazioni distanti da logiche di sfruttamento e dominio: un tentativo di rivendicazione del diritto alla città inteso come diritto ad una vita altra. Altra perché capace di emanciparsi dalle logiche schiaccianti di un modello societario basato su accumulazione e consumo per mettere in pratica, attraverso un quotidiano rivoluzionato nei suoi ritmi, obiettivi di evoluzione spirituale estremamente ambiziosi. Un diritto alla vita, una utopia sperimentale, che allontanandosi dalle logiche di dominio accoglie i non-umani come attori portatori di un’agency il cui valore e la cui importanza non possono essere messi in secondo piano e che pone così le basi per relazioni di reciproca cura. Un contesto che incarnando tentativi di ripensamento delle pratiche e dei modelli propri della pianificazione territoriale all’interno di un esperimento – utopico – radicato nel ripensamento della relazione uomo-natura, ha fornito elementi utili allo sviluppo di una riflessione sulle radici epistemiche della disciplina urbanistica e sul rapporto che questa intesse con il pensiero ecologico. La ricerca mette al centro del ragionamento il concetto di Utopia o meglio l’utopismo inteso come crogiolo di visioni, capaci di coesistere, collidere e confliggere, da ricondurre necessariamente al sistema culturale-sociale geograficamente e storicamente situato di cui sono specchio e funzione. Così, dando per assodato il legame tra l’utopia e il consolidamento della disciplina urbanistica in epoca moderna, sono stati riallacciati i fili di questa relazione prestando attenzione alle corrispondenze tra l’evoluzione del concetto di Utopia-utopismo e l’evoluzione in età moderna del corpus teorico e tecnico dell’urbanistica. Ne è emersa una riflessione critica sui fondamenti epistemologici della disciplina urbanistica che per avvicinamenti progressivi ha portato a individuare nella biforcazione natura-società il nodo chiave della razionalità, squisitamente moderna, su cui la materia ha eretto le sue basi. Sono stati indagati gli effetti di tale razionalità sui processi di produzione dello spazio e sono stati individuati nel ricongiungimento di questi due regni di fatto inscindibili i fondamenti dell’ecologia politica urbana: una prospettiva evolutiva estremamente interessante per alimentare un avanzamento disciplinare dell’urbanistica.
The research analyzes the processes of socio-natural space production of an intentional community, Auroville (Tamil Nadu, India), focusing on the re-signification of the relationship between nature and society. The case study acts as a flywheel: a context where the aim of building a new-town planned in the modern age coexists with objectives of self-sufficiency, direct democracy, collective management of common goods and the establishment of care-based relationships with the ecosystems. A context which, by attempting to rethink the practices and models of territorial planning within a - utopian - experiment rooted in the rethinking of the relationship between man and nature, can provide useful elements for the development of a reflection on the epistemic roots of urban planning and on the relationship that it interweaves with ecological thinking. The research focuses on the concept of Utopia or rather utopianism, understood as a melting pot of coexisting, colliding and conflicting visions that can be traced back to the geographically and historically located cultural-social system they mirror. Thus, being settled the link between utopia and the consolidation of the urban planning discipline in the modern era, the research reconnects the threads of this relationship by paying particular attention to the correspondences between the evolution of the concept of Utopia-utopianism and the evolution in the modern age of the theoretical and technical corpus of urban planning. As a result, a critical reflection on the epistemological foundations of the urban planning discipline emerged and the nature-society bifurcation was identified as a key node of rationality, exquisitely modern, on which the discipline has historically erected its foundations. The effects of this rationality on the processes of space production were investigated, the need for a theoretical reunion of these two inseparable realms acknowledge, and the insights form urban political ecology recognized as an extremely interesting evolutionary perspective to feed disciplinary advancement in urban planning. The Aurovillian case is particularly appropriate to stimulate this reflection, being first of all a spatial Utopia (Harvey, 2000) formalized through a new-town project but also a social experiment based on the construction of relationships distant from the logic of exploitation and domination: an attempt of claiming the right to the city understood as the right to a different life. Different because it aims at emancipating itself from the overwhelming logics of accumulation and consumption in order to put into practice, through a daily life revolutionized in its rhythms, the extremely ambitious objectives of collective spiritual evolution. A right to life, an experimental utopia, which, moving away from the logic of domination, welcomes non-humans as actors carrying an agency whose value and importance cannot be overshadowed. An attempt to put into practice an ecological approach that – linked to the reflections of social ecology (Bookchin, 2012) and political ecology (also in its urban - UPE meaning) – fuels the creation of webs of life (Moore, 2015) capable of overcoming dichotomous and hierarchical interpretations of nature and society.
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Mogno, Clara. "Il pensiero politico di Pierre Clastres". Thesis, Paris 10, 2018. http://www.theses.fr/2018PA100022.

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Le travail que nous présentons ici se compose principalement de deux parties. En premier lieu, nous proposons un chemin de reconstruction et de problématisation de la pensée politique de Pierre Clastres, qui constitue le travail de thèse au sens propre ; en second lieu, une série de matériaux d’archive inédits (Appendice I) et de textes clastriens jamais traduits en langue italienne jusqu’à présent (Appendice II).La première partie, intitulée Il pensiero politico di Pierre Clastres (La pensée politique de Pierre Clastres), s’articule en trois chapitres, dont le premier consiste en une reconstruction de la trajectoire intellectuelle de l’auteur à travers sa mise en contexte par rapport aux débats politico-intellectuels parisiens des années 1960-1970. Ce travail historique nous a permis de mieux saisir la spécificité de la pensée clastrienne et les références, explicites et implicites, présentes dans ses textes. Nous avons analysé, notamment, ses rapports avec le PCF, avec les projets intellectuels et politiques de Socialisme ou barbarie et Libre, ses relations avec Claude Lévi-Strauss, Claude Lefort, Alfred Métraux et Lucien Sebag entre autres. Le deuxième chapitre, Contre, est dédié à l’analyse de la thèse clastrienne des sociétés primitives conçues comme des sociétés qui s’organisent contre l’apparition de l’État. Nous avons ici reconstruit la genèse de la proposition clastrienne, en étudiant en particulier son interprétation de la théorie échangiste proposée par Lévi-Strauss. En effet, c’est à partir d’une mise en question de l’échange au niveau de la chefferie et à la lumière de l’observation du phénomène guerrier que l’auteur a construit son anthropologie politique. Ensuite, nous avons essayé de problématiser la notion d’ « État » utilisée par Clastres dans la perspective de l’histoire conceptuelle (Begriffsgeschichte), en nous focalisant sur les théories du contractualisme et du pacte social propres à la tradition philosophique moderne.Le troisième et dernier chapitre est une reconstruction de la réception de la pensée clastrienne en philosophie politique contemporaine et en anthropologie. Nous avons analysé ici les dialogues de Clastres avec Deleuze, Guattari et Foucault d’une côté et, en suite, certaines reprises et critiques de ses thèses dans le débat contemporain. La deuxième partie rend compte des résultats du travail d’archive qui a été fait pendant les années de notre recherche. En Appendice I nous présentons des transcriptions des entretiens que nous avons consultés en format audio et vidéo à l’INA (Institut National de l’Audiovisuel) à la BnF (Bibliothèque Nationale de France). Ensuite, nous présentons une série de textes jamais traduits en italien, dont un certain nombre n’étaient même pas signalé par la bibliographie de référence (le Cahier Pierre Clastres, édité par Miguel Abensour et Anne Kupiec) ni par le catalogue du fond IMEC – comme, par exemple, l’entretien avec Raymond Bellour dans Le livre des autres
The work is composed of two sections. The first part is a reconstruction and a problematization of Pierre Clastres’s political thought, which constitutes the dissertation; the second part is a collection of unpublished documents (Appendice I) along with the translation of some Clastrian texts, never translated into Italian before (Appendice II).The first section Il pensiero politico di Pierre Clastres (Pierre Clastres’ political thought) consists of three chapters. In the first one, I propose a study of the author’s intellectual trajectory, through an analysis of contexts and a discussion of political and intellectual debates going on in those years (Paris, ’60-’70). This historical approach allowed me to understand the specificity of Clastres’s thought and references, both implicit and explicit, contained in his texts. I have analysed his relations with PCF, with intellectual and political projects such as Socialisme ou barbarie and Libre and his acquaintance with Lévi-Strauss, Lefort, Métraux, Sebag among others. The second chapter, Contre, is consecrated to the analysis of Clastres’s hypothesis that state-less societies are organised against the rising of the State. I have here reconstructed the evolution of Clastres’s proposal by analyzing in particular how the author relates to the theory of exchange proposed by Lévi-Strauss. Indeed, it is through a redefinition of the notion of exchange at the level of chieftainship and war that the author has constructed his political anthropology. I have then tried to problematize the notion of “State” used by Clastres through studies on contractualism and the social pact in modern political theory related to the approach of conceptual history (Begriffsgeschichte). In the third chapter, I have studied the reception of Clastrian thought in contemporary political philosophy and anthropology: on the one hand, I have addressed Clastres’s dialogues with Deleuze, Guattari and Foucault and, on the other, I have carried out a mapping of the most relevant readings of Clastres in the contemporary debate. The second part reports on the results of the archival work that I have done during these years of research. In Appendice I, I present some transcripts of interviews I have made at INA (Institut National de l’Audiovisuel). Lastly, in Appendice II I propose the Italian translation of some texts, a number of which were not even mentioned in the bibliography of reference (Cahier Pierre Clastres by Miguel Abensour and Anne Kupiec) or in the catalogue of Pierre Clastres’s archive – like, for example, the interview with Raymond Bellour in Le livre des autres
Il lavoro che presentiamo qui si compone principalmente di due parti. In primo luogo proponiamo un lavoro di ricostruzione e di problematizzazione del pensiero politico di Pierre Clastres, lavoro di tesi vero e proprio; in secondo luogo, una serie di materiali d’archivio inediti (Appendice I) e di testi clastriani mai tradotti in italiano fino ad ora (Appendice II). La prima parte, intitolata Il pensiero politico di Pierre Clastres, si articola in tre capitoli. Il primo consiste in una ricostruzione della traiettoria intellettuale dell’autore attraverso un’analisi del contesto rispetto ai dibattiti politici e intellettuali parigini degli anni 1960 – 1970. Questo lavoro storico ci ha permesso di cogliere la specificità del pensiero clastriano e i riferimenti, impliciti ed espliciti, presenti nei suoi testi. Abbiamo analizzato, ovviamente, i suoi rapporti con il PCF, con progetti intellettuali e politici quali Socialisme ou barbarie e Libre, le sue relazioni con Lévi-Strauss, Lefort, Métraux, Sebag e altri. Il secondo capitolo, Contre (Contro), è dedicato all’analisi della tesi clastriana delle “società primitive” concepite come delle società che si organizzano contro la comparsa dello Stato. Abbiamo qui ricostruito la genesi della proposta clastriana, analizzando in particolare la sua interpretazione della teoria dello scambio proposta da Lévi-Strauss. Infatti è a partire da una messa in questione dello scambio al livello della chefferie e alla luce dell’osservazione del fenomeno guerriero che l’autore ha costruito la sua antropologia politica. In seguito, abbiamo provato a problematizzare il concetto di “Stato” utilizzato da Clastres nella prospettiva della storia concettuale (Begriffsgeschichte), focalizzandoci sulle teorie del contrattualismo e del patto sociale proprie della tradizione filosofica moderna.Il terzo e ultimo capitolo è una ricostruzione della ricezione del pensiero clastriano in filosofia politica contemporanea e in antropologia. Abbiamo qui analizzato i dialoghi di Clastres con Deleuze, Guattari e Foucault da una parte e, in seguito, alcune riprese e critiche delle sue tesi nel dibattito contemporaneo. La seconda parte rende conto dei risultati del lavoro d’archivio che abbiamo svolto durante questi anni di ricerca. In Appendice I delle trascrizioni di interviste, che abbiamo consultato in formato audio e video all’INA (Institut National de l’Audiovisuel) alla BNF (Bibliothèque Nationale de France). Infine presentiamo una serie di testi mai tradotti in italiano, alcuni dei quali non erano segnalati dalla bibliografia di riferimento (il Cahier Pierre Clastres, curato da Miguel Abensour e Anne Kupiec) né dal catalogo del fondo IMEC – come, per esempio, l’intervista con Raymond Bellour in Le livre des autres
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STORTONE, STEFANO. "VERSO UN MODELLO DI DEMOCRAZIA "CIVILE": CONSIDERAZIONI TEORICO-NORMATIVE SUL BILANCIO PARTECIPATIVO DI PORTO ALEGRE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/800.

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Il Bilancio Partecipativo (BP) è probabilmente l’esempio più famoso ed interessante di governance locale per i suoi effetti democratici e redistributivi. Per via del coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo decisionale, il BP è considerato una forma di democrazia diretta capace di ovviare agli attuali limiti della democrazia rappresentativa moderna. Tuttavia, ad un’attenta analisi, è possibile identificare nel suo funzionamento anche degli elementi rappresentativi che non sono mai stati presi molto in seria considerazione. Infatti, poiché la partecipazione avviene solitamente attraverso gruppi ed associazioni, nuove forme di rappresentanza e nuovi rappresentanti emergono in competizione con quelli tradizionali politici in termini di consenso, sostegno popolare e dunque legittimità. Il presente lavoro vuole andare oltre il pensiero corrente e proporre un’interpretazione originale del modello istituzionale del BP come una forma nuova ed alternativa di democrazia rappresentativa, in cui le organizzazioni della società civile assumono un ruolo centrale: dietro al BP vi sarebbe una sorta di democrazia ‘civile’. Questo punto di vista alternativo non solo può stimolare un ulteriore dibattito in letteratura, ma aprire anche degli scenari interessanti in relazione ai temi più generali della crisi delle istituzioni liberal-democratiche e del ruolo e dell’identità della società civile.
Participatory Budgeting (PB) is probably the most famous and interesting example of innovative local governance for its redistributive and democratic effects. Due to the direct involvement of citizens in the decision-making process, PB is celebrated as an example of direct democracy which can help to deal with the limits of representative democracy. However, on closer analysis, it is possible to identify elements of representation in its functioning, which are taken into little consideration and which could probably modify the prevalent theoretical belief. In fact, as citizens usually participate through their groups and associations, new representatives emerge challenging the traditional channels of political representation in terms of popular approval, consensus, hence legitimacy. This work aims to go beyond the prevailing narrative and propose an original interpretation of the PB’s institutional model as a new and alternative representative democracy, where the main political actors become organizations from the civil society: behind PB there seems to lie a sort of ‘civil’ democracy. Hence, introducing this alternative viewpoint can, not only further questions which are never fully considered in the literature, but also open interesting scenarios in the debate over the crisis of liberal-democratic institutions and the role and the identity of civil society.
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STORTONE, STEFANO. "VERSO UN MODELLO DI DEMOCRAZIA "CIVILE": CONSIDERAZIONI TEORICO-NORMATIVE SUL BILANCIO PARTECIPATIVO DI PORTO ALEGRE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/800.

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Il Bilancio Partecipativo (BP) è probabilmente l’esempio più famoso ed interessante di governance locale per i suoi effetti democratici e redistributivi. Per via del coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo decisionale, il BP è considerato una forma di democrazia diretta capace di ovviare agli attuali limiti della democrazia rappresentativa moderna. Tuttavia, ad un’attenta analisi, è possibile identificare nel suo funzionamento anche degli elementi rappresentativi che non sono mai stati presi molto in seria considerazione. Infatti, poiché la partecipazione avviene solitamente attraverso gruppi ed associazioni, nuove forme di rappresentanza e nuovi rappresentanti emergono in competizione con quelli tradizionali politici in termini di consenso, sostegno popolare e dunque legittimità. Il presente lavoro vuole andare oltre il pensiero corrente e proporre un’interpretazione originale del modello istituzionale del BP come una forma nuova ed alternativa di democrazia rappresentativa, in cui le organizzazioni della società civile assumono un ruolo centrale: dietro al BP vi sarebbe una sorta di democrazia ‘civile’. Questo punto di vista alternativo non solo può stimolare un ulteriore dibattito in letteratura, ma aprire anche degli scenari interessanti in relazione ai temi più generali della crisi delle istituzioni liberal-democratiche e del ruolo e dell’identità della società civile.
Participatory Budgeting (PB) is probably the most famous and interesting example of innovative local governance for its redistributive and democratic effects. Due to the direct involvement of citizens in the decision-making process, PB is celebrated as an example of direct democracy which can help to deal with the limits of representative democracy. However, on closer analysis, it is possible to identify elements of representation in its functioning, which are taken into little consideration and which could probably modify the prevalent theoretical belief. In fact, as citizens usually participate through their groups and associations, new representatives emerge challenging the traditional channels of political representation in terms of popular approval, consensus, hence legitimacy. This work aims to go beyond the prevailing narrative and propose an original interpretation of the PB’s institutional model as a new and alternative representative democracy, where the main political actors become organizations from the civil society: behind PB there seems to lie a sort of ‘civil’ democracy. Hence, introducing this alternative viewpoint can, not only further questions which are never fully considered in the literature, but also open interesting scenarios in the debate over the crisis of liberal-democratic institutions and the role and the identity of civil society.
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GRAVELA, MARTA. "STRUTTURE PARENTALI E SOCIETÀ POLITICA A TORINO DAL DUE AL QUATTROCENTO.MECCANISMI DI RIPRODUZIONE FAMILIARE, STRATEGIE ECONOMICHE E PARTECIPAZIONE ISTITUZIONALE DELL'ÉLITE CITTADINA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/255430.

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This doctoral thesis is focused on the élite of Turin during the late Middle Ages, with particular regard to parental structures and their reproductive strategies. In fact, the deep changes occurred in the élite between 12th and 14th century are not only the result of the political decisions of the Dukes of Savoy and of the demographic crisis, but also the outcome of economic and social choices of the families. The research aims at showing how behaviours and events within parental groups have an effect on the political and social changes of the citizenship, taking into account residential patterns, economic strategies, inheritance models and financial investments. On the one hand, different combinations of these elements, in which inheritance patterns play an essential role, are crucial for the duration and success of parental groups; on the other hand, they have a significant impact on the political balances of the families and the élite.
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Mogno, Clara. "Il pensiero politico di Pierre Clastres". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424735.

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The work is composed of two sections. The first part is a reconstruction and a problematization of Pierre Clastres’s political thought, which constitutes the dissertation; the second part is a collection of unpublished documents (Appendice I) along with the translation of some Clastrian texts, never translated into Italian before (Appendice II). The first section Il pensiero politico di Pierre Clastres (Pierre Clastres’ political thought) consists of three chapters. In the first one, I propose a study of the author’s intellectual trajectory, through an analysis of contexts and a discussion of political and intellectual debates going on in those years (Paris, ’60-’70). This historical approach allowed me to understand the specificity of Clastres’s thought and references, both implicit and explicit, contained in his texts. I have analysed his relations with PCF, with intellectual and political projects such as Socialisme ou Barbarie and Libre and his acquaintance with Lévi-Strauss, Lefort, Métraux, Sebag among others. The second chapter, Contre, is consecrated to the analysis of Clastres’s hypothesis that state-less societies are organised against the rising of the State. I have here reconstructed the evolution of Clastres’s proposal by analyzing in particular how the author relates to the theory of exchange proposed by Lévi-Strauss. Indeed, it is through a redefinition of the notion of exchange at the level of chieftainship and war that the author has constructed his political anthropology. I have then tried to problematize the notion of “State” used by Clastres through studies on contractualism and the social pact in modern political theory related to the approach of conceptual history (Begriffsgeschichte). In the third chapter, I have studied the reception of Clastrian thought in contemporary political philosophy and anthropology: on the one hand, I have addressed Clastres’s dialogues with Deleuze, Guattari and Foucault and, on the other, I have carried out a mapping of the most relevant readings of Clastres in the contemporary debate. The second part reports on the results of the archival work that I have done during these years of research. In Appendice I, I present some transcripts of interviews I have made at INA (Institut National de l’Audiovisuel). Lastly, in Appendice II I propose the Italian translation of some texts, a number of which were not even mentioned in the bibliography of reference (Cahier Pierre Clastres by Miguel Abensour and Anne Kupiec) or in the catalogue of Pierre Clastres’s archive – like, for example, the interview with Raymond Bellour in Le livre des autres.
Il lavoro che presentiamo qui si compone principalmente di due parti. In primo luogo proponiamo un lavoro di ricostruzione e di problematizzazione del pensiero politico di Pierre Clastres, lavoro di tesi vero e proprio; in secondo luogo, una serie di materiali d’archivio inediti (Appendice I) e di testi clastriani mai tradotti in italiano fino ad ora (Appendice II). La prima parte, intitolata Il pensiero politico di Pierre Clastres, si articola in tre capitoli. Il primo consiste in una ricostruzione della traiettoria intellettuale dell’autore attraverso un’analisi del contesto rispetto ai dibattiti politici e intellettuali parigini degli anni 1960 – 1970. Questo lavoro storico ci ha permesso di cogliere la specificità del pensiero clastriano e i riferimenti, impliciti ed espliciti, presenti nei suoi testi. Abbiamo analizzato, ovviamente, i suoi rapporti con il PCF, con progetti intellettuali e politici quali Socialisme ou Barbarie e Libre, le sue relazioni con Lévi-Strauss, Lefort, Métraux, Sebag e altri. Il secondo capitolo, Contre (Contro), è dedicato all’analisi della tesi clastriana delle “società primitive” concepite come delle società che si organizzano contro la comparsa dello Stato. Abbiamo qui ricostruito la genesi della proposta clastriana, analizzando in particolare la sua interpretazione della teoria dello scambio proposta da Lévi-Strauss. Infatti è a partire da una messa in questione dello scambio al livello della chefferie e alla luce dell’osservazione del fenomeno guerriero che l’autore ha costruito la sua antropologia politica. In seguito, abbiamo provato a problematizzare il concetto di “Stato” utilizzato da Clastres nella prospettiva della storia concettuale (Begriffsgeschichte), focalizzandoci sulle teorie del contrattualismo e del patto sociale proprie della tradizione filosofica moderna. Il terzo e ultimo capitolo è una ricostruzione della ricezione del pensiero clastriano in filosofia politica contemporanea e in antropologia. Abbiamo qui analizzato i dialoghi di Clastres con Deleuze, Guattari e Foucault da una parte e, in seguito, alcune riprese e critiche delle sue tesi nel dibattito contemporaneo. La seconda parte rende conto dei risultati del lavoro d’archivio che abbiamo svolto durante questi anni di ricerca. In Appendice I delle trascrizioni di interviste, che abbiamo consultato in formato audio e video all’INA (Institut National de l’Audiovisuel) alla BNF (Bibliothèque Nationale de France). Infine presentiamo una serie di testi mai tradotti in italiano, alcuni dei quali non erano segnalati dalla bibliografia di riferimento (il Cahier Pierre Clastres, curato da Miguel Abensour e Anne Kupiec) né dal catalogo del fondo IMEC – come, per esempio, l’intervista con Raymond Bellour in Le livre des autres.
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Feng, Dongning. "Text, politics and society : literature as political philosophy in post-Mao China". Thesis, University of Stirling, 1997. http://hdl.handle.net/1893/2216.

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The purpose of this study is to arrive at a critical overview of politics and literature in the Chinese context. The relationship has increasingly become a "field" of studies and theoretical inquiry that most scholars in either disciplines are wary to tread. This thesis tries to venture into this problematic field by a theoretical examination as well as an empirical critique of Chinese literature and politics, where the relationship seems even more paradoxical, but adds more insight into the argument. The Introduction and Chapter One set up a framework by asking some general but fundamental questions: what literature is, and how it is to be related to politics. Chapter Two examines the historical function of literature and Chinese writers in society to establish the basis of argument in the Chinese context. Chapter Three focuses the discussion on the relationship between politics and literature during the Mao era and after. Chapters Four analyses the literary works published during the post-Mao period to establish the argument that literature, as part of our perception of the world, is most concerned with human society and social amelioration and participates in the socio-political development by contributing to it through a discourse that is otherwise inaccessible. Chapter Five explores the argument further by extending it into the field of cinema, which basically comes from the same narrative tradition of prose literature, but offers a wider and different dimension to the argument pursued. Chapter Six and the Conclusion try to draw together the argument by examining literature as both form and content to argue how and why literature is related to politics and how it has functioned in a political manner in Chinese society. To summarise, Chinese literature in this period will b& shown to be involved In a process of political reform and development by way of bringing the reader to participate in a critical and philosophical dialogue with power, history and future. In the long run, it offers emancipating visions and possibilities revealed to the reader in ways that are historical, developmental, philosophical and comparative. This study focuses on the prose fiction published in this period, for it is the leading force in China's cultural development and constitutes the major trunk of the modern Chinese canon. In addition, the research also extends to drama and films, and the way they, together with prose fiction, make up the most popular perception and intellectual discovery of contemporary Chinese society and politics and best inform the argument of the study of politics and literature.
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SIMONETTA, ALESSANDRO. "L'impatto della tassazione sulle scelte finanziarie delle imprese: un'analisi empirica su dati dell'area-euro". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/194.

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La tesi si focalizza sull'analisi dell'impatto della tassazione sulle scelte finanziarie delle imprese. nella prima parte dal lavoro viene presentata una review della letteratura teorica di riferimento. Successivamente vengono effettuate due diverse analisi empiriche finalizzate a spiegare quali siano le determinanti della politica di indebitamento e dei dividendi di imprese quotate dell'Area Euro e come esse si siano modificate dopo l'introduzione della moneta unica.
This research is implemented to investigate on the impact of taxation on corporate financial decisions. In particular two main financial policies are considered: the capital structure policy and the payout policy. This corporate dimensions are investigated making use of empirical approaches on Euro-firms data to investigate also on the impact of the introduction of the Euro on the same issues.
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SIMONETTA, ALESSANDRO. "L'impatto della tassazione sulle scelte finanziarie delle imprese: un'analisi empirica su dati dell'area-euro". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/194.

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La tesi si focalizza sull'analisi dell'impatto della tassazione sulle scelte finanziarie delle imprese. nella prima parte dal lavoro viene presentata una review della letteratura teorica di riferimento. Successivamente vengono effettuate due diverse analisi empiriche finalizzate a spiegare quali siano le determinanti della politica di indebitamento e dei dividendi di imprese quotate dell'Area Euro e come esse si siano modificate dopo l'introduzione della moneta unica.
This research is implemented to investigate on the impact of taxation on corporate financial decisions. In particular two main financial policies are considered: the capital structure policy and the payout policy. This corporate dimensions are investigated making use of empirical approaches on Euro-firms data to investigate also on the impact of the introduction of the Euro on the same issues.
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Weaver, Kimberly. "International Society Cosmopolitan Politics and World Society". Scholar Commons, 2010. http://scholarcommons.usf.edu/etd/3701.

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How does the international system move from an anarchic system driven by power to a global community driven by the needs/wants of the community at large? Jürgen Habermas utilizes the tenets of his Communicative Action Theory to underline the importance of communicatively based repertoire in the international system between and among states and non-state actors and the citizens themselves. How does arguing and reasoning among states and international institutions bring together legitimization and order? My research aims to analyze the movement of the international system from anarchy towards a global civil society. In doing so, I will examine Communicative Action Theory in International Relations, in particular the development of legitimization processes in international politics, the role of state sovereignty and its effect on the legitimization process of non-state actors. I argue that underdeveloped legitimization processes at the international level consist of fragile consensus building mechanisms that explain why disagreement can and often does lead to violence. However, I also contend that the international system is moving toward a more developed global civil society.
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Bergius, Christer. "Libro e Moschetto : Indagine sociolinguistica su un testo di scuola elementare durante il Fascismo". Thesis, Högskolan Dalarna, Italienska, 2007. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:du-3017.

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Zieba, Alex. "Epistemic communities and political society". Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 2001. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk3/ftp04/NQ59540.pdf.

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Payling, Simon John. "Political society in Lancastrian Nottinghamshire". Thesis, University of Oxford, 1987. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.385629.

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Marden, Jonathan. "Danish Modernity : Society and Politics". Thesis, University of Sussex, 2009. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.505910.

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Clark, Mark William. "A society transformed : a political analysis of rural Malay society". Thesis, University of British Columbia, 1989. http://hdl.handle.net/2429/28165.

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This thesis presents a political analysis of rural Malay society in Peninsular Malaysia. Like other traditional societies in Southeast Asia, Peninsular Malaysia has had to contend with the intrusion of economic modernization and the adoption of western democratic institutions and processes. These influences have had a profound affect on how politics is conducted in these states. Since governments must now acquire and maintain the support of a largely rural based population through the electoral principle, these governments must link their bureaucracies and political structures with the peasant in order to maintain stability for their governing bodies. One important way of achieving this goal is to coopt into the institutions of state, those persons viewed by the villager as leaders of their community. What, then, becomes the glue which bonds the villager to state institutions? That glue is the patron-client relationship. The coopting of a patron produces the necessary linkage between state institutions and the villager. But in order for this connection process to be completed, these leaders must in turn connect with higher level leaders (patrons) who operate within pyramidal structures of patron-client relationships throughout the various levels of the bureaucracy and political structures. I refer to these linkage connections as "linchpins". By examining a number of village case studies in Peninsular Malaysia, I provide evidence that the nature of the patron-client relationship has been transformed by the modern state influences. The political dominance of the government has created patron-client structures influenced by the political institutions (e.g., political parties). This political influence has weakened the ability of the bureaucracy to function with any effective linchpins between it and the villager. On the other hand, the political influence has strengthened the linchpin connections between the villager and the politicians. The effects of this dominance has not only shifted patron-client relationships but also has created the environment for either alliance formation, through the existing power structure as factions (within a political party, for example), or has created the potential for peasant group action which could be manifested in protest movements generated outside the patron-client structure. The result could be a weakening or dissolution of patron-client structures. Combine these possibilities and the result will be inimical to state stability.
Arts, Faculty of
Political Science, Department of
Graduate
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Bienvenu, Fiacre. "Making African Civil Society Work: Assessing Conditions for Democratic State-Society Relations in Rwanda". FIU Digital Commons, 2018. https://digitalcommons.fiu.edu/etd/3822.

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This dissertation offers a single case in-depth analysis of factors precluding civil society from democratizing African polities. Synthesizing existing literature on Rwanda, I first undertake an historical search to trace the origins and qualities of civil society in the colonial era. This effort shows, however, that the central authority—commencing before the inception of the Republic in 1962—consistently organized civil society to buttress its activities, not to challenge them. Next, using ethnographic research, I challenge conventional economic and institutional accounts of civil society’s role in democratization. I show that institutional change and the economic clout of organized groups are marginal and transient in effect, and hence possess considerable limitations to democratize state and non-state-groups relations. I argue that the Genocide and its historical materials, social and economic precariousness, and neo-patrimonial power configurations have erected a prevailing political culture that still conditions how Rwanda’s state-society relations are imagined, realized, and challenged. Conversely, just as that political culture has lengthened the reach of the state into society, limiting the potential autonomy of civil society, it has also been the basis for rebuilding the society, restoring the state’s authority, and enacting major state-building oriented reforms. Consequently, for CSOs to induce a liberal democratic order in domestic politics, subsequent activism will require long-term strategic and organic investment of actors into the dispersed, parochial strands of democracy first, not into ongoing confrontational, yet fruitless, political warfare that hinders social capital formation and that civil society is not yet equipped to win.
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