Literatura académica sobre el tema ""socializzazione tra pari""

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Artículos de revistas sobre el tema ""socializzazione tra pari""

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Caselli, Marco. "Tra due mondi e tra due culture: l'esperienza degli adolescenti figli di immigrati a Milano". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058004.

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Resumen
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Vittadini, Nicoletta. "Adolescenti o migranti? Pratiche di comunicazione digitale". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058003.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva y Nicoletta Vittadini. "Nuove pratiche comunicative e adolescenti figli di immigrati: premesse e strumenti di ricerca". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058002.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Riva, Eleonora y Federica de Cordova. "Nuove pratiche di comunicazione e processi psico-sociali di costruzione dell'identità negli adolescenti transculturali". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058005.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva y Nicoletta Vittadini. "Tecnologie digitali e pratiche identitarie tra gli adolescenti figli di genitori immigrati. Introduzione". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058001.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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de Cordova, Federica y Eleonora Riva. "Adolescenti digital natives: l'esperienza soggettiva tra pratiche e appartenenze". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 103–29. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058006.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Salvati, Armida. "Povertà educativa e scelte scolastiche: una ricerca nelle scuole di Bari". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (junio de 2020): 59–70. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001006.

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Il paper presentato è finalizzato a dimostrare l'esistenza di una relazione tra scelte scolasti-che e posizione sociale come caratterizzata da uno specifico modus di socializzazione che assume la lezione di Bourdieu allo scopo di cogliere le sfumature insite in concetti come habi-tus e capitale culturale. Coerentemente con i risultati di una ricerca svolta in due quartieri della periferia di Bari, che ha assunto, come quartiere di controllo, una zona caratterizzata da un più elevato standard socio culturale della popolazione residente, vogliamo argomentare il peso delle dinamiche familiari (come declinate secondo una modalità segregante), sulle decisioni di passaggio dal-la scuola media inferiore alla superiore. Queste, insieme alle influenze dettate dal gruppo di pari e dal sistema di opportunità espresso dal quartiere di residenza concorrono a dare forma alle motivazioni alla base delle scelte scolastiche
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Tesis sobre el tema ""socializzazione tra pari""

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GUERRA, Elisa. ""Posso giocare anch'io? Buone pratiche per favorire la socializzazione tra pari al nido d'infanzia"". Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11562/703160.

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Resumen
La presente ricerca contribuisce alla conoscenza delle strategie educative che gli educatori impiegano per promuovere la socializzazione tra pari al nido d’infanzia. Attraverso la raccolta di descrizioni di episodi la ricerca presenta: le strategie educative utilizzate, le riflessioni inerenti queste strategie e le culture dell’infanzia che ispirano l’agire educativo. Oltre a questi primi obiettivi di carattere ricognitivo, la ricerca persegue obiettivi di carattere trasformativo (Mortari, 2009), aiutando gli educatori a riflettere (Schön, 1993) sulle pratiche che mettono in atto e sulle intenzionalità che muovono il loro agire. La domanda di ricerca che ha guidato il progetto è stata: come l’educatore di nido promuove quotidianamente le dinamiche relazionali tra pari? I dati sono stati raccolti in dodici nidi d’infanzia e un micronido: undici situati nella provincia di Reggio Emilia, uno nella provincia di Modena e uno nella città di Milano. I servizi sono gestiti sia da Amministrazioni comunali, che da una Cooperativa sociale, che da privati. Sono state coinvolte venutnoed ucatrici (tutte donne): otto educatrici per la Cooperativa Sociale, dodici per l’Azienda Speciale e un’educatrice di nido privato. La raccolta dati è stata strutturata in due fasi: nella prima, è stata proposta una prima intervista non direttiva (Bichi, 2007) con scopo esplorativo; nella seconda fase, sono state coinvolte undici educatrici a cui è stata proposta una seconda intervista semi-strutturata (Bichi, 2007) al fine di approfondire quei focus che dall’analisi della letteratura e dell’analisi delle prime interviste sono risultati essere i più significativi (Mortari, 2007). Ad ognuna delle partecipanti sono state proposte due interviste: una prima di approfondimento e una seconda di restituzione. L’analisi dei dati è avvenuta in due step: il primo step si ispira al concetto di fusione di orizzonti (Gadamer, 2010); per il secondo step, invce è stato usato il metodo fenomenologico-eidetico di Moustakas (1994). I coding system prodotti grazie all’analisi dei dati sono stati tre: uno costruito sull’analisi dei dati della prima intervista, e due costruiti sull’analisi dei dati della seconda. Prime interviste: il profilo essenziale emerso è rappresentato dalla macro-categoria Creare un’atmosfera serena in sezione. Seconde interviste: questa seconda intervista è stata costruita a partire da questo core meaning e da una seconda categoria sempre presente all’interno del primo coding system e cioè il Promuovere l’aiuto reciproco. I profili essenziali emersi dall’analisi dele seocnde interviste sono: Rallentare e Allenarsi a ri-conoscere il bisogno dell’altro. Una lettura complessiva delle seconde interviste ha messo in luce, da una parte, una grande attenzione per il bambino emotivo (Savio, 2003) e per tutto ciò che comprende la relazione educatrice-bambino; dall’altra parte, è emersa una specifica competenza sviluppata dalle educatrici nel corso degli anni: il saper pensare “a misura”. Infine, a partire dall’idea di pedagogia come scienza empirica-eidetica-pratica (Bertolini, 1988), è stata pensata e progettata una formazione in servizio capace di porre in dialogo quanto emerso dall’analisi dei dati con le riflessioni e le proposte offerte dalla letteratura. Il percorso che è risultato da questo incontro si focalizza su tre argomenti: il curricolo implicito, la pratica riflessiva e le competenze emotive come base su cui sviluppare quelle sociali (Baumgartner, 2010; Denham, 2001).
This research deepens educational strategies that early childhood educators use to improve peer socialization at childcare center (nido d’infanzia). Through descriptions of episodes, the research presents: educational strategies, reflections about these strategies and childhood theories that inspire education. In addition to initial review objectives, the research pursues objectives of transformative character (Mortari, 2009) and then helps educators to reflect (Schön, 1993) upon the practices that enact and on the intentionality that move them. The research question that guides this project has been: how do educators promote relational dynamics between peers? The data have been collected in twelve chilcare centers and a micronido. Eleven of these childcare centers are located in the province of Reggio Emilia, one in the province of Modena and the micronido in the city of Milan. Services are managed by municipal governments, a social cooperative and a company. Twenty-one early childhood educators (all women) have been involved: eight for the social cooperative, twelve for public service corporation and one for a private childcare center. The data collection has been structured in two phases: throughout the first phase a non-directive interview (Bichi, 2007) has been proposed with exploratory purposes; in the second phase, a semi-structured interview has been proposed (Bichi, 2007) in order to enhance those focuses that, from the literature and from the analysis of the first interviews, are found to be the most extensive meaning (Mortari, 2007). Two interviews have been conducted with each participant: a first in-depth interview and a second return interview. The data analysis has been done in two steps: the first step inspired by the concept of fusion of horizons (Gadamer, 2010); for the second step it has been used Moustakas’s (1994) eidetic- phenomenological method. Data analysis has produced three different coding systems: one for the first interviews and two for the second interviews. First interviews: the essential profile emerged is represented by macro-category: Creating a good climate. Second interviews: starting from first interviews results, these second interviews have deepened two different themes: how can educators create a good climate? And how can educators encourage peer mutual aid? The two essential profiles emerged from the second coding system are Slow down and Exercising in recognising others’ needs. A comprehensive reading of the second interviews has revealed a great deal of attention to the emotional child (Savio, 2003) and anything that includes the teacher-child relationship; it has also shown that there was a specific expertise developed by educators over the years: the ability to think in situation. Finally, starting from the idea of pedagogy as a empirical-eidetic-practical science (Bertolini, 1988), it has been conceived and designed an in-service training able to link results of data analysis and suggestions offered by literature. The in-service training proposed focuses on three main themes: implicit curriculum, reflective practice and emotional skills as base on which to develop social skills (Baumgartner, 2010; Denham, 2001).
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