Literatura académica sobre el tema "Sistemi europei"
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Artículos de revistas sobre el tema "Sistemi europei"
Kriesi, Hanspeter. "IL CAMBIAMENTO DEICLEAVAGESPOLITICI IN EUROPA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 28, n.º 1 (abril de 1998): 55–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025752.
Texto completoMarini, Luigi. "I ghiacci si sciolgono. Lo scongelamento del comportamento di voto nei tre sistemi scandinavi". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 65, n.º 1 (30 de junio de 2011): 67–119. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9776.
Texto completoErica Cimò. "L’importanza di essere connessi: L’educazione digitale nei curricoli scolastici dei sistemi educativi europei e il nuovo curricolo francese dedicato alle scienze digitali". IUL Research 1, n.º 1 (24 de julio de 2020): 226–41. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.28.
Texto completoBilancia, Francesco y Sandra Regina Martini. "Il referendum del Regno Unito sulla Brexit ed il suo impatto sul mercosul nella prospettiva dei diritti sociali". Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & Justiça 11, n.º 37 (30 de diciembre de 2017): 35–63. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v11i37.123.
Texto completoGrion, V., S. Roberts y G. Casanova. "Valutare gli insegnanti italiani? Uno sguardo alle esperienze europee". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 49 (mayo de 2012): 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049008.
Texto completoSimone, Cristina y Domenico Di Prisco. "Una blockchain europea per la gestione dei fondi strutturali europei: dallo scenario attuale ad una proposta implementativa". CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, n.º 1 (noviembre de 2020): 85–114. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10027.
Texto completoGasperoni, Giancarlo. "Camilla Borgna, Studiare da straniero. Immigrazione e diseguaglianze nei sistemi scolastici europei". Quaderni di Sociologia, n.º 89- XLVI (1 de agosto de 2022): 167–70. http://dx.doi.org/10.4000/qds.5041.
Texto completoAl Mureden, Enrico. "IL DANNO DA “PRODOTTO CONFORME”: LE SOLUZIONI EUROPEE E STATUNITENSI NELLA PROSPETTIVA DEL TRANSATLANTIC TRADE AND INVESTMENT PARTNERSHIP (T.T.I.P.)". Revista Jurídica da FA7 13, n.º 2 (20 de diciembre de 2016): 165–89. http://dx.doi.org/10.24067/rjfa7;13.2:568.
Texto completoScarlato, Margherita. "Sistemi di protezione sociale e politiche di sviluppo: approcci, strumenti e proposte di policy". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 1 (septiembre de 2010): 154–76. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-001011.
Texto completoDe Marchi, Marta. "Foodspace. Leggere le trasformazioni territoriali attraverso lo spazio del cibo: il caso Veneto". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 128 (agosto de 2020): 80–105. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-128006.
Texto completoTesis sobre el tema "Sistemi europei"
Garetti, Giulia <1993>. "Pratiche dell'abitare comunitario nei sistemi urbani europei: la lezione di ecovillaggi e cohousing". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16285.
Texto completoBaldassarre, Silvia. "La tutela dell'ateismo in Italia. Elementi comparativi con i sistemi giuridici di alcuni Paesi Europei". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424688.
Texto completoLa ricerca evidenzia come fin dal dibattito in sede costituente la tutela dell’ateismo abbia assunto profili ambigui; la mancanza di un esplicito riferimento nella nostra Carta Costituzionale alla tutela della non credenza, alla libertà di coscienza, al Principio di Laicità, ha determinato molteplici criticità nella prassi giurisprudenziale, diventate oggetto di un acceso dibattito dottrinale, ancora oggi in fieri. Dalla ricostruzione storica delle vicende giudiziarie, dalla comparazione tra l’ordinamento italiano ed i sistemi giuridici europei, e dall’analisi di alcuni attuali problemi pratici della libertà in materia di convinzioni religiose, emerge un deficit di tutela sostanziale della condizione giuridica dei non credenti. Il lavoro di ricerca, recependo gli stimoli evolutivi provenienti dalla normativa europea ed internazionale, non si limita all’aspetto compilativo, ma propone anche ipotesi di strategie operative finalizzate a rendere l’ordinamento giuridico italiano più rispondente alla concreta attuazione del Principio “Supremo” di Laicità.
Puntoriero, Francesca Anita <1988>. "Risposte di Policy a tutela delle lavoratrici della cura. Analisi comparativa dei principali sistemi di welfare europei". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8397.
Texto completoSgambelluri, Rosa. "Lo sport educativo in alcuni sistemi scolastici europei. Analisi comparativa tra Italia, Belgio, Spagna e Regno Unito". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/231.
Texto completoLe nuove generazioni, soprattutto quelle nate a cavallo tra la fine degli anni 80’ e gli inizi degli anni 90’ del secolo scorso, sono state formate in Italia all’interno di una tensione ideale, quella di dover contribuire alla costituzione di una nuova dimensione sociale e culturale nonché nazionale: l’Unione Europea. Tra gli adolescenti e i giovani italiani questo imperativo educativo è stato letto e tradotto in una percezione alquanto peculiare della storia recente: i “nonni”, ovvero i costituenti dell’Unione Europea, all’indomani della II guerra mondiale, erano quelli che guardavano all’Europa solo in termini di abbattimento di frontiere, creazione strutture economiche interdipendenti e di un corpus legislativo comune, in quanto elementi atti a garantire la pace in Europa e scongiurare per sempre gli orrori dei campi di battaglia, delle città bombardate, delle popolazioni deportate; i “padri”, alias l’establishment governativo che conduceva verso l’euro, la comune moneta europea, erano quelli che guardavano all’Europa solo in termini di possibilità di crescita economica all’interno di un comune spazio di libera circolazione delle merci. Di contro la cultura adolescenziale e giovanile, intesa come un insieme di valori, definizioni della realtà e codici di comportamento condivisi da persone che hanno in comune uno specifico modo di vita , era già europea. I nonni e i padri non dovevano, per creare una nuova identità comunitaria, che rincorrere! Nello specifico i membri delle nuove generazione, proiettati nell’orizzonte geografico europeo, si percepivano già come comunità sentendo di avere in comune, pur nelle diversità, stesse origini, una cultura condivisa, un canale di comunicazione linguistica comune, valori, costumi, forme di alimentazioni, forme letterarie e artistiche gruppali, adolescenti e giovani europei erano consapevoli di ascoltare la stessa musica, leggere gli stessi autori e le stesse riviste, guardare gli stessi programmi televisivi, avere stessi valori e modelli culturali di riferimento, bere, mangiare e vestire le stesse cose e, nelle rispettive forme linguistiche nazionali, parlare con strutture gergali similari. Nell’incontrarsi sul comune suolo europeo queste generazioni, le prime a muoversi con grande disinvoltura tra una capitale e l’altra, grazie anche al codice comunicativo inglese, scoprivano velocemente che ciò che accomunava era di gran lunga superiore a ciò che differenziava. I giovani europei sentivano d’agire già come un unico popolo, insistente su di uno spazio geografico omogeneo, e, in virtù di tale comunanza, gli adulti dovevano e potevano, nel rispetto del loro ruolo di garanti della trasmissione intergenerazionale, organizzarsi in stato sovrano. In realtà i costituenti dell’Unione Europea, nel creare i presupposti comunitari, avevano come obiettivo quello di costruire un quadro comune di valori universali ai quali ispirarsi per edificare una “casa comune” fatta non più di mattoni condivisi ma condivisibili. Nel loro ambito riflessivo i costituenti attribuivano al termine valori, come in una parabola discendente, un significato che andava da quello di orientamenti, a fatti sociali e a fatti propri. Nel primo caso, per essere chiari, i valori sono intesi come orientamenti dai quali discendono i fini delle azioni umane, fini trascendenti rispetto all’esistente ed indicanti, pertanto, un dover essere, una tensione verso uno stato di cose ritenuto ideale e desiderabile, ma che non è, o non ancora, realizzato; nel secondo i valori sono intesi come fatti sociali in quanto fatti di gruppi sociali i quali orientano in base ad essi il proprio agire, e quindi valori come motivazioni dei comportamenti; nel terzo i valori sono intesi come fatti propri, adottati da individui o gruppi mediante processi, più o meno consapevoli, di scelta . Quanto più, in una società, i valori slittano da fatti propri a fatti sociali e, infine, ad orientamenti, divenendo la tensione di cui sopra, tanto più essi cessano di essere particolari per assurgere ad universali, espressione non più di una forma mentis soggiacente ad un dato spazio e ad un dato tempo ma presupposto di una società giusta nella sua derivazione etimologica da ius (ossia il diritto e quindi patto). Secondo i costituenti la nascita dell’UE doveva avvenire non solo in riconoscimento dei profondi legami storici che accomunavano le sorti delle popolazioni europee a partire dal IV secolo d.c., non solo per i profondi legami culturali letterali, artistici, ecc., che si erano creati nel trascorrere dei tempi, per la comune religiosità, per lo spazio geografico e climatico alquanto omogeneo, ma quanto per la scelta effettuata dai popoli comunitari: valori universali, valori “ di tutti” cui aspirare, in cui riconoscersi e specchiarsi, presidi dei confini del vivere civile, base, irrinunciabile e imprescindibile, definente la natura del patto sociale. In tal senso i costituenti definirono la pace come valore per la nascente UE poiché ripudiarono l’idea dell’esaltazione, presente nella cultura europea dalla caduta dell’Impero Romano sino alla prima metà del Novecento, della guerra come valore sul quale misurare la virtù e la dignità e l’onore dei popoli. Accanto al valore della pace nei rapporti tra i popoli europei, posero il valore della reciprocità e del rispetto, della libertà, dell’eguaglianza e della dignità della persona umana. Riconobbero, altresì, proprio perché si era alla presenza di una collettività di cittadini che stavano scegliendo un insieme di diritti e doveri alla base della loro società ideale, che nella costituzione dell’Unione la formazione dello stato avrebbe preceduto quello di costituzione della nazione. Avvertirono subito anche il pericolo di un soffocamento della formazione di una coscienza europea, di un’area culturale europea che potesse chiamarsi nazione, da parte di un apparato eurostatale qualora non controbilanciato da processi di interazione e integrazione dei meccanismi degli stati membri. Una siffatta situazione agli italiani, così come alle genti germaniche, è nota, giacché rammenta la formazione di uno stato nazionale come unificazione di una pluralità di stati regionali sotto la spinta egemonica di uno di essi . Per ovviare a ciò, per superare gli egoismi dei vari stati membri, previdero un lungo periodo di incontro-confronto tra gli apparati nazionali grazie al quale ciascuno potesse analiticamente conoscere e ri-conoscere l’altro, avviare un processo di accettazione e giustificazione delle diversità e un processo orizzontale di acculturazione nel suo significato di cambiamento culturale e psicologico dovuto al contatto duraturo con persone appartenenti a culture differenti (Sam, D.L. 2006). In tal senso attribuirono grande importanza alle istituzioni scolastiche come mezzo attraverso cui creare, nella centralità della persona, una nuova cittadinanza, un nuovo umanesimo, un nuovo patrimonio culturale di ispirazione valoriale universale. Negli ultimi anni la materia legislativa comunitaria, per l’istruzione e la formazione, si è limitata però a delle direttive per aumentare il grado di competizione dei cittadini europei, la mobilità sociale e, quindi, la coesione sociale. Nulla o poco è stato fatto in termini di un confronto, politicamente programmato, sistematico e non occasionale, tra i diversi sistemi scolastici che ne evidenziassero le specificità, i punti di contatto, i punti di forza e debolezza, rispetto ad esempio alle competenze, come riflessione sul concetto di competenza, rapporto tra sapere e saperi, conoscenza conoscenze e competenze, ruolo delle competenze trasversali nel processo di apprendimento, rapporto tra saperi disciplinari e competenze, o piuttosto alle metodologie, come motivazione degli alunni, metodi per un apprendimento consapevole, organizzazione di tempi, luoghi, strumenti e modalità della didattica, come necessità di mettere in rete le scuole, o infine alle scelte valoriali. Eppure come è possibile pensare un processo di integrazione tra i sistemi formativi nazionali al fine di creare strutture comunitarie che diano, equamente, ad ogni cittadino dell’UE le stesse possibilità se non si parte dalla reciproca conoscenza? Stesse possibilità intese non solo come spendibilità competitiva ma come piena espressione del sé di ogni cittadino, delle individuali potenzialità all’interno di una cornice di reciprocità, di dignità umana e libertà e universalità valoriale come pensato dai costituenti. Il presente lavoro vuole, anche solo in parte, provare ad ovviare a ciò offrendo una comparazione tra sistemi scolastici nazionali dell’UE e quindi consentire una maggiore comprensione delle modalità di cura del fanciullo, vero specchio di una società, nei diversi luoghi comunitari. Le nazioni che sono state prese in esame, oltre all’Italia, sono state la Spagna, il Regno Unito e il Belgio. La scelta è innanzitutto ricaduta sulle nazioni non di recente adesione all’UE sia per motivazioni strettamente correlate alla reperibilità di fonti sia perché si tratta di paesi che, in una certa misura, hanno già avviato politiche di integrazione se non altro per ciò che concerne gli obiettivi competitivi formativi comunitari. La scelta è stata fatta poi tenendo conto che molteplici credenze e abitudini intellettuali concorrono a formare lo spazio culturale comunitario, che tale variabilità rappresentino, ad un tempo, un fattore critico ed un elemento di ricchezza e che esse si riflettono tutte nell’agenzia formativa per eccellenza: la scuola. Ad esempio, l’Italia, la Spagna e il Belgio sono paesi a prevalenza cattolica, il Regno Unito invece è prevalentemente rientrante in quell’ambito religioso che per semplicità definiamo protestante. Pur assistendo nelle società moderne ad un processo di secolarizzazione è indubbio che esista un’interazione tra aspetti religiosi ed ordine morale. Sebbene lo spazio geografico europeo sia improntato alla tradizione giudaico-cristiana, i paesi cattolici hanno, in termini di mentalità, una maggiore correlazione con la tradizione cristiana e, di contro, quelli protestanti con la tradizione giudaica. Ne consegue un atteggiamento diverso, come substrato culturale, nei confronti della ricchezza (e della povertà) che si riflette nei fini valoriali formativi. Ancora, tutti e quattro i paesi presi in esame devono confrontarsi al loro interno con istanze autonomistiche che trovano la loro massima espressione nelle aspirazioni via via sempre più separatiste della componente francofona e fiamminga belga. Al di là degli elementi di attualità è interessante vedere come il Belgio ha provato ha riflettere il riconoscimento dell’alterità e della dignità umana delle “minoranze” nelle strutture formative, banco di sfida delle future strutture comunitarie. L’esistenza di una componente non minoritaria belga fiamminga, ovvero olandese, ovvero del germanico ovest, rimanda, inoltre, in termini linguistici (e non solo) alla maggiore vicinanza tra l’inglese e l’olandese (nonché tedesco) rispetto alla componente francofona di derivazione latina come lo spagnolo e l’italiano. Le strutture linguistiche, che rimandano a ceppi diversi del tipo europide, riflettono, poiché è la parola che struttura il cervello, habitus mentali differenti, approcci alla conoscenza diversificati. La comparazione tra sistemi scolastici apre così interessanti spunti di riflessione non solo sul concetto di competenze ma su come la correlazione tra cultura e corporeità modifichino il concetto stesso di competenze nel quadro comune di riferimento europeo. Gli esempi fatti rimarcano come la comparazione tra i sistemi scolastici non abbia solo un valore di ontologica conoscenza ma possa offrire spunti interessanti di riflessione sulle diverse modalità di intendere l’apprendimento, gli obiettivi formativi, i fini valoriali, ma anche di risolvere la sfida del ventunesimo secolo ossia la multiculturalità. Tutti elementi da cui una scuola comunitaria non può prescindere. [a cura dell'autore]
2009 - 2010
Strade, Alberto. "Realizzazione di uno strumento per la ripartizione dei fondi europei nell'ambito del programma operativo regionale". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7061/.
Texto completoMusi, Emanuela. "La protezione della persona incapace in area europea". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/126.
Texto completoLa tematica della protezione dei soggetti incapaci nei sistemi giuridici europei si presenta connotata di notevole rilevanza non soltanto sul piano teorico e dogmatico, ma soprattutto sotto il profilo pratico, attesa la "naturale" esigenza, avvertita nei diversi ordinamenti, di soddisfare le istanza di tutela innestate su situazioni personali o collettive permeate di indubitabile drammaticità e complessità: è evidente, pertanto, che l'importanza dll'argomento postula la necessità di un'analisi approfondita di tutte le questioni più o meno controverse suscitate dal dibattito, sorto in dottrina e sviluppato dal formante giurisprudenziale, intorno alla figura dell'incapace. Tuttavia, la necessità di pervenire a risultati puntuali e soddisfacenti conformi alle finalità primarie della comparazione tra ordinamenti, ha imposto una scelta necessariamente restrittiva del campo di riferimento della ricerca, da cui discende l'inevitabile selezione di alcuni soltanto tra i sistemi giuridici europei ai fini dell'analisi comparata (Italia, Francia, Inghilterra, Germania) e dei soli soggetti affetti da malattie mentali o versanti in situazioni di disabilità tra gli incapaci. Sotto il profilo metodologico, vale sottolineare che, trattandosi di tematiche coinvolgenti aspetti esistenziali della personalità umana, si è rivelato indispensabile operare una netta scelta nel senso di ricostruire la materia oggetto di indagine su basi squisitamente giuridiche al fine di evitare che implicazioni e considerazioni metagiuridiche potessero inficiare i risultati dell'elaborazione dogmatica, già resa complessa dalla chiave comparatistica di lettura. In ogni caso, le molteplici sollecitazioni provenienti dalla realtà sociale, specie intorno alla discussa figura del testamento biologico, hanno imposto alcune riflessioni quanto meno de iure condendo. Ciò premesso, la disamina delle nozioni di "incapacità" coniate dai diversi ordinamenti e l'analisi comparata delle scelte dei "padri" delle codificazioni europee nonché dei più moderni legislatori in relazione alle forme ed ai mezzi di tutela delle incapacità, molto spesso tradottesi in vere e proprie "camicie di forza" per soggetti non del tutto estranei al contesto della realtà, ma comunque bisognosi di protezione più che di restrizione e costrizione, ha permesso di delineare i primi risultati della ricerca: l'individuazione dei limiti degli strumenti di tutela tradizionali e l'enucleazione di spunti di valorizzazione della volontà dei soggetti incapaci attraverso le riforme recenti, influenzate anche dai formanti giurisprudenziali e dottrinali. Di seguito, l'elaborato si sviluppa nell'esame delle prospettive di tutela degli incapaci in ambito comunitario ed internazionale, soffermandosi in particolare sulle possibilità di influenza degli ordinamenti sovranazionali sugli ordinamenti nazionali in tema di protezione e promozione del valore-persona. Da ultimo, nell'ottica di una indispensabile compenetrazione tra profili personalistici e misure di matrice prettamente patrimonialistica, laddove questi ultimi, se scandagliati attraverso la lente della più ampia tutela degli interessi del soggetto debole possono consentire di assicurare la piena realizzazione degli obiettivi di protezione, la ricerca sfocia in un'approfondita comparazione tra figure giuridiche affini ma profondamente diverse (trusts, fiducie, patrimoni destinati), tutte contraddistinte dal tratto comune di non essere strutturalmente e teleologicamente indirizzate a soddisfare interessi di natura extra-patrimoniale. Si analizzeranno, così, le attuali possibilità di "trasmigrazioni" reciproche di strumenti tra ordinamenti, i limiti di questi ultimi, se adoperati rigidamenti e senza travalicare le finalità per cui sono nati, e si formuleranno alcune conclusioni: scarsa capacità di "deviazione" degli strumenti a matrice patrimonialistica verso la realizzazione di obiettivi extra causali, prospettive di apertura (e di chiusura) dell'ordinamento italiano. [a cura dell'autore]
VIII n. s.
ALIANO, MAURO. "Globalizzazione e sistema bancario europeo: Determinanti e impatto sulla redditività". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266754.
Texto completoPORFILIO, AMELIO. "Il welfare state incontra l’Unione europea: dalla costituzione economica europea ad un modello sociale europeo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/807.
Texto completoThe thesis examines the relationship between European Union and Welfare State under three different perspectives. Firstly, it looks at the EEC as an organization pursuing economic integration of Member States while not interfering with their welfare function. In tracing the evolution of the social competences of the European Union, it is highlighted how the original logic still underlies the existence of procedural and substantive limits to those competences. Second, the thesis draws on the category of European economic constitution to explain how Member States bounded their sovereignty in order to give full effect to economic freedom. On that basis, the thesis describes some of the inroads made by the European economic constitution into national welfare states, with special attention to its effects on pension systems. Finally, the thesis looks at some of the innovations introduced by the Lisbon Strategy and the Lisbon Treaty, focusing on the strengthening of the Open Method of Co-ordination and the entry into force of the Charter of Fundamental Rights. In this perspective, the thesis captures the emergence of a European social model. Having discussed origins and development of the European social model, its main distinctive features and reflexes on domestic social policies are spelled out.
PORFILIO, AMELIO. "Il welfare state incontra l’Unione europea: dalla costituzione economica europea ad un modello sociale europeo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/807.
Texto completoThe thesis examines the relationship between European Union and Welfare State under three different perspectives. Firstly, it looks at the EEC as an organization pursuing economic integration of Member States while not interfering with their welfare function. In tracing the evolution of the social competences of the European Union, it is highlighted how the original logic still underlies the existence of procedural and substantive limits to those competences. Second, the thesis draws on the category of European economic constitution to explain how Member States bounded their sovereignty in order to give full effect to economic freedom. On that basis, the thesis describes some of the inroads made by the European economic constitution into national welfare states, with special attention to its effects on pension systems. Finally, the thesis looks at some of the innovations introduced by the Lisbon Strategy and the Lisbon Treaty, focusing on the strengthening of the Open Method of Co-ordination and the entry into force of the Charter of Fundamental Rights. In this perspective, the thesis captures the emergence of a European social model. Having discussed origins and development of the European social model, its main distinctive features and reflexes on domestic social policies are spelled out.
Tassinari, Aurelio. "Sistemi di quote in ambito nazionale ed europeo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.
Buscar texto completoLibros sobre el tema "Sistemi europei"
Vicarelli, Giovanna. Regolazione e governance nei sistemi sanitari europei. Bologna: Il mulino, 2011.
Buscar texto completoVicarelli, Giovanna. Regolazione e governance nei sistemi sanitari europei. Bologna: Il mulino, 2011.
Buscar texto completoI grandi sistemi giuridici: Introduzione ai diritti europei ed extraeuropei. Roma [etc.]: Laterza, 2000.
Buscar texto completoCiarini, Andrea. Protezione del lavoro e parti sociali nei sistemi di welfare europei. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2013.
Buscar texto completoMarco, Cilento y Lucchese Alessandra, eds. I Comitati aziendali europei: Le norme nazionali di recezione : sistemi a confronto. Roma: Lavoro, 1997.
Buscar texto completoSilvio, Gambino, ed. Sistemi elettorali e governo locale: Modelli europei a confronto : Italia, Germania, Spagna, Regno Unito, Francia, Stati Uniti. Roma: Edizione delle autonomie, 1991.
Buscar texto completoBurroni, Luigi, ed. L'agenda del lavoro. Florence: Firenze University Press, 2005. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-281-7.
Texto completoBertoli, Danilo. Democrazia, partiti, unione europea: Verso il sistema politico europeo. Milano: F. Angeli, 1995.
Buscar texto completoLarra, Joaquín de la Llave de. El sistema fiscal europeo. Madrid: Editorial Trivium, 1986.
Buscar texto completoGonzález, Sara. El Sistema Monetario Europeo. Madrid: Eudema, 1993.
Buscar texto completoCapítulos de libros sobre el tema "Sistemi europei"
Sarkisian, Natalia y Naomi Gerstel. "Siblings Caring for Their Parents Across Europe: Gender in Cross-National Perspective". En Brothers and Sisters, 315–36. Cham: Springer International Publishing, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-55985-4_18.
Texto completoErdélyi, Gabriella. "Mothering Half-Sisters". En Remarriage and Stepfamilies in East Central Europe, 1600-1900, 199–223. London: Routledge, 2023. http://dx.doi.org/10.4324/9781003299967-9.
Texto completoBuchanan, Ann. "Brothers and Sisters: Themes in Myths, Legends and Histories from Europe and the New World". En Brothers and Sisters, 69–86. Cham: Springer International Publishing, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-55985-4_4.
Texto completoÖnnerfors, Andreas. "‘Sisters of Virtue’ in Swedish Pomerania". En Gender and Fraternal Orders in Europe, 1300–2000, 156–79. London: Palgrave Macmillan UK, 2010. http://dx.doi.org/10.1057/9780230283381_8.
Texto completoClementi, Siglinde. "Undivided brothers – renouncing sisters". En Gender, Law and Economic Well-Being in Europe from the Fifteenth to the Nineteenth Century, 149–63. 1st Edition. | New York : Routledge, 2018. | Series: Gender and well-being: Routledge, 2018. http://dx.doi.org/10.4324/9780203702727-10.
Texto completoBellavitis, Anna. "Working Daughters, Wives, Mothers, Sisters, Widows". En Women’s Work and Rights in Early Modern Urban Europe, 31–41. Cham: Springer International Publishing, 2018. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-96541-3_3.
Texto completoPujolràs-Noguer, Esther. "Sissie’s Odyssey: Literary Exorcism in Ama Ata Aidoo’s Our Sister Killjoy". En The Novel and Europe, 129–42. London: Palgrave Macmillan UK, 2016. http://dx.doi.org/10.1057/978-1-137-52627-4_7.
Texto completoBožović, Đorđe. "Roli i sinkretizmit në sistemin rasor të shqipes". En Mapping Balkan Routes 2: Literary, Cultural and Linguistic Landscapes - European Perspectives, 59–68. Beograd: Univerzitet u Beogradu, Filološki fakultet, 2021. http://dx.doi.org/10.18485/mbr.2021.2.ch3.
Texto completoBizioli, Gianluigi. "Un passo ulteriore verso un sistema federale: un tributo per l’Unione Europea". En Studi e saggi, 81–95. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-591-2.06.
Texto completoPalici di Suni, Elisabetta. "Sistema dei partiti e democrazia diretta: la lezione di Weimar". En Deutschland zwischen europäischer Integration und Souveränismus – La Germania tra integrazione europea e sovranismo, 181–94. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-60913-2_12.
Texto completoActas de conferencias sobre el tema "Sistemi europei"
Kybartas, Gaudenis y Kęstutis Valančius. "BENDROJO LAVINIMO PASTATŲ APRŪPINIMO ENERGIJA ALTERNATYVŲ DAUGIAKRITERĖ ANALIZĖ". En 22-toji Lietuvos jaunųjų mokslininkų konferencijos „Mokslas – Lietuvos ateitis” teminė konferencija "Pastatų energetika". Vilnius Gediminas Technical University, 2019. http://dx.doi.org/10.20334/pinzs.2019.05.
Texto completoGadišauskaitė, Rūta y Rūta Mikučionienė. "GYDYKLOS ENERGETINIO EFEKTYVUMO DIDINIMO ANALIZĖ". En 22-toji Lietuvos jaunųjų mokslininkų konferencijos „Mokslas – Lietuvos ateitis” teminė konferencija "Pastatų energetika". Vilnius Gediminas Technical University, 2019. http://dx.doi.org/10.20334/pinzs.2019.03.
Texto completoPistorello, Daniela. "Ordenação do território e patrimônio: a questão dos itinerários culturais". En Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5882.
Texto completoPérez Gallego, Francisco y Rosa María Giusto. "La influencia de Pedro Luis Escrivá en el sistema defensivo colonial de América". En FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11340.
Texto completoHinojos Morales, José Antonio. "El paradigma islamofobico." En III Congreso Internacional de Investigación en Artes Visuales :: ANIAV 2017 :: GLOCAL. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/aniav.2017.4813.
Texto completoMaželis, Titas y Rasa Džiugaitė-Tumėnienė. "BIURŲ PASTATO MIKROKLIMATO SISTEMŲ VALDYMO ĮTAKA ENERGIJOS POREIKIAMS". En 25-toji Lietuvos jaunųjų mokslininkų konferencijos „Mokslas – Lietuvos ateitis” teminė konferencija "Pastatų energetika". Vilnius Gediminas Technical University, 2022. http://dx.doi.org/10.3846/pinzs.2022.05.
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