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Scalcione, Vincenzo. "Educational and training conditions of learning environments: quality control standards in the school". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 188–202. http://dx.doi.org/10.36253/form-12607.

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The development of forms of monitoring of educational systems has meant to account for the functioning of educational organizations. In the evaluation, the methods of measuring quality have become the structural articulation of each organized system. The need was felt to use interactive management methods, capable of promoting continuous quality control, also through a systematic verification of results and feedback produced by users. The text analyzes similar organizational methods in educational contexts, where actions are affirmed to improve the quality of the service, through the use of indicators, with the aim of defining training standards for quality learning environments. The concept of effectiveness and improvement intersect in the ESI project, where schools from European countries were able to share the identifying elements for educational change. Condizioni educative e formative degli ambienti di apprendimento: gli standard di controllo della qualità nella scuola. Lo sviluppo di forme di monitoraggio dei sistemi educativi ha inteso dar conto del funzionamento delle organizzazioni educative. Nella valutazione le modalità di misurazione della qualità sono divenute l’articolazione strutturale di ogni sistema organizzato. Si è avvertita la necessità di utilizzare metodi di gestione interattivi, in grado di promuovere il controllo continuo della qualità, anche attraverso una sistematica verifica dei risultati e del feedback prodotto dagli utenti. Nel testo si analizzano simili modalità organizzative nei contesti educativi, dove si affermano azioni per il miglioramento della qualità del servizio, attraverso l’utilizzo di indicatori, con l’obiettivo di definire standard formativi per ambienti di apprendimento di qualità. Il concetto di efficacia e di miglioramento si incrociano nel progetto Esi, dove scuole dei paesi europei hanno potuto condividere gli elementi indentificativi per il cambiamento educativo.
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2

Dezio, Catherine y Antonio Longo. "Bioregione come spazio di ricerca e progetto". TERRITORIO, n.º 93 (enero de 2021): 13–20. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093002.

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Il servizio propone una riflessione sulla natura esplorativa e progettuale del termine ‘bioregione'. Il campo d'indagine è la metropoli milanese, centro di un sistema di luoghi e paesaggi, relazioni tra produzioni e consumi, gestione di scarti ed energia. La prospettiva bioregionale, spesso legata a nuove ideologie e scuole, affinché non risulti una semplice modalità di identificazione accademica, richiede approcci pragmatici basati su azioni concrete; qui si parla di azioni rivolte al miglioramento della qualità agronomica e ambientale e della relazione tra produzioni, consumi e scarti. La lettura territoriale e paesaggistica del sistema bioregionale si offre come una prospettiva di lavoro e di ricerca imperfetta, ma utile alla comprensione di relazioni complesse, che permette di affrontare sfide ambientali e paesaggistiche riguardanti i territori contemporanei, nella valorizzazione delle risorse locali.
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Buseti, Simone y Bruno Dente. "L'introduzione del performance management nelle Universitŕ italiane". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (abril de 2013): 121–41. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002005.

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Resumen
L'ipotesi centrale del saggio č che gli strumenti di misurazione della performance possono essere un modo efficace per promuovere la professionalizzazione del management delle universitŕ, ma soltanto nel rispetto di due condizioni, entrambe necessarie: che l'introduzione di nuovi sistemi sia parte di una piů ampia azione di sviluppo, e che le strategie di cambiamento rispettino l'eterogeneitŕ delle amministrazioni e siano quindi incrementali e differenziate. Si tratta di due condizioni che il decreto 150/2009 sembra sottovalutare, implicando una semplicitŕ doppiamente erronea: l'omogeneitŕ delle amministrazioni target e la sufficienza di valutazione e misurazione ai fini del miglioramento delle performance. Il saggio presenta una ricerca sui sistemi di management e valutazione, attraverso l'analisi dei risultati di un questionario somministrato a circa un terzo degli atenei italiani. La ricerca ha sostanzialmente smentito tali premesse e ha restituito due risultati: un'analisi dello stato dei sistemi che fotografa il posizionamento degli atenei e un modello di relazione tra le diverse variabili oggetto d'indagine. Per quanto riguarda il primo risultato, il panorama complessivo mostra alcuni elementi generalmente solidi e diffusi (come il quadro organizzativo), elementi diffusi ma solo raramente considerati adeguati (ad esempio il controllo di gestione), elementi sostanzialmente assenti (tra tutti il sistema di gestione dei rischi). D'altra parte, il posizionamento degli atenei rivela uno scenario - oltre che generalmente poco soddisfacente - anche fortemente eterogeneo. Non solo quindi non č possibile immaginare una riforma basata sul principio "one size fits all", ma č necessario tutto al contrario sviluppare diversi approcci al cambiamento. Il saggio presenta tre possibili strategie di implementazione della riforma, che partendo dallo stato di sviluppo dell'amministrazione suggeriscono percorsi di cambiamento differenziato. Infine, l'ultima parte del saggio utilizza i dati della rilevazione per costruire un modello di relazione che conferma il rapporto ipotizzato tra i sistemi di valutazione e alcune precondizioni, individuate nel quadro organizzativo, nei sistemi di supporto e (in minor misura) nei sistemi di gestione del rischio e di presidio della qualitŕ. Il modello non propone un rapporto di stretta causalitŕ tra variabili (il che implicherebbe una sequenza cronologica stretta nei programmi di riforma), ma piuttosto di guardare al management come oggetto complesso, il cui miglioramento necessita di sviluppo armonico e forte integrazione tra le sue diverse parti.
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Toraldo, D. M., D. Passali, A. Sanna, F. De Nuccio, L. Conte y M. De Benedetto. "Cost-effectiveness strategies in OSAS management: a short review". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 6 (diciembre de 2017): 447–53. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1520.

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L’apnea ostruttiva del sonno (OSAS) è una malattia cronica eccessivamente sotto-diagnosticata con un’alta prevalenza negli adulti. L’OSAS sta diventando un problema sociale significativo perché associata ad un peggioramento della qualità della vita ed un aumento della mortalità. Il rapporto costo-efficacia nella gestione diagnostica e terapeutica dell’OSAS è un problema strategico per contrastare la crescente domanda di test oggettivi. I pazienti OSAS che non presentano comorbilità clinicamente evidenti devono essere studiati utilizzando un sistema semplificato e poco costoso, come l’Home Sleep Testing (HST). Al contrario, la Sleep Laboratory Polisomnography (PSG) rimane il gold standard per la gestione dei pazienti con OSAS in presenza di comorbidità. Occorre sottolineare che l’uso di HST potrebbe portare ad una diagnosi errata in soggetti OSAS non ben selezionati. Questa breve rassegna si propone di offrire argomenti di riflessione sulla corretta diagnosi e trattamento dell’OSAS, in rapporto ai dati di prevalenza e alle ricadute sui costi/benefici sociali della malattia. Attualmente non può essere solo il rapporto costo/efficacia a definire il modello organizzativo adottato per la gestione dell’OSAS, in quanto si rendono necessari ulteriori studi prospettici a lungo termine, volti a validare in maniera definitiva tale rapporto nonché il confronto tra il trattamento con modelli di gestione ospedaliera versus l’assistenza domiciliare.
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Carbonari, L., F. Galli y L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 1 (24 de enero de 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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del Gobbo, Giovanna. "Cultura della Qualità e Faculty Development: Sinergie da Sviluppare". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, n.º 1 (junio de 2021): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12063.

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L'assicurazione della qualità e la gestione della qualità, elementi chiave per l'attuazione e gli sviluppi del Processo di Bologna, sono sempre di più considerate sfide centrali nella governance dell'alta formazione. L'importanza di promuovere una cultura della qualità ha acquisito, parallelamente e sinergicamente, un'attenzione crescente negli ultimi due decenni. Una cultura della qualità può essere sostenuta favorendo processi di sense making e comprensione del sistema complessivo della didattica, favorendo l'accesso critico e l'interpretazione degli artefatti, delle norme, delle procedure con cui la specifica comunità sociale e culturale realizza le proprie pratiche e risolve i problemi, dei dispositivi relativi alla valutazione e assicurazione della qualità. Nel presente articolo si offrono alcuni elementi di riflessione e problematizzazione a partire dall'esperienza di formazione per docenti e neoassunti realizzata presso l'Università di Firenze.
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Martinoli, C. y E. Tomaselli. "Equitŕ ed eccellenza nella riabilitazione visiva: l'esperienza dell'Istituto "D. Chiossone"". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 1 (octubre de 2009): 74–97. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001007.

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- In relazione agli obiettivi del programma Vision 2020, che comprendono l'eliminazione della cecitŕ da cause evitabili, la IAPB (International Agency for Prevention of Blindness) raccomanda alle strutture interessate l'applicazione di due principi: equitŕ ed eccellenza. Il Centro di Riabilitazione Visiva dell'Istituto "D. Chiossone" ha stabilito di attuare nella propria attivitŕ i suddetti principi adottando il Sistema di Gestione per la Qualitŕ come previsto dalla norma UNI EN ISO 9001:2000. Sono state quindi implementate procedure standardizzate per la presa in carico degli utenti sia nella fase di ammissione al Centro sia in quelle della valutazione funzionale e dell'elaborazione del progetto riabilitativo individuale. Tali procedure consentono di garantire al tempo stesso l'uniformitŕ (= equitŕ) e la personalizzazione (= eccellenza) dei trattamenti, che vengono programmati e sottoposti a verifica attraverso l'applicazione di 25 protocolli elaborati presso il Centro, 16 dei quali destinati all'etŕ evolutiva. Nel presente lavoro vengono elencati e commentati i protocolli; alcuni di essi, a titolo esemplificativo, sono riportati in allegato.Parole chiave: riabilitazione visiva, protocolli di valutazione, Sistema di Gestione per la Qualitŕ
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Agrusta, M. "Digital health: the new necessary skills. Medical-patient communication through technological tools". Journal of AMD 24, n.º 4 (febrero de 2022): 264. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.4.

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La telemedicina si affaccia in diabetologia agli inizi degli anni Ottanta con un impiego limitato alla trasmissione di dati metabolici fra medico e paziente; nel tempo le aree di applicazione nella cura del diabete si sono moltiplicate ed i progetti attuali sono finalizzati nella gestione terapeutica ed educazionale Tutti gli operatori del sistema sanitario devono, oggi, comprendere che esercitare la professione sanitaria vuol dire non solo curare le persone, ma prendersi anche cura dei loro dati, e che le due cose non sono più scindibili. Altro problema delicato e centrale, che si pone la telemedicina, è quello di non ridurre il rapporto medico paziente ad una fredda interlocuzione attraverso un video o ad un impersonale messaggio, ma al contrario è quello di costruire intorno al paziente una rete fatta di servizi che non solo siano in grado di assisterlo nella malattia, ma anche di garantire quella buona qualità di vita che spesso è inficiata in una patologia complessa quale il diabete. PAROLE CHIAVE telemedicina; buona relazione; buona qualità della vita; setting a distanza; colloquio clinico.
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Guglielmetti, Chiara, Silvia Gilardi, Sara Casati y Paolo Monti. "Divenire partner del team di cura: qualitŕ del servizio e senso di appartenenza negli adulti con Beta Talassemia Major". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (marzo de 2012): 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001006.

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Il contributo presenta i risultati di una ricerca che ha coinvolto 137 pazienti adulti affetti da Beta Talassemia Major. A partire da un'analisi della letteratura sulle dimensioni che caratterizzano un sistema di presa in carico della malattia cronica, č stato esaminato il rapporto tra elementi di gestione collaborativa della cura e la percezione di controllo della malattia in relazione a due outcomes: la soddisfazione per il servizio di cura e la soddisfazione per la qualitŕ della vita. Inoltre si č voluto indagare in via esplorativa il contributo del costrutto senso di appartenenza alla comunitŕ di cura nel legame con i livelli di soddisfazione per il servizio e la qualitŕ della vita. I risultati confermano la rilevanza del senso di appartenenza alla comunitŕ di cura quale significativo predittore di entrambi gli outcomes. La soddisfazione per le cure trova nella dimensione della fiducia l'altro significativo predittore, mentre la soddisfazione per la qualitŕ della vita viene spiegata anche dall'apporto della percezione di controllo sulla malattia.
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Butera, Federico y Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Resumen
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Menezes, Vitor Hugo Mota de. "LA VULNERABILITÀ NELL’ESTERNALIZZAZIONE DINANZI AL SERVIZIO PUBBLICO". REVISTA INTERNACIONAL CONSINTER DE DIREITO 9, n.º 9 (18 de diciembre de 2019): 775–99. http://dx.doi.org/10.19135/revista.consinter.00009.41.

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L’esternalizzazione è un sistema di gestione coperto dal genere dei rapporti trilaterali, nel caso in ricerca, maneggiato dalla Pubblica Amministrazione, per ridurre costi e migliorare la qualità dei servizi offerti alla popolazione, adoperato, dapprima, solo per le attività accessorie, ma con la normalizzazione del sistema, si è cominciato a implementarlo nei bisogni principali. Tuttavia, l’uso senza controllo e sfrenato di questo meccanismo ha creato intensi dibattiti giuridici e dottrinari che indicano i vantaggi e gli svantaggi di tali tipi di contratto, sia per quanto riguarda la vulnerabilità dell’operaio esternalizzato, sia rispetto la responsabilità del ricevitore del servizio dinanzi al disonore dei loro oneri lavorativi, e come l’utilizzo dell’esternalizzazione potrebbe essere adoperato in modo sicuro ed efficace dai contraenti. È appunto per questo che, inizialmente, la presente ricerca avrà un approccio generale sull’esternalizzazione, dalla comparsa del meccanismo nella storia, con enfasi sulla sua applicazione nel settore pubblico, investigando le possibili minacce ai regimi giuridici di contrattazione del personale utilizzati da enti statali. In questa prospettiva, saranno indicate le definizioni più impiegate dai dottrinatori, così come anche la natura giuridica e i presupposti che permeano l’istituto. Di seguito, saranno trattati il capitalismo, la globalizzazione, il neoliberalismo, indicati i fattori che influenzano l’esistenza e l’espansione dell’esternalizzazione e le critiche esistenti in materia. Alla ricerca di una soluzione più fattibile ed effettiva alla problematica, verranno confrontati ritagli esemplificativi del meccanismo in altri sistemi giuridici, soprattutto in quello italiano, riportando riferimenti legali e giurisprudenze sulla materia. La metodologia impiegata è sostanzialmente bibliografica e indiretta, servendosi da libri, articoli scientifici e orientamenti giurisprudenziali dei tribunali superiore e regionali del lavoro, servendosi, ancora, del metodo deduttivo per la giusta interpretazione dell’argomento. In questo senso, la presente ricerca dimostrerà la soluzione della problematica ritenuta dal ricercatore la più fattibile ed effettiva.
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Cannatelli, Benedetto y Matteo Pedrini. "Gestione della marca, qualitÀ del prodotto e performance delle micro imprese in mercati maturi: evidenze dal segmento della birra artigianale in Italia". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 3 (octubre de 2012): 153–73. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003008.

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Il presente articolo illustra i risultati di una ricerca sulla relazione tra le attivitÀ di gestione della marca, la qualitÀ dei prodotti e le performance economiche di micro imprese attive in mercati maturi. A tale scopo č svolta un'analisi in due fasi: nella prima č stata realizzata un'analisi quali-quantitativa basata su otto casi di studio approfonditi, successivamente č stato somministrato un questionario a 94 micro imprese produttrici di birra artigianale in Italia. I risultati evidenziano una relazione negativa tra l'impiego di risorse in attivitÀ di gestione della marca e la performance economica, al contrario determinata principalmente dalla qualitÀ del prodotto offerto.
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Avagnina, Irene, Chiara Paolin, Micaela Santini y Franca Benini. "Tosse e astenia: consigli pratici di gestione nei pazienti eleggibili alle cure palliative pediatriche". QUADERNI ACP 28, n.º 3 (2021): 125–30. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2021.125-130.

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Le cure palliative pediatriche (CPP) rappresentano un ambito multidisciplinare della pediatria che si prefigge l’obiettivo di garantire la qualità di vita a bambini affetti da malattie inguaribili ad alta complessità assistenziale e di rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. A livello clinico, molteplici sono i sintomi disturbanti con ampia ricaduta sulla qualità della vita, che devono essere gestiti e trattati. Alcuni di questi, in modo particolare, rappresentano una sfida importante per i caregiver e i sanitari che si occupano dei bambini eleggibili alle CPP. Questo secondo lavoro si propone di presentare, con un taglio pratico e di immediata utilità per il pediatra, le strategie di gestione di tosse e astenia. Nell’ambito delle CPP questi due sintomi sono frequenti. La tosse e l’astenia, assieme agli atri sintomi respiratori, al dolore, alla difficoltà di alimentazione, rappresentano un’importante determinante della qualità di vita nei pazienti, impattando significativamente sulla capacità di svolgere le attività della vita quotidiana e sulla loro sfera psicologica e sociale. Per entrambi i sintomi ci sono ancora pochi studi in letteratura che guidino il clinico nella loro gestione, che a oggi si basa ancora troppo sull’esperienza individuale piuttosto che sull’evidenza scientifica.
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Avagnina, Irene, Serana Condemi, Chiara Paolin y Franca Benini. "Prurito. Consigli pratici di gestione nei pazienti eleggibili alle cure palliative pediatriche". QUADERNI ACP 29, n.º 1 (2022): 35. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2022.35-37.

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Le cure palliative pediatriche (CPP) rappresentano un ambito multidisciplinare della pediatria che si prefigge l’obiettivo di garantire la qualità di vita a bambini affetti da malattie inguaribili ad alta complessità assistenziale e di rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. A livello clinico, molteplici sono i sintomi disturbanti con ampia ricaduta sulla qualità della vita, che devono essere gestiti e trattati. Alcuni di questi in modo particolare rappresentano una sfida importante per i caregiver e i sanitari che si occupano dei bambini eleggibili alle CPP. Il prurito e i disturbi del sonno sono frequenti e invaldanti in CPP e possono determinare un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita del bambino e possono risultare difficili da gestire per i clinici.
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Bertin, Mattia, Gianfranco Pozzer, Domenico Patassini y Francesco Musco. "Il piano inefficace. Sulla qualità della pianificazione emergenziale". TERRITORIO, n.º 99 (agosto de 2022): 136–48. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099019.

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L'articolo suggerisce un percorso esplorativo finalizzato alla valutazione dello stato della pianificazione emergenziale in Italia a partire dal caso della Regione Umbria recentemente interessata da eventi emergenziali. L'esplorazione mira a descrivere il rapporto tra qualità redazionale e progettuale del documento di piano, valutazione del rischio e pianificazione della risposta. Sulla base di un'analisi multivariata, vengono identificate distinte tipologie di piano che, pur diverse per qualità redazionale, denunciano limiti comuni nelle capacità di risposta. Le conclusioni si interrogano sull'opportunità di ripensare il piano d'emergenza in relazione alla pianificazione urbanistica e a una gestione operativa del rischio, come suggerito dal nuovo Testo Unico di Protezione civile (2018).
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Avagnina, Irene, Serana Condemi, Chiara Paolin y Franca Benini. "Disturbi del sonno. Consigli pratici di gestione nei pazienti eleggibili alle cure palliative pediatriche". QUADERNI ACP 29, n.º 1 (2022): 32. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2022.32-34.

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Le cure palliative pediatriche (CPP) rappresentano un ambito multidisciplinare della pediatria che si prefigge l’obiettivo di garantire la qualità di vita a bambini affetti da malattie inguaribili ad alta complessità assistenziale e di rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. A livello clinico, molteplici sono i sintomi disturbanti con ampia ricaduta sulla qualità della vita, che devono essere gestiti e trattati. Alcuni di questi in modo particolare rappresentano una sfida importante per i caregiver e i sanitari che si occupano dei bambini eleggibili alle CPP. In questo quinto lavoro e nei successivi verranno affrontati il prurito e i disturbi del sonno, frequenti e invalidanti nei bambini in CPP.
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Bolgiani, M. "Rapporto tra salute del cavo orale e dieta nel paziente con patologia renale". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, n.º 4 (24 de enero de 2018): 18–21. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1494.

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L'igiene della bocca e la diagnosi e trattamento delle patologie del cavo orale sono aspetti spesso trascurati nei pazienti affetti da malattia renale cronica. Un maggior rischio di infezioni, di infiammazione cronica e di malnutrizione rappresentano le principali conseguenze cliniche, tutte di particolare rilevanza nei pazienti nefropatici cronici, di una cattiva gestione della salute del cavo orale. Una maggiore consapevolezza del problema da parte dei nefrologi/dentisti/dietisti e dei pazienti e lo sviluppo di programmi di educazione, di screening, di prevenzione e di cura delle patologie del cavo orale, possono contribuire ad elevare la qualità della cura dei nefropatici cronici.
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Spagnolo, Antonio G. ""Norme di buona pratica clinica". Il documento della Comunità Europea sulla sperimentazione di nuovi prodotti farmaceutici". Medicina e Morale 40, n.º 2 (30 de junio de 1991): 201–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1141.

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L'idea di fondo per l'elaborazione di una guida europea di "buona pratica clinica" è stata quella di fornire degli standards comuni e di livello elevato per la valutazione clinica dei prodotti farmaceutici. L'elaborazione del documento è iniziata nel 1985 ed è stata completata nel 1988; la sua approvazione definitiva ha avuto luogo nel luglio 1990 ed esso diventerà operativo nel luglio 1991, in tempo dovuto prima dell'inizio del mercato unico dei farmaci del 1993. L'autore analizza ampiamente e schematizza tutti e cinque i capitoli della GCP facendo riferimento a: 1) la protezione dei soggetti che partecipano alla sperimentazione e il parere dei Comitati di Etica, 2) le responsabilità dello sponsor, del monitor e del ricercatore, 3) la gestione dei dati, 4) gli aspetti statistici e 5) il controllo della qualità. È anche considerata l'Appendice al documento la quale intende fornire indicazioni su alcuni aspetti pratici della sperimentazione. Nelle note l'autore chiarisce alcuni termini specifici usati nel documento così come sono definiti nel Glossario che è allegato alla GCP; egli, inoltre, fornisce il proprio parere personale su alcuni punti critici sottolineando particolarmente la connessione che esiste fra requisiti etici e garanzia di qualità della sperimentazione.
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Balber Pérez, Miguel Antonio y Maritza de la Caridad McCormack Bequer. "Attuali sfide della qualità nel diritto agrario di fronte alla globalizzazione – il caso dell’isola di Cuba". Przegląd Prawa Rolnego, n.º 2(23) (15 de diciembre de 2018): 115–25. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.8.

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La protezione del settore alimentare nazionale attraverso un sistema di prodotti agroalimentari di qualità è una delle forme di contrasto adottata dai cubani di fronte alla globalizzazione. A tal fine Cuba sta perseguendo una politica agricola volta ad aumentare il livello di professionalità nel settore alimentare: tra l’altro organizzando corsi di formazione periodici per i dipendenti che riguardano le tecnologie di produzione utilizzate in agricoltura e insistendo sulla formazione professionale continua; nonché portando ad un graduale miglioramento del sistema statale di certificazione dei prodotti agroalimentari e della qualità dei laboratori accreditati che controllano la qualità alimentare, come anche di certificazione dei sistemi di lavoro, in particolare per quanto riguarda il ricorso alle tecniche di analisi del rischio e di controllo dei punti critici nel processo di produzione alimentare. Per chi non osserva la politica agricola e la legislazione che la sottende, il sistema cubano prevede numerose sanzioni, contenute nel decreto n. 182 del 23 febbraio 1998: “La standardizzazione e la qualità” e nel decreto n. 267 del 3 settembre 1999: “La violazione delle regole stabilite sulla normalizzazione e la qualità”. Secondo l’autore, la regolazione sulla qualità dei prodotti agroalimentari adottata ha contribuito ad aumentare l’attrattività del settore agricolo cubano e ha contribuito a garantire un livello adeguato di qualità e sicurezza alimentare.
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Paradiso, Michele, José Fernando Muñoz Robledo, Bianca Galmarini y Valentina D’Ippolito. "LA GUADUA E L’INFORMALE. LA CONOSCENZA STRUTTURALE E LA QUALIFICAZIONE DEI MATERIALI NATURALI NEL BARRIO DE INVASIÓN NUEVA ESPERANZA, KM41, MANIZALES, COLOMBIA". Revista M 15 (16 de agosto de 2019): 48–69. http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v15i0.2178.

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Nueva Esperanza è un insediamento di tipo informale situato nella regione andina colombiana, nel Dipartimento di Caldas, a cavallo del Río Cauca e sulla via che collega Manizales a Medellín. Come occupazione autogestita con ambizione di legalizzazione, è un modello non estraneo alla gestione colombiana, la cui emergenza abitativa è il risultato dell’instabilità politica e della lunga condizione di guerriglia, concentrata soprattutto in scenario rurale. Il lavoro che presentiamo investiga le forme dell’abitare sviluppatesi in questa comunità, alla luce delle differenti origini sociali e geografiche, formazione e competenze dei residenti. L’oggetto della ricerca è lo studio delle modalità di autocostruzione delle abitazioni in materiali locali (guadua angustifolia) e dell’efficacia delle soluzioni tecniche e costruttive adottate in tale contesto. Conseguente ai risultati dell’attività di rilievo e restituzione dei manufatti architettonici è l’individuazione di tre casi studio rappresentativi per diversi livelli di qualità d’esecuzione, qualità di conservazione, complessità della composizione. Si intravede, allora, un progetto ex novo che assolverà alla duplice intenzione di realizzare un luogo di socializzazione (ad oggi assente) e di sperimentare un cantiere autogestito a scopo didattico, per la valorizzazione del materiale e della tecnologia opportuna al fine di una ricostruzione consapevole delle abitazioni.
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Ojardias, E., A. Mey y R. Gonthier. "Gestione medica dei pazienti anziani: qualità della vita, aspettativa di vita, etica". EMC - AKOS - Trattato di Medicina 21, n.º 1 (marzo de 2019): 1–5. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(19)41596-9.

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Godoy Dotta, Alexandre. "La politica pubblica per la valutazione di qualità come il modo della valutazione dell'educazione come un bene pubblico". Revista Eurolatinoamericana de Derecho Administrativo 4, n.º 2 (29 de diciembre de 2017): 43–57. http://dx.doi.org/10.14409/rr.v4i2.7117.

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Il presente articolo ha come oggetto l’analisi storica e politica relativa alla nascita del concetto d’insegnamento di qualità nell’organizzazione dell’educazione in Brasile. Per raggiungere questo obiettivo, si concentra sullo status di“diritto all’educazione” o “servizio pubblico educazionale” come bene pubblico. Discorre sull’organizzazione del sistema educazionale brasiliano e presenta considerazioni sul problema delle interpretazioni restrittive e formali del sistema educativo, soprattutt o nei termini della proposta neoliberale tipica degli anni novanta. Sviluppa riflessioni sul concetto di qualità e sulla possibilità di metterlo in pratica, attraverso le determinazioni della Costituzione brasiliana, secondo un’interpretazione sostanziale delle politiche pubbliche valutative.
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Cerardi, Ilaria y Giorgio Gadda. "Un team di infermieri dedicato alla gestione degli accessi vascolari". Dissertation Nursing 1, n.º 1 (29 de julio de 2022): 87–106. http://dx.doi.org/10.54103/dn/17763.

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INTRODUZIONE: L’ accesso vascolare difficile si manifesta nel 30% degli assistiti che necessitano un accesso vascolare. E’ una condizione clinica che determina l’esecuzione di molteplici tentativi di incannulamento della vena. La gestione è affidata ad un team infermieristico dedicato con competenze avanzate nell’impianto di cateteri venosi periferici (CVP), PICC e Midline tramite tecnica ad ultrasuoni. OBIETTIVO:Effettuare un’analisi della letteratura indagando outcome e benefici della gestione di questi assistiti da parte di un team infermieristico con competenze avanzate negli accessi vascolari. METODI: Sono state consultate le banche dati PubMed, CINAHL, EMBASE, Cochrane Library, ILISI e Web of Science ed i siti ufficiali dell’ INS e del GAVeCeLT. RISULTATI: Sette studi sono stati inclusi. Il team è composto in media da 15 infermieri e 4 medici specialisti. Emerge un tasso di successo della procedura al primo tentativo dell’88-100% ed una riduzione del 90% e 70 % dei tassi di CLABSI e infezioni catetere-correlate. In media il 44.1% dei device sono stati rimossi per termine del trattamento. L’ attesa del device idoneo si è ridotta dell’ 80%. Il tasso medio di soddisfazione è risultato dell’ 88.23% (score medio registrato 8.56/10) ed una media di 2.85/10 per il dolore percepito. Le aziende hanno riportato una riduzione media di 261.358,27 euro/anno sulle spese aziendali. CONCLUSIONI: Un team dedicato per gli accessi vascolari difficili rappresenta una risorsa fondamentale per l’ erogazione di cure di qualità grazie ad una gestione tempestiva, una riduzione dei tassi di complicazioni, un’ ottimizzazione del timing assistenziale e delle spese aziendali.
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Veltroni, Alessio, Elisa Cosaro y Maria Vittoria Davì. "Caratteristiche clinico-patologiche, gestione clinica e prognosi dell’insulinoma maligno: studio multicentrico italiano". L'Endocrinologo 22, n.º 2 (17 de marzo de 2021): 139–43. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00843-2.

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SommarioL’insulinoma maligno è un tumore neuroendocrino pancreatico estremamente raro ed è associato a una severa sindrome ipoglicemica che impatta negativamente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dei pazienti affetti. La gestione terapeutica dell’insulinoma maligno è complessa sia per il controllo delle crisi ipoglicemiche, sia per il controllo della crescita tumorale. La sindrome ipoglicemica rappresenta una sfida terapeutica per l’endocrinologo in quanto spesso non è responsiva alla terapia medica sintomatica, in particolare al diazossido utilizzato in monoterapia o associato agli analoghi della somatostatina. Everolimus ha un ruolo nel trattamento delle crisi ipoglicemiche refrattarie da insulinoma maligno sia per l’azione di inibizione del rilascio di insulina che di insulino-resistenza. La chirurgia con approccio curativo dell’insulinoma maligno è raramente perseguibile a causa della diffusione metastatica, mentre la chirurgia a scopo di debulking può essere presa in considerazione in casi selezionati sia per il controllo sintomatico sia perché può aumentare l’efficacia delle terapie sistemiche o locoregionali. La terapia radiometabolica con analoghi caldi della somatostatina rappresenta un’opzione terapeutica nei pazienti con tumori a elevata espressione dei recettori della somatostatina sia per il controllo della sintomatologia che della crescita tumorale, sebbene l’esperienza negli insulinomi maligni sia piuttosto scarsa. Data la rarità della malattia, sono disponibili in letteratura solo descrizioni di singoli casi o studi condotti su casistiche limitate; pertanto, è difficile stabilire la sequenza terapeutica più efficace in questi casi. Recentemente è stato condotto uno studio multicentrico italiano, in 13 centri di riferimento, focalizzato sulle caratteristiche clinico-patologiche, sulle modalità di trattamento e sui fattori prognostici che condizionano decorso ed esito dell’insulinoma maligno allo scopo di individuare una strategia terapeutica mirata basata su criteri razionali ed evidenze cliniche. In questa rassegna verranno descritti i principali risultati dello studio che comprende una casistica tra le più ampie finora pubblicate.
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Marina, R., A. Landi, E. Sganzerla, L. Nosetto, C. De Grandi, R. Keim y S. M. Gaini. "Verifica di qualità nell'applicazione diretta della RM in Neurochirurgia stereotassica". Rivista di Neuroradiologia 9, n.º 4 (agosto de 1996): 433–38. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900414.

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Si descrive la procedura d'installazione ed il controllo di qualità di un sistema per neurochirurgia stereotassica, che utilizza la risonanza magnetica per il calcolo diretto delle coordinate dei «bersagli». L'applicazione clinica del sistema conferma la fattibilità degli interventi in condizioni di sicurezza, e la validità del metodo adottato per l'eliminazione degli artefatti di distorsione spaziale nelle immagini.
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Cardinali, Silvio. "Problematiche di gestione ed opportunità di crescita delle piccole imprese agroalimentari: un'analisi sui viniviticultori minori e le alleanze". ARGOMENTI, n.º 34 (junio de 2012): 103–23. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034005.

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Il presente articolo esamina le principali caratteristiche dei piccoli produttori vitivinicoli italiani e le loro politiche di marketing con particolare riferimento alle strategie di aggregazione. L' autore successivamente ad una revisione della letteratura sul tema delle imprese minori del settore vitivinicolo e delle alleanze, presenta i risultati di una ricerca empirica esplorativa condotta presso un campione di piccole imprese di vini di qualità elevata. Dai risultati del progetto emergono interessanti spunti di riflessione sulle opportunità di politiche aggregative, ma anche i limiti strategici e cognitivi nella costruzione di un modello di business a rete.
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Quintaliani, Giuseppe, Maria Luisa Standoli y Carlo Giammarioli. "Qualità e Sostenibilità in Sanità". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, n.º 1 (3 de octubre de 2014): 75–77. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.866.

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Ci sono diverse interpretazioni sulla qualità del nostro SSN: per alcuni è al secondo posto in Europa, mentre per altri finiamo al 21° posto in classifica. Questo per l’utilizzo di diversi indicatori, di cui la maggior parte è basata sul costo e non sulla qualità clinica. Per la sopravvivenza del nostro SSN, anche in considerazione del cambiamento demografico della popolazione, formata da anziani e malati cronici, è necessario sviluppare e utilizzare indicatori di processo clinici dettati dalle varie società scientifiche, abbandonando la SDO come sistema di valutazione della qualità clinica: l’abbattimento del costo, se non accompagnato all’efficacia clinica, non può essere considerato un risultato. In questo processo, di grande aiuto possono essere i flussi informatici, i cosiddetti big data, attraverso l’incrocio tra i vari database. Il SSN si salverà se ridurrà davvero le spese, basando le scelte sulla clinica e sull’appropriatezza diagnostica. (Clinical_Management)
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Rossa, Carina. "TERZA MISSIONE E SERVICE LEARNING NEL MODELLO DELLE CATTEDRE SCHOLAS". Revista ComSertões 8, n.º 1 (3 de agosto de 2020): 101. http://dx.doi.org/10.36943/comsertoes.v8i1.8667.

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Tutti riconoscono le funzioni della didattica e della ricerca come missioni identitarie dell’università. Nel tempo si è introdotta una terza missione che riguarda il rapporto con il territorio. Il nuovo millennio porta un nuovo paradigma sulla terza missione in America Latina, si tratta dell’approccio di Responsabilità Sociale Universitaria (RSU). Questo orientamento si definisce innanzitutto per la gestione degli impatti dell’organizzazione nel proprio intorno umano, sociale, economico, naturale, in funzione dello sviluppo sostenibile. Alcune proposte pedagogiche, come il Service Learning, si propongono come approcci adeguati a questo modello di università nel momento in cui gli attori esterni lavorano insieme agli agenti interni all’università per attivare progetti di sviluppo, produrre nuove conoscenze socialmente utili e formare futuri professionisti attorno a valori che aiutano a migliorare la qualità di vita della popolazione, promuovendo la inter e trans-disciplinarietà. La sfida delle Cattedre Scholas è quella di supportare una rete mondiale di università impegnate socialmente, una rete come reale strumento di trasformazione dell’umanità.
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Palazzotto, E., M. P. Angellotti, L. Bozzoli y C. D’Alessandro. "Standard di professione del dietista in nefrologia: realtà a confronto". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 2 (26 de enero de 2018): 40–45. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1135.

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La terapia dietetica svolge un ruolo fondamentale nel trattamento della malattia renale cronica (CKD): previene e corregge le complicanze metaboliche, garantisce il mantenimento o il raggiungimento di uno stato nutrizionale soddisfacente e, nella fase conservativa, ritarda l'inizio della terapia sostitutiva. Molte sono le evidenze che attestano che il trattamento nutrizionale effettuato da un dietista esperto migliora la qualità di vita del paziente con insufficienza renale cronica, aumenta l'eff -cacia della terapia dietetica e riduce i costi assistenziali. Negli Stati Uniti sono stati definiti i parametri che identificano il dietista esperto nella gestione della terapia nutrizionale nel paziente nefropatico e sono state individuate tre categorie in base al grado di formazione e competenza acquisita. Nei Paesi dell'Unione Europea la formazione dei dietisti è molto eterogenea tanto da rendere difficile una comparazione con la realtà americana. L'European Federation of the Association of Dietitians negli ultimi anni ha comunque definito gli standard accademici e professionali dei dietisti individuando quattro ruoli di competenza ed i relativi indicatori di performance. In Italia l'Associazione Nazionale Dietisti ha definito le posizioni dell'associazione in merito alla pratica professionale del dietista nel trattamento delle malattie renali e la Società Italiana di Nefrologia, nell'ambito del progetto di certificazione della qualità del percorso di cura della CKD, ha delineato il profilo del dietista che lavora in nefrologia ma non sono stati definiti standard accademici e professionali specifici. È auspicabile che dietisti esperti in nefrologia e nefrologi collaborino nel definire protocolli relativi a standard che il dietista operante in ambito nefrologico dovrebbe raggiungere in modo da garantire maggiore competenza professionale e una omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale.
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Bertoli, Silvio Volmer, Daniele Ciurlino y Andrea Stucchi. "La dialisi peritoneale incrementale nella qualità e quantità pone la peritoneale un trattamento non marginale". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (24 de febrero de 2014): S67—S68. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.979.

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Resumen
La DPI rappresenta un'opportunità per favorire il trattamento domiciliare. In questo momento la terapia sostitutiva domiciliare con DP rappresenta una sfida a causa dell'invecchiamento della popolazione e le difficoltà che abbiamo nel preparare tali pazienti a questa terapia. Nel paziente in uremia terminale la DPI rappresenta una opportunità di adattamento alla terapia, non sempre possibile; in caso invece di GFR superiore a 6 mL/min può rappresentare una possibilità di adattamento più semplice e graduale alla terapia, viste le migliori condizioni cliniche generali. Nel paziente con scompenso cardiaco refrattario riteniamo che sia il trattamento ideale nella gestione cronica di pazienti con frequenti episodi di scompenso acuto.
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Magnani, Guest Editors: L., G. Beltramello, D. Brancato, A. Fontanella y R. Nardi. "L’internista ospedaliero nella gestione del paziente diabetico complesso". Italian Journal of Medicine 6, n.º 1 (27 de abril de 2018): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.2.

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L’internista deve occuparsi (e rioccuparsi) del paziente diabetico complesso in OspedaleA. Fontanella, L. MagnaniDiagnosi, classificazione, epidemiologia clinica del diabete mellitoV. Provenzano, D. BrancatoUp-date degli studi disponibiliP. Gnerre, T.M. Attardo, A. Maffettone, G. BeltramelloIl diabete mellito costituisce ancora un equivalente di rischio cardiovascolare?G. Augello, T.M. AttardoLe terapie del diabete tipo 2 sono tutte uguali ai fini della riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare?V. ProvenzanoLe nuove tecnologie nella cura del diabete mellitoD. Brancato, V. ProvenzanoInsuline prandiali e insuline basaliR. PastorelliQuali target nel diabete mellito: il dogma dell’emoglobina glicata è davvero imprescindibile?V. ManicardiIl controllo dell’iperglicemia nel paziente anziano polipatologico: è sempre necessario iniziare l’insulina?G. Gulli, M. NizzoliLa nefropatia diabeticaF. Salvati, D. Manfellotto, M. StornelloCirrosi epatica e diabeteM. Imparato, L. FontanellaLa terapia personalizzata nel diabete di tipo 2A. Maffettone, C. Peirce, M. RinaldiLa gestione dell’iperglicemia nel paziente critico e instabileC. NozzoliLa disfunzione erettile nel paziente diabetico di tipo 2N. Artom, A. Bosio, G. PinnaQuali obiettivi di approccio integrato nella gestione del diabete mellito?E. Romboli, D. PanuccioIperglicemia, normoglicemia ed ipoglicemia nei pazienti anziani fragili: situazioni a rischio, politerapia e comorbilitàA. Greco, M. Greco, D. Sancarlo, F. Addante, G. D’Onofrio, D. Antonacci, S. De CosmoL’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzatoV. Borzì, L. Morbidoni, A. FontanellaL’internista chiamato in consulenza per un diabete gestazionale: quale approccio pragmatico?P. Novati, L. SaliLa frugalità nella gestione del diabete mellito: qualità assistenziale, governo clinico e costi correlatiP. Gnerre, G. Carta, D. MontemurroLa gestione dell’iperglicemia in area medica, ma senza esagerare.L. Magnani, G. BeltramelloAPPENDICE IUn approccio pragmatico per la valutazione globale e la gestione del paziente diabeticoF. Pieralli, A. Crociani, C. BazziniAPPENDICE IILe insuline e i farmaci ipoglicemizzanti orali disponibiliP. Zuccheri, L. Alberghini, E. SoraAPPENDICE IIILe scale di correzione insulinica: pro e controV. Borzì
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Semenzato, Luca, Clara Baldin, Maria Laura Mitra, Giuseppe Pappalardo, Laura Giovanna Giannoni y Massimo Di Grazia. "Riflessioni sull'attuale percorso di transizione in Italia". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (noviembre de 2020): 83–100. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002005.

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In questo articolo gli autori esamineranno l'attuale situazione italiana per quanto concerne i trattamenti di conferma del genere (GCT) e, alla luce delle ulti-me ricerche e review della letteratura sui GCT, verranno analizzate e confrontate le linee guida dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (ONIG) e della World Professional Association for Transgender Health (WPATH). Gli autori mostreranno come l'attuale percorso, che prevede, prima dell'accesso ai GCT, la risoluzione di ogni altro disagio psichico presente, potrebbe essere modificato per mi-gliorare lo stato di benessere delle persone transgender e gender non-conforming (TGNC), trattando la disforia prima o contemporaneamente ai disturbi secondari. Si evidenzierà inoltre come la popolazione affetta da disforia di genere risulti par-ticolarmente suscettibile allo sviluppo di disturbi psichiatrici, con evidenti costi in termini di qualità di vita per la persona e per il sistema sanitario che deve farsene carico. Infine, verrà evidenziato che il miglioramento dei servizi sociosanitari per le persone transgender contribuirebbe a migliorare la qualità della vita della popola-zione TGNC italiana anche grazie ad una depatologizzazione delle identità non coerenti col genere assegnato.
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Loddo, Paola, Silvia Veronesi, Ofelia Valentino, Anna Lucchelli y Anna Michilli. "Il sistema della Giustizia Minorile alla prova dell'emergenza sanitaria". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (junio de 2021): 131–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004013.

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L'emergenza sanitaria ha avuto un impatto significativo sulla giustizia minorile, che ha dovuto rispondere, con tempestività, per cercare di dare piena tutela ai minori coinvolti. Il ricorso alla tecnologia ha costituito uno strumento efficace che ha in qualche modo garantito il funzionamento del sistema, ma ha mostrato i suoi limiti nella gestione dei progetti di intervento e di supporto del minore e della sua famiglia, dove la presenza fisica e la ricchezza dello scambio relazionale non possono essere sostituiti dall'interrelazione virtuale.
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Matucci, Giuditta. "Il diritto a un'istruzione inclusiva e di qualità". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (julio de 2022): 51–58. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004006.

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Con l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana e l'enunciazione del principio della scuola aperta a tutti, si è imposto al legislatore di delineare un sistema d'istruzione capace di ricomprendere le varie forme di diversità presenti nella realtà per favorire il processo di crescita e di autorealizzazione personale e la partecipa-zione sociale di ciascuno. Il cammino compiuto dal no-stro ordinamento a partire dagli anni '70 verso la co-struzione di una scuola inclusiva ha svelato un'attenzione progressiva verso le molteplici aree di vulnerabilità presenti nella popolazione studentesca, escogitando misure capaci di compensare lo svantaggio iniziale a favore di esigenze di equità e di giustizia. La varietà delle situazioni di bisogno all'interno delle nostre classi ha poi portato ad estendere le garanzie di flessibi-lità didattica al di fuori delle originarie aree d'interesse, stimolando una riflessione sull'attualità dei paradigmi tradizionali e ponendo in dubbio la compiutezza del no-stro modello inclusivo.
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Porena, Massimo. "Urologia funzionale: Nuove acquisizioni scientifiche al servizio della clinica". Urologia Journal 79, n.º 1 (enero de 2012): 5. http://dx.doi.org/10.1177/039156031207900101.

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Questo seminar monografico di Urologia, dedicato all'urologia funzionale del basso tratto urinario, ospita quattro articoli che aprono a nuove prospettive sulla comprensione della fisiopatologia dei LUTS e del loro trattamento, alla luce delle recenti acquisizioni neurofisiologiche, di imaging e di biologia molecolari. Il progressivo allungarsi della vita media registratosi nell'ultima metà del secolo è destinato a diventare un fenomeno caratteristico della nostra epoca, portando all'attenzione dell'urologo nuovi contesti precedentemente considerati di scarso rilievo. L'intera comunità scientifica, e la comunità urologica nello specifico, appare oggi unanime nel considerare necessario incrementare i propri sforzi verso un costante supporto verso la qualità di vita. Questa volontà è particolarmente evidente per quelle patologie, come i disturbi del baso tratto urinario, che non minacciano direttamente la quantità di vista del singolo soggetto, ma minano profondamente la sua realizzazione individuale e sociale determinando profonde alterazioni qualitative. Succede così che dopo aver saputo opporsi con efficacia e prontezza inaspettate all'attacco di patologie infettive e neoplastiche, l'urologo si confronta oggi con altre sfide. I quattro lavori presentati in questo volume testimoniano l'impegno e il contributo dell'urologia funzionale italiana che con instancabile dedizione alla causa della salute dei propri pazienti, verso le patologie funzionali del basso tratto urinario. La comprensione che l'urotelio, in passato considerato alla stregua di una semplice barriera fisica, che separava le urine dal corpo, partecipi alla regolazione neurologica periferica del riflesso minzionale, che cellule epiteliali assumano la capacità di svolgere un ruolo sensorio afferenziale e che da questo ne derivi una nuova prospettiva terapeutica, rappresentano i principali avanzamenti nella gestione del paziente con vescica neurologica. Se in passato la correzione anatomia del difetto/descensus degli organi pelvici costituiva la prima ed unica soluzione, oggi siamo consapevoli che la correzione anatomica è un momento chirurgico che deve guardare ed ottenere un miglioramento dei sintomi. I quattro lavori, scritti da autori il cui valore è riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, ci fanno comprendere come l'aumento dei valori relativi agli anni di vita media nei paesi più industrializzati sia un bene incompleto se non è accompagnato da un miglioramento della qualità di vita stessa delle persone. Come urologi, abbiamo motivi di ritenere — certo ognuno potrà considerare dentro di sé quanto tutto ciò sia reale — che la tutela della qualità di vita rappresenti il problema di primaria ed imprescindibile importanza in ogni nostro reparto ed è per questo che siamo orgogliosi di ospitare su Urologia un contributo clinico-scientifico in tal senso.
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Maddock, Clementine y Carmine M. Pariante. "How does stress affect you? An overview of stress, immunity, depression and disease". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, n.º 3 (septiembre de 2001): 153–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005285.

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RIASSUNTOScopo – Il termine “stress” viene spesso usato come sinonimo di “vita moderna”. In questa revisione della letteratura abbiamo valutato la relazione tra lo stress e l'insorgenza o il decorso della depressione maggiore, dei disturbi cardiovascolari e delle malattie tumorali, le maggiori cause di morbidità e di mortalita nel mondo occidentale. Abbiamo anche discusso come i cambiamenti nei parametri del sistema immunitario indotti dallo stress possano essere considerati, almeno in parte, responsabili di questa relazione tra stress e malattia. Metodo – Abbiamo condotto una ricerca su Medline per il periodo 1996-2000, utilizzando i termine stress, disease (malattia) e immune system (sistema immunitario), allo scopo di identificare i più recenti sviluppi della ricerca in questo campo. Abbiamo anche rintracciato le più importanti pubblicazioni citate in questi articoli. Risultati – Gli studi in letteratura confermano il legame tra lo stress e l'insorgenza della depressione. Lo stress sembra anche avere un effetto negativo sulla prognosi dei disturbi cardiovascolari e delle malattie tumorali, ed evidenze preliminari suggeriscono che interventi di gestione dello stress possono migliorare la sopravvivenza in questi pazienti. Situazioni di stress cronico sono associate ad una soppressione della funzionalità del sistema immunitario, mentre stress acuti hanno un effetto sia attivante, sia inibitorio. La liberazione di citochine infiammatorie, mediatori solubili della risposta immunitaria, può indurre la comparsa di sintomi depressivi. Conclusioni – Studi epidemiologici prospettici sono necessari per chiarire il ruolo dello stress nell'insorgenza, decorso e prognosi delle malattie. L'utilizzo di terapie di gestione dello stress allo scopo di migliorare la prognosi dei pazienti con disturbi cardiovascolari, malattie tumorali ed altre malattie croniche, è un'area di ricerca particolarmente interessante. Gli effetti dello stress sul sistema immunitario sono importanti per capire il legame tra stress e malattia. In particolare, l'aumentata produzione di citochine infiammatorie durante situazioni di stress costituisce un possibile meccanismo biologico per spiegare il legame tra stress e depressione.
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Langella, Cecilia y Niccolò Persiani. "Il sistema delle procedure amministrativo-contabili della GSA: il caso di Regione Lombardia e Regione Veneto". MECOSAN, n.º 122 (diciembre de 2022): 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14618.

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Il presente studio intende offrire un contributo al dibattito sulla Gestione Sanitaria Accentrata (GSA). Nello specifico, propone uno strumento innovativo, vale a dire la redazione di un sistema di procedure amministrativo-contabili della GSA che, travalicando i confini organizzativi della GSA stessa e abbracciando una logica integrata di sistema del SSR, mappa i flussi di risorse afferenti al fabbisogno sanitario. Attraverso la disamina di due casi studio particolarmente emblematici (quello della GSA in Lombardia e quello di Azienda Zero in Veneto), lo studio mostra che le procedure sistemiche e integrate della GSA (i) sono utilmente applicabili in contesti diversi, in quanto in grado di coglierne e valorizzarne le peculiarità organizzative e contabili; (ii) costituiscono un valido strumento di risposta alle principali problematiche della GSA soprattutto in termini di governo e controllo della filiera Regione-GSAaziende sanitarie.
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Pennelli, Orazio y Luigi Pacilli. "Il nuovo sistema di finanziamento degli ospedali pubblici e privati. Alcune riflessioni sul tema". Medicina e Morale 44, n.º 3 (30 de junio de 1995): 427–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.978.

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L'articolo presenta il nuovo sistema di finanziamento degli Istituti di ricovero pubblici e privati introdotto in Italia di recente, a gennaio 1995 (ma già in uso da alcuni anni negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei), detto "a prestazione" o "a tariffa", che si basa sul sistema di classificazione della casistica ospedaliera DRG-ROD, al fine di contrastare la continua lievitazione della spesa ospedaliera. Infatti, il progressivo incremento della spesa sanitaria, di cui quella ospedaliera è la componente principale, in Italia (come in tutti Paesi occidentali), insieme con la sempre più diffusa coscienza della limitatezza delle risorse disponibili, ha posto in primo piano la necessità di assicurare ai cittadini una assistenza sanitaria contraddistinta da un livello di efficacia e di efficienza superiore rispetto al passato, raggiungibile anche attraverso una limitazione della crescita della spesa. L'adozione di tale nuovo sistema, seppure potrà portare indubbi vantaggi (classificazione più adeguata della casistica, riduzione de lla spesa ecc.), suscita tuttavia una serie di riflessioni di carattere etico, in quanto una sua non corretta applicazione potrebbe essere responsabile di una riduzione della qualità della assistenza prestata, della equità con cui essa è erogata, e addirittura di un aumento della spesa ospedaliera, in mancanza di controlli efficaci organizzati dalle Istituzioni competenti.
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Rodi, M. N. y C. Mura. "Qualità della vita misurata attraverso il Kidney Disease Quality of life-Short Form (KDQOL-SF): differenze in relazione al trattamento dialitico". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, n.º 4 (24 de enero de 2018): 34–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1497.

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Nel 1985 il New England Journal of Medicine pubblicò un rapporto relativo alla Qualità della vita (QdV) nei pazienti dializzati: forse per la prima volta si poneva l'attenzione alla sfera più intima di chi doveva convivere con una patologia cronica. Recentemente gli studi deputati a cogliere i principali aspetti emotivi e psicologici di chi vive una reale “esperienza di malattia”, hanno assunto nuova consistenza, scoprendo importanti fattori che influenzano il paziente fin dalla prima fase di pre-dialisi. Nonostante i progressi fatti, manca ancora una routine di valutazione della QdV che, se strutturata, potrebbe diventare un valore aggiunto per il paziente; spesso a una eccellente gestione clinica non si accompagna, infatti, un'attenta analisi del grado di soddisfazione del malato. L'obiettivo della ricerca è capire se esistano differenze in ambito di QdV tra i pazienti che sono sottoposti a emodialisi rispetto a quelli in dialisi peritoneale. Alla luce dei risultati si evincono aspetti importanti: fattori come la sessualità, l'attività sociale, percezione della vicinanza dello staff, hanno punteggi migliori negli emodializzati. La conclusione è che la normale frustrazione legata all'essere “dipendenti” dal reparto e dal suo staff medico venga ben compensata dal senso di protezione e dai legami umani che lì si creano.
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Busato, Enrico, Luca Bertignono, Ilaria Brunet, Francesca Madormo y Alberto Alma. "Coleotteri Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta". Memorie della Società Entomologica Italiana 92, n.º 1-2 (15 de diciembre de 2015): 3. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2015.3.

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Nell’ambito di uno studio sulla biodiversità animale e vegetale relativa a 11 macroaree della Regione Valle d’Aosta comprendenti agroecosistemi (vigneto e meleto) ed ecosistemi naturali o seminaturali, particolare attenzione è stata rivolta ai Coleotteri Carabidi, insetti da tempo ampiamente utilizzati come bioindicatori per i loro adattamenti ad ambienti peculiari e differenziati. Le indagini sono state condotte con cadenza decadale, da aprile a novembre nel triennio 2006-2008. Per ogni macroarea, 3 trappole a caduta sono state disposte lungo la diagonale di ogni unità campione. Inoltre, raccolte a vista sono state realizzate con periodicità mensile. Per l’elaborazione dei dati è stato adottato l’indice di biodiversità di Shannon-Wiener. Nei 3 anni sono stati censiti più di 21.000 individui per un totale di 88 specie. La carabidofauna è risultata composta da specie a vasta geonemia, con distribuzione in prevalenza asiatico-europea, sibirico-europea o europea. L’indice di Shannon-Wiener ha toccato valori elevati in diverse aree. Questi dati indicano che la Valle d’Aosta, all’interno di alcuni agroecosistemi (vigneto e meleto), conserva un ottimo livello di qualità ambientale che è indubbiamente legato a un’oculata gestione agronomica dei trattamenti fitosanitari e alla presenza di numerose fasce di incolti e di boschi stabili, che formano una striscia continua tra gli appezzamenti coltivati e fungono da corridoio ecologico e importante zona di rifugio per i Coleotteri Carabidi.
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Mancini, Daniela. "L'azienda-rete e le decisioni di partnership: il ruolo del sistema informativo relazionale". MANAGEMENT CONTROL, n.º 1 (abril de 2011): 65–97. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001004.

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La collaborazione tra aziende č sempre piů il percorso tipico per realizzare la crescita e determinare la strategia aziendale: dalle singole relazioni ditra due aziende, alla rete di aziende, per arrivare all'azienda-rete. Parallelamente, si determina un ampliamento, oltre i confini della singola azienda, dell'orizzonte nell'ambito del quale formulare i giudizi di convenienza. Oggetto di questo articolo č l'evidenziazione di alcune problematiche ancora aperte nello studio dei sistemi informativi dell'azienda-rete. L'autore ritiene, infatti, che la gestione delle informazioni rappresenti un elemento chiave per il successo della rete di collaborazioni sviluppate. Il sistema informativo diventa un elemento fondamentale per la sincronizzazione dei processi di governo e di controllo della rete di collaborazioni ed il fenomeno delle alleanze ne costituisce un elemento di cambiamento che deve essere investigato nei diversi aspetti. Nel primi due paragrafi l'autore descrive proprio la relazione chiave che si stabilisce tra sistema di governo, sistema di controllo e sistema informativo in contesti relazionali, mentre nei paragrafi successivi l'attenzione viene focalizzata sul sistema informativo relazionale.
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Lusardi, Paola y Riccardo Asteggiano. "Attività fisica e cancro: dalla prevenzione all’esercizioterapia". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 2 (31 de julio de 2022): 52–59. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-7.

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Il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione primaria delle neoplasie è noto; negli ultimi anni l’esercizio svolto con sistematicità ha acquisito un ruolo anche in prevenzione secondaria, riducendo il rischio di recidiva di cancro e migliorando la prognosi e la qualità di vita dei pazienti. L’esercizio fisico è altresì raccomandato per prevenire e contrastare la cardiotossicità dei trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti, e per limitare gli effetti invalidanti di fatigue, sarcopenia e cachessia. Dalla letteratura internazionale e dalle esperienze di pratica clinica emerge sempre più l’importanza di introdurre programmi di esercizioterapia nella gestione globale del paziente oncologico, con una prescrizione sartoriale concordata a livello multidisciplinare (oncologo, cardiologo, fisiatra, fisioterapista), che tenga conto della storia naturale del tipo di cancro, del rischio di complicanze, degli effetti terapeutici e collaterali delle terapie in corso, oltre a valutare problemi di sicurezza ed eventuali controindicazioni.
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Guerra, Francesco. "Per una storia italiana del tempo presente: gli appalti, la mafia e il potere supplente della magistratura". Revista de Italianística, n.º 39 (30 de diciembre de 2019): 68–77. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i39p68-77.

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Il presente lavoro è un tentativo di ricostruire una delle pagine più nere della storia italiana recente, quella che si riferisce al periodo delle ‘stragi di mafia’ (1992-1993), proponendo un’interpretazione non convenzionale, in termini di lettura degli eventi e dal punto di vista più propriamente storiografico. In particolare, a partire da una delle ultime indagini coordinate da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, l’autore ha cercato di mostrare, soprattutto alla data della morte dei due magistrati, il collegamento tra sistema di gestione degli appalti, mafia e, entro una cornice prospettica, potere ‘supplente’ della magistratura.
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D’Ugo, D., A. Cambieri, L. Mascellari y F. Berloco. "Organizzazione e management per la qualità totale della prestazione sanitaria". Medicina e Morale 45, n.º 2 (30 de abril de 1996): 251–70. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.914.

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Uno dei temi di maggiore interesse ed attualità in ambito sanitario è la necessità di conciliare l’attenzione verso le esigenze assistenziali della popolazione con il contenimento dei costi, di per sé in crescita costante e per molti aspetti incontrollabile. Questa sfida è stata sino ad oggi solo in parte raccolta dal nostro Sistema Sanitario, anche a causa di una incompleta ed inadeguata formazione degli operatori su tali tematiche. Nondimeno, le ricerche finalizzate ad un più razionale utilizzo delle risorse disponibili sono sempre più numerose ed - ovviamente - coinvolgono direttamente i clinici. Tra gli aspetti indagati frequentemente vi è quello che concerne l’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri. Muovendo da queste considerazioni gli Autori hanno voluto analizzare i margini di azione entro cui è possibile impostare seri programmi di tutela dei bisogni collettivi di salute che soddisfino sia le esigenze di una maggiore qualità delle prestazioni sanitarie - anche attraverso soluzioni organizzative alternative rispetto al ricovero tradizionale - sia i necessari requisiti di eticità, secondo la visione morale personalistica.
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Rossi Doria, Marta. "“Ubi proceditur ex praesumptionibus minuitur poena”. Qualità della prova e quantità della pena secondo la Doctrina Innocentii". Italian Review of Legal History, n.º 7 (22 de diciembre de 2021): 1–29. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16880.

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Nel processo inquisitorio romano-canonico, una rigida applicazione delle regole del sistema di prova legale non avrebbe reso possibile la condanna di un imputato gravato da soli indizi e presunzioni, ponendo non pochi ostacoli all’amministrazione della giustizia criminale, orientata al principio dell’interesse pubblico alla persecuzione dei reati. Un’affermazione di Innocenzo IV contenuta nel commento al c. Quia verisimile (X 2.23.10) aprì la via alla condanna presuntiva: il giudice avrebbe potuto condannare l’imputato in assenza di piena prova, a patto di infliggere una pena ridotta. Nella sua formulazione originale la massima innocenziana non rappresentava più che una raccomandazione di prudenza. Fu l’elaborazione dottrinale a trasformarla, oltre le intenzioni del suo autore, in uno strumento capace di incidere sulla teorica rigidità del sistema di prova legale, ammettendo discrezionalità nel modulare la pena e nell’applicarla anche in situazioni di carenza di prova. In questo dibattito, che il presente studio intende analizzare nelle sue tappe fondamentali, il contributo dei decretalisti ha avuto un peso di primo piano: anche per tale via si manifesta il ruolo centrale assunto dalla scienza canonistica nella riflessione dottrinale sulla teoria della prova legale.
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Gaspani, Fabio. "Il ricevimento negli high-end hotel: complessità e discrezionalità nei processi di lavoro". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (diciembre de 2020): 36–60. http://dx.doi.org/10.3280/so2020-002002.

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Focalizzandosi sul segmento elevato del settore alberghiero, l'articolo indaga le dimensioni della complessità e della discrezionalità nei processi lavorativi che interessano gli addetti al ricevimento del reparto front office. Tali aspetti vengono esaminati in relazione ai contenuti tangibili e intangibili del lavoro. I dati provengono da un'osservazione partecipante nel corso della quale l'autore ha assunto il ruolo di receptionist front line in due hotel nella città di Milano. L'attenzione sulle pratiche di lavoro permette di esplorare le caratteristiche del servizio in contesti che richiedono elevati standard di qualità, consentendo altresì di fare emergere la pluralità di competenze richieste al personale. Il contributo mette in luce come i processi di lavoro in cui sono impegnate figure non apicali nella gerarchia organizzativa possono presentare un considerevole livello di complessità. Nello specifico, questa dimensione richiama la numerosità delle mansioni e la variabilità delle situazioni di servizio, lo svolgimento integrato di compiti tangibili e intangibili, la necessità di coordinamento, la velocità di esecuzione delle attività e la loro frammentazione. In aggiunta, gli aspetti dell'anticipazione e della personalizzazione, così come la gestione di problemi o imprevisti, implicano gradi di discrezionalità variabili in relazione a diverse componenti del servizio. Le riflessioni sviluppate attraverso lo studio degli high-end hotel consentono una maggiore comprensione delle caratteristiche del lavoro a contatto con i clienti nelle organizzazioni dei servizi che operano nella fascia superiore del mercato.
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Oddon, P. A., M. Montava, F. Salburgo, M. Collin, C. Vercasson y J. P. Lavieille. "Conservative treatment of vestibular schwannoma: growth and Penn Acoustic Neuroma Quality of Life scale in French language". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 4 (agosto de 2017): 320–27. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1094.

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L’obiettivo di questo lavoro è stato di valutare la storia naturale di crescita degli schwannomi vestibolari (VS), la qualità di vita di quelli trattati in maniera conservativa e di validare una scala specifica per tale malattia in lingua francese, Penn Acoustic Neuroma Quality-of- Life (PANQOL). Sono stati studiati retrospettivamente 26 pazienti con VS trattato in maniera conservativa. Sono state raccolte le caratteristiche dei pazienti e i reperti radiologici, e sono state utilizzate due scale per validare valutare la qualità di vita: la Short Form-36 Health Survey (SF-36) e la PANQOL scale, tradotta in francese. I punteggi ottenuti sono stati comparati con gli studi precedenti. Il tempo medio di follow up è stato di 25 mesi (range 6-72). È stata osservato un accrescimento del tumore in 14 pazienti (53,8%), nessun accrescimento in 12 pazienti (46,2%), e non si è verificata nessuna riduzione. La crescita media del tumore è stata di 2,22 mm/anno, e non sono stati individuati fattori predittivi di crescita. I pazienti con vertigini e instabilità hanno riferito una più bassa qualità di vita, sia secondo la scala SF-36, sia secondo la scala PANQOL. Utilizzando la scala SF-36, i nostri risultati si sono rivelati paragonabili a quelli della letteratura. Utilizzando la scala PANQOL, i nostri punteggi non si sono rivelati statisticamente diversi da quelli derivanti da studi tedeschi e nordamericani, ad eccezione di quelli riguardanti l’udito (p=0,019). La qualità di vita diventa sempre più importante nella gestione dei VS. In linea con questi risultati, noi sosteniamo la strategia non conservativa associata ad una riabilitazione vestibolare per quei pazienti con vertigini ed instabilità. La scala PANQOL, disponibile in lingua francese, si è rivelata specifica per i VS.
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Apicella, Matteo, Maria Cristina Campopiano, Michele Mantuano, Laura Mazoni y Stefano Del Prato. "Guida pratica alla prevenzione e gestione dell’infezione da COVID-19 nelle persone con diabete". L'Endocrinologo 21, n.º 4 (agosto de 2020): 241–45. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00767-3.

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Sommario La pandemia di COVID-19 rappresenta un’enorme sfida per il sistema sanitario nazionale. Sulla base dei dati ad oggi disponibili è emerso che le persone con diabete mellito presentano un maggior rischio di complicanze e morte per COVID-19. Pertanto, adottare misure preventive di igiene e di distanziamento sociale è cruciale, a maggior ragione in questa categoria di soggetti. A sostegno dei pazienti con diabete sono state intraprese molteplici iniziative al fine di garantire la continuità assistenziale, tra cui la proroga della validità dei piani terapeutici per i farmaci ipoglicemizzanti, le procedure per il rinnovo della patente di guida e l’attivazione di servizi di telemedicina. In caso di infezione da COVID-19 e sintomi lievi è possibile una gestione domiciliare della persona con diabete, raccomandando un attento monitoraggio glicemico. Il paziente diabetico che necessita di ospedalizzazione richiede una gestione multidisciplinare che includa il diabetologo, con l’obiettivo di mantenere un adeguato controllo glicemico in assenza di ipoglicemie. Le persone con diabete rappresentano un gruppo vulnerabile per il quale devono essere poste in atto strategie specifiche sia in termini di prevenzione che di trattamento.
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Lippolis, Vincenzo. "LE ELEZIONI DEL 1994". Il Politico 251, n.º 2 (3 de marzo de 2020): 186–99. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.244.

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Le elezioni del 1994 sono state il risultato finale della crisi dei partiti di massa del XX secolo. Esse hanno portato alla formazione di un sistema politico bipolare di prima-past-the-post. Il sistema dei partiti è diventato completamente diverso dal precedente. La novità principale fu la vittoriosa "entrata nella mischia" di Berlusconi che innovò profondamente i modelli della politica italiana. Si presentava come un leader carismatico a diretto contatto con gli elettori grazie a un sapiente uso della televisione. Il partito da lui fondato, Forza Italia, si identifica con la sua persona e non esisterebbe senza di lui. È un partito personale. Questo ha segnato un salto di qualità nel processo di personalizzazione della leadership che caratterizzerà il sistema politico italiano da quel momento in poi. Berlusconi ha vinto anche perché è stato il primo a capire che - con il nuovo sistema elettorale a scrutinio unico - lo scontro sarebbe stato tra destra e sinistra, senza possibilità di partiti centristi, e che sarebbe stato necessario costituire coalizioni elettorali. Ha così formato un'alleanza con la Lega del Nord e il MSI senza alcun riguardo per la coesistenza politica dell'alleanza. Il bipolarismo italiano acquisirebbe così la caratteristica negativa di coalizioni fragili ed eterogenee, non essendo il sistema elettorale adatto a limitare la frammentazione dei partiti. Il sistema politico diventerebbe fortemente conflittuale a causa della mancata legittimazione dei due fronti politici.
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Elefante, R., S. Cirillo, L. Simonetti, G. La Tessa y F. Smaltino. "La Risonanza Magnetica in età pediatrica". Rivista di Neuroradiologia 1, n.º 1_suppl (abril de 1988): 27–33. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s104.

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La Risonanza Magnetica (RM) ha trovato un campo di applicazione ideale nello studio neuroradiologico della patologia del Sistema Nervoso Centrale in età pediatrica. Essa, infatti, presenta potenzialmente chiari vantaggi rispetto alle altre tecniche disponibili, prima tra tutte la Tomografia Computerizzata. Questi vantaggi sono rappresentati dalla assenza di invasività radiobiologica e farmacologica e dalla alta efficacia diagnostica nella maggior parte dei capitoli della patologia neurologica del bambino. Nella sua applicazione in età pediatrica la RM presenta anche alcuni problemi. Si tratta principalmente dello scadimento della qualità di immagine per la necessità di usare scansioni sottili e campi di vista ridotti, della necessità di procedere, nei bambini più piccoli alla narcosi e della difficile accessibilità dell'esame. Risolti tali problemi, la RM si propone quale metodica di prima scelta in neuroradiologia pediatrica.
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