Literatura académica sobre el tema "Sicurezza generale dei prodotti"

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Artículos de revistas sobre el tema "Sicurezza generale dei prodotti"

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Altiero, Salvatore. "Sulla recente normativa cinese in materia di sicurezza alimentare". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 1 (diciembre de 2010): 235–79. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001015.

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Resumen
Il 1° giugno 2009, è entrato in vigore il nuovo testo di legge cinese in materia di sicurezza alimentare: è lecito domandarsi se tale normativa debba essere vista come un passo avanti verso la soluzione delle note problematiche legate alla scarsa attenzione tributata da questo Paese - almeno fino ad oggi - all'elaborazione di norme in grado di garantire prodotti alimentari sicuri secondo canoni condivisibili in sede comunitaria e Wto; tale questione investe insieme la sicurezza dei consumatori e il libero commercio. Da un lato, l'approccio del legislatore cinese può essere accostato, per alcuni limitati aspetti, a quello adottato dal regolamento 178/2002 e dall'accordo Sps in quanto, ad esempio, il testo fissa la normativa generale in materia di sicurezza alimentare applicabile a tutti i prodotti del settore. Nel precedente quadro normativo, invece, non solo mancava una netta distinzione trae, ma la disciplina della materia era affidata a norme disconnesse e poteva variare per ciascun tipo di alimento in virtù del fatto che, per ognuno di essi, una legge dettava l'apposita disciplina in materia di produzione e commercio stabilendo a quali procedure e parametri ci si dovesse attenere per assicurarne la sicurezza (ad esempio la legge sulla "agricultural product quality safety"). Ancora, il testo di legge cinese stabilisce ciò che gli standard di sicurezza alimentare dovranno includere e prevede la costituzione di organi centrali incaricati della gestione e del monitoraggio delle situazioni di rischio. D'altro canto, il legislatore cinese ha delegato a futuri e imprecisati atti normativi la definizione della normativa di dettaglio necessaria a rendere realmente efficaci gli standard e ad assicurare il funzionamento delle autorità incaricate delle fasi di monitoraggio e gestione del rischio. Senza una pronta attuazione, quindi, il testo di legge cinese sulla sicurezza alimentare rischia di essere solo una risposta inconcludente e senza incisività alle istanze che la comunità internazionale e, per ciò che più ci interessa, l'Europa rivolgono alla Cina in materia di sicurezza dei consumatori e per la maggiore apertura dei propri mercati ai prodotti cinesi.
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Tavoletti, Ernesto. "Un'alternativa alla retorica della dimensione aziendale e degli IDE: sistemi agro-alimentari sostenibili di PMI ed internazionalizzazione endogena per mezzo delle indicazioni geografiche". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 2 (enero de 2021): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002003.

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Resumen
Le indicazioni geografiche (IG) fanno riferimento a prodotti con speciali caratteristiche, qualità o reputazione riconducibili all'origine geografica, e sono proprietà intellettuali. Sono, quindi, per loro natura uno strumento di marketing e di tutela della denominazione, ed hanno il potenziale per innescare un circolo virtuoso di sviluppo economico locale endogeno, coinvolgendo tutti gli stakeholder territoriali. Offrono un'alternativa alla retorica della dimensione aziendale e degli investimenti diretti esteri. La sostenibilità economica è una pregiudiziale a tutto questo e il multiple case study Fao di Vandecandelaere et al. (2018) aggiunge un modello ed una generalizzazione analitica alle meta-analisi quantitative esistenti, che già evidenziano il contributo positivo delle IG alla sicurezza alimentare, ai prezzi, ai redditi dei produttori e alle quantità prodotte. La raccomandazione di policy principale è quella di promuovere le IG a livello globale perché, lungi dall'essere strumenti protezionistici, favoriscono lo sviluppo di sistemi di produzione alimentari endogeni, sostenibili e resilienti, capaci di contribuire allo sviluppo economico ed imprenditoriale locale, oltre che alla sicurezza e alla qualità alimentare.
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Costato, Luigi. "Regime disaccoppiato, Trattato di Lisbona e obiettivi della Pac verso il 2020". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 2 (octubre de 2011): 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002002.

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Le regole del libero mercato e della concorrenza non riescono, in agricoltura, a produrre effetti positivi tali da compensarne gli svantaggi. D'altra parte è lo stesso art. 39 del Tfue, che riprende senza modifiche le disposizioni sull'agricoltura del vecchio Trattato CE, a stabilire che le regole della concorrenza possano non essere applicate al settore di produzione e commercio dei prodotti agricoli e a porre come obiettivi la sicurezza degli approvvigionamenti, adeguati redditi per gli agricoltori e prezzi ragionevoli ai consumatori. Eppure, nell'intraprendere la strada per l'ennesima riforma della Pac sembra che la Commissione intenda restare ben salda sulle posizioni che, a partire dalla riforma del 2003 e dall'introduzione del, hanno provocato il lungo periodo di difficoltà di reddito e di mercato al mondo agricolo. Sebbene, infatti, la Commissione si dimostri capace di individuare le reali sfide che l'agricoltura europea è chiamata ad affrontare, tuttavia non indica proposte coerenti con i predetti scopi, così come non vengono forniti significativi elementi di novità quando si affrontano argomenti specifici quali, ad esempio, i pagamenti diretti o le misure di mercato. Ciò che, però, risulta ancor meno confortante è il fatto che, tra le tre diverse attuazioni della riforma proposte, sembri prevalere quella volta a favorire un abbandono graduale delle misure di sostegno del reddito e della maggior parte delle misure di mercato quando, invece, sarebbe auspicabile tornare ad incentivare la produzione alimentare, garantendo, anche attraverso le scorte, la sicurezza degli approvvigionamenti.
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Balber Pérez, Miguel Antonio y Maritza de la Caridad McCormack Bequer. "Attuali sfide della qualità nel diritto agrario di fronte alla globalizzazione – il caso dell’isola di Cuba". Przegląd Prawa Rolnego, n.º 2(23) (15 de diciembre de 2018): 115–25. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.8.

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La protezione del settore alimentare nazionale attraverso un sistema di prodotti agroalimentari di qualità è una delle forme di contrasto adottata dai cubani di fronte alla globalizzazione. A tal fine Cuba sta perseguendo una politica agricola volta ad aumentare il livello di professionalità nel settore alimentare: tra l’altro organizzando corsi di formazione periodici per i dipendenti che riguardano le tecnologie di produzione utilizzate in agricoltura e insistendo sulla formazione professionale continua; nonché portando ad un graduale miglioramento del sistema statale di certificazione dei prodotti agroalimentari e della qualità dei laboratori accreditati che controllano la qualità alimentare, come anche di certificazione dei sistemi di lavoro, in particolare per quanto riguarda il ricorso alle tecniche di analisi del rischio e di controllo dei punti critici nel processo di produzione alimentare. Per chi non osserva la politica agricola e la legislazione che la sottende, il sistema cubano prevede numerose sanzioni, contenute nel decreto n. 182 del 23 febbraio 1998: “La standardizzazione e la qualità” e nel decreto n. 267 del 3 settembre 1999: “La violazione delle regole stabilite sulla normalizzazione e la qualità”. Secondo l’autore, la regolazione sulla qualità dei prodotti agroalimentari adottata ha contribuito ad aumentare l’attrattività del settore agricolo cubano e ha contribuito a garantire un livello adeguato di qualità e sicurezza alimentare.
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Donati, Luigi y Mariachiara Tallacchini. "Ingegneria tessutale: bioetica e prodotti bioartificiali". Medicina e Morale 46, n.º 2 (30 de abril de 1997): 267–85. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.882.

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Con ingegneria tessutale (IT) si fa riferimento a un campo disciplinare che applica i principi dell’ingegneria e delle scienze della vita per la realizzazione di sostituti biologici che ripristinino, mantengano o migliorino le funzioni di tessuti o organi. Questo nuovo settore di ricerca e applicazione clinica, che attualmente consente di realizzare principalmente cute, cartilagine e osso semiartificiali, può in prospettiva sostituire le tecnologie dei trapianti di organi naturali. Ma l’ingegneria dei tessuti pone dei quesiti bioetici: alcuni di tipo generale, implicati anche da altre questioni di interesse bioetico, altri ad essa peculiari. Quesiti generali sono, per esempio, i limiti della donazione di tessuti e i rapporti tra il mercato e la scienza. Un problema che l’ingegneria dei tessuti pone invece con sfumature inedite verte sullo statuto da riconoscere ai prodotti bioartificiali: entità che utilizzano (in alcuni casi) tessuti umani, ma che si collocano al confine tra naturale e artificiale. Interessante è, inoltre, nella ridefinizione della coppia naturale/artificiale, il ruolo assunto dal diritto, che in particolare con le norme sulla brevettabilità del biologico - integra ormai la scienza nella definizione delle stesse realtà scientifiche, e che diventa, quindi, al pari della scienza, un elemento fatturale da sottoporre al vaglio etico. Data la novità della materia, l’articolo ha un intento essenzialmente descrittivo: l’esposizione dei più importanti conseguimenti dell’ingegneria dei tessuti e dei temi di interesse bioetico che esigono un dibattito.
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Romania, Vincenzo. "L’immigrato e il malintenso della sicurezza: L’influenza del frame sicuritario nella sperimentazione di una practica innovative di mediazione culturale su strada". Barataria. Revista Castellano-Manchega de Ciencias Sociales, n.º 10 (11 de noviembre de 2009): 39–55. http://dx.doi.org/10.20932/barataria.v0i10.166.

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Questo paper intende analizzare le dinamiche di costruzione di ruolo sorte nella sperimentazione del servizio dei “facilitatori culturali”, una innovative figura di mediazione culturale su strada introdotta dal Comune di Padova nel 2007. Mi focalizzerò, soprattutto, sui malintesi prodotti dal frame della sicurezza che nell’opinione pubblica viene tipicamente associato al tema delle immigrazioni. I risultati principali di questa analisi mettono in luce come le strategie individuale di coping dei facilitatori gli abbiano permesso di mettere in pratica il ruolo, malgrado il già citato frame securitario, nella società locale.
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Morozzo della Roca, Paolo. "Anagrafe e stato civile. L'attuale disciplina e le novitŕ previste dal disegno di legge sulla sicurezza". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 2 (junio de 2009): 48–68. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-002004.

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1. Considerazioni preliminari sulla funzione anagrafica2. L'anagrafe e gli stranieri nella disciplina attuale: la nozione di regolaritŕ del soggiorno3. Alloggi non dichiarati e stranieri "senza fissa dimora"4. Dichiarazioni e certificazioni di stato civile nel procedimento anagrafico5. La strana anagrafe dei cittadini comunitari6. Le modifiche legislative proposte nel disegno di legge sulla sicurezza in materia anagrafica7. Sulla traduzione in lingua italiana di atti e certificazioni prodotti da un'autoritŕ straniera. Un problema inventato?
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Aversano, Francesco. "Regole sul cibo e sviluppo turistico dell'impresa agricola. Il caso dei food events". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 19 (febrero de 2018): 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-019001.

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Resumen
La crescita del business nel settore alimentare non è solo legata alle tradizionali attività di distribuzione commerciale, ma anche al settore dell'ospitalità e del tempo libero. La frequente organizzazione di eventi gastronomici è, infatti, un fenomeno che è sicuramente in evoluzione, attraverso la vendita diretta dei prodotti, degustazioni o banchetti. Inoltre, anche le attività produttive e amministrative legate a determinati luoghi sono fattori che guidano lo sviluppo turistico. In questo contributo verranno analizzate tali opportunità, per aziende e territori, attraverso la legislazione del settore alimentare che è un modello di riferimento unitario, perché ha lo scopo di tutelare la sicurezza degli alimenti e salvaguardare il consumatore. In proposito, la legislazione del settore alimentare prevede norme volte a tutelare il consumatore sotto il profilo informativo e a promuovere i prodotti con un valore particolare. Inoltre, la genuinità dei prodotti e la loro origine hanno assunto un'importanza crescente non solo nella scelta del prodotto, ma anche riguardo l'origine del prodotto stesso. Analizzare la legislazione europea del settore alimentare significa, quindi, verificare anche la possibile afferenza alle attuali regole del mercato turistico, il clamore inevitabile sull'assenza di rischio alimentare, quale fattore importante per l'affidabilità della somministrazione del cibo.
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Al Mureden, Enrico. "IL DANNO DA “PRODOTTO CONFORME”: LE SOLUZIONI EUROPEE E STATUNITENSI NELLA PROSPETTIVA DEL TRANSATLANTIC TRADE AND INVESTMENT PARTNERSHIP (T.T.I.P.)". Revista Jurídica da FA7 13, n.º 2 (20 de diciembre de 2016): 165–89. http://dx.doi.org/10.24067/rjfa7;13.2:568.

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Resumen
Nel contesto della responsabilità civile degli rapporti di consumo, è analizzata l'armonizzazione di parametri giuridici di responsabilità per “prodotto conforme” ma dannoso tra i sistemi europei e americani e, in vista del Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), si propone un'interpretazione unitaria delle norme applicabili. Pertanto, gli standard legali in materia di sicurezza dei prodotti e responsabilità del fabbricante nell'Unione europea e gli Stati Uniti, la distinzione tra prodotto difettoso e il “prodotto conforme” ma dannoso sono esaminati. I risultati hanno confermato la necessità di uniformizzazione delle regole nell'Unione europea a definire un prodotto “ragionevolmente sicuro”, così come la responsabilità del produttore secondo la decisione del legislatore sul livello minimo di stabilimento di sicurezza o sul limiti massimi, nel qual caso non c’è responsabilità.
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Clark, Gillian. "Animals and animal products in medieval Italy: a discussion of archaeological and historical methodology". Papers of the British School at Rome 57 (noviembre de 1989): 152–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009120.

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Resumen
ANIMALI E PRODOTTI ANIMALI NELL'ITALIA MEDIEVALE: UNA DISCUSSIONE DI METODO STORICO E ARCHEOLOGICOQuesto studio discute i diversi tipi di approccio — quello archeologico e quello storico che, in generale, si possono adottare nello studio dei sistemi economici del passato ed in particolare nello studio del ruolo degli animali e dei prodotti animali nell'Italia medievale. Una serie di problemi vengono anzitutto posti come punto di partenza dell'indagine; sono poi discusse le fonti disponibili: archeologiche, storiche, artistiche e letterarie; sono infıne prese in considerazione le risposte possibili allo stato attuale. E' chiaro che tutti e quattro i tipi di fonti sono in grado di apportare preziosi contributi alla ricerca, fornendo in taluni casi dei quadri simili, in altri immagini tra loro contrastanti. E' chiaro al tempo stesso che ciascun tipo di fonte ha i suoi dementi di forza, quelli di debolezza, le sue lacune. Le testimonianze archeologiche rappresentano, ad esempio, un potenziale enorme per la comprensione dei aspetti produttivi del sistema economico, per i quali i dati documentari sono scarsi; le fonti storiche devono essere considerate come il mezzo più importante per la comprensione delle complesse forme di organizzazione del commercio urbano. Viene comunque messo in evidenza come il ruolo di animali e prodotti animali debba essere defınite all'interno di ogni singolo contesto e come tale ricerca non possa che assumere un carattere interdisciplinare.
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Tesis sobre el tema "Sicurezza generale dei prodotti"

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BARBERIS, ILARIA. "Immunogenicità e sicurezza dei vaccini combinati esavalenti: comparazione dei prodotti attualmente disponibili e considerazioni pratiche". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1003992.

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Exhavalent combination vaccines represent a valuable technological innovation in the prevention of infectious diseases and an effective public health tool, because of their health and economic value. In order to increase parents’ and healthcare professionals’ confidence in the vaccination programs and maintain their benefits to society, the benefits of innovative vaccination tools such as combination vaccines need to be known by healthcare professionists and parents. Purpose of this work is an examination of available hexavalent vaccines, that protect against Diphtheria, Tetanus, Pertussis, Poliomyelitis, Hepatitis B and Haemophilus influenzae type b infections. In this paper the epidemiological updates of vaccine preventable diseases to the vaccine development cycle, from the immunogenicity of antigenic components to the safety and co-administration with other vaccines, several aspects of available hexavalent vaccines are discussed. Also some practical considerations on schedules, age of employment, strategies for vaccination recovery, vaccination in at-risk births are reported, based on the most important international and national scientific societies.
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Pavlovic, Ana <1981&gt. "Metodologia di validazione dell'affidabilità e della sicurezza dei sistemi e prodotti industriali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3494/1/pavlovic_ana_tesi.pdf.

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Resumen
Il rapido progresso della tecnologia, lo sviluppo di prodotti altamente sofisticati, la forte competizione globale e l’aumento delle aspettative dei clienti hanno messo nuove pressioni sui produttori per garantire la commercializzazione di beni caratterizzati da una qualità sempre crescente. Sono gli stessi clienti che da anni si aspettano di trovare sul mercato prodotti contraddistinti da un livello estremo di affidabilità e sicurezza. Tutti siamo consapevoli della necessità per un prodotto di essere quanto più sicuro ed affidabile possibile; ma, nonostante siano passati oramai 30 anni di studi e ricerche, quando cerchiamo di quantificare ingegneristicamente queste caratteristiche riconducibili genericamente al termine qualità, oppure quando vogliamo provare a calcolare i benefici concreti che l’attenzione a questi fattori quali affidabilità e sicurezza producono su un business, allora le discordanze restano forti. E le discordanze restano evidenti anche quando si tratta di definire quali siano gli “strumenti più idonei” da utilizzare per migliorare l’affidabilità e la sicurezza di un prodotto o processo. Sebbene lo stato dell’arte internazionale proponga un numero significativo di metodologie per il miglioramento della qualità, tutte in continuo perfezionamento, tuttavia molti di questi strumenti della “Total Quality” non sono concretamente applicabili nella maggior parte delle realtà industriale da noi incontrate. La non applicabilità di queste tecniche non riguarda solo la dimensione più limitata delle aziende italiane rispetto a quelle americane e giapponesi dove sono nati e stati sviluppati questi strumenti, oppure alla poca possibilità di effettuare investimenti massicci in R&D, ma è collegata anche alla difficoltà che una azienda italiana avrebbe di sfruttare opportunamente i risultati sui propri territori e propri mercati. Questo lavoro si propone di sviluppare una metodologia semplice e organica per stimare i livelli di affidabilità e di sicurezza raggiunti dai sistemi produttivi e dai prodotti industriali. Si pone inoltre di andare al di là del semplice sviluppo di una metodologia teorica, per quanto rigorosa e completa, ma di applicare in forma integrata alcuni dei suoi strumenti a casi concreti di elevata valenza industriale. Questa metodologia come anche, più in generale, tutti gli strumenti di miglioramento di affidabilità qui presentati, interessano potenzialmente una vasta gamma di campi produttivi, ma si prestano con particolare efficacia in quei settori dove coesistono elevate produzioni e fortissime esigenze qualitative dei prodotti. Di conseguenza, per la validazione ed applicazione ci si è rivolti al settore dell’automotive, che da sempre risulta particolarmente sensibile ai problemi di miglioramento di affidabilità e sicurezza. Questa scelta ha portato a conclusioni la cui validità va al di là di valori puramente tecnici, per toccare aspetti non secondari di “spendibilità” sul mercato dei risultati ed ha investito aziende di primissimo piano sul panorama industriale italiano.
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Pavlovic, Ana <1981&gt. "Metodologia di validazione dell'affidabilità e della sicurezza dei sistemi e prodotti industriali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3494/.

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Il rapido progresso della tecnologia, lo sviluppo di prodotti altamente sofisticati, la forte competizione globale e l’aumento delle aspettative dei clienti hanno messo nuove pressioni sui produttori per garantire la commercializzazione di beni caratterizzati da una qualità sempre crescente. Sono gli stessi clienti che da anni si aspettano di trovare sul mercato prodotti contraddistinti da un livello estremo di affidabilità e sicurezza. Tutti siamo consapevoli della necessità per un prodotto di essere quanto più sicuro ed affidabile possibile; ma, nonostante siano passati oramai 30 anni di studi e ricerche, quando cerchiamo di quantificare ingegneristicamente queste caratteristiche riconducibili genericamente al termine qualità, oppure quando vogliamo provare a calcolare i benefici concreti che l’attenzione a questi fattori quali affidabilità e sicurezza producono su un business, allora le discordanze restano forti. E le discordanze restano evidenti anche quando si tratta di definire quali siano gli “strumenti più idonei” da utilizzare per migliorare l’affidabilità e la sicurezza di un prodotto o processo. Sebbene lo stato dell’arte internazionale proponga un numero significativo di metodologie per il miglioramento della qualità, tutte in continuo perfezionamento, tuttavia molti di questi strumenti della “Total Quality” non sono concretamente applicabili nella maggior parte delle realtà industriale da noi incontrate. La non applicabilità di queste tecniche non riguarda solo la dimensione più limitata delle aziende italiane rispetto a quelle americane e giapponesi dove sono nati e stati sviluppati questi strumenti, oppure alla poca possibilità di effettuare investimenti massicci in R&D, ma è collegata anche alla difficoltà che una azienda italiana avrebbe di sfruttare opportunamente i risultati sui propri territori e propri mercati. Questo lavoro si propone di sviluppare una metodologia semplice e organica per stimare i livelli di affidabilità e di sicurezza raggiunti dai sistemi produttivi e dai prodotti industriali. Si pone inoltre di andare al di là del semplice sviluppo di una metodologia teorica, per quanto rigorosa e completa, ma di applicare in forma integrata alcuni dei suoi strumenti a casi concreti di elevata valenza industriale. Questa metodologia come anche, più in generale, tutti gli strumenti di miglioramento di affidabilità qui presentati, interessano potenzialmente una vasta gamma di campi produttivi, ma si prestano con particolare efficacia in quei settori dove coesistono elevate produzioni e fortissime esigenze qualitative dei prodotti. Di conseguenza, per la validazione ed applicazione ci si è rivolti al settore dell’automotive, che da sempre risulta particolarmente sensibile ai problemi di miglioramento di affidabilità e sicurezza. Questa scelta ha portato a conclusioni la cui validità va al di là di valori puramente tecnici, per toccare aspetti non secondari di “spendibilità” sul mercato dei risultati ed ha investito aziende di primissimo piano sul panorama industriale italiano.
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SANNA, CLARA. "Sicurezza alimentare di prodotti ortofrutticoli di IV gamma". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266370.

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Resumen
Introduction Vegetables are major components of healthy and balanced diet. However, 25% of foodborne diseases are linked to the consumption of vegetables, especially the minimally processed ready to eat (RTE) vegetables. The main foodborne pathogens associated at RTE vegetables are Enterobacteriaceae (E. coli, Salmonella spp. and Yersinia spp.) and psychrophilic microorganisms like Listeria monocytogenes. Aim of study The aim of this work was to assess the microbiological risks associated with consumption of RTE salads, through the quantification of microbiological contamination. In addition we carried out the rapid detection of foodborne pathogens by real time PCR, and molecular characterization of Listeria monocytogenes strain isolated in this study. Microbiological and bio molecular challenge tests was carried out for assess potential growth of Listeria monocytogenes in vegetables stored at different temperatures. Besides, the work was focused on the evaluation of washing process in association to the shelf life of these products. Materials and methods A total of 300 pre-packaged mixed raw vegetable salads collected from retail premises (68%) and production plants (32%) were examined. Microbiological eligibility for human consumption (Reg CE 1441/2007) is based on three bacteriological parameters (Escherichia coli, Salmonella spp and L. monocytogenes). In order to assess the safety of RTE vegetables, all parameters required by law have been investigated. The contamination of vegetables from E. coli O157:H7, L. monocytogenes and Salmonella spp was also investigated by real time PCR. Furthermore, the pathogenic properties of L. monocytogenes have been evaluated by PCR assay (prfA, rrn, hlyA, actA, inlA, inlB, iap, plcA e plcB). The purpose of Challenge test was to provide information especially on the behavior of L. monocytogenes. Results and conclusion Parsley and mixed salads showed the most contaminated panel, however we found high levels of contamination by Enterobacteriaceae in every kind of RTE salads. Salmonella spp. and E. coli O157:H7 have never been isolated, while only a sample of rocket was contaminated by one strain of L. monocytogenes and Yersinia enterocolitica. The PCR assay showed the virulence genes of L. monocytogenes strain (prfA, rrn, actA, inlA, inlB, plcA, plcB). Washing temperature, microbiological quality of water and raw material are basic requirements to achieve high microbiological standards for RTE salads. Listeria monocytogenes shows a growth potential variable in consideration of the different types of products and storage temperatures. Bio molecular challenge tests appear a useful tool for the evaluation of the survival of L. monocytogenes when coltural results seem uncertain (eg. high or low bacterial growth and difficulty in estimating the growth plate).
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Montalti, Arianna. "Caratteristiche degli aromatizzanti e loro uso nella formulazione dei prodotti alimentari". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Resumen
Lo scopo di questo elaborato è quello di presentare gli agenti aromatizzanti e il loro uso nella formulazione alimentare. L’aroma dell’alimento è una caratteristica fondamentale, in quanto influenza la sua qualità e la percezione sensoriale del consumatore. Un agente aromatizzante è una sostanza che conferisce o modifica l’aroma naturale di un prodotto alimentare o di una bevanda, e viene aggiunto all’alimento per aumentare la soddisfazione dei consumatori e l’accettabilità dell’alimento stesso. Il primo capitolo ha l’obiettivo di evidenziare la definizione e le caratteristiche degli aromatizzanti. Vengono descritte le diverse tipologie di sostanze aromatizzanti, con riferimento ai vantaggi e agli svantaggi del loro utilizzo. Successivamente, vengono presentate le principali tecniche di produzione degli agenti aromatizzanti e le relative descrizioni dettagliate. Il secondo capitolo mostra quali siano i metodi più utilizzati per l’incapsulazione degli aromi, e per quale motivo queste tecnologie sono importanti. Anche in questo caso, è fornita una descrizione delle varie tecniche con la presentazione delle relative fasi di processo. Inoltre, viene spiegato il perché, in alcuni casi, si effettui un rivestimento secondario degli aromi incapsulati. Infine, si evidenzia quali siano i legami che si possono instaurare tra le sostanze aromatizzanti e i principali componenti alimentari. Il terzo e ultimo capitolo presenta la legislazione degli aromatizzanti, con riferimento alla legislazione europea e a quella statunitense. Vengono illustrate le principali funzioni del gruppo di esperti EFSA, FEMA ed infine JECFA per la valutazione della sicurezza degli aromatizzanti.
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Magli, Carolina <1981&gt. "Sicurezza dei prodotti alimentari e la responsabilità civile nell'Unione europea e negli Stati Uniti: tecniche a confronto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5557/1/magli_carolina_tesi.pdf.

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Le profonde trasformazioni che hanno interessato l’industria alimentare, unitamente alle accresciute capacità delle scienze mediche ed epidemiologiche di individuare nessi causali tra il consumo di determinate sostanze e l’insorgere di patologie, hanno imposto al legislatore di intervenire nella materia della c.d. sicurezza alimentare mettendo in atto sistemi articolati e complessi tesi a tutelare la salute dei consociati. Quest’ultimo obiettivo viene perseguito, da un lato, mediante disposizioni di natura pubblicistica e di carattere preventivo e, dall’altro lato, dallo strumento della responsabilità civile. Le due prospettive di tutela della salute delle persone costituiscono parti distinte ma al tempo stesso fortemente integrate in una logica unitaria. Questa prospettiva emerge chiaramente nel sistema statunitense: in quel ordinamento la disciplina pubblicistica della sicurezza degli alimenti – definita dalla Food and Drug Administration – costituisce un punto di riferimento imprescindibile anche quando si tratta di stabilire se un prodotto alimentare è difettoso e se, di conseguenza, il produttore è chiamato a risarcire i danni che scaturiscono dal suo utilizzo. L’efficace sinergia che si instaura tra la dimensione pubblicistica del c.d. Public Enforcement e quella risarcitoria (Private Enforcement) viene ulteriormente valorizzata dalla presenza di efficaci strumenti di tutela collettiva tra i quali la class action assume una importanza fondamentale. Proprio muovendo dall’analisi del sistema statunitense, l’indagine si appunta in un primo momento sull’individuazione delle lacune e delle criticità che caratterizzano il sistema nazionale e, più in generale quello comunitario. In un secondo momento l’attenzione si focalizza sull’individuazione di soluzioni interpretative e de iure condendo che, anche ispirandosi agli strumenti di tutela propri del diritto statunitense, contribuiscano a rendere maggiormente efficace la sinergia tra regole preventive sulla sicurezza alimentare e regole risarcitorie in materia di responsabilità del produttore.
Profound changes have affected the food industry over the last decades and medical sciences, epidemiology in particular, are increasingly able to identify causal links between the consumption of certain substances and the onset of diseases. These developments have triggered legislative intervention on food safety-issues, leading to a complex system of rules designed to protect public health. Two instruments aim at achieving this goal, namely public law-regulations designed to protect the consumer in advance and civil law-liability rules. Distinct as these instruments are, they are at the same time strongly interconnected by their shared rationale. This dimension is evident in the U.S. system: in the United States, the public law-rules on food safety defined by the Food and Drug Administration are points of reference when it comes to determining whether a food product is defective and whether, as a result, the manufacturer is liable for damages. Effective synergies between public rules (public enforcement) and private law rules (private enforcement) are further enhanced by instruments of collective protection, among which class actions are of fundamental importance. Switching from the analysis of the U.S. situation to the European perspective, the study examines defects that characterize the national Italian and, more generally, the EU-system. At a later stage, the focus will be on developing – with regard also to US legal instruments – a system in which public food safety-rules and private liability rules interact effectively to protect public health.
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Magli, Carolina <1981&gt. "Sicurezza dei prodotti alimentari e la responsabilità civile nell'Unione europea e negli Stati Uniti: tecniche a confronto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5557/.

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Le profonde trasformazioni che hanno interessato l’industria alimentare, unitamente alle accresciute capacità delle scienze mediche ed epidemiologiche di individuare nessi causali tra il consumo di determinate sostanze e l’insorgere di patologie, hanno imposto al legislatore di intervenire nella materia della c.d. sicurezza alimentare mettendo in atto sistemi articolati e complessi tesi a tutelare la salute dei consociati. Quest’ultimo obiettivo viene perseguito, da un lato, mediante disposizioni di natura pubblicistica e di carattere preventivo e, dall’altro lato, dallo strumento della responsabilità civile. Le due prospettive di tutela della salute delle persone costituiscono parti distinte ma al tempo stesso fortemente integrate in una logica unitaria. Questa prospettiva emerge chiaramente nel sistema statunitense: in quel ordinamento la disciplina pubblicistica della sicurezza degli alimenti – definita dalla Food and Drug Administration – costituisce un punto di riferimento imprescindibile anche quando si tratta di stabilire se un prodotto alimentare è difettoso e se, di conseguenza, il produttore è chiamato a risarcire i danni che scaturiscono dal suo utilizzo. L’efficace sinergia che si instaura tra la dimensione pubblicistica del c.d. Public Enforcement e quella risarcitoria (Private Enforcement) viene ulteriormente valorizzata dalla presenza di efficaci strumenti di tutela collettiva tra i quali la class action assume una importanza fondamentale. Proprio muovendo dall’analisi del sistema statunitense, l’indagine si appunta in un primo momento sull’individuazione delle lacune e delle criticità che caratterizzano il sistema nazionale e, più in generale quello comunitario. In un secondo momento l’attenzione si focalizza sull’individuazione di soluzioni interpretative e de iure condendo che, anche ispirandosi agli strumenti di tutela propri del diritto statunitense, contribuiscano a rendere maggiormente efficace la sinergia tra regole preventive sulla sicurezza alimentare e regole risarcitorie in materia di responsabilità del produttore.
Profound changes have affected the food industry over the last decades and medical sciences, epidemiology in particular, are increasingly able to identify causal links between the consumption of certain substances and the onset of diseases. These developments have triggered legislative intervention on food safety-issues, leading to a complex system of rules designed to protect public health. Two instruments aim at achieving this goal, namely public law-regulations designed to protect the consumer in advance and civil law-liability rules. Distinct as these instruments are, they are at the same time strongly interconnected by their shared rationale. This dimension is evident in the U.S. system: in the United States, the public law-rules on food safety defined by the Food and Drug Administration are points of reference when it comes to determining whether a food product is defective and whether, as a result, the manufacturer is liable for damages. Effective synergies between public rules (public enforcement) and private law rules (private enforcement) are further enhanced by instruments of collective protection, among which class actions are of fundamental importance. Switching from the analysis of the U.S. situation to the European perspective, the study examines defects that characterize the national Italian and, more generally, the EU-system. At a later stage, the focus will be on developing – with regard also to US legal instruments – a system in which public food safety-rules and private liability rules interact effectively to protect public health.
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Arpino, Nicola. "Privacy e sicurezza delle app Android: dal GDPR alla pratica. "Immuni" come caso di studi". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20920/.

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In questa tesi viene effettuata un'analisi generale del panorama delle app android cercando di comprendere in quale modo il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) possa trovare una reale implementazione. Attraverso un approccio pragmatico si è cercato di illustrare in quale modo potrebbero essere applicati alcuni dei principi fondamentali del Regolamento fornendo anche uno sguardo più da vicino su alcuni casi concreti. Viene svolta un analisi giuridico-informatica che riguarda le app che utilizzano dati di posizione: la trattazione considera come caso di studio reale l'app Immuni che permette di mostrare ulteriori modalità di raccolta dati non convenzionale e, dal punto di vista giuridico, la risposta europea costituita da regolamentazioni e linee-guida ad-hoc.
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Tirello, Paola. "Effetti dei prodotti fitosanitari sulle comunità di acari della vite Effects of pesticides on mite communities of grapes". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3423328.

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Resumen
The present study deals with the effect of pesticides on grape mites, with particular emphasis on predatory mites belonging to the family Phytoseiidae. This study comprises experiments carried out in laboratory and in open field. The main results are summarized below. Resistance to acaricides in Tetranychus urticae populations from Italy The two-spotted spider mite Tetranychus urticae was selected as study model. We conducted toxicological tests to assess the acute toxicity of several insecticides and acaricides on different spider mite populations. During these tests, resistance to acaricides in T. urticae was confirmed. This resistance can involve newly introduced formulations. The availability of susceptible and resistant populations of T. urticae allowed us to perform preliminary biochemical assays to assess the activity of detoxifying enzymes related to pesticide resistance. Effects of some fungicides on predatory mites in North-Italian vineyards We evaluated the effects of some fungicides (propineb, metiram, mancozeb, folpet and copper hydroxide) on the predatory mite Kampimodromus aberrans in a vineyard. The predatory mite was known to be poorly susceptible to ethylene-bis-dithiocarbamate (EBDCs) fungicides. In early season it was released in an experimental vineyard inhabited by another predatory mite, i.e. Amblyseius andersoni. Fungicides were applied following a randomized design. Fungicides proved to be not selective towards A. andersoni but this effect was influenced by the incidence of grape downy mildew Plasmopara viticola. In fact, this pathogenic fungus represents an alternative food for A. andersoni. K. aberrans was not influenced by the presence of P. viticola. EBDC fungicides caused significant effects on K. aberrans populations and induced spider mite increases. Effects of a number of pesticides on the predatory mite Kampimodromus aberrans in the laboratory To assess the effect of selected insecticides, we collected and reared some strains of K. aberrans native to different vineyards and apple orchards. We evaluated lethal and sub-lethal effects on predatory mite females. Spinosad and etofenprox were associated with significant effects on mite survival and fecundity. Thiamethoxam caused a significant reduction in fecundity. Resistance to chlorpyriphos in the predatory mite Kampimodromus aberrans Field investigations carried out in the Veneto region showed a potential resistance to chlorpyriphos in K. aberrans populations. Following these observations, we estimated acute toxicity (LC50 and LC90) on K. aberrans populations collected from vineyards (Monteforte d’Alpone and S. Polo di Piave), apple orchards (S. Michele all’Adige) or untreated hackberry trees (Legnaro). The latter exhibited a high susceptibility to chlorpyriphos. On the contrary, LC50 and LC90 in the three populations collected on grapes and apples were relatively high. Resistance factors (RR) were calculated by dividing LD50 of resistant strains by the LD50 of the susceptible strain. RR exceeded 100,000 for all strains being higher for Monteforte strain. These data demonstrated the resistance to organophosphates in K. aberrans. These results have significant implications because lethal concentrations were highest than recommended field doses. Toxicity of thiamethoxam to Tetranychus urticae and Phytoseiulus persimilis (Acari Tetranychidae, Phytoseiidae) through different routes of exposure The spider mite Tetranychus urticae and the predatory mite Phytoseiulus persimilis were exposed to topical (microimmersion bioassay), residual (treating leaves) or ingestion pesticide exposures. In the latter, the predators were fed with contaminated prey confined on treated leaves. We studied the effect of all possible exposure combinations on mites. Topical applications did not affect survival in T. urticae and P. persimilis, but showed significant effects on their fecundity. Toxicity of thiamethoxam to Tetranychus urticae and Kampimodromus aberrans (Acari Tetranychidae, Phytoseiidae) through different routes of exposure Similar experiments were conducted on T. urticae and the predatory mite Kampimodromus aberrans. Thiamethoxam did not affect K. aberrans survival. Regarding fecundity, feeding on contaminated prey was associated to more severe effects than residual and topical exposure. Interactions between K. aberrans – pollen – insecticides: laboratory experiments Field experiments suggested that the effects of pesticides on predatory mites were less pronounced where grass management induced a high pollen flow. We evaluated the influence of pollen availability on survival and fecundity of predatory mites exposed to some insecticides (chlorpyriphos, etofenprox, indoxacarb and spinosad). Survival on chlorpyriphos, etofenprox and spinosad was lower than that observed in the control and indoxacarb. The escape rate was higher on spinosad. Insecticides (exception made for indoxacarb) caused significant effects on the fecundity of K. aberrans. Etofenprox and spinosad showed the lowest levels of fecundity. The amount and the frequency of pollen application improved predatory mite fecundity. We found a significant interaction between insecticides and pollen frequency application. The availability of fresh pollen mitigated the effects of chlorpyriphos on predatory mite fecundity. In conclusion, the availability of alternative foods can mitigate the effects of insecticide application with implications for Integrated Pest Management.
L’attività scientifica ha riguardato lo studio degli effetti dei prodotti fitosanitari sulle comunità di acari della vite, con particolare riferimento agli acari appartenenti alla famiglia dei Phytoseiidae. Lo studio si è articolato in una serie di esperimenti effettuati sia in laboratorio sia in pieno campo, di cui vengono di seguito esposti i principali risultati. Resistenza in Tetranychus urticae in Italia L’acaro fitofago T. urticae è stato scelto come primo modello di studio. Su diverse popolazioni dell’acaro tetranichide sono stati svolti dei test per valutare la tossicità acuta di alcuni acaricidi. I test hanno dimostrato che la resistenza agli acaricidi è diffusa e può manifestarsi anche nei confronti di formulati di recente introduzione. E’ stato possibile individuare popolazioni resistenti e sensibili dell’acaro su cui effettuare una serie di saggi biochimici atti a valutare l’attività di diversi enzimi detossificanti potenzialmente correlati con la resistenza ai prodotti fitosanitari. Effetti di prodotti fungicidi sulle comunità di acari in pieno campo In questa seconda ricerca si sono valutati gli effetti di alcuni fungicidi (propineb, metiram, mancozeb, folpet e idrossido di rame) su una popolazione dell’acaro predatore Kampimodromus aberrans introdotta ex-novo in un vigneto in cui era già presente una popolazione autoctona di Amblyseius andersoni. L’acaro è stato inoculato nel vigneto sperimentale all’inizio della stagione vegetativa tramite l’apporto di femminelle prelevate da un vigneto “donatore”. I fungicidi testati non sono apparsi selettivi nei confronti del predatore Amblyseius andersoni, probabilmente a causa dell’alta incidenza della peronospora nel testimone. La peronospora infatti rappresenta un alimento alternativo per tale predatore che ha dimostrato maggiori possibilità di sviluppo su piante non trattate. A differenza di A. andersoni, K. aberrans non è risultato influenzato dalla presenza della peronospora. Alcuni fungicidi (mancozeb e propineb) hanno esercitato effetti negativi significativi sulle popolazioni di K. aberrans a differenza di quanto verificato durante precedenti indagini su popolazioni stabili della stessa specie. Effetto di insetticidi su Kampimodromus aberrans Utilizzando materiale proveniente da diversi vigneti, sono stati allestiti allevamenti di K. aberrans in laboratorio. Su questi ceppi si è valutato l’effetto di alcuni insetticidi scelti sulla base del loro diverso modo di azione. In particolare si sono testati: esteri fosforici (chlorpyriphos), carbammati (indoxacarb), neonicotinoidi (thiamethoxam), chitino-inibitori (flufenoxuron), MAC (methoxyfenozide), fenossiderivati (etofenprox), spinosine (spinosad). Le femmine dell’acaro predatore sono state sottoposte ad applicazioni di insetticidi alla dose di campo per valutare gli effetti su mortalità e fecondità delle femmine e schiusura delle uova deposte. L’impiego di etofenprox e spinosad è stato associato a effetti significativi sulla sopravvivenza e sulla fecondità di K. aberrans. Thiamethoxam ha causato una riduzione significativa della fecondità. Resistenza di Kampimodromus aberrans a chlorpyriphos Osservazioni condotte a Monteforte d’Alpone, S. Polo di Piave e S. Michele all’Adige hanno consentito di appurare un’elevata sopravvivenza nei confronti di chlorpyriphos da parte di K. aberrans. In seguito a tali osservazioni sono stati calcolati i parametri di tossicità acuta in queste popolazioni a confronto con altre non esposte a trattamenti insetticidi. Il calcolo dei parametri di tossicità acuta (DL50, DL90) è stato eseguito su due popolazioni raccolte su vite (Monteforte d’Alpone e S. Polo di Piave), su una popolazione raccolta su melo (S. Michele all’Adige) e su una popolazione prelevata su piante di bagolaro mai trattate con insetticidi. Quest’ultima ha esibito un’elevata sensibilità nei confronti di chlorpyriphos. Al contrario, i valori dei parametri di tossicità acuta nelle tre popolazioni raccolte su vite e melo sono risultati piuttosto elevati. I fattori di resistenza (RR), ottenuti dividendo la DL50 delle popolazioni resistenti per la DL50 della popolazione sensibile sono superiori a 100.000. E’ possibile ipotizzare che i parametri della tossicità acuta si abbassino aumentando l’esposizione a chlorpyriphos (per via topica oltre che per via residuale) ma, in ogni caso, viene dimostrata per la prima volta la resistenza agli esteri fosforici in K. aberrans. I risultati ottenuti sono particolarmente significativi se si considerano le possibili implicazioni pratiche, in quanto le dosi letali superano ampiamente le dosi di pieno campo. Effetti di diverse vie di esposizione a thiamethoxam in T. urticae e P. persimilis Sono stati condotti esperimenti atti a valutare quale possa essere l'effetto degli insetticidi sugli acari in funzione di differenti modalità di esposizione. A tale scopo femmine del fitofago T. urticae e del predatore P. persimilis sono state esposte all’insetticida thiamethoxam per via topica (microimmersione), per via residuale (trattando solo il substrato fogliare) o per ingestione. In quest’ultima modalità, i predatori sono stati alimentati con prede (T. urticae) confinate su foglie di vite contaminate con thiamethoxam tramite applicazione al terreno. Infine, sono stati studiati gli effetti sugli acari delle possibili combinazioni tra i diversi modi di esposizione (topica + ingestione, topica + residuale, ingestione + residuale, topica + ingestione + residuale). La risposta delle diverse specie di acaro è stata valutata calcolando il tasso di sopravvivenza e il tasso di fecondità. In T. urticae e P. persimilis i trattamenti topici non hanno manifestato effetti letali, ma hanno ridotto in modo significativo la fecondità. La combinazione di trattamenti fogliari e radicali ha avuto effetti negativi sia sulla mortalità sia sulla fecondità delle due specie. Effetti di diverse vie di esposizione a thiamethoxam in Tetranychus urticae e Kampimodromus aberrans Nel caso di K. aberrans, thiamethoxam non ha causato effetti negativi significativi a livello di sopravvivenza. Per quanto riguarda la fecondità, l’ingestione di prede contaminate è stata associata a effetti negativi più severi rispetto alle modalità di esposizione residuale e topica. Interazioni tra K. aberrans – polline – insetticidi: prove di laboratorio E’ stata valutata l’influenza dell’apporto pollinico sulla sopravvivenza e sulla fecondità di acari predatori esposti o meno all’effetto di alcuni insetticidi impiegati in viticoltura e in frutticoltura (chlorpyriphos, etofenprox, indoxacarb e spinosad). Nel caso di chlorpyriphos, etofenprox e spinosad la sopravvivenza è stata inferiore rispetto a quella osservata nelle tesi testimone e indoxacarb. Il tasso di fuga è risultato più elevato su spinosad. Gli insetticidi hanno causato una riduzione significativa della fecondità di K. aberrans rispetto al testimone e a indoxacarb. I livelli più bassi di fecondità sono stati osservati nelle tesi etofenprox e spinosad, ma anche chlorpyriphos ha causato riduzioni significative della fecondità. La quantità e la frequenza delle applicazioni polliniche non sono state associate ad effetti significativi sulla sopravvivenza e sul tasso di fuga del predatore. Al contrario, la fecondità è aumentata sia con la dose sia con la frequenza di somministrazione di polline. Infine, è stata riscontrata un’interazione significativa insetticidi*frequenza di applicazione pollinica. A basse frequenze di somministrazione pollinica la fecondità è stata più elevata nel testimone che su chlorpyriphos, mentre a elevate frequenze l’insetticida non ha causato effetti sulla fecondità. Una tendenza simile a questa è stata riscontrata per indoxacarb. In conclusione, la disponibilità di alimenti alternativi può mitigare gli effetti deleteri degli insetticidi con importanti implicazioni di carattere applicativo.
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BELFIORI, David. "Biomonitoraggio ambientale dei parchi e delle riserve naturali delle Marche mediante l'utilizzo dell'Ape domestica (Apis mellifera L.)". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241853.

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Gli inquinanti presenti nell’ambiente possono essere valutati con metodologie strumentali e biologiche, quest’ultime tramite l’impiego dei bioindicatori. Tra questi, l’ape domestica (Apis mellifera L.) riveste un ruolo primario e viene impiegata in Italia da più di venti anni in attività di monitoraggio della qualità ambientale dell’aria. La presente ricerca ha indagato, tramite l’utilizzo dell’ape domestica, la qualità ambientale dell’aria, per la presenza di agrofarmaci e metalli pesanti quali piombo, nichel, cadmio e cromo, in 10 comprensori all’interno dei parchi e delle riserve naturali della Regione Marche. L’indagine, realizzata negli anni 2008, 2009 e 2010, ha utilizzato 11 stazioni di biomonitoraggio, ciascuna composta da due alveari e due gabbie underbasket per la raccolta delle api morte. La presenza dei presidi fitosanitari è stata indagata sulla base della mortalità settimanale delle api e conseguenti analisi dei cadaveri, mentre, quella dei metalli pesanti, tramite l’analisi di campioni mensili di miele e di api bottinatrici. L’attività di ricerca non ha rilevato eventi di mortalità di api causati da agrofarmaci mentre l’analisi dei metalli pesanti ha evidenziato 6 casi di valori medi stagionali e 75 di valori mensili elevati, al di sopra della concentrazione media di rifermento. In conclusione, le indagini hanno messo in luce una buona qualità ambientale dei siti con la presenza, però di alcuni contesti di inquinamento potenzialmente critici e una situazione di particolare interesse dovuta alla presenza in tutte le aree protette, nel mese di ottobre degli anni 2008 e 2009, di elevati valori di cromo. Entrambi le situazioni sono meritevoli di ulteriori analisi di approfondimento. La ricerca ha fornito altresì un set di dati che costituisce un primo riferimento storico per future indagini.
The presence of pollutants in the environment can be searched out by instrumental and biological monitoring. One of the leading biological indicators that have been used in Italy for the past 20 years to measure the air quality and its contents is honeybees (Apis mellifera L). The current research investigates, by means of honey bee, the air quality for the presence of pesticides and heavy metals that include lead, nickel, cadmium and chrome, which takes place in 10 districts inside the natural parks and reserves in the Marche region. The survey has been an ongoing project since 2008 to 2010 and it uses 11 monitoring stations that composed of two hives and each hive has an “underbasket” cage to collect diseased bees. We analyze the pesticides presence based on the bee’s weekly mortality rate, and we take monthly samples of foraging bees and honey to analyze for heavy metals. The research don’t show the presence of honey bees mortality caused by pesticides. The heavy metals analysis showed high seasonal means, in 6 events, and high monthly data, in 75 events. In conclusion, the survey highlighted a good environmental air quality but also the presence of high values of chrome in all protected areas, in October 2008 and 2009, and some potentially critical contests of pollution in some areas. Both ones need further analysis that investigate the causes. The research also furnished a set of data that is a first historical reference for future surveys.
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Libros sobre el tema "Sicurezza generale dei prodotti"

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Cordiano, Alessandra. Sicurezza dei prodotti e tutela preventiva dei consumatori. Padova: CEDAM, 2005.

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Correra, Carlo. Disciplina giuridica dei prodotti alimentari: Sicurezza, igiene e qualità : commento alla legislazione nazionale e comunitaria ed orientamenti giurisprudenziali. [Santarcangelo di Romagna, Rimini]: Maggioli, 2004.

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Fitofarmacovigilanza: Vigilanza sulla sicurezza dei prodotti fitoterapici. Springer, 2006.

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Frontiere della tracciabilità molecolare e sicurezza dei prodotti alimentari: Firenze, 18 marzo 2010. Firenze: Polistampa, 2011.

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Fondaroli, Désirée. Le ipotesi speciali di confisca nel sistema penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg234.

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Le ipotesi speciali di confisca si contraddistinguono nel sistema penale per l’allontanamento dal modello della misura di sicurezza patrimoniale ex art. 240 c.p. e per le peculiarità comuni alla loro disciplina (obbligatorietà, anche in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti; estensione della ablazione al valore equivalente). La misura di prevenzione patrimoniale (artt. 2 ter ss. l.n. 575/1965) e la confisca ex art. 12 sexies l.n. 356/1992 in primis, ma soprattutto la disciplina penale societaria e la legislazione relativa alla responsabilità "da reato" degli enti, testimoniano della tendenziale rinuncia del legislatore alla confisca dei beni "pertinenti" al reato a favore della re-introduzione di figure lato sensu di "confisca generale", che registrano nei fatti una significativa compressione dei diritti non solo dell’interessato, ma – nonostante il tenore delle norme – anche del "terzo" individuato, a seconda dei casi, nella "persona estranea al reato", nella "persona offesa", nel "danneggiato", nel "terzo di buona fede"). Lungo tale direttrice, evidente nell’ambito delle strategie di contrasto alla c.d. criminalità economica e condivisa dalla normativa europea e sovranazionale, l’ablazione patrimoniale è divenuta sanzione a pieno titolo: talora "pena principale" (art. 19, D.lgs. n. 231/2001), più spesso "pena accessoria", addirittura anticipata alla fase delle indagini preliminari attraverso lo strumento del sequestro preventivo finalizzato alla confisca (art. 321, comma 2 c.p.p.; art. 53 D.lgs. n. 231/2001). Dalle premesse poste scaturisce l’esigenza di una rinnovata attenzione verso le guarentigie costituzionali, che in ordinamenti come quello della Repubblica Federale Tedesca sono state invocate dal "Giudice delle Leggi" (Bundesverfassungsgericht) in funzione di garanzia dei diritti fondamentali dei singoli.
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Lolli, Alessandro. L'amministrazione attraverso strumenti economici. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg240.

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L’amministrazione nell’esercizio di funzioni pubbliche ricerca efficienza e risparmi non solo riorganizzando la propria azione, ovvero esternalizzando tali funzioni, e cioè sostituendo un soggetto privato a se stessa per parti limitate dell’azione amministrativa, la quale ultima spesso resta comunque oggettivamente disciplinata dal diritto amministrativo. Più di recente, l’amministrazione persegue obiettivi di risparmio ed efficienza attraverso i privati anche valorizzando in modo più sistematico e ampio strumenti propri della vita economica e dei mercati per il perseguimento di interessi pubblici, in sostituzione (parziale) degli strumenti amministrativi tradizionali. Anziché esternalizzare funzioni pubbliche, si internalizzano in tal modo interessi pubblici (e i costi relativi) nell’ambito dell’attività privata e degli strumenti diffusi sul mercato. Tali strumenti sono conformati comunque dal diritto amministrativo e dall’intervento dell’amministrazione, per garantirne la funzionalità rispetto agli interessi pubblici, ma non fino al punto da snaturarne le caratteristiche economiche e di mercato e la relativa disciplina, in parte significativa privatistica. Essi trovano equilibri compatibili con l’interesse pubblico in modo più veloce, più flessibile, più informato e soprattutto – come dimostrano le analisi economiche – con costi significativamente minori per l’amministrazione rispetto a strumenti di tipo tradizionale. Si tratta di strumenti come lo scambio di titoli nei mercati artificiali (per ridurre l’inquinamento, fissando valori complessivi ammessi di emissioni e dei titoli corrispondenti), il rilascio di brand ambientali utili anche in una logica di vendita dei prodotti che ottengono tali brand (per riqualificare ambientalmente i processi produttivi), la stipulazione di accordi unilaterali da parte delle imprese, in una logica economica di miglioramento dell’immagine dell’impresa per ottenere più credibilità sia con i consumatori che con l’amministrazione, evitando così talora un’etero-regolamentazione amministrativa (per riqualificare l’attività delle imprese attraverso un coinvolgimento propositivo delle medesime). Alessandro Lolli è straordinario di Diritto amministrativo nell’Università di Bologna. Ha svolto attività di ricerca, tra l’altro, con riferimento alla delimitazione della categoria degli atti amministrativi e all’ambito di applicazione della disciplina prevista per tale categoria; con riferimento ai limiti soggettivi del giudicato amministrativo; con riferimento a ulteriori tematiche di diritto amministrativo generale e di diritto dell’economia.
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Actas de conferencias sobre el tema "Sicurezza generale dei prodotti"

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Ortolani, Chiara. "Morfologia urbana, trasporti, energia: indicatori di impatto". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7910.

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La mobilità svolge un ruolo vitale per il mercato interno, per l’occupazione e, più in generale per la qualità della vita dei cittadini. Rivolgendo l'attenzione al contesto mondiale, europeo e nazionale si vede come sia divenuta una necessità sempre crescente: la mobilità media per persona in Europa, misurata in passeggeri-chilometro per abitante, è aumentata del 7% tra il 2000 e il 2008 e si prevede che nel 2050 i passeggeri-km nell’Europa OECD saranno il doppio rispetto al 2000. Per ciò che riguarda il trasporto merci la domanda ha continuato a crescere oltre il PIL negli ultimi dieci anni (EC, 2011). L’attuale modello di trasporto è basato però sull'uso dei combustibili fossili e sul predominio del trasporto su strada, sia per le merci che per i passeggeri (EC, 2011) e inoltre una larga parte della mobilità oggi esistente potrebbe essere evitata (McLellan & Marshall, 1998). Di conseguenza, tale modello è responsabile del 23% dell’energia consumata in Europa. Circa i tre quarti dipendono dal trasporto su strada (IPCC, 2007) e il consumo energetico, in questo settore, si stima che aumenterà circa dell’80% entro il 2030. In conseguenza del fatto che l’energia consumata in questo settore proviene per il 96% dal petrolio e dai suoi derivati (IPCC, 2007; EC, 2011) questo stesso è responsabile di elevate emissioni di CO2 e altre sostanze clima-alteranti, dell'aumento della temperatura e di rilevanti problemi di salute nelle popolazioni esposte (U.S. EPA, 2010). La forte dipendenza dal petrolio potrebbe inoltre portare a conseguenze severe sulle possibilità di approvvigionamento di merci e spostamento dei cittadini, sulla sicurezza economica e la competitività globale ed europea nei decenni futuri (EC, 2011; U.S. Joint Forces Command, 2010). La maggior parte degli spostamenti sono interni alle aree urbane e, per il settore dei trasporti, queste sono le aree che influiscono di più sui cambiamenti climatici e sui consumi energetici globali. La città può essere assimilata ad un organismo (Samaniego & Moses, 2008) e gli spostamenti che si compiono in essa, affinché siano efficaci, devono avvenire attraverso una rete che rappresenti una configurazione ordinata di relazioni -o connettività- (Capra, 1996) che implica una certa forma, una struttura definita (con il rispettivo schema) e uno o più processi specifici (Samaniego & Moses, 2008). Le caratteristiche che osserviamo oggi negli organismi sono il risultato di milioni di anni di evoluzione verso l’ottimizzazione delle strutture: minimizzazione dell’energia spesa per la distribuzione delle risorse e massimizzazione del rendimento. Tendono quindi a minimizzare il loro grado di entropia. Per arrivare ad una configurazione del tessuto connettivo urbano che possa minimizzare il suo grado di entropia è necessario innanzi tutto individuare un insieme di indicatori sulla base dei quali sia possibile caratterizzare lo spazio stesso e che rendano possibili analisi dinamiche della morfologia urbana. In quest’ottica, questo contributo si pone quindi come obiettivo quello di individuare un primo set di indicatori significativi derivati dal confronto tra le caratteristiche delle reti vascolari di un organismo e il tessuto connettivo urbano. The mobility plays a very important role for the internal market, employment and, more generally, the citizens’s life quality that takes great advantages from an effective and sustainable transport system. In the last twenty years, mobility has become an ever increasing necessity: the average mobility per capita in Europe, measured in passenger-kilometres per capita, is increased by 7% between 2000 and 2008 and it is expected that in 2050 the passenger-km OECD Europe will double compared to 2000. Furthermore demand for resources and food is continued to grow well beyond the GDP over the past decade (EC, 2011), enhancing thus the freight. The current transport model that responds to this mobility demand, which also includes a large part of trips that could be avoided (McLellan & Marshall, 1998), is based on the dominance of road transport and use of fossil fuels (EC, 2011), both for freight and transport of passengers. As a conseguence this transport model is accountable for 23% of energy consumed in Europe, and about three quarters of which depends on road transport (IPCC, 2007) It is estimated that energy consumption in this sector will increase by around 80% for 2030. In this sector, the energy consumed originates of 96% from oil and its products (IPCC, 2007; EC, 2011; Lerch, 2011). Therefore, the transport sector is responsible for high emissions of CO2 and other climate-altering gases, for the temperature increase and for significant health problems in population directly exposed to oil-derived pollutants(U.S. EPA, 2010). The strong dependence on oil may also have important consequences on the resource supply and mobility of citizens for the next decades (EC, 2011; U.S. Joint Forces Command, 2010). The majority of trips are internal to the urban areas that are affected by this congestion, local air pollution, road accidents and social harms. Finally, urban trips have a major influence on climate change and energy consumption at the global level. Samaniego & Moses (2008) show the similarities existing between cities and organisms. Urban trips are effective if are done through a network representing an ordered configuration of relationships -connectivity-(Capra, 1996) which implies a particular shape, definite structure and one or more specific processes. The characteristics that are observed in organisms today are the result of millions of years of evolution that led to optimized structures that tend to minimize the energy cost for resource allocation thus maximizing their productivity. Therefore, the organisms tend to minimize their degree of entropy. To arrive at a configuration of urban connective tissue that can minimize its level of entropy is first necessary to identify a set of indicators on the basis of which it is possible to characterize the space and make possible dynamic analysis of urban morphology. In this context, the aim of this contribution is to identify a first set of meaningful indicators derived from a comparison of the characteristics of the vascular networks of an organism with the urban connective tissue.
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