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DE CANDOLLE, AUGUSTIN PYRAMUS. "XX". Nuncius 4, n.º 2 (1989): 244–48. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00932.

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Resumen
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'inventario del carteggio di Giorgio Santi conservato nella Biblioteca Comunale di Siena rivela i numerosi contatti di questo chimico, botanico e naturalista toscano, fra il 1776 e il 1822. Formatosi in Francia a stretto contatto con le nuove teorie di Buffon e Lavoisier, professore all'Universit di Pisa e direttore del Giardino Botanico dal 1782, Santi costituisce una delle personalit scientifiche di maggiore interesse fra diciottesimo e diciannovesimo secolo, esponente di punta di quel gruppo toscano impegnato nella realizzazione del vasto progetto del Granduca Pietro Leopoldo prima e della nuova amministrazione francese in seguito.
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Obermájer, Ervin. "Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján". Studia Theologica Transsylvaniensia 23, n.º 1 (15 de junio de 2020): 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.

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Resumen
Se c’affrontiamo la realtà del secolo XXI., possiamo confermare, che l’archetipo dell’eroe non vive più nella quella forma in cui fu abituato nei secoli precedenti. Nello questo studio, l’autore desidera a presentarci l’evoluzione dell’immagine dell’eroismo attraverso tre vari campi della scienza umana. Analizzando il prototipo dell’eroe antico dal punto di vista della letteratura antica, riconosciamo un essere umano, il quale fu colpito dalla gloria terrena, la corona di alloro posta sulla testa dell’uomo e l’apprezzamento del popolo. Possiamo dire con massima certezza, che quest’immagine fu conservato attraverso dei secoli nella storia della maggior parte dei popoli. Nella storia del popolo ungherese (nel secolo XVII. e XX.) c’è un aspetto molto speciale dell’eroismo, in cui la battaglia dell’eroe contiene in più un additivo teologico-nazionale per cui l’eroe entra nel santuario del popolo, mostrandoci la sua battaglia soprannaturale per la fede in liberta nazionale. Alla fine, se ci pensiamo profondamente sul termine del martirio, ci rivela l’assioma, che il martirio autentico si trova nel cristianesimo, dove la battaglia dei fedeli è per lo scopo divino, per la gloria eterna. Questa battaglia, la gloria divina non è più egoista, ma guarda alla fede sublime e divina, e quest’aspetto fu coerente in ogni secolo della Chiesa, in Transilvania anche. Analizzando la vita dei Dieci Martiri di Transilvania, possiamo confermare che l’essenza della loro eroicità è identico di quella dei primi martiri della Chiesa primitiva, cioè l’idea del martirio cristiano è costantemente lo stesso.
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Sasso, Alfredo. "Un continente plural: Le Americhe Latine nel XX secolo, de Tiziana Bertaccini". Tiempo devorado 2, n.º 1 (26 de mayo de 2015): 104–7. http://dx.doi.org/10.5565/rev/tdevorado.19.

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Pane, Andrea y Valentina Russo. "Le fortificazioni napoletane tra dismissione e valorizzazione (1860-1939)". STORIA URBANA, n.º 136 (marzo de 2013): 123–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136005.

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Resumen
La dismissione, la trasformazione e la valorizzazione delle fortificazioni costituiscono, anche per Napoli, temi trainanti nell'evoluzione urbana tra la seconda metŕ del XIX e la prima metŕ del XX secolo. Nella prima parte del saggio, incentrato sul periodo post-unitario, sono approfondite le motivazioni psicologiche, sociali ed economiche connesse all'annullamento di simboli "negativi" che conducono alla riconfigurazione di ampie parti urbane: a tale quadro d'insieme possono riferirsi gli interventi di tabula rasa effettuati sulla cinta bastionata circostante Castelnuovo dalla fine del XV secolo. Lo smantellamento dei bastioni e delle fabbriche di uso militare racchiuse nel recinto fortificato assume un ruolo centrale nella configurazione della cittŕ del Novecento e, con essa, della piazza Municipio, come confermano anche disegni di legge e dibattiti parlamentari avviati fin dal 1861. La seconda parte del saggio affronta le vicende delle mura aragonesi, che saranno oggetto di interventi di demolizione e trasformazione a partire dalla metŕ del XIX secolo, per giungere ad una fase di progressiva presa di coscienza del loro valore. Dall'apertura della nuova via dei Fossi fino alla liberazione di porta Capuana, si evidenzia il progredire di un atteggiamento che da una sostanziale condanna delle fortificazioni, intese come ostacoli all'espansione urbana, muove verso una loro valorizzazione, ancorché fondata sulla prassi dell'isolamento del "monumento", conducendo, come nel caso di porta Capuana, all'estraniazione di un ambiente stratificato da molti secoli.
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Geloso, Livia. "Bioenergetica e Teatro: riscoperta del corpo e creativitŕ". GROUNDING, n.º 2 (enero de 2013): 25–41. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002003.

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Il contributo descrive il terreno comune alla danza e al teatro moderni, da un lato, e all'analisi bioenergetica, dall'altro. Infatti, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, la ricerca di una nuova coscienza avvenne attraverso la riscoperta del corpo, e tale ricerca si sviluppň praticamente in particolar modo nel campo della danza e del teatro. L'autrice fornisce informazioni sugli esercizi attoriali, e pone attenzione alla definizione loweniana di creativitŕ, suggerendo affinitŕ e sinergie.
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Cattoni, Silvia. "La letteratura italiana tradotta in Argentina". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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D’Amia, Giovanna. "Alessandro Rimini e gli altri: le sale milanesi e la questione dell'autorialità". TERRITORIO, n.º 95 (mayo de 2021): 87–98. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095010.

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Il contributo analizza le vicende edilizie di alcunesale cinematografiche milanesi - e in particolare diquelle realizzate o comunque attribuite all'architettoAlessandro Rimini - in un arco cronologico che si estendedall'inizio del secolo agli anni '50 del Novecento.L'obiettivo è quello di puntare l'attenzione sullaquestione dell'autorialità che, anche nel caso diun professionista accreditato da una bibliografiaconsolidata, risulta talvolta di incerta definizione. Ilprogetto di una sala cinematografica è infatti il prodottodi competenze disciplinari diverse che costringono adallargare la rosa degli attori in gioco, invitandoci ariconsiderare alcune chiavi interpretative nell'analisidell'architettura del xx secolo.
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Hurtado, Javier Tébar y Andrea Tappi. "Storia della Spagna del XX secolo". PASSATO E PRESENTE, n.º 92 (junio de 2014): 185–217. http://dx.doi.org/10.3280/pass2014-092012.

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Calder, William M. (William Musgrave). "Bibliografia Senecana del XX Secolo (review)". Classical World 100, n.º 2 (2007): 174–75. http://dx.doi.org/10.1353/clw.2007.0004.

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De Giorgio, Renata. "Lucio Fontana: un artista che sarebbe piaciuto a Jung?" STUDI JUNGHIANI, n.º 50 (enero de 2020): 95–100. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2019oa8880.

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L'articolo indaga il valore e il senso complessivo della visione che Lucio Fontana, un artista-icona del XX secolo, propone dell'arte, dell'artista e dell'osservatore. Si evidenziano altresì i legami con la filosofia e la psicologia del profondo.
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Castagnini, Augusto C. "Sul concetto di psicosi reattiva nella psichiatria europea del XX secolo". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2010): 129–49. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003010.

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Nei primi decenni del XX secolo lo psichiatra danese August Wimmer (1872-1937) descrisse il concetto di psicosi "psicogena" o "reattiva" come categoria nosologica distinta dalla schizofrenia e dalla psicosi maniaco-depressiva, comprendente molteplici forme cliniche di tipo affettivo, confusionale e paranoide indotte da "traumi emotivi". Questo articolo ricostruisce il significato della psicosi reattiva, ne traccia l'evoluzione storico-concettuale per poi discutere le implicazioni derivanti dall'uso delle categorie introdotte nelle moderne classificazioni psichiatriche in sostituzione di tale diagnosi, in particolare il paradigma delle "Sindromi psicotiche acute e transitorie" della vigente Classificazione Internazionale dei Disturbi Psichici e Comportamentali (ICD-10). Tali mutamenti riflettono le trasformazioni dei modelli e degli schemi classificativi dei disturbi psicotici e illustrano lo sviluppo non sempre lineare della nosografia psichiatrica nell'arco del XX secolo. Le sindromi psicotiche acute e transitorie costituiscono una categoria composita in sostanziale discontinuitŕ con la diagnosi di psicosi reattiva.
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Janowska, Karolina y Mariusz Hybiak. "Il concetto di mimesi e la sua interpretazione nella letteratura". Forum Filologiczne Ateneum, n.º 1(9)2021 (15 de diciembre de 2021): 251–74. http://dx.doi.org/10.36575/2353-2912/1(9)2021.251.

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La mimesi come termine teorico e letterario si è formata già nell'antichità. Tentativi di definirlo sono già stati fatti da Platone nei suoi dialoghi, mentre fu solo Aristotele nella sua congeniale Poetica a formulare questo argomento in modo tale da diventare la base di discussioni e indagini scientifiche, molte delle quali continuano ancora oggi. La creatività mimetica ha dominato l'arte per centinaia di anni, raggiungendo l'apice della popolarità a cavallo tra il XIX e il XX secolo (sebbene siano emerse e funzionassero tendenze precedenti che quasi programmaticamente deviassero da questo percorso creativo; un esempio può essere l'arte dell'era romantica con tutti suoi aspetti mistici). Nel XX secolo, l'arte ha iniziato a cambiare in modo molto dinamico, seguendo lo sviluppo industriale e tecnologico incredibilmente rapido in Europa e nel mondo. Questo, a sua volta, ha portato allo sviluppo dinamico di nuove tendenze, nuovi modi di pensare l'arte.
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Spina, Luigi. "Il buon uso dell'oblio nei rivolgimenti costituzionali: tra slogan e argomentazione persuasiva". Rhetorica 21, n.º 1 (2003): 25–36. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2003.21.1.25.

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Un'antica formula di riconciliazione, me mnesikakein, nata nella democrazia ateniese di fine V secolo, viene analizzata sia nel suo contesto storico, sia attraverso tre momenti esemplari che hanno segnato la conclusione di alcuni degli eventi piùù drammatici del XX secolo: la memoria dell'Olocausto; l'amnistia per i fascisti nell'Italia repubblicana del dopo-guerra; l'attivitàà della Truth and Reconciliation Commission (TRC) nel Sud Africa del presidente Mandela. In tali occasioni, in forme diverse tra loro, si èè ripresentata la stessa domanda della vicenda ateniese sulla validitàà delle soluzioni proposte. Tale analisi consente di approfondire la dialettica fra memoria, perdono ed oblio.
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Gómez, Manuel Herrera, Peter Koslowski, Derrick de Kerckhove y Jeffrey C. Alexander. "L'etica civile alla fine del XX secolo". Reis, n.º 85 (1999): 360. http://dx.doi.org/10.2307/40184117.

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Forlivesi, Marco. "IL PROBLEMA STORIOGRAFICO DELLA NOZIONE DI "FILOSOFIA SCOLASTICA" E LA GENESI DELLA NOZIONE DI "SECONDA SCOLASTICA"". Trans/Form/Ação 37, spe (2014): 169–208. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-3173201400ne00010.

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Il saggio intende delucidare la genesi delle nozioni di "filosofia scolastica" e "seconda scolastica". Le ricerche svolte fino a oggi sulla storia della nozione di "scolastica" non sembrano aver preso in esame la questione della possibile diversità della storia della nozione di "filosofia scolastica" rispetto alla storia delle nozioni di "teologia scolastica" e di "scolastica" tout court. In questo studio viene proposta la tesi secondo la quale la storia della nozione di "filosofia scolastica", benché strettamente connessa con la storia della nozione di "teologia scolastica", non è identica a quest'ultima e vengono presentati elementi e indizi circa i tempi e i modi nei quali, tra prima modernità e inizio del XX secolo, l'aggettivo "scolastica" fu utilizzato per designare un tipo di filosofia che viene ritenuto essere altro dal genere di filosofia praticato dagli autori moderni. I risultati raggiunti forniscono la base per determinare le ragioni che portarono Carlo Giacon a formulare, negli anni '40 del XX secolo, la nozione di "seconda scolastica", della quale vengono individuate le originarie finalità e implicazioni teoretiche.
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Zamperini, Emanuele. "I vulnerabili restauri del Novecento. La Rocca di Arquata del Tronto e il suo recupero". TERRITORIO, n.º 96 (septiembre de 2021): 48–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096004.

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Resumen
La Rocca di Arquata del Tronto è una fabbrica pluristratificata, la cui esistenza sarebbe attestata dal xiii secolo. Cessata da tempo la sua funzione militare e ormai ridotta a rudere, a partire dall'inizio del xx secolo, è stata oggetto di restauri volti a ridefinirne l'immagine, trasformandola in simbolo identitario della comunità arquatana. Gli eventi sismici del 2016 hanno messo in evidenza le vulnerabilità indotte da scelte non sufficientemente consapevoli dei temi della durabilità e del comportamento sismico, e da restauri sospesi e mai completati. L'articolo, dopo una ricostruzione storica degli interventi novecenteschi, evidenzia i fattori di vulnerabilità che hanno indotto i numerosi danni e identifica alcuni aspetti su cui dovrà prioritariamente concentrarsi il progetto di restauro.
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Zamperini, Emanuele. "I vulnerabili restauri del Novecento. La Rocca di Arquata del Tronto e il suo recupero". TERRITORIO, n.º 96 (septiembre de 2021): 48–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096004.

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La Rocca di Arquata del Tronto è una fabbrica pluristratificata, la cui esistenza sarebbe attestata dal xiii secolo. Cessata da tempo la sua funzione militare e ormai ridotta a rudere, a partire dall'inizio del xx secolo, è stata oggetto di restauri volti a ridefinirne l'immagine, trasformandola in simbolo identitario della comunità arquatana. Gli eventi sismici del 2016 hanno messo in evidenza le vulnerabilità indotte da scelte non sufficientemente consapevoli dei temi della durabilità e del comportamento sismico, e da restauri sospesi e mai completati. L'articolo, dopo una ricostruzione storica degli interventi novecenteschi, evidenzia i fattori di vulnerabilità che hanno indotto i numerosi danni e identifica alcuni aspetti su cui dovrà prioritariamente concentrarsi il progetto di restauro.
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Bartuschat, Johannes. "Zur deutschen Danteforschung im 19. Jahrhundert". Deutsches Dante-Jahrbuch 97, n.º 1 (24 de octubre de 2022): 20–36. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2022-0007.

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Riassunto Questo contributo tratta degli studi danteschi in lingua tedesca nel XIX secolo. Anche se tutta l’Europa riscopre Dante con entusiasmo a partire dal 1800, la Germania può essere considerata, insieme all’Italia, come il paese in cui ha inizio la ricerca scientifica sulla sua opera, sulla sua vita e sulla sua epoca e in cui si gettano le basi per gli studi del XX secolo. Attraverso l’analisi di alcuni studi significativi il saggio cerca di illustrare i principali temi e orientamenti della ricerca dantesca del periodo in lingua tedesca. Le ricerche sul contesto storico di Dante e l’analisi del suo pensiero politico si rivelano temi particolarmente importanti, ai quali vengono dedicati numerosi studi approfonditi.
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Franchini, Antonia Francesca y Alessandro Porro. "Baldo Rossi e la chirurgia di inizio Novecento all'Ospedale Maggiore di Milano". STORIA IN LOMBARDIA 42, n.º 2 (enero de 2022): 60–83. http://dx.doi.org/10.3280/sil2022-002003.

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Baldo Rossi (Pioltello, Milano, 1868 - Milano, 1932) fu chirurgo dell'Ospedale Maggiore di Milano a cavallo fra il secolo XIX e il secolo XX. Egli operò prima della diffusione dei sulfamidici, e può da un lato essere considerato fra gli ultimi chirurghi della vecchia guar- dia, quanto alla sua formazione universitaria, mentre dall'altro fu estremamente attento alla modernità e all'innovazione. Fu protagonista dei grandi sviluppi della chirurgia asettica, della traumatologia, dell'ortopedia, della chirurgia militare, della riabilitazione. Attraverso la sua ergobiografia si possono ripercorrere tappe fondamentali dello sviluppo dell'Ospedale Maggiore milanese. Nel saggio si sottolinea anche l'importanza di alcune fonti, quali i cataloghi della produzione industriale degli strumenti chirurgici, per la rico- struzione di avvenimenti della storia ospedaliera, ai quali Baldo Rossi diede fondamentali contributi.
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Giacobbe, Giuliana Antonella. "Adelaide Bernardini: polemiche e rivalità." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, n.º 23 (2020): 191–202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2020.i23.14.

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Scrittrice di origini umbre oggi quasi sconosciuta, Adelaide Bernardini fu una delle protagoniste della letteratura italiana del XX secolo. La sua vita si vide coinvolta in diversi scandali e polemiche letterarie con autori molto famosi della letteratura italiana come Marinetti o Pirandello, che non le perdonarono il fatto di essere la moglie di Luigi Capuana e di dimostrare un carattere ribelle.
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Barone, Giuseppe. "Terra e potere a Caltavuturo (XIX-XX secolo)". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, n.º 2 (octubre de 2017): 5–57. http://dx.doi.org/10.3280/asso2017-002001.

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Galliani, Pierfranco. "Identitŕ dell'architettura del XX secolo e progetto contemporaneo". TERRITORIO, n.º 62 (septiembre de 2012): 76–80. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-062015.

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Considering the enormous amount of the architecture built in the 20th century, only the most significant instances will be able to be restored in the true sense of the term. To do this a positive assessment must be made of the many forms of the general orientation towards the restoration of modern architecture. The difficult and operational relationship proposed by the design of restoration for buildings or modern urban fabrics can in fact highlight the issues of the ‘critical continuity' between the past and the present and also the actions designed to maintain architecture and to modify contexts may constitute supports for each other for development which looks to the future. As an alternative to the analogical relationship between the concepts of protection and conservation which usually compress use objectives, the search for the identity of a work of architecture is a path which connects ‘value judgements' with the objective of contemporary design itself, fully representing the idea of ‘active protection'.
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Ponzio, Paolo. "Premessa. Xavier Zubiri: una metafisica del XX secolo". Quaestio 21 (enero de 2021): ix—xvii. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.5.128382.

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POGLIANO, CLAUDIO. "IL CONTRIBUTO ITALIANO AL RAZZISMO DEL XX SECOLO". Nuncius 14, n.º 2 (1999): 663–69. http://dx.doi.org/10.1163/182539199x00111.

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Fantoli, Annibale. "La Chiesa Cattolica e Galileo nel XX secolo". Revista Portuguesa de Filosofia 63, n.º 1-3 (1 de septiembre de 2007): 581–608. http://dx.doi.org/10.17990/rpf/2007_63_1_0581.

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POGLIANO, CLAUDIO. "IL CONTRIBUTO ITALIANO AL RAZZISMO DEL XX SECOLO". Nuncius 14, n.º 2 (1 de enero de 1999): 663–69. http://dx.doi.org/10.1163/221058799x00115.

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Tartabini, Veronica. "Verso un sapere sul sacro: dal misticismo spagnolo alla ragione poetica". Bajo Palabra, n.º 25 (14 de junio de 2021): 251–72. http://dx.doi.org/10.15366/bp2020.25.012.

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San Giovanni della Croce e Teresa d’Avila esercitarono la loro influenza sulle riflessioni di una delle protagoniste della filosofia spagnola del XX secolo: María Zambrano. Nel 1939, compiendo i primi passi del suo esilio in Messico, la filosofa scrisse sul grande mistico castigliano, ereditando la sua critica ad una concezione dell’uomo che possa prescindere dall’anima e dalle “viscere” dell’esistenza, dall’amore per la vita e le sue differenze, dall’unione di filosofia e poesia. In età matura, a Roma, la pensatrice malagueña scrive citando Santa Teresa e la sua visione della soggettività umana, ereditando i suoi insegnamenti per comprendere l’essere umano nella sua costante ricerca di unione con il sacro. Si tratta di una lunga tradizione di pensiero, che colloca la discepola di Ortega sulla scia dei grandi mistici spagnoli del XVI secolo.
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Morezzi, Emanuele. "La Cattedrale dell'Elettricità: trasformazione del rudere, permanenza dell'immagine. Il caso della Battersea Power Station di Londra." Labor e Engenho 11, n.º 4 (26 de diciembre de 2017): 477. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651202.

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Le recenti trasformazioni della Battersea Power Station impongono una riflessione sulla modifica del paesaggio industriale londinese del XX secolo. L'articolo intende porre una riflessione non solo sulla conservazione/trasformazione del rudere, ma anche sulla valenza iconica dell'edificio e sull'importanza del simbolo che esso rappresenta nel panorama londinese, in qualità di caso studio di architettura legata al periodo industriale e alle architetture per la produzione di energia elettica.
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Della Ferrera, Giacomo. "Il caso del Teatro Sociale di Sondrio per la fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco". ACME 74, n.º 2 (14 de septiembre de 2022): 147–66. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18665.

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Il Teatro Sociale di Sondrio, inaugurato nel 1824, rappresenta tra XIX e XX secolo il più importante centro teatrale dell’intera Valtellina. Considerando anche l’importanza che riveste nella storia locale, il teatro sondriese può essere preso come esempio attraverso cui riconoscere, da un punto di vista particolare, le evoluzioni a cui va incontro la drammaturgia italiana a cavallo dei due secoli. Lo studio dei manifesti conservati negli archivi e lo spoglio dei periodici locali hanno permesso di analizzare le modalità e le tempistiche con cui venivano allestiti gli spettacoli e l’accoglienza di questi da parte del pubblico e della critica di Sondrio: su queste basi, il seguente studio cerca di offrire una fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco, un pubblico provinciale, lontano da quello delle grandi città ma che, come si vuole dimostrare, condivide con quest’ultimo gli stessi gusti: dalla ricerca della novità alla passione per i drammi sentimentali, dalla pièce bien faite alla nuova drammaturgia borghese.
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Bianchini, Paolo. "Patria, razza e civiltà. Le istruzioni per un’emigrazione di successo nei manuali scolastici di Geografia italiani tra fine ‘800 e inizio ‘900". Cadernos de História da Educação 18, n.º 2 (27 de agosto de 2019): 309–28. http://dx.doi.org/10.14393/che-v18n2-2019-3.

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Il saggio intende illustrare le modalità in cui l’emigrazione e la colonizzazione erano presentate e giustificate nei manuali di geografia italiani nei decenni a cavallo tra XIX e XX secolo. A tal fine sarà analizzata una serie di libri scolastici in uso nelle scuole primarie e secondarie. Molto frequentemente, infatti, i temi dell’emigrazione e della colonizzazione erano trattati ampiamente a scuola, sia perché l’emigrazione era all’epoca un fenomeno di massa che riguardava pressoché tutte le famiglie sia perché l’Italia, recentemente unificata, era alla ricerca di una sua dimensione internazionale per mezzo di una campagna di conquista territoriale e culturale che si estendeva ben oltre il Mediterraneo sino a raggiungere i Paesi al di là dell’Oceano Atlantico. L’obiettivo è analizzare il ruolo della scuola e dell’editoria scolastica nella costruzione di concetti centrali nella vita degli individui, come patria, razza e civiltà, che ancora oggi risentono fortemente delle immagini e degli insegnamenti trasmessi nei secoli passati.
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Bianchi, Paola. "Divise a Palazzo". Librosdelacorte.es, n.º 25 (29 de diciembre de 2022): 207–24. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2022.14.25.008.

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Resumen
La definizione dell'immagine militare della corte dei Savoia si realizzò compiutamente a seguito di alcune riforme avviate alla fine del regno del re Carlo Alberto, trovando applicazione nel corso dei decenni successivi. Tali riforme investirono non solo nominalmente la corte torinese, successivamente corte del Regno d'Italia, ma agirono sul profilo dei suoi organigrammi. Si trattò di un fenomeno, dunque, con effetti sociali e culturali, verificabile attraverso lo studio prosopografico dei soggeti coinvolti. La nuova "Casa militare" accolse, in tal senso, non solo la contrattazione, ma una più stretta commistione, di quanto non fosse stato nei secoli precedenti, fra dimensione curiale e governo dello Stato. Così, almeno, sino all'inizio del XX secolo, quando un regio decreto, che non aveva avuto precedenti, decise che la scelta delle figure chiamate a ricoprire le tre principali cariche di corte (ministro della Real Casa, prefetto di Palazzo e primo aiutante di campo) fosse sottoposta al controllo del governo.
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Luque, Rocío. "La donna nel dramma italiano della seconda metà del XX Secolo". Estudios Románicos 27 (19 de octubre de 2018): 197–209. http://dx.doi.org/10.6018/er/346641.

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Se la letteratura dagli anni Settanta del XX secolo, dapprima timidamente e poi con forza sempre maggiore, riesce a dare voce alla donna, a renderla visibile, il teatro la “rappresenta” in tutto il suo essere rivendicando il diritto di imporsi nel mondo, riconoscendole la capacità di incidere nel tessuto sociale e di operare trasformazioni epocali. È innegabile difatti che il teatro, nascendo da pulsioni d’ordine antropologico nella cui zona di confine s’intersecano generi e linguaggi molteplici, dia vita così ad un processo di sintesi e di contaminazioni in cui si perpetua, con le gesta di personaggi più o meno mitici, una saggezza popolare che si ravviva secondo tecniche e modelli della comunicazione orale, specie femminile.
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Verri, Carlo. "Monarchie e conflitti nel XIX secolo". Historia Constitucional, n.º 23 (14 de septiembre de 2022): 587–90. http://dx.doi.org/10.17811/hc.v0i23.795.

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Recensión de: Renata De Lorenzo, Rosa Ana Gutiérrez Lloret (eds.), Las monarquías de la Europa meridional ante el desafío de la modernidad (siglos XIX y XX), Prensas de la Universidad de Zaragoza, Zaragoza, 2020, pp. 537 Enviado el (Submission Date): 25/08/2021Aceptado el (Acceptance Date): 11/09/2021
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Gillies, Donald. "Meno-like Discoveries in Mathematics and Science". PARADIGMI, n.º 3 (diciembre de 2011): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003003.

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Questo articolo inizia con l'analisi di come Platone considera il problema della scoperta nel. L'analisi č poi posta in relazione ad alcune scoperte del XX secolo nelle scienze e nella matematica. Ciň porta alla caratterizzazione di un tipo particolare di scoperta come. In conclusione il lavoro sostiene che il principio di Pasteur che «la fortuna favorisce la mente preparata» fornisce una spiegazione migliore di tali scoperte che non la teoria originale di Platone.
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Trapanese, Enzo Vittorio. "Jung e la cultura del novecento". STUDI JUNGHIANI, n.º 33 (septiembre de 2011): 115–28. http://dx.doi.org/10.3280/jun2011-033009.

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In questo scritto, viene proposta una comparazione tra taluni limitati aspetti della psicologia junghiana e alcune correnti di pensiero della cultura europea del XX secolo e, in particolare, con le riflessioni provenienti non solo dalla filosofia della scienza e dalle discipline umane, ma anche da quelle che, in modi diversi e non facilmente integrabili, hanno proposto il ridimensionamento delrispetto alla ben piů vasta categoria dell'esistenziale. A tale ridimensionamento č legata la concezione junghiana della psicoterapia.
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Dal Ri Jr., Arno. "Il principio di nazionalità di Pasquale Stanislao Mancini nella scienza del diritto internazionale argentina tra i secoli XIX e XX". Italian Review of Legal History, n.º 8 (21 de diciembre de 2022): 503–30. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19258.

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Il principio di nazionalità proclamato da Pasquale Stanislao Mancini nella prolusione del 1851 si colloca fra i tanti tentativi della scienza giuridica del secolo XIX di rispondere a fenomini politici propri di quel contesto storico. Tale principio viene esaminato nelle pagine della scienza argentina del diritto internazionale nei decenni posteriori in differenti modi, tra applausi entusiastici e critiche feroci. Lo scopo di questo articolo è svolgere la ricostruzione dell’itinerario percorso dalla proposta di Mancini nei dibattiti della dottrina argentina, tra autori favorevoli e contrari, sottolineando le principali motivazioni che hanno condotto ormai nel secolo XX al suo completo abbandono e conseguente storicizzazione. L’ipotesi qui presentata è quella secondo cui il processo di deleggittimazione e storicizzazione del Principio in Argentina sia avvenuto principalmente in ragione delle peculiarietà proprie della formazione storica di questa realtà statale, molto distante da quelle vissute nella costituzione di Stati europei come l’Italia, culla ed allo stesso tempo ispirazione della proposta manciniana.
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Aiello (book editor), Lucia, Marco Bascapè (book editor), Danilo Zardin (book editor) y Anna Maria Grossi (review author). "Milano e le sue associazioni. Cinque secoli di storia cittadina (XVI–XX secolo)". Confraternitas 25, n.º 1 (20 de septiembre de 2014): 43–44. http://dx.doi.org/10.33137/confrat.v25i1.21867.

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Cavatorta (book author), Beppe y Federica Santini (review author). "Scrivere contro. Viaggio nella narrativa sperimentale del XX secolo". Quaderni d'italianistica 36, n.º 2 (27 de julio de 2016): 308–10. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26929.

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Galliani, Pierfranco. "Identità, spazio e riuso dell'architettura industriale del XX Secolo". TERRITORIO, n.º 89 (noviembre de 2019): 21–23. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-089002.

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Sanfilippo, Marina. "Libri, lettere, scritte e testamenti: magia e pericoli della scrittura nelle raccolte di racconti popolari siciliani dell’Ottocento". Cuadernos de Filología Italiana 27 (7 de julio de 2020): 199–219. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.67487.

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In questo lavoro analizzo la presenza multiforme di elementi e riferimenti al mondo della scrittura in racconti siciliani orali raccolti tra la seconda metà del XIX secolo e i primissimi anni del XX, con il duplice scopo di, in primo luogo, sottolineare il complesso rapporto esistente tra oralità e scrittura e, in secondo luogo, capire quali funzioni e caratteristiche attribuirono allo scritto la cultura popolare e i suoi interpreti, per lo meno nel contesto preso in esame.
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Gambino, Silvio. "I diritti sociali e l’Unione Europea". Revista do Direito, n.º 43 (19 de mayo de 2014): 120–200. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i43.5757.

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Se può ancora affermarsi che il deficit democratico e le stesse derive tecnocratiche rendono il sistema costituzionale europeo ancora poco idoneo ad ampliare gli orizzonti della democrazia (almeno di quella costituzionale, individuata nella bisecolare evoluzione successiva alla Déclaration des droits de l’homme et du citoyen), appare ancora più evidente che il suo costituzionalismo, con la relativa frammentarietà, non induce a prefigurare un processo lineare di inequivocabile e progressiva riproduzione dei canoni costituzionalistici del XX secolo, appena trascorso.
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Petit, Lorenza. "Dal Medio Oriente al Messico: storia di una migrazione". MONDI MIGRANTI, n.º 2 (julio de 2022): 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002007.

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Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, il continente americano diventò il polo di attrazione per milioni di persone che andarono oltreoceano non solo ver-so gli Stati Uniti ma anche per raggiungere l'America Latina. Il contributo mette in evidenza il caso particolare delle emigrazioni provenienti dal mondo arabo e diret-te in Messico. Nella prima parte dell'articolo, l'autore analizza le fonti che ci per-mettono di realizzare un'indagine rigorosa del fenomeno apportando numerosi dati a sostegno dello studio. Le fonti prese in esame comprendono: il Registro degli Stranieri, presente nell'Archivio Generale della Nazione (AGN), i censimenti dell'INEGI e il Direttorio Libanese del 1948. Nella seconda parte, si ricostruiscono i movimenti dei migranti all'interno della Repubblica Messicana in un periodo che va dal 1895 al 1950. L'articolo ha lo scopo di introdurre il lettore allo studio delle emigrazioni arabe in America Latina, tema poco presente nella storiografia italia-na, evidenziandone la rilevanza ed incoraggiando futuri progetti di ricerca sul fenomeno.
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Lesti, Sante. "Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento. In margine a una recente biografia di Sergio Luzzatto". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (abril de 2010): 97–120. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001004.

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Il 20 settembre 1918, un giovane cappuccino della provincia foggiana, padre Pio da Pietrelcina, riceveva sul proprio corpo, dopo aver recitato la messa mattutina, le stimmate della Passione di Cristo. Poco meno di un secolo piů tardi, il 16 giugno 2002, Giovanni Paolo II ne avrebbe proclamata la santitŕ, in una piazza San Pietro affollata da centinaia di migliaia di fedeli accorsi per l'affermazione della «santitŕ vissuta» piů invocata del Novecento cattolico italiano. «Alter Christus», «mistico da clinica psichiatrica», «piccolo chimico», santo e «idolo di stoppa»: l'articolo si propone, sulla scia del recente libro di Sergio Luzzatto, Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento (Einaudi, Torino, 2007) di ripercorrere i momenti essenziali della biografia del frate con le stimmate nel contesto dell'Italia del XX secolo, approfondendo in particolare - anche a partire da materiali inediti - ''interazione tra l'esperienza mistica di padre Pio e l'immaginario, politico e religioso, degli italiani del suo tempo.
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Szmurło, Roman. "Elementy struktury hierarchicznej oraz warunków społeczno-ekonomicznych klasztorów manichejskich w Azji centralnej w świetle analizy wybranych dokumentów z Turfan". Vox Patrum 46 (15 de julio de 2004): 589–95. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6862.

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Le fonti manichee scoperte nel XX secolo nellEgitto (Medinet Madi, Kellis) trasmettono te informazioni suita vita ascetica dei manichei, che si svituppava in forma monastica. Piu tardi te comunita ascetiche manichee fiorirono speciatmente in Turchestan e Cina. Ne danno testimonianza due scritti. I documenti descrivono gti etementi detta struttura gerarchica e it modo in quate funzionavano te communita manichee net Regno degti Ujguri. Le communita facevano una parte importante netta struttura detto stato. Si puó anche accorgere t'evotuzione detta osservanza dei comandamenti monastici.
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Eccher, Christian Gianfrancov. "DECOLONIZZARE LA MENTE DEGLI ITALIANI". Годишњак Филозофског факултета у Новом Саду 46, n.º 1 (19 de julio de 2021): 139–48. http://dx.doi.org/10.19090/gff.2021.1.139-148.

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In questo lavoro, ci occuperemo dell’estremo provincialismo che ha caratterizzato e caratterizza gli studi di italianistica. L’Italia, infatti, è un paese che ha perso il passo con la modernità già nel XV secolo, quando il resto d’Europa si apriva al fenomeno della „mondializzazione“. Dimostreremo come, da allora, l’Italia si sia rifugiata nel mito della Classicità e del Rinascimento, da cui non è riuscita a uscire neanche dopo che il paese si è unito in un’unica entità statuale. La grande emigrazione della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo ha contribuito a sprovincializzare molti italiani, ma non l’arte, la letteratura e la critica letteraria. Questa, poi, ha fatto di tutto per rimuovere il periodo e le atrocità coloniali italiane in Africa. Nel secondo Dopoguerra, mentre in tutta Europa cominciava a prendere piede la critica al colonialismo, la borghesia italiana (che deteneva il potere economico, politico e culturale) preferiva ignorare il proprio scadaloso operato nel corno d’Africa, in Grecia e in Albania. Allo stesso tempo, ignorava la viva letteratura di frontiera, quella istriana. Proprio per questo motivo, nella seconda parte di questo lavoro ci occuperemo del romanzo dell’istriano di adozione Eros Sequi, “Le case di Pothia” uno spaccato sulla realtà del colonialismo italiano nel Dodecaneso e sulla società istriana e jugoslava degli anni Cinquanta del secolo scorso.
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Toroš, Anna. "Le figure femminili nella poesia slovena e italiana su Trieste della prima metà del XX secolo". Quaderni d'italianistica 35, n.º 1 (15 de enero de 2015): 135–48. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i1.22356.

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Argomento del presente contributo è quel segmento della poesia slovena e italiana su Trieste della prima metà del XX secolo in cui hanno trovato espressione le figure femminili. A seconda del modo in cui queste figure sono rappresentate, la maggior parte può essere inserita in uno dei due gruppi: quello realistico oppure quello simbolico. Nel primo gruppo, cioè quello di rappresentazione realistica, troviamo delle descrizioni di donne triestine che sono legate alla Trieste asburgica oppure alla Trieste interbellica, ma che in entrambi i casi appartengono alle classi sociali più povere. Spesso queste donne provenivano dal retroterra triestino e si recavano quotidianamente in città per motivi di lavoro: questo è il caso delle fioraie, delle lattaie, delle fruttivendole, ma anche delle mondatrici di caffè e di altri prodotti. In tale contesto i poeti accennarono qualche volta alla loro provenienza slovena. In queste poesie prevalgono temi sociali, che però non sempre sono accompagnati da toni elegiaci. Quest’ultimi sono caratteristici soprattutto della poesia slovena, che accanto al problema della crisi economica si occupa anche della correlata problematica nazionale. Nell’altro gruppo, quello delle figure di tipo simbolico, troviamo invece figure più complesse, spesso costruite mediante lo strumento poetico della personificazione. Accanto a Jadranka, figura materna e portatrice di conforto agli sloveni triestini, troviamo nella poesia italiana dei primi due decenni del XX secolo la figura di Trieste come sposa irredenta d’italia, che apparirà anche nelle poesie italiane dei decenni successivi, sebbene con toni e sfumature diversi.
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Bossi, Paolo y Luca Maria Francesco Fabris. "La Sala della Comunità. Preziosa eredità, pronta per il futuro". TERRITORIO, n.º 95 (mayo de 2021): 109–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095012.

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Il contributo si propone di affrontare, in maniera necessariamente sintetica, due questioni tra loro strettamente correlate: da un lato la diffusione nella diocesi ambrosiana dei cinematografi parrocchiali nei primi decenni del xx secolo, accompagnata dal progressivo definirsi di sempre più specializzate strutture e dotazioni tecniche; dall'altro le criticità e le potenzialità con cui deve misurarsi oggi la valorizzazione di tali spazi, non a caso chiamati ‘Sale della Comunità', per sottolineare la loro natura di ambienti polivalenti e rinnovare la loro funzione originaria ad uso delle parrocchie e delle loro comunità.
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Zanchini, Giorgio. "Fare la radio nell'epoca dei social network. come i new media stanno cambiando un vecchio medium". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 41 (mayo de 2012): 143–60. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041011.

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L'autore č un giornalista e per lungo tempo č stato conduttore di programmi radiofonici, per cui questo articolo č una panoramica empirica su come i cosiddetti nuovi mezzi di comunicazione stanno influenzando un mezzo vecchio come la radio. In particolare analizza come sms, e-mail, Facebook e Twitter modificano la forma e i contenuti dei programmi via etere. I risultati in termini di pro e contro sono controversi, ma č innegabile che aprano l'arena del dibattito pubblico rafforzando la partecipazione del pubblico, come avevano sperato alcuni grandi studiosi del XX secolo: Benjamin, Brecht, Kracauer.
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Ajres, Alessandro. "Gustaw Herling-Grudziński e la letteratura italiana del XX secolo". Poznańskie Studia Polonistyczne. Seria Literacka, n.º 39 (15 de diciembre de 2020): 183–93. http://dx.doi.org/10.14746/pspsl.2020.39.10.

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Magdalena Śniedziewska’s book discusses a theme in Gustaw Herling-Grudziński’s works which has not been thoroughly researched, i.e. their relationship with Italian literature. This is how we discover Herling-Grudziński as a writer who is simultaneously a great literary criticwho looks eagerly and with both interest (sometimes) and passion at the work of such authors as Nicola Chiaromonte, Ignazio Silone, Alberto Moravia, Luigi Pirandello, Tomasi di Lampedusa and Leonardo Sciascia. The opening chapter of the book discusses Herling-Grudziński’s condition as an emigrant and the changes in his attitude to Naples which became his second home after World War II; the final chapter is about the Polish writer’s difficult relationship with Italian book market, reconstructing the story of the reception of Inny świat (A World Apart) in Italy.
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Anta, Claudio Giulio. "IDEE E MODELLI DEL PACIFISMO TRA XIX E XX SECOLO". Il Politico 252, n.º 2 (15 de enero de 2021): 109–32. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.511.

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Ai fini della stesura di questo saggio, è utile rammentare alcuneriflessioni elaborate da prestigiosi intellettuali contemporanei. NorbertoBobbio precisò che il pacifismo poteva agire sui mezzi, sulleistituzioni o sugli uomini. Nel primo caso formulò il concetto di “pacifismostrumentale”, la cui azione mirava a limitare gli strumenti diguerra (dottrina e politica del disarmo) o a rifiutare drasticamente ilricorso a comportamenti violenti (la teoria della nonviolenza come ilSatyagraha di Gandhi).
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