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Davida Pizzigoni, Francesca y Alessia Rosa. "Musei scolastici e realtà maker: spazi di contaminazione educativa". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 132 (febrero de 2022): 125–37. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-132-s1008.

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Resumen
Il saggio riscopre il museo scolastico, supporto storico e polivalente, e ne delinea il valore educativo quale spazio di confronto tra scuola e territorio limitrofo. Lonta-no da una prospettiva unicamente storica, le attività didattiche inerenti al museo scolastico si delineano in un più vasto orizzonte interdisciplinare e di innovazione. Il contributo propone la prototipazione 3D e gli spazi maker quali ambiti di lavoro a supporto delle dinamiche di prossimità tra scuola e realtà circostanti.
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Mattozzi, Ivo. "Il museo nel curricolo di storia: una questione di trasposizione didattica". Educar em Revista, n.º 58 (diciembre de 2015): 69–85. http://dx.doi.org/10.1590/0104-4060.43470.

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Resumen
Riassunto Negli ultimi anni si sono diffusi i musei, ne sono stati creati molti, si è rinnovata la museografia, si è diffusa l'idea della didattica museale e sono usciti molti libri a tal proposito. I musei offrono dappertutto servizi didattici o educativi, molti alunni vengono condotti nei musei. Tutto bene, dunque, potremmo dire: una battaglia cominciata qualche decennio fa è ormai vinta. Il problema è che le offerte che partono dai servizi didattici museali in gran parte non si integrano nel curricolo di formazione storica, obbediscono a logiche e preferenze che nascono all'interno del museo da parte di educatori che non si pongono il problema del curricolo, gran parte dell'offerta consiste in visite guidate e giochi svolti con materiali poco efficaci dal punto di vista formativo. Da parte della scuola l'aumento della fruizione dei servizi museali c'è stato, ma non s'è generalizzata l'idea di usare didatticamente i musei a portata di uscita. Gli alunni che entrano in contatto con i musei sono una minoranza e sempre prevale la scuola primaria... Nella scuola secondaria l'interesse per i musei scema. In questo contesto il nostro scopo è valorizzare la didattica museale in funzione della formazione storica curricolare. Farla cessare di essere un episodio o un progetto. Vorremmo che gli educatori museali elaborassero offerte nell'ottica del curricolo e che gli insegnanti fossero in grado di incardinare l'esperienza di apprendimento mediante il museo entro il piano di lavoro annuale anche nella scuola secondaria di II grado. Perseguiremo lo scopo usando musei archeologici e storici. Non offriamo laboratori riguardanti musei d'arte. Ma le procedure e le attività che proporremo possono essere trasferite agevolmente ai musei d'arte. Lo scopo può essere perseguito a condizione di: a) pensare il curricolo continuativo e verticale; b) pensare i musei in rapporto all'apprendimento della storia; c) pensare il collegamento tra essi; d) pensare la trasposizione didattica funzionale ai processi di insegnamento e di apprendimento della storia.
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Corona, Paolo. "Riflettendo su sistema e storia nella Scuola storica tedesca. Un itinerario sul filo di un capolavoro goethiano". Italian Review of Legal History, n.º 8 (21 de diciembre de 2022): 531–58. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19259.

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Seguendo spunti offerti da alcuni passi de Le affinità elettive di Goethe, il saggio ripercorre le vicende della Scuola storica tedesca nel corso dell’Ottocento, ragionando sui motivi tecnici e culturali che ne animarono gli sviluppi. Le dialettiche interne alla Scuola, originatesi a partire dal suo progetto di approccio scientifico al diritto, investono il modo di rapportarsi al passato e di impiegarne i prodotti, e la considerazione del ruolo del giurista all’interno della società. L’itinerario descritto evidenzia l’incessante ricerca di un dialogo soddisfacente fra ‘essere’ e ‘divenire’, fra passato e presente (e futuro), fra ‘sistema’ e ‘storia’.
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Allasia, Clara. "«Dilettantismo e scienza»: recenti scritti sulla scuola storica". Giornale storico della letteratura italiana 191, n.º 633 (enero de 2014): 124–27. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.129420.

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Bianchini, Paolo. "La funzione pedagogica dell’estetica totalitaria. La scuola fascista e la celebrazione della Prima Guerra Mondiale in Italia. Il caso di Torino". Educar em Revista 35, n.º 73 (febrero de 2019): 135–60. http://dx.doi.org/10.1590/0104-4060.62734.

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SOMMARIO La scuola, anche dal punto di vista architettonico e dell’arredo scolastico, è senza dubbio un prodotto culturale tipico di ogni epoca storica. Durante il fascismo, essa ha svolto il compito di formare il cittadino-soldato, amante della patria e obbediente ai voleri del duce. Servendosi in maniera massiccia dell’arte e della bellezza, la scuola ha assunto un compito centrale nello Stato fascista, venendo incaricata della trasmissione di un’identità nazionale basata sul culto di coloro che erano morti per la costruzione dell’Italia unita. L’arte, in tutte le sue forme, ma specialmente quelle architettoniche e plastiche, è stata per questo abilmente utilizzata nel ventennio fascista come strumento di trasmissione di una pedagogia della morte e della guerra, considerata come imprescindibile per l’“italiano nuovo”. Il saggio indaga i meccanismi con cui l’estetica totalitaria fascista è stata applicata nelle scuole di Torino negli anni del primo dopoguerra, ricoprendo una parte imprescindibile - seppur insospettabile per molti - nella costruzione del consenso.
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Thomas, Philip J. "Andrea Lovato, Diritto Romano e Scuola Storica nell'Ottocento Napoletano". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 119, n.º 1 (1 de agosto de 2002): 544–47. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.2002.119.1.544.

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Todaro, Letterio. "La cultura dell’educazione e le sue trasformazioni nel passaggio critico degli anni Sessanta /Settanta: conversazioni con Carmen Betti". Espacio, Tiempo y Educación 5, n.º 1 (1 de enero de 2018): 281. http://dx.doi.org/10.14516/ete.198.

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Resumen
Carmen Betti è tra le figure di riferimento della ricerca italiana in area storico-educativa. Per diversi anni ha insegnato presso l’Università di Firenze, rappresentando con i suoi lavori e con i suoi studi, una voce autorevole e notevolmente qualificata nel panorama italiano della disciplina. L’incisività dei suoi lavori ha contribuito a rafforzare il riconoscimento di una tradizione che porta a individuare nella sede fiorentina una «scuola» di alto profilo dell’accademia italiana nell’ambito degli studi di storia dell’educazione. La sua ricerca ha evidenziato un costante impegno a segnalare lungo i sentieri della storia dell’educazione un cantiere aperto per la costruzione di valori civili, indicando quali criteri «orientatori» dell’impegno intellettuale che caratterizza il lavoro dello storico dell’educazione la tensione a legare la lettura storica dei processi formativi con i motivi della conquista collettiva di spazi di libertà, di democrazia, di emancipazione. Recentemente ha ricoperto la funzione di Segretaria del Centro Italiano per la Ricerca Storico Educativa, segnando con il suo impegno l’attivazione di importanti strumenti di raccordo a servizio della comunità scientifica italiana degli storici dell’educazione e offendo un contributo qualificante per spingere in avanti le piste della ricerca sul terreno della storia dell’educazione.Per dare avvio alla conversazione mi sembra perciò utile chiedere all’interlocutrice una breve presentazione del proprio percorso professionale e un aiuto nel ricordare, attraverso anche spunti di memoria personale, i punti salienti che hanno segnato l’evoluzione del suo profilo di studiosa.
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Galli, Pier Francesco y Alberto Merini. "Tracce. Storie e persone". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 1 (marzo de 2021): 143–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001010.

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Resumen
Vengono riprodotti alcuni brani di un seminario tenuto il 30 maggio 1992 alla scuola Il Ruolo Terapeutico di Milano, che lo ha pubblicato nel 1996 col titolo La persona e la tecnica. Appunti sulla pratica clinica e la costruzione della teoria psicoanalitica e che è stato ristampato nel 2002 dall'editore FrancoAngeli con aggiunte e integrazioni. In queste pagine vengono fatte alcune riflessioni sul problema della ricostruzione storica in psicoanalisi, sottolineando come sia indispensabile non basarsi solo sulla storia ufficiale, scritta, ma che sia di fondamentale importanza conoscere anche la storia affettiva e le vicissitudini di vita delle persone che sono state protagoniste nella costruzione teorica. La storia emozionale, trasmessa attraverso canali informali, è un elemento costitutivo della definizione stessa della disciplina psicoanalitica.
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Foro, Philippe. "Sguardi francesi sulla storia d'Italia: lineamenti di un bilancio storiografico". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (julio de 2012): 119–32. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001005.

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La storiografia francese sull'Italia contemporanea raccoglie una serie di storici la cui attivitŕ č rilevante giŕ da una trentina d'anni. Al seguito di Pierre Milza, che ha svolto un ruolo importante di stimolo, diversi studiosi francesi hanno dato il loro contributo alla comprensione dell'Italia del Risorgimento, del periodo fascista e della democrazia repubblicana. Sono stati affrontati diversi generi storiografici: la biografia (Mazzini, Cavour, Mussolini), le istituzioni (la classe politica fascista), il fenomeno totalitario fascista (la persecuzione antisemita, il controllo dello Stato e dell'economia), oltre che solide sintesi (l'Italia repubblicana). Di conseguenza, l'Italia č oggi uno dei grandi paesi europei che incontra un vivo interesse nella scuola storica francese e presso il pubblico francese. Questo articolo prova a proporne un panorama.
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Colombo, Angelo. "Die deutsche Dante-Forschung und die italienische ›historische Schule‹: ein Briefwechsel zwischen Karl Witte und Alessandro D’Ancona". Deutsches Dante-Jahrbuch 95, n.º 1 (23 de septiembre de 2020): 131–42. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0011.

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Riassunto L’articolo propone la discussione intrecciata da Karl Witte con Alessandro D’Ancona (1868–1877) in merito alla Vita nuova, di cui entrambi i dialoganti curarono un’edizione: il primo nel 1876, il secondo nel 1873. Ne emerge la funzione sostanziale di maestro del dantismo europeo ricoperta dal Witte nei confronti di chi, come il D’Ancona, si andava ormai affermando in Italia come capofila e animatore indiscusso della ›Scuola storica‹, che fu responsabile, nel suo insieme, di un rinnovamento profondo nei metodi di ricerca e negli indirizzi universitari degli studi nella seconda metà dell’Ottocento, in un rapporto fecondo di scambi e di assiduo confronto con l’ambiente accademico tedesco.
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Schermaier, Martin Josef. "Christina Vano, "Il nostro autentico Gaio". Strategie della scuola storica alle origini della romanistica moderna". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 121, n.º 1 (1 de agosto de 2004): 646–51. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.2004.121.1.646.

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Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee". Linguistica 50, n.º 1 (29 de diciembre de 2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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Ostenc, Michel. "Roberto Sani, Domenico Simeone, Don Lorenzo Milani e la Scuola della Parola. Analisi storica e prosprettive pedagogiche". Archives de sciences sociales des religions, n.º 160 (30 de diciembre de 2012): 277. http://dx.doi.org/10.4000/assr.24723.

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Żelazny, Jan W. "Św. Jan Chryzostom w nauczaniu Jana Pawła II". Vox Patrum 50 (15 de junio de 2007): 229–39. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6681.

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La letteratura patristica fu presente nell'interesse di Papa Wojtyła non soltanto come appoggio nell'insegnamento, ma sopratutto come modo alternativo per la dogmatica - scuola non speculativa ma storica. Questa dimensione e molto importante per Lui. Si deve dire, in verita, che Giovanni Paolo II nei suoi documenti raramente usava gli scritti di S. Giovanni Crisostomo. Ma queste citazioni sono molto significative. Grandę Antiocheno e da Lui preferito quale testimone di carita cristiana, solidarieta ed e anche uno dei primi Padri della Chiesa che ha valorizzato molto il matrimonio nei confronti della vita consacrata. II famoso vescovo di Costantinopoli era per Lui un catecheta speciale che con la vita ha testimoniato l’impegno sociale della Chiesa. Ma la figura di S. Giovanni Crisostomo e sempre nel quadro eon gli altri grandi padri della Chiesa, testimoni di tradizione greca e siriaca del IV secolo nella Chiesa. Insieme con loro era presente nei momenti in cui il Papa voleva far vedere la continuita dell'insegnamento della Chiesa su questi argomenti. II modo di appoggiarsi sugli scritti di Grande Antiocheno e simile alla presenza degli altri padri nell'insegnamento di Giovanni Paolo II.
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Parisini, Roberto. "Per un bilancio dell'insegnamento nella storia delle Ssis". SOCIETÀ E STORIA, n.º 128 (septiembre de 2010): 311–21. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-128004.

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La necessitÀ di elaborare, anche in Italia un nuovo modello di formazione all'insegnamento ha portato alla creazione delle SSIS, all'interno delle quali un notevole spazio ha avuto la storia. In questo ambito, le Scuole avrebbero dovuto diventare il luogo di elaborazione, a metÀ strada tra universitÀ e scuola, di un nuovo, specifico sapere disciplinare, in grado di ricomporre ricerca scientifica e prassi didattica in un sapere autonomo, connesso a ricerche e pratiche proprie. Le Scuole tuttavia, frammentate e poco comunicanti tra loro, spesso hanno fallito il loro obiettivo. Ma ci sono state anche esperienze positive, dove sono maturati, a vari gradi, percorsi di grande interesse e originalitÀ. Il saggio propone una prima riflessione comparata su diverse esperienze delle Scuole, nella convinzione che esse costituiscano un importante livello di confronto, imprescindibile, nel bene e nel male, per poter proseguire lungo un cammino che rimane indubbiamente per molti versi complesso e accidentato.
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Rovinello, Marco. "Il Mezzogiorno pre - e postunitario nei libri di Storia per le superiori". SOCIETÀ E STORIA, n.º 174 (enero de 2022): 769–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174008.

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Il contributo prende in esame circa 40 manuali di storia per le scuole superiori di secondo grado attualmente in commercio allo scopo di verificare in che modo essi affrontino alcune fasi cruciali della storia del Mezzogiorno ottocentesco: l'età preunitaria sotto il regime borbonico (1815-1860), il processo di unificazione e l'età postunitaria (1861-1914). La prima parte del saggio analizza alcuni fra i più rilevanti fattori che condizionano la produzione dei libri di testo scolastici: le indicazioni ministeriali, il profilo degli autori, il ruolo giocato dalle case editrici, dai loro consulenti e dagli editor, le esigenze didattiche e commerciali, i destinatari, la formazione dei docenti e le relazioni fra l'insegnamento della storia a scuola e la public history. La seconda parte analizza invece testi e immagini dei manuali selezionati per mostrare quanto e come l'ampia storiografia sul Mezzogiorno ottocentesco penetri nella manualistica, quali paradigmi storiografici e approcci prevalgano, e in che modo la storia del Sud entri nelle scuole italiane.
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Favretto, Ilaria, Marco Meriggi, David Laven, Giulia Albanese y John Foot. "Round Table. The ‘British School’ and Italian Historiography". Modern Italy 22, n.º 4 (20 de septiembre de 2017): 471–83. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2017.46.

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Italian summaryI contributi sopra intendono riflettere sulla cosiddetta ‘scuola britannica’ di storici e ricercatori specializzati nello studio dell’Italia moderna e contemporanea. Facendo seguito ad una tavola rotonda tenutasi durante il Convegno ASMI 2016, abbiamo chiesto a coloro che vi hanno partecipato di pubblicare i propri interventi nella forma di brevi saggi. In essi viene discussa l’influenza della storiografia britannica sullo studio della storia italiana dal diciannovesimo secolo fino al Fascismo e il ventesimo secolo. Gli autori dei saggi riflettono pure sul ruolo e l’uso della storia in Italia, la strumentalizzazione di dibattitti storiografici che ha a lungo contraddistinto la politica italiana, editoria e strategie di divulgazione del sapere storico. Tutto ciò con un occhio di riguardo alla vita e alla produzione scientifica di Christopher Duggan a cui è dedicato questo numero speciale della rivista.
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Maria Samuelli, Anna. "Il diritto dei più vulnerabili e dei più deboli non è un diritto debole: povertà e difficoltà educative nel tempo della pandemia". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (junio de 2021): 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004003.

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La pandemia ha reso visibile il tema della povertà educativa ereditato dal passato. Si parla di generazione Covid che vede il futuro come incognita. La mancanza di attenzione da parte della politica verso la scuola, la ricerca e la cultura non è nuova. Lo sviluppo economico teso alla conquista del benessere, ha subìto una accelerazione senza precedenti e ha determinato nel mondo globalizzato lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali con la conseguenza di catastrofi umanitarie. La violazione dei diritti umani solo formalmente conquistati ma di fatto negati hanno reso più fragili le nostre democrazie. Urge una mobilitazione civile, possibile se si ripensa il processo di formazione della persona. La sollecitazione alla resilienza e il ripristino del valore della relazione per ricreare la dimensione comunitaria, è compito degli educatori. La scuola è il luogo della cura, non il problema. Gariwo, Il Giardino dei Giusti dell'Umanità, propone un diverso approccio al lavoro storico nelle scuole, fondato sulla memoria del bene. I giusti che riconoscono il volto dell'altro, esemplificano il valore del coraggio, della libertà, dell'autonomia di pensiero e ripropongono il tema della responsabilità personale per affrontare le sfide del presente. Aprono al cambiamento e al futuro.
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Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 1 (agosto de 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Galfré, Monica. "Insegnare storia. Università, scuola e società". PASSATO E PRESENTE, n.º 110 (julio de 2020): 17–45. http://dx.doi.org/10.3280/pass2020-110003.

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Miotto Altomare, Gianni y Martino Beltrani. "La scuola dell’infanzia nel canton Ticino: sviluppi storici et modelli pedagogici". Swiss Journal of Educational Research 25, n.º 2 (1 de septiembre de 2003): 211–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.25.2.4661.

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Dopo aver attraversato nel suo sviluppo storico tutti i diversi modelli che hanno accompagnato l’evoluzione delle strutture pedagogiche destinate alla seconda infanzia (l’asilo infantile, il Kindergarten, la Casa dei bambini montessoriana, la scuola materna), l’educazione prescolastica del Cantone Ticino, negli ultimi decenni, si è progressivamente avvicinata a una nuova visione del proprio compito educativo che ha poi assunto forma compiuta negli Orientamenti programmatici del 2000 che dettano i principi generali di quella che si è voluta denominare Scuola dell’infanzia.Si tratta di una visione dell’educazione del bambino contrassegnata da un organico itinerario di apprendimento che tenta di armonizzare i tratti caratterizzanti più positivi dei precedenti modelli per fornire risposte idonee ai bisogni di crescita del bambino nei diversi ambiti educativi della corporeità, della comunicazione verbale e non verbale, della vita affettiva e della sfera cognitiva. Partendo da alcune domande-chiave l’articolo ricostruisce i diversi passaggi attraverso i quali ha preso forma l’attuale struttura dell’educazione infantile per la fa-scia di età dai tre ai sei anni. Vengono pertanto esaminati i punti di forza e i meriti, mettendone, nel contempo, in evidenza i risvolti problematici su cui, alla ricerca di un migliore assetto, vale la pena di chinarsi ancora a riflettere. I punti specifici di osservazione qui assunti concernono la capacità di rispondere ai bisogni del bambino, il rapporto in cui la scuola dell’infanzia sa porsi rispetto alle richieste sociali, le coordinate pedagogiche di riferimento, la capacità istituzionale di porre il corpo docente in sintonia con i traguardi educativi che esso è chiamato a realizzare, la continuità educativa tra la scuola dell’infanzia e la scuola elementare.
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De Michele, Grazia. ""Un'inguaribile incapacitŕ di reazione al nuovo ambiente di vita". Bambini meridionali al Nord e classi differenziali negli anni '50 e '60". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2010): 11–22. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003002.

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Tra gli anni '50 e gli anni '70 del Novecento, l'Italia fu interessata da un vastissimo movimento interno di popolazione. Milioni di italiani decisero di cercare migliori condizioni di vita e di lavoro lontano dal proprio luogo di origine, contribuendo a quello che gli storici sono soliti indicare come processo di "modernizzazione" del paese. Gli spostamenti dal Sud verso le cittŕ del triangolo industriale si rivelarono particolarmente traumatici, soprattutto per le difficoltŕ da parte delle comunitŕ ospiti a relazionarsi con i nuovi arrivati, generalmente percepiti come "Altri" portatori di cultura, valori e stili di vita "arretrati" rispetto a quelli del luogo di arrivo. In questo contesto, la scuola elementare rappresentň un luogo di discriminazione per molti bambini di origine meridionale, che in misura crescente vennero assegnati alle cosiddette "classi differenziali". Scopo principale di questo articolo č l'analisi del discorso psichiatrico che supportň le pratiche di selezione e marginalizzazione dei piccoli meridionali nelle scuole elementari del Nord-Ovest industrializzato. Spesso tali pratiche disattendevano le indicazioni degli "esperti" sulla spinta di esigenze e interessi contingenti.
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Rapini, Andrea. "Sperimentare controcorrente. La storia, Pierre Bourdieu e le scienze sociali". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 299 (agosto de 2022): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299001.

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Bonelli, Caterina. "La scuola “resistente”: pratiche autobiografiche per la valorizzazione delle storie di scuola". Revista Brasileira de Pesquisa (Auto)biográfica 6, n.º 19 (24 de diciembre de 2021): 992–98. http://dx.doi.org/10.31892/rbpab2525-426x.2021.v6.n19.p992-998.

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Le testimonianze scritte dalle maestre ci permettono di entrare “in punta di piedi” nelle pagine della storia, delle loro storie per meglio conoscere e comprendere una professione ancora nell’ombra. Le storie di vita delle e degli insegnanti sono dei veri e propri “giacimenti di storie” e l’obiettivo del contributo è di far emergere e valorizzare tali narrazioni. Attraverso le testimonianze autobiografiche dei professionisti dell’educazione e, al contempo degli studenti, emergono storie inconsuete, di “resistenza”, preziose microstorie che raccontano un tempo, un gruppo sociale, l’intera comunità. Il contributo si avvale di esperienze autobiografiche a scuola in collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari - LUA.
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Cajani, Luigi. "La storia del confine italo-jugoslavo a scuola". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 273 (febrero de 2014): 576–607. http://dx.doi.org/10.3280/ic2013-273003.

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Marzio Cresci. "Nuove proposte per una scuola integrata con il territorio: la necessità di coordinare le risorse". IUL Research 1, n.º 1 (24 de julio de 2020): 126–43. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.38.

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La riflessione inquadra le prospettive dell’outdoor education e dell’educazione non formale nella più ampia visione dello sviluppo della scuola di comunità: il tema centrale è quello dell’aula decentrata, si potrebbe dire della “scuola diffusa”, tema analizzato attraverso uno specifico modello metodologico, esperito dalla Regione Toscana. L’analisi delle fasi storiche del modello, la messa in evidenza delle potenzialità non ha solo lo scopo di offrire una testimonianza, ma soprattutto quello di individuare, con una lettura “sul campo”, alcuni aspetti chiave dell’integrazione scuola-territorio e del ruolo che le istituzioni locali possono giocare in una rinnovata alleanza.
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Resca, Federica, Paola Visconti, Sandra Bertana, Paola Attanasi y Giuseppe Gobbi. "L'ospedale va a scuola. Un'esperienza di promozione della salute proposta dalla Scuola Ospedaliera e rivolta ai bambini della Scuola Primaria". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (julio de 2011): 157–71. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002010.

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Data la forte attenzione al ruolo che l'ospedale e la scuola hanno in quanto soggetti promotori di salute, il presente contributo presenta un'esperienza che ha avuto l'obiettivo di promuovere l'incontro tra bambini della scuola primaria e ospedale come occasione per favorire l'attivazione di risorse e di strategie difunzionali alla costruzione di un percorso di salute all'interno della propria storia di vita. La scuola ospedaliera č entrata nelle classi nelle quali sono state proposte attivitŕ didattiche sull'utilitŕ sociale dell'ospedale in quanto garante del diritto alla salute, sulla struttura ospedaliera, sul vissuto emotivo elicitato dall'ospedale. Successivamente ogni classe ha visitato l'ospedale, ha preso contatto con i bambini ricoverati, ha effettuato un incontro con il personale infermieristico, ha partecipato ad un incontro con una chirurga pediatra, una neuropsichiatra e una psicologa finalizzato a sensibilizzare i bambini rispetto all'attivitŕ ospedaliera e alla disabilitŕ. L'ultima fase č consistita nel riproporre ai bambini l'attivitŕ sul vissuto emotivo legato all'ospedale e un questionario di valutazione dell'esperienza, sottoposto anche alle insegnanti. I risultati vengono riportati in quanto narrazione di esperienza significativa.
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Colin, Mariella. "PAZZAGLIA (Luciano) (dir.). – La Scuola 1904-2004. Catalogo storico". Histoire de l'éducation, n.º 109 (1 de enero de 2006): 168–69. http://dx.doi.org/10.4000/histoire-education.1224.

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BATISTA NETO, José. "Narrativas da trajetória escolar de um formador de professor: memória, história e formação". INTERRITÓRIOS 5, n.º 9 (9 de diciembre de 2019): 187. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243609.

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RESUMOA narrativa da trajetória escolar de formador de professores é trazida à luz como pretexto para discussão sobre a relevância de material biográfico em processos formativos. Práticas relacionadas ao método biográfico no cenário da escola de educação básica são aqui exploradas com a finalidade de evidenciar seu potencial formativo. A contextualização foi um recurso metodológico observado, tendo de seu uso resultado um texto recheado de notas históricas. A narrativa de trajetória escolar e do contexto de produção compõe aqui um memorial, entendido como um olhar lançado sobre a história de vida de um docente que toma sua vida como objeto e, de suas experiências, faz história. É uma história de si, uma autobiografia, pela qual nos fazemos historiadores de nós mesmos. A narrativa deslindou traços da escola, da formação de professores e da prática pedagógica, de modo a fazer compreender a participação da dimensão biográfica no processo formativo de professor.Trajetória escolar. Biografia. Formação de professor.Narratives of the school career of a teacher trainer: memory, history and formationABSTRACTThe narrative of the school trajectory of teacher educator is brought to light as a pretext for discussion about the relevance of biographical material in formative processes. Practices related to the biographical method in the scenario of the elementary school are explored here in order to highlight its formative potential. Contextualization was an observed methodological resource, and its use resulted in a text full of historical notes. The narrative of the school trajectory and the context of production composes here a memorial, understood as a look at the life story of a teacher who takes his life as an object and, from his experiences, makes history. It is a story of itself, an autobiography, by which we make ourselves historians of ourselves. The narrative unraveled traces of the school,teacher training and pedagogical practice, in order to make the participation of the biographical dimension in the teacher training process easier to understand.School trajectory. Biography. Teacher training.Narrative della carriera scolastica di un insegnante di maestri: memoria, storia e formazioneRIASSUNTOLa narrazione della traiettoria scolastica dell'insegnante viene messa in luce come pretesto per la discussione sulla rilevanza del materiale biografico nei processi formativi. Le pratiche del metodo biografico nello scenario della scuola elementare sono esplorate qui al fine di evidenziarne il potenziale formativo. La contestualizzazione era una risorsa metodologica osservata e il suo uso ha prodotto un testo pieno di note storiche. La narrazione della traiettoria della scuola e il contesto della produzione compongono qui un memoriale, inteso come uno sguardo alla storia di un insegnante che prende la sua propria vita come oggetto e, dalle sue esperienze, fa la storia. È una storia di se stessa, un'autobiografia, con la quale ci rendiamo storici di noi stessi. La narrazione ha svelato le tracce della scuola, della formazione degli insegnanti e della pratica pedagogica, al fine di facilitare la comprensione della partecipazione della dimensione biografica al processo di formazione degli insegnanti.Traiettoria della scuola. Biografia. Formazione degli insegnanti.Narrativas de la carrera escolar de un formador de docentes: memoria, historia y formaciónRESUMENLa narrativa de la trayectoria escolar del formador de docentes sale a la luz como pretexto para la discusión sobre la relevancia del material biográfico en los procesos formativos. Aquí se exploran prácticas relacionadas con el método biográfico en el escenario de la escuela primaria para resaltar su potencial formativo. La contextualización fue un recurso metodológico observado, y su uso resultó en un texto lleno de notas históricas. La narrativa de la trayectoria escolar y el contexto de producción compone aquí un memorial, entendido como una mirada a la historia de vida de un maestro que toma su vida como un objeto y, desde sus experiencias, hace historia. Es una historia en sí misma, una autobiografía, por la cual nos hacemos historiadores de nosotros mismos. La narración desvela las huellas de la escuela, la formación del profesorado y la práctica pedagógica, a fin de facilitar la comprensión de la participación de la dimensión biográfica en el proceso de formación del profesorado.Trayectoria escolar. Biografía. Formación del profesorado.
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Manella, Gabriele. "L'attualitŕ della scuola ecologica di Chicago". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 90 (septiembre de 2010): 129–46. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090008.

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Il contributo si concentra sulla diffusione dell'approccio ecologico tra i sociologi urbani statunitensi, partendo dall'impressione che questi dedichino poca attenzione agli interessi e alle tecniche tipiche della Scuola di Chicago. Nella prima parte vengono ricordati alcuni autori che, negli ultimi vent'anni, hanno comunque utilizzato queste tecniche nei loro studi: Elijah Anderson a Philadelphia, Ruth Horowtiz a Miami e New York, Mitchell Duneier a New York e Chicago. Successivamente, l'attenzione si concentra sul Department of Sociology di Chicago, dove studiosi come Terry Clark o Andrew Abbott si sono dedicati molto alla storia dell'approccio ecologico. Tra i sociologi urbani, poi, Mario Small e Omar McRoberts hanno ripreso l'approccio anche nella ricerca empirica. Dallo studio emerge quindi una "sopravvivenza" della Scuola di Chicago e dei suoi metodi, ma č una sopravvivenza che pare limitata solo ad alcuni autori e alcune universitŕ.
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Perini, Edoardo. "La consulenza nel contesto scolastico: una proposta di intervento sistemico con l'uso del sociogramma". TERAPIA FAMILIARE, n.º 126 (noviembre de 2021): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126003.

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L'autore propone un modello di intervento nell'ambito della psicologia scolastica, che si ispira all'approccio sistemico-relazionale. Attraverso l'esemplifi cazione di casi clinici, viene sottolineata l'importanza di lavorare a scuola in un'ottica preventiva. Tenendo conto delle gerarchie presenti nella scuola in cui si trova ad operare ed evitando di contrastarle, lo psicologo scolastico può utilizzare lo strumento della convocazione in un modo nuovo per la tradizione sistemico-relazionale, estendendo l'invito agli incontri a docenti e dirigente. L'autore sottolinea altresì l'importanza di utilizzare il sociogramma, un'ecomappa che integra i classici strumenti sistemici e permette di comprendere le interazioni orizzontali tra i compagni di classe, offrendo una visione "globale" sulle preferenze soggettive di ciascun alunno. Lo psicologo scolastico ha così la possibilità di individuare vincoli e risorse nel gruppo dei pari ed effettuare una diagnosi della situazione di un alunno raffrontando la storia vissuta a scuola con le narrazioni che gli vengono riferite nel corso della consultazione.
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Otero Urtaza, Eugenio Manuel. "Mirella D’Ascenzo. Per una storia delle scuola all’aperto in Italia". Sarmiento. Revista Galego-Portuguesa de Historia da Educación 23 (27 de diciembre de 2019): 322–25. http://dx.doi.org/10.17979/srgphe.2019.23.0.5901.

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As escolas ao aire libre foron unha creación moi innovadora nos primeiros anos do século XX. Apareceron nun contexto de loita contra a enfermidade infantil, especialmente a tuberculose, e tiveron no pediatra alemán Adolf Baginsky o seu primeiro defensor.
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Żelazny, Jan W. "Dzieje patrystyki w środowisku krakowskim (Zarys)". Vox Patrum 36 (15 de diciembre de 1999): 85–96. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7810.

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Dai ultimi anni XIV secolo, alla corte della santa regina Hedvige, si possono trovare le radici degli studi sui Padri nel nostro ambiente. Ma la storia della patrologia e collegata con la storia dell’Accademia di Cracovia. Nel principio gli studi patristici erano inseriti negli studi di filologia e di storia della Chiesa. Il rinascimento e collegato con l’attivita della scuola filologica e teologica presso l’Universita Jagiel- lonica nel XIX secolo ed e stata coronata con la fondazione della prima cattedra di patrologia in Polonia nel 1938. Oggi l’attivita patristica accademica si svolge nell’ambiente della Accademia Pontificia di Teologia.
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Miletti, Marco Nicola. "Le facce d’un diamante. Appunti per una storia dell’immediatezza nella procedura penale italiana". Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, n.º 2 (29 de agosto de 2021): 827. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.596.

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Il saggio ripercorre alcune tappe dell’evoluzione del principio di immediatezza nella procedura penale italiana, entro l’arco cronologico compreso tra la fine del secolo XVIII e il codice Finocchiaro-Aprile del 1913. Dopo una breve rassegna delle diverse definizioni del lemma e un cenno diacronico alla demarcazione dal concetto di oralità, la ricerca muove dagli spunti offerti da ‘pionieri’ quali Francesco Mario Pagano e Niccola Nicolini; esamina la letteratura europea (francese e, soprattutto, tedesca) che permeò la riflessione dei giuristi italiani; quindi si addentra nella stagione post-unitaria. Quest’ultima fu connotata dal contrasto tra un codice di rito (1865) ancora prettamente inquisitorio e una dottrina tutt’altro che compatta: se i primi commentari e, ancor piú, la scuola carrariana classificavano l’immediatezza tra i canoni inderogabili della giustizia liberale, la scuola positiva vi scorgeva un indebito cedimento alle interferenze popolari ed emotive nel dibattimento. La lunga elaborazione del codice Finocchiaro-Aprile non solo stimolò un serrato confronto dottrinale ma partecipò a quel movimento per l’oralità grazie al quale Chiovenda confidava di modernizzare il rito civile e penale.
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Causarano, Pietro. "Riforme senza storia. Insegnanti di storia e reclutamento professionale nella scuola italiana all'inizio del millennio". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 286 (marzo de 2018): 238–56. http://dx.doi.org/10.3280/ic286-oa2.

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Petruzzi, Carmen. "Paradossi educativi nel Novecento. Lavoro e memoria di Giuseppe Prezzolini (1882-1982) tra Stati Uniti, Italia e Svizzera". Historia y Memoria de la Educación, n.º 17 (18 de diciembre de 2022): 293–318. http://dx.doi.org/10.5944/hme.17.2023.34622.

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Il saggio analizza gli articoli di Giuseppe Prezzolini pubblicati in Paradossi educativi 1914-1964 (Armando 1964) relativi alle riforme scolastiche italiane, ai modelli educativi e ai programmi scolastici. Nonostante la sua lunga assenza dall’Italia, il giornalista Giuseppe Prezzolini continuò a seguire da lontano i cambiamenti della scuola italiana e arricchì il dibattito contemporaneo con le sue argute osservazioni oltreoceano. Inoltre, attraverso la sua opera, è possibile gettare un nuovo sguardo su alcuni aspetti della storia dell’educazione e della scuola in Italia durante un periodo di cambiamento e, al di là dell’Atlantico, sulla trasformazione della mentalità delle famiglie italoamericane. Nell’anno del quarantesimo anniversario dalla sua morte si ricorda attraverso la sua parola, una figura notevole che visse, scrisse e commentò i grandi eventi del Novecento.
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Martinelli, Chiara. "Rivoluzioni silenti. La riforma degli organi collegiali nella storia della scuola". Rivista di Storia dell’Educazione 8, n.º 1 (25 de mayo de 2021): 37–48. http://dx.doi.org/10.36253/rse-10051.

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Up to nowadays, few research has been dealt with the so-called decreti delegati – i.e., the decrees Italian State enacted in 1974 for renovating scholastic governance. The paper aims at exploring how teachers, pupils and parents looked at the decrees and reacted to them. Sources as booklets and magazines are retrieved for the purpose. The paper shows a segmented framework: the new organisms introduced for guaranteeing school governance innovated Italian school radically and rationalized the way each school dealt with democratic participation which, since 1968, have been depending on headmasters’ political opinion. However, several elements introduced by the decrees jeopardized democratic participation and effectiveness in some of the most radical institutions they introduced. This event occurred, for example, with scholastic districts: even they were set up amidst the hope they would have guaranteed democratic participation, they were deprived by any deliberating power.
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Di Tore, Stefano, Aldo Caldarelli, Michele Domenico Todino, Lucia Campitiello, Veronica Beatini y Simone Aparecida Capellini. "Colmare il divario tra Scuola e Storia: il Progetto Scan Italy". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2022): 313–25. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14720.

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Questo contributo si prefigge da un lato, di dare uno spaccato del dilagante utilizzo di Extended Reality con particolare attenzione verso quella immersiva (Virtual Reality), mostrandone il crescente mercato dei dispositivi utilizzabili; dall'altro propone un sistema che è già in essere sotto il nome di Progetto "ScanItaly", volto alla digitalizzazione di reperti museali collezionati in database pubblici, per il loro utilizzo a 360 gradi nella Extended Reality sotto la licenza totalmente gratuita delle Creative Commons, al fine di permettere la creazione di ambienti immersivi, di musei viertuali o semplicemente agevolarne il download delle singole scansioni per scopi didattici. Le prospettive di ricerca che un tale sistema suggerisce spaziano dal ripensamento della didattica museale per le scuole di ogni ordine e grado alla realizzazione di ambienti virtuali inclusivi.
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Molina, Paola, Alessandra Monetti, Elisa Sangiorgi, Simona Giuseppina Caputo, Sonja Ferrero, Maria Teresa Marcone y Loredana Versaci. "La didattica a distanza (DAD) nella scuola dell'infanzia: la parola dei genitori". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (septiembre de 2022): 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14313.

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Gli ultimi mesi del terzo anno della scuola dell'infanzia sono, di norma, considerati un periodo carico di aspettative in vista del passaggio alla scuola primaria. L'avvento della pandemia da pandemia da SARS-CoV-2 ha visto questo momento conclusivo di un ciclo di formazione caratterizzarsi per l'esperienza di lock-down e di didattica a distanza che i bambini e le loro famiglie hanno dovuto affrontare. Con una serie di interviste fatte nei mesi di giugno-luglio 2020 ai genitori dei bambini che avevano appena concluso l'ultimo anno della scuola dell'infanzia, abbiamo cercato di capire quali fossero i vissuti emotivi di questa popolazione in un momento delicato di passaggio tra ordini di scuola, in un periodo storico in cui, per necessità emergenziali, sono state introdotte modalità di formazione a distanza mai prima utilizzate in forma estensiva per questa fascia d'età. Sono state effettuate 16 interviste semi-strutturate, con la metodologia dell'intervista di esplicitazione (Vermersch, 2005), ai genitori di 18 bambini (9 femmine, una tripletta di gemelli dizigoti) che hanno frequentato nel 2019-20 l'ultimo anno della Scuola dell'infanzia. Hanno risposto 14 mamme e 2 papà, 14 famiglie italiane e 2 di origine straniera. Le interviste sono state svolte in remoto e videoregistrate, trascritte interamente e in seguito codificate con un'analisi tematica (Pagani, 2020). In particolare, rispetto alla DAD abbiamo analizzato il vissuto dei bambini (la loro partecipazione, le difficoltà incontrate e gli aspetti positivi riscontrati) e dei genitori, che si sono confrontati con un compito un po' inedito di insegnanti, ma anche le esplicitazioni rispetto alle difficoltà pratiche e tecnologiche incontrate. L'analisi approfondita permessa dall'utilizzo dell'intervista di esplicitazione rende i dati raccolti particolarmente interessanti nel filone degli studi sulla pandemia da SARS-CoV-2, proprio perché esplora l'aspetto qualitativo dell'esperienza in un campo che è sicuramente nuovo per qualunque ricercatore. E alcune delle indicazioni emerse possono essere utili non solo rispetto all'esperienza vissuta e in generale alla riflessione sul ruolo della didattica a distanza, ma anche rispetto al significato della didattica in relazione ai bimbi della scuola dell'infanzia.
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Di Renzo, Magda y Pamela D’Oria. "Ritirata ma non troppo Il travagliato percorso terapeutico di una adolescente". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (junio de 2022): 109–17. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002009.

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Nell'articolo viene presentata la storia clinica di una ragazza di 14 anni in ritiro sociale da 8 mesi evidenziando le tematiche psichiche che fanno da sfondo al suo disagio. In maniera particolare viene sottolineata la dimensione simbiotica che connota la sua relazione con il materno e che caratterizza l'atmosfera familiare lasciando in secondo piano la figura paterna. Viene evidenziato, altresì, quanto il rifiuto della scuola non sia addebitabile alla dimensione prestazionale ma a difficoltà in ambito relazionale. La storia clinica è anche un'attestazione della possibilità di svolgere percorsi terapeutici online che, con i ragazzi in hikikomori, potrebbe rappresentare un'importante risorsa.
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Martini, Mariano, Elio Adelfio Cardinale, Lugi Rubino, Nicola Luigi Bragazzi y Ilaria Barberis. "Papa Pio XII nella storia della Radiologia". Acta medico-historica Adriatica 17, n.º 2 (18 de diciembre de 2019): 337–46. http://dx.doi.org/10.31952/amha.17.2.10.

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Nel 1933 i Professori della Scuola Medica genovese V. Maragliano, GB. Cardinale e A. Vallebona decisero di proporre come Santo Patrono e Protettore dei Radiologi, San Michele Arcangelo. L’iniziativa dei Grandi Maestri genovesi della Radiologia fu accolta subito dai colleghi con grande entusiasmo. Venne quindi inoltrata richiesta scritta di “supplica” a Papa Pio XII per ottenere il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa cattolica. La scelta dell’Arcangelo Michele fu motivata dai Professori in quanto Santo che, nell’iconografia religiosa, è l’unico a vestire l’armatura, è guardiano del Paradiso e conduce le anime a Dio. Inoltre il Santo rappresenta, il trionfo della luce del bene contro le tenebre del male. La Sacra Congregazione dei Riti, emanò in data 15 gennaio 1941 il decreto che costituiva: “Sanctus Michael, Archangelus pro radiologis et radiumtherapeuticis patronus et protector declaratus”.
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Ventura, Sofia. "LE POLITICHE DELLA SCUOLA IN EUROPA. UN'ANALISI COMPARATA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, n.º 2 (agosto de 1997): 307–43. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024849.

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IntroduzioneLe politiche dell'istruzione costituiscono un ambito di studio rispetto al quale la scienza politica, nonché la più specifica disciplina dell'analisi delle politiche pubbliche, presentano notevoli lacune.Da un lato, nella letteratura internazionale le numerose ricerche di education policy si sono concentrate prevalentemente su studi del caso singolo e hanno dedicato minore attenzione all'analisi comparata delle politiche scolastiche. Le quali, inoltre, sono state assai poco esplorate nell'ambito dei più generali studi comparati dedicati al welfare state, che hanno piuttosto privilegiato lo studio delle politiche relative ai sistemi di assicurazione sociale; come ha rilevato Alber: «la sola ricerca empiricamente consolidata» in tale settore (Alber 1987, 15).Dall'altro, nella letteratura politologica italiana la politica scolastica costituisce un terreno pressoché inesplorato. In Italia essa è stata, infatti, dominio dei pedagogisti, che hanno privilegiato approcci di tipo normativo, dei filosofi e, in misura minore, degli storici, il prevalente taglio descrittivo dei quali non ha, però, favorito lo sviluppo di analisi di tipo esplicativo (Benadusi 1989a, 258; Trivellato 1989, 226).
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Stefana, Alberto y Alessio Gamba. "Cenni storici sul controtransfert: da Freud alla scuola inglese delle relazioni oggettuali". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2013): 443–88. http://dx.doi.org/10.3280/pu2013-003003.

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De Luca Tamajo, Raffaele. "Massimo D'Antona, esperto "strutturista": l'erosione dei pilastri storici del diritto del lavoro". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 121 (abril de 2009): 185–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121011.

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Nel saggio del 1998 Massimo D'Antona mette a fuoco l'erosione di quattro pilastri su cui č stato edificato il diritto del lavoro della seconda metŕ del '900: la sovranitŕ dello stato-nazione, incalzato da istituzioni sovranazionali; l'organizzazione della grande fabbrica industriale, alterata da esternalizzazione e decentramenti; la stabilitŕ del progetto lavorativo e di vita "dalla scuola alla pensione"; il mito della rappresentanza generale delle organizzazioni sindacali storiche. Si chiede, pertanto, su quali basi possa essere rifondata l'identitŕ del diritto del lavoro. La "rilettura" si propone di saggiare la tenuta dell'analisi a dieci anni di distanza.
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Accornero, Cristina. "La scuola economica di Torino e il mondo riformatore di Milano". STORIA IN LOMBARDIA, n.º 2 (diciembre de 2010): 47–61. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002002.

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L'articolo evidenzia come di fronte alle emergenze sociali d'i inizo secolo, la disoccupazione e il conflitto tra capitale e lavoro, uomini e istituzioni di diversa ispirazione ideologica abbiano potuto lavorare insieme e dialetticamente costruire un consenso generale nell'ambito delle riforme sociali. Note biografiche: Ph. D, borsista presso il Dipartimento di storia, Universitŕ di Torino. E-mail: cristina.accornero@fastwebnet.it
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Labanca, Nicola. "Enzo Collotti e la storia contemporanea in Italia". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 298 (junio de 2022): 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298002.

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Il gruppo di interventi che questo articolo introduce mira a ricordare, a pochi mesi dalla morte, un grande studioso italiano di respiro europeo. Enzo Collotti (1929-2021) è stato per lunghi decenni una delle figure più importanti della storiografia contemporaneistica italiana. Questo articolo, oltre a ricordare i punti essenziali del suo percorso di vita e di studi, sottolinea l'essere stato Collotti sia formalmente uno dei primi docenti universitari italiani di storia contemporanea, sia il suo esserlo stato sostanzialmente da studioso impegnato, ma in modalità che in niente perdevano per questo in rigore filologico e metodologico. Gli articoli si occupano degli anni trascorsi da Collotti presso l'Istituto Giangiacomo Feltrinelli, 1959-1963 (David Bidussa), della sua dimensione di grande storico del Novecento europeo (Mariuccia Salvati), della difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra e dell'essere stato il più grande storico germanista dell'Italia della seconda metà del Ventesimo secolo (Brunello Mantelli), del suo impegno per il processo della Risiera di San Sabba (Tullia Catalan), del suo percorso di ricerca sulle persecuzioni antiebraiche e sulla Shoah in Italia e in Europa (Valeria Galimi), sulla sua apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici in quanto docente universitario (Silvia Salvatici), e su una importante e trentennale attività svolta con gli insegnanti delle scuole superiori di Firenze (Gaspare Polizzi).
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Dews, Peter. "Sulle tracce della libertà nella storia - Schelling e la Scuola di Francoforte". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 59 (noviembre de 2017): 129–46. http://dx.doi.org/10.3280/las2017-059009.

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Pendenza, Paolo. "Setting relazionale e apprendimento". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 37 (septiembre de 2022): 183–206. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037017.

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Viviamo un momento storico nel quale il paradigma educativo ed organizzativo che ha ispirato la nascita e l'affermazione della scuola di massa novecentesca mostra tutti i propri limiti. La scuola pare che tenda inerzialmente ad autoconservarsi, a ripetersi eguale a se stessa. Ma non sempre e non ovunque. Nelle testimonianze di alcuni docenti che percorrono con successo nuove modalità didattiche intravediamo alcuni elementi che possono rappresentare una guida per costruire una didattica più adeguata ai nostri tempi. In particolare emerge con forza la centralità di una relazione tra docenti e studenti basata sulla fiducia e sulla responsabilità, che persegua l'obiettivo di rendere più efficace il processo di insegnamen-to/apprendimento. Queste conclusioni si basano sulle dinamiche peculiari che caratterizzano gli adolescenti di oggi, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Utilizzando tale approccio gli adulti possono diventare figure effettivamente significative ed autorevoli per i pro-pri allievi, capaci di accompagnarli nel loro percorso di crescita verso la vita adulta.
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Sahlfeld, Wolfgang y Francesca Antonini. "Formazione e profilo dell’insegnante elementare come docente (quasi) generalista in Ticino: una storia lunga". Swiss Journal of Educational Research 44, n.º 1 (29 de abril de 2022): 61–77. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.44.1.5.

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L’articolo intende contribuire alla discussione sul senso di una formazione di docenti con profilo di generalista in un contesto istituzionale, quello dell’insegnamento elementare in Ticino, che permetterebbe anche altre strade quali la formazione di pluridisciplinaristi o semigeneralisti. Dopo un’introduzione sulla storia delle formazioni per docenti di scuola elementare in Ticino con particolare riguardo alla distribuzione delle discipline nei vari curricoli, il contributo descrive l’attuale Bachelor in primary education del Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI ed espone le ragioni che spiegano perché in esso si formano docenti aventi un profilo di generalista.
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Noto, Paolo. "La scuola italiana del cinema. Il Centro Sperimentale di Cinematografia dalla storia alla cronaca (1930-2017), Alfredo Baldi (2018)". Journal of Italian Cinema & Media Studies 9, n.º 2 (1 de marzo de 2021): 330–34. http://dx.doi.org/10.1386/jicms_00078_5.

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Resumen
Review of: La scuola italiana del cinema. Il Centro Sperimentale di Cinematografia dalla storia alla cronaca (1930-2017), Alfredo Baldi (2018) Rome and Soveria Mannelli: Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia and Rubbettino, 224 pp., ISBN 978-8-84985-412-1, p/bk, €18.00 70 anni della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia 1949-2019, Alfredo Baldi (ed.) (2019) Rome and Soveria Mannelli: Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia and Rubbettino, 240 pp., ISBN 978-8-84986-124-2, p/bk, €18.00
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