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Tesis sobre el tema "Scuola secondaria di secondo grado"

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Benincà, Arianna. "Probabilità e intuizione - Un'indagine nella scuola secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18185/.

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Resumen
In questo elaborato si indaga il rapporto che intercorre tra decisioni in condizioni di incertezza e intuizione. Numerose sono le ricerche che dimostrano come nelle valutazioni di probabilità vi sia una forte componente intuitiva basata principalmente sull'esperienza empirica, che può indurre in giudizi errati e che a volte sopravvive anche ad un processo di istruzione. Si è, pertanto, deciso di andare a sondare quale fosse lo stato di tale intuizione che Fischbein (psicologo ed insegnante di matematica) chiama "primaria", presso tre classi di scuola secondaria di secondo grado attraverso un questionario. Basandosi sui risultati del test, si sono progettati e realizzati due percorsi curricolari differenti in due delle tre classi, cercando di dare importanza al significato e al ruolo della probabilità e alla sua dipendenza dallo stato delle informazioni, non offrendo definizioni univoche, realizzando anche attività di gruppo con gli studenti volte a favorire la discussione sui punti più critici emersi. A qualche mese di distanza dalla fine delle lezioni si è tenuto un secondo questionario, molto simile al primo, con cui visionare se e come fossero cambiate le risposte, e se vi fossero degli elementi che facessero pensare ad un reindirizzamento dei processi intuitivi più ingenui verso ragionamenti più maturi e coerenti con i nuovi concetti trattati, che Fischbein definisce “intuizione secondaria”.
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Lazzari, Martina. "L'ottimizzazione in due variabili nella scuola secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23870/.

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Resumen
L'ottimizzazione (o la Programmazione Non Lineare) è una branca della matematica che studia i metodi per la ricerca dei punti di massimo e di minimo di una funzione, chiamata funzione obiettivo, e si divide in due grandi categorie: l'ottimizzazione non vincolata e l'ottimizzazione vincolata. Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare l'ottimizzazione non vincolata e l'ottimizzazione vincolata con vincoli di uguaglianza, ponendo l'attenzione su come tale argomento viene affrontato nella scuola secondaria di secondo grado, in particolare al quinto anno dei licei scientifici e degli istituti tecnici (settore economico e settore tecnologico). Più precisamente, nella scuola, viene trattata l'ottimizzazione unidimensionale e l'ottimizzazione in due variabili. In questo elaborato, si è scelto di approfondire l'argomento dell'ottimizzazione in due variabili, sia nel caso più semplice di ottimizzazione non vincolata, sia nel caso più complesso di ottimizzazione vincolata con vincoli di uguaglianza. Vengono analizzati soprattutto i metodi che sono proposti nella scuola secondaria di secondo grado per la risoluzione dei problemi di ottimizzazione in due variabili, in particolar modo i metodi per la ricerca dei massimi e minimi vincolati, quali il metodo di sostituzione e il metodo dei moltiplicatori di Lagrange. A tal proposito, viene presentato un percorso didattico in laboratorio, in cui si propone di risolvere un problema di ottimizzazione vincolata in due variabili, utilizzando il software GeoGebra. L'attività di laboratorio è pensata principalmente per consolidare le conoscenze teoriche riguardanti i metodi di ottimizzazione vincolata e per fornire un quadro più completo dell'argomento con l'aggiunta di una parte grafica, grazie a GeoGebra. Per questa attività di laboratorio, si è scelto di utilizzare GeoGebra perché è il principale software di supporto alla didattica della matematica utilizzato nelle scuole.
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Guerreschi, Patrizia. "Analisi dei metodi di ottimizzazione unidimensionale nella scuola secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20657/.

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Resumen
Nel mio lavoro di tesi prendo in esame alcuni problemi significativi di ottimizzazione unidimensionale, mostrando come, oltre al metodo del calcolo differenziale, esistano altri modi per trovarne la soluzione. I metodi utilizzati sfruttano la proprietà di alcune funzioni come parabole o funzioni goniometriche lineari, oppure si avvalgono di dimostrazioni di geometria sintetica, o ancora utilizzano le disuguaglianze. Questi metodi possono essere usati anche prima del quinto anno di scuola superiore, a differenza del metodo del calcolo differenziale che utilizza la derivata prima, ed eventualmente seconda, e che viene quindi padroneggiato a partire dalla metà del quinto anno scolastico. I problemi presi in esame sono problemi geometrici (ad esempio il problema isoperimetrico, il problema del triangolo di perimetro minimo inscritto in un triangolo acutangolo, il problema della rete stradale, ecc..), problemi trigonometrici, e problemi legati alla fisica (gittata massima, riflessione e rifrazione della luce). Il confronto tra i vari metodi di risoluzione mette in luce come, in alcuni casi, i metodi alternativi siano meno meccanici, più ragionati e più significativi rispetto all'uso delle derivate.
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Gamberi, Chiara. "Misconcezioni in Matematica: una sperimentazione nella scuola secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14701/.

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Resumen
L’obiettivo di questa tesi è di analizzare una delle possibili cause di errore in matematica: le misconcezioni. La misconcezione rappresenta un momento di delicato passaggio da una prima concezione elementare ed intuitiva ad una più elaborata. Nel primo capitolo di questa trattazione, viene caratterizzato il significato del termine misconcezione, attraverso sia l'evoluzione della sua interpretazione a livello storico, che il processo di formazione dei modelli mentali, secondo l'interpretazione costruttivista di Bruno d'Amore. Nel secondo capitolo analizzeremo alcuni esempi di misconcezioni, note in letteratura. Nel terzo capitolo viene presentata una sperimentazione svolta in alcune classi seconde e quinte di licei scientifici. È stato somministrato un questionario, selezionando accuratamente argomenti e domande, per verificare quanto misconcezioni che si formano nel percorso precedente alla scuola secondaria di secondo grado possano essere ancora persistenti e per vedere se sono presenti possibili misconcezioni che si ipotizza possano formarsi nell'arco di questo livello scolastico.
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Capuano, Margherita. "DIDATTICA INTERATTIVA ONLINE: il concetto di frattale nella scuola secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22140/.

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Resumen
Nel mio lavoro di tesi è presentato lo sviluppo di uno strumento di ausilio alla didattica della geometria frattale. Il progetto nasce dal voler disporre di un sito che permetta l'uso di risorse, per tale didattica, in modo interattivo. Il sito WdF (Web per la Didattica Frattale) è implementato e sviluppato mediante l'integrazione di vari linguaggi di programmazione Web: HTML, CSS, linguaggi di scripting. Le risorse per la didattica frattale sono messe a disposizione tramite una collezione di notebook, sviluppata in Mathematica, intitolata Ndf (Notebook per la Didattica Frattale), e destinata a ragazzi del triennio della scuola superiore, con un focus su strategie e metodi che risultino di aiuto a studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento. Mathematica è un moderno ambiente di problem solving, utilizzato in molti campi delle scienze, in generale; impiega un linguaggio di programmazione interpretato, il linguaggio Wolfram. Attraverso un percorso dinamico e interattivo, offerto dagli strumenti da me sviluppati, lo studente è guidato a scoprire il magico mondo del frattale. Ndf è stato fatto valutare da un campione significativo di ragazzi, per attestarne il grado di soddisfacimento relativamente agli strumenti sviluppati. In una realtà in cui il facile accesso alla tecnologia della informazione ha cambiato la velocità e il modo di acquisire conoscenza, la didattica basata su tecnologia digitale può rappresentare uno strumento importante per favorire l'apprendimento, soprattutto nelle materie scientifiche, e per ragazzi con Bisogni Educativi Speciali. In questo palcoscenico si inserisce il mio lavoro di tesi, la cui struttura è stata inoltre pensata per essere facilmente portabile ed estensibile anche all'insegnamento di altri argomenti di didattica della matematica.
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Giacomini, Elena. "INTERPRETAZIONE GEOMETRICA DI IDENTITA' ALGEBRICHE Unità didattica in una scuola secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16989/.

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Questa tesi si inserisce nell'ambito di un approccio didattico all'algebra che sviluppi negli studenti il symbol sense. In particolare viene proposto un percorso didattico incentrato sulla rappresentazione geometrica di identità algebriche e si discutono i risultati della sperimentazione effettuata in una classe terza di un Liceo Linguistico. Alla base della costruzione del percorso stanno due chiavi teoriche: una storica e una semiotica. Da un lato il percorso prende spunto dall'opera "Breve opera sul calcolo di spostare e raccogliere" del matematico arabo al-Khwarizmi, che segna la nascita dell'algebra. Dall'altro le attività mirano a sviluppare la capacità di rappresentare uno stesso oggetto matematico in diversi registri, ossia la "competenza semiotica." Nel Capitolo 1 si presentano i tratti essenziali dell'opera di al-Khwarizmi, mentre nel Capitolo 2 si introducono i primi elementi di semiotica, si presentano le caratteristiche di questa teoria e si analizza lo studio formale e interpretativo dei segni. Nel Capitolo 3 si presenta il progetto svolto in classe, mentre i dati emersi da registrazioni, protocolli e da due test somministrati prima e dopo il percorso, sono analizzati nel Capitolo 4. Nel quinto e ultimo capitolo di questa tesi, si interpretano i risultati in termini di apprendimento concettuale, semiotico e comunicativo.
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Tonti, Valeria. "L'insegnamento della probabilità nelle scuole secondarie di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18251/.

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Questa tesi vuole mostrare l'importanza dello studio della teoria della probabilità, dal momento che ogni attività umana è soggetta a condizioni d'incertezza. In particolare si concentra sul metodo con cui questa viene insegnata nelle scuole secondarie di secondo grado, per poter suggerire un'alternativa rivolta ai docenti del primo biennio delle superiori. Si mostra quanto sia indispensabile, al giorno d'oggi, affrontare questa tema. Oltre a caratterizzare la nostra quotidianità, ritroviamo applicazioni della probabilità nei campi più svariati. Una breve rassegna storica della nascita di questa disciplina mostra il suo carattere evolutivo e quali difficoltà ha incontrato durante il suo sviluppo; successivamente viene analizzato l'insegnamento della probabilità nelle scuole, seguendo l'approccio proposto dai libri di testo utilizzati. E’ presente un riferimento alle Indicazioni Nazionali, che stabiliscono i contenuti essenziali delle diverse discipline nei differenti corsi di studio. Inoltre, si dà spazio ad una breve presentazione delle prove Invalsi e se ne mostra l'utilità. In seguito, si analizzano le prove Invalsi reperite da un archivio interattivo online detto Gestinv 2.0; questo studio mostra quanta difficoltà abbiano gli studenti ad approcciarsi alla probabilità, non comprendendo a pieno le regole che la caratterizzano. Infine, considerando i risultati ottenuti, si propone una dispensa rivolta ai docenti delle scuole secondarie di secondo grado. Questo materiale didattico si pone l'obiettivo di facilitare l'apprendimento dei concetti cardine di questa disciplina, mostrando come sia il Calcolo delle Probabilità, basato sulla formalizzazione effettuata da Kolmogorov, il vero protagonista di questa teoria. Si suggerisce di evitare la ricerca del significato della probabilità, ponendo invece l'attenzione sulla creazione di un modello matematico che, interpretando il fenomeno tramite ragionamento astratto e logico-deduttivo, porti alla risoluzione del problema.
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Raggi, Alessia. "Macchine matematiche dalla storia alla scuola - Percorso in una secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19496/.

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Resumen
Il seguente elaborato si pone l'obiettivo di analizzare la valenza delle macchine matematiche come strumenti didattici all'interno delle comuni pratiche di insegnamento e apprendimento della matematica, dopo averle contestualizzate dal punto di vista storico. In particolare, si vuole studiare come la manipolazione di oggetti concreti, inserita in un'ottica di tipo laboratoriale, possa favorire la costruzione dei processi di pensiero caratteristici della matematica e necessari alla risoluzione di problemi di tipo geometrico, tra cui quello di argomentare e dimostrare. A tale scopo, si è deciso di progettare e realizzare, in una classe terza di scuola secondaria di secondo grado, una sperimentazione che prevedesse l'utilizzo di tre tracciatori di curve (ellissografo a filo, parabolografo a filo e di Cavalieri). I protocolli prodotti in questa sede dagli studenti e le osservazioni emerse, sono stati poi analizzati nell'elaborato, alla luce del quadro teorico proposto. La fase sperimentale è stata condotta in collaborazione con un'altra laureanda dell'Università di Bologna, Ludovica di Nicolantonio, la cui tesi è da considerarsi complementare alla seguente trattazione.
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Bolognesi, Alice. "L'insegnamento della probabilità nella scuola secondaria di secondo grado: un progetto sulla probabilità condizionata". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7051/.

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Resumen
La tesi propone una panoramica sulla storia dell'insegnamento della probabilità, per poi passare al ruolo dell'intuizione e dell'istruzione. La parte centrale espone un progetto sulla probabilità condizionata svolto in una classe seconda in una scuola secondaria di secondo grado.
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Fiore, Daniele. "Società della conoscenza e nuove tecnologie: innovazione didattica nella scuola secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11446/.

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Resumen
All'interno di questo elaborato vengono analizzati gli effetti positivi e negativi dell'introduzione delle nuove tecnologie nel sistema scolastico all'interno della società odierna, definita società della conoscenza; vengono descritte la lavagna interattiva multimediale e successivamente due software didattici, proponendo al termine una proposta di innovazione attuabile nella scuola secondaria di secondo grado, basata su un mio intervento riguardante l'unità didattica della "Retta nel piano cartesiano" e della "Parabola". Il filo conduttore è quello dell'analisi critica nei confronti delle potenzialità che la rivoluzione digitale porta con sé, cercando di riflettere su quello che potrebbe essere il giusto compromesso tra la nostra scuola e i tempi odierni.
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Cavalli, Bertolucci Cristina. "Lo sviluppo delle competenze di modellizzazione matematica nella scuola secondaria di secondo grado. Concezioni iniziali e processi di intervento didattico". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424286.

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Resumen
The present work investigates both the mathematical modelling competencies that high school students develop and the instructional design that teachers consider suitable to promote competencies. The research relies on the constructivist paradigm; the specific version elaborated at UC Berkeley from the group of work directed by A. di Sessa is used. In the dissertation, mathematical modelling is seen as a competence, in this way the link between “constructivism” and “competence“ is show. The investigation is exploratory and divided in two paths: In stage 1, through the use of Clinical Interviewing the modelling competency of the students is investigated. Particularly the basic elements of knowledge are investigated (phenomenological primitives or p-prims) of mathematical modelling in real phenomena and the complex shapes of the competence, are investigated through three different activities: the Taxi, the Statue and the Travel. The phenomenological primitives are the basis elements of knowledge, on which the more complex mathematical competence are constructed. In the analysis the p-prims that the students had presented during the activities are identified; in order to understand which points mathematical competence gets stuck. The students were mainly analyzed by interview about real situations, proving to counteract their representations and their behavior in everyday life. Furthermore, students were asked to express their conceptions about learning mathematics, their motivation to learn and their perception of their self-efficacy. In stage 2 of the research some semi-structured interviews with high school mathematical teachers are conducted. Through an initial reflection on scraps from the first stage, each interview inquires what are the obstacles faced by the students in the modeling processes and which are the possible ways to overcome such obstacles in the classroom, in order to develop in class, modelling as a competence. The qualitative analysis of content has generated nine categories for interpreting the modelling competence. The teachers’ participation gives us the chance to understand how they manage and discover students’ modelling competencies, what they think about the national framework for the curriculum, if it could help them in class and which elements could be worth considering in such a document. The teachers’ suggestions for fitting the modelling in daily practice were significant and should not be underestimated. From the constructivism point of view, the presence of the primitive conception is considered a fundamental aspect of learning and requires the implementation of effective teaching strategies to promote the development of mathematical competence.
Questa ricerca ha lo scopo di indagare le competenze di modellizzazione matematica degli studenti della scuola superiore di secondo grado e il modo in cui insegnanti pensano di adattare le loro metodologie in classe per far fronte agli ostacoli riscontrati. La ricerca si inscrive nel paradigma epistemologico costruttivista; si utilizza la versione elaborata a UC Berkeley da gruppo di lavoro di A. diSessa. Nella tesi la modellizzazione viene trattata come forma di competenza, sottolineando l’interazione fra “costruttivismo” e “competenze”. L’indagine è di tipo esplorativo e è divisa in due percorsi: Nella FASE 1, attraverso l’utilizzo dell’intervista clinica si indaga sulla competenza modellistica degli studenti, cercando di individuare i maggiori ostacoli da essi affrontati. In particolare si esplorano gli elementi di base della conoscenza (i primitivi fenomenologici o p-prims) della modellizzazione matematica di fenomeni reali e le forme più articolate della competenza attraverso lo svolgimento di tre attività di modellizzazione: il Taxi, la Statua e il Viaggio. I primitivi fenomenologici sono gli elementi di base della competenza, su cui si costruisce la competenza matematica più avanzata. Nell’analisi abbiamo identificato i p-prims presentati dagli studenti durante lo svolgimento delle attività; lo scopo di tale identificazione è capire quali sono i punti che ostacolano lo sviluppo della competenza di modellizzazione. Si è cercato di analizzare lo studente nelle situazioni concrete, provando a contrastare le sue rappresentazioni e il suo comportamento nella pratica. Inoltre, si presenta uno studio realizzato con gli studenti coinvolti in cui si presentano le loro motivazioni a imparare, la percezione della propria competenza, l’autoefficacia, quale sono le loro concezioni sull’apprendimento della matematica e le possibili connessioni dei contenuti imparati a scuola nel loro quotidiano. Nella FASE 2 della ricerca si svolge un’intervista semi strutturata a insegnanti di matematica della scuola superiore di secondo grado. Attraverso una riflessione iniziale sui frammenti riscontrati nella prima fase della ricerca, l’intervista ha indagato quali sono gli ostacoli del processo modellistico affrontato dagli studenti e quali sono le possibili vie di intervento da adattare in classe per sviluppare la modellizzazione come una competenza. L’analisi qualitativa del contenuto ha generato nove categorie per interpretare la competenza modellistica da un altro punto di vista. L’intervento con gli insegnanti ci ha permesso di conoscere come essi comprendono le competenze modellistiche degli studenti, come pensano che le Indicazioni nazionali per il curriculo possano aiutarli in classe e quali sarebbero gli elementi da considerare in tale documento. I suggerimenti per adattare la modellizzazione nella pratica didattica sono stati significativi e da non sottovalutare. Da una prospettiva costruttivista, la presenza di concezioni primitive è considerata un aspetto fondamentale e inevitabile dell’apprendimento ed esige la messa in atto di strategie didattiche efficaci per promuovere lo sviluppo della competenza indagata.
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Marchesini, Francesca. "Interpretare per i minorenni: osservazioni su un'esperienza con alunni della scuola primaria e secondaria di secondo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15517/.

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Resumen
Pre-trial questioning of minors is a widely unexplored field. Since many challenges may arise from working with children in legal settings, especially if an interpreter is involved, further research is needed. To gain some insight about how children, interpreters and interviewers interact, this dissertation aims at providing examples of how communication works in four interpreter-mediated interviews with children and teen agers. They involve two German-speaking interviewers, two Italian children aged 6, 8, and two Italian teen agers aged16 and 17 and a professional interpreter who had not worked with children before. The data analysis shows that our interviewers and interviewees communicate successfully as demonstrated by the interviewers’ satisfaction with the information they have gathered. However, some interpreter’s initiatives may have limited the interviewees’ participation in the communicative event. This happened in particular with divergent renditions and some zero renditions. Examples of how interpreters may impair children’s participation in communicative events can be found also in some previous studies, like the ones by Keselman (2010) and Hitching & Nilsen (2010), among others, focusing on questionings of asylum-seeking minors. Children are vulnerable because of their age and they are even more so when involved in legal proceedings of which they do not share the language. Also, they communicate in a way that may be different from adults. Professionals who work with children in legal settings, including interpreters, should therefore be aware of what they should pay attention to in order to work effectively and in the best interest of the child. The amount of analysed data is very limited and needs expanding, still this study could be considered as an attempt to show that traditional training is not enough to deal efficiently with all the challenges involved in an interview with a child and that specific training for working with children is needed.
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D'Alessio, Anna. "Seconda lingua - La qualità della formazione. Un’indagine nella scuola secondaria di I grado". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/354.

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Resumen
2010 - 2011
Negoziazione, interazione, interculturalità e plurilinguismo sono le parole chiave della recente glottodidattica. Poiché si parla insistentemente di globalizzazione e di efficacia della comunicazione, uno dei punti salienti più marcati, da un punto di vista didattico, è la necessità di accompagnare gli apprendenti verso la conquista della cosiddetta “abilità di negoziazione” , lo sviluppo della quale rende l’interlocutore in grado di saper chiedere aiuto e/o spiegazioni e chiarimenti per risolvere eventuali malintesi che possono sorgere nella pragmatica di scambi comunicativi. La maturazione di questa competenza comporta la parallela gestione della capacità di interazione, un altro degli elementi fondamentali sui quali la glottodidattica concentra la sua attenzione; non a caso, il lemma “interazione” presenta ben come descrittore di ricerca. La capacità di negoziare e interagire con un interlocutore presuppone, nondimeno, la conoscenza e l’accettazione di una cultura diversa dalla propria. Per questa ragione, coadiuvanti dell’abilità di negoziazione e interazione diventano, oltre alla tradizionale competenza metalinguistica, la competenza strategica , metadiscorsiva e interculturale fin dal primo ciclo di apprendimento, indicate dal più generico descrittore “competenza comunicativa” e “competenza pragmatica”. L’approccio che si privilegia è dunque di tipo pragmatico-comunicativo e vede l’implicazione e la cooperazione di docente e apprendente in uno stesso processo di sviluppo al fine di arrivare a “costruire” l’apprendimento dell’allievo mediante la maturazione dinamica e interagente di nuove conoscenze e abilità, frutto di osservazione, auto-osservazione e processi di riflessione delle proprie ed altrui attività cognitive. Le possibili attività da proporre, perciò, mirano oggi allo sfruttamento dei linguaggi di tutti i media (musica, arte, cinema, prosa, poesia, teatro, pubblicità, fumettistica, grafica, Internet, ecc.) per essere più dinamiche e far leva sul divertimento ludico (prosecuzione di dialoghi, drammatizzazione, interviste, role-play, scambio di e-mail, giochi didattici, ecc.). Per quanto riguarda le attività laboratoriali in particolare, si tende a incentivare sempre più percorsi di apprendimento di tipo CLIL per un uso veicolare della lingua straniera. [a cura dell'autore]
X n.s.
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TERRENGHI, ILARIA. "Episodi di Apprendimento Situati: la didattica EAS per incrementare l’Engagement e favorire l’apprendimento profondo. Una ricerca multi-metodo nella scuola secondaria di secondo grado". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241115.

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Resumen
Le trasformazioni del contesto socio-culturale, il protagonismo dei media digitali e i nuovi stili di apprendimento evidenziano una nuova centralità didattica e suggeriscono un’idea di scuola in grado di predisporre un autentico contesto di apprendimento, dove i soggetti in formazione possano allenare competenze in un clima attivo (Freinet, 1978), promuovendo un apprendimento profondo (Ausubel, 1968). Tali riflessioni trovano spazio nei più recenti paradigmi didattici: ne è un esempio la Didattica per Episodi di Apprendimento Situati. (Rivoltella, 2013). L’EAS può essere considerato una rielaborazione italiana della “didattica Flipped”, la cui struttura inverte il tradizionale ciclo di insegnamento/apprendimento (Mazur, 1991), con risultati positivi dal punto di vista del coinvolgimento e dell’apprendimento stesso (Lage, Platt & Treglia, 2000; Enfield, 2013). Il progetto di ricerca intende perseguire un obiettivo esplorativo, descrivendo in che modo la didattica EAS si differenzi dalla didattica agita abitualmente dagli insegnanti, per quanto riguarda la gestione d’aula e le azioni didattiche e prossemiche. La ricerca si propone inoltre di indagare se e come la didattica EAS sia una metodologia in linea con le evidenze teoriche afferenti alla Flipped Class e, quindi, efficace dal punto di vista dell’Engagement scolastico nelle sue componenti comportamentali, emotive e cognitive. In particolare, si ipotizza che la didattica EAS favorisca nell’insegnante livelli più alti di autoefficacia e di emozioni positive e, negli studenti, livelli più alti di Engagement scolastico in ciascuna delle tre componenti. In linea con gli obiettivi e le ipotesi presentati, la metodologia scelta è quella mista (Greene & Caracelli, 1997), in grado di offrire una chiave di lettura olistica che permetta di indagare costrutti multicomponenziali (come l’engagement) in contesti complessi come quello scolastico (Camerino, Castañer & Anguera, 2014). Nello specifico, si è utilizzato un disegno quasi-sperimentale annidato, con pre-test e post-test entro i soggetti (Creswell and Plano Clark, 2007). La ricerca ha previsto la raccolta e l’analisi di dati quantitativi (codifica sistematica delle videoregistrazioni, questionari) e qualitativi (osservazioni carta-matita, questionari ad hoc e focus group). La sperimentazione ha avuto luogo in una scuola secondaria di II grado di Milano e ha compreso 15 insegnanti e 102 studenti delle classi terze e quarte che volontariamente hanno acconsentito di partecipare al progetto. Il primo studio pilota ha avuto come obiettivi la definizione del setting sperimentale, la messa a punto degli strumenti di osservazione e la familiarizzazione dei partecipanti. Lo studio quasi-sperimentale ha previsto: una fase pre-test, in cui gli insegnanti hanno condotto le lezioni secondo il proprio stile didattico abituale; un corso di formazione agli insegnanti sulla didattica EAS; una fase post-test, in cui gli stessi docenti hanno proposto, a ciascuna classe di riferimento, le lezioni EAS progettate durante il corso. I risultati hanno evidenziato un cambiamento rilevante nella gestione d’aula da parte del docente, il quale ha espresso maggiori azioni didattiche e un diverso uso della prossemica. È altresì emerso un miglioramento significativo dei livelli di Engagement percepiti dagli studenti. La ricerca, oltre alle ricadute dirette sui partecipanti coinvolti, presenta potenziali benefici a livello sociale: alcuni studi internazionali (es. Fall, 2012) associano positivamente bassi livelli di coinvolgimento ad alti tassi di dispersione scolastica, delineando quindi l’Engagement come una co-variabile incidente l’abbandono del ciclo di studi. La ricerca sulle buone pratiche didattiche e un’efficace misurazione dell’engagement potrebbero quindi favorire lo sviluppo di un apprendimento profondo e, nello stesso tempo, contribuire a contrastare l’abbandono scolastico.
Teaching and learning are now experiencing a new centrality. The fast socio-cultural transformations, the vertical growth of digital media and, therefore, the new ways children and young people learn suggest that changes and innovation are essential. School, today, can be improved towards an authentic learning environment, in which students can work in a laboratory school (Freinet, 1978), promoting significant and deep learning (Ausubel, 1968). New paradigms and teaching methodologies are emerging to meet the new educational needs; among them, the “Episodes of Situated Learning” approach, EAS in Italian (Rivoltella, 2013), was chosen for this study. This approach broadly refers to the “Flipped Class” model (Mazur, 1991), in which the lesson structure reverses the traditional teaching/learning cycle with a positive outcome on engagement and learning (Lage, Platt & Treglia, 2000; Enfield, 2013). The present study aims to explore and describe the differences between EAS teaching methodology and the usual style of teaching, taking into consideration class management, teachers’ actions and their proxemic transitions. Moreover, this study aims to verify whether the EAS, according to literature about the Flipped Class model, has a positive outcome on student engagement, focusing on its emotional, cognitive and behavioral components. In particular, we hypothesize that the EAS teaching methodology changes teachers’ behavior in classroom, increasing perceived self-efficacy and positive emotions, thus improving students’ level of engagement. We chose a quasi-experimental nested design (Creswell and Plano Clark, 2007), with a pre-post test within subjects. Both qualitative and quantitative data collection and analysis were performed (Greene & Caracelli, 1997), in order to reach, as far as possible, a holistic, effective and exhaustive representation of the studied phenomenon (Camerino, Castañer & Anguera, 2014). The research was conducted in a secondary school, in Milan, and included 15 teachers and 102 students attending third and fourth year that voluntarily took part in the study. Pre-post measures, including video-recording, systematic observation and questionnaires, of both students and teachers, were collected during the eight months of experimentation. A pilot study aimed to define the experimental setting, calibrate the observation instruments and guarantee the participants’ familiarization. The quasi-experimental study included a pre-test, in which teachers gave lessons according to their usual style; a training about EAS methodology for the teachers; a post-test, in which the same teachers gave their students the EAS lessons designed during the training. Results showed a major change in the classroom management: in particular, during EAS lessons, teachers made use of more didactic actions and different proxemics transitions. Moreover, students showed higher levels of engagement in EAS lessons than in the usual ones. This research project could foster positive outcomes, for its participants as well as the broader society, in which school dropout is increasing. In fact, many authors (e.g. Fall, 2012) positively associate low levels of students’ engagement to high rates of school dropout. For this reason, research on improving teaching methodologies, and effectively measure students’ engagement, could enhance deep learning and, at the same time, opposing school dropout.
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Bragato, Silvia <1993&gt. "La didattica a distanza nell’emergenza Covid-19. Una proposta di lezione online inclusiva e accessibile per la lingua tedesca nella scuola secondaria di secondo grado". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18711.

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Questa tesi prende le mosse dall’attuale situazione sociale dovuta alla pandemia per Covid-19 per il cui contenimento molti governi in tutto il mondo si sono trovati costretti a chiudere le scuole e a ripensare la normale didattica in presenza. Per questo, a partire da marzo 2020 in Italia tutte le scuole, i docenti e gli studenti hanno dovuto attrezzarsi per passare dalla didattica in presenza alla didattica a distanza (DaD). Nella prima parte del presente elaborato partendo da un’analisi del fenomeno della Didattica a Distanza come risposta al problema della chiusura delle scuole, le caratteristiche, le differenze, i punti critici, si passerà poi ad analizzare quei gruppi di studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) che risentono particolarmente dei risvolti svantaggianti di questa modalità. Verranno messi in luce due gruppi di studenti: quelli con svantaggio socio-economico e quelli con svantaggio linguistico-culturale e diverso background linguistico, con particolare riferimento agli studenti neoarrivati in Italia, nel contesto della scuola secondaria di secondo grado. Nella seconda parte si presenta una possibile messa in pratica della teorie e delle buone pratiche riguardanti la didattica inclusiva a distanza, al fine di proporre una lezione online inclusiva e accessibile per l’insegnamento della lingua tedesca nella scuola secondaria di secondo grado.
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Fabbri, Celeste. "Strategie di calcolo tra studenti discalculici e non". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10988/.

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Sono stati analizzati i circuiti neurali addetti all'elaborazione matematica, a partire da quelli di start-up neurocognitivo per l'apprendimento del numero e del calcolo, capacità innate e già presenti alla nascita. I protagonisti sono il sistema della stima approssimativa del numero e quello di individuazione degli oggetti multipli e, spesso, le difficoltà che si incontrano durante un compito matematico (o la lentezza per portarlo a termine) sono date dalla difficile interazione tra questi e le loro sottocomponenti, continuamente riprogrammate dall'esecutivo centrale per poter supervisionare i processi di problem solving. Per la costruzione e lo sviluppo del calcolo più elevato, occorrono alcune capacità di base come il concetto di corrispondenza biunivoca, quello di ordinamento di un insieme, di maggioranza, di raddoppio e di dimezzamento, per mezzo delle quali ogni procedura si può ridurre ad una serie di operazioni più semplici. Queste funzioni vengono controllate e coordinate dal Sistema Attentivo Esecutivo che presiede tutte le attività di problem solving. I ragazzi che presentano deficit altamente specifici in una o più abilità matematiche di base vengono definiti discalculici e tra i loro tratti caratteristici vi sono l'incapacità di comprendere le numerosità, i principi delle operazioni e di elaborare strategie risolutive adatte ad ogni esercizio. Non tutti i ragazzi che presentano difficoltà in matematica sono discalculici: a tal proposito ho svolto una sperimentazione didattica in 10 classi di un I.T.I.S. , per cercare di capire se i concetti reputati consolidati alla scuola secondaria di 1° grado, lo sono realmente in quella di 2° e per mostrare le diverse tipologie di errori compiuti dai ragazzi clinici e non. I risultati sono stati largamente al di sotto delle aspettative, anche negli esercizi in cui è stato permesso l'uso della calcolatrice, lasciandomi presagire che gli errori commessi siano perlopiù di concetto piuttosto che di calcolo.
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Mercuri, Lucia. "Discalculia e scuola secondaria di II grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6182/.

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In questa tesi ho trattato l'argomento dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), in particolar modo mi sono interessata alla Discalculia e a come si potrebbe affrontare a livello di Scuola Secondaria di II Grado. Ho approfondito in particolar modo l'argomento dell'algebra alla base dei curricula di matematica nel biennio, attraverso il supporto del software Aplusix.
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Zama, Marika. "L'introduzione delle funzioni sinusoidali nella scuola secondaria superiore a partire dall'ottica geometrica". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9727/.

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Questo elaborato descrive la proposta di un percorso didattico per introdurre le funzioni sinusoidali nella scuola secondaria superiore a partire da un esperimento di fisica riguardante l'ottica geometrica. Nella seconda parte della tesi è riportata la sperimentazione effettuata in classe e i materiali didattici utilizzati.
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Baccolini, Carlotta. "Flipped classroom ed apprendimento: un'esperienza di attività propedeutica nella scuola secondaria di primo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8882/.

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La Flipped Classroom è una metodologia didattica innovativa che prevede una inversione dei momenti classici delle didattica: la lezione frontale a scuola e lo studio individuale a casa. L’idea alla base della Flipped Classroom è utilizzare la tecnologia moderna per diffondere i contenuti fuori dall’orario scolastico così da concentrare poi le ore di lezione sull’elaborazione dei contenuti stessi. In questo modo si riporta l’attenzione didattica sull’elaborazione dei contenuti piuttosto che sul loro ascolto passivo. A seguito dello studio teorico del metodo Flipped ho fatto una esperienza di tirocinio presso una classe terza della Scuola secondaria di primo grado "`Il Guercino"' dell'IC9, in collaborazione con la professoressa Leone, per applicare questa metodologia didattica. Una volta in classe, io e la professoressa, abbiamo considerato più efficace e utile, per gli studenti con cui lavoravamo, fare propedeutica piuttosto che Flipped Classroom. L’esperienza di tirocinio è stata conclusa con un questionario per valutare l’utilizzo, da parte dei nostri studenti, della piattaforma didattica Moodle, in uso nella scuola. I risultati dell’analisi delle risposte è stato conforme a quanto da noi atteso: data l’età i nostri studenti non avevano il giusto grado di autonomia per lavorare con la metodologia della Flipped Classroom.
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De, Maria Giovanna. "La musica come strumento di apprendimento della matematica (nella scuola secondaria di primo grado)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Lo scopo di questa tesi è quello di trattare il problema di generale interesse dovuto alle note difficoltà che gli studenti delle scuole secondarie di primo grado incontrano nell’apprendimento della matematica. Diverse rilevazioni nazionali e internazionali confermano che, a differenza di quanto accade per la musica, da tutti sempre bene accetta e senza pregiudizi fin dalla più tenera età, la matematica risulta di solito piuttosto ostica, e diciamo pure spesse volte quasi istintivamente “antipatica” alla maggior parte degli studenti, salvo pochi eletti che hanno il dono naturale di capirla e apprezzarla. Questo problema riveste grande importanza per gli studenti e per gli insegnanti della materia, i quali devono ricercare le più efficaci metodologie di approccio alla matematica, allo scopo di riuscire a catturare l’interesse dei loro allievi sfatando i tanti pregiudizi che molti purtroppo hanno verso questa disciplina fondamentale. Un mestiere indubbiamente difficile quello dell’insegnante, che Sigmund Freud, nel suo libro Analisi terminabile ed interminabile del 1937, definì provocatoriamente come “una professione impossibile”. Le metodologie di insegnamento-apprendimento della matematica sono molteplici. In questa tesi si cercherà di analizzare una metodologia poco conosciuta ma sorprendentemente interessante ed efficace per migliorare l’approccio e la comprensione da parte degli studenti riguardo a questa difficile materia che ha non poche affinità con la musica: queste affinità trovano la loro conferma e la loro sintesi in Albert Einstein. Questo studio si propone quindi di mostrare come la musica, con la quale in genere abbiamo tutti un rapporto immediato e confidenziale, possa non solo servire per godere di momenti di svago e di felicità, ma addirittura rivelarsi un piacevole e valido strumento per facilitare l’apprendimento della matematica da parte dei giovani allievi, i quali saranno così stimolati a familiarizzare con essa, e di ciò si avvantaggeranno.
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Bonfiglio, Carmela <1994&gt. "Lexical Approach: un repertorio di attività didattiche dell’inglese nella Scuola Secondaria di Primo Grado". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16552.

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Il presente elaborato si focalizza sull’analisi e sull’utilizzo dell’approccio lessicale nell’apprendimento della lingua inglese, incentrandosi sulle relazioni che esso ha a livello neurolinguistico con i processi di memorizzazione e con i meccanismi che ne regolano le emozioni. I principi su cui si fonda tale approccio si connettono infatti a tali meccanismi che pongono al centro l’acquisizione del lessico in cui si concentrano i maggiori centri del significato. Per questa ragione, verrà posto in esame il ruolo dello studente, considerato come una parte attiva nell’apprendimento e non più passiva, in un percorso di autoconsapevolezza linguistica divenendo cosciente del ruolo pragmatico della lingua. Anche il ruolo dell’insegnante compie delle trasformazioni, esso infatti osserva l’insieme classe e crea le fondamenta perché l’apprendimento linguistico avvenga. Il ruolo dello studente e quello dell’insegnante sono aspetti che verranno indagati anche dal punto di vista della complessità del compito. Nello specifico, verranno illustrati quali sono gli aspetti che favoriscono l’apprendimento, tenendo in mente i principi su cui si basa l’approccio lessicale e analizzandone le varie relazioni tra essi. Per questi motivi, seguiranno delle esercitazioni basate sull’approccio lessicale che mirano ad approfondire le relazioni nel lessico della lingua inglese e la loro connessione con i processi di memorizzazione.
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Galli, Samantha. "Discalculia e calcolo mentale: l'esperienza didattica in una scuola secondaria di primo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7065/.

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Nella tesi si illustra la discalculia, cioè un disturbo che interessa la sfera del calcolo e delle abilità matematiche. Segue una parte di ricerca in classe sul calcolo mentale, in cui è stato programmato un intervento didattico al fine di favorire il ragionamento e poi, tramite l’esercizio, consentire l’automatizzazione delle procedure risolutive.
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Trevisan, Licia <1996&gt. "Educazione letteraria ed educazione civica: proposte per la scuola secondaria di primo grado". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21752.

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L’obiettivo di questa tesi è quello di offrire spunti per l’attualizzazione di testi della letteratura italiana, previsti nell' insegnamento dell’italiano nella scuola secondaria, tenendo presente il nuovo approccio didattico “per competenze” e le recenti teorie sull'educazione letteraria che pongono al centro lo studente-lettore. Per farlo viene affrontato un argomento molto recente, che sta rappresentando una sfida per la scuola italiana: l’introduzione nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dell’insegnamento dell’educazione civica. In base alle recenti normative del 2019, infatti, l’educazione civica è diventata materia obbligatoria, disciplina autonoma e trasversale. Il presente elaborato propone alcuni collegamenti possibili tra temi di attualità e cittadinanza e testi della letteratura italiana in modo da adempiere, da un lato, all’esigenza di insegnare ai ragazzi l’educazione civica, dall’altro, alla necessità di rinnovamento dell'insegnamento della letteratura. Seguendo le Indicazioni Nazionali per la scuola secondaria di primo grado e le linee-guida del MIUR, vengono offerti degli spunti di percorsi letterari. Infine, viene presentata come esempio pratico un’Unità d’Apprendimento completa.
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Vagni, Rachele. "Vizi concettuali e didattici nei libri di testo per la scuola secondaria di primo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4433/.

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Ribisi, Jessica. "Nuove tecnologie per una didattica inclusiva - Analisi di un'esperienza all'interno di una scuola secondaria di primo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14129/.

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Il seguente elaborato ha lo scopo di mostrare in che modo gli strumenti tecnologici possono essere messi al servizio di una didattica inclusiva, in ambito matematico, pronta a rispondere alle richieste della società contemporanea. Il testo parte con un'analisi generale della situazione attuale nel mondo dell'educazione approfondendo la normativa scolastica in vigore e giunge all'elaborazione di un'unità didattica sui solidi di rotazione, passando attraverso la testimonianza di un'esperienza svolta in una scuola secondaria di primo grado.
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Balboni, Chiara. "Vedere oltre le figure. Un'esperienza didattica di geometria dinamica in una scuola secondaria di primo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15903/.

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A metà del '900 Emma Castelnuovo rovescia le consuetudini di insegnamento fino ad allora diffuse, proponendo una matematica che parte dall'osservazione e dalla manipolazione di oggetti reali per poi arrivare alla formalizzazione e all'astrazione proprie della matematica. Dal concreto per arrivare all'astratto in quattro parole: “Vedere oltre le figure". Il metodo da lei proposto è ben lontano da un sistema trasmissivo della conoscenza, ma pone le sue fondamenta sulla costruzione, sulla discussione e sulla scoperta. Lo studente è al centro di questo processo e viene guidato a costruire il proprio sapere dandogli un senso. La Castelnuovo anticipa così, di una cinquantina d'anni, le nuove tendenze didattiche e le richieste attuali del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel tentativo di proporre una matematica di tipo non procedurale e libera da tecnicismi, è stato realizzato un laboratorio di geometria con due classi di una scuola secondaria di primo grado che si ispira fortemente alle idee di Emma Castelnuovo. In questa tesi, dopo un inquadramento storico-culturale, viene riportato un resoconto dell'attività svolta e delle motivazioni che hanno portato a certe scelte didattiche. Al progetto è stato dato il nome laboratorio proprio ad indicare una metodologia didattica in cui il mettersi alla prova, l'osservare, il costruire, l'esercitare lo spirito critico erano elementi fondamentali. Si è cercato di creare un clima di ascolto e dialogo in cui ci fosse spazio per l'errore e per soluzioni alternative, in modo da creare coesione nella classe e coinvolgere tutti gli alunni, seppur di livelli differenti. Durante il progetto sono state trattate le proprietà dei quadrilateri e le aree di figure piane attraverso l'uso di modellini dinamici costruiti dagli studenti e l'utilizzo del geopiano.
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Frisoni, Elisa. "Geometria euclidea e non euclidea - Esperienze nella scuola secondaria di primo grado: la sfera di Lenart". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1230/.

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Capone, Roberto. "Metodologie didattiche per l'insegnamento-apprendimento della Fisica: studi di caso nella Scuola Secondaria di II grado". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2682.

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2015 - 2016
The present work focuses on case studies conducted from 2014 to 2016 in Secondary Schools in Campania where new teaching methodologies for teaching - Physical Learning have been experimented. Of these methodologies, merits and limits are highlighted and each case, as an example of good practice, shows the possible replication in other contexts. Work is to be a didactic epistemological attempt to address learning-learning issues also in relation to teacher training needs. Case studies cover some salient themes of physics, from mechanics to modern physics but also replicable in other contexts and in relation to other topics. The following methodologies have experimented: situated learning, flipped learning, Inquiry-Based Science Education (IBSE), Digital Storytelling, Educational Robotics, Action Research, Scrum methodology. The experiments were presented at national and international conferences (AIF Perugia 2014, AIF Trento 2015, AIF Assergi 2016, SIF Roma 2015, SIF Padova 2016, GIREP Wroclaw 2015, DIFIMA Torino 2015, HPM Montpellier 2016, WCPE San Paolo 2016) Have been published in international journals or conference proceedings, others are being published. In addition, some experimental activities have been welcomed at the City of Science as an example of good teaching practice at the "Three Days for School" (2015) and the Picnics of Science (2016). An activity was presented at the International Forum SkySEF 2015 in Shimizu, Japan, receiving appreciation from the jury of experienced teachers at Shizuoka University. Finally, training courses were held in the Campania area for teachers on skills education, in the three areas of knowledge, Pedagogical Knowledge, Subject Matter Content Knowledge and Knowledge Curricular Knowledge, which includes programs, materials, and teaching tools, software (Shulman). The didactic activities carried out during these three years have been shown to teach teachers how to implement effective classroom action in the classroom, how to make an intervention product, how to form an authentic test. Of these training actions, the reports have been collected and included in this work. The research methodology implemented falls within the framework of Educational Reconstruction (Kattmann et al, 1995), which allows studying the teaching phenomena by designing and realizing learning environments, artifacts, teaching/learning sequences that the researcher experiences, evaluates, re-elaborates and develops in authentic educational contexts. The study is contextualized in the theoretical/epistemological framework of Enactivism and, in particular, the cognitive theory that is being considered is the development of knowledge through model building. [edited by author]
Il presente lavoro è incentrato su studi di caso condotti, dal 2014 al 2016, in Istituti Secondari di II grado del territorio campano in cui si sono state sperimentate nuove metodologie didattiche per l’insegnamento – apprendimento della Fisica. Di tali metodologie si evidenziano meriti e limiti e di ciascun caso, come esempio di buona pratica, viene mostrata la possibile replicabilità in altri contesti. Il lavoro vuole essere un tentativo didattico-epistemologico di affrontare problematiche di insegnamento-apprendimento anche in relazione ai bisogni formativi dei docenti. Gli studi di caso riguardano alcuni temi salienti della fisica, dalla meccanica alla fisica moderna ma replicabili anche in altri contesti e in relazione ad altri argomenti. Sono state sperimentate le seguenti metodologie: l’apprendimento situato (situated learning), il metodo della classe capovolta (flipped teaching), l’Inquiry Based Science Education (IBSE), il Digital Storytelling, la Robotica educativa, la Ricerca – Azione (Action Research), la metodologia Scrum. Le sperimentazioni sono state presentate in convegni nazionali e internazionali (AIF Perugia 2014, AIF Trento 2015, AIF Assergi 2016, SIF Roma 2015, SIF Padova 2016, GIREP Wroclaw 2015, DIFIMA Torino 2015, HPM Montpellier 2016, WCPE San Paolo 2016): alcune sono state oggetto di pubblicazione su riviste internazionali o su atti di convegno, altre sono in fase di pubblicazione. Inoltre, alcune attività sperimentali sono state accolte a Città della Scienza come esempio di buone pratiche didattiche, in occasione dei “Tre giorni per la scuola” (2015), e del “Pic nic della scienza” (2016). Una attività è stata presentata al Forum Internazionale SkySEF 2015 a Shimizu in Giappone ricevendo apprezzamenti dalla giuria di docenti esperti dell’Università di Shizuoka. Infine, sono stati condotti, sempre sul territorio campano, corsi di formazione rivolti ai docenti sulla didattica per competenze, nei tre ambiti di conoscenza, la Conoscenza Pedagogica (Pedagogical Knowledge), la Conoscenza di Contenuti disciplinari (Subject Matter Content Knewledge) e la Conoscenza Curricolare (Curricular Knowledge), che comprende programmi, materiali e strumenti didattici, software (Shulman). Sono state mostrate le attività didattiche svolte in questi tre anni per dare spunto ai docenti su come implementare in classe una efficace azione didattica per competenza, come realizzare un prodotto di intervento, come strutturare una prova autentica. Di queste azioni di formazione sono stati raccolti i report e inseriti in questo lavoro. La metodologia di ricerca attuata rientra nel quadro della Educational Reconstruction (Kattmann et al, 1995), che permette di studiare i fenomeni didattici progettando e realizzando ambienti di apprendimento, artefatti, sequenze di insegnamento/apprendimento che il ricercatore sperimenta, valuta, rielabora e sviluppa in contesti educativi autentici. Lo studio si contestualizza nel quadro teorico/epistemologico dell’Enattivismo e, in particolare, la teoria cognitiva che viene presa in esame è quella dello sviluppo della conoscenza attraverso la costruzione di modelli. [a cura dell'autore]
XXIX n.s.
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Antonaci, Claudia <1994&gt. "Valutazione delle abilità linguistiche di uno studente albanese della scuola secondaria di primo grado con italiano L2". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15834.

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Questo elaborato analizza la competenza linguistica in italiano L2 di uno studente kosovaro di 12 anni recentemente arrivato in Italia. Obiettivo dello studio è il monitoraggio del suo percorso di acquisizione durante il primo anno di esposizione alla lingua e l’osservazione della capacità di produrre e comprendere alcune strutture sintattiche complesse dell’italiano derivate da movimento. Lo studente è stato sottoposto a test mirati in tre diverse fasi di valutazione, a distanza di due mesi l’una dall’altra. I dati sono stati raccolti tramite il TROG-2 e test di comprensione e produzione di frasi passive (Verin, 2010) e frasi relative (Volpato, 2010), il test di produzione di strutture con pronomi clitici (Arosio et. Al, 2014), frasi interrogative (Guasti et al., 2012) e frasi relative complesse (Piccoli, 2017), e il test di ripetizione di frasi complesse (Del Puppo, 2016). Inoltre, è stata valutata l’abilità di produzione orale e scritta, attraverso il Frog Story Test (Mayer, 1969) e prove spontanee e semispontanee. I risultati dei test hanno dimostrato una crescita rapida, un insolito miglioramento della capacità sintattica, pragmatica, morfologica e lessicale in italiano avvenuto in pochissimo tempo. È bastato un anno, infatti, perché lo studente raggiungesse una competenza molto simile a quella nativa, confermando gli studi precedenti sull’acquisizione L1 e L2 e il fatto che, in particolari circostanze ambientali e cognitive, sia possibile appropriarsi facilmente di una nuova lingua.
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Anelli, Beatrice. "Laboratorio permanente di educazione alla lettura: una ricerca-azione nella scuola primaria e secondaria di primo grado". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3427322.

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L’oggetto della ricerca è stata la realizzazione, in ottica partecipante, di un laboratorio permanente di educazione alla lettura all’interno di scuole primarie e secondarie di primo grado. Lo scopo prefissato è stato quello di portare un’innovazione metodologica e didattica riguardo l’educazione alla lettura attraverso una forma di apprendimento semistrutturato che ha coinvolto insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Tale scopo si è suddiviso in tre obiettivi principali: progettare e attuare un percorso di formazione per insegnanti in servizio, volto a sviluppare competenze in merito a metodologie, strategie, tecniche e strumenti per l’educazione del lettore motivato e competente nell’ambito della progettazione curricolare; costituire una comunità di pratica professionale per la formazione continua, l’autoformazione, lo scambio e condivisione di risorse didattiche specifiche in un’ottica di progettazione partecipata; costruire un ambiente di apprendimento integrato dove connettere pratiche, processi, risorse di lettura a indicatori di Digital Literacy (Ala-Mutka, 2011), mediante l’integrazione di ICT e strumenti 2.0 combinando hard e soft skills. La ricerca, che ha avuto la forma della ricerca azione con metodi misti, in ottica di progettazione partecipata, ha sviluppato l’idea di un supporto a lungo termine all’interno delle scuole per permettere alle docenti di avere un riferimento continuo circa l’educazione alla lettura e gli aspetti correlati. La scelta del supporto più adatto si è diramata su tre piani: formazione insegnanti, progetti di lettura in aula e ambiente digitale di condivisione materiale, e ha avuto la forma del laboratorio (De Bartolomeis, 1978; Travaglini, 2009; Frabboni, 2005; Lanfranconi Betti, 2005). La ricerca ha avuto come risultati attesi poi raggiunti: un maggior utilizzo del libro non di testo, una maggior consapevolezza delle potenzialità dell’oggetto libro e un aumento delle attività di educazione alla lettura. Problematiche invece si sono rilevate circa l’attesa di una condivisione di materiale (online).
The object of the research was the realization, in a participant perspective, of a permanent reading education laboratory in primary and secondary schools. The aim was to bring a methodological and didactic innovation regarding reading education, through a semistructured form of learning that involved teachers first and foremost. This goal has been divided into three main objectives: to design and implement a training course for in-service teachers, aimed at developing skills in methodologies, strategies, techniques and tools for motivated and competent reader education in the field of design curriculum; establish a community of professional practice for continuous training, self-training, exchange and sharing of specific teaching resources from a participatory planning perspective; to build an integrated learning environment where to connect practices, processes, reading resources to Digital Literacy indicators (Ala-Mutka, 2011), through the integration of ICT and 2.0 tools combining hard and soft skills. The protagonists of this research, which took the form of action research with mixed methods, were the teachers. In terms of participatory planning, the idea of long-term support within schools has been developed to allow teachers to have a continuous reference about reading education and related aspects. The choice of the most suitable support has branched out on three levels: teacher training, classroom reading projects and digital sharing environment, and took the form of the laboratory (De Bartolomeis, 1978; Travaglini, 2009; Frabboni, 2005; Lanfranconi Betti, 2005). The research had as expected results then achieved: a greater use of the non-text book, a greater awareness of the potential of the book object and an increase in reading education activities. Problems, on the other hand, have been detected regarding the expectation of sharing material (online).
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Cicchinelli, Giulia. "Interpretare per i minorenni: osservazioni su un'esperienza con alunni della scuola secondaria di primo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15516/.

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This dissertation focuses on the peculiarities of interpreting for children described in the literature and on the need for a specific training for interpreters and other professionals who work in this field, emphasizing the importance of collaboration among experts in the best interest of the child. The study describes four interpreter-mediated interviews with children aged 11 and 12. Each interview involves an Italian-speaking child, a professional interpreter and a German interviewer who tries to gather information about the events featuring in a video showing a mugging and watched by the four children before the interview. The interpreter’s strategies and approach were explored, together with children’s participation to the interaction. The analysis shows that the interpreter, who was not used to working with children, was able to manage the turn-taking system and to give coherence and cohesion to fragmented and incoherent turns uttered by the children. In terms of information transfer, the four interviews had a positive outcome since the interviewer got a report which was similar to the actual events shown in the video. From an interactional point of view, though, many of the rapport-building strategies used by the interviewer (repetition of the child’s name, backchannels, greetings and expressions of gratitude) were not reproduced by the interpreter in his translation. The analysis of these four interpreter-mediated interviews with children highlights that specific training to work with children would be beneficial to all participants in the interaction. In particular the interpreter should be made aware of the pragmatic and interactional consequences of her/his interpreting decisions and should be encouraged to cooperate with the person who conducts the interview so that the best interest of the child is pursued. Since our sample is relatively small and homogeneous, our findings should be further explored and expanded using more extensive and diverse data.
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Formiconi, Francesca <1994&gt. "Canzoni e apprendimento linguistico alla scuola secondaria di primo grado: aspetti neuroscientifici e proposte operative". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14938.

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Centrale in questo elaborato è l'utilità della canzone nell'apprendimento linguistico alla scuola secondaria di primo grado. Esso analizzerà gli aspetti neuroscientifici dell'apprendimento linguistico, traendone le conseguenze in chiave glottodidattica, proponendo un modello di didattizzazione di una canzone presentata in classe.
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ODDONE, FRANCESCA. "Percezione di autoefficacia e innovazione scolastica: un modello di formazione professionale per i docenti della scuola secondaria di primo grado". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/929540.

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Marchegiani, Gaia <1995&gt. "Valutazione della ripetizione e della produzione elicitata di strutture sintattiche complesse in studenti della scuola secondaria di primo grado". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17358.

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Il presente lavoro di tesi consiste in una valutazione della competenza linguistica in strutture sintattiche complesse di studenti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, con particolare attenzione rivolta all’analisi delle strategie utilizzate nell’interpretare e nel produrre tali strutture. I soggetti di questa valutazione sono 84 studenti frequentanti la scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “E. Mestica” di Cingoli (MC), così suddivisi: 21 soggetti della classe prima, 41 soggetti della classe seconda e 22 soggetti della classe terza. Tra questi vi sono 64 studenti a sviluppo tipico, 10 bilingui (di cui uno con DSA diagnosticato), 1 DSA diagnosticato, 7 DSA sospetto e 2 DSL sospetto. A tutti i soggetti sono stati somministrati due test: un test di produzione elicitata di frasi relative complesse (Piccoli, 2017, adattamento di Mulas, 2000) e un test di ripetizione (Del Puppo et al., 2016). I test indagano la competenza linguistica per strutture sintattiche soggette a movimento: frasi relative, frasi relative complesse, frasi scisse, frasi interrogative e frasi con dislocazione a sinistra.
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Dal, Chele Micol <1992&gt. "L'insegnamento dell'italiano L2 nella scuola superiore di secondo grado con lingua di insegnamento tedesca in Alto Adige/ Südtirol". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10023.

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Il tema su cui si focalizza il mio elaborato finale riguarda l'insegnamento dell'italiano come lingua seconda nelle scuole secondarie di secondo grado del territorio altoatesino con lingua di insegnamento tedesca. Ciò che mi propongo di investigare mediante questo lavoro è il rapporto degli studenti tedescofoni del territorio con l'italiano, come lo percepiscono, se si sentono motivati a studiarlo e quali metodologie didattiche preferiscono per farlo. Per fare ciò mi sono ispirata ad alcune ricerche condotte negli anni passati sul territorio e, pur non intendendo proporre un'analisi esaustiva e valida a livello regionale, ho voluto procurarmi dati autentici sfruttando la preziosa esperienza di tirocinio di 150 ore effettuata presso una scuola superiore di Merano. Oltre ad un diario tenuto per tutta la durata dello stage in cui ho appuntato attività affrontate, metodologie utilizzate, rapporti insegnanti-studenti e quant'altro, dispongo di un questionario di circa 100 campioni compilato online dagli alunni con cui ho lavorato e di un altro questionario destinato invece ai docenti di italiano L2 della stessa scuola. Presentando quesiti simili a studenti ed insegnanti ma compatibili con i diversi ruoli, il mio obiettivo è quello di capire come avvenga di fatto l'insegnamento della lingua seconda italiana in scuole di lingua tedesca in Alto Adige/ Südtirol e quale sia la percezione della lingua e del suo insegnamento da parte dei ragazzi e degli insegnanti. Prima della parte pratica ve n'è una teorica in cui presento gli studi a cui faccio riferimento nel mio lavoro ed introduco tematiche che poi saranno oggetto di ricerca: dopo aver presentato le vicende storiche che più hanno influenzato i rapporti tra altoatesini (italofoni) e sudtirolesi (tedescofoni), passo poi ad una sintesi dei principali provvedimenti per l'insegnamento delle due lingue seconde nel territorio. Successivamente analizzerò la figura dello studente e quella del docente, sempre facendo presente la delicata situazione in cui viene svolto l'insegnamento della lingua seconda. Solo dopo questa prima parte introduttiva e di presentazione presenterò la ricerca su campo e, in un secondo momento, ne discuterò i risultati.
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Bagnariol, Silvio <1978&gt. "Costruzione di ambienti inclusivi di apprendimento a priorità analogica per la disabilità intellettiva : studi di caso nelle classi della secondaria di secondo grado". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8283.

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Il paradigma inclusivo trova difficoltà ad essere realizzato nella scuola italiana di secondo grado: qui la didattica dei docenti è fortemente condizionata dalle architetture scolastiche che non consentono facilmente di realizzare ambienti di apprendimento inclusivi. La disabilità intellettiva ha bisogno invece di ambienti flessibili, agentivi, modificanti e di utilizzare i linguaggi analogici integrandoli con quelli verbali. All’interno della geometria della classe tradizionale è stato progettato un nuovo setting di apprendimento ecologico, in cui gli studenti del gruppo sperimentale hanno condotto una nuova esperienza di apprendimento di tipo laboratoriale. In un contesto comune, cooperativo e multimodale gli studenti con disabilità intellettiva hanno potuto utilizzare i linguaggi analogici come medium strategici per apprendere e sviluppare i processi operativo-agentivi. I risultati ottenuti da un set-test hanno riscontrato una variazione significativa del dominio cognitivo e di quello sociale per tutti gli studenti delle classi appartenenti al gruppo sperimentale.
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D'Astore, Laura Michela. "La teoria dei giochi in classe: cos'e cambiato". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7046/.

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La tesi descrive una sperimentazione condotta su quattro classi di scuola secondaria di secondo grado: la motivazione degli alunni è analizzata con riferimento a un laboratorio di Teoria dei Giochi. Nel primo capitolo è data la definizione di motivazione in matematica in relazione alle diverse teorie esistenti, elaborate da psicologi e ricercatori in Didattica della matematica; nel secondo capitolo si tratta di Teoria dei Giochi e si analizzano dal punto di vista matematico alcuni argomenti cui si fa riferimento nel laboratorio; nel terzo capitolo è descritta la sperimentazione e nel quarto le relative conclusioni.
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Caletti, Silvia. "Il child language brokering: Un case-study presso la scuola primaria G. Marconi e la scuola secondaria di I grado G. Diotti di casalmaggiore (CR)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9888/.

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Questa tesi presenta i risultati di un case-study condotto presso la scuola primaria G. Marconi e la scuola secondaria di I grado G. Diotti di Casalmaggiore (CR), volto ad indagare sul fenomeno della mediazione linguistica ad opera di bambini che, nel panorama moderno caratterizzato da una presenza straniera in continuo aumento, risulta una delle soluzioni più accessibili ai migranti per garantirsi un supporto linguistico che permetta l’accesso ai servizi pubblici fondamentali. La prima parte del testo costituisce un quadro teorico che consente di comprendere meglio gli obiettivi e i risultati dell’indagine condotta. Il primo capitolo si concentra sul rapporto immigrazione-scuola analizzando la situazione attuale, illustrando le caratteristiche e le esigenze della popolazione scolastica straniera ed esaminando le proposte ministeriali in materia di integrazione e accoglienza. Il secondo capitolo, invece, sposta l’attenzione sulla mediazione linguistica e culturale in Italia. Nello specifico viene dapprima approfondita la mediazione professionale facendo riferimento al quadro normativo e alle competenze specifiche del mediatore linguistico e culturale. In un secondo momento, viene introdotto il fenomeno della mediazione non professionale e viene illustrata la letteratura inerente. Da ultimo viene introdotto il tema del Child Language Brokering (CLB), ovvero il fenomeno della mediazione ad opera di minori. Partendo da una panoramica generale viene studiato lo sviluppo del CLB come oggetto di ricerca e ne vengono valutati aspetti positivi e negativi, soffermandosi in particolare sul contesto scolastico. Gli ultimi due capitoli, invece, sono dedicati alla parte operativa del lavoro di ricerca. Nel terzo capitolo viene presentato in maniera dettagliata il case-study analizzando la metodologia applicata, il campione selezionato e l’elaborazione dei questionari realizzati per la raccolta dei dati. Infine, nel quarto capitolo, sono esaminati i dati raccolti sul campo. Sulla base dei risultati ottenuti viene dapprima delineato il profilo del fenomeno in ciascuna delle scuole campione per poi mettere a confronto le tendenze generali emerse.
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Frigo, Monica. "Il ruolo della scuola e dell'insegnamento nella motivazione ad apprendere e nella responsabilità sociale e morale degli alunni: credenze di insegnanti di scuola secondaria di primo grado". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421540.

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The research investigates teachers’ beliefs about teaching, classroom management and school climate, in relation with beliefs about students’ learning, motivation and moral and social behaviour. In order to survey teachers’ beliefs on the areas mentioned above, four instruments were developed: the Classroom Educational Management Beliefs Inventory (CEMBI), that measures the beliefs on classroom management; the Learning and Motivation Beliefs Inventory (LeMBI), that assesses the beliefs on students’ motivation and learning; the Classroom Moral Behaviour Inventory (CMBI), that pertains to beliefs on students’ moral behaviour; and the School Climate Inventory – lower Secondary School (SCI-lss), that concerns beliefs on school climate. The research involved 157 teachers from 8 lower secondary schools covering all the different school subjects. Many factorial structures emerged from the four instruments analyses. To understand in depth the factorial structure of questionnaires, a confirmatory factor analysis was conducted; moreover, to analyse the relationships among the obtained models, the method Structural Equations Models (SEM) was applied. The results suggest causal relationships between teachers’ beliefs on school climate and beliefs on classroom management strategies, school learning motivation and moral and social behaviour of students. Moreover, the results show an influence of classroom management beliefs on motivational beliefs. The implications with regard to issues related to teacher education are discussed.
La ricerca studia le credenze degli insegnanti sull'insegnamento, la gestione della classe e il clima di scuola, in relazione con le credenze sull'apprendimento, la motivazione e il comportamento morale e sociale degli studenti. Al fine di indagare le credenze degli insegnanti nelle aree indicate sono stati quindi messi appunto quattro strumenti: il Classroom Educational Management Beliefs Inventory (CEMBI) che indaga le credenze circa la gestione della classe; il Learning and Motivation Beliefs Inventory (LeMBI) relativo alle credenze circa la motivazione e l'apprendimento degli studenti; il Classroom Moral Behaviour Inventory (CMBI), concernente le credenze sui comportamenti morali degli studenti; infine, lo School Climate Inventory – lower Secondary School (SCI-lss) inerente alle credenze sul clima di scuola. La ricerca ha coinvolto 157 insegnanti appartenenti a 8 scuole secondarie di primo grado e relativi a tutte le diverse discipline scolastiche. Dalle analisi sono emerse diverse strutture fattoriali dei quattro strumenti. Per approfondire l’analisi sulla struttura fattoriale dei questionari è stata applicata l'analisi fattoriale confermativa; inoltre per analizzare le relazioni tra i modelli ottenuti è stato utilizzato il metodo Structural Equations Models (SEM). I risultati suggeriscono che vi sia una relazione di causalità tra le credenze degli insegnanti sul clima di scuola e le credenze sulle modalità di gestione della classe, sulla motivazione scolastica e sul comportamento morale e sociale degli studenti. Inoltre si rileva anche una influenza delle credenze sulla gestione della classe sulle credenze relative alla motivazione degli studenti. Sono discusse le implicazioni per quanto riguarda problematiche connesse alla formazione degli insegnanti.
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Dianin, Giorgia <1992&gt. "Il Cooperative Learning nell'insegnamento e apprendimento di una lingua straniera. Intervento nella classe di tedesco LS nella scuola secondaria di primo grado". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12299.

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Il Cooperative Learning rispecchia una metodologia didattica basata sulla variabile significativa della cooperazione tra studenti, che consta quindi nell’applicazione di particolari tecniche di cooperazione nell’apprendimento in classe. Le sue caratteristiche più peculiari ruotano attorno all’idea che lavorare insieme (in gruppo) possa portare più benefici che lavorare individualmente e competitivamente. Il gruppo cooperativo, basandosi su caratteristiche come interdipendenza, promozione faccia a faccia, eterogeneità e responsabilità individuale, rende ogni membro fondamentale per l’esecuzione di un compito. Proposto in una classe multiculturale e multilivello, caratteristiche della scuola di oggi, il Cooperative Learning può proporsi come valido mezzo per migliorare il clima sociale della classe e l’apprendimento degli alunni. L’intervento didattico nella scuola secondaria di primo grado mira a verificare se ciò si realizza, proponendo un approccio cooperativo alla classe di tedesco LS.
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Belli, Annachiara <1988&gt. "TEACHING MUSIC IN ENGLISH a CLIL experiment and a curriculum review for the scuola secondaria di primo grado". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14941.

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In this work I want to explore the potential of the music class in the scuola media as a tool for the improvement of the use of English (L2) as vehicular language. Music and language are strongly related systems of communication, that can be trained simultaneously. They both have sounds, they use symbols and they share cultural and emotional implications. Music is recognized as a pre-verbal code, that prepares the ear of the infant for the perception of sounds that will later become language sounds. Moreover music is part of teenagers' life and for this reason it is percieved less strict then the others school subjects. It is therefore important to take advantage of the two hours of Music, that are compulsory in the scuola media, to develop not only musical skills, but also language skills. In this sense music class becomes a ductile subject with a manifold potential and the syllabus should be organized from this perspective. Not only L2 can be improved, but also L3, in my case German. In the first part of this thesis I will analize the correlation between music and language from a theoretical point of view. Than I will explane the meaning og CLIL and its possible application in the scuola media. It will follow an experiment held in a local school: a CLIL project made of 8 music lessons in English and part of one lesson in German
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Di, Tonno Sara <1992&gt. "Valutazione delle abilità fonologiche, morfosintattiche e sintattiche di studenti con DSA e con BES frequentanti la scuola secondaria di primo grado". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12242.

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Lo scopo di questo lavoro è valutare le abilità linguistiche generali e le competenze fonologiche, morfosintattiche e sintattiche di un gruppo di nove studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (11-13 anni) e di un gruppo di otto studenti con bisogni educativi speciali (11-14 anni) frequentanti la scuola secondaria di primo grado. La loro performance è stata confrontata con quella di due gruppi di controllo, uno composto da diciassette studenti di uguale età anagrafica (11-13 anni) e uno da diciassette adulti (20-27 anni), al fine di determinare se e in che modo le abilità dei gruppi sperimentali si differenziassero da quelle dei gruppi di controllo. Ai partecipanti sono stati somministrati i seguenti test: ripetizione di non-parole (Marini et al. 2014), produzione di frasi interrogative (Guasti, Branchini e Arosio 2012), produzione di pronomi clitici (Arosio et al. 2014), produzione di frasi passive e relative (Del Puppo, Pivi e Cardinaletti 2011), comprensione di frasi passive (Verin 2010) e relative (Volpato 2010). Nel complesso, nonostante nelle loro produzioni siano stati individuati strategie ed errori differenti, i gruppi sperimentali si sono comportati in modo simile in tutte le prove, distinguendosi dai gruppi di controllo. Differenze interessanti sono emerse anche dal confronto tra le performance dei due gruppi di controllo. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli di altri studi che hanno indagato questi stessi aspetti linguistici e sono stati spiegati mediante diverse teorie all’interno del quadro della grammatica generativa.
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Damini, Marialuisa. "Sviluppare sensibilità interculturale attraverso il cooperative learning: un percorso di ricerca-azione nelle scuole secondarie di secondo grado". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423399.

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In Italy, intercultural education has often been reduced to episodic initiatives (Tarozzi, 2011, p. 175) although according to the Ministry of Education “teaching from an intercultural perspective means to consider diversity as a paradigm of school’s own identity” (MPI, 2007, pp. 3-4). This implies an educational change as a proper intercultural education approach needs to provide room for dialogue and negotiation and to focus students’ attention on narrative exchanges that promote mutual respect and understanding (Aquario et al., 2008, pp. 273-274). Within a pedagogical framework, centred on the fundamental importance of dialogue and reciprocity, this 2-year research project aimed at helping teachers to develop a growing awareness about the reality they operate in, and to project, observe and manage intercultural processes (thus oriented towards exchange and cooperation) in an action-research approach. At the same time, the research wanted to investigate the development of an open attitude towards diversity by the students, through cooperative learning activities, in the Group Investigation approach (Sharan, Sharan, 1990; 1994; 1998). Furthermore, the research investigated to what extent – from a students’ and a teachers’ perspective – “cooperation” can be created at school, and how this fits with cooperative learning, in particular with the Group Investigation approach. The research also investigated whether, working with cooperative learning, diversity can be appreciated within the class and on a wider level. The study involved 17 secondary school teachers of different sujects, and six classes from three different types of secondary schools. It adopts a mixed-method approach (Steckler, McLeroy, 1992; Tasshakori, Teddlie, 2003) involving mainly qualitative instruments (interviews, focus groups, open questions about critical incidents, whose data have been analysed in an ermeneutical perspective), but also quantitative instruments such as a questionnaire (Aquario et al., 2008) and critical incidents (Goebel and Hesse, 2000), in order to identify changes in student attitudes in relation to cultural diversity and to map their shifts concerning intercultural sensitivity on the basis of the Developmental Model of Intercultural Sensitivity (Bennett, 1993). The results of this research allow us to say that cooperative learning can influence a change of attitude towards diversity, cultural as well, by the students. To do so, it is important to create cooperation spaces at school, where diveristy can be experimented as a value and as an asset. For this purpose, Group Investigation can be a particularly fitting and fruitful approach
In Italia l’educazione interculturale è spesso stata ridotta a momenti episodici e sporadici (Tarozzi, 2011, p. 175) nonostante nei documenti ufficiali appaia chiaro che: “Insegnare in una prospettiva interculturale vuol dire piuttosto assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola” (MPI, 2007, pp. 3-4). Questo implica certamente un cambio di prospettiva dal punto di vista della didattica nella consapevolezza che ogni proposta interculturale deve dare spazio al dialogo e alla negoziazione e focalizzare l’attenzione degli studenti sullo scambio narrativo orientato alla comprensione e al rispetto reciproci (Aquario et al., 2008, pp. 273-274). All'interno di un contesto pedagogico di riferimento che mette al centro l'importanza fondamentale dell'educazione al dialogo e alla reciprocità, il fine di questa ricerca biennale è stato quello di aiutare gli insegnanti a prendere maggiore coscienza della realtà in cui essi si trovano ad operare, e a progettare, osservare e gestire processi interculturali (e quindi orientati allo scambio e alla cooperazione) in una logica di ricerca-azione. Nello stesso tempo, la ricerca si è proposta di indagare se, attraverso percorsi didattici strutturati con il cooperative learning, in particolare con l’approccio della Group Investigation (Sharan, Sharan, 1990; 1994; 1998), gli studenti maturino, nella loro stessa percezione e nella percezione dei loro insegnanti, atteggiamenti di maggiore apertura verso la diversità. Ancor più in dettaglio, ciò che si è cercato di indagare è stato in che modo - dal punto di vista di insegnanti e studenti - sia possibile creare “cooperazione” a scuola, se questo possa essere in linea con quanto proposto dal cooperative learning, in particolare nella strategia della Group Investigation, e se, lavorando con strategie cooperative, la diversità possa essere valorizzata sia a livello di gruppo classe sia a livello più ampio. La ricerca ha coinvolto diciassette insegnanti di diverso ambito disciplinare e sei classi di tre istituti di scuola secondaria superiore di Verona e provincia. All’interno di un approccio mixed-method (Steckler, McLeroy, 1992; Tasshakori, Teddlie, 2003), gli strumenti di rilevazione utilizzati sono stati prevalentemente qualitativi (interviste, focus group, domande “aperte” su incidenti critici, i cui dati sono stati analizzati in prospettiva ermeneutico-interpretativa), ma si è fatto ricorso anche a strumenti quantitativi, ovvero un questionario (cfr. Aquario et al., 2008) per rilevare l'atteggiamento degli studenti rispetto alla diversità culturale e tre incidenti critici analizzati secondo una modalità già utilizzata da Goebel ed Hesse del 2000, e che ha permesso di “posizionare” le risposte degli studenti all'inizio, a metà e alla fine del percorso rispetto al Developmental Model of Intercultural Sensitivity proposto da Bennett nel 1993. I risultati di tale lavoro ci permettono di affermare che il cooperative learning può influire su un cambio di atteggiamento verso la diversità, anche culturale, da parte degli studenti. Perché ciò avvenga è importante che a scuola si creino vari spazi di cooperazione in cui la diversità possa essere sperimentata come valore e come risorsa. A questo scopo la Group Investigation pare essere un approccio particolarmente adeguato e fecondo
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Bruno, Nicole <1995&gt. "I pronomi clitici in contesti semplici e a ristrutturazione: analisi di gruppo di bambini DSA della scuola primaria e secondaria di primo grado". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16091.

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Il presente lavoro di tesi indaga la competenza di bambini monolingui italiani con e senza diagnosi di disturbo dell’apprendimento attraverso un test di ripetizione di frasi a ristrutturazione e un test per l’elicitazione dei pronomi clitici oggetto diretto e indiretto. I dati sono stati ricavati da 10 bambini tra i 10 e i 15 anni con diagnosi di DSA e sono stati confrontati inizialmente con quelli di bambini a sviluppo tipico con pari età anagrafica e poi con il gruppo DSA ripreso dal lavoro di Cerutti (2018), con età anagrafica inferiore. Ai partecipanti sono stati somministrati due test: il primo di produzione elicitata, mentre il secondo di ripetizione di frasi a ristrutturazione. Il test di produzione elicitata testa pronomi clitici oggetto diretto e indiretto, di terza persona singolare, maschili e femminili con il fine di comprendere se vi siano delle differenze tra le strategie di risposta utilizzate dai due gruppi, e se la differenza di caso influisca sull'accuratezza delle risposte. Il test di ripetizione invece ha lo scopo di determinare se vi sia una posizione preferita riguardo alla produzione dei pronomi clitici (proclitica o enclitica), se l’accuratezza dipenda dal caso o dalla persona, focalizzandosi sull’errore che è stato prodotto maggiormente, ovvero lo spostamento del pronome clitico. I risultati ricavati dai test proposti saranno infine confrontati con quelli dello studio effettuato su bambini più piccoli, affetti da DSA, da parte di Cerutti (2018), al fine di comprendere se l'età anagrafica possa essere un fattore di influenza sulla correttezza dell'uso dei pronomi clitici oggetto diretto e indiretto da parte di soggetti DSA.
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Stilo, Domenica. "Visualizzazione e concettualizzazione tra 2D e 3D. Un percorso didattico sulla geometria solida in una scuola secondaria di primo grado". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18813/.

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In questo elaborato si vuole riflettere sulla natura dei concetti e del ragionamento geometrico, puntando l’attenzione sulla abilità visuo-spaziali individuate dalla psicologia cognitiva e sulla teoria del Concetti Figurali di Fischbein. Quest’ultima si fonda sull’idea che le entità geometriche possiedono sia proprietà concettuali, astratte e generali che spaziali, dato che gli si fanno corrispondere immagini. L’integrazione delle proprietà concettuali e figurali in strutture mentali unitarie con la predominanza dei limiti concettuali rispetto a quelli figurali non rappresenta un processo naturale. Viene proposto dunque un itinerario didattico, attuato in buona parte in una seconda classe di una scuola secondaria di primo grado, progettato per studiare alcune competenze in ambito geometrico (visualizzazione e concettualizzazione) e finalizzato a promuovere la dialettica tra le due componenti, in modo da creare la giusta armonia. Si procede dunque ad analizzare le risposte date dagli studenti, ci si concentra sui lavori individuali e di gruppo che hanno scandito le lezioni e infine si riflette sui cambiamenti positivi derivanti dal lavoro svolto e sui suoi possibili limiti.
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Ferraro, Gilberto. "La percezione di competenza degli insegnanti nell'azione didattica per lo sviluppo delle abilità di studio. Ricerca empirica con insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424136.

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This research aimed firstly at exploring teachers’ beliefs about teaching and learning study skills, as well as the teaching practices related to such beliefs and claimed by teachers. For this purpose two 40-item questionnaires were created and administered to more than 150 primary and secondary school teachers. Items in the first questionnaire were based on 4-point Likert scale (from “not true at all” to “really true”) and explored beliefs about discipline, best teaching practices for study skills, theories of mind and intelligence, study strategies and approaches. The second questionnaire was focused on frequency of teaching practices for study skills, with answers ranging from “never” to “always”. Secondly the research presented here was conducted to investigate the effectiveness of a training aimed at improving teaching practices for study skills. For a long time study skills have been regarded to as the combination of intelligence or will, while teaching has been mainly devoted to disciplinary content. Since the 80s many promising studies have highlighted the effectiveness of instructional practices based on metacognitive strategies, self-regulation and motivation in teaching study skills. Therefore an intervention about teaching practices for primary and junior high school teachers was developed. The training was attended by 35 voluntary. Results of descriptive and inferential analyses are reported and discussed in the present dissertation, whose final chapters are focused on pedagogical implications and further research developments
La presente ricerca si pone come primo obiettivo quello di verificare le credenze degli insegnanti in merito ai processi di insegnamento-apprendimento delle abilità di studio e di esplorare quali pratiche didattiche vengano messe in atto in relazione a tali convinzioni. A tale scopo è stato costruito un questionario composto di due sezioni: la prima di 40 item sulle credenze con scala Likert a 4 punti (per niente vero, poco vero, abbastanza vero, molto vero). Le credenze indagate riguardano le convinzioni sulle discipline, sulle migliori pratiche per insegnare a studiare, sull’importanza dei contenuti rispetto alle strategie, sulle pratiche di organizzazione di una lezione per lo studio, in merito alle teorie sull’intelligenza, sull’approccio allo studio (atteggiamenti), sulle strategie per studiare. La seconda sezione del questionario è composta di 40 item sulla frequenza delle pratiche di insegnamento delle abilità di studio, con scala Likert a 4 punti (mai, qualche volta, spesso, sempre). Le dimensioni indagate riguardano le pratiche sulla disciplina e sul curricolo, quelle per insegnare a studiare e per sviluppare atteggiamenti per lo studio e l’apprendimento. Tale strumento è stato somministrato a più di 150 insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Il secondo obiettivo che si è inteso raggiungere attraverso la presente indagine è la verifica dell’efficacia di un training per migliorare le pratiche relative all’insegnamento delle abilità di studio. Per molto tempo le abilità di studio sono state ritenute il risultato della combinazione di intelligenza o di volontà, mentre l’insegnamento era rivolto soprattutto ai contenuti disciplinari dello studio. Dagli anni ‘80 è nato un settore di studi molto fertile che dimostra quanto sia efficace insegnare le abilità di studio attraverso strategie metacognitive, di autoregolazione e motivazione. Pertanto è stato progettato un intervento di formazione rivolto a un gruppo di 35 insegnanti volontari. Nel presente lavoro di tesi vengono riportati e discussi i risultati delle analisi descrittive e inferenziali, nonché le implicazioni pedagogiche e didattiche e i possibili sviluppi futuri per la formazione e la ricerca
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Mosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978&gt. "La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6917/1/Mosleh_LinaHasanMahmoud_Tesi.pdf.

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Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.
This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture. The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks. The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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Mosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978&gt. "La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6917/.

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Resumen
Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.
This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture. The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks. The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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Favaloro, Frine Beba. "La didactique de la culture chinoise dans le cadre de construction disciplinaire de l’enseignement de Lingua e cultura cinese". Thesis, Paris, INALCO, 2020. http://www.theses.fr/2020INAL0003.

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Resumen
Notre thèse s’inscrit dans le domaine de la didactique des langues étrangères et a pour objet la construction de la discipline scolaire de Lingua e cultura cinese et le développement de la didactique de la culture chinoise dans l’enseignement secondaire du deuxième cycle italien. S’appuyant sur les notions de construction disciplinaire et de transposition didactique, elle se développe avec l’observation du parcours analogue de disciplinarisation de l’enseignement de la langue et de la culture chinoises en France. L’objectif de l’enquête est d’exposer la constitution particulière de la discipline scolaire italienne par rapport aux autres langues et au contexte français, en montrant l’écart entre le processus de transposition didactique des objets à enseigner-enseignables relatifs à la langue, largement développés, et ceux concernant la culture, pour lesquels les objets à enseigner ont été identifiés mais où la réflexion sur la méthode pour les rendre enseignables est encore à un stade initial. La représentation de distance culturelle associée à la culture chinoise renforce ce processus, rendant plus complexe l’intégration des composantes de la didactique. Cette intégration concerne notamment les thèmes culturels, proposés de manière compartimentée, et la didactique de la langue et de la culture, encore insuffisamment mises en communication. Enfin, tout cela montre que l’intégration des champs de référence et de réflexion de la discipline dans son ensemble est encore en cours d’élaboration
Our thesis places itself in the domain of foreign language teaching. Its object is the construction of the scholastic discipline of Lingua e cultura cinese and the development of the teaching of Chinese culture in Italian upper secondary school. Based on the concepts of discipline construction and didactic transposition, the thesis develops from the observation of disciplinarisation process of Chinese language and culture teaching completed in France. The goal of the research is twofold. First, we want to show how the Italian discipline took unique shape compared to other languages and to the French context, and secondly, to show how there is a divide between the process of didactic transposition of objects to teach-teachable related to Chinese language and the corresponding one related to Chinese culture. While the former is widely developed, the objects to be taught have been identified for the latter but a reflection on how to make them teachable is still at an early stage. This process is influenced by the representation of cultural distance associated with Chinese culture, which makes the integration of the teaching components more complex. Specifically, this integration concerns cultural themes, proposed in a compartmentalized way, and the teaching of language and culture, which are not yet sufficiently connected. Finally, this shows how the integration of reference components and conceptual issues of the discipline as a whole are yet being defined
La nostra tesi si iscrive nel dominio della didattica delle lingue straniere e ha per oggetto la costruzione della disciplina scolastica di Lingua e cultura cinese e lo sviluppo della didattica della cultura nella scuola secondaria di secondo grado italiana. Basandosi sulle nozioni di costruzione disciplinare e trasposizione didattica, essa si sviluppa a partire dall’osservazione del percorso di disciplinarizzazione dell’insegnamento della lingua e della cultura cinese compiuto in Francia. Obiettivo dell’indagine è mostrare come la disciplina scolastica italiana si sia costituita secondo una forma peculiare rispetto alle altre lingue e al contesto francese, e mostrare come esista un divario tra il processo di trasposizione didattica degli oggetti da insegnare-insegnabili relativi alla lingua, ampiamente sviluppati, e quelli relativi alla cultura, rispetto a cui sono stati individuati gli oggetti da insegnare ma la riflessione su come renderli insegnabili è ancora agli inizi. Influisce su questo processo la rappresentazione di distanza culturale associata alla cultura cinese, che rende più complesso integrare le componenti della didattica. Nello specifico, tale integrazione riguarda i temi culturali, che sono proposti in modo compartimentalizzato, e la didattica della lingua e della cultura, che non sono sufficientemente poste in comunicazione. Tutto questo, infine, mostra come l’integrazione dei campi di riferimento e di riflessione della disciplina nel suo complesso sia ancora in corso di definizione
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Berardinelli, Agnese. "Il senso del numero: uno studio sperimentale". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8709/.

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Lo scopo di questo lavoro è costruire uno strumento per valutare il senso del numero negli studenti di due scuole secondarie di primo grado, l'una che predilige una didattica di stampo tradizionale, l'altra innovativa. Dopo aver descritto il senso del numero nelle quattro componenti cognitive e comportamentali individuate si analizzano i risultati dei suddetti studenti ad un test, composto da quesiti presi dalle valutazioni nazionali INVALSI ed internazionali TIMSS, i quali conducono ad osservare se e come una di queste ultime componenti è prevalente rispetto ad un'altra, e se il senso del numero può andare perso nel corso degli anni se si privilegia un approccio formale all'aritmetica piuttosto che la creazione di ambienti di apprendimento significativi che possano stimolare la creatività, la scoperta e la coproduzione di conoscenza.
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