Literatura académica sobre el tema ""scultura monumentale""

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Artículos de revistas sobre el tema ""scultura monumentale""

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Pollard, Nigel. "Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia". Papers of the British School at Rome 66 (noviembre de 1998): 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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Resumen
ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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Lacagnina, Davide. "Milano, 1881: Courbet e Carpeaux tra le “macchiette” di Navarro della Miraglia". ACME 74, n.º 2 (14 de septiembre de 2022): 123–45. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18664.

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Resumen
Nel 1881, per i tipi dell’editore Brigola di Milano, vedeva la luce Macchiette parigine, un compendio di profili biografici che lo scrittore siciliano Emanuele Navarro della Miraglia (1838-1919) dedicava a eminenti personalità della cultura letteraria e artistica francese di metà Ottocento.Francesista, a lungo residente a Parigi (1864-1872), in contatto a Milano con gli ambienti della scapigliatura lombarda (1872-1882) e da ultimo professore di Lingua e letteratura francese presso l’Istituto superiore di magistero femminile di Roma (1883-1913), Navarro della Miraglia includeva fra le sue “macchiette” anche due ritratti d’artisti dedicati rispettivamente a Gustave Courbet e a Jean-Baptiste Carpeaux.Questo contributo si propone di definire il contesto e le ricadute di una lettura non allineata alla tempestiva e più “ortodossa” discussione della lezione di Courbet promossa da Diego Martelli presso i macchiaioli toscani, a beneficio di una geografia culturale diversamente articolata fra le aperture cosmopolite del naturalismo meridionale e le frange più avanzate della scapigliatura lombarda. Allo stesso modo il resoconto dell’atelier di Carpeaux è riconsiderato alla luce del coevo dibattito sulla scultura monumentale e delle ricerche in corso a Milano su un modellato più mosso e nervoso.
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Mackie, Gillian. "Abstract and vegetal design in the San Zeno chapel, Rome: the ornamental setting of an early medieval funerary programme". Papers of the British School at Rome 63 (noviembre de 1995): 159–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010229.

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Resumen
DECORAZIONE ASTRATTA E FLOREALE NELLA CAPPELLA DI SAN ZENO, ROMA: PREPARAZIONE ORNAMENTALE DI UN PROGRAMMA FUNERARIO ALTO MEDIEVALELa cappella di San Zeno è notevole, non soltanto per il suo coerente programma iconografico, ma per le decorazioni astratte e floreali che la abbelliscono. Queste includono volute animate, decorazioni tessili, scuri a due teste, fiori, scudi, elaborati contorni multipli e ghirlande floreali. Tutto ciò è analizzato in questo studio, alla ricerca della loro possibile fonte e del loro significato simbolico. Uno degli scopi principali era scoprire se le fonti degli ornamenti fossero identiche a quelle del programma figurale, ovvero se, essendo indipendenti dalle figure, potessero essere associate ad esercizi di laboratorio.Sembrerebbe che alcune delle decorazioni provenissero da Ravenna tramite un libro di motivi, ora perduto insieme alle decorazioni monumentali originali. Altri motivi, invece, sebbene si riferiscano in termini generali a forme decorative passate, usano come modelli per i dettagli i materiali raggruppati a Santa Prassede da Papa Pasquale I; questi erano disegnati sulla base di sculture medievali e classiche tuttora esistenti a Santa Prassede. Viene anche suggerito che i tessuti che Pasquale donò alla Chiesa potrebbero essere stati copiati dai mosaicisti.Un significato simbolico è stato trovato in molte componenti dell'ornamento. Ad esempio, lo strano nome medievale della Cappella di Zeno, Hortus Paradisi, può essere soddisfacentemente spiegato dalla lussureggiante componente floreale dei muri superiori, che rappresenta in termini simbolici il Paradiso.
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Tesis sobre el tema ""scultura monumentale""

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Palozzi, Luca. "Tra Roma e l’Adriatico. Scultura monumentale e relazioni artistiche nella Marca d’Ancona alla fine del Medioevo". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2012. http://hdl.handle.net/11384/85752.

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Serafini, Alice <1994&gt. "Paesaggi urbani di Corinto romana: sculture ed elementi architettonici del centro monumentale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17429.

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L’elaborato ha come tema principale la città di Corinto durante il periodo romano, dopo essere stata distrutta e ricostruita prendendo il nome di Colonia Laus Iulia Corinthiensis nel 44 a.C. Nella prima parte si riporta un inquadramento storico e culturale del contesto, in cui si descrivono i cambiamenti principali dal punto di vista sociale, politico e urbanistico che il dominio romano ha comportato. L’analisi si concentra in particolar modo sull’architettura della città e sulla ricostruzione dei principali edifici da parte dei coloni. Vengono descritti templi, monumenti, basiliche, stoà e tutto ciò che compone l’impianto urbano tipico di una colonia romana. Nello specifico l’attenzione è rivolta alla decorazione architettonica degli edifici romani e alle varietà di esempi che si riscontrano sul materiale rinvenuto. In particolare vengono discussi gli elementi architettonici decorativi in terracotta e le tipologie di protomi, come nel caso della stoà meridionale del foro di Corinto in cui le testimonianze sono più attendibili, poiché meglio conservate. Attraverso le descrizioni accurate degli archeologi americani, che in prima persona hanno scavato e studiato le varie parti della città, e il confronto delle varie ipotesi fornite si presenta un’interpretazione in merito allo stile e alle varie tipologie di decorazione architettonica impiegate negli edifici pubblici.
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Ciarlo, Nicola. "La scultura monumentale in bronzo a Napoli (1596-1669): scultori, fonditori, opere". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1196185.

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Resumen
La tesi si propone di indagare la produzione in bronzo a Napoli, in rapporto alla scultura di grande formato, in un arco cronologico che va dagli anni novanta del Cinquecento fino agli anni settanta del Seicento. Lo studio mira a dimostrare come nella capitale del Viceregno, a cavallo tra i due secoli, si assista alla nascita e sviluppo di una tradizione fusoria locale al pari di altri centri dell'industria del bronzo della Penisola come Firenze, Milano, Roma e il Veneto. Il primo capitolo circoscrive i ''contesti del bronzo'' a Napoli, nello specifico l'Arsenale e le corporazioni dedite alla lavorazione dei metalli. La macchina della committenza, oggetto del secondo capitolo, funge da osservatorio privilegiato per misurare il mutamento del gusto condizionato dai dettami tridentini. Gli Ordini degli Oratoriani, dei Gesuiti e dei Teatini furono i principali interpreti delle istanze postconciliari e veicolo per l'arrivo nel Viceregno di artisti e architetti provenienti da Roma. La seconda parte del lavoro intende tracciare una storia della scultura in bronzo napoletana, che tenga conto della collaborazione con i fusores quali co-autori delle opere in metallo. Il terzo capitolo si apre con Michelangelo Naccherino (1550-1622), la cui attività viene riletta alla luce di una nuova documentazione e di un possibile viaggio a Roma. L'analisi dell'attività di comprimari come Andrea Bolgi (1605-1656), Christophe Cochet (1606-1634), Camillo Mariani (1567-1611), Tommaso Montani (doc. 1593-1622), Cristoforo (doc. 1583-1622) e Giovan Domenico Monterosso (doc. 1603-1630) contribuisce a tracciare un quadro più articolato. L'avvio verso il barocco (1635-1669), il quarto e ultimo capitolo della tesi, è incentrato sulla decorazione del Tesoro di San Gennaro, dalla serie bronzea dei Santi Protettori di Giuliano Finelli (1601-1653) alla travagliata gestazione della Cancellata di ottone di Cosimo Fanzago (1591-1678). In parallelo, il caso del convento dei Santi Apostoli offre l'occasione per fare un bilancio sull'arrivo e diffusione a Napoli di modelli romani attraverso il legame con la Casa madre di Sant'Andrea della Valle. La tesi è corredata da un Repertorio degli scultori e fonditori attivi a Napoli dal 1596 al 1669, in cui sono raccolte le notizie edite e inedite su questi artefici, e da un apparato illustrativo, in gran parte inedito, condotto attraverso un'apposita campagna fotografica.
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BILLI, ELIANA. "LA POLICROMIA DELLA SCULTURA ARCHITETTONICA MONUMENTALE DAL XII AL XIV SECOLO. Rilievo e analisi materiale delle coloriture nell’Italia centro-settentrionale e approfondimenti storici sul ruolo della policromia nella riscoperta ottocentesca del Medioevo in Francia". Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11573/872299.

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La ricerca si è concentrata sull'individuzione di casi studio di monumenti scultorei di età medievale nell'italia centro-settentrionale con datazione compresa tra XI e XIV secolo.Lo studio si è caratterizzato per un approfondimento di tipo tecnico- conservativo sulle policromie e anche su una ricostruzione storica del fenomeno di riscoperta ottocentesca del colore della scultura e dell'architettura medievali. L'approfondimento storico ha riguardato la Francia e l'Italia
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CINGOLANI, Sofia. "IL TEATRO ROMANO DI POLLENTIA-URBS SALVIA". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251615.

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Resumen
Il presente lavoro nasce con l’obiettivo primario dello studio organico del teatro romano della città di Pollentia-Urbs Salvia. Sebbene infatti sulla città e sui suoi principali monumenti esista un’ampia letteratura e rilevanti contributi recenti, ancora sostanzialmente inedito sin dalle prime indagini scientifiche condottevi a partire dalla metà del secolo scorso, rimaneva proprio l’edificio teatrale. Questo, quale monumento chiave nell’ambito dell’urbanistica della città tardo-repubblicana e augustea ed è oggetto infatti, nel corso degli anni, di brevi cenni e di contributi parziali ma mai esclusivi. Un nuovo rilievo del monumento ha consentito di chiarirne la genesi e l’esistenza di diverse fasi architettoniche giungendo alla precisazione cronologica di quattro diverse fasi edilizie. Una prima fase relativa all’impianto dell’edificio originario inquadrabile tra la fine dell’età tardo-repubblicana, contestualmente alla fondazione della colonia e il 23 d.C., anno entro il quale, come documentata dall’epigrafe di C. Fufius Geminus, il primo teatro dovette essere completato. Una seconda fase inquadrabile orientativamente tra l’età tiberiana e l’età claudia che, in concomitanza con la costruzione dell’imponente complesso del tempio-criptoportico - conclusione monumentale della risistemazione urbanistica della città avviatasi in età augustea -, vede il massiccio intervento di ampliamento strutturale e planimetrico dell’edificio; una terza ed ultima fase in età domizianea che, come documentato anche dall’epigrafe di C. Salvius Liberalis e C. Salvius Vitellianus, è contrassegnata da una serie di interventi di ornamento e restauro e, soprattutto, dalla costruzione del piazzale porticato restrospiciente l’edificio stesso. Sulla base dell’inquadramento cronologico di una parte delle sculture provenienti dal teatro a tale fase pare verosimile ipotizzare sia seguita, in età adrianea-antonina, un’ulteriore fase forse dedita all’abbellimento della ornamentazione dell’edificio. Con l’obiettivo di una comprensione organica del monumento si è infine proceduto all’esame dei materiali architettonici, scultorei ed epigrafici da esso provenienti. Il lavoro di raccolta e censimento svolto sui materiali provenienti dai vecchi scavi effettuati ha messo in evidenza la dispersione, per alterne vicende, di gran parte del materiale e l’inevitabile decontestualizzazione del restante e reso necessaria un’analisi di tipo essenzialmente archivistico e bibliografico, focalizzata soprattutto sul consistente apparato scultoreo ritenuto appartenente all’edificio, finalizzata ad istituire nuovamente la connessione tra contesto di provenienza e documentazione d’archivio. Sebbene solo in casi isolati, ed esclusivamente per le sculture, sia stato possibile giungere ad ipotizzare la collocazione precisa di taluni elementi nell’ambito dell’edificio stesso, l’indagine effettuata sugli elementi ornamentali ed epigrafici è risultata di fondamentale importanza per meglio definire e sostanziare le diverse fasi edilizie e di ristrutturazione individuate ed all’interno delle quali gli stessi materiali sembrano trovare oggi una più adeguata collocazione cronologica e stilistica
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Libros sobre el tema ""scultura monumentale""

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Arkad, Fondazione, ed. Astratto monumentale: Scultura contemporanea in marmo. Pistoia: Gli ori, 2010.

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Ragni, Elena Lucchesi. L' età veneta: L'immagine della città, la scultura monumentale. Milano: Electa, 1998.

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3

Bartolo, Simone De. Architettura e scultura monumentale del ventennio a Taranto e provincia. Bari (BA): L'arco e la corte, 2020.

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4

La scultura monumentale in Puglia nell'Ottocente e Novecento: Percorsi esemplari. Bari: M. Adda, 2008.

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Il Vantiniano: La scultura monumentale a Brescia tra Ottocento e Novecento. Brescia: Comune di Brescia, 1990.

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6

Zatti, Susanna. La città del silenzio: Scultura e pittura nel Cimitero monumentale di Pavia, 1880-1940. Pavia: Cardano, 1996.

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1517, Cairano Gasparo approximately, ed. Gasparo Cairano e la scultura monumentale del Rinascimento a Brescia (1489-1517 ca.). Roccafranca: Compagnia della stampa Massetti Rodella, 2010.

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Fergonzi, Flavio. La scultura monumentale negli anni del fascismo: Arturo Martini e il monumento al Duca d'Aosta. [Torino]: U. Allemandi, 1992.

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Domenico Umberto Diano (1887-1977): Arte decorativa e scultura monumentale negli anni Venti e Trenta. Roma: Palombi editori, 2014.

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Giammei, Gino. Gino Giammei: L'evento della comunicazione etica : cinquanta anni di scultura al complesso monumentale San Michele, Roma, maggio-giugno 1991. Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1991.

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Capítulos de libros sobre el tema ""scultura monumentale""

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Esposito, Sara. "La scultura monumentale del XX secolo: il caso studio di Francesco Somaini". En Quaderni di Venezia Arti. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-588-9/008.

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Resumen
In the case study of Francesco Somaini’s artistic activity, a new theory of monumental sculpture is identified as an alternative to the tradition of the celebratory monument. The sculptor formulated the programmatic manifesto Urgenza nella città (Mazzotta Editore, 1972) with the goal of creating pioneering environments in the cities, according to a new conception of art and society.
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De Grassi, Massimo. "Le mostre di Ca’ Pesaro e la scultura a Venezia nel primo dopoguerra". En Storie dell’arte contemporanea. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-199-7/002.

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Resumen
This essay analyses the presence of sculptures at the exhibitions held at Ca’ Pesaro palace in 1919 and 1920. Studying works of art created by artists of the calibre of Arturo Martini and Napoleone Martinuzzi, a style or a general inclination can be identified, because otherwise very few documents certify that moment. In conclusion, a comparison is carried out between ancient and classical suggestions and monumental sculptures made by Martini and Martinuzzi in the 20s.
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