Literatura académica sobre el tema ""scultura italiana Ottocento Novecento""
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Artículos de revistas sobre el tema ""scultura italiana Ottocento Novecento""
Kapeliuk, Olga y Claudio Cerreti. "Colonie Africane e Cultura Italiana fra Ottocento e Novecento". International Journal of African Historical Studies 30, n.º 2 (1997): 491. http://dx.doi.org/10.2307/221298.
Texto completoMartelli, Sebastiano. "RAPPRESENTAZIONI LETTERARIE DELL'EMIGRAZIONE ITALIANA IN CALIFORNIA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 43, n.º 1 (marzo de 2009): 155–91. http://dx.doi.org/10.1177/001458580904300108.
Texto completoBurgarella, Filippo. "Tendenze della storiografia italiana tra Ottocento e Novecento nello studio dell'Italia bizantina". Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes 101, n.º 2 (1989): 365–76. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1989.3051.
Texto completoVenturi, Antonello. "Risorgimento e regno d'italia nella storiografia russa tra fine ottocento e primo novecento: n.i. kareev e e.v. tarle". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 3 (marzo de 2013): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003004.
Texto completoBellamy, Richard. "Lo Stato Immaginario: Metafore e Paradigmi Nella Cultura Giuridica Italiana fra Ottocento e Novecento. Pietro Costa". Journal of Modern History 63, n.º 1 (marzo de 1991): 165–66. http://dx.doi.org/10.1086/244289.
Texto completoAllotti, Pierluigi. "La rinascita della scienza politica italiana nel carteggio Sartori-Bobbio (1958-1980)". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (agosto de 2021): 143–71. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001005.
Texto completoBani, Luca. "Giorgio Bárberi Squarotti, Pensoso vo mesurando. L’irruzione della modernità nella narrativa italiana tra tardo Ottocento e Novecento". Transalpina, n.º 19 (1 de octubre de 2016): 231–33. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.465.
Texto completoBernardi, Ilaria. "Valentina Iacoponi, Campi d’oro e strade di ferro. Il Sudafrica e l’immigrazione italiana tra Ottocento e Novecento". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 49, n.º 1 (20 de enero de 2015): 246–48. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814564331.
Texto completoIntini, Ugo. "Avanti!, il quotidiano socialista che alfabetizza e forma". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (29 de marzo de 2020): 140–65. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909285.
Texto completoBenegiamo, Marcello y Paola Nardone. "Tecnocrazia e politica in Italia dalla crisi del 1907 al Primo Dopoguerra = Technocracy and political crisis in Italy from 1907 till the early after World War". Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, n.º 19 (2 de febrero de 2016): 43. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i19.3581.
Texto completoTesis sobre el tema ""scultura italiana Ottocento Novecento""
Sacchet, Chiara <1987>. "Maestre. Un percorso nella letteratura italiana tra Ottocento e Novecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1754.
Texto completoDel, grande Giulia. "Dinamiche di comunicazione culturale italiana in Francia fra Ottocento e Novecento : il caso di Salvatore Farina". Thesis, Toulouse 2, 2018. http://www.theses.fr/2018TOU20105.
Texto completoThis research is aimed at discovering the dynamics of diffusion of Salvatore Farina’s literature abroad and particularly in France. The writer, born in Sorso in 1846 and deceased in Milan in 1918 is one of the most prolific Italian writers of the XIX Th century. He published more than a novel a year, among which some were translated into 11 languages. In the first part of the research we will link the key themes of his literature in Italy with his greatest works, those who made him famous and considered as “the Italian humorist”, “the Italian Dickens”, or the Italian writer of the “intimate novel”. We will conclude with the « Giubileo letterario » dedicated to the author in 1907 and with a broad reflection on the Italian culture characteristic that Salvatore Farina conveyed in his works. In the second part, we will study his relation with De Gubernatis (italian intellectual, journalist and essayist) and the characteristics of the diffusion of his literature abroad, we will describe the activity of Farina in the Europe, focusing on his travels and underlining Farina’s relations with the most important foreign intellectuals, journalists and editors. In the third part we will concentrate more specifically on his success in France and also dealing with the problematic of copyrights and the debate born in France within the “« société des gens des lettres », his trips to Paris, his relations with the French publishing world, the literary journals, his translators and finally with his potential correspondences with the great French literature figures of his time. This research is aimed at discovering the dynamics of diffusion of Salvatore Farina’s literature abroad and particularly in France between 19th and 20th century. We will analyse his masterpieces, his journalistic activities in Italy and abroad, his international contacts and his travels abroad. The research will be concluded with the study of his relationship with French editors, journalists and with the most important intellectuals of his time
Colamaria, Nazareno <1988>. "La ricompensa del coraggio. Il nero sentiero dalle origini gotiche agli sviluppi del fantastico tra Ottocento e Novecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4166.
Texto completoKovačević, Zorana. "Mediazioni culturali: letteratura e società italiane nell'odeporica serba ed europea tra Ottocento e Novecento". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10150.
Texto completoLo scopo di questo lavoro è rappresentare l’immagine dell’Italia, della sua società, della sua cultura e soprattutto della sua letteratura nell’ambito dell’odeporica serba ed europea dell’Ottocento e del Novecento. Nonostante una sorprendente presenza dell’Italia nella letteratura di viaggio serba, i saggi, le monografie, i libri, le antologie e gli altri testi che ne trattano non sono particolarmente numerosi tanto in lingua serba quanto in quella italiana. Al contrario di ciò che accade per altri viaggiatori stranieri, la presenza di testimonianze scritte dai serbi in visita in Italia è dunque studiata relativamente poco: infatti, considerando la bibliografia generale relativa al viaggio in Italia, colpisce subito una notevole asimmetria e una grande lacuna. La tesi è divisa in due parti. Nella prima, tramite le pagine dei viaggiatori serbi che dell’Italia hanno lasciato testimonianza scritta sono illustrati, privilegiando un taglio cronologico, gli elementi essenziali a un ritratto del Belpaese, fra Ottocento e Novecento. Attraverso cinque capitoli, che corrispondono ad altrettante fasi dello sviluppo dell’odeporica serba, viene messo l’accento sull’immagine dell’Italia, mentre tutte le informazioni fornite sui viaggiatori e le loro opere sono ridotte all’essenziale in quanto maggiormente pertinenti all’ambito della slavistica. L’Italia, soprattutto per le sue bellezze e tradizioni, è senz’altro una meta d’obbligo per chi proviene dalle terre slave. Per quanto riguarda l’area serba, la presenza dell’Italia si può osservare principalmente attraverso la letteratura di viaggio a cui hanno contribuito, in più di due secoli, scrittori curiosi di conoscere questo paese, che fin dai tempi del Grand Tour ha attirato schiere di viaggiatori da tutta Europa. La prima fase dell’odeporica serba sull’Italia si apre poco prima dell’inizio del secolo XIX e dura fino al Romanticismo, che ne costituisce la seconda fase, quando appaiono i notevoli contributi di Petar Petrović Njegoš e soprattutto il libro Lettere dall’Italia di Ljubomir Nenadović, che non rappresenta solo uno spartiacque nel genere, ma senza dubbio anche un passo notevole in tutta la letteratura di viaggio serba. La terza fase, che in qualche modo corrisponde al Realismo, si protrae fino all’apparizione di una generazione nuova che si afferma tra le due guerre mondiali e porta la letteratura di viaggio alla sua epoca d’oro in cui essa, ormai staccata e lontana dalla tradizione precedente, matura completamente. Siccome ripercorrendo le tappe dello sviluppo di questa tradizione risulta che il periodo tra le due guerre è fondamentale in quanto momento in cui avviene un grande cambiamento della poetica del viaggio stesso, si porrà l’accento proprio su questo quarto periodo, chiamato anche Modernismo, che costituisce una fase cruciale per l’odeporica serba. Infine, dopo la seconda guerra mondiale fino alla fine del secolo XX si snodano i decenni che corrispondo all’ultima e conclusiva epoca. A giudicare dai diari, dalle lettere, dai resoconti e da altro materiale riguardante il tema del viaggio, città come Napoli, Roma e Venezia confermano la loro prevedibile centralità in questa mappa, seguite a ruota dalle città toscane e da quelle siciliane. Anche se i viaggiatori serbi privilegiano le zone di cui si ha già una conoscenza dettagliata, soprattutto a partire dalla fine della prima guerra mondiale esse si moltiplicano e l’elenco dei nomi si arricchisce di località meno note. Mentre nelle pubblicazioni dedicate a questo tema, pur inquadrato da differenti angolazioni e metodologie, manca un approccio comparativo, nella tesi, sin dalla fase embrionale, si è cercato di descrivere il mondo dei viaggiatori stranieri che hanno deciso di rendere omaggio all’Italia con i loro scritti, stabilendo paragoni e confronti. Si inizia perciò una rapidissima panoramica sul viaggio raccontato nell’odeporica europea nel periodo che abbraccia l’Ottocento e il Novecento, soprattutto attraverso il più classico dei canoni il cui modello è diventato familiare anche all’odeporica serba. Partendo da Goethe, passando per Gogol’, arrivando a Stendhal, con qualche digressione sui viaggiatori meno conosciuti, si verifica in che modo le stazioni di un pellegrinaggio appassionato, e soprattutto le immagini dell’Italia e della sua cultura si sovrappongono con, o differiscono da, quelle relative ai viaggiatori serbi. Inoltre, all’occorrenza, come termine di paragone, si affronta anche il viaggio degli italiani in Italia. Invece la seconda parte, divisa in cinque capitoli, mostra l’immagine della letteratura italiana nelle testimonianze odeporiche, soprattutto del Novecento, un secolo cruciale per la presenza dell’Italia nella letteratura serba. Per quanto riguarda le preferenze dei viaggiatori, da un lato si nota la passione per i classici come Dante, Petrarca e Tasso, mentre dall’altro si manifesta anche l’interesse per scrittori come Gucciardini, Cecco Angiolieri, Santa Caterina da Siena o Giuseppe Gioachino Belli. Solo qualche sporadica menzione è riservata a D’Annunzio oppure al futurismo italiano. Il baricentro di quasi tutta la seconda parte della tesi è senz’altro il rapporto di Miloš Crnjanski con la letteratura italiana: egli, che ne fu un grande ammiratore e lettore, la affronta anche dal punto di vista critico utilizzando un ricco corpus di fonti che esamina con cura. Il primo capitolo è dedicato al rapporto di Crnjanski con Dante: nel corso del suo pellegrinaggio fiorentino che descrive nel libro L’amore in Toscana, lo scrittore approda a un’attenta lettura della Vita nuova, facendo, secondo consuetudine, alcune annotazioni a margine, grazie alle quali è possibile seguire un filo rosso che accomuna i due letterati, e rintracciare una serie di affinità tematiche che Crnjanski trova tra il suo diario di viaggio e quello che parla del primo amore di Dante. Se si osservano tutti i filoni tematici lungo i quali si dipana la ricezione di Firenze nell’odeporica serba, è evidente che in tale complesso manca un particolare interesse per la figura e l’opera di Dante, che è invece un topos importante affermatosi nella gran parte della produzione letteraria europea che ruota attorno all’Italia. È dunque proprio Miloš Crnjanski a colmare questa lacuna offrendo un piccolo ma piuttosto significativo tributo all’artefice della Commedia. L’immagine che Crnjanski ha di Firenze non consiste nella consueta descrizione della città e dei suoi itinerari, ma secondo la poetica del libro L’amore in Toscana l’idea di omaggiare Dante si realizza con l’inserimento all’interno della sua struttura di un saggio dedicato alla protagonista della Vita nuova intitolato appunto Sulla Beatrice fiorentina. Una lettura approfondita del saggio di Crnjanski rimanda subito alla sua fonte principale: lo studio di Alessandro D’Ancona del 1865 La Beatrice di Dante, le cui considerazioni preliminari sono servite allo scrittore serbo come punto di partenza da cui deriva anche il tono polemico con cui egli talvolta affronta l’argomento. Il secondo capitolo nasce sempre dal contatto con gli scrittori italiani avvenuto durante il pellegrinaggio descritto nell’Amore in Toscana, che mostra la particolare attrazione di Crnjanski per Siena, a cui dedica quasi la metà del libro, riservandole punti di vista e interpretazioni originali. Questo ritratto della città contiene diversi passaggi narrativi interessanti incentrati su alcuni momenti della vita degli scrittori e degli artisti italiani del medioevo tra i quali spicca Cecco Angiolieri, il più rappresentativo di quei poeti detti “giocosi” o “comico-realistici” che fiorirono in Toscana tra la seconda metà del Duecento e l’inizio del Trecento. Per affrontare sia l’universo poetico sia la vita privata del poeta senese Crnjanski si è servito dall’importante contributo di Alessandro D’Ancona intitolato Cecco Angiolieri da Siena, poeta umorista del secolo decimo terzo, del 1874. Per questo motivo, alla fine del capitolo è parso interessante soffermarsi brevemente su due saggi di Luigi Pirandello: Un preteso poeta umorista del secolo XIII e I sonetti di Cecco Angiolieri, scritti con lo scopo di confutare decisamente la tesi, protrattasi per secoli e sostenuta da D’Ancona, secondo cui Cecco sarebbe stato a tutti gli effetti un poeta umorista. Anche se queste pagine di Pirandello sono prive di punti di contatto con quelle dell’Amore in Toscana, esse completano il quadro della critica più antica sulla poesia di Angiolieri, e permettono di mostrare similitudini e differenze con la ricezione che ne ha Crnjanski. Anche nella seconda parte della tesi si privilegia un approccio comparativo, perché studiando i rapporti tra gli scrittori e i viaggiatori serbi e la letteratura italiana incrocia spesso il mondo di altri autori europei che viaggiando in Italia hanno affrontato temi legati alla letteratura del paese che stavano visitando. Così, per esempio, il terzo capitolo, incentrato su Tasso nell’odeporica di Miloš Crnjanski e Marko Car, è corredato da un capello introduttivo nel quale si affronta anche l’interesse per la figura e la vita di Tasso nella letteratura europea. È soprattutto tra Sette e Ottocento che la vicenda drammatica di Tasso offre elementi che entrano perfettamente in sintonia con il gusto del tempo e perciò proprio in quel periodo che egli diventa protagonista di un vero mito letterario, le cui radici, però, risalgono già al Seicento. Ma proprio nel Novecento, quando questa fortuna letteraria e anche figurativa, particolarmente duratura, che ebbe soprattutto echi internazionali, sembra ormai al tramonto, essa, invece, ebbe un suo ulteriore bagliore presso i letterati serbi, che non riuscirono a sottrarsi al fascino della vita di questo poeta, piena di laceranti contrasti che si inquadrano nella situazione politica e religiosa del suo tempo. Frutto di tale interesse sono due contributi non notevoli dal punto di vista della lunghezza, ma interessanti per un’impronta personale, nonostante talvolta si noti una significativa presenza delle letture fatte: si tratta di un capitolo delle Lettere estetiche di Marko Car intitolato Il monastero di Sant’Onofrio - Torquato Tasso - Panorama dal Gianicolo e di quello semplicemente intitolato Tasso parte del libro Presso gli Iperborei di Miloš Crnjanski. Similmente è impostato anche il quarto capitolo intitolato Crnjanski lettore dei sonetti romaneschi di Giuseppe Gioachino Belli nel quale, oltre a approfondire il rapporto tra Miloš Crnjanski e Belli, è riservato un ampio spazio a quei grandi letterati europei che ebbero il merito di diffondere la fama dello scrittore romano oltre frontiera. Toccherà a Ivo Andrić chiudere la tesi, con un capitolo, il quinto, interamente dedicato al rapporto dell’unico vincitore jugoslavo del premio Nobel per la letteratura con la società, la cultura e soprattutto la letteratura italiane, che a più riprese hanno attirato l’attenzione di questo scrittore. Si tratta di un argomento poco indagato nel suo complesso, importante tuttavia per illustrare in che modo nel vasto corpus delle opere di Andrić si integri la passione per il Belpaese. Oltre al rapporto con il fascismo e con la letteratura italiana attraverso alcuni autori classici, un ampio spazio del capitolo è dedicato all’interesse dello scrittore per Francesco Guicciardini la cui vita e opera Andrić affrontò con una solida preparazione e nel cui pensiero riconobbe numerose affinità con il proprio.
XXV Ciclo
1985
Giorio, Maria Beatrice. "Gli scultori italiani e la Francia. Influenze e modelli francesi nella prima metà del Novecento". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2012. http://hdl.handle.net/10077/7419.
Texto completoLo studio ha analizzato la presenza degli scultori italiani a Parigi dall'inizio del XX secolo alla fine degli anni Trenta, con l'obiettivo di ricostruire un capitolo importante della storia degli scambi artistici in Francia. Ci siamo serviti del metodo storico-filologico che è stato applicato agli scritti critici e alla stampa d'epoca. Per quel che riguarda l'inizio del secolo, abbiamo rilevato una partecipazione italiana considerevole ai principali eventi espositivi della capitale come i Salons ufficiali; il successo commerciale e di pubblico aveva consentito loro di ottenere un certo spazio tra gli artisti alla moda più conosciuti. Nel corso degli anni Venti abbiamo notato un numero meno significativo di scultori, interpretando questo fatto alla luce della situazione storica italiana, sottomessa a importanti cambiamenti, successivi all'ascesa del regime fascista. Gli italiani che si trovavano ancora in Francia in seguito alla Prima Guerra Mondiale non si inserivano pertanto all'interno delle ricerche artistiche italiane, dal momento che sostenevano degli indirizzi estetici ormai sorpassati. L'ultima parte del nostro studio si è concentrata sullo sviluppo del nuovo linguaggio artistico della penisola italiana, diffuso ormai anche all'estero. Gli scultori italiani potevano partecipare di conseguenza all'attività espositiva di Parigi, e mostrare il volto di una plastica finalmente cosciente delle proprie potenzialità. La Francia da parte sua acccoglieva di buon grado questo tipo di sperimentazioni al fine di creare un rapporto di amicizia duraturo con la nazione confinante.
This study has analyzed the presence of Italian sculptors in Paris from the beginning of the 20th Century to the end of the third decade, with the aim of reconstructing an important chapter of the history of artistic exchanges between Italy and France. We have favored an historical-philological method, based on critical publications and old French and Italian press. Concerning the beginning of the century, we have remarked a considerable participation of Italians in the main expositions in the French capital, such as official Salons; critical and market success allowed them to get a main role in the crew of the most popular artists. During the twenties, we have noted a less considerable participation of Italian sculptors; we have interpreted it in relation to historical context of fascist Italy, where the government was trying to develop a national cultural program. The Italian artists in France, after the First World War, didn't share the new Italian artistic orientation; they went on with outdated aesthetic choices. The last part of our research was interested in the development of the new Italian artistic language, finally known out of Italy. The Italian sculptors consequently could take part in arts activity in Paris, showing the face of a new sculpture, finally aware of its potentialities. France gave these experimentations a good welcome in the aim of constituting a longtime friendship with the Italian country.
Cet étude a analysé la présence des sculpteurs italiens à Paris du début du XX siècle à la fin des années Trente, afin de reconstituer un chapitre important de l'histoire des échanges artistiques en France. Nous nous sommes servis d'une méthode historique et philologique, qui a bien été appliquée aux écrits critiques et à la presse de l'époque. Pour ce qui concerne le début du siècle, nous avons remarqué une participation considérable de la part des italiens aux principaux événements expositifs de la capitale comme les Salons officiels; le succès de public et commercial leur avait permis d'obtenir une place parmi les artistes à la mode les plus connus. Pendant les années Vingt, nous avons constaté un nombre moins significatif de sculpteurs; nous avons lu ce fait en nous rapportant à la situation historique italienne, qui en ce temps subissait des importants changements dus à l'ascension du régime fasciste. Les italiens qui étaient encore présents en France après la Guerre ne s'inséraient guère dans le cadre des nouvelles recherches artistiques italiennes, ils poursuivaient, au contraire, des orientations esthétiques plutôt dépassées. La dernière partie de notre étude s'est intéressée à l'essor du nouveau langage artistique de la péninsule italienne qui pendant les années Trente se répandit enfin même à l'étranger. Les sculpteurs italiens pouvaient donc participer activement à la vie expositive parisienne, tout en montrant le visage d'une plastique qui avait enfin pris conscience de ses potentialités. La France de sa part accueillait volontiers ces expérimentations, dans le but d'instituer une relation d'amitié durable avec le pays voisin.
XXIV Ciclo
1982
BELTRAMI, Cristina. "La statuaria italiana dalla metà dell'Ottocento al primo ventennio del Novecento a Montevideo". Doctoral thesis, 2004. http://hdl.handle.net/11562/471349.
Texto completoBARDOTTI, LORENZO. "'Governo parlamentare': nascita di una categoria politica nella cultura costituzionale italiana tra Ottocento e Novecento". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1119920.
Texto completoCASERO, Cristina. "Realismo e impegno sociale nella scultura italiana di fine Ottocento. L'ambiente milanese: gli artisti, il dibattito teorico, le occasioni espositive". Doctoral thesis, 2005. http://hdl.handle.net/11381/2531487.
Texto completoLibros sobre el tema ""scultura italiana Ottocento Novecento""
Sborgi, Franco. Staglieno: E la scultura funeraria ligure tra Ottocento e Novecento. Torino: Artema, 1997.
Buscar texto completoIl Vantiniano: La scultura monumentale a Brescia tra Ottocento e Novecento. Brescia: Comune di Brescia, 1990.
Buscar texto completoLuisa, Fucito, ed. Il bello o il vero: La scultura napoletana del secondo Ottocento e primo Novecento : contesti. Castellammare di Stabia (Na): Nicola Longobardi editore, 2014.
Buscar texto completoSan Domenico maggiore (Basilica : Naples, Italy), ed. Il bello o il vero: La scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento. Castellammare di Stabia (Na): Nicola Longobardi editore, 2014.
Buscar texto completoVittorio, Sgarbi, ed. Scultura italiana del primo Novecento. Bologna: Grafis Edizioni, 1992.
Buscar texto completoGalleria nazionale d'arte moderna (Italy), ed. D'après Rodin: Scultura italiana del primo Novecento. Milano: Electa, 2014.
Buscar texto completoFlavio, Fergonzi, Furlan Caterina y De Sabbata Massimo, eds. Ado Furlan nella scultura italiana del Novecento. Udine: Forum, 2005.
Buscar texto completoPirovano, Carlo. Scultura italiana del Novecento: Opere, tendenze, protagonisti. Milano: Electa, 1993.
Buscar texto completoCarli, Enzo. La scultura italiana: Da Wiligelmo al Novecento. Milano: Martello, 1990.
Buscar texto completoAlessandro, Del Puppo, ed. Dino Basadella [sic] nella scultura italiana del Novecento. Udine: Forum, 2010.
Buscar texto completoCapítulos de libros sobre el tema ""scultura italiana Ottocento Novecento""
Krpina, Zdravka. "La presenza della cultura italiana in riviste letterarie croate tra Ottocento e Novecento". En Biblioteca di Studi Slavistici, 179–85. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-910-2.20.
Texto completoTomasella, Giuliana. "Per una storia dell’arte coloniale italiana:". En Il confronto con l’alterità tra Ottocento e Novecento, 31–44. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv19qmccr.5.
Texto completoEdoardo Dotto. "Fuori luogo. Contatti uditivi tra Ottocento e Novecento". En 42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, DISTANZE, TECNOLOGIE. FrancoAngeli srl, 2021. http://dx.doi.org/10.3280/oa-693.90.
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