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Lattanzi, Fabio, Erica Michelotti y Laura Meola. "Scompenso cardiaco acuto: inquadramento clinico, trattamento e prevenzione". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 4 (22 de marzo de 2022): 222–37. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-3.

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Resumen
Gli episodi di scompenso cardiaco acuto sono conseguenti ad un rapido deterioramento delle funzioni cardiache, rappresentano una delle maggior cause di ricoveri ospedalieri e comportano una elevata mortalità intraospedaliera e nel medio termine dopo la dimissione. L’inquadramento clinico ed il conseguente trattamento sono resi difficoltosi dalle caratteristiche di eterogeneità di queste sindromi. Molteplici possono essere le cardiopatie basali, le cause scatenanti, le presentazioni cliniche, gli stati emodinamici, le risposte alla terapia. Un episodio di scompenso cardiaco può rappresentare il sintomo di esordio di una cardiopatia misconosciuta o la recidiva di instabilizzazione di cardiopatia cronica; le cause scatenati più frequenti possono essere individuate nelle sindromi coronariche acute, nelle tachiaritmie, negli squilibri ipertensivi ed idrici, nelle infezioni sistemiche. La presentazione clinica è diversa a seconda dello stato emodinamico, e valutare la presenza di congestione e di perfusione sistemica risulta di fondamentale ausilio per individuare diverse situazioni cliniche, che vanno dall’edema polmonare acuto allo shock cardiogeno, che richiedono trattamenti diversificati, con implicazioni prognostiche differenti. Il trattamento ha lo scopo di ristabilire lo stato emodinamico e le funzioni vitali, oltre migliorare i sintomi del paziente. I supporti respiratori in generale e i diuretici dell’ansa, nel paziente congesto sono quasi sempre necessari ed utili. Farmaci vasodilatatori, inotropi e vasopressori sono usati dipendentemente dai dati emodinamici e funzionali. Tutti questi farmaci, seppur utili nel contesto acuto, non hanno dimostrato un beneficio nella prognosi del paziente e devono essere usati con cautela perché gravati da effetti collaterali pericolosi. Per questo motivo il miglior trattamento dello scompenso cardiaco acuto è la prevenzione di episodi di instabilizzazione in pazienti con cardiopatia cronica. Correzione dei fattori di rischio, trattamento completo della cardiopatia strutturale, comprese procedure interventistiche ed elettrofisiologiche, terapia medica ottimale dello scompenso cronico basata sulle evidenze scientifiche, predisposizione di percorsi dedicati alla gestione ambulatoriale o domiciliare, sono i presidi che possono ridurre le recidive di scompenso ed il carico sociale ed economico correlato.
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Ujka, Kristian y Lattanzi, Fabio. "Insufficienza mitralica funzionale nello scompenso cardiaco cronico: valutazione e trattamento". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 4 (31 de marzo de 2020): 255–68. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2019-4-4.

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Scalone, L. y Lorenzo G. Mantovani. "Valutazione economica della terapia con lisinopril ad alto verso basso dosaggio nel trattamento dei soggetti con scompenso cardiaco cronico". PharmacoEconomics Italian Research Articles 4, n.º 2 (septiembre de 2002): 45–55. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320594.

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Giardini, Anna, Marcella Ottonello, Carlo Pasetti, Debora Pain y Ines Giorgi. "Cosa voglio fare alla fine della vita? Consapevolezza della malattia, conoscenza delle procedure cliniche e delle direttive anticipate in pazienti con malattie croniche progressive / What do I want to be done at end-of-life? Disease awareness, knowledge of clinical procedures and of advanced directives in patients with chronic progressive diseases". Medicina e Morale 67, n.º 1 (23 de marzo de 2018): 11–24. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.525.

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Resumen
Scopo del nostro studio osservazionale cross-sectional è di studiare la consapevolezza di malattia, la conoscenza delle procedure cliniche e delle dichiarazioni anticipate di trattamento in pazienti italiani affetti da patologie croniche progressive. Metodo. Sono stati valutati 115 soggetti (23 con Sclerosi Laterale Amiotrofica – SLA; 30 con Scompenso Cardiaco Cronico – SCC; 32 con Insufficienza Renale Cronica – IRC; 30 con Tumore Avanzato –TA) su: conoscenza sui temi della salute, diritto ad essere informati, significato delle Direttive Anticipate (DA) e delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT). Risultati. 86% dei pazienti hanno evidenziato il diritto di conoscere diagnosi e prognosi e di essere informati sull’evoluzione di malattia. Molti pazienti non conoscevano il significato di procedura invasiva (52%) o di trattamento aggressivo (81%). Il 72% non conosceva il significato di DA e di DAT; il 94% riteneva che le DA o le DAT potessero parzialmente o totalmente garantire il desiderio del paziente di prendere parte alle decisioni sulla gestione del fine vita. Una volta informati sul significato delle AD (vincolanti) e delle DAT (non vincolanti) I pazienti con SLA preferivano la scelta di direttive vincolanti rispetto ai pazienti con TA e con SCC (SLA vs SCC p=.005; SLA vs TA p=.001). I pazienti con IRC preferivano direttive vincolanti rispetto ai pazienti con SCC (p=.02). Conclusioni. Deve essere parte integrante nella pratica clinica l’informare e il guidare il paziente dal momento della diagnosi fino alle fasi ultime di vita. ---------- Introduction. Many steps forward within the legal field to facilitate end-of-life communication have been taken, but Mediterranean countries can be considered as a step back. Aim of our observational cross-sectional study is to observe disease awareness, knowledge of clinical procedures and of advanced directives in patients with chronic progressive diseases in Italy. Methods. 115 subjects (23 with Amyotrophic Lateral Sclerosis – ALS, 30 with Chronic Heart Failure - CHF, 32 with Chronic Kidney Failure – CKF, and 30 with Advanced Cancer – AC) were assessed on health literacy, their right to be informed and meaning of Advance Directives (AD) and of Advance Declaration of Treatment (ADT). Results. 86% of patients claimed the right to know diagnosis and prognosis and to be informed of disease progression. Patients did not know the meaning of invasive therapy (52%) and of aggressive treatment (81%). 72% did not know the meaning of AD and of ADT; 94% believed that AD or ADT could partially or totally guarantee patient’s will to make decisions on end-of-life, with frequency difference on AD or ADT efficiency between CHF and ALS patients (p=.01). Once informed on the definitions of AD (legally binding) and ADT (not legally binding), ALS patients preferred legally binding directives, compared to patients with AC and with CHF (ALS vs CHF p=.005; ALS vs AC p=.001). Patients with CKF would prefer legally binding proposal compared to CHF patients (p=.02). Conclusion. To inform and to guide patients from diagnosis to end-of-life should be an integral part of medical practice.
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Rivera, R., F. Floccari, L. Di Lullo, A. Granata, F. Logias, A. D’Amelio, F. Fiorini et al. "La malattia renale cronica e il trattamento dello scompenso cardiaco congestizio: il ruolo del cardionefrologo". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 1 (24 de enero de 2018): 82–94. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1123.

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Resumen
Il rene è coinvolto, in prima battuta, nel mantenimento dell'omeostasi dei fluidi e dell'equilibrio idro-elettrolitico ed acido-base, nonché nell'eliminazione delle scorie tossiche. La funzione renale sembra essere strettamente collegata a quella cardiovascolare e, negli ultimi anni, il termine di ‘sindrome Cardio-Renale’ è stato utilizzato per spiegare le correlazioni cliniche tra patologia renale e cardiaca. Lo scompenso cardiaco congestizio (SCC) rappresenta la prima causa di ospedalizzazione nei Paesi occidentali e i pazienti affetti presentano spesso, in associazione, un quadro di malattia renale cronica (MRC) di grado variabile. Sono stati considerati diversi modelli fisiologici e fisiopatologici per spiegare come una condizione di malattia renale cronica possa influenzare lo stato di insufficienza cardiaca. Sicuramente la via metabolica del guanosin monofosfato ciclico (cGMP) e quello dell'ossido nitrico (NO) giocano un ruolo fondamentale di concerto con l'azione dei peptidi natriuretici atrial natriuretic peptide (ANP) e brain natriuretic peptide (BNP) sotto il controllo del sistema delle fosfodiesterasi sieriche. I pazienti con sovraccarico di circolo necessitano di terapie farmacologiche specifiche. La terapia diuretica, spesso in associazione (vedi tiazidici + diuretici d'ansa), rappresenta ancora quella di prima scelta ma, nei pazienti, refrattari alla terapia diuretica a dosi massimali, l'impiego di metodiche extracorporee, quali l'ultrafiltrazione (nelle sue diverse modalità d'impiego), può essere di grande aiuto per il paziente scompensato dal punto di vista cardiologico. (Cardionephrology)
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Di Lullo, Luca, Fulvio Floccari, Rodolfo Rivera, Antonio De Pascalis, Vincenzo Barbera, Moreno Malaguti y Alberto Santoboni. "L'ipertrofia ventricolare sinistra nei pazienti affetti da malattia renale cronica". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, n.º 3 (9 de octubre de 2014): 281–89. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.921.

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Resumen
La patologia cardiovascolare rappresenta la principale causa di mortalità e morbidità nei pazienti affetti da malattia renale cronica (CKD) e malattia renale cronica terminale (ESRD). La patogenesi della malattia cardiovascolare in corso di nefropatia è multifattoriale e coinvolge fattori di rischio tradizionali e fattori di rischio collegati alla malattia renale. Come ormai universalmente accettato, l'interessamento cardiaco in corso di malattia renale cronica rientra nella cosiddetta Sindrome cardio-renale di tipo 4, la cosiddetta cardiopatia uremica caratterizzata, in primo luogo, dalla presenza di ipertrofia ventricolare sinistra, disfunzione sistodiastolica del ventricolo sinistro e, negli stadi terminali, scompenso cardiaco congestizio e cardiomiopatia dilatativa. La diagnosi di ipertrofia ventricolare sinistra (IVS) è affidata da un lato alle tecniche ecocardiografiche 2D e 3D e, dall'altra, a tecniche di imaging più sofisticate, come la risonanza magnetica cardiaca (CMRI). Scopo della review è quello di effettuare un excursus riguardante l'epidemiologia, la fisiopatologia e la diagnosi dell'ipertrofia ventricolare sinistra nei pazienti affetti da malattia renale cronica. (Cardionephrology)
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Bertoli, Silvio Volmer, Daniele Ciurlino y Andrea Stucchi. "La dialisi peritoneale incrementale nella qualità e quantità pone la peritoneale un trattamento non marginale". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (24 de febrero de 2014): S67—S68. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.979.

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Resumen
La DPI rappresenta un'opportunità per favorire il trattamento domiciliare. In questo momento la terapia sostitutiva domiciliare con DP rappresenta una sfida a causa dell'invecchiamento della popolazione e le difficoltà che abbiamo nel preparare tali pazienti a questa terapia. Nel paziente in uremia terminale la DPI rappresenta una opportunità di adattamento alla terapia, non sempre possibile; in caso invece di GFR superiore a 6 mL/min può rappresentare una possibilità di adattamento più semplice e graduale alla terapia, viste le migliori condizioni cliniche generali. Nel paziente con scompenso cardiaco refrattario riteniamo che sia il trattamento ideale nella gestione cronica di pazienti con frequenti episodi di scompenso acuto.
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Di Lullo, L., F. Floccari, A. Granata, F. Fiorini, A. D’Amelio, R. Rivera y M. Timio. "L'ipertensione polmonare e lo scompenso cardiaco destro nella malattia renale cronica: curiosità da cardionefrologo?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, n.º 3 (24 de enero de 2018): 84–90. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1484.

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Di Lullo, L., F. Floccari, A. Granata, F. Fiorini, A. D'Amelio, R. Rivera y M. Timio. "L'ipertensione polmonare e lo scompenso cardiaco destro nella malattia renale cronica: curiosità da cardionefrologo?" Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 23, n.º 3 (julio de 2011): 84–90. http://dx.doi.org/10.1177/039493621102300319.

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Di Lullo, L., F. Floccari, R. Rivera, A. Bellasi, E. Ferramosca, A. De Pascalis, M. Timio, M. Malaguti y A. Santoboni. "La patologia del pericardio e la malattia renale cronica". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 2 (26 de enero de 2018): 62–70. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1141.

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Resumen
I pazienti affetti da malattia renale cronica possono andare incontro a tutta una serie di patologie che colpiscono il pericardio ma, sicuramente, alcune entità nosologiche sono più frequenti di altre. Gli ultimi decenni hanno assistito, per fortuna nostra e dei nostri pazienti, a un netto miglioramento per quanto concerne i protocolli terapeutici per i pazienti nefropatici e le forme tipiche di pericardite uremica, così frequenti negli anni passati, sono ormai uno sbiadito ricordo. È tuttora frequente osservare pazienti con versamento pericardico (idiopatico, ovvero secondario a malattie sistemiche), soprattutto per quanto concerne i pazienti sottoposti a trattamenti depurativi extracorporei ed i pazienti che iniziano il trattamento dialitico in condizioni di emergenza/urgenza (ad esempio, pazienti affetti da scompenso cardiaco congestizio); il versamento pericardico viene schematicamente classificato in lieve, moderato e severo in base all'interessamento più o meno globale del pericardio. Meno frequenti sono gli episodi di pericardite acuta (anch'essa idiopatica o secondaria), spesso su base virale, neoplasticae/o immunologica (vedi pazienti trapiantati in terapia immunosoppressiva). Le forme di pericardite costrittiva sono più rare a documentarsi in corso di malattia renale cronica e, in genere, rappresentano lo stadio finale di diverse patologie sistemiche: l'esito finale è, in genere, la fibrosi pericardica. (Cardionephrology)
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Quaglia, Marco, Guido Merlotti, Cristina Izzo y Piero Stratta. "L'Acidosi Tubulare di tipo IV: una nefropatia emergente". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, n.º 4 (25 de septiembre de 2014): 329–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.933.

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L'acidosi tubulare tipo IV (RTA di tipo IV) è una forma di acidosi metabolica ipercloremica causata da un ipoaldosteronismo assoluto o funzionale, che determina un deficit dell'acidificazione distale attraverso un'inibizione dell'ammoniogenesi e dell'escrezione di H+ a livello del dotto collettore. L'eziologia è spesso multifattoriale e include disordini che determinano una riduzione dei livelli di aldosterone o della sensibilità del dotto collettore alle azioni dell'ormone. I farmaci che inibiscono il sistema renina-angiotensina (RAS) a qualunque livello aumentano il rischio di sviluppare una RTA di tipo IV, soprattutto quando sono impiegati in associazione in pazienti anziani affetti da diabete mellito, scompenso cardiaco e insufficienza renale cronica oppure portatori di trapianto renale. La diagnosi si basa sul riscontro di un'iperkaliemia sproporzionata alla funzione renale associata a un'acidosi metabolica con anion gap sierico normale e anion gap urinario positivo; il pH urinario può essere inferiore a 5.5. Vari elementi laboratoristici consentono la diagnosi differenziale con l'acidosi tubulare distale di tipo 1. L'impatto clinico della RTA di tipo IV sta diventando sempre più rilevante a causa della diffusione di farmaci bloccanti il RAS in pazienti anziani già affetti da condizioni a rischio per questa complicanza, contribuendo a una rivalutazione critica delle indicazioni ad alcune terapie di associazione. Lo sviluppo di iperkaliemia pone in questi contesti un dilemma terapeutico, in quanto proprio i pazienti a maggior rischio per RTA di tipo IV sono quelli che possono trarre il massimo vantaggio cardiovascolare dal blocco farmacologico del RAS. È, quindi, essenziale trovare un punto di equilibrio nel rapporto rischio/beneficio nel singolo paziente, prevenendo la RTA di tipo IV con opportune misure.
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Campanini, Guest Editors: M., R. Nardi y G. Pinna. "Position paper FADOI sulla prevenzione cardiovascolare nei pazienti complessi a rischio". Italian Journal of Medicine 3, n.º 1 (30 de noviembre de 2015): 309. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.4.

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Resumen
<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong><em>Position paper </em>FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti </strong><strong>Ospedalieri Internisti) sulla prevenzione cardiovascolare </strong><strong>nei pazienti complessi a rischi</strong><strong>o</strong> 309<br /><em>M. Campanini, G. Pinna, R. Nardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>La patogenesi dell’aterosclerosi</strong> 319<br /><em>C. Nardin, M. Rattazzi, P. Pauletto</em></p><p class="titolo"><strong>La prevenzione secondaria nella cardiopatia ischemic</strong><strong>a</strong> 328<br /><em>D. Panuccio, P. Verdecchia</em></p><p class="titolo"><strong>La prevenzione cardiovascolare nello scompenso cardiaco</strong> 339<br /><em>R. Cavaliere, F. Gallucci, G. Mathieu</em></p><p class="titolo"><strong>Prevenzione secondaria degli eventi cerebrovascolari </strong><strong>aterotrombotici</strong> 356<br /><em>M. Paciaroni, R. Frediani, M. Stornello, G. Agnelli</em></p><p class="titolo"><strong>Prevenzione cardiovascolare secondaria e nefropatia</strong> 364<br /><em>D. Manfellotto, G. Vescovo</em></p><p class="titolo"><strong>Arteriopatia obliterante periferica cronica degli arti inferiori</strong> 371<br /><em>F. Dentali, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>La prevenzione cardiovascolare secondaria nel paziente </strong><strong>con diabete mellito</strong> 379<br /><em>G. Augello, L. Magnani</em></p>
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Gnerre, Guest Editors: Paola y Giuseppe Di Pasquale. "Lo scompenso cardiaco a 360 gradi". Italian Journal of Medicine, 24 de agosto de 2021. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2021.2.

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M. Meschi, P. Gnerre, A. Casola G. Di Pasquale Il paziente con scompenso cardiaco come paradigma del paziente complesso: il corretto uso dei diuretici ed il blocco sequenziale del nefroneA. Cinque, C. Tarsia, A.G. Posteraro, S. Bianchi, A. Gaspardone Scompenso cardiaco: differenze di genere?R. Falzone, L. Lenzi, C. Politi Opportunità terapeutiche nel paziente con scompenso cardiaco cronico a frazione d’eiezione depressaA. Navazio, M. Piepoli, G.Q. Villani, G. Halasz, G. Tortorella Opportunità terapeutiche nel paziente con scompenso cardiaco diastolicoA. Cabassi, G. Regolisti Scompenso cardiaco: rivalutazione della terapia in fase di ospedalizzazioneF. Corradi, I. Lamberti, G. Gelati, S. Massini I peptidi natriuretici nella diagnosi e nella stratificazione del rischio nei pazienti con scompenso cardiacoA. Montagnani, L. Luschi, F. Pirrotta, A. Palazzuoli L’educazione terapeutica nel paziente scompensatoM.D. Corbo, E. Vitale, M. Correale, N.D. Brunetti, M. Iacoviello Il modello del disease management nella gestione dello scompenso cardiacoO. Para Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza dell’AO Ordine Mauriziano di TorinoC. Norbiato, L. Arnaldi, S. Marengo, M. Tricarico, M. Daddea, C. Garza, E. Irene, P. Paolì Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza dell’ASST RhodenseS.A. Berra Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza di PalmanovaC. Battello Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza dell’AUSL di BolognaS. Urbinati, M. Ongari Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza delle Aziende USL della ToscanaA. Fortini, G. Tintori, M. Alessandri Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza marchigianaN. Tarquinio Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza savonese. Il progetto PONTEP. Gnerre, M. Pivari, E. Monaco, M.C. Pistone, M. Basso, P. Bellone, A. Visconti, B. Sardo, B. Zanella, A.M. Saccone, A. Piras, A. Santo, F. Bernardi, S. Lapponia, E. Montanari, R. Rapetti, R. Tassara, L. Parodi Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza campanaF. Gallucci Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza puglieseF. Mastroianni, G. Larizza, F. D’Onofrio, A. Belfiore, M.V. Palma, S. Cataldi Modelli a confronto nei percorsi gestionali dello scompenso cardiaco: l’esperienza di Sassari. Il progetto LEAPC.A. Usai, F.L. Bandiera Il ruolo delle cure palliative nello scompenso cardiaco end-stageC. Santini, M.S. Fiore
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Dentali, Francesco, Giuseppe Campagna, Maurizio Cavalleri, Fernando Gallucci y Filippo Pieralli. "Considerazioni condivise alla luce delle recenti novità nell’ambito dello scompenso cardiaco: ottimizzazione della gestione del paziente con scompenso cardiaco in medicina interna - Dal ricovero al follow-up". Italian Journal of Medicine, 14 de enero de 2022. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2021.5.

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Nuova classificazione dello scompenso cardiaco: ridenominazione di Heart failure with mid-range ejection fraction in Heart failure with mildly reduced ejection fraction (HFmrEF), con raccomandazioni terapeutiche più precise in questa fascia di pazienti Il nuovo algoritmo per il trattamento dello scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta: Simultaneous or Rapid Sequence Initiation of Quadruple Medical Therapy for Heart Failure Ottimizzazione della terapia: l’ospedalizzazione come opportunità. Impiego precoce di sacubitril/valsartan nel paziente ospedalizzato, stabilizzato. Effetti sulla riduzione della mortalità e delle re-ospedalizzazioni. Effetti sul rimodellamento cardiaco. Effetti sulla QoL Sicurezza dell’uso di sacubitril/valsartan anche in presenza di comorbidità e gestione dell’ipotensione Intervento di ottimizzazione della terapia anche nel paziente con scompenso cardiaco cronico ricoverato per altra patologia acuta Terapia delle comorbidità - non cardiovascolari: diabete, iperkaliemia, carenza di ferro e cancro Terapia non farmacologica ed educazione/formazione del paziente e del caregiver Gestione post-ricovero dello scompenso cardiaco: l’ambulatorio divisionale e la rete territoriale
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Bertoncini, Guest Editors: F., C. Gatta y G. Pentella. "Nursing clinical competence in area medica". Italian Journal of Medicine, 24 de octubre de 2018, 1–83. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.5.

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Introduzione Background La nursing clinical competence Il concetto di clinical competence in medicina interna Declinare e classificare i livelli di competenza Aree di assistenza nei contesti di area medica Il paziente cronico Scompenso cardiaco La broncopneumopatia cronica e ostruttiva La cirrosi epatica La pancreatite Il diabete mellito Il delirium La depressione Il paziente critico L’ipertensione La trombosi venosa profonda L’ischemia cerebrale La disfagia Gli squilibri idroelettrolitici Le polmoniti I sanguinamenti gastro-intestinali La sepsi Il monitoraggio cardiaco La ventilazione non-invasiva L’ecografia operativa bedside Somministrazione di terapia e chemioterapia Le lesioni da pressione Il dolore Gli accessi vascolari Il paziente fragile La dimissione difficile Il fine vita Obiettivo Metodi Risultati Conclusioni Bibliografia
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Rizzo, Caterina, Farilla, Cosima, Triggiani, Vincenzo y Iacoviello, Massimo. "Distiroidismi nel paziente con scompenso cardiaco cronico: meccanismi fisiopatologici e possibili approcci terapeutici". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 4 (2017). http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2016-4-4.

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Fontanella, Guest Editors: A., G. Pentella, G. Bordin y F. Bertoncini. "La ricerca finalizzata in Area Medica: approfondimenti assistenziali dell’Associazione A.N.Í.M.O." Italian Journal of Medicine, 11 de julio de 2019, 1–62. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.5.

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Resumen
Introduzione Il gruppo di ricerca dell’Associazione ANÍMO La ricerca infermieristica Obiettivo del lavoro Metodi Metodologia operativa e ambiti di attività I livelli di approfondimento metodologici Approfondimento metodologico Evidence-Report il cateterismo vescicale Approfondimento metodologico Evidence-Report il cateterismo venoso periferico a breve termine Approfondimento metodologico Evidence-Report il dolore cronico in medicina interna Risultati Evidence-Report: i risultati da Revisioni di Linee Guida Il cateterismo vescicale a permanenza Il cateterismo venoso periferico a breve termine La gestione del dolore cronico in medicina Evidence-Based Care-sheet: What we know e what we can do Le lipodistrofie associate alla pratica iniettiva La nutrizione nel paziente con polimorbilità Scompenso cardiaco e fine vita Terapia anticoagulante orale e processi educativi: il ruolo dell’infermiere La somministrazione di liquidi per via sottocutanea L’ictus cerebrale: rischi e prevenzione Focus di approfondimento, the most updated research La somministrazione dei farmaci per os in pazienti disfagici e/o portatori di SNG o PEG Il dolore cronico nei pazienti con disturbi cognitivi Le cadute negli anziani Il monitoraggio dei parametri vitali Il Lock dei cateteri venosi centrali: quale soluzione? Quali evidenze? La responsabilità del professionista infermiere nella terapia farmacologica La mancata aderenza alle prescrizioni: un problema da non sottovalutare in medicina interna La gestione della stipsi nelle degenze di area medica: ruolo dell’infermiere La malnutrizione in ospedale L’uso della contenzione è un indicatore di buona pratica assistenziale e di buona cultura? Riposo a letto o mobilizzazione precoce? L’uso delle checklist in area medica La flebite da infusione La sorveglianza infermieristica: una competenza necessaria in medicina interna Umidità e calore della miscela di aria nei trattamenti di ventilazione non invasiva: quali evidenze? Diabete, intervento educativo, ruolo dell’infermiere La terapia anticoagulante e il ruolo dell’infermiere: alcune evidenze Il ritorno dell’ipodermoclisi: quali evidenze? Gli aspetti assistenziali prevalenti nelle cure infermieristiche alla persona colpita da ictus Lo scompenso cardiaco: epidemiologia e interventi assistenziali Conclusioni Bibliografia
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Temporelli, Pier Luigi. "Cardiopulmonary rehabilitation in patiens with heart failure and chronic pulmonary disease". Monaldi Archives for Chest Disease 84, n.º 1-2 (22 de junio de 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.739.

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Resumen
<p>The epidemiology of chronic heart failure (CHF) and chronic obstructive pulmonary disease (COPD) are well known. Each of these conditions has an important impact on quality of life and functional status and on healthcare consumption. Through shared risk factors and pathophysiological mechanisms CHF and COPD coexist more frequently than expected from the respective populations observed by the pulmonologist or cardiologist. This has important prognostic and therapeutic implications. Several registry-based studies and <em>post-hoc</em> analyses of large randomized controlled trials evaluating COPD as a comorbidity in CHF outpatients have highlighted the negative prognostic impact of the comorbidity in terms of constraint in use of recommended treatments<strong>. </strong>Among them, the cardiopulmonary rehabilitation may play a significant role. Even in these patients, in fact, a rehabilitative approach focused on physical training programs can positively impact functional autonomy, exercise tolerance and quality of life.</p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>Attraverso i fattori di rischio condivisi e simili meccanismi fisiopatologici scompenso cardiaco cronico (SCC) e malattia ostruttiva cronica polmonare (BPCO) coesistono più frequentemente di quanto previsto dalle rispettive popolazioni osservate rispettivamente dallo pneumologo o dal cardiologo. Ciò ha importanti implicazioni prognostiche e terapeutiche. Diversi studi basati su registri e analisi post-hoc di ampi studi randomizzati controllati che hanno valutato la BPCO come comorbidità in pazienti con SCC hanno messo in evidenza l'impatto prognostico negativo della comorbilità in termini soprattutto di limitazioni all’utilizzo di trattamenti raccomandati. Tra questi un ruolo non trascurabile spetta alla riabilitazione. Anche in questi pazienti infatti un approccio riabilitativo incentrato su programmi di training fisico può impattare favorevolmente sulla autonomia funzionale, sulla tolleranza allo sforzo e sulla qualità della vita.</p>
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"Scintigrafia recettoriale con metaiodobenzilguanidina nella stratificazione prognostica dei pazienti con scompenso cardiaco cronico: possibile ruolo nel percorso di selezione dei pazienti candidati ad impianto di defibrillatore automatico in prevenzione primaria". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 1 (1 de marzo de 2018): 78–88. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2018-1-8.

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Tangianu, Guest Editors: Flavio y Roberto Nardi. "Il clustering diseases in medicina interna come strumento di approccio alla complessità dei pazienti?" Italian Journal of Medicine, 6 de septiembre de 2019, 1–154. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.8.

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Resumen
IL CLUSTERING DISEASES IN MEDICINA INTERNA Co-morbilità, multi-morbilità, associazioni di malattie e complessità in Medicina Interna F. Tangianu, P. Gnerre, M. La Regina, F. Berti, G. Scanelli, F. Colombo, G. Pinna, R. Nardi Fragilità, disabilità e gruppi di malattie associate A. Marengoni, A. Zucchelli, D.L. Vetrano, G. Onder, A. Nobili MALATTIE INDICE E CLUSTERING DISEASES IN MEDICINA INTERNA Fibrillazione atriale e clustering diseases C. Tieri Ipertensione arteriosa e clustering diseases A. Abenante, F. Tangianu Clustering diseases e scompenso cardiaco N. Tarquinio Diabete-obesità-sindrome metabolica e clustering diseases E. Barbagelata, I. Ambrosino, M. Poggiano Iperuricemia e gotta M. Giuliani, A. Cerasari, L. Sanesi Ictus ischemico T. Ciarambino Demenza e clustering diseases C.A. Usai, A. Filippi Depressione come malattia sistemica D. Tirotta Trombo-embolismo venoso M. Gino, F. Pasin Broncopneumopatia cronica ostruttiva e clustering diseases O. Para, M. Ronchetti Insufficienza renale cronica A. Bianco Anemia C. Zaninetti Cirrosi epatica G.A. Vassallo, V.A. Vassallo, C. Tarli, F. Bernardini, S. Rotunno Artrite reumatoide: clustering diseases A. Tamburello, L. Castelnovo, P. Faggioli Psoriasi: punta d’iceberg di malattie associate o sottese A. Guastalla Clustering diseases delle neoplasie P. Crispino, D. Colarusso CONCLUSIONI Multimorbilità, clustering diseases e politerapia: criteri di appropriatezza prescrittiva A. Nobili, F. Croset, A. Marengoni, P.M. Mannucci
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Fabbri, Guest Editors: L. M. y C. Nozzoli. "Malattie croniche da ricercare attivamente e mettere in trattamento nel paziente anziano multimorbido al momento della dimissione da un reparto di Medicina Interna a seguito di un ricovero per insufficienza respiratoria acuta attribuita a riacutizzazione di BPCO". Italian Journal of Medicine, 21 de diciembre de 2018, 1–97. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.7.

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Resumen
IntroduzioneP. Gnerre, L.M. Fabbri, C. Nozzoli Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento dello scompenso cardiacoP. Gnerre BPCO e cardiopatia ischemicaG. Vescovo Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento della fibrillazione atrialeD. Panuccio Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento dell’ipertensione arteriosaM. D’Avino, G. Caruso Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento di malattie croniche respiratorie concomitantiC. Nozzoli, L.M. Fabbri Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento delle dislipidemieG. Imperiale Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento del diabeteF. Costanzo, L. Magnani Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento del rischio tromboembolicoF. Dentali BPCO e arteriopatiaE. Maduli, E. Zoppis Criteri minimi per la diagnosi della vasculopatia cerebrale e delle malattie neurologiche degenerative nel paziente con BPCOI. Cova, S. Pomati, L. Pantoni Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento delle tireopatieM. Grandi, C. Sacchetti, S. Pederzoli Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento dell’osteoporosiP. Leandri, A. Cenni, S. Fiorino, G. Belmonte, R. Nardi Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento di eventuali malattie croniche renaliD. Manfellotto Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento di eventuali epatopatie cronicheL. Fontanella Criteri minimi per la diagnosi, valutazione di gravità e trattamento di eventuali malattie infiammatorie croniche dell’intestinoA. Lonardo, S. Lugari Criteri minimi per la diagnosi di fragilità, disabilità e multimorbilità ed interventi generali per tutti i pazienti anziani multimorbidi (vaccinazioni, attività fisica/intellettiva, dieta, ecc.)R. Antonelli Incalzi, C. Pedone La politerapia del paziente anziano con comorbilità: problematiche in causaF. Tangianu, R. Nardi, G. Pinna, A. Sacchetta, M. Campanini Esami di laboratorio essenziali per l’inquadramento del paziente anziano multimorbidoM. Pelloso, F. Tosato, M. Plebani Schemi riassuntivi
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