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Muzio, Marisa y Luca Argenton. "Psicologia dello sport: il benessere per la prestazione eccellente". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (mayo de 2021): 233–48. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11634.

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Lo studio delle relazioni tra attività fisica e qualità della vita rappresenta una delle aree di maggiore interesse per diverse discipline psicologiche, dalla psicologia della salute a quella applicata allo sport, fino alla psicologia del ciclo di vita. La psicologia dello sport, in particolare, si presenta oggi come area teoricoapplicativa in cui convergono e si integrano i contributi delle scienze dello sport e delle discipline psicologiche. In linea con le attuali tendenze della Positive Psychology, l'approccio applicativo tende a costruire il modello di funzionamento ottimale dell'atleta – sia nell'età dello sviluppo che ad alto livello agonistico – e a supportarne e svilupparne le condizioni di funzionamento ottimale. ? in questo quadro di riferimento che si contestualizzano gli studi sulla peak performance e sui peak moments in generale. Tra questi, l'articolo evidenzia e approfondisce la centralità del costrutto di flow sia in chiave teorica che nelle sue ricadute operative.
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Ghigi, Nicoletta. "Il Galileo di Husserl ne La Crisi delle scienze europee". Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 4, n.º 2 (22 de agosto de 2021): 129–36. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v4i2.27978.

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Muovendo dall’analisi del pensiero galileiano che Husserl svolge nella celebre conferenza di Praga, edita successivamente con il titolo di La crisi delle scienze europee, in questo lavoro ci si prefigge di mettere il luce come, nonostante i meriti che il padre della fenomenologia riconosca al filosofo scienziato Galileo Galilei, alcuni grandi errori filosofici si sono perpetuati nella storia proprio a seguito della divulgazione e applicazione del suo metodo alle scienze umane. Il concetto di quantificazione, ad esempio, nato dall’idea della matematizzazione della natura, ha condotto la riflessione scientifica della psicologia ad un vicolo cieco e ad una impossibilità reale di poter comprendere a fondo la complessa struttura della natura spirituale dell’essere umano. La riflessione (la “presa di coscienza storica”) sulla perpetuazione di una forma mentis che nasce dall’assunzione di tale metodo, può dunque, secondo Husserl, salvarci dalla profonda crisi in cui a conseguenza di ciò sono scivolate le scienze. Tanto più importante oggi, in un momento storico così articolato e delicato, in cui la psicologia ha assolutamente bisogno di tornare a dialogare con la dottrina dell’anima e con una considerazione della natura non quantificabile dello spirito umano e del mondo-della-vita.
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de Stefani, Lorenzo. ""Devesi parlare al popolo". Toponomastica risorgimentale e lapidi commemorative nel dibattito in consiglio comunale a Milano, 1859-1878". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 53–81. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132003.

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Il saggio affronta il tema della toponomastica come strumento di rafforzamento del sentimento nazionale dopo l'annessione di Milano al regno di Sardegna e successivamente allo stato italiano. Sono stati presi in considerazione i dibattiti in seno al Consiglio comunale circa il valore evocativo della titolazione delle strade ai principali simboli del Risorgimento nazionale e ai personaggi eccellenti nel campo delle lettere, delle arti, delle scienze, con particolare riferimento a quelli, nati a Milano o qui provvisoriamente residenti in qualche tempo, che hanno influenzato la vita civile, artistica e letteraria della cittŕ. L'operazione di "costruzione della memoria" lega insieme la necessitŕ di razionalizzare e modernizzare la cittŕ che si apprestava a diventare la "capitale morale" dello stato unitario (come confermato nella legislazione comunale e provinciale del 1865) con la preoccupazione di tenere vive le memorie locali, da far convivere in armonia con l'azione di costruzione della nazione dal punto di vista della lingua e delle memorie collettive. Ciň si unisce alla determinazione di celebrare i principali eventi della storia civile affiggendo lapidi come sintesi di un compendio della storia locale da offrire per la costruzione del popolo.
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Binetti, Paola. "La dimensione etica nella formazione infermieristica: un problema di stile di vita, di contenuti specifici e di integrazione culturale". Medicina e Morale 46, n.º 5 (31 de octubre de 1997): 939–62. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.869.

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La recente entrata in vigore della nuova Tabella XVIII ter, che contiene l’ordinamento didattico di tutti i diplomi universitari afferenti alla Facoltà di medicina offre, rispetto alla precedente, maggiori spazi per lo studio della Bioetica, sia come disciplina a sè stante sia come disciplina trasversale, punto di riferimento essenziale anche per gli altri corsi. La Bioetica, collocata al termine del corso di studi nel cuore del corso di Diritto sanitario, deontologia e Bioetica applicata, può trovare i suoi fondamenti culturali nello studio della Antropologia, - parte integrante delle Scienze umane previste nel II anno di Corso, e della Storia e Filosofia della Medicina, corso previsto nel III anno. La proposta formativa del LIU è quella di anticipare una serie di crediti del corso di Filosofia della Medicina al I anno, in modo da aumentare l’esposizione dello studente alle problematiche di tipo etico, inserendole fn dal primo momento nel suo progetto educativo. Obiettivo di fondo è quello di fare della Bioetica e delle sue implicazioni culturali la rete concettuale di riferimento, vera struttura portante, di tutto l’edificio formativo dello studente del DUI, dal momento che una vera innovazione oggi è possibile solo nel quadro di valori etici con cui l’infermiere si relaziona con il malato e la sua famiglia, elabora risposte coerenti per le nuove esigenze emergenti sul territorio e si dispone ad affrontare una linea di ricerca di alto profilo scientifico.
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Grocholewski, Zenon. "La bioetica e l’educazione al Vangelo della Vita". Medicina e Morale 53, n.º 2 (30 de abril de 2004): 225–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.641.

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L’articolo è incentrato sul tema dell’educazione in bioetica. Esso si divide in tre parti, ciascuna delle quali è affrontata partendo dalla considerazione che oggi riveste un’importanza notevole sviluppare un’autentica educazione al rispetto ed alla promozione della vita, nei luoghi in cui tale processo educativo avviene: nella famiglia, nella scuola e nelle altre istituzioni educative di diverso grado. Nella prima parte del contributo, l’Autore si sofferma sull’orizzonte culturale ed educativo del nostro tempo per quanto riguarda la bioetica, disciplina che ormai ha lasciato la torre eburnea in cui era inizialmente confinata per aprirsi al più vasto pubblico, agenzie educative comprese. Nella seconda parte dell’articolo viene affrontato il tema del fondamento antropologico dell’educazione, che per la Chiesa è costituito dalla persona e dal suo valore unico. Dopo uno sguardo alla necessità che l’educazione dell’uomo sia integrale, ossia che tenga presente tutto l’uomo, nella sua globalità, l’Autore conclude con alcune osservazioni per contestualizzare la bioetica nel processo educativo. Giovanni Paolo II più volte ha invitato coloro che svolgono nella società un ruolo educativo a “combattere” per una cultura della vita. La scuola, in tal senso, dovrebbe diventare campo di battaglia privilegiato, tenendo presenti alcuni presupposti fondamentali come l’individuazione delle implicazioni etico-morali che scaturiscono dai progressi delle scienze riguardo alla vita dell’uomo e delle altre specie, come pure dall’uso delle biotecnologie; l’impostazione delle modalità didattiche di approccio al problema, tenendo conto della interdisciplinarità dei problemi di bioetica; la formazione iniziale e permanente dei docenti.
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Levi Mortera, Emanuele. "Fra metafisica, scienze della natura e scienze della vita. Percorsi della causalità nella filosofia scozzese del common sense". RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, n.º 1 (marzo de 2018): 57–78. http://dx.doi.org/10.3280/sf2018-001003.

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Albisinni, Ferdinando. "Impresa agricola e scienze della vita nel diritto europeo dell’agricoltura". Przegląd Prawa Rolnego, n.º 2(29) (30 de diciembre de 2021): 61–100. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.2.

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Il lavoro indaga sulle linee evolutive del diritto agrario nella prospettiva europea, ponendo in evidenza le sfide e le criticità che nel XXI secolo hanno connotato le scelte operate nell’ambito della politica agricola comune. All’interno di questa prospettiva, specifica attenzione è assegnata ai temi dell’impresa agricola e della stessa perimetrazione dell’attività agricola; temi risalenti nell’ordinamento italiano, ma rilevanti anche nell’ordinamento polacco, come sottolineato più volte negli studi di Roman Budzinowski. L’analisi investe in particolare le riforme di questo secolo, dalla MTR del 2003 alle riforme del 2013 e del 2021 con la riscoperta dell’agricoltura come attività produttiva, sottolineando l’emergere di nuovi modelli sistemici, che finiscono per costruire Codici europei dell’agricoltura. Vengono poi richiamate le ultime novità introdotte dal Trattato di Lisbona, da alcuni recenti regolamenti in tema di controlli ufficiali e dai documenti della Commissione sul Green Deal europeo, con la connessa attenzione ai temi del benessere animale e della tutela di ogni forma di vita e dell’ambiente nella sua complessità e unità, per concludere che le complesse vicende di questi due primi decenni del XXI secolo si caratterizzano per la crescente attenzione verso le scienze della vita come elemento essenziale e connotante dell’attività dell’impresa agricola in tutte le sue diverse declinazioni.
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Baldini, V. "Infermieristica, Complessità e Filosofa". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 3 (26 de enero de 2018): 22–27. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1154.

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L'Assistenza infermieristica è oggi una scienza con propria identità epistemologica, lontano della condizioni di ancillarità a cui è stata relegata in certi momenti storici. L'articolo esplora le connessioni tra filosofia, antropologia e assistenza infermieristica alla ricerca delle origini e del profondo legame tra bisogni dell'umano, conoscenze ed esiti dell'assistenza infermieristica. Saranno menzionate la teoria della complessità, i legami sociali del gesto di cura, i diversi paradigmi che sono stati correlati alle pratiche clinico-assitenziali secondo Kuhn. Come la filosofia può aiutare il professionista a connettere se stesso con gli altri, così l'antropologia può guidare alla comprensione delle abitudini sociali e dei legami che condizionano comportamenti, scelte e sviluppi nella vita umana e nelle quotidiane pratiche assistenziali. Questo è il primo di una serie di 4 articoli che esporranno le specifiche aree delle scienze citate. (nursing)
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Scognamiglio, Alessia. "Le scienze della vita nel Settecento meridionale (1732-1806)". RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, n.º 2 (mayo de 2009): 347–49. http://dx.doi.org/10.3280/sf2009-002007.

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Galeazzi, Giancarlo. "Personalismo e personalismi. Storia e significati". Medicina e Morale 53, n.º 2 (30 de abril de 2004): 241–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.642.

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Ripercorrendo la storia dell’idea di persona e delle filosofie che l’hanno posta al centro della loro riflessione, l’Autore mostra che il personalismo è un concetto al plurale sia dal punto di vista diacronico che da quello sincronico. In particolare evidenzia come questa caratterizzazione pluralistica sia evidente nel nostro tempo, quando la persona è centrale non solo in filosofie di ispirazione religiosa, ma anche in alcune a connotazione laica, nonché in alcune scienze psicologiche e sociali. Tuttavia, secondo l’Autore, le diverse forme di personalismo possono essere ricondotte a due orientamenti principali: uno di carattere umanistico (ontologico o etico) e l’altro di carattere naturalistico (funzionalistico o analitico). Una tale distinzione si rivela efficace anche nel campo della bioetica in sostituzione di altre, che si sono rivelate discutibili, come quelle che contrappongono le impostazioni laica e religiosa, della qualità e della sacralità della vita, della disponibilità e della non disponibilità della vita. Di fronte al diversificato uso del termine persona, l’Autore, pur riconoscendo che ciò ha determinato una certa equivocità, sostiene l’opportunità non di abbandonarlo, bensì di conservarlo: con l’obbligo, però, di qualificare chiaramente le diverse impostazioni, in modo da favorire sia la presa di coscienza dell’attuale conflitto di visioni, sia l’utilità di un confronto tra queste teorie rivali. Solo puntualizzando quanto le accomuna e quanto le differenzia sarà possibile mettere in dialogo i diversi orientamenti, nella consapevolezza che sul tema della persona va cercata la risposta all’interrogazione antropologica, che, dopo l’antropocentrismo moderno e l’antiumanesimo postmoderno, si è resa impellente dal punto di vista teoretico ed etico.
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Mezzetti Pantanelli, Renata. "Movimento espressivo e bioenergetica: un percorso di vita". GROUNDING, n.º 2 (enero de 2013): 85–93. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002007.

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L'autrice č stata insegnante di Ginnastica Ritmica all'ISEF-IUSM (Istituto Superiore di Educazione Fisica, poi Istituto Universitario di Scienze Motorie) di Roma. Ha frequentato il 2° Training di formazione in analisi bioenergetica della Siab con lo scopo di integrare i fondamenti dell'analisi bioenergetica con la ginnastica ritmica. Il contributo illustra il frutto dell'integrazione nei suoi elementi principali, fornendo anche una revisione del concetto stesso di sport. L'autrice ha, inoltre, sviluppato l'insegnamento della ginnastica ritmica per gli allievi maschi in gruppi misti.
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Blasimme, Alessandro. "Governare la biomedicina: l'etica della ricerca scientifica come questione pubblica". PARADIGMI, n.º 1 (abril de 2011): 127–43. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-001008.

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L'articolo prende in esame i problemi etici connessi con le scienze della vita e i modelli di decisione pubblica messi in atto per fare fronte al crescente disaccordo morale sui metodi e gli scopi della ricerca. Mostra inoltre come negli ultimi decenni si siano affermati modelli didella scienza improntati a visioni differenti dei rapporti tra comunitŕ scientifica, comunitŕ bioetica e decisori pubblici. Fornisce infine un'analisi dei fondamenti teorici generali di tali modelli.
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Possenti, Vittorio. "La bioetica alla ricerca dei principi: la persona". Medicina e Morale 41, n.º 6 (31 de diciembre de 1992): 1075–96. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1082.

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Lo studio, premettendo che appare in questione il significato stesso dell'impresa etica nella vita umana, ritiene imprescindibile che l'uomo si interroghi sul significato dell"'esser morali", che l'Autore individua nella ricerca della luce del bene nell'ambito più generale dell'apertura all'essere. Da ciò si evince che le problematiche bioetiche basate su modelli di razionalità formali-astratte di tecniche logico-formali o sul "contrattualismo morale" conducono ad una bioetica povera di contenuto e di senso. Assume, perciò, valore emblematico e costituisce un crocevia imprescindibile per la soluzione di molti dei problemi delia bioetica, l'indagine meditante sulla persona nella sospensione della fretta. Le scienze biologiche non possono sapere alcunché della persona: ciò è di pertinenza del metodo filosofico, che è di tipo ontosofico. L'approccio che l'Autore ritiene consigliabile in bioetica al riguardo è, perciò, quello di operare uno "sguardo" antologico sulla realtà, la vita e l'essere uomini, dal quale sguardo emerga l'originalità e la specificità dell'essere persona: in una parola si tratta dell'approccio del "personalismo antologico''. Lo studio prosegue con l'analisi critica delle risposte filosofiche contemporanee alle seguenti due domande: "che cosa è persona?" e "chi è persona?" e si conclude con una sezione dedicata all'argomentazione in base a cui possibile attribuire lo status di persona all'embrione.
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Serra, Angelo. "Difficili nodi della bioetica oggi". Medicina e Morale 52, n.º 6 (31 de diciembre de 2003): 1151–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.657.

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Gli ultimi cinquant’anni del secolo XX hanno visto un progresso esponenziale nel campo delle scienze della vita. Ne seguirono e ne seguiranno grandi benefici per l’umanità. Nello stesso tempo, sotto la pressione di una cultura dominata da un pluralismo ideologico ed etico, che ha oscurato chiare certezze su valori umani essenziali, scienza e tecnologia imposero procedimenti e attività che ledono la dignità e i diritti dell’uomo. Tra questi in particolare: la produzione di embrioni in vitro a scopo riproduttivo o quale strumento di ricerca; la soppressione di embrioni e feti portatori di serie patologie già in atto o potenziali; e tentativi per il miglioramento della specie umana. Il contrasto sopra queste gravi deviazioni, che oggi prevalgono, è forte; ma è necessario, attraverso una adeguata istruzione su questi temi, illuminare chi è inconsciamente sedotto da queste novità, senza sapere i gravi danni che ne conseguono per tutta la società.
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Mattioli, Francesco. "I vent'anni di un binomio impegnativo (Psicoterapia e Scienze Umane 1967-1986)". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2012): 416–22. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003006.

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Dopo una nota introduttiva di Pier Francesco Galli sul ruolo dell'intellettuale e sul significato di "capitale intellettuale" (Intellectual Capital), vengono ripubblicati tre documenti: la prefazione di Giulio Sapelli a una raccolta di scritti di Armando Marchi (Il dragomanno e il dilemma del senso. Scritti editi e inediti. Milano: Guerini e Associati, 2010) in cui riflette sul ruolo dell'intellettuale; un capitolo di questo libro ("Persone: da risorse a capitale. Alcune questioni aperte sul valore d'uso della teoria dell'Intellectual Capital") in cui Armando Marchi (1955-2008) riflette sulla sua esperienza come responsabile del Barilla Lab for Knowledge and Innovation quando lavorava alla gestione delle risorse umane della Barilla; una recensionesaggio di Francesco Mattioli del numero speciale (3/1986) per il ventesimo anno della rivista Psicoterapia e Scienze Umane ("I vent'anni di un binomio impegnativo", apparsa in la Rivisteria, 1987, 10: 30-33), in cui viene descritto il ruolo di questa rivista nella vita culturale italiana degli anni 1960-80.
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Donati, Luigi y Mariachiara Tallacchini. "Ingegneria tessutale: bioetica e prodotti bioartificiali". Medicina e Morale 46, n.º 2 (30 de abril de 1997): 267–85. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.882.

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Con ingegneria tessutale (IT) si fa riferimento a un campo disciplinare che applica i principi dell’ingegneria e delle scienze della vita per la realizzazione di sostituti biologici che ripristinino, mantengano o migliorino le funzioni di tessuti o organi. Questo nuovo settore di ricerca e applicazione clinica, che attualmente consente di realizzare principalmente cute, cartilagine e osso semiartificiali, può in prospettiva sostituire le tecnologie dei trapianti di organi naturali. Ma l’ingegneria dei tessuti pone dei quesiti bioetici: alcuni di tipo generale, implicati anche da altre questioni di interesse bioetico, altri ad essa peculiari. Quesiti generali sono, per esempio, i limiti della donazione di tessuti e i rapporti tra il mercato e la scienza. Un problema che l’ingegneria dei tessuti pone invece con sfumature inedite verte sullo statuto da riconoscere ai prodotti bioartificiali: entità che utilizzano (in alcuni casi) tessuti umani, ma che si collocano al confine tra naturale e artificiale. Interessante è, inoltre, nella ridefinizione della coppia naturale/artificiale, il ruolo assunto dal diritto, che in particolare con le norme sulla brevettabilità del biologico - integra ormai la scienza nella definizione delle stesse realtà scientifiche, e che diventa, quindi, al pari della scienza, un elemento fatturale da sottoporre al vaglio etico. Data la novità della materia, l’articolo ha un intento essenzialmente descrittivo: l’esposizione dei più importanti conseguimenti dell’ingegneria dei tessuti e dei temi di interesse bioetico che esigono un dibattito.
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Accendere, Pier Davide. "La regola e l'eccezione nelle scienze della vita (XVII-XX secc.)". RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, n.º 2 (mayo de 2017): 343–46. http://dx.doi.org/10.3280/sf2017-002010.

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Fera, D., V. Bonori, M. T. De Marco, M. P. Fiorito, M. P. Potenza y L. Tridici. "Nursing multiculturale in emodialisi: diffcoltà e opportunità". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 2 (26 de enero de 2018): 93–96. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1146.

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Sul principio di Human Care nasce il concetto più ampio di Nursing transculturale che tratta del prendersi cura dell'individuo o di un gruppo per migliorarne la condizione o lo stile di vita. Il Nursing transculturale promuove riflessioni sulle continue modifiche della società le cui prime criticità assistenziali sono quelle linguistiche, grande ostacolo comunicativo tra infermiere e paziente. L'obiettivo diventa darsi strumenti culturali e pratici che nella quotidianità siano utili per migliorare la comunicazione e favorire l'instaurarsi del rapporto di educazione terapeutica. Focus group, analisi della letteratura, analisi e condivisione delle difficoltà del gruppo assistenziale sono i primi passi attuati nel percorso di miglioramento. Il ricorso alla risorsa del mediatore culturale è stato uno strumento di facile accesso e utilizzo. Nasce l'esigenza di rendere l'assistenza culturalmente competente con il contributo dell'antropologia a complemento delle scienze infermieristiche.
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Sapelli, Giulio. ""Capitale intellettuale" tra pratica e teoria. Prefazione alla raccolta di scritti di Armando Marchi". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2012): 403–8. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003004.

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Dopo una nota introduttiva di Pier Francesco Galli sul ruolo dell'intellettuale e sul significato di "capitale intellettuale" (Intellectual Capital), vengono ripubblicati tre documenti: la prefazione di Giulio Sapelli a una raccolta di scritti di Armando Marchi (Il dragomanno e il dilemma del senso. Scritti editi e inediti. Milano: Guerini e Associati, 2010) in cui riflette sul ruolo dell'intellettuale; un capitolo di questo libro ("Persone: da risorse a capitale. Alcune questioni aperte sul valore d'uso della teoria dell'Intellectual Capital") in cui Armando Marchi (1955-2008) riflette sulla sua esperienza come responsabile del Barilla Lab for Knowledge and Innovation quando lavorava alla gestione delle risorse umane della Barilla; una recensionesaggio di Francesco Mattioli del numero speciale (3/1986) per il ventesimo anno della rivista Psicoterapia e Scienze Umane ("I vent'anni di un binomio impegnativo", apparsa in la Rivisteria, 1987, 10: 30-33), in cui viene descritto il ruolo di questa rivista nella vita culturale italiana degli anni 1960-80.
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Marchi, Armando. "Persone: da risorse a capitale. Alcune questioni aperte sul valore d'uso della teoria dell'Intellectual Capital". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2012): 409–15. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003005.

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Dopo una nota introduttiva di Pier Francesco Galli sul ruolo dell'intellettuale e sul significato di "capitale intellettuale" (Intellectual Capital), vengono ripubblicati tre documenti: la prefazione di Giulio Sapelli a una raccolta di scritti di Armando Marchi (Il dragomanno e il dilemma del senso. Scritti editi e inediti. Milano: Guerini e Associati, 2010) in cui riflette sul ruolo dell'intellettuale; un capitolo di questo libro ("Persone: da risorse a capitale. Alcune questioni aperte sul valore d'uso della teoria dell'Intellectual Capital") in cui Armando Marchi (1955-2008) riflette sulla sua esperienza come responsabile del Barilla Lab for Knowledge and Innovation quando lavorava alla gestione delle risorse umane della Barilla; una recensionesaggio di Francesco Mattioli del numero speciale (3/1986) per il ventesimo anno della rivista Psicoterapia e Scienze Umane ("I vent'anni di un binomio impegnativo", apparsa in la Rivisteria, 1987, 10: 30-33), in cui viene descritto il ruolo di questa rivista nella vita culturale italiana degli anni 1960-80.
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Minelli, Alessandro. "Francesca Michelini & Jonathan Davies (a cura di), Frontiere della biologia. Prospettive filosofiche sulle scienze della vita". History and Philosophy of the Life Sciences 36, n.º 3 (7 de septiembre de 2014): 456–58. http://dx.doi.org/10.1007/s40656-014-0026-x.

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Valentini, Vincenzo, Elisa Marconi, Loredana Dinapoli y Calogero Casà. "Come cambia la percezione della professione medica di fronte alla richiesta di morte". Medicina e Morale 71, n.º 4 (22 de diciembre de 2022): 413–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1218.

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Nel contesto di una società in continua e rapida evoluzione, la morte si ripresenta come una ineludibile tematica di peculiare urgenza esistenziale. Sebbene, infatti, il progresso tecnologico e delle scienze mediche abbia facilitato una risposta tecnica alla domanda di salute che sempre di più incontra metodiche multimodali e multidisciplinari di terapia, la tecnologia di cura relega spesso il paziente ad una solitudine esistenziale dove, pur in presenza di una terapia per la sua malattia, non trova spazio una relazione di cura per la sua sofferenza. Questa dicotomia della cura, che si suddivide da una parte nel “trattare” dall’altra nell’“essere presente”, porta, soprattutto nel contesto del fine vita, al rischio di attestare la cura al solo livello tecnico, rendendo ‘giustificata’ la richiesta del paziente al medico di ‘somministrare il fine vita’, sopprimendo l’eco relazionale di ritorno del medico di fronte al bisogno umano del paziente. Lo scopo di questo articolo è di recuperare le riflessioni legate all’esperienza clinica ed umana propedeutiche ad accompagnare il paziente in un percorso relazionale offrendogli, nelle varie fasi della cura, una “eco di ritorno”, utili a non comprimere la percezione del medico a livello di somministratore automatico.
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Neumann, Christian Alexander. "Perspektiven einer Gerontomediävistik". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, n.º 1 (1 de marzo de 2019): 387–405. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0017.

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Riassunto Nel tardo Ottocento ebbero inizio, soprattutto nei paesi occidentali industrializzati, dei fondamentali ed eccezionali processi di trasformazione demografica che, fino ad oggi, hanno condotto a una società invecchiata. Nei prossimi anni tale tendenza s’intensificherà ulteriormente e farà della vecchiaia una delle tematiche sociali e di ricerca più rilevanti. Nell’introduzione si confronta questo fenomeno con alcuni aspetti importanti dell’evoluzione che si verificò nell’età premoderna, e soprattutto nel Medioevo, allo scopo di enucleare alcune differenze significative. I paragrafi successivi offrono in primo luogo una panoramica sullo stato della ricerca medievistica relativa alla vecchiaia. In secondo luogo delineano lo sviluppo della gerontologia moderna che, a partire dagli anni Settanta, si è aperta alle scienze umanistiche, andando ben oltre le discipline tradizionali della medicina, biologia, sociologia e psicologia. La ricerca medievistica ha iniziato a dedicarsi a questioni sulla vecchiaia negli anni ’80 del secolo scorso, riallacciandosi a tematiche suggerite dagli approcci più recenti della gerontologia, e le ha approfondite in particolare negli ultimi anni. Nonostante tali convergenze raramente si sono state intraprese vere e proprie indagini interdisciplinari. Nel quarto paragrafo si discute in primo luogo se teorie e concetti tratti dalla gerontologia si adattino a temi storici. Inoltre si abbozzano le prospettive legate a una „gerontomedievistica“, vale a dire un approccio medievistico alla gerontologia, che riguardano in particolare le concezioni sulle diverse età dell’uomo, sulla vecchiaia e sull’invecchiamento, sul corso della vita e sulla sapienza degli anziani. L’approccio potrebbe essere allargato agli „studi storici sulla vecchiaia“ che comprendono tutte le epoche storiche, e agli „studi storici sull’invecchiamento“ che includono tutte le età dell’uomo.
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Roberti, Geraldina y Antonella Nuzzaci. "Orientati al futuro: percorsi di orientamento al lavoro per una scelta consapevole del corso di studio". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 2 (julio de 2021): 32–48. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12114.

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In Italia, l'accesso al sistema dell'istruzione terziaria è ancora limitato, come pure appare diffusa una certa irregolarità nel percorso di studio universitario; in funzione di tali considerazioni, il contributo è volto a riflettere sulle azioni di orientamento messe a punto dall'Università dell'Aquila, nell'ambito del progetto "Super", per accrescere negli studenti la conoscenza delle specificità del Corso di Laurea Interclasse L-19&L39 in Scienze della formazione e del servizio sociale e intervenire positivamente nella costruzione dei profili e delle prefigurazioni professionali da parte degli studenti coinvolti. Nell'ottica di rafforzare la collaborazione tra scuola, università e mondo del lavoro e garantire un dialogo efficace con i docenti e gli altri stakeholder interni ed esterni all'Università, i responsabili dell'iniziativa hanno dato vita a un progetto formativo, articolato in diversi step, che ha coinvolto quattro istituti superiori abruzzesi. Nello specifico, il progetto ha previsto momenti diversi di orientamento, formazione e azione, ambientati in due setting differenti: la scuola e il Dipartimento di Scienze umane dell'Università dell'Aquila. Realizzato attraverso un percorso di presentazione dei contenuti core del Corso di Studio, di illustrazione degli obiettivi e dei saperi pratici relativi alle professioni di educatore e di assistente sociale e di valutazione delle conoscenze apprese dagli studenti, il progetto ha conseguito gli esiti formativi e di orientamento illustrati nell'articolo.
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Bonci, Maria Cristina, Davide Dagnino, Andrea Mandarino, Aaron Mazzini y Michele Piazza. "Revision of Ostrea (Gigantostrea) gigantica Solander var. oligoplana Sacco and Ostrea (Ostrea) isseli Rovereto (Oligocene, Tertiary Piedmont Basin, NW Italy)". Carnets de géologie (Notebooks on geology) 21, n.º 3 (24 de febrero de 2021): 55–66. http://dx.doi.org/10.2110/carnets.2021.2103.

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Resumen
The aim of this paper is the revision and redocumentation of Ostrea (Gigantostrea) gigantica Solander var. oligoplana Sacco, 1897, Ostrea (Ostrea) isseli n. denom. Rovereto, 1897, and Ostrea (Ostrea) isseli n. denom. var. elongata Rovereto, 1897. These taxa are from the Oligocene strata of the Molare Formation (Tertiary Piedmont Basin, southern Piedmont - central Liguria, NW Italy). The syntypes of O. (G.) gigantica var. oligoplana are in the "Collezione Bellardi e Sacco", at the Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino; the syntypes of O. (O.) isseli and O. (O.) isseli var. elongata are in the "Collezione BTP" (BTP Collection, at the Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita - DISTAV - of the Università di Genova). The var. oligoplana is here moved to the species rank and allocated to the genus Pycnodonte Fischer von Waldheim, 1835. O. (O.) isseli and O. (O.) isseli var. elongata are recognized as junior synonyms of the Sacco's taxon. Rovereto (1897) compared his new species with Ostrea subgigantea Raulin & Delbos, 1855, a poorly known taxon, that is here figured for the first time and shown to represent a species different from P. oligoplana (Sacco, 1897).
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Bolko, Marianna. "Eppur si muove? Forse, chissŕ". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 4 (diciembre de 2011): 481–87. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004005.

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Viene ripercorsa la storia del movimento psicoanalitico dissidente, formato prevalentemente da colleghi del "Seminario Psicoanalitico di Zurigo" e del gruppo italiano di Psicoterapia e Scienze Umane, che culminň con la contestazione del congresso dell'International Psychoanalytic Association (IPA) di Roma del 1969 e la organizzazione di un contro-congresso allo scopo di criticare il sistema dell'analisi didattica e del training psicoanalitico tradizionale. I problemi sollevati allora rimangono oggi irrisolti, dopo piů di quarant'anni, come mostra anche la relazione di Otto F. Kernberg (vedi pp. 460-470 di questo n. 4/2011 di Psicoterapia e Scienze Umane). I membri del Seminario Psicoanalitico di Zurigo decisero di non entrare nella Societŕ svizzera di psicoanalisi ma di rimanere, come scelta teorica e politica, "analisti in formazione" a vita (Analytiker in Ausbildung). Infine, vengono discussi i motivi della cultura di sottomissione che č molto diffusa negli allievi in formazione presso le istituzioni psicoanalitiche.
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Clarke, Adele E. y Janet K. Shim. "Medicalizzazione e biomedicalizzazione rivisitate: tecno-scienze e trasformazioni di salute, malattia e biomedicina". SALUTE E SOCIETÀ, n.º 2 (julio de 2009): 223–57. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-002014.

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- In this article, we review the history of medicalization theory and then offer a historicized definition of biomedicalization. We consider the relationships between biomedicalization and other contemporary theorizing, seeking in particular to situate the concept explicitly in relation to recent scholarship on the politics of life itself. We discuss how biomedicalization processes dovetail with such politics of life as they are engaged individually, collectively, and at the level of population, including issues of bioeconomy, biocapital, citizenship and enhancement. We then address and respond to several critiques of biomedicalization theory, that question its newness, omnipresence, and determinism. In conclusion, we discuss the relations among medicalization, biomedicalization and medical sociology and offer directions for future research.Keywords: biomedicalization, medicalization, technoscience, health, politics of life, optimization.Parole chiave: biomedicalizzazione, medicalizzazione, tecnoscienza, salute, politica della vita, ottimizzazione.
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Hörnschemeyer, Jörg. "„Möchten Sie das Programm wirklich löschen?“". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, n.º 1 (1 de noviembre de 2019): 491–501. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0019.

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Riassunto Nucleo centrale dei digital humanities (DH) è lo sviluppo e l’analisi di metodi digitali che sono finalizzati a risolvere quesiti posti nell’ambito delle scienze umanistiche. La creazione di software ne costituisce un elemento fondamentale. Mentre i dati raccolti sono di regola punto di partenza e d’arrivo della ricerca, i processi trasformativi che, basati su calcoli algoritmici, conducono dall’uno all’altro, rappresentano lo sforzo intellettuale decisivo e vanno considerati il vero risultato scientifico. Il software dedicato alla ricerca scientifica nasce di solito nel corso di un processo creativo e combinatorio molto complesso che dipende da molteplici legami con altre risorse. Il ciclo di vita del software in questione è molto più breve e molto più soggetto a influenze esterne rispetto a quello dei classici dati di ricerca. Come forma particolare dei dati di ricerca, il software pone pertanto sfide particolari al processo di sviluppo e a una gestione sostenibile dei dati. Il riconoscimento del software come risultato di ricerca, la creazione di strutture istituzionali che offrono opportunità di carriera agli sviluppatori e alle sviluppatrici, e l’integrazione del software in infrastrutture sostenibili di dati di ricerca sono la chiave per un’attività di ricerca più trasparente e più qualificata.
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Muñoz, Rodrigo. "Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Scienze sociali e MagisteroCENTRO DI RICERCHE PER LO STUDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA, Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Scienze sociali e Magistero, Vita e Pensiero, Milano 2004, 945 pp., 18 x 25, ISBN 88-343-0588-4." Scripta Theologica 38, n.º 1 (23 de octubre de 2017): 305. http://dx.doi.org/10.15581/006.38.11533.

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CAROTI, STEFANO. "GEOFFREY E. R. LLOYD, Scienza folclore ideologia. Le scienze della vita nella Grecia antica. Torino, Boringhieri 1987 (« Società antiche »), 225 pp., bibl., ind." Nuncius 4, n.º 1 (1989): 287–88. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00509.

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ABBRI, FERDINANDO. "WALTER BERNARDI, Le Metafisiche dell'Embrione. Scienze della vita e filosofiada Malpighi a Spallanzani (1672-1793), Firenze, Leo S. Olschki Editore 1986, 503 pp. (« Biblioteca di storia della scienza n. 24 »)." Nuncius 1, n.º 2 (1986): 156–58. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00610.

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Pardo, José María. "Mario CASCONE, Diakonia della vita. Manuale di bioetica, Edizioni Universtità della Santa Croce («Collana di manuali dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare della Pontificia Università della Santa Croce»), Roma 2004, 428 pp., 15 x 21, ISBN 88- 8333-108-7." Scripta Theologica 38, n.º 1 (23 de octubre de 2017): 304. http://dx.doi.org/10.15581/006.38.11532.

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Silva, António O. José Marques da. "Dalla scomparsa ceramica romana alle identità frammentarie dei tempi postmoderni: sull’uso del concetto di identità nell’archeologia romana". Romanitas - Revista de Estudos Grecolatinos, n.º 8 (8 de marzo de 2017): 160. http://dx.doi.org/10.17648/rom.v0i8.16644.

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Resumen
Negli ultimi due decenni gli studi dell’archeologia romana hanno conosciuto un più rilevante slittamento concettuale. Durante questo periodo abbiamo assistito ad un graduale declino dell’uso del vecchio concetto di romanizzazione in seguito al rifiuto delle premesse epistemologiche che comportava. Allo stesso tempo, abbiamo constatato un uso via via più frequente del concetto di identità e la sostituzione del concetto di romanizzazione da parte di una forma di estensione di identità culturale romana, concepita come un’analogia con il processo di globalizzazione che definisce il mondo post-moderno nel quale viviamo. Attualmente sembra difficile scrivere sulla società romana senza utilizzare la parola identità. Possiamo leggere, spesso entro un medesimo testo, un autore che parla di identità romana, identità imperiale, identità indigena, identità etnica, identità locale, identità culturale, identità spirituale o auto-identità, e la relazione fra queste identità frammentate con la cultura materiale di epoca romana. In quanto tale, l’applicazione polisemica di questo concetto nell’archeologia romana deve essere intesa alla luce del suo uso transdisciplinare tra scienze sociali e, allo stesso tempo, come nozione nel linguaggio comune della vita quotidiana. In questa comunicazione mi prefiggo di affrontare la questione di come la concezione post‑moderna del concetto di identità si ripercuota sulle modalità con cui noi ci accostiamo alla cultura materiale nell’archeologia romana; mi propongo di discutere se il concetto possa realmente aiutarci a comprendere come le persone classificassero se stesse in epoca romana.
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Silva, António O. José Marques da. "Dalla scomparsa ceramica romana alle identità frammentarie dei tempi postmoderni: sull’uso del concetto di identità nell’archeologia romana". Romanitas - Revista de Estudos Grecolatinos, n.º 8 (8 de marzo de 2017): 160. http://dx.doi.org/10.17648/romanitas-n8-16644.

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Negli ultimi due decenni gli studi dell’archeologia romana hanno conosciuto un più rilevante slittamento concettuale. Durante questo periodo abbiamo assistito ad un graduale declino dell’uso del vecchio concetto di romanizzazione in seguito al rifiuto delle premesse epistemologiche che comportava. Allo stesso tempo, abbiamo constatato un uso via via più frequente del concetto di identità e la sostituzione del concetto di romanizzazione da parte di una forma di estensione di identità culturale romana, concepita come un’analogia con il processo di globalizzazione che definisce il mondo post-moderno nel quale viviamo. Attualmente sembra difficile scrivere sulla società romana senza utilizzare la parola identità. Possiamo leggere, spesso entro un medesimo testo, un autore che parla di identità romana, identità imperiale, identità indigena, identità etnica, identità locale, identità culturale, identità spirituale o auto-identità, e la relazione fra queste identità frammentate con la cultura materiale di epoca romana. In quanto tale, l’applicazione polisemica di questo concetto nell’archeologia romana deve essere intesa alla luce del suo uso transdisciplinare tra scienze sociali e, allo stesso tempo, come nozione nel linguaggio comune della vita quotidiana. In questa comunicazione mi prefiggo di affrontare la questione di come la concezione post‑moderna del concetto di identità si ripercuota sulle modalità con cui noi ci accostiamo alla cultura materiale nell’archeologia romana; mi propongo di discutere se il concetto possa realmente aiutarci a comprendere come le persone classificassero se stesse in epoca romana.
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Calvini, Mara, Maria Stella Siori, Spartaco Gippoliti y Marco Pavia. "Catalogue of the primatological collection of the Torino University". Natural History Sciences 3, n.º 2 (10 de octubre de 2016): 3. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2016.286.

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The revised catalogue of primatological material stored in the Museo Regionale di Scienze Naturali of Torino and in the Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi of the Università degli Studi di Torino and belonging to the historical material of the Torino University is introduced. The material, 494 specimens belonging to 399 individuals of 122 taxa, is of particular importance since specimens were mainly obtained during the 19th Century and the beginning of the 20th Century. A relevant part of the collection was created by the collaborators of the Museum, among which it is worth to mention F. De Filippi, A. Borelli and E. Festa, while other material came from purchases and donations from private people or the Royal Zoological Garden of Torino. Great part of the specimens is stuffed but also the osteological materials are of particular importance, as many of them derived from the specimens before being prepared and consisting of skulls or more or less complete skeletons. After this revision, the Lectotype and Paralectotypes of <em>Alouatta</em> <em>palliata</em> <em>aequatorialis</em> have been selected, and the type-specimen of the <em>brunnea</em> variety of <em>Cebus</em> <em>albifrons</em> <em>cuscinus</em> has been recognized. In addition, some specimens of particular historical-scientific importance have also been identified and here presented for the first time.
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GUARNIERI, PATRIZIA. "MARIO GALZIGNA, Conoscenza e dominio. Le scienze della vita tra filosofia e storia, post-fazione di Jacques Roger, Verona, Bertani 1985, 226 pp., L. 15.000." Nuncius 1, n.º 2 (1986): 185. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00818.

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Pacciolla, Aureliano. "EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN". Studia Philosophica et Theologica 18, n.º 2 (7 de diciembre de 2019): 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. Ales Bello, Angela, Empathy, a return to reason, in The self and the other. The irreducibile element in a man. Part I, ed. by A. T. Tymieniecka, Dordrecht-Boston, Reidel Publishing Company, in «Analecta Husserliana», 6 (1977), pp. 143-149. – Edith Stein: da Edmund Husserl a Tommaso D’Aquino. In Memorie Domenicane, n. 7, n.s., 1976. – Edmund Husserl e Edith Stein. La questione del metodo fenomenologico, in «Acta Philosophica», 1 (1992), pp. 167-175. – Fenomenologia dell’essere umano – Lineamenti di una filosofia al femminile, Città Nuova, Roma 1992. – Analisi fenomenologica della volontà. Edmund Husserl ed Edith Stein, in «Per la filosofia», 1994, n. 31, pp. 24-29. – Lo studio dell’anima fra psicologia e fenomenologia in Edith Stein, in Sogno e mondo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995, pp. 7-25. – Edith Stein. Invito alla lettura, Edizioni San Paolo, Milano 1999. – Edith Stein, Piemme, Casale Monferrato 2000. – Empatia e dialogo: un’analisi fenomenologica, in A. DENTONE (a cura di), Dialogo, silenzio, empatia, Bastoni Editrice Italiana, Foggia 2000, pp. 65-85. – L’universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di Edmund Husserl, Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, Edizioni ETS, Pisa 2003. – Persona e Stato in Edith Stein in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein. Una vita per la verità, «Quaderni dell’AIES», n. 1, Edizioni OCD, Roma 2005. – Edith Stein: lo spirito umano in cammino verso la santità in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein.Lo Spirito e la santità, «Quaderni dell’AIES», n. 2, Edizioni OCD, Roma 2007. Alfossi, Maura. et al., Guarire o curare? Comunicazione ed empatia in medicina, La Meridiana, Molfetta (BA), 2008. Balzer, Carmen, The Empathy Problem in Edith Stein, in Huusserlian Phenomenology in a New Key. Intersubjectivity, Ethos, the Social Sphere, Human Encouter, Pathos, ed. by A. T. Tymieniecka, Kluwe Academic Publisher, Dordrecht-Boston-London, in «AnalectaHusserliana», 35 (1991), pp. 271-278. 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Manganaro, Maria. "DALLA LINGUA MATERNA ALLA SECONDA LINGUA". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, n.º 2 (28 de octubre de 2016): 359. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.677.

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Resumen
Abstract.Learning a second language, in addition to the mother tongue, helps to significantly improve the maturation and cultural education of the child, and to enhance its expressive and communicative skills. The 85 New Programs for the Primary School, emphasize the need to strengthen the pupils’ ability to make linguistic relationship with various interlocutors using the language in its variety of codes and its main functions. You need to direct the child to take account of extra-linguistic elements (situations, characters, topics, roles) as a fundamental condition for understanding texts and to produce oral and written messages, in relation to cognitive situations. On 1 September 2012, the Minister Profumo issues the New Indications, maintaining continuity with the previous ones. They assume an intercultural aspect, which concerns, not only the presence of foreign students in the classes, but also an open attitude towards the world and the reality of which the younger generation will be part. In recent years, mankind has achieved a considerable progress in the field of mass communication, the economic and cultural exchanges with different peoples and in the field of science and technology; hence the use of foreign languages is becoming indispensable tool of modern man, open to a broader vision of life. In this regard, school is primarily called to make its contribution, because it first must fulfill these needs, as an institution to which it is specifically entrusted with the task of preparing the new generations in society. So the early teaching of a second language is possible, as long as you lay down clearly achievable goals and implement a suitable educational mediation. In addition, to know how one acquires a language, you have to observe the evolution in the period of growth of the child since he is infant and, above all, the relationship between language and thought.Keywords: Learning a second language - L2 - Bilingualism - Learning motivationRiassunto.Apprendere una seconda lingua oltre a quella materna contribuisce a migliorare in modo considerevole la maturazione e la formazione culturale del bambino, nonché a potenziare le sue capacità espressive e comunicative. I Nuovi Programmi dell’85, per la Scuola Elementare, mettono in evidenza la necessità di potenziare nell’alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con interlocutori diversi usando la lingua nella sua varietà di codici e nelle sue numerose funzioni. Bisogna avviare il bambino a tener conto degli elementi extralinguistici (situazioni, personaggi, argomenti, ruoli) come condizione fondamentale per comprendere testi e per produrre messaggi, orali e scritti, rapportati alla situazione cognitiva. Il 1° Settembre 2012 il Ministro Profumo emana le nuove indicazioni, mantenendo una continuità con quelle precedenti. Esse assumono un carattere interculturale, che non riguarda soltanto la presenza di alunni stranieri nelle classi, ma anche un atteggiamento di apertura verso il mondo e la realtà in cui si troveranno le giovani generazioni. Negli ultimi anni l’umanità ha raggiunto un notevole progresso nell’ambito delle comunicazioni di massa, degli scambi economico-commerciali e culturali con diversi popoli e nel campo delle scienze e della tecnologia, di conseguenza l’uso delle lingue straniere è diventato strumento indispensabile dell’uomo moderno, aperto ad una visione più ampia ed universale della vita. A tal proposito, la scuola è chiamata principalmente a dare il suo contributo, perché essa in primo luogo, come istituzione a cui è specificatamente affidato il compito di preparare le nuove generazioni alla vita sociale, deve assolvere a queste necessità. Dunque l’insegnamento precoce di una seconda lingua è possibile, purché si fissino chiaramente gli obiettivi raggiungibili e si attui un’ idonea mediazione didattica. Inoltre, per sapere come si acquisisce una lingua, bisogna osservare le evoluzioni nel periodo di crescita del bambino sin da quando è infante e, soprattutto il rapporto intercorrente tra linguaggio epensiero.Parole Chiave: Apprendere una seconda lingua- L2- Bilinguismo- Motivazione all’apprendimento
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Harrison, S. J. "Pier Vincenzo Cova: Il poeta Vario. (Scienze filologiche e storia, Brescia, 2.) Pp. 144. Milan: Vita e Pensiero: Pubblicazioni della Università Cattolica del Sacro Cuore. Paper, L. 20,000." Classical Review 40, n.º 2 (octubre de 1990): 487. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00254929.

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ABBRI, FERDINANDO. "WALTER BERNARDI, Le Metafisiche dell'Embrione. Scienze della vita e filosofiada Malpighi a Spallanzani (1672-1793), Firenze, Leo S. Olschki Editore 1986, 503 pp. (« Biblioteca di storia della scienza n. 24 »)." Nuncius 1, n.º 2 (1 de enero de 1986): 156–58. http://dx.doi.org/10.1163/221058786x00614.

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Banfi, Enrico y Agnese Visconti. "The history of the Botanic Garden of Brera during the Restoration of the Austrian Empire and the early years of the Kingdom of Italy". Natural History Sciences 1, n.º 2 (24 de noviembre de 2014): 81. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2014.203.

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Resumen
Here, we reconstruct the history of the Botanic Garden of Brera of Milan from the Restoration of the Austrian Empire up to the early years of the Kingdom of Italy, when in 1863 the garden passed hands from the Liceo di Sant’Alessandro to the Istituto Tecnico Superiore of Milan. The reconstruction is based mostly on unpublished documentation preserved at the Archivio di Stato of Milan, the Biblioteca Braidense of Milan, the libraries of the Museo di Storia Naturale of Milan and the Archivio di Stato of Milan, the Archivio del Liceo Classico Statale Cesare Beccaria of Milan, the historical archives of the Politecnico of Milan, the Biblioteca di Biologia Vegetale, Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, University of Turin, the Autografoteca Botanica of the Botanical Garden of the University of Modena, and the library of the Botanical Garden of the University of Padova. Overall, the period was one of slow decline for the Botanic Garden of Brera, against which successive directors – namely, Antonio Bodei, Francesco Enrico Acerbi, Giuseppe Balsamo Crivelli, Vincenzo Masserotti and Giustino Arpesani – combatted in vain. In particular, Balsamo Crivelli fought with great passion for many years to keep the level of the Botanic Garden of Brera at a satisfactory level, but he did not achieve the desired aim. However, he complied a partial list of the garden’s plants, of which an updated version is presented here.
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Canzi, Elena, Laura Ferrari, Giulia Lopez, Francesca Vittoria Danioni, Sonia Ranieri, Miriam Parise, Ariela Francesca Pagani et al. "Essere genitori durante l'emergenza COVID-19: stress percepito e difficoltà emotive dei figli". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 1 (marzo de 2021): 29–46. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-001003.

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Un crescente numero di studi ha documentato l'impatto negativo delle misure restrittive di contenimento del contagio da COVID-19 sul benessere psicologico dei minori. Meno indagato è il ruolo dello stress genitoriale e il contributo dei diversi stressor sperimentati dai genitori sul malessere dei figli. Il presente studio cross-sectional intende esplorare il legame tra le difficoltà emotive dei minori (3-17 anni) e alcune specifiche fonti di stress sperimentate dai genitori in seguito al primo lockdown e quali di esse contribuiscano al malessere dei figli. 506 genitori italiani hanno compilato un questionario online a fine giugno 2020. I risultati mostrano un'influenza significativa dello stress legato alla limitazione della vita sociale e alla gestione della vita familiare, suggerendo l'importanza di interventi mirati su questi aspetti per ridurre l'impatto negativo della pandemia e promuovere il benessere della generazione più giovane.
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De Luca Tamajo, Raffaele. "Massimo D'Antona, esperto "strutturista": l'erosione dei pilastri storici del diritto del lavoro". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 121 (abril de 2009): 185–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121011.

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Nel saggio del 1998 Massimo D'Antona mette a fuoco l'erosione di quattro pilastri su cui č stato edificato il diritto del lavoro della seconda metŕ del '900: la sovranitŕ dello stato-nazione, incalzato da istituzioni sovranazionali; l'organizzazione della grande fabbrica industriale, alterata da esternalizzazione e decentramenti; la stabilitŕ del progetto lavorativo e di vita "dalla scuola alla pensione"; il mito della rappresentanza generale delle organizzazioni sindacali storiche. Si chiede, pertanto, su quali basi possa essere rifondata l'identitŕ del diritto del lavoro. La "rilettura" si propone di saggiare la tenuta dell'analisi a dieci anni di distanza.
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Calise, Mauro. "L'ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL GOVERNO". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, n.º 2 (agosto de 1987): 209–31. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001666x.

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Resumen
IntroduzioneIl concetto di istituzionalizzazione continua ad avere un'accoglienza difficile negli studi politologici. Da Bentley a Easton, la scienza politica si è sviluppata contrapponendo la politica come processo alla politica come stato, e non v'è dubbio che le istituzioni rafforzino il versante strutturale di questa dicotomia. Parlare di istituzioni in scienza politica pone l'accento sul fatto che i comportamenti tendono a cristallizzarsi, le azioni si oggettivizzano. Fino a risollevare il vecchio dubbio che le istituzioni obbediscano a una propria logica autonoma, tant'è che gli analisti delle politiche pubbliche sono tornati a chiedersi «perché la forma dovrebbe seguire la funzione». In America, si è cominciato a parlare di «new institutionalism» per richiamare l'attenzione sulla perdurante importanza dei fattori organizzativi nella vita politica. In contrasto con gli assunti behavioristi, «la maggior parte degli attori principali nei moderni sistemi economici e politici sono organizzazioni formali, e le istituzioni della legge e della burocrazia occupano un ruolo dominante nella vita contemporanea». Il tentativo di Huntington, alla fine degli anni sessanta, di fondare sul concetto di istituzionalizzazione una teoria empirica dello sviluppo politico sembra dunque approdato alla riscoperta delle istituzioni come gabbia del mutamento.
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Manzalini, Antonio. "Immagini Interiori come Informazione Quantistica della Vita". Scienze Biofisiche 1, n.º 2 (17 de marzo de 2023): 1–8. http://dx.doi.org/10.48274/ibi17.

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Questo articolo trae ispirazione dal modello della coscienza come campo quantistico descritto in [1] e ne estende la prospettiva da punto di vista psico-analitico. In particolare, modello di coscienza adottato è basato sull'estensione, per gli esseri viventi, della teoria di de Broglie – Bohm: il potenziale di coscienza associato a tale campo è definito come un'informazione quantistica attiva (denominato onda pilota della vita) che organizza e dirige la vita di un organismo attraverso processi di rottura della simmetria, come descritti dalla Teoria Quantistica dei Campi [2]. Inoltre, tale informazione attiva (associabile alla curvatura del campo di coscienza) si dimostra essere espressione di condensazioni dei bosoni di Nambu Goldstone derivanti dalle suddette rotture di simmetria. In particolare, il contributo di questo articolo riguarda l’idea che l’organismo vivente crei e percepisca delle corrispondenze tra delle “immagini interiori” e le dinamiche dell’onda pilota della vita (estensione del concetto di potenziale quantistico), ovvero di quella informazione quantistica attiva che organizza e dirige la sua vita. In questo caso il concetto di immagine va inteso in senso allargato. Le immagini sono viste come emozioni, sensazioni, simboli, archetipi... che a loro volta corrispondono, dal punto di vista della fisica quantistica, a condensazioni dei bosoni di Nambu Goldstone.
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Mele, V. y S. Giardina. "La bioetica che interroga la letteratura nel locus antropologico: l’ermeneutica di una voce letteraria sul tema della tecnocrazia". Medicina e Morale 52, n.º 2 (30 de abril de 2003): 263–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.670.

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L’oggetto materiale del lavoro è stato quello di delineare i fondamenti epistemologici della tecnica, di inquadrarli nel periodo immediatamente antecedente alla nascita della bioetica come disciplina sensu stricto e, infine, di far emergere le conseguenze che la tecnologia ha avuto sul vissuto antropologico e sull’umano nell’epoca contemporanea. L’avvento della tecnologia si impone come una delle radici storiche della bioetica. Infatti, le nuove possibilità tecnologiche offerte dalla scienza pongono nuovi quesiti che necessitano d’urgenza una risposta etica. Tali possibilità non minacciano soltanto la salute, la vita dell’uomo e la sopravvivenza dell’intero pianeta, ma possono arrivare a “sconvolgere” l’identità stessa dell’uomo, la sua struttura antropologica. A questo punto la tecnologia da mezzo diventa fine, e la tecnologia si trasforma in tecnocrazia. Partendo dalla concezione che la letteratura è uno strumento di conoscenza che si avvale di strumenti diversi, ma non per questo meno validi, di quelli della scienza, gli autori hanno utilizzato come strumento di indagine per delineare il rapporto uomo-tecnologia alcuni testi dello scrittore Paolo Volponi in cui è evidente la presa di coscienza e la denuncia da parte dello scrittore del riduzionismo antropologico operato dal mondo tecnologico. In altre parole, la letteratura viene assunta quale oggetto formale per delineare l’avvento della tecnocrazia sull’uomo. Scopo del lavoro è inoltre far emergere l’importanza e l’effettiva realizzazione di un dialogo tra discipline diverse: il discorso sulla portata etica della tecnologia si muove oscillando dal terreno più squisitamente etico della bioetica a quello umanistico-antropologico definito dalla letteratura, e viceversa.
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Magnolo, Stefano y Alessandro Taurino. "Il Diritto, La Scienza e La Tecnologia". Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 16, n.º 23 (1 de julio de 2018): 13. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v16i23.p13-27.2018.

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Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione giocano un ruolo rilevante per i sistemi sociali coinvolti. Per questo la descrizione teorica della società non può trascurare la dipendenza sempre maggiore della società moderna dalla tecnologia. Il nostro articolo si prefigge l’obiettivo di esaminare il progresso tecnologico dal punto di vista della evoluzione degli strumenti giuridici regolativi delle nuove tecnologie. Si tratta di un punto di vista sociologico-giuridico dove è in gioco la dinamica dell’evoluzione del diritto rispetto alla evoluzione della società. Diversamente da altri settori del diritto, esempio classico il diritto di famiglia, qui non c’è una tradizione consolidata alla quale riferirsi o da rigettare. Ciò significa che le soluzioni devono essere “inventate” alla luce di paradigmi nuovi che, pur facendo appello a figure giuridiche fondamentali, abbiano una capacità visionaria, siano cioè, come dice Luhmann, “gravidi di futuro”. Il nostro discorso partirà dunque da un inquadramento teorico generale delle dinamiche diritto-tecnologia-società per concludere avendo come riferimento il caso specifico della intelligenza artificiale.
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Freda, Maria Francesca. "La salute come bene comune sostenibile". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (octubre de 2021): 19–23. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003004.

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Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una accelerazione dello sviluppo tecnologico, scientifico e culturale che ha radicalmente trasformato gli scenari della vita sociale, generato importanti opportunità, ma anche introdotto questioni relative alla stessa sostenibilità del pro-cesso. Anche in ambito sanitario, gli sviluppi delle conoscenze scientifiche e tecnologiche han-no portato cambiamenti che non comprendono il solo ambito della medicina, ma implicano questioni etiche, sociali, economiche e, ovviamente, psicologiche. La sostenibilità è una domanda trasversale alla contemporaneità che, per essere affrontata, richiede l'istituzione di un campo di conoscenza transdisciplinare. Alla luce di questo scenario, l'autrice propone il riferimento alla Psicologia della Salute quale vertice fondamentale di un campo di conoscenza transdisciplinare che contribuisca allo sviluppo di un modello della salute come bene comune sostenibile.
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Leonardi, Robert. "L'ASCESA DELL'EUROPA MERIDIONALE: CENTRO E PERIFERIA NELLA COMUNITÀ EUROPEA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, n.º 3 (diciembre de 1993): 475–512. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022462.

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IntroduzioneLa ratifica del Trattato di Maastricht tra i dodici paesi membri della Comunità europea mette in evidenza una contraddizione sottesa agli studi e alle riflessioni sull'Europa meridionale. In passato gli stati di questa area - Grecia, Spagna, Portogallo e anche l'Italia - sono stati descritti come paesi periferici o semi-periferici. Nelle analisi delle loro strutture politiche ed economiche si è sottolineata la difficoltà che questi paesi hanno incontrato nell'inserirsi nel flusso dello sviluppo economico europeo, nel partecipare attivamente alla determinazione delle politiche all'interno dell'Europa e alla definizione della posizione europea sulle problematiche mondiali. La gestione delle vicende europee continua ad essere vista come un processo dominato dai paesi settentrionali, cioè da quei paesi che hanno una più antica tradizione di istituzioni democratiche e di economie robuste.
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Ghezzi, Morris L. "Bioetica tra scienza e superstizione". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 2 (noviembre de 2010): 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-002001.

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Resumen
Questo articolo tratta dei limiti che la bioetica deve imporre alle normative statali nella regolamentazione dei comportamenti da tenere in situazioni riguardanti il tema della vita e della morte dell'essere umano. Ovviamente per individuare tali limiti č necessario in via preliminare procedere alla definizione dei concetti di vita e di morte da un punto di vista sia filosofico, sia giuridico. Negli Stati democratici e laici la legge deve rispettare le libere scelte dei cittadini in materie che coinvolgono esclusivamente la dimensione individuale dell'essere umano. Pertanto, poiché la vita e la morte sono proprio dimensioni specificatamente soggettive ed individuali, di fronte alle quali la collettivitŕ deve fermarsi ad ascoltare l'opinione del diretto interessato, la legge piů che formulare imperativi, deve tracciare spazi di libera scelta entro i quali il singolo individuo possa trovare difesa per la realizzazione delle proprie ultime volontŕ. Nella cultura umana la distinzione tra naturale ed artificiale č priva di significato, poiché la creativitŕ culturale produce artificialitŕ, ma č naturale per l'essere umano. Dunque, non esistono parametri oggettivi per indicare scelte naturali in bioetica, ma ogni visione č possibile, ogni posizione etica č rispettabile. In materia bioetica non puň esistere eteronomia, ma solo autonomia del singolo individuo e ciň impone anche che la ricerca scientifica resti libera da qualsiasi vincolo di natura superstiziosa, religiosa o politica e trovi limiti esclusivamente nell'eguale libertŕ di scelta di tutti gli esseri umani.
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