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Tesis sobre el tema "Scienze della Vita"

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BRESSI, Barbara. "Efficacia, fattibilità e sicurezza di un programma di esercizio fisico per la salute delle ossa negli uomini che ricevono la terapia di deprivazione androgenica per il tumore della prostata: stato dell’arte e proposta di intervento evidence-based". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278338.

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Resumen
Introduzione La terapia di deprivazione androgenica (TDA) causa svariati effetti collaterali che aumentano il rischio di cadute accidentali e fratture negli uomini con cancro alla prostata (PCa). Anche se l'esercizio fisico (EF) e uno stile di vita sano sono raccomandati nei sopravvissuti al cancro per contrastare gli effetti collaterali del trattamento, pochi individui rispettano il livello di EF raccomandato. Obiettivi L’obiettivo di questa tesi di dottorato è accertare l'efficacia di un programma di EF nel prevenire la salute delle ossa (densità minerale ossea (DMO), cadute accidentali e fratture), e di verificarne la sua fattibilità e sicurezza nei pazienti con PCa che ricevono TDA. Metodi Sono state condotte due revisioni sistematiche della letteratura. Abbiamo cercato in MEDLINE, EMBASE, CINAHL e Cochrane Library studi randomizzati controllati che valutassero l’efficacia dell’EF sulla salute delle ossa, e anche la sua fattibilità e sicurezza negli uomini con PCa che ricevono TDA. Abbiamo condotto uno studio osservazionale nel territorio di Reggio Emilia per descrivere lo stile di vita e le abitudini di EF dei pazienti con nuova diagnosi di PCa, invitandoli a partecipare ad una intervista svolta di persona o per telefono. Inoltre, abbiamo progettato uno studio pilota in corso che esamina la fattibilità e sicurezza di un intervento sperimentale di EF multicomponente in pazienti con PCa che attualmente ricevono TDA associata a radioterapia. Questo intervento allineato con le preferenze individuali, rivolto alle funzioni psicofisiche e cognitive, è specificamente mirato a prevenire cadute accidentali e fratture con un adeguato volume di esercizio. Risultati Nessuno degli studi inclusi nelle due revisioni sistematiche ha indagato l'efficacia di un programma di EF nel prevenire cadute accidentali e fratture. Tuttavia, i dati preliminari suggeriscono che interventi di EF multicomponenti sono probabilmente efficaci nel ridurre la perdita di DMO, soprattutto quando comprendono esercizi di rinforzo muscolare e di impatto o l'allenamento di calcio. Anche se l’EF sembra fattibile nei pazienti con PCa che ricevono TDA, l'allenamento di calcio dovrebbe essere prescritto con cautela per motivi di sicurezza. Più della metà degli uomini intervistati nello studio osservazionale (21 su 40) non raggiungeva il livello di EF raccomandato per i sopravvissuti al cancro, e non erano disposti a cambiare il loro stile di vita. Tuttavia, il 40% del campione ha riferito il proprio interesse a partecipare ad un programma di EF. Ad oggi, cinque partecipanti sono stati inclusi nello studio pilota in corso: oltre ai dati sulla fattibilità e sicurezza dell'intervento sperimentale, indaghiamo il suo impatto su forza muscolare, equilibrio, fatigue, disturbi dell'umore, funzione cognitiva, qualità della vita e soddisfazione dei partecipanti. Registreremo anche cadute accidentali e fratture che si verificano durante l'intervento, fino a un anno di follow-up. Conclusioni L'EF è raccomandato per contrastare gli effetti collaterali della TDA negli uomini con PCa. Tuttavia, ad oggi mancano prove dell'efficacia dell’EF nel prevenire cadute accidentali e fratture e la perdita di DMO. I programmi di EF multicomponente sembrano fattibili e sicuri in questa popolazione, ma gli eventi avversi dovrebbero essere sistematicamente documentati secondo le attuali linee guida. I nostri dati suggeriscono che una parte rilevante degli uomini con nuova diagnosi di PCa non è sufficientemente attiva, e anche quando esposti a fattori di rischio comportamentali, non sono disposti a cambiare il loro stile di vita. Gli operatori sanitari dovrebbero approfittare del momento della diagnosi e applicare strategie per motivare i pazienti alla pratica di EF e all'adesione a stili di vita più sani.
Background Androgen Deprivation Therapy (ADT) has side effects which increase the risk of accidental falls and fractures in men with prostate cancer (PCa). Although physical exercise (PE) and healthy lifestyle are recommended in cancer survivors to counteract the side effects of treatment, few individuals comply with the recommended level of PE. Objectives The aim of this Ph.D. research thesis is to ascertain the effectiveness of PE on bone health (bone mineral density (BMD), accidental falls and fractures), and to verify its feasibility and safety in patients with PCa receiving ADT. Methods Two systematic reviews were conducted. We searched in MEDLINE, EMBASE, CINAHL and the Cochrane Library for randomized controlled trials (RCTs) investigating the effectiveness of PE on bone health and, also its feasibility and safety in men with PCa receiving ADT. A cross-sectional study was conducted in an Italian hospital setting to describe the lifestyle of individuals with PCa. Men newly diagnosed with PCa were consecutively invited to participate in a structured interview that was conducted either in person or by telephone. We collected data on their PE habits and motivation to change towards healthier behaviors. Furthermore, we designed an ongoing pilot study that examines the feasibility and safety of a multicomponent experimental PE intervention in patients with PCa that are currently receiving ADT associated with radiotherapy. This PE intervention is aligned with individual preferences, it addresses psychophysical and cognitive functions, and it is specifically targeted at preventing accidental falls and fractures with an appropriate volume of exercise. Results None of the RCTs included in the two systematic reviews investigated the risk of accidental falls and fractures. Nevertheless, preliminary data suggest that multicomponent PE interventions are likely to be effective in reducing BMD loss, especially when involving resistance and impact-loading exercise or football training. Although PE seems feasible in patients with PCa receiving ADT, football training should be prescribed with caution for safety reasons. More than half of the men interviewed in the cross-sectional study (21 out of 40) did not reach the recommended PE level for cancer survivors, and were not willing to change their lifestyle. However, 40% of the sample reported their interest in participating in an exercise program. To date, five participants have been included in the ongoing pilot study: in addition to data on feasibility and safety of the experimental intervention, we investigate its impact on muscle strength, balance, fatigue, mood disturbances, cognitive function, quality of life, and participants’ satisfaction with the intervention. We are also going to record the number of accidental falls and fractures occurring during the intervention, up to one year of follow-up. Conclusions PE is recommended to counteract the side effects of ADT in individuals with PCa. Nevertheless, the evidence of the effectiveness of PE to prevent the risk of accidental falls and fractures and the loss of BMD is lacking. Multicomponent PE targeting bone health seems feasible and safe in this population, but adverse events should be systematically documented, according to current guidelines. Our data suggest that a relevant proportion of the men newly diagnosed with PCa are insufficiently active and, even when exposed to behavioral risk factors, they are not willing to change their lifestyle. Health-care professionals who deal with this population should take advantage of the teachable moment and apply strategies that support patients' motivation to exercise and adherence to healthier lifestyles.
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Santagati, Gabriella. "La filosofia pratica di Amartya Sen e Martha Nussbaum. "Deprivation of capabilities" e il caso delle mutalazioni genitali femminili". Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1414.

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Resumen
La riflessione etica contemporanea ha posto al centro della discussione filosofica la difficoltà di sottoporre oggi questioni etiche relative alla qualità della vita, nella complessa ed eterogenea congerie di contesti umani in cui misurarne la determinazione. Il progetto di ricerca intende proporre un percorso di indagine etica della società attuale, che sia in grado di interpretare efficacemente la complessità del mondo globale. Tale approccio deve considerare l analisi della natura umana, che Martha Nussbaum pone come presupposto epistemologico per ogni trattazione etica, e deve assumere una prospettiva di riferimento che consideri problematicamente le questioni del pluralismo etico. La formulazione di principi etici universali risponde ad un progetto storico della filosofia morale che tuttavia, nel dibattito più recente, rischia di assumere la forma di una logica perversa e discriminante. Se, come intuisce Amartya Sen, la filosofia morale non può rinunciare del tutto a prescrivere principi universali come l uguaglianza e la libertà, tuttavia dobbiamo pretenderne un riesame critico. Emerge la necessità di ascrivere la riflessione etica nella discussione circa i criteri in base ai quali sia possibile costruire una società giusta, senza lasciare fuori nessuno. Occorre, dunque, calare in un contesto sempre più complesso la rivisitazione di conquiste concettuali, come appunto il diventare persone. Sen e Nussbaum hanno lanciato una sfida sul bisogno di ridefinire la riflessione etica, alla luce delle capacità fondamentali della persona umana nella realtà sociale, culturale ed economica in cui vive. Poiché oggi la riflessione filosofica circa la qualità della vita e il benessere globale coinvolge istituzioni come l ONU, si intende porre attenzione alla fase della elaborazione teorica prodotta dagli autori su menzionati durante gli anni di consulenza per la ricerca al World Institute for Development Economic Research delle Nazioni Unite. Martha Nussbaum si colloca nella scena della filosofia etica contemporanea come intellettuale liberal e interpreta in modo originale una prospettiva etica pluralista in grado di indicare le condizioni di possibile realizzazione di un overlapping consensus. Nussbaum richiama, nella sua elaborazione filosofica, il metodo rawlsiano dell'equilibrio riflessivo: la credenza morale iniziale viene corretta alla luce delle altre credenze e delle teorie etiche disponibili, fino a che fra queste componenti non si raggiunga un equilibrio consapevole ed una soluzione condivisibile. L indagine sulle condizioni di possibile applicazione di un etica delle capacità, pone in primo luogo il vaglio dell oggettivismo metaetico, sostenuto da Martha Nussbaum ed il relativismo metaetico sostenuto da Amartya Sen. Sul piano metodologico si intende assecondare la prospettiva tracciata da Nussbaum secondo la quale possa risultare efficace accompagnare il linguaggio ormai consolidato dei diritti umani , che costituisce il piano morale entro il quale siamo soliti inquadrare molte questioni di etica sociale con l approccio delle capacità e del funzionamento. Pensare in termini di capacità ci offre un metodo per pensare a cosa significhi assicurare un diritto a qualcuno, ribadisce Nussbaum, indicando il ruolo della filosofia nell esame dei principi costituzionali fondamentali. A livello operazionale l approccio delle capacità verrà riferito alle mutilazioni genitali femminili, per esaminare la possibilità di sostenere che le donne dovrebbero avere la possibilità di scegliere se o non procedere con l'atto di MGF, in quanto questa procedura rimuove la possibilità di soddisfare le capacità di una vita pienamente dispiegata, come esseri umani e come donne. Tale questione spiega in che misura gli stati sono legittimati ad intervenire per consentire che le capacità centrali siano pienamente dispiegate.
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Sbalchiero, Stefano. "I sacri crismi della scienza. La scienza come spiritualizzazione religiosa della comprensione della vita". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3422239.

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Resumen
This thesis is based on an integration of theoretical approaches derived from the social sciences and science and technology studies. Its aim is to examine if and to what extent modern science can be seen as a form of religion. The “theoretical challenge” is to redefine analytical perspectives used by sociology for the study of religions, more specifically, the paradigm of “implicit religion” and the concept of “spirituality” in order to ascertain whether certain aspects and elements of belief and religious experience are used by scientists as interpretative instruments when dealing with technoscientific concerns. This project, therefore, is not concerned with the connection between science and religion but is interested in an analysis of science as it is narrated, expressed by scientists with a particular attention to symbolic and religious references used by them to describe and share their scientific experiences. As the focus of the thesis is on the “theory of personal experience”, it had to be based methodologically on qualitative approaches, such as content analysis and in-depth interviewing. Only then is it possible to uncover and demonstrate the degree of commitment of the scientists to their scientific work. Alongside this empirical work, a critical analysis of secondary literature dealing with this topic was also undertaken. The first part of the thesis was based on the assumption that scientific communication in the public field is a key element in the development of scientific knowledge, and chose as a case study the reconstruction of the announcement of the full genome sequencing in 2000. The analysis focused on articles of three national Italian newspapers. It sought to demonstrate, in a first step, that the characteristics and images used in the articles which referred to the religious universe contribute to promoting the value of Science and in a second step that the role of the media, in this case, the national newspapers, is relevant not because they use this particular type of religiously connotated language, but more so because they convey and, at the same time, amplify the way in which scientists themselves express their own scientific work and discoveries. The second part of the thesis was based on an analysis of in-depth interviews conducted with scientists belonging to two different fields: Physics and Biology. The purpose of the interviews was not to ask scientists if science can be perceived more or less as a form of religion but to collect their experiences, their stories, the images in relation to themselves and their objects of study and to explore the sense and meanings given to their own scientific experience. This part also aimed at finding empirical evidence for scientists’ own use of the type of religious framing that had been discovered in the first part of the thesis. Further empirical evidence for a correlation between the media’s use of religious imagery when writing about science and scientists’ own use of such imagery was sought by interviewing priests who are also scientists. This provided an opportunity to achieve a comparative analysis between a religious vocation and confronting it with a scientific one and to uncover possible affinities between the two. The findings of the thesis demonstrate that the pervading characteristics, analogies and terms referring to a religious dimension do not only represent a particular form of communication of science but are rooted in what scientists themselves feel about their scientific experience. This shows that scientists’ talk about science presents characteristics which make science appear to be a form of religion both as a social representation and as the identity of the actors which are part of it.
Questo percorso di ricerca, che si colloca nella prospettiva teorica degli studi sociali sulla scienza e la tecnologia, ha l’obiettivo di analizzare se e in quale misura la scienza contemporanea possa essere assimilata ad un fenomeno religioso. Lo sforzo teorico è quello di rielaborare le prospettive analitiche messe a punto della sociologia per lo studio delle religioni, in particolare il paradigma della “religione implicita” e il concetto di “spiritualità”, al fine di verificare se le dimensioni della credenza e dell’esperienza religiosa costituiscano strumenti interpretativi in grado di rendere conto anche dell’impresa tecnoscientifica. Il progetto non riguarda quindi il rapporto tra scienza e religione, ma l’analisi della scienza così come viene narrata dai suoi protagonisti, con particolare attenzione ai riferimenti simbolici e religiosi utilizzati dagli scienziati per esprimere la propria esperienza scientifica. Nella consapevolezza che la comprensione del fenomeno indagato può derivare soltanto da una “teoria dell’esperienza personale”, l’uso e la scelta di strumenti metodologici propri dell’indagine qualitativa, come l’analisi del contenuto e l’intervista in profondità, derivano dalla necessità di esplorare il senso del coinvolgimento degli scienziati nella pratica del lavoro scientifico. La ricerca empirica, a partire dall’analisi della letteratura a disposizione, si articola secondo vari livelli di analisi. Sotto la convinzione che la comunicazione scientifica nello spazio pubblico risulti essere un elemento centrale nel processo di costruzione della conoscenza scientifica, una fase di ricerca è stata dedicata alla ricostruzione dell’annuncio del sequenziamento del genoma umano avvenuto nel 2000; analizzando gli articoli di tre testate nazionali, si intende dimostrare da un lato che le immagini precodificate e le metafore riferite all’universo religioso contribuiscono a promuovere il valore della scienza e, dall’altro lato, che il ruolo dei media, in questo caso delle testate giornalistiche, è rilevante non tanto perché utilizzano questo particolare tipo di linguaggio, religiosamente connotato, quanto invece perché enfatizzano il modo in cui gli scienziati stessi comunicano il proprio lavoro e le proprie scoperte. Per allargare il campo di indagine, una seconda fase di ricerca è stata dedicata all’analisi delle interviste in profondità condotte a scienziati appartenenti a due discipline con diverso grado di maturazione: la fisica e la biologia. L’obiettivo delle interviste non è stato quello di chiedere agli scienziati se la scienza possa essere concepita o meno come una forma di religione, quanto invece raccogliere le loro storie, le immagini rispetto a loro stessi e ai loro oggetti di studio, nonché il senso e i significati attribuiti alla propria esperienza scientifica al fine di verificarlo empiricamente. Una ulteriore conferma si è avuta analizzando i temi emersi nelle interviste di controllo condotte a preti-scienziati, avendo così la possibilità di analizzare, disponendo di un termine di paragone, i racconti delle vocazioni religiose confrontate con quelle scientifiche che in essi coesistono, al fine di rilevarne o meno le affinità. In sostanza, la pervasività di metafore, analogie e termini di riferimento che rimandano all’universo religioso non rappresenta soltanto una particolare forma di comunicazione della scienza, ma si pone in continuità e in sintonia con quanto sentono di vivere gli scienziati attraverso l’esperienza scientifica, dimostrando così che la scienza presenta caratteristiche tali da renderla simile ad un fenomeno religioso sia sul piano della sua rappresentazione sociale, sia su quello dell’identità degli attori che vi prendono parte.
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Simone, Angela <1978&gt. "La nutrizione-idratazione artificiale è terapia? All'interfaccia tra scienza, diritto e bioetica, il fine vita in Italia, secondo una prospettiva di comunicazione della scienza post-accademica e Science&Technologies Studies (STS)". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4007/1/simone_angela_tesi.pdf.

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Resumen
The question “artificial nutrition and hydration (ANH) is therapy or not?” is one of the key point of end-of-life issues in Italy, since it was (and it is also nowadays) a strategic and crucial point of the Italian Bioethics discussion about the last phases of human life: determining if ANH is therapy implies the possibility of being included in the list of treatments that could be mentioned for refusal within the living will document. But who is entitled to decide and judge if ANH is a therapy or not? Scientists? The Legislator? Judges? Patients? This issue at first sight seems just a matter of science, but at stake there is more than a scientific definition. According to several scholars, we are in the era of post-academic Science, in which Science broaden discussion, production, negotation and decision to other social groups that are not just the scientific communities. In this process, called co-production, on one hand scientific knowledge derives from the interaction between scientists and society at large. On the other hand, science is functional to co-production of social order. The continuous negotation on which science has to be used in social decisions is just the evidence of the mirroring negotation for different way to structure and interpret society. Thus, in the interaction between Science and Law, deciding what kind of Science could be suitable for a specific kind of Law, envisages a well defined idea of society behind this choice. I have analysed both the legislative path (still in progress) in the living will act production in Italy and Eluana Englaro’s judicial case (that somehow collapsed in the living will act negotiation), using official documents (hearings, texts of the official conference, committees comments and ruling texts) and interviewing key actors in the two processes from the science communication point of view (who talks in the name of science? Who defines what is a therapy? And how do they do?), finding support on the theoretical framework of the Science&Technologies Studies (S&TS).
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Simone, Angela <1978&gt. "La nutrizione-idratazione artificiale è terapia? All'interfaccia tra scienza, diritto e bioetica, il fine vita in Italia, secondo una prospettiva di comunicazione della scienza post-accademica e Science&Technologies Studies (STS)". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4007/.

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The question “artificial nutrition and hydration (ANH) is therapy or not?” is one of the key point of end-of-life issues in Italy, since it was (and it is also nowadays) a strategic and crucial point of the Italian Bioethics discussion about the last phases of human life: determining if ANH is therapy implies the possibility of being included in the list of treatments that could be mentioned for refusal within the living will document. But who is entitled to decide and judge if ANH is a therapy or not? Scientists? The Legislator? Judges? Patients? This issue at first sight seems just a matter of science, but at stake there is more than a scientific definition. According to several scholars, we are in the era of post-academic Science, in which Science broaden discussion, production, negotation and decision to other social groups that are not just the scientific communities. In this process, called co-production, on one hand scientific knowledge derives from the interaction between scientists and society at large. On the other hand, science is functional to co-production of social order. The continuous negotation on which science has to be used in social decisions is just the evidence of the mirroring negotation for different way to structure and interpret society. Thus, in the interaction between Science and Law, deciding what kind of Science could be suitable for a specific kind of Law, envisages a well defined idea of society behind this choice. I have analysed both the legislative path (still in progress) in the living will act production in Italy and Eluana Englaro’s judicial case (that somehow collapsed in the living will act negotiation), using official documents (hearings, texts of the official conference, committees comments and ruling texts) and interviewing key actors in the two processes from the science communication point of view (who talks in the name of science? Who defines what is a therapy? And how do they do?), finding support on the theoretical framework of the Science&Technologies Studies (S&TS).
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Maugeri, Adele Maria Jose'. "La componente floristica della vegetazione infestante i vigneti dell'Etna". Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1066.

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Con la presente ricerca ci si è posto l obiettivo di pervenire alla conoscenza della vegetazione infestante i vigneti del territorio etneo, anche per evidenziare l impatto della vegetazione sinantropica e dell attività agricola connessa, sugli equilibri ambientali e sul reinsediamento della vegetazione naturale. Nei vigneti etnei che nell ultimo secolo sono stati abbandonati si è potuto osservare il reinsediamento della vegetazione naturale, anche arborea; pertanto, l attività agricola esercitata nel passato non è stata di ostacolo al reinsediamento della vegetazione naturale. Considerato che negli ultimi decenni nei vigneti dell Etna si è passati dalla lavorazione manuale a quella meccanica e alla comparsa e diffusione del sistema di allevamento a spalliera, con questa ricerca è stata analizzata l attuale componente floristica e le sue variazioni rispetto al passato. Dai risultati conseguiti non rilevandosi sostanziali differenze e, pertanto, possiamo ritiene che l impatto della viticoltura oggi praticata sull Etna non è di ostacolo al reinsediamento della vegetazione naturale, qualora le attuali colture venissero abbandonate.
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Prudenzano, Piero <1985&gt. "Il Cohousing: tra housing sociale e cura per l’alienazione della vita moderna. Il caso di Porto 15". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18550.

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La Commissione Europea ha definito la housing exclusion, cioè la condizione di povertà abitativa che può colpire persone vulnerabili, la manifestazione più seria della povertà e dell’esclusione nella nostra società, collegandola direttamente alla povertà economica. Infatti, oltre al costo vero e proprio per l’acquisto o la locazione di un immobile, a gravare sulle famiglie ci sono anche altri costi che sono legati all’abitare e sono definiti di “accesso” (tasse, utenze, spese condominiali, caparra, mutuo…). La forte diminuzione dei redditi delle famiglie e del loro potere d’acquisto, ha portato ad una crescita delle spese per la casa aumentando il problema dell’affordability, cioè della possibilità di ottenere un certo standard abitativo a un prezzo che non costituisca un peso irragionevole rispetto al reddito familiare. Oltre un terzo delle famiglie, tendenzialmente precarie e che fanno parte della cosiddetta “fascia grigia”, scivolano verso la povertà anche a causa della sproporzionata onerosità delle spese per la casa. È una condizione che non concerne gli individui che versano in condizioni croniche di difficoltà, bensì persone che si trovano perennemente esposte all’instabilità di diversa natura e a una debole integrazione sociale. È in questo contesto che si potrebbe inserire l’housing sociale, inteso come reazione orientata a combattere il problema del disagio abitativo al fine di rispondere alla crescente necessità di alloggi adeguati ai nuovi bisogni. Verrà preso in esame il cohousing come forma innovativa di social housing caratterizzato da un forte senso di comunità, opportunità di scambio sociale e inteso come pratica partecipativa per il rilancio del vicinato solidale e la rigenerazione urbana. Il cohousing è una modalità residenziale costituita da unità abitative private e spazi e servizi comuni, ed è caratterizzata da progettazione e gestione partecipate, condivise, consapevoli, solidali e sostenibili, lungo tutto il percorso. In particolare, verrà analizzato il progetto “Porto 15” di Bologna, il primo cohousing in Italia ad iniziativa interamente pubblica, che ha visto il recupero di 18 alloggi in uno stabile di proprietà dell’Azienda Servizi alla Persona di Bologna, con l’obiettivo di promuovere e sperimentare una nuova forma di abitare collaborativo rivolto ai giovani under 35.
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NDEREYIMANA, ANDRE. "VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLO STATO NUTRIZIONALE DELLE POPOLAZIONI IN DIVERSE CONDIZIONI PEDOCLIMATICHE E SOCIOECONOMICHE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35877.

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La dieta, lo stato nutrizionale e la salute sono questioni strettamente correlate sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. In questa tesi di dottorato, l'obiettivo principale è stato quello di valutare lo stato nutrizionale come passo prodromico per migliorarlo per ottimizzare la salute. Nei paesi industrializzati è stato condotto un caso studio sullo stato nutrizionale di una popolazione dell'Italia centrale; l’ingestione di alcuni gruppi di alimenti, di origine animale e vegetale, è stata valutata mediante questionari di frequenza alimentare e alcuni biomarcatori del sangue. I risultati hanno dimostrato che nei controlli della dieta, al fine di accertarne gli effetti a lungo termine sulla salute, le misurazioni dei consumi tramite questionari non possono essere esclusive, ma alcuni indici ematici ed antropometrici potrebbero essere utili. Nei paesi in via di sviluppo, due casi di studio in zone rurali dell’India e della Repubblica Democratica del Congo hanno confermato che la malnutrizione è un problema serio; in particolare nei bambini di 3-5 anni con il 26% di malnutrizione cronica severa in India e oltre il 60% in R D Congo. Possibili percorsi per migliorare le condizioni di vita delle comunità rurali povere includono la produzione di cibi appropriati per una dieta migliore, nuove attività generatrici di reddito, miglioramento della nutrizione infantile, riduzione delle malattie causate dalla contaminazione di alimentari e dell’acqua, metodi di conservazione degli alimenti a livello domestico, etc.; i risultati di diverse prove sono stati discussi.
The diet, nutritional status and health are tightly related issues both in industrialized and developing countries. In this doctoral thesis, the main objective was the assessment of nutritional status as a prodromic step to improve it and consenquently health. In industrialized countries, a case study was the nutritional status of a population of central Italy; the intake of some groups of foods, of animal and plant origin, was estimated by food frequency questionnaires and some blood biomarkers. The results demostrated that in dietary controls, aiming to ascertain the long-term effects on health, consumption measurements by questionnaires cannot be exclusive, but some blood and anthropometric indexes could be also useful. In developing countries, two case studies in rural India and D R Congo confirmed that malnutrition is a serious issue; particularly in 3-5 years old children with 26% of severe chronic malnutrition in India and more than 60% in D R Congo. Possible pathways to improve livelihood of rural poor comunities including appropriate food production for a better diet, new income generating activities, infant nutrition improvement, food and waterborn diseases reduction, household food preservation, etc., have been analyzed and the risults of different related trials have been discussed.
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NDEREYIMANA, ANDRE. "VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLO STATO NUTRIZIONALE DELLE POPOLAZIONI IN DIVERSE CONDIZIONI PEDOCLIMATICHE E SOCIOECONOMICHE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35877.

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La dieta, lo stato nutrizionale e la salute sono questioni strettamente correlate sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. In questa tesi di dottorato, l'obiettivo principale è stato quello di valutare lo stato nutrizionale come passo prodromico per migliorarlo per ottimizzare la salute. Nei paesi industrializzati è stato condotto un caso studio sullo stato nutrizionale di una popolazione dell'Italia centrale; l’ingestione di alcuni gruppi di alimenti, di origine animale e vegetale, è stata valutata mediante questionari di frequenza alimentare e alcuni biomarcatori del sangue. I risultati hanno dimostrato che nei controlli della dieta, al fine di accertarne gli effetti a lungo termine sulla salute, le misurazioni dei consumi tramite questionari non possono essere esclusive, ma alcuni indici ematici ed antropometrici potrebbero essere utili. Nei paesi in via di sviluppo, due casi di studio in zone rurali dell’India e della Repubblica Democratica del Congo hanno confermato che la malnutrizione è un problema serio; in particolare nei bambini di 3-5 anni con il 26% di malnutrizione cronica severa in India e oltre il 60% in R D Congo. Possibili percorsi per migliorare le condizioni di vita delle comunità rurali povere includono la produzione di cibi appropriati per una dieta migliore, nuove attività generatrici di reddito, miglioramento della nutrizione infantile, riduzione delle malattie causate dalla contaminazione di alimentari e dell’acqua, metodi di conservazione degli alimenti a livello domestico, etc.; i risultati di diverse prove sono stati discussi.
The diet, nutritional status and health are tightly related issues both in industrialized and developing countries. In this doctoral thesis, the main objective was the assessment of nutritional status as a prodromic step to improve it and consenquently health. In industrialized countries, a case study was the nutritional status of a population of central Italy; the intake of some groups of foods, of animal and plant origin, was estimated by food frequency questionnaires and some blood biomarkers. The results demostrated that in dietary controls, aiming to ascertain the long-term effects on health, consumption measurements by questionnaires cannot be exclusive, but some blood and anthropometric indexes could be also useful. In developing countries, two case studies in rural India and D R Congo confirmed that malnutrition is a serious issue; particularly in 3-5 years old children with 26% of severe chronic malnutrition in India and more than 60% in D R Congo. Possible pathways to improve livelihood of rural poor comunities including appropriate food production for a better diet, new income generating activities, infant nutrition improvement, food and waterborn diseases reduction, household food preservation, etc., have been analyzed and the risults of different related trials have been discussed.
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Sedda, Ilaria. "Utilizzo di Scenedesmus sp. (Chlorophyceae) nel trattamento delle acque reflue municipali in vista di una futura applicazione nel campo delle energie rinnovabili". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/2994/.

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Gabrielli, Elena <1982&gt. "Experimental assessment of environmental decay effects in masonry via non destructive diagnostic techniques and mechanical tests". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6653/1/Tesi_Gabrielli.pdf.

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Environmental decay in porous masonry materials, such as brick and mortar, is a widespread problem concerning both new and historic masonry structures. The decay mechanisms are quite complex dependng upon several interconnected parameters and from the interaction with the specific micro-climate. Materials undergo aesthetical and substantial changes in character but while many studies have been carried out, the mechanical aspect has been largely understudied while it bears true importance from the structural viewpoint. A quantitative assessment of the masonry material degradation and how it affects the load-bearing capacity of masonry structures appears missing. The research work carried out, limiting the attention to brick masonry addresses this issue through an experimental laboratory approach via different integrated testing procedures, both non-destructive and mechanical, together with monitoring methods. Attention was focused on transport of moisture and salts and on the damaging effects caused by the crystallization of two different salts, sodium chloride and sodium sulphate. Many series of masonry specimens, very different in size and purposes were used to track the damage process since its beginning and to monitor its evolution over a number of years Athe same time suitable testing techniques, non-destructive, mini-invasive, analytical, of monitoring, were validated for these purposes. The specimens were exposed to different aggressive agents (in terms of type of salt, of brine concentration, of artificial vs. open-air natural ageing, …), tested by different means (qualitative vs. quantitative, non destructive vs. mechanical testing, punctual vs. wide areas, …), and had different size (1-, 2-, 3-header thick walls, full-scale walls vs. small size specimens, brick columns and triplets vs. small walls, masonry specimens vs. single units of brick and mortar prisms, …). Different advanced testing methods and novel monitoring techniques were applied in an integrated holistic approach, for quantitative assessment of masonry health state.
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Gabrielli, Elena <1982&gt. "Experimental assessment of environmental decay effects in masonry via non destructive diagnostic techniques and mechanical tests". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6653/.

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Environmental decay in porous masonry materials, such as brick and mortar, is a widespread problem concerning both new and historic masonry structures. The decay mechanisms are quite complex dependng upon several interconnected parameters and from the interaction with the specific micro-climate. Materials undergo aesthetical and substantial changes in character but while many studies have been carried out, the mechanical aspect has been largely understudied while it bears true importance from the structural viewpoint. A quantitative assessment of the masonry material degradation and how it affects the load-bearing capacity of masonry structures appears missing. The research work carried out, limiting the attention to brick masonry addresses this issue through an experimental laboratory approach via different integrated testing procedures, both non-destructive and mechanical, together with monitoring methods. Attention was focused on transport of moisture and salts and on the damaging effects caused by the crystallization of two different salts, sodium chloride and sodium sulphate. Many series of masonry specimens, very different in size and purposes were used to track the damage process since its beginning and to monitor its evolution over a number of years Athe same time suitable testing techniques, non-destructive, mini-invasive, analytical, of monitoring, were validated for these purposes. The specimens were exposed to different aggressive agents (in terms of type of salt, of brine concentration, of artificial vs. open-air natural ageing, …), tested by different means (qualitative vs. quantitative, non destructive vs. mechanical testing, punctual vs. wide areas, …), and had different size (1-, 2-, 3-header thick walls, full-scale walls vs. small size specimens, brick columns and triplets vs. small walls, masonry specimens vs. single units of brick and mortar prisms, …). Different advanced testing methods and novel monitoring techniques were applied in an integrated holistic approach, for quantitative assessment of masonry health state.
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RAVIZZA, Gabriele. "Modal dynamic identification of civil structures via inverse analysis based on Heterogeneous Data Fusion and post-processing". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/183099.

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The present Doctoral Thesis belongs to the Scientific-Disciplinary Sector of Mechanics of Solids and Structures (ICAR/08 - Scienza delle Costruzioni), and falls within the broader research field of Structural Health Monitoring (SHM), with specific reference to the civil engineering context. Nowadays, SHM-based approaches and the attached development of consistent numerical modeling, with related model updating, may constitute fundamental tools to pursue the goal of engineering structural safety, preventing possible causes of damage that may even lead to structural failure. In particular, this research work proposes complementary post-processing approaches to address the issue of noise cleaning on dynamic structural response signals typically encountered in structural engineering applications (specifically, acceleration and displacement signals). Two approaches are mainly presented, especially aiming at enhancing displacements response signals, since they are commonly affected by higher levels of noise, also due to the low-cost monitoring instrumentation that may possibly be employed. Heterogeneous Data Fusion (HDF) procedures, which involve a Kalman Filter (KF)-based implementation, are primarily investigated, by integrating data acquired from different types of sensors, so that the resulting information turns out to be characterized by a lower degree of uncertainty. A denoising approach is also inspected, as the process through which a source signal may be reconstructed, starting from a recorded, noise-affected one, by removing its noisy part, without losing the useful information incorporated within it. A HDF procedure and a denoising approach are then combined within an integrated strategy, in an effort to enhance the reliability of the monitoring process, for assessing the health conditions of bridges. Aspiring at providing a comprehensive research framework on these topics, both synthetic response signals and real response signals are considered, as well as signals displaying a different nature (non-stationary vs. stationary). These processed response signals are finally employed toward modal identification purposes, for extracting the modal properties of the monitored structure.
The present Doctoral Thesis belongs to the Scientific-Disciplinary Sector of Mechanics of Solids and Structures (ICAR/08 - Scienza delle Costruzioni), and falls within the broader research field of Structural Health Monitoring (SHM), with specific reference to the civil engineering context. Nowadays, SHM-based approaches and the attached development of consistent numerical modeling, with related model updating, may constitute fundamental tools to pursue the goal of engineering structural safety, preventing possible causes of damage that may even lead to structural failure. In particular, this research work proposes complementary post-processing approaches to address the issue of noise cleaning on dynamic structural response signals typically encountered in structural engineering applications (specifically, acceleration and displacement signals). Two approaches are mainly presented, especially aiming at enhancing displacements response signals, since they are commonly affected by higher levels of noise, also due to the low-cost monitoring instrumentation that may possibly be employed. Heterogeneous Data Fusion (HDF) procedures, which involve a Kalman Filter (KF)-based implementation, are primarily investigated, by integrating data acquired from different types of sensors, so that the resulting information turns out to be characterized by a lower degree of uncertainty. A denoising approach is also inspected, as the process through which a source signal may be reconstructed, starting from a recorded, noise-affected one, by removing its noisy part, without losing the useful information incorporated within it. A HDF procedure and a denoising approach are then combined within an integrated strategy, in an effort to enhance the reliability of the monitoring process, for assessing the health conditions of bridges. Aspiring at providing a comprehensive research framework on these topics, both synthetic response signals and real response signals are considered, as well as signals displaying a different nature (non-stationary vs. stationary). These processed response signals are finally employed toward modal identification purposes, for extracting the modal properties of the monitored structure.
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Mauri, P. A. "'POPPATA DIFFICOLTOSA' NELL'ALLATTAMENTO AL SENO:QUALE ESPERIENZA DAL PUNTO DI VISTA DELLE MADRI ITALIANE.UNO STUDIO QUALITATIVO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/151773.

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Introduction Many professional organizations recommend breastfeeding for the first 6 months due to the numerous benefits it has for mother and child. The mother’s breastfeeding experiences in the early postpartum period, are crucial in deciding to continue it. It is important to identify, in the first days after childbirth, women who send messages that are likely to early stop breastfeeding. Many women have said to have breastfeeding difficulties in the first days after birth. Several studies (Mozingo et al,2000; Hauck et al, 2002; Kong e Lee, 2004; Nelson, 2006) have explored the motivation of early breastfeeding cessation but little is known on what "breastfeeding difficulty" really means for women. Aim of the study The aim of this qualitative study was to understand what does "latching difficulty" mean for the Italian mothers. Exploring this meaning could consent to correctly utilize Breastfeeding Assessment Score, in which the investigation of “latching difficulty” is comprised. In addition, further investigation of this topic is aimed to understand how healthcare professional could help women with latching difficulties. Methods The women who received a Breastfeeding Assessment Score (BAS) (Hall et al, 2002) less than 8, and reported “latching difficulties”, were invited to participate in the study. With purposive sampling we recruited 15 women, 48-72 hours after childbirth. We conducted semi-structured interviews which were tape-recorded and verbatim transcribed. The transcripts were read and analyzed using the fenomenologic - ermeneutic approach. Results "Latching difficulty" is related to issues including both mother’s and infant’s difficulties. Nipple-pain and infant’s sleepiness were the most reported difficulties. In spite of these difficulties, the sensation related to breastfeeding was “happiness” when the baby sucked the breast, but concern and anxiety were common too. The women reported more impediment in overcoming the breastfeeding difficulty when there was an idealization of breastfeeding, during pregnancy. The analysis resulted in the emergence of six themes, sixteen category and fifty-nine labels. The six themes was the “breastfeeding can be difficult due to the mother or the newborn”, “breastfeeding can generate positive and negative experiences”, “breastfeeding change/not change the relationship between infant and mother, who is still favoured by rooming-in”, “the mothers have developed theories about colostrum, breast milk, breastfeeding and infant formula”, “the women have developed different strategies to overcome difficulties and continue during breastfeeding”, “support during breastfeeding is very important to continue breastfeeding”. Conclusion This study enriches the theoretical framework in understanding the dynamics that can contribute to early failure of breastfeeding in Italy. Practical relevance Understanding the meaning of the item “latching difficulty” consents to a more correct interpretation of the BAS (Hall et al, 2002) by the Italian midwives and allows a more accurate identification of the mothers who need support and education during breastfeeding Research implications Since this is a qualitative study, more research is needed to understand the “latching difficulty” in the Italian environment and in other cultures.
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Canesso, Annagiulia. "« En dehors de la vérité »: storia, vita e concetto in Georges Canguilhem". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3422829.

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Il presente lavoro di ricerca è dedicato all'indagine della specifica articolazione, assieme storica e concettuale, che i rapporti tra sapere e vita assumono nel pensiero di Georges Canguilhem. L'interrogazione circa la possibilità di istituire un sapere del vivente che non tradisca la condizione eccedente e irriducibile di ciò che è, allo stesso tempo, il suo oggetto e soggetto vitale, infatti, percorre l’intero lavoro canguilhemiano, declinandovisi in modalità differenti. In particolare, l'angolo prospettico fondamentale a partire dal quale scegliamo di affrontare l'analisi di tale questione, mostrando come esso emerga dalla modalità stessa con cui Canguilhem lavora la propria materia, è quello della valorizzazione del ruolo costitutivo che, tanto nella vita quanto nella conoscenza, assumono gli errori, le aberrazioni, i malfunzionamenti. In tale prospettiva, a partire dall'esame tanto dalle opere pubblicate (ivi comprese le Œuvres complètes di recente edizione) quanto dal materiale d'archivio inedito, delineiamo un percorso scandito in quattro tappe principali. Innanzitutto, articoliamo un'iniziale problematizzazione (capitolo I) della nozione di "storia", di per sé non autoevidente, con cui Canguilhem approccia i saperi medici e biologici del vivente. Proponiamo dunque (capitolo II) un'analisi delle modalità con cui egli articola, in una prima fase del suo percorso, i rapporti tra sapere e vita, concentrandoci in particolare sulla valorizzazione del legame tra attività tecnica e normatività vitale e mostrando così come esso si traduca in una rottura tra sapere scientifico e vivente. Analizziamo in seguito (capitolo III) la profonda riconfigurazione che, nel corso degli anni '60, i rapporti tra sapere e vivente subiscono a partire dall'elaborazione filosofica delle nuove scoperte della genetica e della biologia molecolare, argomentando come essa comporti un risanamento della frattura precedentemente tematizzata, a favore di una concezione del sapere scientifico quale attività vitale di concettualizzazione. In tale prospettiva, proponiamo (capitolo IV) un'analisi del concetto di "concetto" che emerge dalla pratica epistemologica di Canguilhem, identificato in particolare con la sua capacità di perpetuare un problema sconfinando i singoli assetti epistemici che ne strutturano le differenti soluzioni teoriche, per saggiarne poi l'operatività entro l'esame del peculiare concetto di vita. Nelle considerazioni conclusive, infine, mostriamo come tale percorso conduca a una caratterizzazione della filosofia canguilhemiana come pratica del pensiero operante a partire da un costitutivo "fuori" dalla verità della scienza, in virtù del quale essa si rivela capace di mettere in questione questa stessa verità per operarla altrimenti.
This dissertation focuses on the study of the specific articulation, both historical and conceptual, that the interactions between knowledge and life assume in Georges Canguilhem's philosophy. As a matter of fact, his entire work is oriented by the attempt to establish a knowledge of the living being which doesn't betray its vital object/subject. In particular, I address this question (like Canguilhem himself) starting from the constitutive role played by errors, aberrations, and failures, both in life and in knowledge. In this perspective, starting from the examination of both Canguilhem's published works (including the recently published Œuvres complètes) and the unpublished archive material, I outline a path divided into four main sections. First of all, I present an initial problematization (Chapter I) of the notion (which is not self-evident) of "history", used by Canguilhem to approach the medical and biological knowledge of the living being. Then, I analyse (Chapter II) Canguilhem's first articulation of the interaction between knowledge and life, addressing the connections between technique and vital normativity, mainly to the detriment of scientific knowledge. Afterwards, I focus (Chapter III) on Canguilhem's philosophical elaboration of the discoveries of genetics and molecular biology during the 1960s. I argue that this entails a re-connection between scientific knowledge and life, in favour of a conception of scientific knowledge as a vital activity of conceptualisation. In this perspective, I analyse (Chapter IV) Canguilhem's concept of "concept", which is mainly identified with its ability to perpetuate a problem by transcending the specific epistemic configurations that structure its different theoretical solutions. Then, I examine this peculiar functioning within the analysis of the concept of life. In the conclusions, finally, I show how this path leads to a characterization of Canguilhem's philosophy as a practice of thought operating from "outside" the truth of science. Thanks to its peculiar position, this practice of thought can question this same truth, in order to work it differently.
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Accardi, R. D. "IL BENDAGGIO GASTRICO E IL BYPASS GASTRICO: STUDIO DI COORTE PRE-POST SULLA QUALITÀ DI VITA E L¿ANDAMENTO DELLE COMORBILITÀ". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/331362.

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Introduction: Morbid obesity is often complicated by the presence of depression and poor quality of life. Bariatric surgery aims at improving quality of life of persons with obesity, as well as reducing mortality and medical risk factors. Quality of life assessment is important in clinical care planning, as well as in the evaluation of surgical outcomes. Goals: To assess the quality of life of patient with morbid obesity (BMI≥35 kg/m2) before and after bariatric surgery procedure by using a specific tool that will be validated in Italian, to monitor the progres of prevalent comorbidities and its impact on quality of life. Methods: A multicentric pre post study on a non-randomized sample of patients aged between 19 and 65 years, with morbid obesity and BMI≥35 kg/m2, candidates for bariatric surgery (gastric banding or gastric bypass) was conducted in 2013-2014. A validation study for the Italian version of Laval questionnaire was performed. Quality of life assessment and the evaluation of the trend of comorbidities were carried out in different times of observation. Results: 166 patients were enrolled, mean BMI of 42.8±7.5 kg/m2 (range 31-70). Excellent consistency (alpha>.90) and concurrent validity with the Orwell’s questionnaire (rho=-.78, p<.001). Comorbidities decrease significantly postoperatively. Self-esteem and quality of life improve as the depressive symptoms tend to regress, especially between 3 and 12 months after surgery. Conclusion: Bariatric surgery procedures are proved to be very effective in reducing obesity-related comorbidities and represent a good way to improve quality of life of obese patients.
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Maretti, Alessandro. "Progettazione e realizzazione di un drone autonomo per il monitoraggio della qualita dell'aria". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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La tesi verte sulla progettazione e realizzazione di un velivolo autonomo in grado di sorvolare un'area circoscritta da coordinate GPS rilevando, ad intervalli regolari, parametri sulla qualità dell'aria quali temperatura, quantità di CO e GPL presente, umidità e pressione atmosferica; salvandoli su un database locale e rendendoli disponibili attraverso un'interfaccia web utilizzata anche per la selezione dell'area da sorvolare e l'avvio del velivolo. Il velivolo è stato progettato e ralizzato manentendo uno sguardo alla modularità separando, sia lato software che lato hardware, la sensoristica dalla gestione del volo; inoltre sono state utilizzate solamente attrezzature e sensori economici per dimostrare come, seppur con componenti dal costo ridotto, fosse possibile creare un prototipo funzionante. Nella tesi viene prima svolta una panoramica sui velivoli autonomi ed il concetto di autonomia, per poi passare alla descrizione dei metodi di localizzazione e dell'algoritmo di volo utilizzato. In seguito è stata sviluppata un'analisi sulla struttura del software sviluppato e dell'hardware utilizzato per il prototipo. Infine, i test svolti, dimostrano come il prototipo sia in grado di effettuare quanto descritto e funzionare a dovere.
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Mestriner, Nicola <1988&gt. "Il microcredito nei Paesi in via di sviluppo: funzionamento e analisi finanziaria". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4795.

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Nei Paesi in via di sviluppo, la difficoltà di accedere al prestito bancario, a causa dell’assenza o dell’inadeguatezza delle garanzie reali offerte e delle dimensioni dell’attività, non consente alle imprese e, più genericamente, alla popolazione, di svilupparsi e di creare un sistema economico e finanziario efficiente e sostenibile. Il Capitolo 1 introduce l’argomento principale descrivendo la nascita e lo sviluppo del microcredito nel mondo, procedendo poi con un’analisi dell’impatto sociale ed economico che tale strumento ha avuto nella società, soffermandosi infine sul concetto di inclusione finanziaria. Il Capitolo 2 descrive le principali metodologie di prestito utilizzate dalle istituzioni di microfinanza, in particolare il prestito individuale e le diverse forme di prestito di gruppo. Il Capitolo 3 comprende un’analisi economico-finanziaria dei principali mercati di microfinanza nei Paesi in via di sviluppo, suddivisi in cinque macroregioni: l’Africa sub-sahariana, il Medio Oriente ed il Nord Africa, l’Europa orientale e l’Asia Centrale, il continente asiatico ed il Pacifico, concludendo con l’America Latina ed i Caraibi. Il Capitolo 4, infine, analizza il livello dei tassi di interesse applicati sui microprestiti, verificando poi l’efficienza operativa attualmente raggiunta dalle istituzioni di microfinanza.
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Reno', Roberto. "Volatility estimate via Fourier analysis". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2005. http://hdl.handle.net/11384/85694.

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From the preface: The aim of this Thesis is to study some selected topics on volatility estimation and modeling. Recently, these topics received great attention in the financial literature, since volatility modeling is crucial in practically all financial applications, including derivatives pricing, portfolio selection and risk management. Specifically, we focus on the concept of realized volatility, which became important in the last decade mainly thanks to the increased availability of high-frequency data on practically every financial asset traded in the main marketplaces. The concept of realized volatility traces back to an early idea of Merton (1980), and basically consists in the estimation of the daily variance via the sum of squared intraday returns, see Andersen et al. (2003). The work presented here is linked to this strand of literature but an alternative estimator is adopted. This is based on Fourier analysis of the time series, hence the term Fourier estimator, which has been recently proposed by Malliavin and Mancino (2002). Moreover, we start from this result to introduce a nonparametric estimator of the diffusion coefficient. The Thesis has two main objectives. After introducing the concept of quadratic variation and the Fourier estimator, we compare the properties of this estimator with realized volatility in a univariate and multivariate setting. This leads us to some applications in which we exploit the fact that we can regard volatility as an observable instead of a latent variable. We pursue this objective in Chapters 3 and 4. The second objective is to prove two Theorems on the estimation of the diffusion coefficient of a stochastic diffusion in a univariate setting, and this is pursued in Chapter 5. [...]
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Visalli, Roberto. "Innovative numerical petrological methods for definition of metamorphic timescale events of southern European Variscan relicts via thermodynamic and diffusion modelling of zoned garnets". Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/4089.

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Innovative numerical petrology methods have been developed using several computer programming languages, to investigate chemical-physical properties of metamorphic rocks at the microscale. These methods can help users to analyse the final aspect of the metamorphic rocks, which derives from the counterbalancing factors controlled by deformation vs. recovery processes, through a better quantification of the rock fabric parameters (e.g., grain and mineral size distribution) as well as of the rock volumes and the specific compositions that take part in the reactions during each metamorphic evolutionary stage. In this perspective, a grain boundary detection tool (i.e., Grain Size Detection - GSD) was created to draw grain boundary and create polygon features in a Geographic Information System (GIS) platform using thin section optical scans as input images. Such a tool allows users to obtain several pieces of information from the investigated samples such as grain surfaces and sizes displayed as derivative maps. These maps have been then integrated with the mineralogical distribution map of the entire thin section classified from the micro X-ray maps. This step has been made to enhance the grain size distribution analysis by associating a mineral label to each polygon feature, by developing a further tool called Min-GSD (i.e., Mineral-Grain Size Distribution). The image analysis of rocks at the microscale was further improved by introducing a new multilinear regression technique within a previous image analysis software (i.e., X-ray Map Analyser - XRMA), with the aim to calibrate X-ray maps per each classified mineral of the selected thin section microdomain. This enhancement (called Quantitative X-ray Map Analyser - Q-XRMA) allowed to compute: (a) the elemental concentration within a single phase expressed in a.p.f.u; (b) maps of the end member fractions defining the potential zoning patterns of solid solution mineral phases. Moreover, the classification through this new method of one or several microdomains per thin section, able to describe the potential sequence of recognized metamorphic equilibria, has been here used to a better definition of the effective bulk rock chemistries at the base of a more robust thermodynamic modelling, providing more reliable thermobaric constraints. These thermobaric constraints were here converted for the first time into Pressure-Temperature (PT) maps by the development of an add-on (i.e., Diffusion Coefficient Map Creator - DCMC) of the previous tool (Q-XRMA), for creating maps of compositionally-dependent diffusion coefficients, by integrating diffusion data from the literature. As a result, an articulated Local Information System (LIS) for the investigated mineral, involving data on composition, grain size, modal amounts and kinetic rates, is created and potentially useful for detailed investigations as, for instance, the determination of the timescales of metamorphic events. All of these methods mentioned above can be considered part of the Petromatics discipline, here for the first time defined as the science which integrates new computers technologies with different techno-scientific sectors related to the detection and handling of spatial minerochemical data characterising rocks at the microscale. Furthermore, the quantification of the rock parameters at the microscale laid the groundwork for the development of an innovative numerical petrological workflow here called Metamorphic Petrology Information System (MetPetIS). The latter is a new LIS able to store, manage and elaborate multidisciplinary and multiscale data collection from metamorphic basement rocks within a unique cyber-infrastructure.
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Merli, Vanessa. "L'esperimento di Grimaldi e la storia della diffrazione". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16771/.

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Questa tesi ricostruisce il contributo di Francesco Maria Grimaldi alla comprensione del fenomeno di diffrazione, da lui sperimentalmente studiato per la prima volta nella seconda metà del Seicento. Il primo capitolo di questo elaborato vuole mostrare i contributi offerti da Grimaldi all’astronomia e alla geodesia in collaborazione con Ricciòli, gesuita e astronomo bolognese, ed anche il rapporto tra scienza e fede, in particolare tra i Gesuiti e l’Università di Bologna. Il secondo capitolo è focalizzato sul De lumine, opera postuma di Grimaldi, e sui due esperimenti riguardanti la diffrazione ivi contenuti. Il terzo capitolo viene dedicato alla storia della diffrazione analizzando la trattazione che ne fecero gli scienziati dopo Grimaldi: si parte da Newton e dalla sua visione corpuscolare della luce per arrivare ad Huygens, Young e Fresnel e all’elaborazione della teoria ondulatoria, che permette di spiegare correttamente il fenomeno della diffrazione.
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Cappelle, Julien. "Evaluation éco-épidémiologique du risque d'émergence du virus Influenza Aviaire Hautement Pathogène H5N1 dans le Delta Intérieur du Niger au Mali via l'avifaune sauvage". Doctoral thesis, Universite Libre de Bruxelles, 2010. http://hdl.handle.net/2013/ULB-DIPOT:oai:dipot.ulb.ac.be:2013/210000.

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Cette thèse évalue le risque d’émergence d’un pathogène via l’avifaune sauvage dans une région indemne en combinant deux approches :(1) L’étude de pathogènes partageant des caractéristiques éco-épidémiologiques communes avec le pathogène émergeant ;et (2) L’utilisation de données écologiques disponibles dans la région indemne.

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Doctorat en Sciences agronomiques et ingénierie biologique
info:eu-repo/semantics/nonPublished

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SETTI, LEONARDO. "Caratterizzazione dei vini dell’Emilia-Romagna mediante spettrometria di massa ad alta risoluzione e risonanza magnetica nucleare: caso di studio sui Lambruschi commerciali e sui vini di varietà minori di Vitis vinifera L. neoiscritti al Registro Nazionale delle Varietà di Vite". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1239074.

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Resumen
Il progetto è stato svolto con l’obiettivo di trovare nuovi metodi alternativi ed a basso impatto ambientale per la caratterizzazione dei vini, commerciali e minori. Infatti, le analisi eseguite presso il Centro Interdipartimentale Grandi Strumenti (CIGS) di Modena, hanno permesso di analizzare i vini della famiglia dei Lambruschi, diventati ormai tra i vini più consumati ed esportati al mondo; i vini della famiglia delle Malvasie, che sempre più si stanno affermando sul mercato; i vini meno conosciuti dell’Emilia-Romagna, prodotti dal Centro di Ricerca delle Produzioni Vegetali (CRPV) di Cesena, sia rossi che bianchi. In particolare, per quel che riguarda i vini rossi, la metabolomica si è rivelata un approccio efficace, e l’utilizzo di strumenti di avanguardia quale lo spettrometro di massa ad alta risoluzione Orbitrap Q Exactive, ha permesso di individuare oltre 100 molecole di antocianine. Tra esse, oltre a quelle glicosilate, acetil-, coumaroil- e caffeoil-glicosilate, sono state individuate molte altre forme derivate, come ad esempio i di-glucosidi, che sono caratteristici delle viti americane, ma sono presenti in tracce anche nelle varietà di V. vinifera, così come le combinazioni con le catechine e le gallocatechine, a più alto peso molecolare. Infatti, i metodi analitici comuni quali spettrofotometria UV o cromatografia liquida UV, non permettono di vedere le molecole presenti in basse concentrazioni, a causa della minore sensibilità dei rivelatori. Inoltre, gli spettrofotometri UV permettono di individuare le molecole solo in base ai tempi di ritenzione di quest’ultime, che spesso co-eluiscono le une con le altre, nonostante il metodo cromatografico sia stato messo a punto in modo adeguato. Analizzando i dati tramite la Principal Component Analysis (PCA), l’Ancellotta è stata confermata, sia in termini di quantità sia come stabilità produttiva, come la varietà più interessante per la produzione di vino da taglio. Anche i Lambruschi Salamino, Grasparossa e Reggiano, sono facilmente distinguibili ed hanno dimostrato anch’essi un’ottima resa, in termini di colore. Dal punto di vista tecnologico, è stato possibile distinguere l’Ancellotta vinificata in rosso da quella vinificata in bianco. Infatti, quella vinificata in rosso, soprattutto nell’annata 2019, si distingue non solo per gli alti contenuti di antocianine glicosilate, che sono tipicamente le più ricercate dagli enologi, ma anche per la grande quantità di antocianine derivate citate precedentemente. Tra i vitigni minori, il Festasio si è rivelato il vino con delle caratteristiche molto simili a quelle dei vini già presenti in commercio, sia in termini qualitativi che quantitativi. Anche il Lambrusco di Fiorano (o Lambrusco del Pellegrino), tipico del Modenese, seppur con una colorazione meno abbondante, ha mostrato caratteristiche interessanti per la vinificazione del Lambrusco. Per quanto riguarda lo studio dei vini bianchi, è stata condotta un’analisi mediante Risonanza Magnetica Nucleare monodimensionale (1H-NMR), approccio tipico delle analisi “untargeted” delle matrici. Questo tipo di analisi, nonostante sia un’analisi più approssimativa rispetto alla spettrometria di massa, ha consentito di caratterizzare efficacemente i vini rossi minori descritti in precedenza, oltre ai vini bianchi minori di Caveccia, Vernaccia del Viandante, Bertinora e Vernaccina, un tempo diffuse soprattutto nelle province rivierasche del Mar Adriatico, e la Melara, originaria della provincia di Piacenza. In particolare, è stato possibile distinguere i vini minori dai vini già presenti in commercio, quali ad esempio i Lambruschi ed il Pignoletto. Di quest’ultimo, è stato inoltre possibile distinguere il prodotto commerciale, e quindi già rifermentato in bottiglia, dal prodotto non ancora rifermentato, con un contenuto alto di zuccheri residui, ed ancora di basso grado alcolico.
The project was carried out with the aim of finding new alternative and low environmental impact methods for the characterization of commercial and minor wines. In fact, the analyzes carried out at the Centro Interdipartimentale Grandi Strumenti (CIGS) in Modena permitted to analyze the wines of the Lambrusco family, which have now become among the most consumed and exported wines in the world; the wines of the Malvasia family, which are increasingly establishing on the market; the lesser known wines of Emilia-Romagna, produced by the Centro di Ricerca delle Produzioni Vegetali (CRPV) of Cesena, both red and white. Regarding to the red wines, metabolomics proved to be an effective approach, and the use of cutting-edge tools such as the high-resolution mass spectrometer Orbitrap Q Exactive, permitted to identify over 100 anthocyanin molecules. Among them, in addition to the most known forms such as glycosylated, acetyl-, coumaroyl- and caffeoyl-glycosylated, many other derivative forms were identified, such as di-glucosides, which are typical of American vines, but are present in traces also in the varieties of V. vinifera, as well as the combinations with catechins and gallocatechins, with higher molecular weight. In fact, with common analytical methods such as UV spectrophotometry or UV liquid chromatography, it is not possible to see the molecules present in low concentrations, due to the lower sensitivity of the detectors. In addition, UV spectrophotometers allow the identification of molecules only based on the retention times, which often co-elute with each other, even though the chromatographic method has been properly developed. By analyzing the data through the Principal Component Analysis (PCA), the Ancellotta was confirmed, both in terms of quantity and production stability, as the most interesting variety to produce blended wine. Even the Lambrusco Salamino, Grasparossa and Reggiano, are easily distinguishable and have also shown an excellent yield, in terms of color. From a technological point of view, it was possible to distinguish the Ancellotta vinified in red from that vinified in white. In fact, the red vinified one, especially in the 2019 vintage, stands out not only for the high contents of glycosylated anthocyanins, which are typically the most appreciated by winemakers, but also for the large amount of derived anthocyanins mentioned above. Among the minor vines, Festasio proved to be the wine with characteristics very similar to those of the wines already on the market, both in qualitative and quantitative terms, and it can be used as blended wine. Lambrusco di Fiorano (or Lambrusco del Pellegrino), typical of the Modena province, even if with a less abundant color, also showed interesting characteristics for the vinification of Lambrusco. As for the analysis of white wines, an analysis was conducted using mono-dimensional Nuclear Magnetic Resonance (1H-NMR), a typical approach of "untargeted" analysis. This type of analysis, despite being a more approximated analysis than mass spectrometry, allowed the characterization of the minor red wines described above, as well as the minor white wines of Caveccia, Vernaccia del Viandante, Bertinora and Vernaccina, once widespread especially in the coastal provinces of the Adriatic Sea, and the Melara, originally from the province of Piacenza. Moreover, it was possible to discriminate minor wines from wines already on the market, such as Lambrusco and Pignoletto. Of the latter, it was also possible to distinguish the commercial product, and therefore already refermented in the bottle, from the product not yet refermented, and thus with a higher content of residual sugars, and still low in alcohol.
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Tang, Xue-jun. "Asymmetric synthesis of stereochemically-defined and conformationally-constrained novel amino acids via direct alkylation of chiral nickel(II)-coordinated Schiff bases of glycine and alanine, and design and synthesis of selective peptide and non-peptide ligands for the delta-opioid receptor". Diss., The University of Arizona, 2002. http://hdl.handle.net/10150/279911.

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Resumen
A systematic practical method to prepare highly chi (χ)-constrained amino acids has been developed. It was found that increasing the size of R¹ (see figure) from H to Me to Et to n-Pr led to decreased reactivity of the starting complexes. In the case of R¹ as i-Pr, no alkylation was observed. With an increase of the size of R² from H to Me to Et to i-Bu, the reactivities of the alkyl bromides decreased. The starting Schiff bases had more effective stereocontrol at the α-carbon center than at the β-carbon center. The starting Schiff bases showed differential reactivity toward the racemic electrophile (kinetic resolution). Satisfactory differentiations were obtained at room temperature which makes this method synthetically useful. In the case of R¹ as H (NiGlyBPB), the thermodynamically-controlled stereoselectivity of alkylation was as high as 30:1. [DIAGRAM OMITTED]* A series of dipeptide analogues (TMT-Tic and DMT-Tic) were designed and synthesized to mimic the potent and highly selective delta-opioid receptor pentapeptide ligand-[(2S,3R)TMT¹]-DPDPE and thus to explore the topographical requirements for recognition of ligands at the opioid receptor through bioassays and NMR studies to facilitate the design of non-peptide compounds to be used as therapeutic agents for pain. (2S,3R)-TMT-L-Tic was found to have best binding affinities at the δ-opioid receptor in TMT-Tic series. In preliminary NMR studies, it was found that these designed peptide ligands have their own distinct conformations in the aqueous media. Meanwhile some modified non-peptide analogues of SL-3111 were prepared to continue our efforts to find effective non-peptide ligands for the δ-opioid receptor. More systematic studies are still ongoing using NMR and computational methods. *Please refer to dissertation for diagram.
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ALTOBELLI, Dario. "I sogni della biologia. Ideologia e utopia nelle scienze della vita del Novecento". Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/917629.

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Resumen
La clonazione degli esseri viventi e la promessa dell’immortalità, la cura di tutte le malattie e l’invenzione di avveneristiche protesi biomeccaniche, ma anche la minaccia di un controllo totale sui viventi attraverso la schedatura del loro patrimonio genetico o la possibilità di modificare le strutture antropologiche fondamentali degli esseri umani, sino a “ricrearli” in laboratorio attraverso l’impiego di sofisticate tecniche bioingegneristiche. Sono solo alcuni dei molti temi che agitano l’opinione pubblica mondiale intorno ai progressi della scienza e della tecnica in ambito biologico e genetico e che spesso, attraversando gli incerti territori della bioetica, prefigurano o richiamano scenari propri della tradizione di pensiero utopico. Questa tesi, attraverso una rilettura critica della letteratura utopica e degli scenari tecnico-scientifici in essa rappresentati, ricostruisce il percorso che conduce nel Novecento alcuni tra i più noti e importanti biologi e genetisti a farsi in prima persona autori e promotori di utopie fondate sul progresso scientifico e sul ruolo di guida dello scienziato per la società. Da J.B.S. Haldane a H.J. Muller, da H.D. Bernal a J. Monod, sino ai contemporanei F. Collins e C. Venter – i contendenti nella gara di fine millennio per la mappatura del genoma umano – il testo indaga il complesso profilo ideologico e politico sotteso alle imprese scientifiche più importanti del nostro tempo, problematicamente intrecciato con gli interessi di un inedito bio-capitalismo in rapida espansione.
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PUCCI, TOMMASO. "Capacità interne, sistemi di relazioni università-industria e performance. Un'analisi di un cluster Life Sciences". Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/789929.

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Il lavoro affronta il tema delle relazioni università-industria adottando un duplice punto di osservazione. Il primo interno alle imprese si focalizza sulla relazione tra capacità interne, relazioni esterne e performance delle imprese. Il secondo interno all'Accademia si focalizza sulle determinanti e le caratteristiche delle attività accademiche di trasferimento tecnologico.
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PILOTTO, STEFANO. "Normatività della vita e normatività della tecnica. Evoluzione e invenzione tra Canguilhem e Leroi-Gourhan". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1314363.

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Resumen
A partire dal panorama filosofico del '900 si propone una lettura delle maggiori correnti di pensiero alla base delle moderne concettualizzazione del rapporto tra vita e tecnica, così da procedere poi attraverso la filosofia di Georges Canguilhem per proporre un’indagine critica dello statuto della normatività biologica, alla luce della triplice relazione fra organismo ambiente e tecnica. Quest’ultima viene colta in maniera esemplare nella forma offerta dalla medicina, in quanto tecnica che agisce a partire dalle "norme organiche" degli individui. Inoltre, per chiarire il rapporto tra dimensione tecnica e dimensione organica, è centrale il riferimento alle ricerche di André Leroi-Gourhan, per mostrare il ruolo costitutivo della tecnologia nell’evoluzione umana, intesa sia come culturale che biologica.
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Carvalho, Maria Susana Ribeirinha Cardoso de. "Mulheres toxicodependentes: o género na desviância: "a vida dela é à estrada e a vida dele é nas esquinas a arrumar carros"". Master's thesis, 2004. https://repositorio-aberto.up.pt/handle/10216/23666.

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Carvalho, Maria Susana Ribeirinha Cardoso de. "Mulheres toxicodependentes: o género na desviância: "a vida dela é à estrada e a vida dele é nas esquinas a arrumar carros"". Dissertação, 2004. https://repositorio-aberto.up.pt/handle/10216/23666.

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Richard-Lalonde, Mélissa. "Développement d'un biosenseur BRET permettant le criblage de drogues qui causent l'activation de canaux Kir3 via les récepteurs couplés aux protéines G". Thèse, 2010. http://hdl.handle.net/1866/6964.

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Resumen
Les récepteurs couplés aux protéines G forment des complexes multimériques comprenant protéines G et effecteurs. Nous cherchons à caractériser de tels complexes comprenant les récepteurs opioïdes delta (DOR) et les canaux Kir3, qui nous sont d’intérêt vu leur implication dans l’analgésie des opioïdes. Des expériences d’immunopurification, de BRET et de liaison GTPgS ont été réalisées à l’intérieur de cellules HEK293 transfectées. Les canaux Kir3 ont été co-immunopurifiés avec les DOR, suggérant une interaction spontanée entre récepteur et effecteur. Des essais BRET ont corroboré que l’interaction était présente dans des cellules vivantes et nous ont permis d’identifier une interaction spontanée et spécifique entre DOR/Gg et Gg/Kir3, indiquant leur coexistence en un même complexe. Puisque l’activation du récepteur implique la présence de changements conformationnels à l’intérieur de celui-ci, nous étions intéressés à vérifier si l’information conformationnelle circule à partir du récepteur lié au ligand jusqu’à l’effecteur en aval. Ainsi, nous avons déterminé l’effet de différents ligands sur le signal BRET généré par les paires suivantes : DOR/Gbg, DOR/Kir3 et Kir3/Gbg. Nous avons constaté une modulation de l’interaction DOR/Gbg et Gbg/Kir3 suivant l’ordre d’efficacité des ligands à stimuler la protéine G, ce que nous n’avons pas observé entre DOR et Kir3. Donc, nous concluons que l’information conformationnelle circule du récepteur au canal Kir3 via la protéine Gbg. Ces résultats nous ont permis de développer un biosenseur BRET (EYFP-Gg2/Kir3.1-Rluc) qui pourrait être utilisé dans le criblage à haut débit afin de détecter de nouvelles molécules ayant une grande efficacité à activer les canaux Kir3.
G protein-coupled receptors form multimeric complexes comprising G protein and effectors. We want to characterize such complexes comprising delta opioid receptors (DOR) and Kir3 channels, which interest us due to their involvement in opioid analgesia. Immunopurification, BRET and GTPgS binding experiments were done in transfected HEK293 cells. Kir3 channels were co-immunopurified with DOR, implying a spontaneous interaction between the receptor and effector. BRET assays corroborated the presence of this interaction in living cells and allowed us to identify a spontaneous and specific interaction between DOR/Gg and Gg/Kir3, indicating their co-existence within the same complex. Since the activation of the receptor implies it undergoes conformational changes, we were interested in evaluating if the conformational information flows from the ligand-bound receptor until the downstream effector. Hence, we determined the effect of different ligands on the BRET signal that was generated by the following pairs: DOR/Gbg, DOR/Kir3 and Kir3/Gbg. We noticed a modulation of the DOR/Gbg and Gbg/Kir3 interactions that followed the order of efficacy of the ligands to activate the G protein, which we did not observe between DOR and Kir3. Therefore, we concluded that the conformational information flows from the receptor to the Kir3 channel via the Gbg protein. These results allowed us to develop a BRET biosensor (EYFP-Gg2/Kir3.1-Rluc), which could be used in high throughput screening to detect new molecules that activate Kir3 channels with high efficacy.
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