Literatura académica sobre el tema "Risoluzione anticipata del contratto"

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Artículos de revistas sobre el tema "Risoluzione anticipata del contratto"

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Dessì, Ombretta. "La nuova disciplina sulle dimissioni e sulla risoluzione consensuale del contratto di lavoro". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 152 (enero de 2017): 641–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2016-152005.

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Tesis sobre el tema "Risoluzione anticipata del contratto"

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Pascucci, Luisa <1979&gt. "Disponibilità degli effetti della risoluzione e reviviscenza del contratto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3506/1/Pascucci_Luisa_Tesi%5B1%5D.pdf.

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Resumen
La ricerca sul tema “Disponibilità degli effetti della risoluzione e reviviscenza del contratto” analizza se, e come, gli effetti della risoluzione possano essere oggetto di disposizione ad opera delle parti. In particolare, se, ed in che modo, il contraente non inadempiente che abbia agito in risoluzione, in via giudiziale o stragiudiziale, possa incidere unilateralmente sulla sorte finale del vincolo contrattuale paralizzando l’effetto risolutivo già in atto attraverso una tardiva richiesta di adempimento. La questione della reversibilità dell’effetto risolutivo, che si è posta in forma paradigmatica nell’ambito della diffida ad adempiere, ha diviso dottrina e giurisprudenza per oltre trent’anni: laddove la giurisprudenza ha costantemente ammesso il creditore a recuperare il contratto risolto e a pretenderne ancora l’esecuzione, ritenendo che la risoluzione concreti un vantaggio unilaterale del creditore, da lui sempre liberamente disponibile, la dottrina ha optato per la irreversibilità dell’effetto risolutivo, in ossequio al principio di tutela dell’affidamento dell’inadempiente ad aver certezza sulla sorte finale del vincolo e a non rimanere esposto a tempo indefinito agli arbitri di controparte. Sono di recente intervenute le Sezioni Unite (Cass., sez. un., 14 gennaio 2009, n. 553), che, in direzione diametralmente opposta rispetto al granitico orientamento giurisprudenziale, hanno integralmente accolto i rilievi critici della dottrina ed escluso la disponibilità dell’effetto risolutivo derivante dallo spirare inutile del termine fissato in diffida, con ciò precludendo al contraente non inadempiente di tornare a esigere l’adempimento a risoluzione avvenuta.
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Pascucci, Luisa <1979&gt. "Disponibilità degli effetti della risoluzione e reviviscenza del contratto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3506/.

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Resumen
La ricerca sul tema “Disponibilità degli effetti della risoluzione e reviviscenza del contratto” analizza se, e come, gli effetti della risoluzione possano essere oggetto di disposizione ad opera delle parti. In particolare, se, ed in che modo, il contraente non inadempiente che abbia agito in risoluzione, in via giudiziale o stragiudiziale, possa incidere unilateralmente sulla sorte finale del vincolo contrattuale paralizzando l’effetto risolutivo già in atto attraverso una tardiva richiesta di adempimento. La questione della reversibilità dell’effetto risolutivo, che si è posta in forma paradigmatica nell’ambito della diffida ad adempiere, ha diviso dottrina e giurisprudenza per oltre trent’anni: laddove la giurisprudenza ha costantemente ammesso il creditore a recuperare il contratto risolto e a pretenderne ancora l’esecuzione, ritenendo che la risoluzione concreti un vantaggio unilaterale del creditore, da lui sempre liberamente disponibile, la dottrina ha optato per la irreversibilità dell’effetto risolutivo, in ossequio al principio di tutela dell’affidamento dell’inadempiente ad aver certezza sulla sorte finale del vincolo e a non rimanere esposto a tempo indefinito agli arbitri di controparte. Sono di recente intervenute le Sezioni Unite (Cass., sez. un., 14 gennaio 2009, n. 553), che, in direzione diametralmente opposta rispetto al granitico orientamento giurisprudenziale, hanno integralmente accolto i rilievi critici della dottrina ed escluso la disponibilità dell’effetto risolutivo derivante dallo spirare inutile del termine fissato in diffida, con ciò precludendo al contraente non inadempiente di tornare a esigere l’adempimento a risoluzione avvenuta.
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COSTACURTA, Giorgia. "Rapporto tra domanda di adempimento e domanda di risoluzione del contratto per inadempimento". Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343997.

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Resumen
La tesi si occupa del rapporto esistente tra la domanda di adempimento del contratto e la domanda di risoluzione del contratto per inadempimento alla luce del disposto dell’art. 1453 c.c. In particolare la tesi si propone di individuare se esistano e quali siano i limiti oltre i quali la sostituzione di una domanda all’altra non è più possibile, sia da dal punto di vista processuale che dal punto di vista sostanziale. L’analisi continua con lo studio del rapporto esistente tra le due domande nell’ambito dell’ordinamento giuridico francese, alla luce del disposto dell’art. 1184 del Code Civil, allo scopo di verificare se la questione esista anche in tale ordinamento ed in che termini. Segue il confronto tra i due sistemi allo scopo di verificare se, pur a fronte delle differenze apparentemente esistenti e la maggiore libertà esistente nell’ordinamento francese nel passaggio da una domanda all’altra, i principi e le conclusioni applicabili nei due ordinamenti siano gli stessi.
The doctoral thesis concerns the relationship existing between the claim for the fulfilment of the agreement and the claim for its resolution according to article 1453 of the Italian Civil Code. In particular, the thesis tries to check if there are any limits (and, in this case, what kind of limits there are) beyond which the substitution of a claim to the other one is no more possible during the trial and also from a substantial point of view. The analysis goes on with the consideration of the relationship existing between the two claims in the French private law, according to article 1184 of the French Code Civil, in order to check if in that system there is a similar question. The thesis goes on with the comparison of the rules existing in the two systems in order to verify if beyond the differences and beyond the fact that in the French system there is much more freedom for the substitution of a claim to the other one, the principles and the conclusions are quite the same.
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CRISTIANO, FRANCESCO. "IL MUTUO DISSENSO PER COMPORTAMENTI CONCLUDENTI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219668.

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Resumen
The parties terminate a binding agreement between them by mutual consent. This thesis is structured in two chapters and is dedicated to the mutual consent expressed through behaviours implying a tacit expression of will. The first chapter investigates the frame of the contractual figure of the “mutual consent” with specific reference to the issue of its possible retroactive effectiveness. The second chapter focuses on the agreement in mutual consent and on the importance of the behaviours implying a tacit expression of will for its execution: in particular we investigate, in a critical perspective, the cases of mutual consent for behaviours implying a tacit expression of will in case law. It concerns cases where the mutual consent occurs because of the restitution of the contractual obligations set forth in the original contract, the destruction of the contractual document, the submission of claims with contrasting demands for rescission of the contract for default and the persistent non-fulfilment of the contractual relationship.
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SALERNO, ANDREA MARIA. "IL RAPPORTO DI AGENZIA, UNA PROSPETTIVA GIUSLAVORISTICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3106.

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Resumen
L’elaborato tratta il rapporto di agenzia in un’ottica giuslavoristica. La prima parte dello scritto insiste sull’inquadramento normativo prendendo in considerazione lo sviluppo della normativa sia convenzionale che legale. In particolare si è valutato se vi fosse una possibile analogia tra l’efficacia degli AEC e quella dei CCNL rispetto al contratto individuale. Successivamente si sono analizzate figure simili all’agente come il procacciatore d’affari o il promoter finanziario per evidenziarne le differenze tale da non poter definire l’agente mero lavoratore autonomo. In seguito si sono rilevate le analogia con il rapporto di lavoro subordinato in particolare sull’applicazione delle clausole generali inerenti lo svolgimento del rapporto medesimo come la buona fede e la diligenza. Infine particolari analogie si sono riscontrate nell’aspetto conclusivo del rapporto. innegabili, se non nelle conseguenze almeno nelle cause. Da ultimo sono state trattate le analogie sia nell’aspetto previdenziale che processuale. L’elaborato ha voluto ricercare la voluntas regulandi del legislatore nel disciplinare il rapporto di agenzia il quale si presta ad essere utilizzato sia da imprese di capitali sia da singole persone fisiche. La ricerca effettuata ha fatto dedurre che il legislatore abbia voluto tutelare, nel caso dell’agente persona fisica, non solo interessi economici ma anche i diritti della persona mutuando, in quest’ultimo caso, la disciplina del diritti del lavoro.
The paper discusses the relationship of agency labor law perspective . The first part of the paper insists on the regulatory framework taking into account the development of both conventional and legal regulations . In particular, we examined whether there was a possible analogy between the effectiveness of the ERM and that of the national collective bargaining agreement with respect to the individual contract . Subsequently, we analyzed similar figures to the agent as the intermediary or financial promoter to highlight the differences that they can not define the agent merely self-employed. Then are recognized the analogy with the employment relationship , in particular, on the application of general clauses relating to the conduct of the relationship itself as the good faith and diligence . Finally the particular similarities were found in the appearance of the final report. undeniable , if not in the consequences at least in the cases . Finally, the similarities were treated both in social security that reason . The paper wanted to search the voluntas regulandi of the legislature in regulating the agency relationship which lends itself to be used by businesses of capital from both individual natural persons . The research did conclude that the legislature intended to protect, in the case of the agent individual, not only economic interests but also the rights of the person borrowing , in the last case , the regulation of labor rights.
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SALERNO, ANDREA MARIA. "IL RAPPORTO DI AGENZIA, UNA PROSPETTIVA GIUSLAVORISTICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3106.

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L’elaborato tratta il rapporto di agenzia in un’ottica giuslavoristica. La prima parte dello scritto insiste sull’inquadramento normativo prendendo in considerazione lo sviluppo della normativa sia convenzionale che legale. In particolare si è valutato se vi fosse una possibile analogia tra l’efficacia degli AEC e quella dei CCNL rispetto al contratto individuale. Successivamente si sono analizzate figure simili all’agente come il procacciatore d’affari o il promoter finanziario per evidenziarne le differenze tale da non poter definire l’agente mero lavoratore autonomo. In seguito si sono rilevate le analogia con il rapporto di lavoro subordinato in particolare sull’applicazione delle clausole generali inerenti lo svolgimento del rapporto medesimo come la buona fede e la diligenza. Infine particolari analogie si sono riscontrate nell’aspetto conclusivo del rapporto. innegabili, se non nelle conseguenze almeno nelle cause. Da ultimo sono state trattate le analogie sia nell’aspetto previdenziale che processuale. L’elaborato ha voluto ricercare la voluntas regulandi del legislatore nel disciplinare il rapporto di agenzia il quale si presta ad essere utilizzato sia da imprese di capitali sia da singole persone fisiche. La ricerca effettuata ha fatto dedurre che il legislatore abbia voluto tutelare, nel caso dell’agente persona fisica, non solo interessi economici ma anche i diritti della persona mutuando, in quest’ultimo caso, la disciplina del diritti del lavoro.
The paper discusses the relationship of agency labor law perspective . The first part of the paper insists on the regulatory framework taking into account the development of both conventional and legal regulations . In particular, we examined whether there was a possible analogy between the effectiveness of the ERM and that of the national collective bargaining agreement with respect to the individual contract . Subsequently, we analyzed similar figures to the agent as the intermediary or financial promoter to highlight the differences that they can not define the agent merely self-employed. Then are recognized the analogy with the employment relationship , in particular, on the application of general clauses relating to the conduct of the relationship itself as the good faith and diligence . Finally the particular similarities were found in the appearance of the final report. undeniable , if not in the consequences at least in the cases . Finally, the similarities were treated both in social security that reason . The paper wanted to search the voluntas regulandi of the legislature in regulating the agency relationship which lends itself to be used by businesses of capital from both individual natural persons . The research did conclude that the legislature intended to protect, in the case of the agent individual, not only economic interests but also the rights of the person borrowing , in the last case , the regulation of labor rights.
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Pertot, Tereza. "Inadempimento anticipato nella realtà italiana e nella prospettiva europea. Der antizipierte Vertragsbruch im italienischen Recht in europäischer Perspektive". Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/938327.

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Resumen
L’inadempimento anticipato è un istituto che affonda le sue radici nei sistemi di "common law", ma che ha dimostrato particolare forza espansiva, essendo stato recepito, di recente, in una pluralità di testi e progetti di diritto uniforme, trovando altresì ingresso in taluni codici civili nazionali.Sotto il profilo metodologico, la ricerca si propone di valorizzare un approccio comparatistico allo studio della figura di derivazione angloamericana, verificandone, al contempo, la compatibilità con i principi che governano l’ordinamento giuridico italiano, nel quale, pur in presenza di singole disposizioni dedicate al pericolo di una futura inattuazione del rapporto, manca una disciplina generale dell’inadempimento prima del termine; sicché la soluzione del delicato problema relativo alla configurabilità dell’istituto e del rimedio della risoluzione anticipata quale mezzo di reazione alla minaccia di una futura violazione del rapporto continua a rimanere affidata agli interpreti.L’obiettivo del lavoro non è comunque di soffermarsi sugli approdi della giurisprudenza e della dottrina nostrane, né di proporre un’interpretazione evolutiva del diritto interno alla luce dei principi elaborati sul piano sovranazionale.Viceversa, accogliendo i suggerimenti di quella dottrina che, pur prestando grande attenzione al dato normativo straniero, non ritiene di poter trarre da quest’ultimo il pretesto per l’abbandono del metodo dogmatico, lo studio mira a verificare se sia o no possibile una ricostruzione sistematica dell’istituto dell’inadempimento prima del termine a partire dalle indicazioni provenienti dal diritto vigente.Nella parte introduttiva del lavoro si procede ad una breve illustrazione del problema e della genesi della discussione teorica svoltasi intorno allo stesso nei sistemi di diritto consuetudinario.Si prosegue ad individuare le difficoltà che la soluzione della questione relativa alla configurabilità di un inadempimento prima del termine e della tutela risolutoria anticipata presenta per il giurista europeo-continentale.La parte centrale della tesi è dedicata agli sviluppi registrati nella prassi giurisprudenziale e alle tendenze emergenti a livello sovranazionale, dove la figura della violazione anticipata ha trovato ingresso, oltreché nei testi di diritto uniforme, pure in taluni ordinamenti nazionali, dimostrando in tal modo di non essere più estranea neppure ai sistemi dell’area "civil law".Terminata la disamina dello stato dell’arte e delle tendenze riscontrabili a livello europeo e globale si tenta, quindi, di capire, se la disciplina della responsabilità contrattuale contenuta nel codice civile italiano consenta di risolvere positivamente la questione relativa alla sussistenza, anche nel nostro ordinamento, di un quadro rimediale idoneo a far fronte a tutte le ipotesi di pericolo o di certezza del futuro inadempimento.In altre parole, ci si chiede se un livello di tutela analogo a quello predisposto dai sistemi in cui il fenomeno dell’inadempimento anticipato trova esplicita previsione in specifiche disposizioni di legge sia conseguibile, anche nel nostro ordinamento, attraverso una coerente interpretazione delle disposizioni esistenti, come ha voluto dimostrare la dottrina che si è finora occupata del problema; o se, lungi dal poter ravvisare in tali disposizioni altrettanti punti di emersione di un principio di portata più generale o comunque degli indici sufficienti per una compiuta ricostruzione della fattispecie e dell’apparato rimediale predisposto a favore della parte che tema la futura violazione contrattuale, l’unica via percorribile per adattare il nostro sistema allo "standard" di protezione europeo sia di procedere ad una revisione del quadro normativo vigente, analogo a quello occorso ormai più di un decennio orsono nell’ordinamento tedesco.
The subject of my PhD thesis is the anticipatory breach of contract. The doctrine of the anticipatory breach originates in the common law systems and regulates the cases in which it is clear that there will be a non-performance at the time the contractual obligations become due. In these cases English law recognises the aggrieved party a right to terminate the contract and to sue the other for damages before the other’s party obligation becomes due. On the contrary, traditionally, civil law legal systems did not contain any express provision regarding such kind of breach of contract, although, lately, several legislators (as, for example, the German one) have adopted provisions granting special remedies for an anticipated non-performance. Additionally, similar provisions were introduced in the Uniform Law on the International Sale of Goods and in other proposals enacting uniform contract law rules. The analysis of these provisions shows that there are two main remedies available to the non-breaching party before the performance is due. First, the party may terminate the contract in advance, when it is certain that a non-performance will occur. On the other hand, if the party fears a future breach of contract, but it is unsure about this, it may demand adequate assurance from the other party and meanwhile suspend its performance. The right to demand assurance avoids the risk of an incorrect prediction of the future breach and, at the same time, grants the debtor another possibility to perform. As far as the right to damages is concerned, several codes and legal texts do not expressly recognise the creditor’s possibility to claim for damages prior to the date set for performance. However, the courts and the doctrine admit the possibility for the creditor to claim damages as a consequence of an anticipatory breach. My PhD thesis focuses on the Italian legal system, where a specific regulation of the issue of the anticipatory non-performance is not in place. The purpose of the dissertation is to understand whether such non-performance can be admitted, as the prevailing opinion states. Furthermore, the thesis attempts to understand which remedies could be granted to the non-breaching party in consequence to an anticipatory breach of contract.
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Fin, Camilla. "Il diritto di rimediare all'inadempimento nei contratti a prestazioni corrispettive. Contributo allo studio dei rapporti tra adempimento tardivo e rimedio risolutorio". Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11562/907984.

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Lo scopo della ricerca è stato quello di indagare, nell’ambito della disciplina generale dei contratti a prestazioni corrispettive, in quali termini l’esecuzione tardiva della prestazione per iniziativa del soggetto inadempiente possa incidere sull’esercizio del rimedio risolutorio da parte del contraente fedele, nonché come vada, poi, inquadrata, una volta che se ne ammetta la configurabilità, una simile facoltà di rimediare all’inadempimento: ovvero, se come semplice possibilità, o piuttosto come un vero e proprio diritto, esercitabile anche nonostante la contraria volontà della controparte. Una simile indagine è parsa necessaria perché mentre sul piano sovranazionale vi è la tendenza ad attribuire al rimedio correttivo (c.d. right to cure) il rango di principio generale del diritto dei contratti, il nostro ordinamento non chiarisce in termini espliciti, se, ed eventualmente entro quali limiti, la parte inadempiente possa, dal canto suo, rimediare al proprio inadempimento, eseguendo od offrendo tardivamente la prestazione dovuta. La ricerca, dunque, dopo avere analizzato alcune disposizioni che paiono accordare alla parte debitrice, in situazioni particolari, un diritto di rimediare all’inadempimento (art. 1192, comma 1°, c.c.; art. 1512, comma 2°, c.c. e art. 130 c.cons.), si è occupata di stabilire se un siffatto diritto possa essere ricostruito in termini valevoli in via generale per il settore dei contratti sinallagmatici. A questo fine, si è dapprima individuato nel comma 3° dell’art. 1453 c.c. un possibile fondamento positivo del rimedio correttivo e, successivamente, si sono esposti gli argomenti di carattere sistematico – identificati anche mediante un’indagine comparatistica con il sistema tedesco – in forza dei quali si è ritenuto di potere affermare l’esistenza a favore della parte debitrice di un vero e proprio diritto di rimediare all’inadempimento, inquadrabile nell’ambito della categoria dei diritti potestativi e strumentale al soddisfacimento dell’interesse di quest’ultima alla conservazione dell’operazione negoziale e alla corretta esecuzione del contratto. In seguito, esaminati i diversi casi di c.d. inadempimento non rimediabile (l’impossibilità definitiva della prestazione imputabile al debitore, l’inadempimento delle obbligazioni negative e il mancato rispetto di un termine essenziale), ossia di inadempimento che non suscettibile di venire curato dal soggetto inadempiente, lo studio si è occupato di individuare quali sono i limiti all’esercizio del diritto di rimediare all’inadempimento rinvenibili nella teoria generale delle obbligazioni e dei contratti, per poi soffermarsi, in conclusione, sulle modalità con cui il rimedio esaminato può essere attuato e sulle conseguenze che esso produce con riferimento alle pretese spettanti alla parte fedele.
The topic of the Ph.D. thesis concerns the debtor’s right to cure a non-conforming performance in bilateral contracts. More specifically, the work tries to pinpoint the balance between the interest of the debtor in curing the performance and the interest of the creditor in terminating the contractual relationship when the former fails to perform under the contract. Although this right has been regulated in many supranational sources (such as the Directive on certain aspects of the sale of consumer goods and associated guarantees, the Wien Convention on international sale of goods, the PECL or the DCFR), under Italian civil code there is not an explicit rule which sets this legal institute. Therefore, after laying out the more significant articles which implicitly relate to this kind of right in our legal system (art. 1192, comma 1°, c.c.; art. 1512, comma 2° c.c. and art. 130 c.cons.), the research aims to verify whether it is possible to find a legal basis for a general debtor’s right to cure in the sector of bilateral contracts. For this purpose, the study looks at the regulation contained in Italian civil code, attempting to discover both a positive legal foundation as well as systematic arguments (also through a comparative approach with the German legal order) that might support the existence of this right. After examining the various cases in which the non-conforming performance seems to be unable to be cured, the research outlines the bounds and the modality within which the right to cure can be exercised.
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Libros sobre el tema "Risoluzione anticipata del contratto"

1

Cristofari, Riccardo. Mutuo e risoluzione del contratto. Milano: Giuffrè, 2002.

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2

Server, Rafael Verdera. Inadempimento e risoluzione del contratto. Padova: CEDAM, 1994.

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3

Risoluzione del contratto e sanzione dell'inadempiente. Milano: A. Giuffrè, 2001.

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4

Casella, Giovanni. La risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta. Torino: UTET, 2001.

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5

Dui, Pasquale. Il contratto di formazione e lavoro: Costituzione, svolgimento e risoluzione del rapporto, disciplina previdenziale, legislazione, giurisprudenza. Milano: Pirola, 1995.

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