Literatura académica sobre el tema "Rischio reputazionale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Rischio reputazionale"

1

D'Onza, Giuseppe y Rita Lamboglia. "Un modello di gestione del rischio reputazionale. Dall'identificazione al fronteggiamento". MANAGEMENT CONTROL, n.º 3 (febrero de 2014): 7–34. http://dx.doi.org/10.3280/maco2013-003002.

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2

Lavorato, Domenica, Rita Lamboglia y Daniela Mancini. "La relazione tra rischio reputazionale e controllo-guida: possibili linee di ricerca". MANAGEMENT CONTROL, n.º 2 (septiembre de 2021): 39–64. http://dx.doi.org/10.3280/maco2021-002-s1003.

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3

Laurenti, Andrea, Luca Orlandi y Mauro Panebianco. "Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda: il modello della Compliance integrata". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 3 (septiembre de 2011): 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003010.

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Resumen
Negli ultimi anni, l'evoluzione della normativa e la crescente complessitŕ dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformitŕ, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all'esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le societŕ di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e piů elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l'evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l'universo dei clienti, dei dipendenti e della societŕ piů in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all'etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo piů efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.
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4

Cappellari, Veronica. "Werewere Liking, Médée. Les risques d’une réputation. Medea. I rischi d’una certa reputazione". Studi Francesi, n.º 153 (LI | III) (1 de diciembre de 2007): 703. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.9696.

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5

Di Taranto, Enrico. "Il co-branding nell'industria alberghiera: un caso di studio". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (diciembre de 2010): 247–63. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002003.

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Resumen
Il presente lavoro si colloca all'interno del filone di studi che approfondisce le potenzialitŕ e i rischi degli accordi di co-branding nel settore turistico-alberghiero. La formazione di tali accordi č generalmente finalizzata ad allargare il raggio d'azione delle marche coinvolte, ad incrementarne la reputazione al fine di entrare in nuovi mercati, comprendere e presidiare nuove frontiere tecnologiche, ridurre i costi attraverso le economie di scala e/o di condivisione nonché rinnovare l'immagine aziendale (Collesei e Checchinato, 2007; Busacca e Bertoli, 2006). Se fino ad anni relativamente recenti tali accordi hanno riguardato soprattutto le relazioni di tipo verticale e orizzontale, negli ultimi tempi sono andati invece acquisendo rilevanza gli accordi di tipo laterale, in cui la relazione per la condivisione della marca s'instaura fra imprese che operano in settori merceologici differenti: i partner sono cioč aziende che, pur collaborando in alcune attivitŕ, mantengono la propria vocazione a competere in ambiti distinti (Bertoli, 1995; Della Corte e Sciarelli, 2003). In particolare, obiettivo del lavoro sarŕ quello di presentare una iniziativa di cobranding laterale sviluppata da due imprese di grande tradizione e operanti in settori differenziati: l'Hotel "Il San Pietro" di Positano - tra gli alberghi piů prestigiosi al mondo - e la Ceramica Stingo - antica manifattura di maioliche artistiche protagonista del panorama proto-industriale dell'area napoletana. Due imprese, dunque, lontane per settore di attivitŕ, ma vicine per allure, tradizione e qualitŕ, hanno dato vita ad una efficace simbiosi che testimonia come marchi di eccellenza possano interagire, potenziarsi a vicenda e, per quanto riguarda il settore turistico, rappresentare un peculiare fattore di attrattivitŕ di cui l'impresa ricettiva deve dotarsi per posizionarsi in una situazione di vantaggio rispetto ai concorrenti.
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6

Silva, Lilian Reis da. "Vantaggi della conformità e della gestione del rischio". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 13 de diciembre de 2021, 123–47. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/economia-aziendale/vantaggi-della-conformita.

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Resumen
La conformità è un programma che mira a proteggere le organizzazioni dal verificarsi di frodi finanziarie, corruzione, comportamenti e/o comportamenti inappropriati dei dipendenti ad esse collegati, prevenendo che la loro buona reputazione e solidità finanziaria vengano compromesse. È uno strumento il cui scopo è stabilire regole, standard e linee guida per i processi interni all'interno delle organizzazioni. È stato sviluppato negli Stati Uniti nel 1970 e le sue pratiche sono state trasformate in un istituto legale, attraverso l'emanazione della legge pionieristica FCPA (Foreign Corrupt Pratices Act), motivata dal caso Watergate, che ha coinvolto l'allora presidente Richard Nixon e membri del suo governo, pagando tangenti in ricerca a favore della sua rielezione. In questo contesto, questo articolo ha come domanda guida: come collaborano i vantaggi offerti dal programma di conformità e Gestione del rischio per ridurre i rischi di frode, atti illeciti e corruzione all'interno delle organizzazioni? L'obiettivo di questo studio era presentare i benefici forniti dall'adozione del programma di conformità e Gestione del rischio nelle aziende pubbliche e private, nei loro processi interni e nelle relazioni con il loro segmento di attività, e come collaborano per mitigare le frodi. La ricerca bibliografica è stata adottata come metodologia, discutendo i benefici causati dai programmi di prevenzione delle frodi. È stato riscontrato che i programmi di conformità e di gestione del rischio apportano benefici effettivi di protezione del rischio, mitigando le frodi e la corruzione, insieme a nuove soluzioni di governance delle tecnologie dell'informazione (IT), come la governance aziendale, la gestione del rischio e la conformità (EGRC).
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Tesis sobre el tema "Rischio reputazionale"

1

Battaglin, Chiara <1988&gt. "Il rischio reputazionale nelle banche". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3134.

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2

Schettini, Gherardini Jacopo Maria. "Reputazione e rischio reputazionale in economia.Un' analisi epistemologica ed una proposta teorica". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3670.

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Resumen
2008/2009
Il presente lavoro è un contributo di natura epistemologica. L’obiettivo è duplice. Da un lato osservare la reputazione come una manifestazione di fiducia e concorrere a ridurre ambiguità e vaghezza nel concetto distinguendone gli ambiti indagabili scientificamente da quelli di derivazione metafisica, quindi classificabili tra le affermazioni etiche, ideologiche o di fede. Secondariamente, approdare ad un modello teorico descrittivo che soddisfi la condizione popperiana di falsificabilità. La tesi che s’intende dimostrare, è che, indagando la nozione di reputazione grazie ad alcuni spunti teorici riconducibili al pensiero di Bertrand Russell ed attraverso lo schema classificatorio che Bruno de Finetti applicò alla probabilità, la “buona” reputazione, intesa nella sua modalità “classica” (ovvero come il rispetto di dettami etico–morali) sia priva di valore intrinseco per un’impresa, poiché risponde a delle esigenze di coerenza con impianti astratti privi di legami con la fenomenologia economica. Conseguentemente, la sua presenza o la sua assenza non comportano elementi di pericolo di per sé, ovvero a prescindere dagli obbiettivi aziendali. Quindi, non più “buona” o “cattiva” reputazione, bensì reputazione “adeguata” (o meno) allo scopo, utilmente utilizzabile sia in forma negativa che positiva. Questa proposta teorica, se accettata, aprirebbe spunti di ricerca circa il diverso peso e diverso impatto della reputazione, a secondo che essa si fondi o meno su elementi metafisici. Secondariamente, si ritiene possibile individuare un pericolo, la cui natura sia esclusivamente reputazionale, a cui associare un rischio reputazionale puro, di primo livello, privo di correlazioni con altri rischi (operativi, legali, strategici). Tesi che metterebbe in dubbio la centralità dell’ottica microeconomica nello studio del rischio reputazionale. Infine, si propone l’incompatibilità tra le nozioni di conoscenza, probabilità e reputazione. Impostazione che, se accettata, porrebbe domande sulla coerenza di alcune analisi in dottrina, le quali invece, fanno perno sul principio che sia la conoscenza a determinare la reputazione.
XXII Ciclo
1965
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3

Amato, Carlo <1991&gt. "ANATOMIA DEL RISCHIO REPUTAZIONALE NEL SETTORE BANCARIO". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10690.

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Resumen
La reputazione, in uno scenario finanziario in continua evoluzione, risulta essere una variabile di fondamentale importanza. I processi di innovazione e l’obiettivo strategico di crescita, al fine di aumentare la reddittività, hanno spinto gli istituti di credito ad utilizzare nuove tipologie di strumenti e ad aumentare progressivamente la diversificazione degli asset, dei settori e dei mercati in cui operano. La principale implicazione della ricerca della reddittività è l’incremento dell’esposizione delle banche ai rischi, in particolar modo quelli difficilmente quantificabili. Il rischio reputazionale, vista la sensibilità della collettività al tema degli intermediari finanziari, deve essere individuato, gestito e mitigato. Sottovalutare i processi atti a ridurre l’impatto di un danno reputazionale può comportare un’amplificazione delle perdite derivanti da altre tipologie di rischio oppure, nel peggiore dei casi, l’interruzione del business. Non risulta possibile racchiudere tale rischio in una definizione, vista la vastità del tema e le implicazioni trasversali dei fattori reputazionali. Obiettivo del presente elaborato di tesi è delineare il rischio reputazionale, analizzando tutte le sue sfaccettature nella prima parte, per poi analizzare empiricamente il legame tra i flussi generati all’interno di un istituto di credito e le notizie, diffuse dalle principali testate giornalistiche, che lo riguardano.
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4

Rizzo, Stefano <1989&gt. "Corporate Social Responsibility - La gestione del rischio reputazionale e la violazione dei diritti civili. Analisi del caso H&M". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9583.

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Resumen
Le grandi aziende e le multinazionali sono spesso causa di gravi problemi sociali e ambientali come lo sfruttamento delle risorse naturali o il mancato rispetto dei diritti umani. Questa realtà ha portato nel tempo all’evolversi di alcune tematiche quali la responsabilità sociale delle imprese e il concetto di sostenibilità. Con questo lavoro si vuole, innanzitutto, fornire al lettore i mezzi necessari per comprendere in maniera chiara e profonda il significato di Corporate Social Responsibility (CSR), in italiano Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI). Il percorso proposto mette in luce l’evoluzione della tematica a partire dalla fine del diciannovesimo secolo fino ai giorni nostri. Il significato di RSI viene così analizzato attraverso i contributi accademici dei principali studiosi del secolo e grazie al contributo delle istituzioni sovranazionali sul tema della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile. Nella seconda parte della tesi viene analizzato il caso dell’azienda svedese H&M che svolge un ruolo di primissimo piano nel campo della sostenibilità economica, ambientale e sociale. L’impegno dell’azienda tocca molte tematiche ed è condiviso lungo tutta la struttura aziendale. Nella parte finale della tesi viene trattato l’aspetto della corporate reputation e di come questa debba essere salvaguardata attraverso una gestione responsabile dell’operato aziendale, in particolare soffermandosi sulla violazione dei diritti civili. L’analisi effettuata in questo lavoro permette di cogliere il collegamento tra strategia di business e pratiche di RSI in un’ottica di creazione di valore condiviso.
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