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Tesis sobre el tema "Riqualificazione e rigenerazione urbana"

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Minguzzi, Martina <1989&gt. "Dalla riqualificazione architettonica alla rigenerazione urbana: il caso del Sant'Agostino di Modena". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3797.

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Resumen
La presenza di edifici e strutture la cui funzione originaria è obsoleta, o delocalizzata rispetto al centro storico cittadino, è al giorno d'oggi una realtà diffusa a livello nazionale ed internazionale. In questa tesi tale situazione viene affrontata analizzando la convincente risposta al problema data dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena nei confronti dell'Ex Ospedale Sant'Agostino: futuro Polo Culturale modenese ricavato all'interno dell'Ospedale settecentesco. Partendo da un preambolo teorico in cui si analizzano le motivazioni e il giusto approccio con cui affrontare una riqualificazione architettonica, si sottolinea l'importanza che essa avrà a livello di rigenerazione urbana. Analizzando la Carta Europea del Restauro di Amsterdam (1975) e soffermandosi sull’importante concetto ivi introdotto di conservazione integrata, si descrive nello specifico come le azioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena siano in linea con tali principi, fino ad arrivare ad un'analisi dell'ambiente circostante. Come la città ha accolto il progetto, perché la sua collaborazione è strettamente necessaria affinché un'iniziativa come quella del Polo Culturale Sant'Agostino sia efficiente e strategicamente rilevante per la città, intesa come organismo pulsante nella vita culturale e sociale dei cittadini. Il caso studio preso in esame è tutt’ora in fase di sviluppo, ma i contenuti sviluppati e le azioni intraprese ad oggi dimostrano ampiamente come esso possa essere preso ad esempio a livello nazionale, sia dal punto di vista della vista della valorizzazione del patrimonio architettonico e del territorio, sia dal punto di vista gestionale; l’adeguamento architettonico della struttura infatti non sarebbe sufficiente a garantirne il successo, se non fosse per una nuova funzionalità data all’edificio grazie all’accorpamento di differenti strutture: universitarie, commerciali, museali, e non solo.
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Baldelli, Simona y Lisa Baldi. "Rigenerazione e collettività: progetto di riqualificazione urbana per l'ex caserma Piave a Padova". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Resumen
Obiettivo principale del progetto proposto è quello di ricostruire un luogo urbano che si riallaccia alla città, ovvero restituire ad essa un'area che per molto tempo è stata chiusa alla sua vista e alla vita attiva dei suoi abitanti. Il progetto si sviluppa attorno ad un'ampia corte verde mediante operazioni di rigenerazione dell'edificato esistente e costruzioni di nuovi fabbricati urbani. Tema progettuale fondamentale è quello del campus universitario legato alla vita collettiva.
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Pederzoli, Gian Luca. "Rigenerazione e Wellbeing: riqualificazione urbana per il benessere del cittadino. Focus Quartiere Navile". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Resumen
Nella vita di tutti i giorni conduciamo una vita immersa nel grigio delle strade e nella velocità degli spostamenti. Diventiamo una mera figura qualunque, senza identità e perdiamo di vista la nostra vera natura. Le metropoli ci costringono a rimanere ingabbiati in trappole sociali, dimenticando ciò che per noi è davvero importante, trascinando l’intera popolazione verso un declino dello stile di vita e del benessere. Le complicanze derivate da queste dinamiche urbane, ci hanno costretto ad abbandonare ciò che è stato nella nostra storia l’ habitat principale: l’ambiente naturale. Milioni di studi hanno ribadito l’importanza di trascorrere del tempo a contatto con la natura, fornendo dati scientifici che attestano effetti positivi sul corpo ma soprattutto sulla mente. Attraverso l’analisi della letteratura, si cerca di creare delle linee guida che mettano al primo posto il benessere dell’uomo-cittadino, con il preciso scopo di fornire una boccata d’ossigeno e un momento di evasione dallo stress ossidativo quotidiano. Risulta fondamentale indagare le criticità nella vita del cittadino, soprattutto nel rapporto tra ambiente costruito e ambiente naturale, differenziando l’investigazione, coerentemente con l’eterogeneità della popolazione. L’obiettivo è creazione di uno spazio comunitario che possa alleviare le dinamiche feroci che stanno rendendo la vita in città sempre più difficile. Oggi la necessità principale diventa rigenerare, rinascere e ricordare quello che eravamo, considerando un nuovo panorama di tecnologie che, anche se colpevole di questo smarrimento di identità, può aiutare nella riuscita del progetto. La tesi, partendo dalla proposta europea del progetto H2020, si prefigge di ricongiungere l’ambiente naturale e l’uomo all’interno del paradigma urbano, e grazie alla conoscenza approfondita del territorio e della popolazione, si propone di progettare nuove aree verdi urbane e riqualificare il patrimonio naturale esistente.
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Monti, Beatrice y Giovanni Belicchi. "Rigenerazione urbana. Riqualificazione di un'area di residenza sociale nel centro storico di Forli". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6884/.

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La Tesi affronta il tema della rigenerazione di un comparto urbano localizzato a ridosso del centro storico di Forlì. Coerentemente con le indicazioni dell’Amministrazione comunale, obiettivo dell’intervento è l’adeguamento degli edifici esistenti agli standard funzionali ed energetici e la rivitalizzazione dell’isolato, tramite nuove edificazioni e il riordino della viabilità, del verde e degli spazi pubblici. Della preesistenza più rilevante presente nel comparto, un edificio residenziale realizzato tra le due guerre è stata progettata la riqualificazione, preferendola alla ricostruzione per il valore testimoniale del manufatto e il più favorevole bilancio ambientale. Gli interventi di miglioramento si sono posti il limite di non snaturare i caratteri formali e la fisionomia strutturale dell’edificio, ma di aumentarne i livelli di comfort e l’efficienza energetica, puntando a rientrare in classe “A” secondo la classificazione dell’Emilia Romagna. A scala urbana il progetto propone la riqualificazione dell’intero isolato con l’obiettivo di rivitalizzarlo e di rivalutare la sua presenza all’interno del centro storico. Nonostante la sua favorevole collocazione, l’isolato vive una situazione di marginalizzazione, a causa dello scarso mix funzionale delle attività che ospita, della presenza di edifici incongrui e parzialmente abbandonati e della scarsa permeabilità verso l’esterno, che lo fanno percepire come una zona non sicura e ne abbattono i valori immobiliari. Per raggiungere l’obiettivo, il progetto è intervenuto sull’assetto della viabilità, dei parcheggi, degli spazi pubblici e del verde, puntando alla ricucitura del tessuto urbano con le preesistenze. Queste azioni hanno implicato la demolizione di manufatti di scarso pregio e la progettazione di nuovi edifici, condotta con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. Il progetto approfondisce la riqualificazione di un edificio esistente e la definizione di un nuovo intervento residenziale, ma investe anche il contesto urbano, considerando contemporaneamente i diversi aspetti ambientali, sociali e architettonici in modo coordinato e coerente alle diverse scale progettuali.
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Tiddia, Michela. "Riqualificazione dei tessuti urbani". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10111/.

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Baiocchi, Tommaso. "Saxa Hub Riqualificazione di Palazzo Sassatelli-Monsignani per la rigenerazione urbana della città di Imola". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Nel cuore del centro storico di Imola, affacciato alla via Emilia e poco distante dalla via Appia, che conduce alla stazione centrale, si trova un palazzo, che da svariati secoli caratterizza la cittadina imolese: Palazzo Sassatelli-Monsignani. Il complesso, che più volte ha subito alterazioni architettoniche e urbanistiche, oggi è estremamente frazionato nei suoi spazi interni. Cercando di valorizzare gli aspetti culturali, sociali ed economici, SAXA HUB, progetto di riqualificazione del palazzo, si ripropone di rendere Palazzo Sassatelli un nodo cittadino strategico, rafforzando l’identità del luogo, la permeabilità visiva e le connessioni tra la via Emilia e la piazza del Duomo. Al tempo stesso si vogliono creare opportunità di integrazione tra i cittadini, mediante luoghi che non siano solo di passaggio, ma che creino situazioni di socialità e relax, per riscoprire l’importanza della dimensione collettiva della città.
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Guidalotti, Ilaria. "Ostinazione urbana. Esperienze, indirizzi e strumenti per i processi di rigenerazione urbana integrata". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Resumen
Per riappropriarsi di sé, una città-territorio ha bisogno di un percorso interdisciplinare ed integrato di rigenerazione, funzionale allo sviluppo futuro dell’area. Molti dei tentativi effettuati sono falliti a causa della complessità delle problematiche da affrontare. L’alternativa al fallimento è un cambio di prospettiva: l’approccio alla rigenerazione urbana risulta sempre più diffuso tra chi si occupa di dinamiche orientate al cambiamento. Sono tanti i modi in cui si potrebbe affrontare la transizione dalla recente crisi economica. Uno di questi è farsi portatori dell’Ostinazione urbana: la capacità di cercare con convinzione una logica sartoriale e non stancarsi di esplorare insieme a mercato, operatori e istituzioni delle vie possibili per il rinnovamento urbano. Dallo studio sulla rigenerazione è nato questo lavoro, che vuole offrire uno sguardo multidisciplinare sullo stato dell’arte e della pratica della rigenerazione in Italia. Nella Parte Zero si introducono: scenario di riferimento, questione urbana e i concetti/slogan abusati ad essa associati. Nella Parte Prima si definisce la rigenerazione urbana, tracciandone una carta di identità. Con la Parte Seconda si illustrano evidenze e numeri chiave che riguardano il patrimonio immobiliare italiano, la domanda, l’offerta e i nuovi strumenti finanziari. All’interno della Parte Terza, si indaga lo stato dell’arte della rigenerazione attraverso un sistema di interviste ai suoi diversi attori allo scopo di delineare un inquadramento della situazione attuale. Le schede presentate nella Parte Quarta raccontano esperienze e processi di sviluppo, che ruotano attorno a territori-città italiane: piccole-medie città, rappresentative della maggioranza delle realtà urbane italiane. Nella Parte Quinta, infine, vengono alla luce alcuni indirizzi e strumenti di sviluppo nascosti tra le righe dei processi-esperienze presentati nella parte quarta.
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Bellosi, Maria Giulia y Gabriele Berti. "Osmosis Theme Park: piano per la rigenerazione urbana della ex discarica di Küçükçekmece ad Istanbul". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5191/.

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Questa tesi di laurea nasce dall’approfondimento del progetto che abbiamo sviluppato nel laboratorio di progettazione architettonica frequentato presso la Middle East Technical University, METU, di Ankara, Turchia, durante l’anno accademico 2011-12. La prima parte del corso, tenuto dai professori S. Özkan e Z. Mennan, consisteva nello studio e analisi critica dei progetti in concorso per il bando “Istanbul Theme Park” e nella riproposizione, da presentare a gruppi, di uno dei masterplan studiati, con le modifiche ritenute necessarie a fronte delle considerazioni fatte e di nuove idee progettuali. Lo step successivo è stato quello di approfondire individualmente la progettazione architettonica di un area di almeno 100.000 mq in scala 1:500 e di un edificio in dettaglio 1:200. Date le tempistiche molto ridotte del corso, che si completava in tredici settimane, abbiamo scelto di continuare il lavoro e approfondire, con l’aiuto della prof.ssa V. Orioli e dell’arch. E. Brighi, l’elaborazione del masterplan arrivando ad una definizione maggiore di tutta l’area e non solamente delle aree di interesse approfondite durante la permanenza in Turchia. Il progetto presentato è quindi il frutto di un anno di lavoro sulla riqualificazione di un area di 150 ettari precedentemente adibita a discarica, situata nella parte occidentale di Istanbul. L’obiettivo che abbiamo perseguito è stato quello di ricreare nella periferia della metropoli turca uno stralcio di città con caratteri più “europei”, comprendendo in un solo grande ambito di progetto tutte le funzioni necessarie alla vita di un quartiere cittadino ma anche le grandi strutture attrattive richieste dal concorso. Durante il nostro percorso abbiamo cercato anche di non perdere di vista il contesto in cui lavoravamo e le abitudini della società turca con cui ci andavamo a confrontare. Nonostante la forte occidentalizzazione delle zone ricche delle grandi città come Istanbul, Ankara e Izmir, gli stili di vita europeo e turco sono fondamentalmente differenti e progettare una città, o uno stralcio di essa, per un popolo diverso necessita la conoscenza dei suoi valori fondamentali e delle abitudini che ne scandiscono le giornate.
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Dellapasqua, Martina y Eleonora Savini. "INCREMENTAL SETTLEMENT Progetto di rigenerazione urbana di un insediamento informale nell'area Walkeshwar a Mumbai". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17004/.

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L’area d’intervento si trova a Mumbai, a sud di Malabar Hill, è compresa tra il Mar Arabico e un’antica cisterna sacra denominata Banganga Tank ed è interessata dalla presenza di un insediamento informale ad alta densità. La tesi ha permesso il confronto con un problema diffuso che caratterizza le aree urbane e suburbane dell’India, ovvero la presenza di insediamenti informali sorti all’interno del tessuto consolidato della città, privi dei servizi primari e delle condizioni igieniche essenziali. Per approfondire la conoscenza dell’area sono state effettuati dei sopralluoghi mirati sull’area di progetto e sono state studiate e visitate alcune città e architetture indiane appartenenti prevalentemente all’area nord-occidentale del paese. La riflessione progettuale sarà focalizzata sulla relazione tra residenze e spazio pubblico, più precisamente il progetto si mira a tracciare delle linee guida generali per il rinnovamento dei caratteri identitari del luogo, relazionati al monumento sacro preesistente, la cisterna del Banganga. Il progetto propone pertanto la ridefinizione del disegno del sistema urbano, insieme a un piano per lo sviluppo di soluzioni puntuali orientate alla riorganizzazione delle residenze e degli spazi pubblici, in accordo con le necessità delle comunità di abitanti attualmente insediati, attraverso un processo di gestione della realizzazione del progetto in fasi successive. Esso mira quindi alla valorizzazione delle preesistenze architettoniche, importante patrimonio per la città di Mumbai, proponendo un processo di pianificazione per fasi orientato a definire delle strategie d'intervento finalizzate alla rigenerazione del tessuto informale e dello spazio pubblico.
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Belloni, Serena y Stefania Pirini. "Super. Soluzioni per la riqualificazione urbana e il miglioramento prestazionale di un complesso di edilizia residenziale pubblica a Bologna, quartiere bolognina". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10002/.

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Il progetto di questa tesi affronta le tematiche relative agli interventi di riqualificazione, adeguamento e rigenerazione urbana di un edificio residenziale di 15 unità abitative situato nella zona della Bolognina in Via Tibaldi. Le condizioni di vetustà dell’edificato e l’evoluzione economico sociale del quartiere hanno portato negli anni all’insorgere di nuove situazioni di criticità. Si sono riscontrati problemi relativi alle dimensioni degli alloggi (troppo grandi per le esigenze dei nuovi nuclei familiari), ai bassi livelli di comfort interni (rapporti illuminanti non rispettati e dimensioni dei vani non confacenti a normativa), all’accessibilità (vano ascensore inefficiente) e alla bassa efficienza energetica, che produce elevati costi di esercizio. L’analisi degli spazi esterni invece ha evidenziato uno stato di abbandono della corte, caratterizzata dalla disorganizzazione dei percorsi e delle aree verdi oltre a una carenza del numero di posti auto necessari agli abitanti dell’isolato. L’obiettivo che si pone la tesi è quello di adeguare l’area alle nuove esigenze dell’utenza e di migliorare gli standard qualitativi dell’edificato, considerando la fattibilità dell’intervento e ipotizzando misure che si pongano in alternativa ad una demolizione completa dell’edificio. Inoltre, le soluzioni proposte sono state studiate in modo da poter essere applicate non solo sul caso studio, ma anche sull’intero isolato, in un’ottica di riqualificazione urbana.Per gli spazi interni, le scelte adottate riguardano la demolizione e ricostruzione puntuali delle murature non portanti o collaboranti e l’ampliamento delle superfici finestrate, conformando a normativa i vani degli alloggi, dotandoli di una maggior superficie utile e riducendo la condizione di discomfort luminoso interno. La stessa strategia è stata adottata anche per ridefinire e diversificare il taglio degli alloggi. Infine per migliorare l’accessibilità all’edificio e agli alloggi le soluzioni prevedono l’inserimento un sistema loggiato per rendere raggiungibili direttamente dal vano ascensore preesistente, che presentava uno sbarco solo interpiano, due appartamenti per piano (dal primo al quarto). Per raggiungere invece le unità abitative collocate nel piano rialzato si è previsto di innalzare la quota del terreno fino all’altezza della soglia di ingresso ai vani. Parallelamente ci si è occupati della riprogettazione degli spazi esterni, optando per un’azione a scala urbana. La riorganizzazione delle aree è avvenuta attraverso l’inserimento di nuovi percorsi pedonali di collegamento all’edificato e mediante la progettazione e riqualificazione di spazi per la socializzazione. Infine, per arginare le problematiche relative al fabbisogno di parcheggi, si è agito diversificando e ponendo su livelli differenti la viabilità carrabile e gli spazi verdi attraverso l’inserimento di un parcheggio seminterrato.
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Pirini, Stefania y Serena Belloni. "Super. Soluzioni per la riqualificazione urbana e il miglioramento prestazionale di un complesso di edilizia residenziale pubblica a Bologna, quartiere Bolognina". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10003/.

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Il progetto affronta le tematiche relative agli interventi di riqualificazione, adeguamento e rigenerazione urbana di un edificio residenziale degli anni ’20, di 15 unità abitative situato a Bologna, nella zona della Bolognina in Via Pellegrino Tibaldi. In tale edificio i problemi riscontrati riguardavano le dimensioni degli alloggi, i bassi livelli di comfort interni, l’accessibilità e la bassa efficienza energetica. Dall’analisi degli spazi esterni invece si evidenziava uno stato di abbandono della corte, caratterizzata dalla disorganizzazione dei percorsi e delle aree verdi oltre che dalla carenza di posti auto necessari agli abitanti dell’isolato. Per quanto concerne gli spazi interni, le scelte adottate riguardano la demolizione e la ricostruzione puntuale delle murature non portanti o collaboranti e l’ampliamento delle superfici finestrate mentre per riconfigurare e diversificare il taglio degli alloggi si è intervenuti solo sul quarto piano dove sono stati ricavati degli appartamenti di taglio inferiore. Infine per migliorare l’accessibilità all’edificio e agli alloggi si è previsto un sistema loggiato che rende raggiungibili direttamente dal vano ascensore preesistente, che presentava uno sbarco solo interpiano, due appartamenti per piano (dal primo al quarto). Per raggiungere invece le unità abitative collocate nel piano rialzato si è previsto di innalzare la quota del terreno fino all’altezza della soglia di ingresso ai vani. Parallelamente ci si è occupati della riprogettazione degli spazi esterni dotando le aree di nuovi percorsi pedonali di collegamento all’edificato e progettando spazi per la socializzazione. Infine, per arginare le problematiche relative al fabbisogno di parcheggi, si è agito diversificando e ponendo su livelli differenti la viabilità carrabile e gli spazi verdi attraverso l’inserimento di un parcheggio seminterrato.
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Turicchia, Giulia. "Circular city. Studio delle applicazioni all'ambiente urbano e progetto di riqualificazione nella città di Imola". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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La tesi nasce dallo studio della tematica dell’economia circolare e ne propone un’applicazione all’interno di un contesto urbano. Nella prima parte vengono analizzati i principi cardine di questo modello economico e sociale, che contrapponendosi al consolidato modello lineare di sviluppo, si propone di mantenere le risorse ed i materiali al loro massimo potenziale, in un sistema di cicli chiusi che evita gli sprechi e crea continuamente valore. Nel contesto odierno le città si trasformano rapidamente e costantemente in termini di dimensioni e di densità, la tecnologia avanza a ritmo incalzante, si evidenziano serie minacce per l’ambiente, ma emergono diverse possibilità di sviluppo. Il concetto di "metabolismo urbano" considera le aree urbane come ecosistemi complessi e studia le dinamiche interne alle città cercando di mettere in relazione i flussi in entrata e in uscita per bilanciarli e collegarli ciclicamente. Questa teoria si fonda sullo sfruttamento di possibili sinergie a livello urbano o metropolitano tendendo ad un modello più sostenibile ed integrato di gestione delle risorse. L’elaborato si completa con una proposta di intervento progettuale, che applicando i presupposti e le strategie circolari, consente la riqualificazione di alcuni spazi urbani. Il caso studio è stato individuato in due aree strategiche della città di Imola, poste ai margini del centro storico. La riqualificazione di questi spazi è stata elaborata attraverso il progetto di nuove infrastrutture per la mobilità, spazi per l’abitare, per il commercio, per il lavoro, per l’ospitalità e per lo scambio ed il riutilizzo di oggetti e di risorse in senso lato. Gli interventi proposti si concentrano sulle tematiche proprie della città circolare quali la condivisione di spazi, strumenti e materiali, la generazione di energia da fonti rinnovabili, il recupero integrato di acqua e sostanze nutritive e l’ottimizzazione dei servizi.
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Barciulli, Gian Marco. "La città nella città: strategie di riqualificazione e trasformazione della ex caserma Piave per il nuovo campus universitario di Padova". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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La ricerca oggetto di questo studio riguarda il progetto di riqualificazione urbana dell'area della "ex caserma Piave" per il nuovo campus universitario di Padova. L'obiettivo è quello di elaborare un progetto di architettura in grado di misurarsi con la complessità di una parte di città attraverso l'applicazione di un metodo. Dopo un quadro generale su cosa si intenda per "progetto urbano" e "casa collettiva", la ricerca si estende allo studio del contesto urbano su cui insiste la "ex caserma Piave" per arrivare infine alla descrizione delle scelte progettuali adottate che sintetizzano l'operato. Il progetto urbano proposto è sintesi di un metodo razionale e scientifico, che vorrebbe durare nel tempo e che possa diventare un luogo integrato con la città storica e l'intorno con cui dialoga. Il nuovo campus dell'università di Padova diviene un nuovo centro in un sistema di centri e, attraverso la rigorosa definizione dei pieni e vuoti, trasforma un brano di città indefinito in un luogo carico di regole e gerarchie. Ogni singolo pezzo assume un suo significato e l'area si carica di una propria identità tale da ridare vita non solo all'area progetto ma a tutto il comparto Est di Padova su cui insiste.
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Spargoli, Silvia y Giulia Fausti. "Vivere lo Spazio Urbano: Progetto di riqualificazione per il quartiere di Vallemiano". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19425/.

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A cavallo dei due versanti collinari del promontorio di Ancona si presenta un punto di snodo di grande rilevanza: il quartiere di Vallemiano. La sua particolare posizione geografica, lungo il tratto mediano della valle del torrente Miano, posta lontano dal nucleo storico ma non ancora definibile come zona periferica, rende il quartiere Vallemiano un punto di raccordo tra lo sviluppo urbano delle due parti della città (Prima Ancona e Seconda Ancona). Il forte paesaggio infrastrutturale, caratterizzato da passaggi sottoelevati, sopraelevati, linea ferroviaria e arteria principale di distribuzione, definisce il confine preciso dell’area e lo portano, contemporaneamente, ad essere delimitato e chiuso in sé stesso. Da qui l’area si predispone ad essere vista e vissuta come semplice luogo di passaggio e quindi ad essere poco valorizzato. Per questa ragione il quartiere è da sempre stato oggetto di progetti di riqualificazione per la definizione di una propria immagine e per il rilancio della convivialità. La fondazione di questo rione risale ai primi decenni del ‘900 a seguito dell’edificazione del sito del mattatoio, considerato uno dei primi esempi di architettura industriale in Italia e ad oggi classificato come bene appartenente all’archeologia industriale ma sin dalla sua edificazione fino ai giorni nostri questo rione è sempre stato privo di una sua identità Un luogo, quello di Vallemiano, che nasce ed è definibile ancora oggi come quartiere popolare e che è da sempre privo di un centro di aggregazione sociale. L’obietto del progetto è quello di: - ricostruire il tessuto sociale e l’anima del quartiere, attraverso una rigenerazione urbana che restituisca il dialogo e l’integrazione di cui il sito necessita. - Favorire l’integrazione tra il vecchio e il nuovo, mantenendo viva la sua storia e riappropriandolo del lato naturale che gli interventi di speculazione edilizia avvenuti in seguito al boom economico hanno deturpato.
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Calbucci, Laura y Eleonora Venzi. "Ri-abitare il margine urbano - Strategie di riqualificazione per il social housing: un edificio residenziale "ACER" come modello di intervento". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2143/.

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La tesi individua alcune strategie di rigenerazione urbana e di riqualificazione edilizia, al fine di ottenere una serie di linee guida per l’intervento sul patrimonio di edilizia abitativa situata nelle periferie urbane. Tali principi sono stati poi applicati ad un edificio ACER collocato nella prima periferia di Forlì, per sperimentare l’efficacia delle strategie individuate. Dalla ricerca svolta sulle strategie di intervento volte alla riqualificazione sociale delle periferie, in particolare la teoria del “Defencible space” di Jacobs, si evidenzia l’importanza di accentuare nei residenti il sentimento di territorialità, ovvero la consapevolezza di far parte di una comunità specifica insediata in un particolare spazio, alimentata attraverso la frequentazione e l’appropriazione percettivo-funzionale degli spazi pubblici. Si è deciso quindi di allargare il campo di intervento alla rigenerazione dell’interno comparto, attraverso la riorganizzazione degli spazi verdi e la dotazione di attrezzature sportive e ricreative, in modo da offrire spazi specifici per le diverse utenze (anziani, giovani, bambini) e la definizione di un programma funzionale di servizi ricreativi e spazi destinati a piccolo commercio per integrare le dotazioni carenti dell’area. Dall’analisi approfondita dell’edificio sono emerse le criticità maggiori su cui intervenire: - l’intersezione dei percorsi di accesso all’edificio - la struttura portante rigida, non modificabile - la scarsa varietà tipologica degli alloggi - l’elevato fabbisogno energetico. La riqualificazione dell’edificio ha toccato quindi differenti campi: tecnologico, funzionale, energetico e sociale; il progetto è stato strutturato come una serie di fasi successive di intervento, eventualmente realizzabili in tempi diversi, in modo da consentire il raggiungimento di diversi obiettivi di qualità, in funzione della priorità data alle diverse esigenze. Secondo quest’ottica, il primo grado di intervento, la fase 1 - riqualificazione energetica, si limita all’adeguamento dello stato attuale alle prestazioni energetiche richieste dalla normativa vigente, in assenza di adeguamenti tipologici e spaziali. La fase 2 propone la sostituzione degli impianti di riscaldamento a caldaie autonome presenti attualmente con un impianto centralizzato con pompa di calore, un intervento invasivo che rende necessaria la realizzazione di un “involucro polifunzionale” che avvolge completamente l’edificio. Questo intervento nasce da tre necessità fondamentali : - architettonica: poter ampliare verso l’esterno le superfici degli alloggi, così da intervenire sulle unità abitative rendendole più rispondenti alle necessità odierne; - statica: non dover gravare in ciò sull’edificio esistente apportando ulteriori carichi, difficilmente sopportabili dalla struttura esistente, assicurando il rispetto della normativa antisismica in vigore; - impiantistica/tecnologica: alloggiare i condotti del nuovo impianto centralizzato per il riscaldamento, raffrescamento e acs; La fase 3 è invece incentrata sull’ampliamento dell’offerta abitativa, in modo da rispondere anche a necessità legate ad utenze speciali, come utenti disabili o anziani. L’addizione di nuovi volumi si sviluppa in tre direzioni: - un volume parassita, che aderisce all’edificio nel fronte sud/est, indipendente dal punto di vista strutturale, ruotato per sfruttare al meglio l’orientamento ottimale. - un volume satellite, indipendente, connesso all’edificio esistente tramite un elemento di raccordo, e nel quale sono collocati alcuni alloggi speciali. - un’addizione in copertura, che non appoggia direttamente sul solaio di copertura esistente, ma grava sull’elemento di chiusura del’involucro realizzato nella fase 2 Completano il progetto le addizioni volumetriche a piano terra, destinate a servizi quali un centro diurno, un micronido e un bar, i quali costituiscono la traduzione alla scala dell’edificio delle strategie applicate nel progetto di comparto. Questi interventi hanno consentito di trasformare un edificio costruito negli anni ’80 in un complesso residenziale moderno, dotato spazi accessori di grande qualità, tecnologie moderne che ne garantiscono il comfort abitativo, servizi alla persona disponibili in prossimità dell’edificio.
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Di, Giannatale Vittoria Maria, Ilaria Franchini y Martina Mori. "Integrare l'housing sociale nel contesto urbano. Ipotesi di riqualificazione dell'area dell'autostazione a Imola (BO)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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La tesi riguarda un’ipotesi di riqualificazione dell’area dell’autostazione di Imola attraverso un progetto di housing social.L’area già individuata dagli strumenti urbanistici come ambito di riqualificazione comprende gli spazi di proprietà dell’azienda TPER e due parcheggi. Trovandosi tra il centro storico e l’asse ferroviario la sua posizione è particolarmente favorevole consentendo facile accesso ai principali servizi e veloci collegamenti.I confini dell’ambito di riqualificazione sono stati allargati in fase di progetto all’intero comparto: la forte disomogeneità e il trattamento delle superfici del lotto richiedono un intervento più completo al fine di reintegrarlo con la città.La nuova configurazione ha lo scopo di ridefinire i margini dell’area, migliorare la relazione con il contesto e individuare un’area protetta più compatibile con la nuova funzione. Questo spazio è di natura semi-privata: gli spazi pertinenziali sono condivisi e integrati con aree pubbliche.L’integrazione e la condivisione sono incentivati garantendo una parte degli alloggi progettati al libero mercato e attraverso la progettazione di spazi collettivi e di servizio. Particolare attenzione è stata dedicata al tema ambientale-energetico: sono stati selezionati materiali naturali a basso impatto ambientale e impianti alimentati da fonti rinnovabili. Il progetto tiene in considerazione gli esisti delle analisi fluidodinamiche sullo stato attuale per fornire una corretta risposta progettuale in termini di comfort outdoor.Il sistema costruttivo scelto è l’XLAM, sia per le sue proprietà statiche e di resistenza al fuoco sia per la capacità di risponde alle nuove necessità ambientali.
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Biondini, Mattia. "Il giunto di posa dei serramenti in casi di riqualificazione edilizia". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Il recupero dei fabbricati residenziali da riqualificare, mirato a consenti-re la completa decarbonizzazione entro il 2050, rappresenta una delle maggiori sfide attuali nel panorama italiano e fa da premessa ad un processo di rigenerazione urbana che vede interessato principalmente il tessuto edilizio risalente agli anni compresi fra il 1961 ed il 1991 in quanto numeri e fabbisogni energetici. In queste tipologie di recupero, per ragioni legate a costi, velocità di esecuzione ed invasività dell’intervento, le strategie di efficientamento principalmente adottate si riducono ad interventi di isolamento termico a cappotto delle chiusure opache ed alla sostituzione dei serramenti. L’analisi generale, comprende da una parte lo studio delle principali tipologie di serramenti utilizzate negli anni presi in considerazione, nonché le rispettive strategie di intervento sfruttate per migliorarne le prestazioni. Riscontrando poi nella seconda parte il principale punto di criticità nel giunto di posa dei serramenti realizzato spesso in maniera non corretta ed inadeguata, andando a creare ponti termici e comportando consistenti dispersioni energetiche. Il tema di elaborazione della tesi è costituito dalla progettazione delle diverse tipologie di intervento, focalizzate sulla corretta esecuzione di queste, nello specifico di una posa in opera volta ad un irreprensibile isolamento delle giunzioni serramento-parete. Gli abachi redatti sono successivamente comparati per consentire l’adeguata valutazione dei risultati ottenuti. Infine viene presentato un esperimento progettale attraverso il quale verificare le ipotesi postulate, in un intervento di retrofitting energetico di isolamento termico a cappotto e sostituzione serramenti, nel caso studio che interessa l’areale comprendente gli ex uffici di collocamento di Argenta (Fe).
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Amorati, Guido Maria. "Un catalizzatore per il paesaggio plurale di Zingonia. Strategie per la rigenerazione dell’area ex-TNT". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11984/.

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Questo lavoro trae i presupposti teorici da quanto trattato nel corso del seminario LED 2016 (Landscape Education for Democracy) coordinato dal Prof. Deni Ruggeri della NMBU di Oslo, sul tema del rapporto tra paesaggio e democrazia. Parallelamente è stato condotto un percorso di avvicinamento e conoscenza della città di Zingonia e della sua comunità. Fondata nel 1965 ad opera del costruttore Renzo Zingone, essa ha vissuto una vicenda tanto breve quanto travagliata che restituisce oggi una realtà complessa dal punto di vista sociale ma al tempo stesso ricca di sfide ed opportunità. L’occasione di sintesi è stata il LED workshop che si tenuto a Zingonia a giugno 2016, sotto la responsabilità del Prof. Luigi Bartolomei dell’Università di Bologna. La tesi dunque muove da questa esperienza per formulare la proposta di una strategia di rigenerazione urbana che mira alla riconnessione della comunità con il proprio paesaggio.
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Venturelli, Michael, Marilinda Maritato y Bianca Mengozzi. "NUOVA ESPERIENZA ABITATIVA NEL “VILLAGGIO BARCA”: Prospettive di rigenerazione urbana, ambientale ed energetica del Quartiere CEP-INA Casa Barca a BOLOGNA". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Il progetto si occupa della rigenerazione urbana, ambientale ed energetica del “Villaggio Barca”, situato nella zona a Ovest della città di Bologna. Il quartiere fa parte del patrimonio di edilizia residenziale Ina-Casa, realizzato tra il 1957 e il ’63 da un gruppo di progettisti coordinato da Giuseppe Vaccaro. L’area è costituita da edifici bassi e poco densificati di interesse culturale-testimoniale; è ben connesso al centro e raggiungibile sia con i mezzi pubblici sia privati; è stato il primo quartiere della città a adottare un sistema di teleriscaldamento; sono presenti molte aree verdi ed è vicina al parco fluviale. La posizione periferica, negli anni, ha contribuito ad un parziale abbandono della zona. Presenta spazi all’aperto trascurati e sottoutilizzati, edifici in uno stato di degrado, con una bassa efficienza energetica e una preferenza per la mobilità pesante. In seguito a questa analisi, è stata proposta la riprogettazione dell’area con l’adozione di strategie molteplici. Gli obiettivi sono: potenziare la mobilità sostenibile e riqualificare gli edifici esistenti per ridurre l’inquinamento; ripensare gli alloggi per rispondere alla domanda abitativa; realizzare due Hub per le associazioni e il turismo; riqualificare gli spazi aperti per migliorare i rapporti di comunità; valorizzare la natura urbana e fluviale per preservare la biodiversità in un'ottica di sostenibilità ambientale; valutare l’impatto degli interventi sul benessere psicofisico dei residenti. Per attestare il miglioramento della qualità ambientale del “Villaggio”, sono state condotte delle simulazioni nelle condizioni attuali e dopo gli interventi, utilizzando due software: Envimet per valutare microclima urbano; Termolog per verificare le prestazioni dell’involucro costruttivo. Il progetto presta particolare attenzione a preservare il carattere architettonico del portico del “Treno”, riconosciuto come patrimonio UNESCO e valorizzarne il potenziale all’interno del quartiere.
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Govoni, Andrea y Licia Felicioni. "Redesign strategies for regeneration of the Red Hook neighborhood in New York City". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Questo progetto di tesi si occupa della riqualificazione di un comparto di edilizia sociale compreso all’interno del quartiere di Brooklyn. L’area insiste a sud sulla sponda del East River con un consistente impianto portuale dismesso nel tempo in favore di collegamenti marittimi che permettono di accedere all’area di Brooklyn in questione, producendo un’intensificazione dell’interesse immobiliare nei confronti di questa zona che invece nasce per sua vocazione con un profilo estremamente popolare. La riqualificazione segue un approccio tipicamente americano fortemente orientato ad incoraggiare l’ingresso di capitali privati per finanziare l’intera operazione di rigenerazione. È stato quindi redatto un business plan con l’ipotesi dei costi di costruzione. Il volume di addizione in copertura è pertanto funzionale al raggiungimento della sostenibilità economica dell'intervento mettendo a mercato nuovi alloggi. Il progetto di rigenerazione che la tesi intende mettere in campo trae anche le proprie basi da una riflessione che la città di New York sta mettendo in atto circa la resilienza delle proprie strutture, infrastrutture e tessuto urbano nei confronti di eventi estremi effetto dei cambiamenti climatici. Onde evitare l’allagamento e l’indisponibilità energetica, il progetto assume delle misure essenziali che vengono sperimentate in un’area campione all’interno del comparto, che essendo vasto ma modularmente ripetuto, consente di testare varie soluzioni che possono essere replicate nel comparto stesso e successivamente anche in altre porzioni della città. Nella logica di individuare una metodica che possa rappresentare un pilota per qualità dei risultati conseguibili e tracciabilità delle azioni che producono gli impatti desiderati, il progetto decide di adeguare la propria metrica di valutazione dei risultati a quella proposta dal LEED, per l’attribuzione di un punteggio secondo alcuni parametri per valutare la sostenibilità dell’intervento.
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Trifone, Antonio Gabriele. "Bogota: Strategie di rigenerazione urbana". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/8032/.

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Ci troviamo a Bogotá, città dell'America Latina. La città è stata sottoposta a crescita incontrollata e non pianificata, tanto da creare delle vere e proprie differenze sia nel tessuto sociale che urbano, tra nord e sud. La città è tagliata longitudinalmente da un'autostrada, creando notevoli disagi. La tesi si propone sulla base del progetto della ALO, di rioccupare il sedime di questa autostrada con un sistema verde su cui predisporre servizi per la collettività.
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Marchi, Benedetta y Stefano Magnani. "Rigenerazione Riciclo. Riqualificazione dell'ex-cartiera Burgo a Lama di Reno". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5485/.

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Negli ultimi cinquant’anni, in particolare dal 1956 al 2010, grazie a miglioramenti di tipo economico e sociale, il territorio urbanizzato italiano è aumentato di circa 600 mila ettari, cioè una superficie artificializzata pari quasi a quella dell’intera regione Friuli Venezia Giulia, con un aumento del 500% rispetto agli anni precedenti. Quando si parla di superfici “artificializzate” ci si riferisce a tutte quelle parti di suolo che perdono la propria caratteristica pedologica per essere asportate e divenire urbanizzate, cioè sostituite da edifici, spazi di pertinenza, parcheggi, aree di stoccaggio, strade e spazi accessori. La costruzione di intere periferie e nuclei industriali dagli anni ’50 in poi, è stata facilitata da un basso costo di mano d’opera e da una supposta presenza massiccia di risorse disponibili. Nonché tramite adeguati piani urbanistico-territoriali che hanno accompagnato ed assecondato questo orientamento. All’oggi, è evidente come questa crescita tumultuosa del tessuto urbanizzato non sia più sostenibile. Il consumo del suolo provoca infatti vari problemi, in particolare di natura ecologica e ambientale, ma anche sanitaria, economica e urbana. Nel dettaglio, secondo il dossier Terra Rubata1, lanciato all’inizio del 2012 dal FAI e WWF gli aspetti che vengono coinvolti direttamente ed indirettamente dalla conversione urbana dei suoli sono complessivamente i seguenti. Appartenenti alla sfera economico-energetica ritroviamo diseconomie dei trasporti, sperperi energetici, riduzione delle produzioni agricole. Per quanto riguarda la sfera idro-geo-pedologica vi è la possibilità di destabilizzazione geologica, irreversibilità d’uso dei suoli, alterazione degli assetti idraulici ipo ed epigei. Anche la sfera fisico-climatica non è immune a questi cambiamenti, ma può invece essere soggetta ad accentuazione della riflessione termica e dei cambiamenti 1 Dossier TERRA RUBATA Viaggio nell’Italia che scompare. Le analisi e le proposte di FAI e WWF sul consumo del suolo, 31 gennaio 2012 2 climatici, ad una riduzione della capacità di assorbimento delle emissioni, ad effetti sul sequestro del carbonio e sulla propagazione spaziale dei disturbi fisico-chimici. In ultimo, ma non per importanza, riguardo la sfera eco-biologica, ritroviamo problemi inerenti l’erosione fisica e la distruzione degli habitat, la frammentazione eco sistemica, la distrofia dei processi eco-biologici, la penalizzazione dei servizi ecosistemici dell’ambiente e la riduzione della «resilienza» ecologica complessiva. Nonostante ci sia ancora la speranza che questo orientamento possa “invertire la rotta”, non è però possibile attendere ancora. È necessario agire nell’immediato, anche adottando adeguati provvedimenti normativi e strumenti pianificatori ed operativi nell’azione delle pubbliche amministrazioni analogamente a quanto, come evidenziato nel dossier sopracitato2, hanno fatto altri paesi europei. In un recente documento della Commissione Europea3 viene posto l’anno 2050 come termine entro il quale “non edificare più su nuove aree”. Per fare ciò la Commissione indica che nel periodo 2000-2020 occorre che l’occupazione di nuove terre sia ridotta in media di 800 km2 totali. È indispensabile sottolineare però, che nonostante la stabilità demografica della situazione attuale, se non la sua leggera decrescenza, e la società attuale ha necessità di spazi di azione maggiori che non nel passato e possiede una capacità di spostamento a velocità infinitamente superiori. Ciò comporta una variazione enorme nel rapporto tra le superfici edificate (quelle cioè effettivamente coperte dal sedime degli edifici) e le superfici urbanizzate (le pertinenze pubbliche e private e la viabilità). Nell’insediamento storico, dove uno degli obiettivi progettuali era quello di minimizzare i tempi di accesso tra abitazioni e servizi urbani, questo rapporto varia tra il 70 e il 90%, mentre nell’insediamento urbano moderno è quasi sempre inferiore al 40-50% fino a valori anche inferiori al 20% in taluni agglomerati commerciali, 2 Dossier TERRA RUBATA Viaggio nell’Italia che scompare. Le analisi e le proposte di FAI e WWF sul consumo del suolo, 31 gennaio 2012 3 Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, settembre 2011 3 industriali o direzionali nei quali il movimento dei mezzi o le sistemazioni paesaggistiche di rappresentanza richiedono maggiori disponibilità di spazi. Come conciliare quindi la necessità di nuovi spazi e la necessità di non edificare più su nuove aree? Dai dati Istat il 3% del territorio Italiano risulta occupato da aree dismesse. Aree che presentano attualmente problemi di inquinamento e mancata manutenzione ma che potrebbero essere la giusta risorsa per rispondere alle necessità sopracitate. Enormi spazi, costruiti nella precedente epoca industriale, che possono essere restituiti al pubblico sotto forma di luoghi destinati alla fruizione collettiva come musei, biblioteche, centri per i giovani, i bambini, gli artisti. Allo stesso tempo questi spazi possono essere, completamente o in parte, rinaturalizzati e trasformati in parchi e giardini. La tematica, cosiddetta dell’archeologia industriale non si presenta come una novità, ma come una disciplina, definita per la sua prima volta in Inghilterra nel 1955, che vanta di esempi recuperati in tutta Europa. Dagli anni ’60 l’opinione pubblica cominciò ad opporsi alla demolizione di alcune strutture industriali, come ad esempio la Stazione Euston a Londra, riconoscendone l’importanza storica, culturale ed artistica. Questo paesaggio industriale, diviene oggi testimonianza storica di un’epoca e quindi per questo necessita rispetto e attenzione. Ciò non deve essere estremizzato fino alla esaltazione di questi immensi edifici come rovine intoccabili, ma deve invitare l’opinione pubblica e i progettisti a prendersene cura, a reintegrarli nel tessuto urbano donando loro nuove funzioni compatibili con la struttura esistente che andrà quindi lasciata il più possibile inalterata per mantenere una leggibilità storica del manufatto. L’Europa presenta vari casi di recupero industriale, alcuni dei quali presentano veri e propri esempi da seguire e che meritano quindi una citazione ed un approfondimento all’interno di questo saggio. Tra questi l’ex stabilimento FIAT del Lingotto a Torino, 4 la celebre Tate Modern di Londra, il Leipzig Baumwollspinnerei, il Matadero Madrid e la Cable Factory a Elsinky. Questi edifici abbandonati risultano all’oggi sparsi in maniera disomogenea anche in tutta Italia, con una maggiore concentrazione lungo le linee ferroviarie e nei pressi delle città storicamente industrializzate. Essi, prima di un eventuale recupero, risultano come rifiuti abbandonati. Ma come sopradetto questi rifiuti urbani possono essere recuperati, reinventati, riabilitati, ridotati di dignità, funzione, utilità. Se questi rifiuti urbani possono essere una nuova risorsa per le città italiane come per quelle Europee, perché non provare a trasformare in risorse anche i rifiuti di altra natura? Il problema dei rifiuti, più comunemente chiamati come tali, ha toccato direttamente l’opinione pubblica italiana nel 2008 con il caso drammatico della regione Campania e in particolare dalla condizione inumana della città di Napoli. Il rifiuto è un problema dovuto alla società cosiddetta dell’usa e getta, a quella popolazione che contrariamente al mondo rurale non recupera gli scarti impiegandoli in successive lavorazioni e produzioni, ma li getta, spesso in maniera indifferenziata senza preoccuparsi di ciò che ne sarà. Nel passato, fino agli anni ’60, il problema dello smaltimento dei rifiuti era molto limitato in quanto in genere gli scatti del processo industriale, lavorativo, costruttivo venivano reimpiegati come base per una nuova produzione; il materiale da riciclare veniva di solito recuperato. Il problema degli scarti è quindi un problema moderno e proprio della città, la quale deve quindi farsene carico e trasformarlo in un valore, in una risorsa. Se nell’equilibrio ecologico la stabilità è rappresentata dalla presenza di cicli chiusi è necessario trovare una chiusura anche al cerchio del consumo; esso non può terminare in un oggetto, il rifiuto, ma deve riuscire a reinterpretarlo, a trovare per 5 esso una nuova funzione che vada ad attivare un secondo ciclo di vita, che possa a sua volta generare un terzo ciclo, poi un quarto e cosi via. Una delle vie possibili, è quella di riciclare il più possibile i nostri scarti e quindi di disassemblarli per riportare alla luce le materie prime che stavano alla base della loro formazione. Uno degli ultimi nati, su cui è possibile agire percorrendo questa strada è il rifiuto RAEE4. Esso ha subito un incremento del 30,7% negli ultimi 5 anni arrivando ad un consumo di circa 19 kilogrammi di rifiuti all’anno per abitante di cui solo 4 kilogrammi sono attualmente smaltiti nelle aziende specializzate sul territorio. Dismeco s.r.l. è una delle aziende sopracitate specializzata nello smaltimento e trattamento di materiale elettrico ed elettronico, nata a Bologna nel 1977 come attività a gestione familiare e che si è poi sviluppata divenendo la prima in Italia nella gestione specifica dei RAEE, con un importante incremento dei rifiuti dismessi in seguito all'apertura del nuovo stabilimento ubicato nel Comune di Marzabotto, in particolare nel lotto ospitante l’ex-cartiera Rizzoli-Burgo. L’azienda si trova quindi ad operare in un contesto storicamente industriale, in particolare negli edifici in cui veniva stoccato il caolino e in cui veniva riciclata la carta stampata. Se la vocazione al riciclo è storica dell’area, grazie all’iniziativa dell’imprenditore Claudio Tedeschi, sembra ora possibile la creazione di un vero e proprio polo destinato alla cultura del riciclo, all’insegnamento e all’arte riguardanti tale tematica. L’intenzione che verrà ampliamente sviluppata in questo saggio e negli elaborati grafici ad esso allegati è quella di recuperare alcuni degli edifici della vecchia cartiera e donane loro nuove funzioni pubbliche al fine di rigenerare l’area. 4 RAEE: Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, in lingua inglese: Waste of electric and electronic equipment (WEEE) o e-waste). Essi sono rifiuti di tipo particolare che consistono in qualunque apparecchiatura elettrica o elettronica di cui il possessore intenda disfarsi in quanto guasta, inutilizzata, o obsoleta e dunque destinata all'abbandono. 6 Il progetto, nello specifico, si occuperà di riqualificare energeticamente il vecchio laboratorio in cui veniva riciclata la carta stampata e di dotarlo di aree per esposizioni temporanee e permanenti, sale conferenze, aule didattiche, zone di ristoro e di ricerca. Per quanto riguarda invece l’area del lotto attualmente artificializzata, ma non edificata, vi è l’intenzione di riportarla a zona verde attraverso la creazione di un “Parco del Riciclo”. Questa zona verde restituirà al lotto un collegamento visivo con le immediate colline retrostanti, accoglierà i visitatori e li ospiterà nelle stagioni più calde per momenti di relax ma al tempo stesso di apprendimento. Questo perché come già detto i rifiuti sono risorse e quando non possono essere reimpiegati come tali vi è l’arte che se ne occupa. Artisti del calibro di Picasso, Marinetti, Rotella, Nevelson e molti altri, hanno sempre operato con i rifiuti e da essi sono scaturite opere d’arte. A scopo di denuncia di una società consumistica, semplicemente come oggetti del quotidiano, o come metafora della vita dell’uomo, questi oggetti, questi scarti sono divenuti materia sotto le mani esperte dell’artista. Se nel 1998 Lea Vergine dedicò proprio alla Trash Art una mostra a Rovereto5 significa che il rifiuto non è scarto invisibile, ma oggetto facente parte della nostra epoca, di una generazione di consumatori frugali, veloci, e indifferenti. La generazione dell’”usa e getta” che diviene invece ora, per necessita o per scelta generazione del recupero, del riciclo, della rigenerazione. L’ipotesi di progetto nella ex-cartiera Burgo a Lama di Reno è proprio questo, un esempio di come oggi il progettista possa guardare con occhi diversi queste strutture dismesse, questi rifiuti, gli scarti della passata società e non nasconderli, ma reinventarli, riutilizzarli, rigenerarli per soddisfare le necessità della nuova generazione. Della generazione riciclo.
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Pomponio, Marta <1989&gt. "Lido di Venezia: rigenerazione urbana, cultura e turismo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6993.

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Lo studio ha avuto origine da una lunga ricerca riguardante la storia, il paesaggio e lo sviluppo economico del Lido di Venezia con la finalità di delineare e far emergere, nei limiti di un elaborato di questo genere, gli aspetti ritenuti rilevanti e significativi del cultural heritage del territorio, insieme ai processi e agli attori politici, economici e culturali che hanno dato origine e promosso lo sviluppo della destinazione Lido di Venezia. Partendo da questo background di conoscenza del territorio, sono stati delineati i confini della destinazione Lido di Venezia come “quartiere” della città di Venezia. Ai fini dello studio, infatti, non si è ritenuto conveniente concepire e analizzare l’offerta e il territorio veneziano come un unicum, ma come un sistema complesso caratterizzato dalle singole e peculiari realtà delle isole e dei territori circostanti. Si è cercato di definire alcune linee guida – nate dal connubio tra la letteratura sulla rigenerazione urbana, sul ruolo ricoperto dalla cultura e dal turismo legato ad essa, insieme ai casi di rigenerazione urbana analizzati (Quartiere Nord, Marsiglia e Kreuzberg, Berlino) – che possano tracciare un possibile e auspicabile percorso da perseguire per la promozione di un processo di rigenerazione urbana del Lido di Venezia. Ultimo nucleo dell’elaborato è quello dedicato al caso di studio sull’operato dei primi 12 mesi di vita del Consorzio di Promozione Venezia e il suo Lido in collaborazione con la Proloco Lido Pellestrina, legato alla rigenerazione della destinazione Lido di Venezia.
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Sanza, Andrea <1992&gt. "La rigenerazione urbana delle periferie italiane: un'analisi critica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12512.

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Considerare l’innovazione sociale come valido strumento per intraprendere azioni di rigenerazione delle periferie italiane richiede una profonda conoscenza dei problemi che esse presentano e delle cause alla loro base. Parlare oggi di periferia urbana significa infatti confrontarsi con un certo numero di parole chiave quali segregazione, criminalità, marginalità e immobilità sociale. Questi concetti richiedono uno studio approfondito non solo per lo sviluppo di questa tesi, ma più in generale per una programmazione vincente di politiche di inclusione e di pianificazione territoriale; solo così infatti non corrono il rischio di restare contenitori vuoti, semplici stereotipi. Il concetto di periferia nell’immaginario comune rimanda spesso all’idea di area debole, ovvero una porzione di territorio nel quale si insediano persone portatrici di disagio sociale; trovano residenza popolazioni immigrate e che evidenzia carenze sia a livello di presenza che di funzionalità di infrastrutture e servizi. Questa definizione, pur nella sua superficialità, rispecchia il pensiero di parte della popolazione e di diverse figure istituzionali. Sicuramente parlare di periferie urbane richiede di sottolineare la loro duplice dimensione ambientale: da un lato quella fisica, ovvero legata ad una questione meramente spaziale e territoriale; dall’altro quella ambientale, riguardante gli aspetti economici, culturali e relazionali. Nonostante a livello di studio tendano ad essere affrontate e considerate separatamente, entrambe queste dimensioni richiedono di essere esplorate a fondo per poter comprendere l’effettivo stato attuale delle periferie italiane. È necessario muoversi quindi con sguardo attento per poter comprendere e rilevare le origini politiche ed economico-sociali dei problemi che interessano queste aree. Solo così è infatti possibile programmare interventi efficaci di rigenerazione, riqualificazione e sviluppo. Solo così è possibile chiedersi, ed è questo lo scopo della presente tesi, se ed in quale misura l’innovazione sociale rappresenti uno strumento valido per poter affrontare e risolvere congiuntamente i problemi legati alla dimensione fisica e spaziale delle periferie. Come far fronte allora ai molteplici problemi che le periferie italiane manifestano? Come affrontare percorsi di rigenerazione che siano capaci di toccare gli aspetti meramente fisici senza dimenticare quelli di natura più prettamente sociale? Come invertire i meccanismi in atto di segregazione e demonizzazione delle periferie in favore di politiche realmente interessate all’inclusione? Il seguente lavoro di tesi nel suo sviluppo si propone proprio di affrontare i seguenti quesiti, tenendo come idea centrale la convinzione che l’innovazione sociale, promossa anche dagli organi e dai programmi comunitari, possa rappresentare una chiave di volta per affrontare interventi di riqualificazione e rigenerazione delle periferie italiane. Quando parliamo di innovazione sociale infatti facciamo riferimento a pratiche dirette a contribuire all’inclusione sociale attraverso cambiamenti nell’agire non solo dei cittadini, ma anche e soprattutto delle istituzioni. Si tratta quindi di un modo diverso di definire e problematizzare le situazioni di esclusione sociale, attraverso la presa di coscienza che le soluzioni tradizionali si sono rivelate inadeguate, i budget a disposizione per il settore sociale sono ridotti e le sfide che il mondo in generale, le periferie nel nostro caso specifico, ci pongono devono essere intese come opportunità e non ostacoli insormontabili. La social innovation, secondo questo lavoro, deve inserirsi nel quadro delle politiche di rigenerazione rendendosi portavoce di un approccio di tipo integrato.
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Patuzzi, Ylenia <1990&gt. "Spazio Grisù, un caso di riqualificazione urbana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7058.

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Attraverso l'esamina del processo di riqualificazione di una struttura pubblica da parte di un'associazione privata e del contesto d'inserimento di questa struttura, voglio porre l'accento sull'importanza di intervenire facendo attenzione alle necessità del territorio in cui si agisce affinché entrambi, contesto ed elemento inserito, possano trarne benefici.
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Barani, Emanuele. "Riqualificazione urbanistica di Villa Cuccoli - Argelato (BO)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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In Italia le cosiddette “aree interne" rappresentano il 53% circa dei Comuni italiani, ospitano il 23 % della popolazione italiana e occupano una porzione del territorio che supera il 60% della superficie nazionale. Sono territori caratterizzati da una significativa distanza dai principali centri di offerta di servizi essenziali e da una disponibilità elevata d’importanti risorse ambientali e culturali. Allo stesso tempo però tali aree sono affette da problemi economici, sociali e ambientali cronici e il ricco patrimonio naturale e culturale che le caratterizza ne risulta minacciato. In tale contesto, la tesi si pone l’obiettivo di rigenerare un’area rurale della pianura bolognese, coniugando la riqualificazione del patrimonio costruito con la finalità sociale dell’intervento. Il progetto è caratterizzato da una serie di interventi puntuali che non vogliono stravolgere l'esistente, ma che puntano a ridargli vita rendendolo meglio fruibile. Oggetto dello studio è il complesso di di Villa Cuccoli, ad Argelato (BO), di proprietà della Fondazione CARISBO. Esso è caratterizzato dalla presenza di due edifici principali, una villa e una stalla, e di un edificio accessorio, un vecchio pollaio; il lotto di pertinenza, di ampie dimensioni, è in parte agricolo e in parte in destinato a giardino privato. Sia i fabbricati che il verde sono attualmente in uno stato di grande degrado dovuto all'abbandono. L’obiettivo della Fondazione CARISBO di destinare l’immobile a finalità sociali ha portato a sviluppare due diverse ipotesi di riuso, rivolte la prima all'accoglienza di migranti e la seconda a persone con disabilità. L'obiettivo comune di entrambe è quello di fornire, insieme alla risposta ad un problema sociale, servizi alla cittadinanza di Argelato, così da riqualificare la zona e al contempo ridare vita a Villa Cuccoli e farne non un oggetto isolato ma un punto di riferimento per l’intera collettività.
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BUONOCORE, FRANCESCA. "La rigenerazione urbana alla prova della governance multi-livello". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/35024.

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La tesi approfondisce il concetto di governance multilivello, applicandolo in maniera originale all’analisi di processi decisionali relativi alle politiche urbane. Il carattere multi-scalare e multi-attore di tale prospettiva ha consentito di esplorare il ruolo svolto nelle politiche locali da attori sia pubblici che privati, sia collettivi che individuali posti a diverse scale geografiche, evidenziando così le connessioni tra il contesto locale e quello nazionale ed europeo e il modo in cui i governi e gli attori locali attivano e usufruiscono di reti verticali e della struttura di opportunità politiche offerte dai cambiamenti degli equilibri nei rapporti fra i diversi livelli di governo. Il lavoro di ricerca è stato quindi volto ad analizzare il modo in cui si strutturano i processi decisionali nel contesto urbano verificando se esiste uno spostamento da modelli di government a modelli di governance nella programmazione ed attuazione di politiche di carattere prevalentemente locale come le politiche urbanistiche e in particolare nei processi di rigenerazione urbana di aree industriali dismesse. La ricerca si è avvalsa dell’analisi dei processi decisionali relativi alle trasformazioni dell’area ex Breda Siderurgica a Sesto San Giovanni e dell’area Ex Federconsorzi a Bagnoli, quartiere industriale nell’area occidentale di Napoli. L’esito positivo delle due trasformazioni, dal punto di vista della realizzazione del progetto, ha permesso di cogliere con maggiore chiarezza le logiche di azione dei vari attori all’interno del processo decisionale e di indagare gli aspetti formali e informali delle relazioni intercorse fra i vari attori, le linee lungo le quali si sono articolate alleanze e contrapposizioni, il consolidamento e il declino della posizione dei diversi attori, le risorse economiche e relazionali che sono state utilizzate, le modalità di affermazione di una determinata agenda politica rispetto alle alternative in campo, il dibattito urbanistico e politico. La presenza di processi di governance è stata messa in relazione all’ampliamento del numero e della tipologia degli attori coinvolti, al ridimensionamento del ruolo del governo locale e ad un’accentuazione di caratteri di entrepreneurialism, la presenza di relazioni fondate su un modello di interazione negoziale, stabilità e formalizzazione delle reti. Sulla base di questi elementi è stata osservata l’assenza di una tendenza univoca verso processi di governance che è stata messa in relazione ai caratteri dei contesti locali in cui le due aree sono inserite.
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Biondi, Denise. "Prospettive per la rigenerazione urbana: il caso di Cesenatico ponente". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Per "città adriatica" si intende l’agglomerato urbano lineare che attraversa Veneto, Emilia - Romagna, Marche, Abruzzo e Molise e si sviluppa parallelamente alla costa ed alle infrastrutture costiere. Le peculiarità di questa striscia di terra derivano dal suo rapporto con la costa ed il mare Adriatico, delineando un modello di città che è proprio della fascia costiera. Nella città Adriatica il tessuto socio - economico tradizionale e strutturato a rete si è sbilanciato poderosamente verso la costa producendo un effetto di saturazione. Cesenatico, comune costiero romagnolo, si inserisce a pieno titolo tra le città lineari del litorale adriatico e ne incarna tutte le caratteristiche: il territorio è qui stato colonizzato in maniera longitudinale, creando di fatto compartimenti indipendenti e slegati che funzionano per fasce. È l'infrastruttura a giocare un vero e proprio ruolo di ridefinizione dello spazio urbano: tessuti costruiti ed elementi naturali non si adattano ad essa e si assiste alla formazione di numerosi spazi di risulta, oltre che al confinamento dello spazio agricolo, con l'interruzione forzata del suo rapporto con la costa. La zona Ponente offre una grande varietà di scenari naturali: il mare e il suo arenile, la pineta e parco naturale e infine la campagna con i suoi vasti terreni agricoli. Queste tre realtà sono tra loro adiacenti, relativamente vicine ma attualmente separate da barriere. L’urbanizzazione longitudinale continua, lascia spazio a discontinuità che costituiscono occasioni di taglio trasversale del territorio ad interruzione del costruito. La presenza di queste interruzioni suggerisce una nuova strategia d’approccio e progetto del territorio che permette di stabilire nuove relazioni tra gli scenari antropici e naturali. Porzioni di paesaggio vengono rilette e collegate tramite un meccanismo di taglio, che si oppone ad un radicato utilizzo e consumo del territorio prettamente longitudinale.
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Segato, Elena <1989&gt. "Territorio e rigenerazione urbana : il ruolo della cultura nel veneziano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6410.

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Lo scopo di questa tesi, dopo una prima analisi riguardante la rilevanza del territorio per le dinamiche socio-economiche, sottolinea come, specie nei Paesi sviluppati dove è sempre più pressante l'economia globale, la cultura, capace di innescare processi di rigenerazione urbana, funge da componente fondamentale nelle strategie miranti non solo alla riqualificazione territoriale, ma anche allo sviluppo economico-sociale e alla diversificazione dell’area rispetto alle altre realtà urbane.
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Leoni, Alice <1986&gt. "Città a passo di danza. Rigenerazione territoriale e danza urbana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7424.

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Resumen
Ricostruzione delle esperienze di “danza urbana” nel territorio della pedemontana veneta con focus particolare sugli spettacoli sviluppati dal CSC Casa della Danza di Bassano del Grappa all'interno della programmazione di Operaestate Festival non tralasciando qualche riferimento ad altri casi significativi del territorio e allo stato nazionale dell'arte. Il mio interesse verso questi eventi è rivolto alla comprensione di come e perchè la danza sia stata scelta, tra i vari linguaggi dell'espressione artistica dello spettacolo da vivo, per rivitalizzare i centri storici e quei luoghi delle città abbandonati dai suoi stessi abitanti e su cui le istituzioni vogliono riportare l'attenzione. Queste esperienze si sono evolute e moltiplicate nel tempo nell'ottica di una diffusa ricerca da parte delle amministrazioni locali di rivivere i centri attraverso la partecipazione attiva per una rigenerazione urbana e una produzione culturale e di valore in cui la partecipazione è divenuta fondante e fondamentale perchè la società si riappropri dei luoghi del quotidiano, della socializzazione e ritorni a fare comunità. L'obiettivo è quello di inserire queste manifestazioni all'interno della letteratura specifica sulla rigenerazione urbana valutandone l'impatto sul territorio sotto il profilo culturale, innovativo, sociale ed economico.
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Baldrati, Davide. "Esperienze di riqualificazione urbana ai margini del centro storico". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2414/.

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Resumen
Questo lavoro di tesi curriculare ripercorre attraverso l’analisi di tre progetti, che ho svolto durante il mio percorso di studi, le mie esperienze nell’ambito della riqualificazione di aree al margine del centro storico. In fase di tesi ho poi svolto un lavoro fotografico a supporto degli elaborati progettuali che ho invece redatto negli anni di corso dei laboratori. Il lavoro fotografico a posteriori è da intendersi non tanto come approfondimento delle scelte progettuali effettuate, ma come un ripensamento e una riflessione sui luoghi sui quali ho precedentemente svolto i progetti. Per elaborare questo lavoro ho applicato le conoscenze che ho acquisito nel corso di Storia e Tecnica della Fotografia e nei workshop fotografici ai quali ho partecipato come studente. Dei tre progetti presi in esame, due sono stati svolti nei Laboratori di Progettazione (precisamente II e IV) e uno nel Laboratorio di Sintesi Finale. Come già detto, questi tre progetti sono stati da me scelti perché accomunati dalla prossimità delle aree ai centri storici delle città. Il carattere di queste aree di studio, composto da molteplici identità, è frammentario e le identifica come aree di margine o di confine nelle quali si rende necessario un processo di analisi e di riqualificazione. In maniera differente e con risultati altalenanti, le amministrazioni stanno provvedendo a cercare di dare a questi luoghi un carattere di maggior omogeneità .
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Cominato, Maura <1993&gt. "La rigenerazione urbana attraverso la classe creativa: il caso Lx Factory". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12679.

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Resumen
La tesi mira a studiare il fenomeno delle creative industries in maniera generale, portando poi confronti con casi similari nel panorama europeo e italiano. Infine,sarà studiato il fenomeno Lx Factory, caso singolare nel panorama portoghese contemporaneo.
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TRINCAS, MATTEO. "Comunità e quartiere come laboratori applicativi di rigenerazione urbana e territoriale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266854.

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Resumen
Several plans based on the concept of "community", clearly defined by Erwin Anton Gutkind in his essay The expanding environment (1953) as "an entity whose location and extension ensure maximum possibility of realization of the social program", were largely applied and urban and territorial sciences developed a plenty of examples of community based strategies throughout all the Twentieth Century. The first part of the work explores precisely what were the first models of cities or regions organized by the principles of cohesion of the community and what were the transpositions at the architectural and urban scale of this philosophy. Since the first attempts proposed by utopian planners of the Nineteenth Century up to Clarence Perry’s Neighborhood Unit conceived in 1929 for the Regional Plan of New York. This concept of the city and territory generated huge expectations being especially suitable for the functionalism instances proposed, for example, by the Athens Charter. Same principles animated the post-war reconstruction and expansion plans all over Europe with different issues. Italy implemented the “community” principles in the INA-Casa programme as well in the rural reform programmes, with some advanced experiments as those conducted under the patronage of Adriano Olivetti in different parts of the country and especially in Sardinia. Today all this theoretical and built heritage are posed as starting point of strategies potentially successful for solving the most of urban and territorial criticisms and are suitable to implement sustainability practices developing new instruments and appreciable policies for metropolitan regions, setting a new approach of shared responsibility on planning process, on resources availability and use, on social issues leading to the definition of a paradigm for supporting resilience policies in urban and regional planning.
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Manelli, Matteo y Roberta Alessandrini. "Tirtha Settlement. Progetto di riqualificazione urbana nell'area Walkeshwar a Mumbai". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16882/.

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Quando si parla di India, a maggior ragione parlando di Mumbai, non si può non fare i conti con quelle che sono le grandi contraddizioni sociali, economiche e culturali che la affliggono, proprio perché il vivere e le abitudini sono troppo distanti da noi per poter procedere con progetti alla “maniera occidentale”; per questo è assolutamente necessario invertire il punto di vista. Questo progetto cerca di farlo, nel tentativo di dare una risposta a vere e proprie emergenze con cui l’area oggetto di studio ogni giorno deve relazionarsi, tutte legate al concetto prevalente di sovraffollamento urbano: questo comporta la densificazione residenziale in ciascun spazio non costruito, comprese anche le aree lungo le fasce costiere oceaniche, che mettono a rischio ogni giorno l’incolumità degli abitanti. Tutto quindi si gioca nel risolvere l’emergenza residenziale, promuovendo nuovi sistemi dell’abitare per le persone meno abbienti della società, al fine di poter migliorare le condizioni di vita del singolo nucleo familiare insieme con quelle della comunità, che si mantiene viva grazie alla densità urbana, sinonimo in questo contesto di unità di vicinato. La calibrazione della densità costruttiva si struttura su una presenza consistente dell’area, ossia il waterfront sul mare Arabico, il quale nel progetto diventa punto di forza del luogo e non più minaccia della città, proprio perché l’acqua diviene libera di interagire con nuovi spazi pubblici ampi che fungono da cuscinetto ai rischi di inondazione a cui il nuovo tessuto residenziale non è più esposto. Alla volontà di migliorare le condizioni di vita e all’eterogeneità delle problematiche pragmatiche annesse, il progetto accoglie, nella realizzazione o riqualificazione di alcuni edifici pubblici, quel velo di sacralità che la presenza della cisterna sacra del Banganga porta con sé e che condiziona ogni giorno le abitudini delle persone, le quali vivono il sacro come filo conduttore della quotidianità.
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Burattoni, Mara, Daria Medici y Alice Zattoni. "Swasti Settlement. Progetto di riqualificazione urbana nell'area Walkeshwar a Mumbai". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16883/.

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La città di Mumabi è stata caratterizzata negli ultimi decenni da un’espansione intensiva, che ha posto scarsa attenzione ai temi dell’abitare, della salvaguardia architettonica, della conservazione dei caratteri tradizionali, favorendo invece una crescita incontrollata e un paesaggio urbano di difficile riconoscibilità. Parallelamente si assiste a una riduzione delle dimensioni dell’alloggio, destinato a diventare un’abitazione bassa di natura informale, realizzata abusivamente con materiali di scarto e spesso inadeguata dal punto di vista strutturale e impiantistico. Il progetto per lo Swasti Settlement si occupa del tema dell’”abitare”, ponendosi come un intervento di riqualificazione urbana nell’area Walkeshwar, basato su processi di rigenerazione che trovano principi nel rapporto tra tradizione e contemporaneità, emergenze architettoniche e tessuto urbano. L’obiettivo è quello di trovare soluzioni alternative al problema delle megalopoli, in grado di instaurare un dialogo tra abitudini e necessità attuali, tra qualità dell’abitare e caratteri del luogo, tra spazio pubblico e spazio privato. In seguito a un’analisi e una lettura critica dell’area di Banganga Tank, sono state definite le matrici per lo sviluppo del nuovo insediamento: un waterfront distribuito su due livelli distinti, funge da connessione tra gli estremi del quartiere, offrendo permeabilità fisiche e visive con il contesto urbano circostante. Sul precedente tessuto dello slum viene ricalcata la definizione degli spazi pubblici, comunitari e delle infrastrutture; mentre per differenza si compongono gli isolati residenziali. Nove variazioni tipologiche della casa a corte, si distribuiscono moltiplicate e ruotate, prestando attenzione ad aspetti quali vivibilità, spazi minimi, qualità architettonica, microclimatica, autosostentamento e autocostruzione.
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Obinu, Andrea y Emanuele Loroni. "Habitat 248. Progetto di riqualificazione urbana nell'area Walkeshwar a Mumbai". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Un habitat è un luogo che soddisfa tutte le condizioni ambientali di cui un organismo ha bisogno per sopravvivere: per un animale deve fornire cibo e riparo; per una pianta la giusta combinazione di luce, aria, acqua e suolo; per gli esseri umani è l’ambiente in cui essi vivono e interagiscono, è una casa in cui poter mangiare e dormire, è un insediamento urbano, è una città che garantisce la qualità della vita. Questo è il concetto alla base del progetto Habitat 248. Si è voluto progettare un luogo che potesse accogliere gli abitanti dell’attuale slum di Walkeswar di Mumbai, garantendo loro quelle condizioni di vita che fino ad ora gli sono state negate e che si possono riassumere in riparo, acqua corrente, autosostentamento e spazio condiviso. L’obiettivo che il progetto ha voluto perseguire però, non è stato solo quello di ricollocare e restituire dignità agli abitanti dello slum, ma anche quello di rispondere alle esigenze della città. Mumbai è infatti una città ad altissima densità abitativa, con uno sviluppo architettonico fortemente verticale che deve fare i conti con una sempre maggiore migrazione dalle campagne. La tipologia abitativa del nuovo insediamento urbano non ha potuto prescindere da questo. L’intento è stato dunque quello di progettare un grande complesso abitativo che interpretasse alcuni dei principi urbanistici, compositivi, architettonici e funzionali delle Unité d’Habitation di Le Corbusier, riadattandoli rispetto al presente, alla città e quei principi legati soprattutto alla condivisione degli spazi collettivi. Il risultato finale è quindi un edificio in linea, lungo 360 m, alto oltre 40 m, che ospita al suo interno 248 alloggi monofamiliari per diverse classi sociali, inserito in un nuovo contesto naturale coltivato capace di garantire agli oltre 1200 abitanti di potersi sostentare attraverso una nuova economia agricola.
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Frati, Alessandro. "Due corti per Forlì, Riqualificazione urbana ed edilizia sociale ecosostenibile". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3597/.

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Gervasoni, Federica <1987&gt. "Riqualificazione urbana tra arte e spazio pubblico. Casi a confronto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5137.

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L’analisi condotta in questa sede si pone l’obiettivo di presentare alcune casistiche affini tra loro, accomunate dall’ attenzione all’ambiente circostante, in un percorso che si articola a partire dai cambiamenti artistici degli anni Settanta fino ai giorni nostri nel rapporto tra arte e spazio pubblico. Le città inoltre si trovano oggi a fare i conti sempre più frequentemente con le grandi trasformazioni sociali e industriali che portano ad interrogarsi sul futuro delle grandi infrastrutture presenti nel territorio. In questo senso il beneficio che il rapporto arte – ambiente può apportare alla collettività si traduce anche nella possibilità di riqualificare zone dismesse a favore di un recupero in senso culturale e di valore d’uso di edifici abbandonati un tempo sorti per una diversa funzione.
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Tolin, Ilaria <1994&gt. "Cittadinanza attiva e riqualificazione urbana: Il quartiere Arcella di Padova". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17012.

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Resumen
Arcella è un quartiere di Padova, che ha assunto negli anni una connotazione negativa, in quanto spesso gli è stata associata la definizione di luogo degradato. Tutto ciò sta mutando, grazie soprattutto al lavoro dei cittadini, che associandosi in organizzazioni strutturate, stanno attivando un processo di rigenerazione del territorio, cambiandone l'immagine che questo mostra al resto della città. Gli attori coinvolti in tale processo non sono solo associazioni e cooperative. Perciò si andrà a valutare come avviene la collaborazione tra attori pubblici (Comune) e privati, nella definizione delle politiche urbane e sociali in questo particolare Quartiere.
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Medici, Marta y Valentina Bartoloni. "Architettura per l'abitare sociale: riqualificazione e retrofit energetico di due edifici ACER a Ravenna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13474/.

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Il progetto si focalizza sulla riqualificazione di due edifici di edilizia residenziale pubblica gestiti da ACER, siti nel Quartiere Trieste a Ravenna; la tesi intende operare su più fronti: il quartiere, gli spazi esterni agli edifici e i singoli edifici. Nelle strategie di progetto del quartiere si stabilisce una gerarchia dei percorsi stradali e si destinano gli spazi di risulta ad usi collettivi, in modo tale da accrescere la partecipazione e la condivisione. Lo spazio esterno di pertinenza dei due edifici fornisce ad essi alcuni spazi collettivi coperti e non, non sfruttati a pieno dagli inquilini. E’ delimitato da un confine fisico non ben definito, a diretto contatto con il parco, che procura una mancanza d’identità e di insicurezza. I blocchi dei garage adiacenti gli edifici costituiscono una barriera visiva non indifferente. La strategia generale si basa sulla rigenerazione dello spazio esterno: vengono collocati dei box sopra i garage, luoghi collettivi polifunzionali a beneficio dei residenti. Il limite fisico si trasforma in “limite percettivo”. Passando alla scala architettonica le principali criticità riscontrate sono quelle inerenti gli alloggi, l’illuminazione e la classe energetica. Gli alloggi sono sovradimensionati e il taglio attuale non riesce a fronteggiare del tutto la domanda abitativa; l’illuminazione non è a norma in alcune stanze e la prestazione energetica dei due edifici è scarsa. L’obiettivo di progetto è quello di ridurre il regime di fuel poverty degli occupanti e per farlo ci si basa sul criterio dell’incidenza dell’attività di cantiere sulle famiglie. Il metodo consiste nel mostrare due scenari estremi che includono interventi e scelte differenti, ma riferite ai medesimi parametri. Il progetto finale è il risultato del confronto di questi ultimi e corrisponde alla condizione reale, una situazione complessa in cui non si può effettuare un mix perfetto degli scenari approfonditi in precedenza.
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Montanari, Elisa. "Galeata(FC). Rigenerazione urbana e recupero architettonico di plesso scolastico con retrofitting". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1656/.

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Questa tesi si pone come obiettivo la riqualificazione architettonica del plesso scolastico del Comune di Galeata, cittadina della media valle del Bidente conosciuta sia per gli estesi ritrovamenti archeologici dell’antica città romana di Mevaniola e del cosiddetto “Palazzo di Teodorico”, sia per essere la città con la percentuale più alta di immigrati regolari a livello nazionale. Sono proprio queste peculiarità a guidare il progetto verso un intervento mirato non solo alla rigenerazione urbana dell’area ma anche civica e sociale attraverso la dotazione di nuovi servizi e spazi pubblici. Il progetto nasce dall’idea di dare un carattere unitario e riconoscibile ad un’area attualmente caratterizzata da singoli edifici che semplicemente si susseguono l’uno dopo l’altro in modo paratattico. La volontà è invece quella di dar vita ad un vero e proprio “palazzo” dell’istruzione, caratterizzato da spazi privati e spazi pubblici, spazi aperti e spazi chiusi in grado di dare una molteplicità di risposte e soluzioni alla complessità della società odierna galeatese. Proprio lo spazio pubblico è infatti il vero motore dell’intervento; quello spazio pubblico attualmente negato a Galeata, che si è vista mutilata nella parte centrale del suo centro storico sventrato alla fine dell’Ottocento per la costruzione della strada statale bidentina, diventa ora generatore di nuove relazioni con gli edifici dell’area e di nuove dinamiche tra il plesso scolastico e la città grazie alla realizzazione di corti aperte e terrazzate, piazze e strade pedonali che fungono sia da giardini sia da spazi espositivi o comunque spazi polifunzionali che possono accogliere eventi nei vari mesi dell’anno, entrando così a far parte di quella serie di attrezzature a servizio delle manifestazioni culturali in cui è sempre attiva la valle del Bidente e la comunità di Galeata. La scuola d’infanzia e di istruzione primaria viene così a configurarsi non solo come il primo luogo della crescita culturale del bambino, ma anche come primo luogo di integrazione sociale, perché il nuovo progetto genera all’interno e all’esterno degli edifici occasioni di incontro e confronto tra gli scolari grazie all’attenzione riservata agli spazi per le attività di interciclo e per le attività libere. Inoltre l’area viene dotata di un centro maternità/consultorio dove sono collocati servizi di assistenza per le donne in gravidanza e dove le stesse possono confrontare e condividere la propria esperienza con le altre future mamme. L’intero intervento è guidato a livello progettuale anche da criteri di ecoefficienza come educazione alla responsabilità ambientale.
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Sannelli, Lorenzo. "La rigenerazione urbana a Bologna per gli edifici residenziali del Secondo Dopoguerra". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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L'elaborato intende analizzare e organizzare le principali caratteristiche che determinano un progetto di rigenerazione urbana, in relazione agli aspetti che definiscono l’edilizia sostenibile. In particolar modo, lo studio si concentra sugli edifici residenziali di Bologna costruiti durante il secondo Dopoguerra, i quali sono, da un lato, il risultato di una crescita dovuta alla ripresa economica globale, dall’altro sono carenti di programmi e regole sia urbanistiche che tecniche, soprattutto in materia di sicurezza anti-sismica ed efficienza energetica. La ricerca nasce da una domanda che contraddistingue la nostra epoca, influenza il nostro futuro e indaga il nostro passato: come si affrontano i problemi italiani legati al degrado socio-economico delle città contemporanee? In questo contesto, la mia tesi si pone l’obiettivo di far convergere, in un’unica accurata analisi, le scelte progettuali che determinano un progetto sostenibile, suggerendo una possibile soluzione e rivolgendo l’attenzione alle direttive europee. Obiettivo che nasce dalla necessità di adeguare il parco edilizio e migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. La tesi è articolata in tre parti. Nella prima parte viene descritto il contesto attuale, in particolare Bologna, e gli immobili realizzati tra gli anni ’40 e ’60 del Novecento. In seguito, si pone l'attenzione alle attuali direttive comunitarie sul tema della sostenibilità. La parte successiva affronta un’analisi accurata delle scelte progettuali nel contesto della rigenerazione urbana degli edifici residenziali. In particolare: la demolizione e ricostruzione, i materiali strutturali, le dimensioni degli alloggi, la densità in tutte le sue articolazioni, la gestione di una proprietà e la misura del tessuto urbano su cui intervenire. Si analizza l'impatto che queste hanno dal punto di vista tecnico, sociale e finanziario. Si conclude la tesi con un progetto, a titolo esemplificativo, di un'area urbana di Bologna.
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Lombardi, Ambra y Lia Marchi. "Ina-casa la fiorita. Strategie di rigenerazione urbana per un riuso condiviso". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8973/.

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Gran parte del patrimonio edilizio italiano è costituito da un'edilizia minore realizzata per lo più negli anni successivi al secondo dopoguerra. Una delle più significative esperienze di ricostruzione è rappresentata dai quartieri Ina-Casa, che oltre a rispondere all'elevata richiesta abitativa, hanno contribuito a dare una forma all'espansione disorganizzata delle città e si sono rivelati l'ultima vera occasione per gli architetti di essere protagonisti della storia nazionale. Tuttavia, ad oggi, manca la consapevolezza diffusa del grande valore storico, identitario e patrimoniale di queste porzioni di città e della necessità di un congruo intervento di valorizzazione e riqualificazione. Specialmente nelle piccole realtà, come Cesena, questo ha comportato una forte alterazione dei caratteri originari secondo scelte arbitrarie ed interventi disomogenei. A seguito dell'analisi approfondita della piccola unità di vicinato della Fiorita, si è deciso di adottare un approccio metodologico diversificato tra aspetti urbanistici e relativi al singolo alloggio. Da una parte è stato elaborato un progetto urbanistico che tenesse conto di tutte le specificità del luogo, in particolare della presenza di una popolazione residente molto attiva e determinata nella valorizzazione del proprio quartiere. Dall'altra è stato redatto un manuale di possibili interventi, pensati per rispondere alle attuali esigenze estetiche, prestazionali e funzionali dell'alloggio, corredato da un sistema incentivante a punteggio. Nell'insieme questa esperienza evidenzia le potenzialità di un progetto di rigenerazione urbana che può essere sperimentato anche in altri contesti della città.
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TOMBOLINI, CLAUDIO. "Architectural Addi(c)tion - L'addizione architettonica come strumento per la rigenerazione urbana". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245442.

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La tesi si inserisce all’interno del dibattito, più vivo che mai, sui temi del recupero del patrimonio edilizio esistente. In particolare, si concentra sulle azioni di addizione sul costruito, individuando in questa specifica categoria del progetto, una delle tipologie ideali per limitare il consumo di suolo, convertire l’edificato obsoleto ad usi e spazialità consone alle modalità dell’abitare contemporaneo, recuperare il patrimonio esistente sotto il punto di vista energetico, strutturale, tecnologico e prestazionale. La tesi sposa un approccio multidisciplinare, che unisce le varie discipline del costruire; il fenomeno dell’addizione infatti, porta con sé molteplici implicazioni nei campi sia dell’architettura che dell’ingegneria. Per quanto riguarda i temi della prima, la tesi propone un’analisi del processo di addizione alle differenti scale di progetto (quella urbana, quella dell’edificio di carattere pubblico e quella dell’edificio singolo) e la definizione delle strategie compositive più significative e ricorrenti (sovrapposizione, innesto, accostamento, incastro), per quanto riguarda i temi della seconda invece, si indagano i rapporti tra gli aspetti formali e quelli della tecnica (forma e struttura, forma e tecnologica, forma e energia – risparmio energetico). Lo studio del progetto di addizione si concretizza poi con la creazione di una sorta di “tassonomia”; una categorizzazione possibile grazie allo studio di alcune best practices paradigmatiche che chiarificano le potenzialità del processo di rigenerazione del costruito mediante densificazione. Infine, vengono illustrate alcune esperienze progettuali svolte in prima persona o in veste di tutor, durante gli anni di dottorato; si tratta di progetti il cui senso risiede nel tentativo di rigenerazione di porzioni di città dismesse o funzionalmente inadatte ai desiderata della contemporaneità.
This PhD thesis gets into the animate discussion on the themes of regeneration of the existing city. It focuses, in particular, on the action called architectural addition, identifying this specific category of design as one of the ideal action to restrict soil consuming, convert the old and obsolete buildings into a contemporary use and way of living, recover existing urban tissue on the energetic, structural and technological aspects. This work has a multidisciplinary approach, which aims to unify the various disciplines of the art of construction; the architectural addition in fact, involve different aspects both on the architectural side and on the engineering one. Speaking of the architectural field of interest, the thesis propose an analysis of the different possible scales of intervention of the regenerative project of addition (the urban scale, the building with a public and urban role, and the single isolated building), and a definition of the most common strategy of architectural composition (superimposition, grafting, juxtaposition, dovetail). On the other hand, the thesis deal with the engineering aspect that emerge between formal and structural aspects, formal and technological aspects, and formal and energetic ones. The study of the architectural addition, materialize with the creation of a sort of “taxonomy”: a possible categorization that describe a series of best practices, that clarify the enormous potential of the regenerative process connected with urban densification, both on the architectural side and the programmatic one. At the end, a series of personal project experiences as architect or tutor in workshop and seminaries, show a selection of the work performed during the doctorate years. The intimate sense of these projects is the will to test some of the regenerative techniques and approaches studied in the last years, with the purpose to recycle abandoned portion of city into spaces suitable for contemporary living.
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Ortolani, Marzia <1988&gt. "La rigenerazione urbana attraverso la cultura: il caso della Westergasfabriek di Amsterdam". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5788.

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La cultura è ampiamente riconosciuta come driver del rinnovamento economico sociale e ambientale delle aree urbane post-industriali e molte città hanno usato la cultura come strumento per il raggiungimento di obiettivi di rigenerazione. La seguente tesi si ripropone di analizzare, dopo un inquadramento all’interno delle teorie che hanno al centro la teorizzazione della rigenerazione urbana attraverso la cultura, come la Westergasfabriek, organizzazione culturale che ha sede in una ex fabbrica del gas in una zona periferica di Amsterdam abbia contribuito e contribuisca alla rigenerazione urbana di un’area ex-industriale mettendone il luce strategie, pratiche e effetti.
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Ragazzo, Mara <1989&gt. "La cultura come volano di rigenerazione urbana. Mestre e il caso M9". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6282.

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Negli ultimi decenni la cultura è stata protagonista di numerosi casi di rigenerazione urbana soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, dimostrando di poter essere considerata sempre più uno strumento vincente nello sviluppo e nel rilancio di una città. Numerosi sono gli esempi che ne evidenziano gli effetti positivi: Bilbao, Glasgow, St. Louis solo per citarne alcuni. Questa tesi si occupa dello studio del caso M9, il progetto di rigenerazione urbana ideato dalla Fondazione di Venezia per il centro storico di Mestre. Dopo un’analisi del contesto in cui si inserirà il nuovo museo del Novecento, vengono esaminati le tappe fondamentali del progetto dall’ideazione alla situazione attuale, la mission e gli obiettivi che si intendono raggiungere con la sua realizzazione. Una parte del lavoro, poi, è dedicata al progetto culturale di M9, ai suoi contenuti, alle modalità con cui essi saranno presentati al pubblico e alle tecnologie che faranno del museo, almeno sulla carta, unico nel suo genere in Italia. Infine, vengono analizzati gli aspetti di cui non si è ancora parlato, le criticità e punti deboli su cui lavorare, le difficoltà incontrate, i motivi del ritardo nella realizzazione di tale progetto. Un progetto ambizioso che però fatica a venire alla luce.
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Mazza, Serenella <1986&gt. "Il Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro: un progetto di rigenerazione urbana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7499.

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L'obiettivo della tesi "La riscoperta del Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro: una proposta di valorizzazione " è il potenziamento dei servizi del Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro, mediante l'inserimento di figure attualmente mancanti, quali le guide turistiche e i mediatori culturali. Tali figure sono da intendersi come operative quotidianamente, per consentire a chiunque voglia visitare il parco, di potersi arricchire anche culturalmente. Il P.I.S. è un meraviglioso "museo all'aperto", con aree dedicate all'arte contemporanea, dotate di ben ventidue opere di alcuni degli autori più importanti, a livello internazionale: Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Dennis Oppenheim, Antony Gormeley, Daniel Buren, solo per citarne alcuni. Il P.I.S. si trova all'interno del più noto Parco delle Biodiversità, nato da un progetto di riqualificazione urbana, con cui l'Amministrazione provinciale ha voluto recuperare una zona del centro, in stato di completo abbandono. Nel lavoro di tesi si propone anche un percorso tematico, dalle origini del Parco, passando per la storia dei "musei all'aperto", fino ad arrivare all'analisi delle singole opere presenti al suo interno.
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Giuri, Giacomo <1994&gt. "Il Marketing della Cultura quale motore di rigenerazione urbana: il caso M9". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17021.

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Attraverso l'analisi della letteratura specialistica, le esperienze sul campo ed il confronto con alcuni casi-studio (su tutti la Westergasfabriek di Amsterdam assieme ai tre-quattro musei storici di narrazione a cui M9 si è rifatto), s’intendono indagare le potenzialità̀ di ulteriore valorizzazione del distretto M9, per scoprire nuove strategie di marketing culturale, che meglio si attaglino ad una prospettiva “distrettuale”.
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Guarino, Monica. "Verso una nuova qualità dell'abitare: la riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/156.

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Resumen
2009 - 2010
La casa concepita come un bene da riprodurre in serie è l’elemento che ha caratterizzato la forma dei nuovi quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica costruiti in Italia e anche in Europa, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, in risposta alla pressante domanda abitativa di quella che allora sembrava essere un’inarrestabile crescita industriale ed economica. La nuova forma dell’abitare che in quel periodo si andava delineando nella realtà italiana costituiva certamente una risposta, in termini quantitativi, corrispondente alla domanda; tuttavia, pur a fronte di significative eccezioni, rappresentate da alcuni interventi di rilevante qualità architettonica, la maggior parte degli insediamenti realizzati a partire da quel periodo ha mostrato progressivamente i limiti di un’impostazione progettuale eccessivamente centrata sull’abitazione, che ha spesso trascurato la presenza di quei servizi (scuole, trasporto pubblico adeguato, spazi pubblici aperti e attrezzature pubbliche) che insieme alla residenza restituiscono la qualità dell’abitare. Se a queste condizioni precarie sommiamo la mancanza di strategie e di risorse che hanno contribuito al lento ed inarrestabile degrado fisico e sociale dei quartieri ed il rapido mutamento della struttura sociale degli ultimi decenni che, ha profondamente messo in crisi gli assetti tipologici familiari tradizionali, otteniamo uno scenario in cui si rintracciano tutte le contraddizioni del disagio abitativo attuale. La ricerca intitolata “Verso una nuova qualità dell’abitare: la riqualificazione dell’Edilizia Residenziale Pubblica”, si interroga sulla possibilità intervenire in questi “luoghi” per poterli riequilibrare sollecitandone le corde della qualità urbana, architettonica, economica, sociale, energetica, ambientale, culturale e paesaggistica affinchè tutte queste componenti siano in grado di guidare la necessaria riforma, tipologica e costruttiva della residenza pubblica e dei suoi modelli insediativi. La ricerca si compone di tre sezioni: La prima finalizzata alla descrizione dell’attuale quadro normativo e programmatico generale che guida le politiche della Comunità europea, del governo nazionale e dei governo regionali, con particolare attenzione alla realtà campana. La seconda finalizzata alla produzione di repertori architettonici ed urbani, riferiti alle modalità di intervento adottate nel Regno Unito e in Spagna, per mezzo di uno studio sistematico dei più significativi progetti realizzati. Questo approfondimento è stato arricchito dall’esperienza diretta di studio e di ricerca condotta, nel 2009, presso il Cambridge City Council e il Greenwich City Council e nel 2010 presso la Escuela Tecnica de Arquitectura della città di Valladolid , in Spagna. La terza finalizzata alla definizione di modelli di indagine e ipotesi di progetto, sperimentati su quartieri di ERP gestiti dall’Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Avellino (IACP-Av). [a cura dell'autore]
IX n.s.
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Ferroni, Giulio. "Riqualificazione urbana del quartiere di Classen Boulevard in Oklahoma City, OK". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10179/.

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