Literatura académica sobre el tema "Riferimenti"

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Artículos de revistas sobre el tema "Riferimenti"

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Sciarra, Silvana. "Il diritto di sciopero nel dialogo fra corti. Casi nazionali a confronto dopo Laval". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 131 (agosto de 2011): 363–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131001.

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Questo scritto introduce uno studio comparato sugli effetti indotti dalla sentenzadella Corte del lavoro svedese. Oltre ad alcuni riferimenti alla teoria di Lord Wedderburn sulla titolaritŕ del diritto di sciopero in diversi ordinamenti europei, si fa riferimento alle recenti proposte del rapporto Monti, per inquadrare i possibili sviluppi della controversa giurisprudenza della Corte di giustizia, seguita da una ancora piů discutibile decisione dei giudici svedesi.
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Ferrarese, G. y R. Antonelli. "Riferimenti isotropi in relatività generale". ANNALI DELL UNIVERSITA DI FERRARA 48, n.º 1 (diciembre de 2002): 133–52. http://dx.doi.org/10.1007/bf02824743.

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DANESE, Attilio. "I riferimenti teorici dell'unidualità antropologica". INTAMS review 2, n.º 2 (1 de septiembre de 1996): 174–86. http://dx.doi.org/10.2143/int.2.2.2014852.

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Cappuccio, Giuseppa, Martina Albanese y Lucia Maniscalco. "Il dialogo tra Capability Approach e la form-azione delle competenze digitali". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (noviembre de 2020): 395–409. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9494.

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Resumen
Il presente contributo si focalizza su una sfida educativa impellente della contemporaneità: la form-azione della cittadinanza digitale. A partire dal Quadro di riferimento Europeo per le competenze digitali dei cittadini, viene svolta una riflessione basata sull'interconnessione tra il Capability Approach e le competenze digitali. Il Capability Approach, sviluppando un orizzonte di senso eticoeconomico-politico basato su: "functioning", "capability" e "agency", completa e orienta il framework teorico-metodologico dettato dai riferimenti normativi europei sullo sviluppo delle digital skills. L'indagine sulle digital skills può essere un'opportunità per orientare l'azione formativa, in riferimento allo sviluppo delle competenze digitali, verso la piena libertà e il potenziamento della coscienza critica dei cittadini nell'effettuare delle scelte per il raggiungimento di standard formativo-professionali desiderabili.
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Pricoco, Maria Francesca. "Il Giudice delle relazioni tra disagio, devianza e nuove fragilità. Le ragioni della specializzazione nei percorsi della giustizia minorile e familiare". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (septiembre de 2020): 18–28. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001002.

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Resumen
L'articolo riprende, con qualche aggiornamento, la relazione introduttiva al XXXVIII Convegno nazionale dell'Aimmf svoltosi a Lecce dal 5 al 7 ottobre 2019, richiamando prima di tutto i motivi ispiratori del Convegno e le ragioni della scelta del tema. Dopo alcuni riferimenti alla cd. "vicenda di Bibbiano", prende in esame le risoluzioni del Csm sul tema della specializzazione minorile e le implicazioni sul modello professionale del giudice, anche con riferimento ai giudici onorari. Riferisce infine su alcuni risultati, ancora parziali, raccolti dalla "Squadra speciale di giustizia" istituita in ambito ministeriale e sulle possibili evoluzioni di questo lavoro.
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Lombardi, Domenico. "L’essenziale nelle professioni sanitarie: riflessioni di un clinico". Medicina e Morale 50, n.º 1 (28 de febrero de 2001): 61–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.717.

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Resumen
Nell’articolo vengono riportate alcune riflessioni sui principi di riferimento ed i comportamenti nelle professioni sanitarie. L’Autore ritiene che i mezzi idonei per qualificare il servizio al paziente e mantenere un alto livello di professionalità degli operatori siano tanto gli strumenti tecnico-scientifici quanto quelli etico-culturali, proprio al fine di una migliore soddisfazione della domanda di salute. Si discute inoltre sulle finalità della professione sanitaria e sulla qualità della vita, quest’ultima intimamente connessa al concetto di salute. Nella professionalità sanitaria sono distinte quattro parti: fisica, psichica, conoscitiva e volitiva e si indicano alcuni riferimenti per migliorarla. Riguardo poi all’atto professionale, questo è da considerare adeguato laddove libero e responsabile, ed ancora l’approccio olistico al malato è ritenuto il più proficuo, anche per lo specialista. Si tratta, poi, dello sviluppo della medicina specialistica e dell’attuale validità delle “discipline madri” (medicina interna e chirurgia generale) individuandosi altresì i requisiti che qualificano sia le strutture sanitarie sia la condotta degli operatori sanitari. Per l’aspetto sociale della medicina si accenna ai principi che dovrebbero regolare la sanità, in cui la salute non deve mai diventare merce di scambio. Infine si ribadisce l’essenzialità del rapporto fiduciario tra paziente ed operatore sanitario; in esso andrebbero privilegiati, oltre che la competenza del curante, anche la conoscenza umana ed il rispetto del malato nella sua ontologica unità somatica, psichica e spirituale. Sono riportati peraltro alcuni riferimenti legali ed etico-deontologici che dovrebbero guidare i comportamenti degli operatori sanitari.
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De Simone, Pia. "I riferimenti alle donne nel Timeo di Platone". Revista Archai, n.º 30 (9 de noviembre de 2020): e03035. http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_30_35.

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Questo lavoro si propone di indagare le occorrenze del lessico femminile, in particolare γυνή e μήτηρ, nel Timeo, per far emergere la posizione di Platone riguardo alle donne che si può evincere dall’ermeneutica dei passi esaminati. Bisogna considerare anche i problemi relativi all’interpretazione degli scritti di Platone, come le strutture argomentative di cui si serve e la complessità di alcuni concetti. Le occorrenze nel Timeo, sebbene non numerose, sono contenutisticamente significative, data la natura di questo dialogo che si propone di identificare la posizione e il ruolo nel cosmo dell’uomo e della sua anima. Nel prologo del Timeo, come anche nella Repubblica, Platone esprime posizioni più aperte riguardo al ruolo sociale delle donne; invece in altri passi, come quelli che trattano della trasmigrazione delle anime, Platone si serve di immagini relative alle donne per aiutare i suoi ascoltatori a comprendere questioni molto complesse. Tali immagini, per essere comprensibili, devono rispecchiare l’idea riguardo alle donne comune al tempo di Platone.
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Ullrich, Mareike. "»Un dernier éclair de poésie sur les cercles ténébreux«". Deutsches Dante-Jahrbuch 96, n.º 1 (24 de septiembre de 2021): 103–16. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2021-0024.

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Riassunto Nella novella Les Nuits d’octobre di Gérard de Nerval, una passeggiata nella Parigi notturna è attraversata da numerosi riferimenti alla Divina Commedia di Dante. Se altri hanno già interpretato tali riferimenti come satirici o come segni di una crisi personale, il presente contributo propone di leggere la passeggiata attraverso l’inferno come un’allegoria del viaggio dello scrittore verso il realismo – un progetto che viene messo alla prova nel corso del racconto, ma che si dimostra illusorio e alla fine fallisce.
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Pinamonti, Henry, Maria Luisa Tricoli y Francesco De Bei. "Casi clinici. Interventi sul caso Sebastiano". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 1 (febrero de 2012): 105–10. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-001005.

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Scopo di questa rubrica è quello di facilitare la verifica della coerenza tra prassi clinica e riferimento teorico, in modo che una particolare attenzione alle eventuali modifiche tecniche rispetto al riferimento teorico dichiarato e ai parametri introdotti nella situazione clinica possa evidenziare nodi teorici che richiedono ulteriore elaborazione e/o una ulteriore sistematizzazione teorica. La rubrica è costituita da: 1. presentazione di un trattamento o di una situazione clinica secondo lo schema che l'autore riterrà più opportuno ai fini di esplicare i propri riferimenti teorici (massimo 30.000 battute) 2. interventi dei curatori della rubrica o da essi sollecitati per la discussione del caso (massimo 10.000 battute) 3. interventi dei lettori e dibattito (massimo 6.000 battute) Si ricordi che per battute si intendono anche gli spazi. Tutti i contributi vanno inviati sia come attachment per E-Mail a Nella.Guidi@gmail.com, Ruggiero.Lamantea@ausl.re.it e Paola.Morra@gmail.com, sia in una copia su carta a Nella Guidi, Via Cappuccio 7, 20123 Milano, tel. 02-48010950. L'elenco dei casi clinici pubblicati sulla rivista a partire dal 1987 è alla pagina Internet http://www.psicoterapiaescienzeumane.it/casi-clinici.htm
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Cuminetti, Claudia, Marco Gabbi y Natalia Magnoni Oliva. "Casi clinici". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 2 (mayo de 2011): 263–68. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-002008.

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Scopo di questa rubrica č quello di facilitare la verifica della coerenza tra prassi clinica e riferimento teorico, in modo che una particolare attenzione alle eventuali modifiche tecniche rispetto al riferimento teorico dichiarato e ai parametri introdotti nella situazione clinica possa evidenziare nodi teorici che richiedono ulteriore elaborazione e/o una ulteriore sistematizzazione teorica. La rubrica č costituita da: 1. presentazione di un trattamento o di una situazione clinica secondo lo schema che l'autore riterrŕ piů opportuno ai fini di esplicare i propri riferimenti teorici (massimo 30.000 battute) 2. interventi dei curatori della rubrica o da essi sollecitati per la discussione del caso (massimo 10.000 battute) 3. interventi dei lettori e dibattito (massimo 6.000 battute) Si ricordi che per battute si intendono anche gli spazi. Tutti i contributi vanno inviati sia comeper E-Mail a Nella.Guidi@gmail.com, Ruggiero.Lamantea@ausl.re.it e Paola.Morra@gmail.com, sia in una copia su carta a Nella Guidi, Via Cappuccio 7, 20123 Milano, tel. 02-48010950. L'elenco dei casi clinici pubblicati sulla rivista a partire dal 1987 č alla pagina Internet http://www.psicoterapiaescienzeumane.it/casi-clinici.htm
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Tesis sobre el tema "Riferimenti"

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Giubaldo, Federico. "Analisi della posizione dei riferimenti bibliografici nelle pubblicazioni scientifiche: modello e implementazione". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12296/.

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Questa tesi presenta diversi modelli per analizzare il comportamento degli autori, in ambito scientifico, nel posizionare i riferimenti bibliografici nel testo. L'obiettivo è estrarre informazioni sui come questi comportamenti variano a seconda della disciplina o della rivista trattata. Introdurremo Diribia, uno strumento che permette di eseguire varie tipologie di analisi e studiare le distribuzioni dei riferimenti bibliografici nel testo. Infine la tesi presenta i risultati ottenuti da un campione di articoli che trattano discipline diverse, ed evidenzia caratteristiche comuni a tutte le discipline e peculiarità di alcune tra queste.
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Täljedal, Inge-Bert. "I riferimenti dei nomi secondo Antonio Rosmini". Thesis, Umeå universitet, Institutionen för språkstudier, 2016. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:umu:diva-122499.

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Partendo dall’osservazione critica del razionalista-soggettivista Erik Olof Burman (1845–1929) che Antonio Rosmini (1797–1855) rappresenti una gnoseologia troppo oggettiva, si è provato a illuminare la posizione di Rosmini sugli assi soggettivismo–realismo mediante un’analisi dei suoi pareri quanto ai riferimenti dei nomi. Già la sua concezione della percezione di oggetti individuali mostra che Rosmini ascrive all’atto di denominare un ruolo determinante per la conoscenza umana. I nomi degli oggetti particolari si riferiscono sia all’idea dell’oggetto sia all’oggetto stesso. Anticipando teorie successive (Mill) e moderne (Kripke) Rosmini rifiuta che nomi propri possano essere ridotti a descrizioni: afferma che il loro significato è fissato ostensivamente e che mancano connotazioni. Idee universali appaiono sia in forma innominata costituendo la base dei nomi comuni, sia in forma nominata come puri nomi astratti. Sostenendo che tutti gli altri universali derivano dall’idea dell’essere in combinazione con percezioni, la teoria rosminiana sembra di trascurare l’importanza dell’idea di somiglianza. Trovando Rosmini più oggettivista di sé, Burman ha ragione. Ciò nonostante, a causa del loro atteggiamento teologico, l’ontologia di tutti e due i filosofi ha un tratto fondamentale di oggettivismo. Rimane però più mistico che scientifico a che cosa si riferisca ”l’essere”, nome del più importante universale della filosofia di Rosmini e, secondo lui, denotante qualcosa senza il quale non sarebbe reale niente.
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Demian, Ariel. "Analisi di riferimenti bibliografici in documenti XML". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6622/.

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Resumen
Con il seguente elaborato propongo di presentare il lavoro svolto sui documenti XML che ci sono stati forniti. Più nello specifico, il lavoro è incentrato sui riferimenti bibliografici presenti in ogni documento e ha come fine l'elaborazione delle informazioni estrapolate al fine di poterle esportare nel formato RDF (Resource Description Framework). I documenti XML (eXtensible Markup Language) fornitimi provengono dalla casa editrice Elsevier, una delle più grandi case editrici di articoli scientifici organizzati in riviste specializzate (journal).
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Liverani, Matilde. "I riferimenti culturali nei sottotitoli della serie tv The Wilds". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23667/.

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Resumen
Il presente elaborato si incentra sull’analisi dei riferimenti culturali nella sottotitolazione, in particolare attraverso una proposta di resa di quelli contenuti nel primo episodio della serie tv The Wilds. Esso si suddivide in quattro capitoli: nel primo viene presa in esame innanzitutto la sottotitolazione come disciplina; nel secondo si definiscono i vari tipi di riferimenti culturali e si espongono una serie di possibili strategie traduttive; il terzo è dedicato alla presentazione della serie tv prescelta; l’ultimo si concentra invece su una proposta di traduzione di alcuni riferimenti culturali da inserire nei sottotitoli del primo episodio della serie.
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Fiorini, Paolo. "Progetto e realizzazione di riferimenti in tensione simmetrici in tecnologia CMOS". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4273/.

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Resumen
La tesi tratta del progetto e della realizzazione di un riferimento in tensione simmetrico e stabile in temperatura, realizzato in tecnologia CMOS. Nella progettazione analogica ad alta precisione ha assunto sempre più importanza il problema della realizzazione di riferimenti in tensione stabili in temperatura. Nella maggior parte dei casi vengono presentati Bandgap, ovvero riferimenti in tensione che sfruttano l'andamento in temperatura dell'energy gap del silicio al fine di ottenere una tensione costante in un ampio range di temperatura. Tale architettura risulta utile nei sistemi ad alimentazione singola compresa fra 0 e Vdd essendo in grado di generare una singola tensione di riferimento del valore tipico di 1.2V. Nella tesi viene presentato un riferimento in tensione in grado di offrire le stesse prestazioni di un Bandgap per quanto riguarda la variazione in temperatura ma in grado di lavorare sia in sistemi ad alimentazione singola che ad alimentazione duale. Il circuito proposto e' in grado di generare due tensioni, simmetriche rispetto a un riferimento dato, del valore nominale di ±450mV. All'interno della tesi viene descritto il progetto di due diverse architetture, entrambe in grado di generare le tensioni con le specifiche richieste. Le due architetture sono poi state confrontate analizzando in particolare la stabilità in temperatura, la potenza dissipata, il PSRR (Power Supply Rejection Ratio) e la simmetria delle tensioni generate. Al termine dell'analisi è stato poi implementato su silicio il circuito che garantiva le prestazioni migliori. In sede di disegno del layout su silicio sono stati affrontati i problemi derivanti dall'adattamento dei componenti al fine di ottenere una maggiore insensibilità del circuito stesso alle incertezze legate al processo di realizzazione. Infine sono state effettuate le misurazioni attraverso una probe station a 4 sonde per verificare il corretto funzionamento del circuito e le sue prestazioni.
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MANZONI, Andrea. "Il marketing dei beni di moda: i riferimenti valoriali dei consumatori". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/517.

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Censori, Debora <1991&gt. "Imparare l'italiano attraverso l'uso didattico delle canzoni: riferimenti teorici e proposte operative". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9711.

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Lo scopo di questa tesi è quello di scoprire ed analizzare l’utilità della canzone nell’apprendimento dell’italiano come lingua seconda. La musica è un linguaggio universale, dotata di un forte potere motivante, emozionale ma che soprattutto unisce e allo stesso tempo divide i due tipi di linguaggio, ovvero quello verbale e quello musicale. Dopo un primo capitolo di riferimenti teorici in cui vengono analizzate le differenze tra musica e linguaggio, la maniera in cui la nostra mente elabora la musica, e le emozioni legate ad essa, si passa ad un secondo capitolo in cui vengono illustrate alcune caratteristiche fondamentali sull’uso della canzone in prospettiva didattica e sul perché sia particolarmente utile e stimolante da questo punto di vista. L’attenzione verrà focalizzata soprattutto sull’aspetto lessicale, culturale e interculturale. Il tutto verrà messo in pratica nel capitolo terzo, ovvero quello sperimentale, dove vengono presentate una serie di proposte operative che io stessa ho somministrato ad un gruppo di ragazzi stranieri con l’intendo di capire se effettivamente questo tipo di approccio “musicale” in ambito didattico possa avere dei riscontri positivi nell’apprendimento dell’italiano L2. Le proposte operative spaziano dalla grammatica al lessico, fino ad un’analisi interculturale, volta soprattutto a segnalare ed analizzare gli ipotetici “stereotipi” della cultura italiana.
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Salmaso, Andrea <1989&gt. "Collaborazioni e integrazioni tra Imprese: Benefici e Difficoltà. Riferimenti al caso 4punto1". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12094.

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Resumen
Dopo una spiegazione teorica e la definizione del concetto di collaborazione.Si spiegherà in cosa consiste il caso e si presenterà il progetto con le opportune integrazioni. tramite un confronto con le imprese e un breve sondaggio si cercherà di individuare i motivi che hanno portato alla collaborazione e le eventuali criticità riscontrate.
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Semprini, Riccardo <1994&gt. "Value proposition e marketing mix nel food e-commerce. Riferimenti al caso Cortilia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19660.

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Resumen
L’elaborato si pone l’obiettivo di analizzare i trend di value proposition aziendale e l’utilizzo degli strumenti di marketing nel mondo del food e-commerce, settore con un’importante crescita a seguito della pandemia da Covid-19. Inizialmente, verrà proposta un’introduzione sul mondo digitale, toccando diversi fattori: relativi all’offerta, con la situazione della digitalizzazione nelle aziende e l’approccio dell’omnicanalità; relativi alla domanda, con il tasso di penetrazione di Internet e il suo utilizzo da parte degli utenti; abilitanti per entrambi, con le infrastrutture necessarie alla diffusione di Internet e lo stato dei pagamenti digitali, punto critico gli e-commerce. Si proseguirà con una presentazione dell’e-commerce, con le diverse tipologie e modalità di implementazione. Verrà anche presentata l’evoluzione del web, con le conseguenze che queste fasi hanno sull’approccio del consumatore ai contenuti digitali. Si concluderà con una presentazione dello stato dell’eGrocery nel mondo e in Italia, con riferimenti al periodo colpito dalla pandemia. Il secondo capitolo vedrà come argomento principale la value proposition aziendale e, dopo una breve introduzione, si passerà ai trend attuali che garantiscono alle aziende una proposta di valore interessante e competitiva sul mercato. Il terzo capitolo dell’elaborato servirà a presentare un marketing mix teorico, inserito all’interno del consumer decision journey, che i retailer possono utilizzare per intercettare gli utenti online. Quarto e ultimo capitolo è lasciato ad un breve case study di Cortilia che è cresciuta e sta crescendo grazie ad un approccio al mercato basato su molti dei punti presentati precedentemente.
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Corsino, Giulia Sara. "Platone e i culti misterici : studio della funzione dei riferimenti misterici nell’opera platonica". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86160.

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Resumen
[...] Obiettivo di questa dissertazione non sarà fornire un altro quadro d’insieme dei Misteri (sebbene capiterà talvolta di avanzare proposte interpretative su aspetti ancora controversi dei culti), ma indagare come e a quale fine la tematica e il linguaggio misterici vengano utilizzati da Platone nell’arco di una lunga produzione filosofica. La sua opera presenta numerosi richiami espliciti ai culti eleusini, orfici, coribantici e dionisiaci, costituendo una fonte autorevole, ma talvolta fuorviante, per gli studiosi, e nasconde pattern iniziatici e riferimenti impliciti ai Misteri. Solo di rado questi riferimenti hanno il semplice valore di immagine, di termine di paragone; più spesso comunicano qualcosa di molto profondo. L’appropriazione di un linguaggio tecnico religioso specializzato è intesa a suggerire un’analogia con l’ambito in cui quel linguaggio costituiva un codice e una chiave ermeneutica. Sarà nostro compito capire quale sia l’analogia, le analogie o addirittura le coincidenze che Platone sta cercando di indicare. Le dinamiche della trasmissione di conoscenze segrete nei Misteri possono aiutarci a indagare un tema ancora poco studiato come le modalità della trasmissione del sapere nelle scuole filosofiche del mondo antico. Ai fini di questo lavoro, sarà necessario limitare la nostra attenzione all’Accademia di Platone all’epoca del suo scolarcato. Dovremmo, quindi, rispondere sin da subito a una vexata quaestio: quella di Platone era una sapienza segreta? E se sì, in che senso lo era? Nella sua scuola Platone insegnava ciò che possiamo leggere nei dialoghi e discuteva con i discepoli ciò che avrebbe poi messo per iscritto o i dialoghi ci danno un’idea solo della propedeutica all’insegnamento diretto del maestro, il cui contenuto va qualitativamente oltre quello degli scritti divulgati? [...]
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Libros sobre el tema "Riferimenti"

1

Midali, Mario. Spiritualità apostolica: Personali e vitali riferimenti fondanti. Roma: LAS, 1994.

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2

Ulderico, Bernardi, ed. La Società Veneta: Riferimenti bibliografici, 1955-1990. Padova: Il Poligrafo, 1991.

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3

Cavina, Carlo. I nomi degli uccelli: Derivazioni, riferimenti, curiosità. Faenza: Faenza editrice, 1989.

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4

Antonio, Imbasciati, ed. Basi della socializzazione con particolari riferimenti all'adolescenza. Roma: Bulzoni, 1986.

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5

Adel, Jabbar y Lonardi Nora, eds. Orientamenti per l'educazione interculturale: Riferimenti, concetti, parole chiave. Azzano San Paolo (Bergamo): Junior, 2003.

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6

Gui, Benedetto. I sussidi marginali all'occupazione: Un'analisi teorica con riferimenti applicativi. Milano: Giuffrè, 1990.

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7

Giampiero, Cuppini y Università di Bologna. Istituto di architettura e urbanistica., eds. Riferimenti normativi per la progettazione ambientale: Complessi insediativi residenziali. Bologna: CLUEB, 1985.

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8

Garofoli, Roberto. Codice dell'edilizia: Annotato con giurisprudenza, provvedimenti e riferimenti bibliografici. Milano: Giuffrè, 2006.

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9

Rebecchini, Giuseppe. Architettura civile: Riferimenti, questioni, ipotesi e tesi di laurea. Roma: Gangemi, 1992.

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10

Giambartolomei, Paolo. Al piede dell'architettura: Riferimenti progettuali sull'attacco a terra degli edifici. Roma: Officina, 1998.

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Capítulos de libros sobre el tema "Riferimenti"

1

Dufour, Jean-François. "I nuovi riferimenti degli elettrodomestici". En Made by China, 27–34. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2697-1_4.

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2

Picasso, Bruno. "Riferimenti Cartesiani per i sistemi multibody". En UNITEXT, 15–79. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2333-8_2.

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3

Spohrer, J. C. y S. K. Kwan. "Service Science, Management, Engineering, and Design (SSMED): una disciplina emergente Profilo e riferimenti". En Sxi — Springer per l’Innovazione / Sxi — Springer for Innovation, 7–50. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1845-7_2.

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4

De Cagno, Anna Giulia, Maria Valeria Di Martino y Tiziana Rossetto. "La storia, l’evoluzione e i principali riferimenti normativi della professione del logopedista nel “Sistema Salute”". En Il Core Competence e il Core Curriculum del logopedista, 1–13. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1415-2_1.

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5

Malaspina, Elena. "Et exemplis et ratione. Riferimenti biblici nei colloqui di Avito di Vienne con Gundobado". En Culture et société médiévales, 57–68. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2022. http://dx.doi.org/10.1484/m.csm-eb.5.124801.

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6

Ferrari, Attilio. "Sistemi di riferimento astronomici". En UNITEXT, 3–16. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1833-4_1.

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7

Gambacorti, Irene. "Il Dante degli scapigliati, tra ricerca stilistica e paradigma esistenziale". En L'illustre volgare, 111–29. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.07.

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Resumen
Il saggio esamina la ricezione dell’opera di Dante da parte dagli scrittori dell’area scapigliata, analizzando in particolare testi, in versi e in prosa, di Emilio Praga, Carlo Dossi e Arrigo Boito, per mostrare in che modo la figura del Poeta divenga da un lato esempio e stimolo per la loro inquieta ricerca artistica, dall’altro figura di riferimento di valore etico ed esistenziale.
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8

Cannavò, Serafinella Patrizia y Caterina Trifirò. "Principali patologie dermatologiche con riferimento alla topografia". En Le basi della dermatologia, 133–47. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2065-8_8.

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9

Cannavò, Serafinella Patrizia y Caterina Trifirò. "Principali patologie dermatologiche con riferimento alla topografia". En Le basi della dermatologia, 133–47. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5283-3_8.

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Cassella d’Amore, Paola. "La denominazione di Zeus Ἱκέσιος con particolare riferimento alla tragedia". En Recherches sur les Rhétoriques Religieuses, 121–27. Turnhout: Brepols Publishers, 2005. http://dx.doi.org/10.1484/m.rrr-eb.4.00348.

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Actas de conferencias sobre el tema "Riferimenti"

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Silva, Madalena Pinto da. "Guardare oltre il tempo". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7958.

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Resumen
È nostra convinzione che gli argomenti della dissoluzione del luogo contribuiscono a ideare una città che va aggiungendo architetture atopici, architetture dove si può manifestare più facilmente la spettacolarità delle sue forme, e dove la rottura spaziale della città diventa più evidente. D'altra parte, la difesa dell’anti-storicità del processo creativo architettonico, nel confronto con la città e la sua architettura in nome del progresso e del futuro, crea le forme di rottura e di disagio e dà forza ad una nuova visione puramente funzionalista. Oggi l'architettura appare come controllata d’altre aree del sapere, manifestandosi, tuttavia, esuberante nelle sue forme, in un’autonomia illusoria, e prigioniera di presupposti che le superano e svalutano. L'architettura contemporanea deve chiamare di nuovo a sé il concetto di continuità e permanenza, della prospettiva di creare nuove memorie e di contribuire alla definizione di riferimenti collettivi che possano edificare le forme della nostra storia attuale, e le forme di una città in crescita che oggi è già difficile da identificare. Siamo preoccupati, tuttavia, in un altro ordine, l'ordine che possiamo trovare attraverso esempi che mostrano una sequenza 'genomica', una struttura che stabilisca la continuità dei fatti che hanno determinato la città e che la hanno configurato in molti modi, nel corso della sua storia. In un processo dicotomico di causa ed effetto, la città contemporanea può anche vedere la sua forma descritta con la precisazione della forma dei suoi spazi pubblici (Il suo design e la sua posizione – una grammatica operativa), ma anche con il rapporto e i legami tra loro, (un ordine – una sintassi efficiente). We are convinced that the arguments surrounding the dissolution of place tend toward the materialization of a city which continues to amass atopic architectures, architectures that facilitate the spectacularism of their forms and where the spatial rupture of the city becomes more discernible. On the other hand, the vindication of the architectural creative process as anti-historical creates forms of rupture and discomfort, and empowers a new, merely functionalist, vision. Today architecture is seen as subsidiary to other branches of knowledge, and, despite its exuberant forms, it retains an illusory autonomy, confined by assumptions that surpass and depreciate it. Contemporary architecture must reclaim the notion of perpetuity and permanence, so as to create new memories and contribute to the maintenance of collective references that solidify our current history’s forms and the forms of a growing city increasingly difficult to identify. We are interested in the order that we can find by way of examples that feature a ‘genomic’ sequence, a structure capable of establishing the continuity of facts that throughout history have determined and configured the city in so many ways. By means of a dichotomous cause and effect process, we may also describe the contemporary city’s form by clarifying the form of public spaces (their design and position – an operative grammar) and the relation and articulation between public spaces (an order – an efficient syntax).
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Borghini, Fabio. "Il faro dell’isola del Tino. Trasformazione di una struttura di difesa in riferimento per la navigazione". En FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11528.

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Resumen
The Tino Island’s lighthouse. Transformation of a defensive building to a reference for navigationThe special and unique position of the Tino Island in the Gulf of La Spezia, with its complex orography, has strengthen his attitude of sighting, protecting and controlling the sea over centuries. Nothing can escape the view enjoyed from the top of the island, which on the clearest days catches a stretch of sea that goes from Livorno to Genoa. This was certainly noticed by the Republic of Genoa’s engineers around 1600, who probably built the current base of the lighthouse that still exists today. This tower was part of the program to strengthen the defense of the Ligurian’s eastern coast. The structure, of which there are no detailed studies, has a remarkable typological similarity with the ruins of the only surviving coeval tower, Torre Scola, not far from Palmaria Island. It’s not certain that the tower on Tino Island had an offensive character, because its extremely high position relative to the water level would be too difficult to shoot an enemy on the sea, but it is still possible to see defensive features that could be used if the structure had been besieged. What’s certain is that his vocation of control over the sea was never lost, even if Napoleon wanted to transfer this facility to the nearby Palmaria Island. We owe its renovation to the Savoy government, in particular to King Carlo Alberto, who first wanted to build a lighthouse in 1839, adding a small tower to the Genoese structure. Then in 1884, the second lighthouse was built, higher than the first, which can still be seen today and that is still used for the light signals. These structures were added over time to house the lighthouse’s staff. Today the island is closed to the public, as it is the property of the Italian Navy, and perhaps, thanks to this, it has kept intact the features of its architecture surrounded by nature, as it certainly was in the century of its construction.
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Mininni, Mariavaleria, Luigi Guastamacchia y Teresa Pagnelli. "Rinaturalizzare/reinventare/riparare: azioni paesaggistiche per il riuso del paesaggio estrattivo: il caso studio della nuova provincia BAT". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8021.

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Resumen
L’attività estrattiva ha costituito per la Puglia un importante motore di sviluppo economico e produttivo, uso del territorio legato alla sua tradizione storico-costruttiva. In particolare il bacino estrattivo della nuova provincia Barletta – Andria – Trani (BAT), a nord di Bari, in crisi ed in parte dismesso, è stato per la Regione uno dei riferimenti per l’ economia, non sempre sensibile verso le indotte trasformazioni sul paesaggio e territorio. Il presente contributo si propone di indagare quale possa essere il punto d’incontro tra il processo di pianificazione e quello produttivo, al fine di individuare strategie con cui operare il ripristino e la restituzione di usi, significati e valori a siti estrattivi ormai dismessi; attivando proattivamente e propositivamente processi virtuosi capaci di innescare da un lato una migliore gestione del paesaggio e dall’altro la necessaria innovazione nel sistema di gestione del comparto estrattivo risorse per il territorio. Partendo dall’atto di avvio del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), attento al recupero di cave esaurite ed abbandonate, si è cercato di definire un percorso metodologico e progettuale, nel quale il presupposto di riacquisire le cave esaurite in un processo di sviluppo sostenibile del territorio trova, attraverso azioni di paesaggio ripensate come le “3R”: Rinaturalizzare, Reinventare, Riparare, proposte strategiche di trasformazione territoriale in grado di delineare scenari futuri per il territorio e per i nuovi contesti di vita. Operativamente attraverso lo strumento delle linee guida sono state messe a sistema le tre azioni di paesaggio in risposta alle criticità che derivano dai processi e conflitti in atto individuati dai progetti territoriali di paesaggio regionale, con l’obiettivo di pensare al riuso delle cave esaurite per consolidare e valorizzare i caratteri di ciascun contesto di vita, e creare nuovi valori e risignificazione dei luoghi. The mining activity has been an important driver of economic and productive development for the Apulia region, representing a land use inextricably linked to its historical and constituting tradition. In particular, the mining basin of the comprehensive province Barletta - Andria - Trani (BAT), north of Bari, is now undergoing a crisis and has been partly dismissed. However, it has always been an important driving force for the local economy of the region. The consequent problems associated with landscape modification and alteration, land use,waste and sludge proper disposal have never been sufficiently taken into account This paper aims to investigate a possible meeting point between the planning and the production processes, in order to identify recovery and recycling strategies, as well as identifying how to return the dismissed extraction sites their former uses, meanings and values by proactively activating virtuous processes capable of triggering a better landscape management on the one hand and, on the other hand, the necessary innovation of the mining management system, allowing it to be a territorial resource again. Starting from the act of initiating the PTCP (Provincial Territorial Coordination Plan), attentive to the recovery of exhausted quarries and abandoned, we have tried to define a methodological and design, in which the assumption of regaining the exhausted quarries in the process of development sustainable land is, through actions of landscape rethought as the "3R" renaturalise, Reinvent, Repairing, policy proposals of territorial transformation can outline future scenarios for the region and for new life contexts. Operationally, through the instrument of the guidelines have been put in the system landscape of three actions in response to the issues that arise from the processes and ongoing conflicts as identified by the local projects of regional landscape, with the aim of thinking about the reuse of exhausted quarries for consolidate and enhance the characteristics of each context of life, and create new values and re-signification of places.
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Ferrighi, Alessandra. "Citta', spazio e tempo: l’applicazione di un HGIS per la storia urbana". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7920.

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Resumen
La città è frutto dell'opera dell'uomo. Attraverso processi di lunga durata l’uomo ha costruito la forma della città adattando lo spazio circostante e modificando l’ambiente. Indagando tali processi, la storia delle città può essere narrata attraverso la ricerca e lo studio delle fonti, le interpretazioni e le analisi delle stesse. I luoghi o gli eventi legati alla città sono caratterizzati dai due concetti di Spazio e Tempo. Ogni città è stata creata in un determinato spazio e in un determinato tempo; ogni evento si è svolto in momento preciso e in un luogo specifico. I personaggi della storia sono vissuti in un intervallo temporale, hanno contribuito a segnare quel momento con azioni che sono riconoscibili come tracce nella storia. Siano essi personaggi illustri, che uomini del fare. Questa ricerca è nata dall'idea di trovare altri e diversi modi di comunicare, grazie alle nuove tecnologie, le trasformazioni, le stratificazioni e i cambiamenti delle città legati agli eventi naturali, alle decisioni politiche e amministrative avvenute nel corso della storia delle città stesse. Quando si narra la storia della città si fa riferimento, anche se non espressamente, alle due tematiche di Spazio e Tempo perché, come detto, le azioni si svolgono in momenti e luoghi definititi o circoscrivibili. L'HGIS (Historical GIS) se applicato alla storia urbana consente di mettere in relazione Spazio e Tempo nella lettura delle trasformazioni della città e del territorio circostante.
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Mariano, Carmela. "Il futuro della città è policentrico? Una riflessione sull’area metropolitana romana". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7965.

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Resumen
Il territorio romano costituisce un sistema metropolitano ‘anomalo’ (Campos Venuti, 2005) ancora oggi tutto interno ai confini municipali della città, dal momento che l’area metropolitana non offriva poli attorno ai quali far crescere i nuovi tessuti misti produttivo-residenziali; dando luogo, in conclusione, ad un assetto territoriale totalmente disordinato. Il processo di metropolizzazione appare molto debole mentre sembra persistere un modello di periferizzazione. La scala sovracomunale in sostanza continua a svilupparsi secondo un modello vecchio che esprime logiche anche economiche vecchie. Un sistema metropolitano in cui, per tentare di riequilibrare la sua struttura, si è affermata la strategia delle ‘nuove centralità’, che rappresenta, assieme al sistema ambientale e al sistema della mobilità, uno degli elementi strutturali del piano urbanistico di Roma approvato nel 2008, in alternativa sia al persistente monocentrismo di Roma, sia all’incompiuto disegno del Sistema Direzionale Orientale previsto dal piano del 1962. Le centralità, immaginate come la chiave della trasformazione territoriale proposta per Roma, hanno, nelle intenzioni del piano, l’obiettivo di correggere l’anomalia di un sistema metropolitano, nel quale non esistono centri periferici da valorizzare per avanzare sulla strada del riequilibrio territoriale; sottraendo funzioni di eccellenza al polo centrale da decongestionare e rafforzando, appunto, le numerose localizzazioni periferiche. Il paper intende fornire una riflessione sul futuro di Roma, del suo territorio metropolitano e del suo modello di sviluppo policentrico, a partire dall’analisi di una serie di variabili che hanno contribuito a modificare il quadro di riferimento.
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Zocchi, Angela Maria y Barbara Raggiunti. "Il territorio tra rigenerazione e riconoscimento". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7901.

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Resumen
Da tempo, nelle analisi delle trasformazioni dello spazio e della tutela dell’ambiente, si ricorre all’uso di metafore; ad esempio, quella della rigenerazione che, in quanto metafora “biologica”, evoca anche interventi di tipo “terapeutico”. Scopo del nostro contributo è mettere a fuoco senso e significati della “rigenerazione”, facendo riferimento a specifici processi di ri-costruzione e re-interpretazione che hanno interessato il territorio abruzzese negli ultimi anni, a partire dal terremoto dell’aprile 2009 che ha distrutto il capoluogo de L’Aquila. Seguendo una struttura argomentativa centrata sulla dicotomia “recupero versus ricostruzione”, e coniugando prospettiva teorica e ricerca empirica, l’articolo propone una riflessione su alcune pagine di un “classico” della sociologia – La memoria collettiva di Maurice Halbwachs – mettendole in relazione con evidenze empiriche emerse da una recente ricerca partecipativa sui bisogni sociali rilevati all’interno del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) di Assergi, in provincia de L’Aquila. Esplorando, poi, il possibile nesso tra riconoscimento e rigenerazione del territorio, le Autrici richiamano l’attenzione sul processo di re-interpretazione, in chiave bioclimatica, bioedilizia e antisismica, delle cosiddette case di terra, vere e proprie architetture della memoria, presenti in diverse Regioni italiane, tra le quali anche l’Abruzzo. La riflessione su alcune dinamiche di rivalutazione e di riappropriazione dello spazio, costituisce l’occasione per mettere a fuoco una diversa dimensione del costruire che, tra paesaggio e memoria, intende proporsi come strumento fondamentale per la realizzazione di una buona qualità della vita. It’s long since, in the analysis of environment and space transformation, researchers have used metaphors such as that of “regeneration”, a biological metaphor that evokes therapeutic interventions as well. The aim of our contribution is to focus on the sense and meaning of “regeneration” by referring to the specific processes of re-construction and re-interpretation that have concerned Abruzzo in the last years, starting from April 2009 earthquake that destroyed the city of L’Aquila. The following paper will deal with the dichotomy “recovery versus reconstruction” through the combining of the theoretical perspective of Maurice Halbwachs and the empirical research of the social needs observed in the C.A.S.E. Project of Assergi (L’Aquila). Then, by exploring the possible connection between territory recognition and regeneration, the authors will refer to the process of re-interpretation of the bioclimatic, bio-constructive and antiseismic built in earth houses, which are present in Abruzzo as well as in a number of other Italian regions. The analysis of some space reevaluation and re-appropriation dynamics will give us the opportunity to focus upon a different building dimension, between landscape and memory, that wants to be proposed as a fundamental instrument for the amelioration of life.
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Pucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.

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Resumen
I cambiamenti nelle pratiche di mobilità nei territori della città contemporanea costituiscono un’utile chiave di lettura del processo di trasformazione dei tempi, dei luoghi e dei modi della vita sociale e dei programmi di attività che concorrono a strutturare il territorio. In questa prospettiva - che assume la mobilità come dispositivo di lettura delle trasformazioni urbane e sociali (Urry, 2005) - la sfida che si pone riguarda la disponibilità di fonti utili a restituire la variabilità spazio-temporale delle pratiche di mobilità con continuità temporale. In questo contesto, un valido supporto ai metodi tradizionali di rilevamento viene da fonti digitali, riconducibili alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, di cui il paper descrive potenzialità e limiti, con particolare riferimento ai dati di traffico telefonico. A partire dai risultati di una ricerca empirica condotta dal Dastu Politecnico di Milano sui dati di telefonia mobile della rete di Telecom Italia (Manfredini, Pucci, Tagliolato, 2012 e 2013), il paper evidenzia le possibili applicazioni di tali fonti per l’analisi, la visualizzazione e l’interpretazione delle pratiche di mobilità e dei ritmi d’uso degli spazi urbani, utili per costruire politiche per la mobilità più efficaci ed eque, poiché meno generaliste. Changes in mobility practices are a useful tool to describe urban transformations in times, places, social life and work programs, as well as a structural element of contemporary cities. This is because mobility is cause and consequence of changes in the organization of everyday life (Urry, 2000). With the aim to reading the density of urban spaces usages and urban mobility practices, a valid support of conventional urban analysis methods comes from digital data sources (mobile phone data, ICT, digital traces acquired by social media).This paper focuses on the potentialities and limits offered by mobile phone data to a reading of the site practices and rhythms of usage of the contemporary city by identifying the principal mobile practices of different urban populations in Milan Urban Region. Starting from the results of a research carried out at the Dastu, Politecnico di Milano, using mobile phone data provided by Telecom Italia (Manfredini, Pucci & Tagliolato, 2012 and 2013) we will demonstrate how new maps, based on the processing of mobile phone data can represent spatialized urban practices and how they can give new insights for analyze space-time patterns of mobility practices. In the paper, the identification of temporary urban populations through mobile phone data (density of the calls and origin - destination traces of the calls) has not only a knowing purpose, but it is the condition for recognize new claims referred to “communities of practice”, by which to build mobility policies incisive, also because not generalist.
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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano y Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome". En International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Resumen
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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