Literatura académica sobre el tema "Ricerca spaziale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Ricerca spaziale"

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Dubrovina, Olga. ""Benvenuti, lo Sputnik è aperto a tutti!"Aspetti internazionali del mito spaziale sovietico". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (mayo de 2021): 297–317. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002015.

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Resumen
Una delle componenti del mito spaziale sovietico è la collaborazione internazionale dell'Unione Sovietica nell'esplorazione spaziale e la disponibilità dell'Urss a stabilire rapporti aperti con i partner stranieri. Non per caso la propaganda spaziale sovietica è permeata di immagini di apertura, generosità e altruismo. L'autrice si pone l'obiettivo di indagare la dimensione internazionale della ricerca spaziale sovietica sia attraverso le pubblicazioni scientifiche e divulgative, sia attraverso gli scritti prodotti dai testimoni coinvolti in prima persona nell'industria aerospaziale. Il processo di apertura internazionale è esaminato nei suoi due aspetti fondamentali: la partecipazione dell'Urss a iniziative internazionali e la collaborazione con altri paesi. Il contributo intende inoltre individuare eventuali discrepanze tra narrazione ufficiale e realtà effettiva della collaborazione internazionale. L'autrice evidenzia che l'internazionalizzazione delle ricerche spaziali da parte dell'Unione Sovietica è un processo lungo e scandito in diverse fasi. Dietro i bisogni della propaganda si nasconde un dilemma fra la segretezza e la dimostrazione dei successi che si risolve con risultati contraddittori.
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Nadler, Robert. "Multilocalitŕ: un concetto emergente fra mobilitŕ e migrazione". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 94 (abril de 2011): 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094009.

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Da tempo il tema della mobilitŕ sociale e spaziale interessa discipline come la sociologia, la geografia e l'economia. I processi migratori, dall'altro, sono diventati un oggetto specifico della ricerca scientifica. Tuttavia entrambi si sono sviluppati all'interno delle societŕ industriali moderne e appare lecito dubitare del fatto che essi possano ancora rappresentare in modo adeguato la condizione di individui e di gruppi sociali post-moderni che devono organizzare la propria vita in contesti socio-spaziali altamente flessibili. L'Ufficio Federale per l'Edilizia e la Progettazione Regionale tedesco () ha recentemente dedicato un numero speciale della rivista "Informazioni sullo Sviluppo Spaziale" () al tema della multilocalitŕ. Il termine sta assumendo sempre piů importanza nel dibattito internazionale al fine di descrivere alcuni tratti specifici della vita quotidiana postmoderna. In questo saggio l'autore ripercorre i passaggi salienti del dibattito sul tema in corso nell'ambiente scientifico di lingua tedesca. In un primo momento, descrivendo il significato attribuito al concetto di multilocalitŕ e agli elementi che lo differenziano da quelli di mobilitŕ e di migrazione. In seguito, mostrandone i campi di applicazione di maggiore interesse per la ricerca scientifica.
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Osti, Giorgio. "Abitare in periferia: alla ricerca di un modello". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 97 (febrero de 2011): 15–34. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097003.

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Resumen
Nel paper si cerca di verificare se e come sia possibile parlare ancora di periferia in contesti abitativi segnati da diffusivitŕ dei manufatti e alta mobilitŕ delle persone. A lungo abbiamo utilizzato uno schema duale "centro-periferia" che sembrava riassumere bene tratti distinti e contrapposti della qualitŕ della vita. Quello schema non č piů sufficiente. Non per questo si debbono adottare schemi completamente basati su visioni soggettive della periferia. Vi sono ancora criteri generali con cui individuare gerarchie spaziali con particolare attenzione all'abitare. Nel testo vengono individuati quattro criteri: la morfologia spaziale, le istituzioni, la motilitŕ e le aggregazioni sociali. Questi variamente combinati identificano spazi nuovi, ancora in buona misura da denominare e studiare.
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Mela, Alfredo. "Per una sociologia dell'evento spaziale". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 127 (marzo de 2022): 107–18. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127009.

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Resumen
Il concetto di "evento" è usato in alcuni campi di ricerca della sociologia dell'ambiente e del territorio, ma non ha trovato sinora una definizione univoca e sviluppi coerenti. Tuttavia, esso è al centro di numerosi dibattiti nella filosofia contemporanea, così pure come in altri saperi. Il presente articolo esamina alcuni aspetti di tale riflessione, cercando di trarre da essa indicazioni per una più solida fondazione dell'idea dell'evento spaziale, inteso come fenomeno imprevisto e contingente, che si riferisce non unicamente agli effetti delle interazioni sociali, ma coinvolge al tempo stesso una molteplicità di elementi non-umani dotati di specifica agency, siano essi entità naturali o tecnologiche. Questo compito richiede anche di definire il rapporto tra l'evento e la situazione da cui prende origine, come pure le modalità con cui esso può dar vita ad una trasformazione radicale di questa. Basandosi su tali considerazioni, l'articolo si conclude ponendo la questione della sindemia di Covid-19 come evento catastrofico, dotato tuttavia di una potenzialità di trasformazione della situazione a vari livelli spaziali.
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Mega, Carolina, Alessia Canella y Francesca Pazzaglia. "Stile cognitivo visualizzatore in relazione ad abilitŕ immaginative e spaziali". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (marzo de 2010): 47–63. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001003.

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La presente ricerca si č proposta di esaminare, su un campione italiano, le relazioni esistenti tra stili cognitivi, abilitŕ immaginative e spaziali, e di verificare l'esistenza di differenze di genere. Hanno partecipato all'indagine 86 studenti (52 femmine e 34 maschi) di un Liceo Scientifico di Padova. Lo stile cognitivo č stato valutato attraverso tre strumenti: Verbalizer-Visualizer Questionnaire (Richardson, 1977), Object-Spatial Imagery Questionnaire (Blajenkova O., Kozhevnikov M. e Motes M.A., 2006a), Questionario sullo Stile Cognitivo (Kozhevnikov, Kosslyn e Shepard, 2005). Le abilitŕ immaginative e spaziali sono state indagate attraverso il Questionario sulla Vividezza delle immagini mentali (Marks, 1973) e il Mental Rotation Test (Vandenberg e Kuse, 1978). I risultati hanno evidenziato l'esistenza di due differenti tipologie di stile cognitivo visualizzatore, che presentano specifiche abilitŕ nell'elaborazione delle informazioni: i soggetti spatial, che preferiscono immagini schematiche delle relazioni spaziali tra oggetti, riescono meglio in compiti di abilitŕ spaziale. I soggetti object, invece, ottengono punteggi piů elevati nelle misure di vividezza delle immagini mentali. Inoltre differenze di genere sono state rinvenute nello stile cognitivo spatial, con punteggi piů elevati dei maschi.
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Chieffallo, Lucia, Annunziata Palermo y Maria Francesca Viapiana. "Tecniche geo-statistiche per la mappatura territoriale di divari multipli. La "geografia" della Regione Calabria". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 133 (marzo de 2022): 104–29. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-133005.

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La ricerca muove dalla necessità di ripensare la dimensione spaziale entro cui collocare le politiche regionali di sviluppo e coesione per una effettiva riduzione dei divari nei territori intermedi. A questo scopo la metodologia di mappatura proposta e applicata al caso della Regione Calabria individua un'inedita "geografia" dei territori soggetti a divari multipli dimostrando l'utilità dei risultati nella definizione degli ordini di priorità di azione per il riequilibrio regionale.
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Morpurgo, Daniela. "Quale pianificazione per quale cittadinanza? Governo del territorio e pianificazione spaziale di fronte alla sfida della diversità religiosa". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 134 (agosto de 2022): 126–50. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-134006.

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L'immigrazione, e la diversità che ne consegue, pone una nuova questione urbana. Guardando al contesto veneto, questo studio approfondisce le relazioni tra gover- no del territorio, pianificazione spaziale e diritti di cittadinanza, in particolare quello di libertà religiosa. La ricerca considera le strategie messe in atto dalle amministrazioni in risposta alla crescente domanda di spazi per il culto non cattolici e quindi discute il ruolo della pianificazione in tali processi di localizzazione.
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Briata, Paola. "Social mixing policies, stigma territoriale, giustizia spaziale. Prospettive di ricerca e azione". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (mayo de 2014): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/mm2014-001004.

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Boutier, Jean. "Alla ricerca di una riconfigurazione spaziale. Una lettura cartografica dell'italia rivoluzionaria e napoleonica". SOCIETÀ E STORIA, n.º 146 (marzo de 2015): 699–703. http://dx.doi.org/10.3280/ss2014-146004.

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Cecchini, A. y F. Zappoli. "Mielografia e Mielo-TC nelle metastasi spinali". Rivista di Neuroradiologia 8, n.º 2 (abril de 1995): 175–80. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800207.

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La mielografia e la mielo-TC sono indagini di rapida ed immediata esecuzione, dotate di bassa invasività, indenni da rischi e senza importanti effetti collaterali (ad eccezione della cefalea post-mielograflca) e, con un elevato apporto diagnostico. La RM con mdc è indubbiamente la metodica di scelta nella ricerca e nella dimostrazione di metastasi spinali, ma l'accoppiamento mielografia/mielo-TC consente una rapida esplorazione dell'intero asse spinale ed un bilancio spaziale della lesione metastatica, sufficienti per gli obbiettivi terapeutici. Data per scontata una decisa prevalenza della RM, la mielografia conserva alcune limitate indicazioni: — sintomatologia mielo-radicolare acuta in paziente con primitività nota; — ricerca di metastasi leptomeningee, in mancanza di RM, o con rilievi RM incerti; — mancanza di RM o controindicazioni al suo uso (protesi metallica, pace-maker, ecc…); — bilancio pre-operatorio rapido in paziente con lesioni vertebrali multiple (scelta del livello trattabile). L'accoppiamento mielografia / mielo-TC mantiene quindi valore nello studio, in particolare, delle lesioni intracanalari.
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Tesis sobre el tema "Ricerca spaziale"

1

Coradazzi, Marino. "Regolazione monoaminergica della neurogenesi ippocampale adulta e dell' apprendimento spaziale". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3662.

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Resumen
2008/2009
I neuroni del Locus Coeruleus (LC) sono la principale fonte di innervazione noradrenergica del sistema nervoso centrale. Le fibre ascendenti innervano principalmente l’ippocampo e la neocorteccia mentre quelle discendenti innervano diffusamente tutti i livelli del midollo spinale. Le fibre discendenti determinano un aumento tonico dell’eccitabilità motoneuronale da un lato e la regolazione delle afferenze sensoriali dall’altra. Le fibre ascendenti sembrano invece essere coinvolte in diversi processi, dalla regolazione dell’attività cardiovascolare e respiratoria alla regolazione di anche complesse come quelle cognitive. Nel corso degli ultimi decenni le funzioni del sistema noradrenergico sono state investigate attraverso approcci di lesone mediante neurotossine. Tuttavia nessuna di esse si è dimostrata selettiva per i neuroni noradrenergci. La recente introduzione dell’immunotossina anti-DBH-saporin (αDBHsap), che nel ratto adulto è stata vista indurre deplezioni pressoché complete e selettive dei neuroni noradrenergici del LC, ha rappresentato un utile strumento per lo studio di tale sistema. Nella presente serie di esperimenti si è voluto testare l’efficacia e la selettività della lesione mediante αDBHsap in animali immaturi. Ciò per osservare gli effetti della rimozione di questi neuroni in un sistema ancora in via di sviluppo, e quindi caratterizzato da una notevole plasticità intrinseca, e per esplorare il possibile ruolo del sistema noradrenergico nello sviluppo delle abilità cognitive. Negli studi iniziali sono stati valutati gli effetti della somministrazione intracerebroventricolare di dosi crescenti di αDBHsap ad animali nei primi giorni dopo la nascita. Si è osservato come la tossina, anche a dosi molto elevate, non abbia effetti su altri tipi neuronali (es. colinergici, adrenergici, serotoninergici e dopaminergici), e venga generalmente ben tollerata dagli animali. La lesione comunque porta ad una riduzione marcata e dose dipendente dell’innervazione noradrenergica sia nelle strutture superiori sia nel midollo spinale. Alla dose ottimale (0.5μg), questa riduzione dell’innervazione è pressoché totale, e rimane invariata fino a 40 settimane post-lesione. In contrasto, dosi più basse della tossina (0.25 µg) determinavano deplezioni più modeste a 5 settimane che apparivano recuperare siignificativamente nel lungo termine. Sono stati infatti osservati marcati fenomeni di sprouting assonale nelle fibre noradrenergiche discendenti tali da ripristinare quasi interamente l’innervazione noradrenergica spinale . In uno studio parallelo, lo stesso approccio di lesione è stato impiegato per investigare il contributo noradrenergico allo sviluppo delle abilità cognitive. Utilizzando test di apprendimento e memoria spaziali, quali il Morris Water Maze ed il Radial Arm Water Maze per valutare le funzioni di Reference e Working Memory in gruppi di controllo e di lesionati, sono stati osservati chiari deficit nella memoria di lavoro (Working Memory), mentre gli iniziali deficit di acquisizione nel reference memory test si risolvevano con l’addestramento. Deficit simili, anche se meno marcati, venivano osservati anche in animali con lesioni somministrate in età adulta. In un altro studio si è voluto anche investigare la possibilità di interazioni funzionali tra il sistema noradrenergico ed il sistema colinergico ascendente, anch’esso fortemente implicato nei processi di apprendimento e memoria. Come atteso, lesionando simultaneamente i due sistemi neurotrasmettitoriali in animali neonati si ottenevano deficit di memoria spaziale superiori a quelli ottenibili lesionando ciascun sistema separatamente. Ciò indica un’importante interazione tra il sistema noradrenergico e quello colinergico nella regolazione delle abilità cognitive e del loro sviluppo. Strettamente correlato ai processi di apprendimento e memoria è anche il processo di formazione di nuovi neuroni nel giro dentato dell’ippocampo. Tale possibilità è stata investigata in animali con lesione singola e/o doppia. I risultati non hanno rivelato differenze tra i gruppi nel numero totale dei neuroni in grado di sopravvivere per 3 settimane post-lesione. Tuttavia è stata osservata una una significativa eterogeneità nei pattern di presentazione cellulare dell’immunoreattivita per la Bromo-Deossiuridina. Alla localizzazione prevalentemente nucleare nei soggetti di controllo, si contrapponeva quella nucleare puntiforme o citoplasmatica nei soggetti sottoposti a lesione noradrenergica e/o colinergica neonatale. Il modello di deplezione noradrenergica neonatale, è stato inoltre utilizzato per valutare le capacità di sopravvivenza, sviluppo ed integrazione di precursori neuronali noradrenergici dopo impianto nel midollo spinale deafferentato. I risultati hanno mostrato una notevole capacità dei neuroblasti impiantati di ristabilire quasi completamente l’innervazione noradrenergica nelle regioni terminali deplete, con un grado di accuratezza superiore a quello riportato in precedenza dopo trapianto in soggetti adulti lesionati con altre procedure. Nel loro complesso, i risultati della presente tesi mettono in evidenza la grande importanza funzionale del sistema noradrenergico, in grado di regolare attività funzionalmente ed anatomicamente differenti. La possibilità di rimuovere selettivamente tale sistema, diversificando l’efficacia della deafferentazione risultante, rendo inoltre l’approccio di lesione immunotossica neonatale particolarmente indicato per studi mirati all’analisi delle potenzialità plastiche del sistema noradrenergico in via di sviluppo e anche per investigare la possibilità di restituzione funzionale dopo impianto di precursori noradrenergici.
XXII Ciclo
1981
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2

Millo, Giovanni. "Some economic aspects of insurance". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3505.

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2008/2009
This dissertation is based on three papers concerning aspects of insurance market development, analyzed in the light of the economic function of insurance and with the methodological tools of Econometrics and based on evidence from Italy. The first deals with the development of the non-life market, the second analyzes the life market and the third a particular facet of, again, non-life: the influence of the legal environment. The abstracts for the three papers follow. In the first, we analyze the consumption of non-life insurance across 103 Italian provinces in 1998-2002 in order to assess its determinants, in the light of the empirical literature. Using sub-regional data we overcome an important limitation of cross-country analyses, i.e. the systemic heterogeneity due to country-specific characteristics. Individual heterogeneity is accounted for through panel data techniques. However, considering spatial units within a single market raises issues of cross-sectional or spatial dependence, either due to common nation-wide and/or regional factors or to spatial proximity. We carefully assess spatial dependence, employing recent diagnostic tests, finding out that the regressors included in our specification successfully account for spatial dependence. Insurance turns out to depend on income, wealth and some demographics, as already established, but also on trust, judicial efficiency and borrowing conditions. This finding helps in explaining the gap between Central-Northern Italy and the South of the country. In the second we analyze the consumption of life insurance across 103 Italian provinces in 1996-2002. Cross-country analyses of insurance development have suffered from the presence of too many idiosyncratic country-level determinants (like legal system, social security, taxation or inflation history). Panel studies in the field suffer from the curse of dimensionality as well. A regional analysis of Italy, a notoriously very diverse country, provides an environment with less unobserved heterogeneity while retaining a fair amount of variance in income, demographics etc.. An- other limitation of cross-country studies of life insurance, the difficulty of observing prices, may be overcome as average policy loadings tend to be uniform across regions. On the converse, a regional study raises issues of cross-sectional dependence, either due to common nationwide factors or to spatial proximity. We control for unobserved heterogeneity through macroregional and time fixed effects. We develop a new spatial random effects model including both spatial lags of the dependent variable and spatial and serial correlation in the errors; we estimate it by maximum likelihood through an algorythm implemented in the R language. Life insurance turns out to depend on economic development, savings and some demographics, as expected, but also on the general level of trust and the density of the distribution network. Life insurance is negatively correlated with education, supporting the view that better education fosters financial risk taking. In the third, we start from the consideration that civil trials take far too long in Italy compared to other countries. Inefficiency of civil law in enforcing property rights is recognized as a limiting factor for economic development at large and for that of financial markets in particular. Of the three main elements of judicial inefficiency: unfair judgment, costly procedures and lengthy procedures, we concentrate on the third analyzing its relevance for the insurance contract. We contend that the duration of civil trials is an important obstacle to non-life insurance, because it reduces the present value of the contingent claim held by the insured in case of litigation. Thus we expect non-life insurance consumption to be lower, all other things being equal, where judicial procedures are slower. We test our hypothesis on two datasets: a provincial panel dataset for the years 1998-2002 and a household survey comprising three waves for the years 1989, 1991 and 1993. We estimate a number of alternative specifications on the aggregate data, and probit and tobit models on household data, finding significant negative effects of judicial inefficiency on insurance consumption in both settings. We conclude that the excessive length of civil trials is a depressing factor for the development of the Italian non-life insurance market.
Questa tesi si basa su tre articoli riguardanti aspetti dello svilupo del mercato assicurativo, analizzato alla luce della funzione economica dell’assicurazione e con gli strumenti metodologici dell’Econometria, sulla base di dati italiani. Il primo si occupa dello sviluppo del mercato non-vita, il secondo analizza il mercato vita e il terzo un particolare aspetto del non-vita: l’influsso dell’ambiente legale. Nel primo articolo analizziamo il consumo di assicurazione non-vita in 103 province italiane nel 1998-2002 allo scopo di stabilirne le determinanti, alla luce della letteratura empirica. Usando dati provinciali superiamo un’importante limite degli studi sui paesi:l’eterogeneità sistemica. Teniamo conto di quella individuale tramite tecniche per dati panel. Comunque, considerare unità spaziali entro un singolomercato dà luogo a problemi di dipendenza sezionale o spaziale, dovuta a fattori comuni o alla prossimità nello spazio. Controlliamo la dipendenza spaziale per mezzo di recenti test diagnostici, scoprendo che i regressori da noi inclusi nella specificazione cntrollano efficacemente la dipendenza spaziale. Ne risulta che l’assicurazione dipende dal reddito, dalla ricchezza e da variabili demografiche, come già noto, ma anche dal livello di fiducia nel prossimo, dall’efficienza del sistema giudiziario e dalle condizioni del mercato del credito. Questi risultati aiutano a spiegare il divario tra il Centro-Nord e il Sud del paese. Nel secondo lavoro analizziamo il consumo di assicurazione vita in 103 province italiane nel 1996-2001. Le analisi sezionali su paesi dello sviluppo assicurativo hanno sofferto della presenza di troppi elementi idiosincratici (il sistema legale, quello di sicurezza sociale, quello fiscale o la storia inflazionistica). Anche le analisi panel soffrono del problema delle variabili incidentali. Un’analisi regionale dell’Italia, paese notoriamente vario, offre un ambiente con meno eterogeneità mantenendo una buona variabilità nelle caratteristiche osservabili. Un’ulteriore limitazione degli studi sui paesi, la difficoltà nel definire e nell’osservare i prezzi, viene superata constatando che gli stessi sono uniformi a livello nazionale. D’altra parte, uno studio regionale pone prob- lemi di dipendenza sezionale dovuta a fattori comuni o alla prossimità nello spazio. Controlliamo per l’eterogeneità non osservabile mediante effetti fissi macroregionali e temporali. Sviluppiamo un nuovo modello a effetti random comprendente sia ritardi spaziali della variabile dipendente che correlazione seriale e spaziale negli errori. Lo stimiamo a massima verosimiglianza tramite un algoritmo implementato nel linguaggio R. L’assicurazione vita risulta dipendere dallo sviluppo economico, dal risparmio e da alcune variabili demografiche, come ci si attendeva, ma anche dal livello generale di fiducia e dalla densità della rete agenziale. L’assicurazione vita è negativamente correlata con il livello di educazione, supportando l’ipotesi che una maggiore educazione aumenti la propensione al rischio finanziario. Nel terzo partiamo dalla constatazione che i processi civili sono troppo lunghi in Italia rispetto agli altri paesi. L’inefficienza della giustizia civile nel far valere i diritti di proprietà è riconosciuta come un fattore limitante per lo sviluppo economico in generale e per quello finanziario in particolare. Dei tre elementi del’inefficienza giuridica: giustizia, costo e tempo dei procedimenti, ci concentriamo sul terzo analizzando la sua rilevanza per il contratto assicurativo. Sosteniamo che la durata dei processi civili è un importante ostacolo per l’assicurazione non-vita, in quanto riduce il valore attuale del diritto condizionato detenuto dall’assicurato nel caso si vada in giudizio. Pertanto ci aspettiamo che a parità di altre condizioni il consumo di assicurazione sia minore dove le procedure giudiziarie sono più lente. Testiamo la nostra ipotesi su due basi dati: una provinciale relativa agli anni 1998-2002 e un’indagine campionaria sulle famiglie comprendente le tre ondate 1989,1991 e 1993. Stimiamo varie specificazioni alternative sui dati aggregati e modelli probit e tobit sui dati micro, trovando un significativo effetto negativo dell’ineficienza giudiziaria sul consumo di assicurazione in entrambi i casi. Ne concludiamo che l’eccessiva lunghezza dei processi civili deprime lo sviluppo del mercato assicurativo non-vita in Italia.
XXII Ciclo
1970
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3

Giacobbe, Paolo. "Photometric transit search for planets around cool stars from the Western Italian Alps: the APACHE survey". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/9965.

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2012/2013
Small-size ground-based telescopes can effectively be used to look for transiting rocky planets around nearby low-mass M stars using the photometric transit method. Since 2008, a consortium of the Astrophysical Observatory of Torino (OATo-INAF) and the Astronomical Observatory of the Autonomous Region of Aosta Valley (OAVdA) have been preparing for the long-term photometric survey APACHE (A PAthway toward the Characterization of Habitable Earths), aimed at finding transiting small-size planets around thousands of nearby early and mid-M dwarfs. APACHE uses an array of five dedicated and identical 40-cm Ritchey-Chretien telescopes and its routine science operations started at the beginning of summer 2012. Here I present the results of the `pilot study', a year-long photometric monitoring campaign of a sample of 23 nearby dM stars, and of the APACHE survey first year data. In these studies, I set out to (i) demonstrate the sensitivity to > 2 Rearth transiting planets with periods of up to a few days around our programme stars, through a two-fold approach that combines a characterization of the statistical noise properties of our photometry with the determination of transit detection probabilities via simulations; and (ii), where possible, improves our knowledge of some astrophysical properties (e.g. activity, rotation) of our targets by combining our differential photometric measurements with spectroscopic information from the long-term programme GAPS with the HARPS-N spectrograph on the Telescopio Nazionale Galileo. Furthermore, cool M dwarfs within a few tens of parsecs from the Sun are becoming the focus of dedicated observational programs in the realm of exoplanet astrophysics that will make use of astrometric measurements. I present numerical simulations to gauge the Gaia potential for precision astrometry of exoplanets orbiting a sample of known dM stars within ~ 30 pc from the Sun. I then investigate some aspects of the synergy between the astrometric data expected from the Gaia mission on nearby M dwarfs and the APACHE program.
XXV Ciclo
1985
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4

Centazzo, Alessandro. "Strategie di riorientamento nei bambini: uno studio in stanze grandi e piccole e in ambienti virtuali". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10069.

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Resumen
2012/2013
La maggior parte delle specie animali è capace di recuperare l’orientamento dopo essere stata passivamente disorientata e lo fa utilizzando le informazioni provenienti dall’ambiente, informazioni che possono essere di tipo geometrico (come per esempio la forma di una superficie contornata da margini) o di tipo non-geometrico come per esempio punti di riferimento –landmark- o, in una stanza, il colore diverso di una parete. Nel nostro lavoro abbiamo indagato la capacità di riorientamento di bambini a partire dai 6 anni. Il compito consisteva nel trovare, dopo essere stati disorientati, un oggetto che i bambini avevano visto nascondere in prossimità di un angolo di una stanza rettangolare (in prossimità di ogni angolo era presente una struttura che fingeva da nascondiglio) nella quale una parete aveva un colore diverso dalle altre. Abbiamo cercato di capire come venissero utilizzate le informazioni geometriche e non-geometriche quando queste venivano messe in conflitto tra loro (affine transformation). Per fare ciò, il colore diverso della parete veniva cambiato (passando dal lato lungo a quello corto o viceversa) tra la fase di addestramento, nella quale il soggetto vedeva dove veniva nascosto l’oggetto da cercare, e la fase di ricerca, nella quale l’oggetto doveva essere ritrovato. La nostra ricerca si è articolata in più fasi. In un primo momento abbiamo pensato di riprodurre gli esperimenti presenti in letteratura e indicativi di un utilizzo più consistente delle informazioni geometriche negli ambienti piccoli rispetto a quelli grandi. A differenza da quanto riportato in letteratura non abbiamo trovato differenze tra la stanza grande e quella piccola: in entrambe i bambini prediligono le informazioni geometriche. Successivamente abbiamo impegnato i bambini nel medesimo compito ma in stanze con caratteristiche diverse. Abbiamo utilizzato stanze nelle quali il nascondiglio aveva dimensioni dimezzate rispetto alle stanze precedenti, oppure non era presente, e stanze nelle quali abbiamo diminuito il rapporto tra le lunghezze dei lati lungo e corto (stanze che abbiamo chiamato “quasi-quadrate”). Tra le diverse tipologie di stanza è stata calcolata un’analisi della varianza che ha messo in luce che la forma (e non la dimensione) della stanza e la presenza o assenza dei nascondigli sono le due variabili che condizionano maggiormente le scelte dei soggetti. In particolare, i bambini prediligono le informazioni geometriche quando non sono presenti i nascondigli e quando le stanze sono “quasi-quadrate”. Dai nostri dati emerge che i bambini sono in grado di utilizzare tutte le informazioni a disposizione. Il prediligere un tipo piuttosto che l’altro dipende dalle caratteristiche dell’ambiente e probabilmente dalla stima di quanto una determinata informazione è affidabile per recuperare l’orientamento. La teoria della combinazione adattativa è quella che sembra spiegare meglio i risultati che abbiamo trovato.
XXV - Ciclo
1972
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5

Vitale, Salvatore. "Commercial outer space activities". Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200798.

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The history of the Law of the space. Commercial space actions under the conditions of the corpus iuris spatialis. The Law of space, private enterprise and private property. Communications via satellite. Space transportation. Intellectual property rights and outer space activities. Commercialization of outer space and insurances.
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6

ANGELINI, GIANPAOLO. "La chiesa di San Salvatore in Lauro 1591-1602 : un momento dell'architettura religiosa a Roma tra modello gesuitico e nuove ricerche spaziali". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/11578/278525.

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7

Marini, Umberto. "Rassegna di strutture dati e algoritmi per l'indicizzazione di basi di dati". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2733/.

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Resumen
La frenetica evoluzione sociale e culturale, data dal crescente e continuo bisogno di conoscenza dell’uomo, ha portato oggi a navigare in un oceano sconfinato di dati e informazioni. Esse assumono una propria peculiare importanza, un valore sia dal punto di vista del singolo individuo, sia all’interno di un contesto sociale e di un settore di riferimento specifico e concreto. La conseguente mutazione dell’interazione e della comunicazione a livello economico della società, ha portato a parlare oggi di economia dell’informazione. In un contesto in cui l’informazione rappresenta la risorsa principale per l’attività di crescita e sviluppo economico, è fondamentale possedere la più adeguata strategia organizzativa per la gestione dei dati grezzi. Questo per permetterne un’efficiente memorizzazione, recupero e manipolazione in grado di aumentare il valore dell’organizzazione che ne fa uso. Un’informazione incompleta o non accurata può portare a valutazioni errate o non ottimali. Ecco quindi la necessità di gestire i dati secondo specifici criteri al fine di creare un proprio vantaggio competitivo. La presente rassegna ha lo scopo di analizzare le tecniche di ottimizzazione di accesso alle basi di dati. La loro efficiente implementazione è di fondamentale importanza per il supporto e il corretto funzionamento delle applicazioni che ne fanno uso: devono garantire un comportamento performante in termini di velocità, precisione e accuratezza delle informazioni elaborate. L’attenzione si focalizzerà sulle strutture d’indicizzazione di tipo gerarchico: gli alberi di ricerca. Verranno descritti sia gli alberi su dati ad una dimensione, sia quelli utilizzati nel contesto di ricerche multi dimensionali (come, ad esempio, punti in uno spazio). L’ingente sforzo per implementare strutture di questo tipo ha portato gli sviluppatori a sfruttare i principi di ereditarietà e astrazione della programmazione ad oggetti al fine di ideare un albero generalizzato che inglobasse in sé tutte le principali caratteristiche e funzioni di una struttura di indicizzazione gerarchica, così da aumentarne la riusabilità per i più particolari utilizzi. Da qui la presentazione della struttura GiST: Generalized Search Tree. Concluderà una valutazione dei metodi d’accesso esposti nella dissertazione con un riepilogo dei principali dati relativi ai costi computazionali, vantaggi e svantaggi.
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ASNAGHI, COSTANZA. "Un'Analisi della Variazione Lessicale Regionale Nell’Inglese di California Attraverso le Ricerche in Rete Limitate per Sito". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1811.

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Lo studio esamina la variazione lessicale regionale in forma scritta nell’inglese standard in California. Attraverso ricerche in rete limitate a 336 siti di giornali online con sede in 270 città in California, vengono raccolti i valori di 45 variabili continue di alternanze lessicali e quindi calcolati come proporzioni. Tecniche statistiche di autocorrelazione spaziale globale e locale analizzano i valori. I risultati delle analisi, riportati in 90 mappe, confermano la distribuzione regionale delle variabili in California. Le 45 variabili lessicali sono poi esaminate con tecniche statistiche multivariate per individuare le relazioni linguistiche tra le città della California esaminate. L’analisi fattoriale, che rappresenta il 50,5% della variazione nei dati, evidenzia tre aree nella distribuzione regionale lessicale: nord/sud, urbano/rurale, e aree centrali e basso meridionali/aree alto meridionali e del nord. L’analisi dei cluster gerarchica distingue inoltre sei regioni dialettali principali in California: quella del Nord, quella di Sacramento-Santa Cruz, quella della San Francisco Bay Area, quella centrale, quella alto meridionale, e quella basso meridionale. Cinque mappe multivariate sono fornite nella tesi. La spiegazione dei risultati si basa sia su modelli di insediamento storico che su una spiegazione socio-culturale, che si riflettono nel linguaggio in California.
The study examines regional lexical variation in written Standard California English. The values​of 45 continuous lexical alternation variables are gathered through site-restricted web searches in 336 online newspaper websites based in 270 locations in California and then calculated as proportions. Statistical techniques analyze global and local spatial autocorrelation values. The results of the analysis, reported in 90 maps, confirm the regional distribution of the variables in California. The 45 lexical variables are then analyzed with multivariate techniques to identify the linguistic relations between the surveyed California cities. Factor analysis, which accounts for 50.5% of the variation in the data, highlights three areas in the regional lexical distribution: north/south, urban/rural, central and lower southern/upper southern and northern areas. The hierarchical cluster analysis also distinguishes six major dialect regions in California: the North dialect region, the Sacramento-Santa Cruz dialect region, the San Francisco Bay Area dialect region, the Central dialect region, the Upper Southerns dialect region, and the Lower Southern dialect region. Five multivariate maps are provided in the thesis. The explanation of the results is based both on historical settlement patterns and on a socio-cultural explanation, which are reflected in the language in California.
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ASNAGHI, COSTANZA. "Un'Analisi della Variazione Lessicale Regionale Nell’Inglese di California Attraverso le Ricerche in Rete Limitate per Sito". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1811.

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Lo studio esamina la variazione lessicale regionale in forma scritta nell’inglese standard in California. Attraverso ricerche in rete limitate a 336 siti di giornali online con sede in 270 città in California, vengono raccolti i valori di 45 variabili continue di alternanze lessicali e quindi calcolati come proporzioni. Tecniche statistiche di autocorrelazione spaziale globale e locale analizzano i valori. I risultati delle analisi, riportati in 90 mappe, confermano la distribuzione regionale delle variabili in California. Le 45 variabili lessicali sono poi esaminate con tecniche statistiche multivariate per individuare le relazioni linguistiche tra le città della California esaminate. L’analisi fattoriale, che rappresenta il 50,5% della variazione nei dati, evidenzia tre aree nella distribuzione regionale lessicale: nord/sud, urbano/rurale, e aree centrali e basso meridionali/aree alto meridionali e del nord. L’analisi dei cluster gerarchica distingue inoltre sei regioni dialettali principali in California: quella del Nord, quella di Sacramento-Santa Cruz, quella della San Francisco Bay Area, quella centrale, quella alto meridionale, e quella basso meridionale. Cinque mappe multivariate sono fornite nella tesi. La spiegazione dei risultati si basa sia su modelli di insediamento storico che su una spiegazione socio-culturale, che si riflettono nel linguaggio in California.
The study examines regional lexical variation in written Standard California English. The values​of 45 continuous lexical alternation variables are gathered through site-restricted web searches in 336 online newspaper websites based in 270 locations in California and then calculated as proportions. Statistical techniques analyze global and local spatial autocorrelation values. The results of the analysis, reported in 90 maps, confirm the regional distribution of the variables in California. The 45 lexical variables are then analyzed with multivariate techniques to identify the linguistic relations between the surveyed California cities. Factor analysis, which accounts for 50.5% of the variation in the data, highlights three areas in the regional lexical distribution: north/south, urban/rural, central and lower southern/upper southern and northern areas. The hierarchical cluster analysis also distinguishes six major dialect regions in California: the North dialect region, the Sacramento-Santa Cruz dialect region, the San Francisco Bay Area dialect region, the Central dialect region, the Upper Southerns dialect region, and the Lower Southern dialect region. Five multivariate maps are provided in the thesis. The explanation of the results is based both on historical settlement patterns and on a socio-cultural explanation, which are reflected in the language in California.
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Quirino, T. "SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL'ETRURIA PADANA: CREAZIONE DI UN ARCHIVIO TOPOGRAFICO E ANALISI DEI MODELLI INSEDIATIVI DELLA PIANURA PADANA FRA VI E IV SECOLO A.C". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/254113.

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Il territorio padano è stato interessato dalla presenza di gruppi etruschi fin dal IX sec. a.C. Tale presenza registra un notevole mutamento a partire dalla metà del VI sec. a.C., quando questo territorio sarà oggetto di una vera e propria colonizzazione, le cui cause sono state ricercate non solo in ambito etrusco, ma nel più ampio quadro di rapporti culturali e commerciali che intercorrevano fra le popolazioni del bacino mediterraneo e quelle centroeuropee. La pianura, dapprima maggiormente sfruttata per le potenzialità agricole dei suoi territori, modifica radicalmente il suo ruolo e diventa una nuova e privilegiata via di traffico aperta anche sull’Adriatico, che, con la fondazione di Adria, si sta già affermando come importante direttrice commerciale. Dopo il 540 a.C. si assiste al sorgere di nuovi centri etruschi a sud del Po, in direzione dell’Emilia occidentale, e a nord del Po, lungo l’asse del Mincio. Alla nascita di nuove città corrisponde poi una nuova organizzazione delle campagne. Attraverso la strutturazione e lo sfruttamento delle potenzialità analitiche di un progetto GIS (Geographic Information System) dedicato, questa ricerca propone nuove prospettive di ricostruzione del territorio antico, che, oltre agli aspetti culturali più strettamente connessi alla società etrusca, tengano conto del ruolo rivestito dalle risorse del territorio stesso, sia dal punto di vista economico che itinerario.
The Po Valley was occupied by the Etruscans from ninth century BC. This presence had a significant transformation from middle-sixth century BC, when this territory underwent a mere colonization, whose causes were sought not only due to the Etruscan sphere, but in a broad context of cultural and commercial relations connecting Mediterranean populations with those of central Europe. The plain, at first most exploited for agricultural purposes, radically changed its role and became a new and privileged way of traffic open also toward the Adriatic sea, which, with the founding of Adria, become soon an important commercial line. After 540 BC, the rise of new Etruscan settlements is well documented, both south of the Po river, in the direction of western Emilia Romagna, and north of the Po, along the axis of the Mincio river. The emergence of new cities faces then a new organization of countryside. Through the structuring and exploitation of analytical potential of a GIS project (Geographic Information System), this research shows new perspectives for reconstructing the ancient landscape, which, in addition to the cultural aspects, more closely related to the Etruscan society, takes into consideration the role played by resources of the territory itself, both from the economic and itinerary point of view.
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Libros sobre el tema "Ricerca spaziale"

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Verdoscia, Cesare. I teatri all'italiana: La ricerca del fenomeno spaziale. Bari: Edipuglia, 2012.

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Caprara, Giovanni. L' Italia nello spazio: Storia, realizzazioni e programmi della ricerca spaziale italiana. Roma: V. Levi, 1992.

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Centro militare di studi strategici (Italy), ed. L' Importanza militare dello spazio: Difesa e politica spaziale nazionale : rapporto sulla ricerca. [Roma]: Centro militare di studi strategici, 1990.

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Colesanti, Gemma Teresa, Blanca Garì y Núria Jornet-Benito, eds. Clarisas y dominicas. Modelos de implantación, filiación, promoción y devoción en la Península Ibérica, Cerdeña, Nápoles y Sicilia. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-676-7.

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Il volume è frutto della ricerca del progetto Claustra. Atlante della spiritualità femminile. Il libro si occupa dell’analisi del paesaggio religioso contrassegnato dalle comunità di clarisse e di domenicane. L’approfondimento della struttura territoriale dei vari regni avviene tramite cinque linee: la conoscenza di aree poco studiate nella topografia monastica femminile; la comprensione delle dinamiche fondazionali e il ruolo delle comunità di mulieres religiose; la dinamica dell’impianto urbano e i processi di comunicazione e di azione, creatori del paesaggio monastico; l’importanza del mecenatismo e del patrocinio femminile nei modelli fondazionali e nella promozione culturale; l’analisi delle pratiche devozionali e della cultura materiale delle comunità in un contesto funzionale, spaziale e performativo. El presente volumen es el resultado de la investigación del proyecto Claustra. Atlas de espiritualidad femenina. El libro se ocupa del análisis del paisaje religioso marcado por las comunidades de clarisas y dominicas. Desde una estructura territorial por reinos se abordan cinco lineas: el conocimiento de áreas poco estudiadas en la topografía monástica femenina; la comprensión de dinámicas fundacionales y el papel de grupos de mulieres religiosae; la dinámica de implantación urbana y los procesos de interacción creadores de paisaje monástico; la importancia del mecenazgo y patronazgo femenino en los modelos fundacionales y de promoción cultural; el análisis de las prácticas devocionales y la cultura material de las monasterios femeninos en un contexto funcional, espacial y performativo.
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Torricelli, Maria Chiara, ed. ES-LCA e patrimonio naturale. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-803-3.

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La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse ecologiche e naturali, la valorizzazione sostenibile degli spazi urbani e rurali rappresentano per le società del terzo millennio degli incontestabili paradigmi etici e delle ineludibili realtà con le quali confrontarsi. Alla tutela ambientale si sono affiancati obiettivi più ampi, connessi alla fruizione dei contesti territoriali, in un’ottica di conservazione attiva, e si sono modificate le strategie di intervento in funzione della valorizzazione di risorse e contesti, nonché dello sviluppo delle specificità del territorio stesso. L’analisi di sostenibilità, come strumento per monitorare, reinterpretare, sviluppare e valorizzare un territorio, e in particolare il suo patrimonio naturale, è il tema di questo libro che riporta i risultati di una ricerca condotta da un gruppo interdisciplinare che ha condiviso l’approccio Life Cycle. L’approccio del Ciclo di Vita – che si sta evolvendo verso una metodologia in grado di recepire la dimensione locale oltre a quella globale, la scala macro e meso oltre a quella del prodotto, la dimensione sociale oltre a quella ambientale ed economica – può essere appropriato e praticabile nell’analisi di sostenibilità di un territorio? A questa domanda, in particolare circoscritta ad aspetti ambientali, di biodiversità e di accessibilità ambientale-spaziale, il libro intende dare una risposta sia sul piano teorico, sia con l’applicazione ad un caso studio: il territorio in cui è inserito il Parco regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli in Toscana. Il libro fornisce un quadro delle fasi di analisi e degli indicatori che le supportano e ne documenta l’applicazione a diverse scale nel contesto del Parco.
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Giuseppe, Polimeni y Università di Pavia. Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei., eds. Catalogo delle lettere di Eugenio Montale a Maria Luisa Spaziani (1949-1964). Pavia: Università degli studi di Pavia, 1999.

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Alberti, Alberto, Maria Chiara Ferro y Francesca Romoli, eds. Mosty mostite. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-457-2.

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Questo volume intende omaggiare Marcello Garzaniti in occasione del suo sessantesimo compleanno e del trentennale della sua carriera, a riconoscimento dell’impegno generosamente profuso nell’ambito della ricerca, della divulgazione scientifica e della didattica. L’eterogeneità dei contributi offerti da colleghi, allievi e amici testimonia l’erudizione e la poliedricità d’interessi del festeggiato. Le cinque sezioni di cui si compone il volume spaziano infatti dalla storia della cultura alla storia della civiltà letteraria slava ecclesiastica, dalla linguistica alle letterature slave, senza trascurare la storia della slavistica. Il volume è completato dalla bibliografia della produzione scientifica di Marcello Garzaniti.
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Nigro, Giampiero, ed. Il commercio al minuto. Domanda e offerta tra economia formale e informale. Secc. XIII-XVIII / Retail Trade. Supply and demand in the formal and informal economy from the 13th to the 18th century. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-751-7.

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La distribuzione dei beni di consumo nell’Europa medievale e moderna era multiforme e coinvolgeva spazi e attori diversi. Nelle fiere e nei mercati, nelle botteghe più o meno grandi delle città si vendeva ogni tipo di derrate alimentari e di oggetti necessari alla vita quotidiana. Erano anche innumerevoli i piccoli ambulanti che tenevano banco per strada, i contadini che raggiungevano la città per offrire i prodotti dei loro orti o del pollaio, della caccia o della raccolta spontanea, passando di casa in casa. Mercanti ambulanti percorrevano con le loro balle e casse anche le vie meno frequentate, raggiungendo villaggi e frazioni disperse. Una grande molteplicità di attori economici che concorrevano assieme a raggiungere ogni tipo di consumatore, dai più agiati ai più umili. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di comprendere l’organizzazione economica e l’evoluzione di queste diverse forme di commercio al minuto. Sul piano dei risultati, i contributi raccolti in questo volume costituiscono la risposta storiograficamente più aggiornata ad alcune delle questioni proposte, come l’analisi dei legami tra le diverse scale spaziali (dalla bottega alle reti europee di mercanti ambulanti), del commercio formale e informale tra regola e pratica, della circolazione dei beni fra città e campagna, delle tensioni fra gli attori di questi scambi, le loro rivalità e i loro accordi, ma anche le attese dei consumatori e le esigenze dello stato, e degli effetti sull’organizzazione istituzionale e dei mestieri della distribuzione nel periodo compreso fra il Medioevo e il XVIII secolo.
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Pintaudi, Rosario, ed. Antinoupolis II. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-666-4.

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Resumen
L’area archeologica di Antinoupolis (la città fondata dall’imperatore Adriano nel 130 d.C.) è una delle più vaste e interessanti che l’Egitto ci abbia conservato. Nel corso delle ricerche condotte dal 1935 fino ai nostri giorni, l’attività dell’Istituto Papirologico «G.Vitelli» si è concentrata non soltanto sul recupero di materiali scritti (papiri, pergamene, iscrizioni), ma anche sull’impegno di ricostruire ‘archeologicamente’ la città antica. In questo volume si raccolgono contributi che spaziano da studi sulle mura urbane, sul tempio di Ramesse II, sull’edilizia in terra cruda, fino ai rilevamenti geofisici, all’identificazione di discariche domestiche e industriali, alla Via Nova Hadriana nella sua connessione ad est della città; vi si trovano note preliminari, progetti, ma anche studi definitivi, sul teatro, sull’area del martyrium di San Colluto, sul monastero di Deir el-Hawa a nord della città, l’analisi e il catalogo dei materiali da costruzione scolpiti – capitelli, nicchie – provenienti dalle due grandi basiliche portate alla luce in questi ultimi anni in una zona mai indagata prima. Il volume si conclude con la pubblicazione dello scavo ad Antinoe di John de Monins Johnson (1913-1914), illustrato con le fotografie dell’epoca e la descrizione degli oggetti depositati al British Museum.
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Ferro, Maria Chiara, Laura Salmon y Giorgio Ziffer, eds. Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-723-8.

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I ventitré saggi contenuti nel volume rappresentano i contributi della delegazione italiana al XVI Congresso internazionale degli Slavisti, che si svolge a Belgrado nell’agosto del 2018. Scritti in italiano, inglese, russo e serbo, i saggi sono suddivisi in tre sezioni: linguistica, filologia e letterature slave. Come assai ampio è il ventaglio dei temi toccati, così è quantomai largo il loro arco cronologico, che dall’epoca pre- e protostorica arriva fino ai nostri giorni. Gli argomenti trattati si estendono in effetti dal protoslavo alle tradizioni scrittoria, linguistica e letteraria della civiltà slava ecclesiastica, dai rapporti linguistici e culturali fra Italia e Russia a un particolare dizionario illirico del Settecento. Nel settore della linguistica sincronica troviamo saggi in cui si approfondiscono questioni di dialettologia e sociolinguistica nell’area di confine tra Ucraina e Bielorussia, e poi i modi di esprimere il concetto di completezza in russo, alcuni costrutti concessivi del russo studiati con i metodi della ‘grammatica costruzionista’, un particolare aspetto dei sistemi verbali russo e bulgaro, e i diversi suffissi impiegati nella formazione delle coppie aspettuali nel dialetto resiano. In ambito letterario si spazia invece da Gumilev e Chlebnikov a saggi che parlano di letteratura ed ecologia, dagli scrittori armeni che scrivono in russo al poema neolatino Il canto del bisonte e ai riflessi umanistici e rinascimentali nella letteratura ucraina moderna, da una studiosa italiana di letteratura serba della prima metà del Novecento all’immagine della ‘donna forte’ nella letteratura serba dello stesso periodo. Con la loro varietà questi saggi offrono quindi nel loro insieme un’idea assai concreta di diversi degli attuali filoni di ricerca della slavistica italiana.
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Capítulos de libros sobre el tema "Ricerca spaziale"

1

Pini, Nicolò. "Organizzazione spaziale e strutture sociali nel medio-oriente tardo bizantino e primo islamico (V-VIII sec.)". En RACTA 2018: Ricerche di Archeologia Cristiana, Tardantichità e Altomedioevo, 113–19. Archaeopress Publishing Ltd, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zcm16d.20.

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Actas de conferencias sobre el tema "Ricerca spaziale"

1

Zucchi, Giovanni. "Nuovi dispositivi spaziali per la rigenerazione urbana: il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello di Secondigliano a Napoli". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7909.

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Resumen
Le aree dimesse, veri propri buchi neri nei tessuti urbani, rappresentano un’importante occasione per lo sviluppo delle città da contrapporre ai modelli dello sprawl, intervenendo come nodo centrale del dibattito e della ricerca urbana contemporanea. Bisogna però interrogarsi sulle possibilità del progetto di tali aree, le cui trasformazioni possono avere ricadute enormi sull’assetto della città stravolgendone la geografia e gli stessi rapporti posizionali. Considerare la rigenerazione un modello da contrapporre allo sprawl, necessita innanzitutto un’analisi di quei caratteri che hanno favorito i modelli di diffusione urbana, rendendoli appetibili sia agli investimenti che alle pratiche insediative. Bisogna quindi capire cosa porta una persona a preferire l’outlet alle vie del centro o la villetta suburbana all’appartamento in città. Si delinea così un nuovo modello di spazi per la città, che ibrida le tipologie tipicamente urbane con quelle più contemporanee dello spawl, secondo i dispositivi dinamici e flessibili della rigenerazione urbana. In questo senso si intende proporre il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello situate a Napoli nel quartiere di Secondigliano ed oggetto della sperimentazione progettuale da me svolta nell’ambito della tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università Federico II di Napoli. In questa vasta area militare sottoposta a dismissione dalla Variante al piano regolatore,si pensa di collocare un nuovo tessuto urbano che, in un territorio altamente complesso, vuole rappresentare una nuova forma di centralità urbana capace di riattivare l’intera periferia Nord di Napoli.
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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano y Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome". En International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Resumen
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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