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Giliberti, Luca y Davide Filippi. "La solidarietà in frontiera: le reti di supporto ai migranti in transito in Val di Susa". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (diciembre de 2021): 89–112. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-003005.

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A partire dal 2015, con la "chiusura" di diverse frontiere interne in Europa, migliaia di migranti rimangono bloccati nel tentativo di varcare il confine tra l'Italia e la Francia. Come in altre borderlands, in Val di Susa - luogo storicamente caratteriz-zato da diverse mobilitazioni territoriali - al confine con il Brianzonese, emergono due reti di solidarietà, che supportano senza alcuna contropartita mercantile il viaggio dei migranti attraverso l'ospitalità, la cura e altre pratiche solidali. Le due reti valsusine si fanno espressione di diversi approcci, discorsi e pratiche, condividendo differenti ambiti di azione e definendo una risposta complementare al passaggio dei migranti sul territorio. Il presente articolo analizza le reti di solidarietà al transito sul nodo di frontiera della Val di Susa, il loro rapporto con le rotte migranti e i processi di criminalizzazione che attorno ad esse si costituiscono. I risultati della ricerca, iniziata nel febbraio 2020 e tuttora in corso, si basano su un processo et-nografico che ha alternato l'immersione sul campo con tecniche di ricerca da remoto, nei periodi in cui le misure anti-pandemiche impedivano la presenza fisica, sulla scia di un approccio multimodale.
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Stopani, Antonio y Marta Pampuro. "Despite citizenship. Autonomie migranti e diritto alla città. L’occupazione dell'Ex Moi a Torino". REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 26, n.º 52 (abril de 2018): 55–74. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005204.

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Riassunto L’articolo esplora le condizioni in cui i migranti subalterni soggetti quotidianamente alle tecnologie e politiche securitarie sviluppano creano spazi e reti sociali per sostenere e rendere autonoma la loro mobilità. La ricerca etnografica condotta negli edifici dell’Ex Moi a Torino - occupato dal 2013 da parte di alcune centinaia di migranti - permette di interrogarsi sull’insieme di azioni che rendono possibile le condizioni della loro presenza locale al di fuori delle dinamiche assistenzialiste ed emergenziali del sistema di accoglienza. L’espressione “despite citizenship” si riferisce all’occupazione come un supporto infrastrutturale - sia materiale che immateriale - che permette il dispiegamento materiale di processi relazionali con la città e il perseguimento di un insieme di diritti che, pur sganciati dal perseguimento della cittadinanza formale, sono rivolti alla residenza, al lavoro e alle reti di informazioni e sostegno altrimenti negati.
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M. Daher, Liana y Davide Nicolosi. "Mediazioni di cittadinanza: l'attivismo prosociale a favore dei migranti". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (marzo de 2022): 117–35. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001007.

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Le recenti iniziative di rivendicazione politica dei migranti evidenziano episodi di cittadinanza dal basso, all'interno dei quali è possibile osservare la presenza di movimenti collettivi o reti associative, quali, per esempio, Project20k e No Borders; ciò sembra rilevare una sovrapposizione tra aspetti volontaristici e aspetti relativi specificamente all'attivismo politico, prefigurando casi di cittadinanza mediata (Ambrosini, 2020a; Bartolotta, 2015). È possibile studiare questi casi attraverso il modello di attivismo prosociale, inteso come quella pluralità di forme attraverso le quali i cittadini si uniscono al fine di sostenere categorie sociali vulnerabili (Moro, 2010). Il presente lavoro mira ad analizzare tali processi di azione collettiva attraverso studi di caso di alcune reti di attivismo in difesa dei diritti dei migranti presenti in Sicilia, all'interno delle quali sono state condotte delle brevi campagne di interviste non strutturate rivolte ai membri del direttivo.
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Lendaro, Annalisa y Thomas Sommer-Houdeville. "Sanctuary cities in Francia? L'accoglienza dei migranti nel Paese basco". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (diciembre de 2021): 65–87. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-003004.

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A partire dall'estate 2018, la frontiera basca, che separa la Francia dalla Spagna, comincia ad attirare l'attenzione dei media. La rotta del Mediterraneo centrale in quel momento diviene, in effetti, maggiormente visibile e l'arrivo di migranti e richiedenti asilo dalla Spagna aumenta sensibilmente nel Paese basco francese, in particolare a Bayonne. Di fronte a tale situazione, le istituzioni locali partecipano insieme alle reti di solidarietà informale all'apertura di un centro di transito. La mediatizzazione di questa iniziativa, comparata alle "città santuario" americane, nasconde tuttavia le molte divergenze che attraversano le esperienze di accoglienza sul territorio. Il presente articolo propone un'analisi delle complesse reti di solidarietà, attraverso una doppia comparazione interna: geografica, confrontando il caso di Bayonne con le iniziative delle zone più rurali dei Paesi baschi francesi, e socio-politica, attraverso l'analisi delle diverse pratiche di attivismo degli attori solidali e del loro rapporto con la legalità.
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Marturano, Graziella. "Sui confini della rotta balcanica: pratiche di solidarietà ai migranti e processi di criminalizzazione". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (diciembre de 2021): 43–63. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-003003.

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Il presente contributo si basa su una ricerca qualitativa realizzata lungo la cosiddetta "rotta balcanica", in particolare al confine tra Serbia e Croazia e tra Bosnia Erzegovina e Croazia. Uno degli elementi chiave su cui il presente lavoro si focalizza è l'analisi del regime di frontiera in relazione alle reti di solidarietà ai migranti in transito. La repressione e la criminalizzazione, funzionali al mantenimento del controllo degli attraversamenti irregolari dei confini, influenzano la dimensione della solidarietà. Partendo da una breve panoramica su come si sono evolute e modificate le traiettorie migratorie sui Balcani, nel presente articolo viene evidenziata la loro relazione con il supporto al transito dei migranti. Il focus del lavoro è centrato, da un lato, su reti e pratiche di solidarietà che sulla rotta balcanica prendono forma, e sui processi di criminalizzazione e dissuasione che subiscono; dall'altro lato, il contributo analizza gli effetti che questi processi hanno sulle rotte migratorie e sui gruppi solidali.
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Giliberti, Luca. "Il ritorno delle frontiere interne in Europa e la solidarietà ai migranti in transito: il caso della Val Roja". REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 28, n.º 58 (abril de 2020): 69–87. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005805.

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Riassunto Il presente articolo analizza la solidarietà ai migranti in transito nell’Europa della “crisi dell’accoglienza” attraverso lo studio di caso della Val Roja, una piccola valle francese al confine con l’Italia. Il contributo contestualizza il ritorno delle frontiere interne in Europa e si focalizza sulle forme, gli attori e le pratiche della solidarietà ai migranti in questa valle. Si tratta di una solidarietà endogena, che nasce in particolare dalle reti di neorurali e si struttura attorno a valori condivisi, oltreché ad un determinato approccio di difesa del territorio. Allo stesso tempo, voci ostili ai migranti e alla solidarietà emergono, all’interno di un conflitto sociale tra i nativi – le cosiddette familles de souches – e i più recenti abitanti. L’articolo si basa su una ricerca etnografica di un anno e mezzo, svolta attraverso un processo di immersione nella realtà locale e l’uso di tecniche quali l’osservazione partecipante e le interviste semi-strutturate.
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Giliberti, Luca y Swanie Potot. "Verso i solidarity studies. Nuove prospettive di ricerca su migrazioni e frontiere". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (diciembre de 2021): 25–41. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-003002.

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Nella contemporanea "crisi dell'accoglienza", rinforzata dall'emergenza pandemica, la frontiera si definisce come elemento chiave nell'analisi delle mobilità verso e all'interno dell'Europa. Nelle diffuse situazioni di blocco dei migranti - stuck in transit sui confini europei - le reti di supporto divengono una realtà importante su plurimi nodi di frontiera, per fornire ospitalità, cura, beni di prima necessità, facilitando il proseguimento delle rotte migranti. La parola "solidarietà" diviene, in questo senso, nozione di riferimento sia in termini emic nella vita quotidiana delle borderlands, sia in relazione a un'emergente letteratura scientifica che, all'interno degli studi sulle migrazioni, denominiamo solidarity studies. L'articolo propone un'analisi dello stato dell'arte di questo filone di studi, introducendo e situando allo stesso tempo i contributi presentati nel monografico, che a sua volta intende partecipare all'incipiente articolazione di queste nuove prospettive di ricerca.
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Gatti, Rosa. "Cittadinanza dal basso e solidarietà inclusiva. L'alleanza trasversale tra migranti e cittadini a Napoli durante la pandemia da Covid-19". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (marzo de 2022): 83–100. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001005.

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Perseguendo l'obiettivo teorico di contribuire ai dibattiti su cittadinanza e solidarie-tà in senso più inclusivo, l'articolo analizza congiuntamente i concetti di cittadinanza dal basso e solidarietà dal basso applicandoli all'analisi empirica di una particolare pratica di solidarietà promossa dal basso dagli stessi migranti in alleanza con i cittadini durante la pandemia da Covid-19 nella città di Napoli. Il materiale empirico utilizzato è frutto di una ricerca etnografica di lungo periodo sulla partecipazione sociale e politica dei migranti nella città di Napoli. Costruendo reti di relazioni e alleanze trasversali, migranti e cittadini hanno dato vita ad una for-ma di solidarietà inclusiva, capace di sfidare e aggirare le strutture di solidarietà esclusiva, trasgredire i confini della comunità sociale e politica e ridefinire le appartenenze. In particolare, mostrerò come tale pratica di solidarietà sia stata capace di mettere in discussione e trasformare la cittadinanza, sfidando, modificando e rinnovando i modi in cui i soggetti coinvolti hanno definito se stessi e agito come cittadini, valorizzando le loro relazioni sociali. L'analisi degli atti di solidarietà prodotti dall'alleanza di migranti e cittadini può fornire una estensione della teoria degli atti di cittadinanza e rappresentare il punto di partenza per riflettere in maniera innovativa e più inclusiva su solidarietà, alleanze, appartenenze, confini e cittadinanza.
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Giliberti, Luca y Davide Filippi. "Fare etnografia delle migrazioni ai tempi della pandemia. Note di ricerca dal confine franco-italiano nel primo lockdown". REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 29, n.º 61 (abril de 2021): 67–82. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006105.

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Riassunto L’emergenza Covid-19 e le legislazioni d'urgenza emanate dai governi europei incidono in modo profondo sulla dimensione migratoria contemporanea, così come sulle forme e sui modi di studiarla. Il presente contributo, frutto di una “ricerca in quarantena”, si contestualizza nella prima fase dell’irrompere della pandemia in Italia e in Francia (fine febbraio - inizio giugno 2020), segnata dal lockdown nazionale in entrambi i Paesi. L’articolo propone, in primo luogo, una riflessione metodologica relativa al fare etnografia delle migrazioni in tempi pandemici e, di seguito, un’analisi delle conseguenze del Covid-19 sul confine franco-italiano e sull’azione delle reti solidali ai migranti in transito. Il materiale empirico è basato su venti interviste telefoniche semi-strutturate con interlocutori chiave della solidarietà ai migranti sul confine; è costruito inoltre attraverso tecniche di etnografia digitale, quali l’analisi di pagine Facebook e blog dei gruppi intervistati, e su una ricerca emerografica e documentale di carattere locale, nazionale ed internazionale.
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Valtolina, Giovanni Giulio y Nicoletta Pavesi. "Famiglie migranti e minori con disabilità. Problematiche e prospettive della presa in carico". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (noviembre de 2022): 61–75. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003004.

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Analizzare le condizioni di vita delle famiglie migranti in cui è presente un figlio disabile risponde a una esigenza quanto mai attuale. Le reti familiari in cui è presente un minore disabile possono essere considerate potenzialmente multiproblematiche: la loro vulnerabilità, infatti, è legata tanto alla diagnosi, alla cura e alla gestione della disabilità, quanto all'essere stranieri, talvolta privi di un adeguato sostegno sociale, o in condizioni di particolare disagio economico e/o sociale, o ancora non a proprio agio nel complesso mondo dei servizi sanitari, sociali, educativi offerti dal nostro sistema di welfare. L'articolo intende offrire una rassegna della letteratura internazionale sul tema del rapporto tra famiglie immigrate in cui è presente un minore disabile e i servizi di welfare, rassegna necessaria in quanto nel contesto italiano questo tema non è ancora stato affrontato. Lo scopo del contributo è quello di evidenziare un primo frame teorico entro il quale poter collocare future ricerche empiriche, anche con lo scopo di sostenere la progettazione sociale in questo specifico campo. In particolare, emergono come rilevanti le prospettive teoriche dell'empowerment, della reticolazione degli attori, dell'incontro tra saperi professionali ed esperienziali e della comunicazione interculturali quali bussole per la progettazione di servizi/interventi efficaci.
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Impicciatore, Roberto y Dario Tuorto. "Mobilitŕ interna e istruzione universitaria: risorse familiari, individuali e opportunitŕ di ascesa sociale nell'occupazione". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 121 (febrero de 2011): 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121004.

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Uno degli aspetti più interessanti delle recenti migrazioni interne è l'elevato livello di capitale umano dei migranti. La mobilitŕ per motivi di studio puň rappresentare un canale decisivo di mobilitŕ sociale per persone che desiderano incrementare le loro competenze e acquisizioni, ma non dispongono di risorse familiari e reti sociali tali da poter competere nel mercato del lavoro meridionale. Il lavoro intende verificare tale ipotesi utilizzando i dati dell'Istat sull'inserimento professionale dei laureati. I risultati confermano il ruolo cruciale della provenienza familiare (classe sociale e livello di istruzione di entrambi i genitori) non solo per quanto riguarda la decisione di emigrare dal Sud verso il Centro-nord allo scopo di conseguire un titolo di studio di terzo livello, ma anche di ritornare nelle zone di origine dopo aver completato il percorso di studio, il che avviene più di frequente per i figli dei lavoratori autonomi.
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Antonelli, Fulvia. "Le due etŕ dell'emigrazione". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (marzo de 2011): 85–97. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003006.

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In questo articolo si analizzano il ruolo e gli effetti degli immaginari dei giovani che aspirano alla migrazione dal Marocco. Appartenenti a strati sociali popolari e residenti nelle periferie urbane di Casablanca, l'attenzione č posta sui ragazzi che vivono in condizioni economiche e sociali di marginalitŕ nei loro contesti di origine e tentano la migrazione clandestina o irregolare verso l'Europa. Le loro pratiche quotidiane e le loro visioni dell'Europa vengono messe a confronto con quelle delle generazioni di migranti a loro precedenti, dalle quali hanno assorbito esperienze e racconti, reinterpretandoli perň alla luce di un contesto politico e legislativo internazionale profondamente mutato negli ultimi decenni. Attraverso il metodo etnografico si indaga su come questa generazione di giovani costruisca, attraverso reti di apprendimento ed esperienza collettiva autonome, nuove rotte e strategie migratorie e proiezioni di sé e di altrove funzionali alla liberazione dagli stigmi sociali da cui si sentono segnati.
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Salinas de Frías, Ana. "LA INSUFICIENTE PROTECCIÓN JURÍDICA INTERNACIONAL DE LOS MIGRANTES IRREGULARES VÍCTIMAS DE TRATA". Revista española de derecho internacional 73, n.º 2 (25 de junio de 2021): 161–75. http://dx.doi.org/10.17103/redi.73.2.2021.1a.10.

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The lack of a common legal definition of the term «migrant» or the fact of international legal instruments which are sparse as for concepts or simply not interconnected being applied concurrently on irregular migrants drive, as a result, to a serious lack of protection that the ECtHR has started recently to approach under art. 4 ECHR in a new and still under construction interpretation. According to it, art. 4 ECHR would include not only servitude, slavery or forced labour but additionally trafficking in human beings.
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Espinosa, Shirlita Africa. "The World Social Forum on Migrations 2012: Consolidating efforts towards an equitable society". Regions and Cohesion 3, n.º 3 (1 de diciembre de 2013): 146–54. http://dx.doi.org/10.3167/reco.2013.030309.

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From the back alleys of Madrid to the financial capital of Singapore, the migration of peoples either to flee persecution or to pursue a high-stakes transnational job is a global phenomenon. One may even say that the one permanent presence these days is a temporary migrant. The mobility of workers—and the mobility that characterizes the social world in which they live—has always had an economic interpretation manifesting in the antagonism of locals against labor migrants. The issue of migration and the attendant discourses of citizenship, social cohesion, population, resource sharing, employment, criminality, and cultural differences, to mention a few, are a common specter often raised for political maneuvering. To use the migrant subject as a scapegoat for sundry social and economic ills of the “host” society—a term that perpetuates the stereotype of the migrant as parasitical, thus, creating a fitting formula for those who hold power—is integral to the production of their subjectivity as an unwanted sector of a society. Nevertheless, the centrality of migration today in the creation of wealth in advanced economies is very much tied to the role that migrants play in the development strategies of their own nations. Through the billions of dollars transferred through remi􀄴 ances, migration is regarded as the vehicle of development for countries in the South. But if exporting cheap and temporary labor remains inexpensive as it continues to support the growth of industrialized countries both in the manufacturing and service sectors, including the domestic and affective spheres of the home, then how does migration specifically drive the development of sending countries?
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Gavron, Kate. "Migrants to Citizens". Revue européenne des migrations internationales 21, n.º 3 (1 de diciembre de 2005): 69–81. http://dx.doi.org/10.4000/remi.2515.

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Schor, Ralph. "Coulibaly Adama et Konan Yao Louis, Les Écritures migrantes. De l’exil à la migrance littéraire dans le roman francophone". Revue européenne des migrations internationales 32, n.º 1 (1 de marzo de 2016): 233–34. http://dx.doi.org/10.4000/remi.7560.

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Armagnague, Maïtena y Isabelle Rigoni. "Éditorial : Expériences scolaires des mineurs migrants". Revue européenne des migrations internationales 34, n.º 4 (1 de diciembre de 2018): 7–11. http://dx.doi.org/10.4000/remi.11532.

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Bèque, Marilyne. "L’enquête Parcours et Profils des migrants". Revue européenne des migrations internationales 25, n.º 1 (1 de junio de 2009): 215–34. http://dx.doi.org/10.4000/remi.4894.

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Tarrius, Alain. "Migrants transnationaux et nouveaux réseaux criminels". Revue européenne des migrations internationales 26, n.º 2 (1 de septiembre de 2010): 155–67. http://dx.doi.org/10.4000/remi.5151.

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Pébayle, Raymond. "Les Brésilguayens, migrants brésiliens au Paraguay". Revue européenne des migrations internationales 10, n.º 2 (1994): 73–86. http://dx.doi.org/10.3406/remi.1994.1408.

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Bertoncello, Brigitte y Sylvie Bredeloup. "Chine-Afrique ou la valse des entrepreneurs-migrants". Revue européenne des migrations internationales 25, n.º 1 (1 de junio de 2009): 45–70. http://dx.doi.org/10.4000/remi.4881.

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Dietzel-Papakyriakou, Maria, Claudio Bolzman, Rosita Fibbi y Michelle Guillon. "Migrants âgés, personnes âgées d'origine étrangère en Allemagne". Revue européenne des migrations internationales 17, n.º 1 (2001): 79–99. http://dx.doi.org/10.3406/remi.2001.1763.

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Dubus, Gilles y Françoise Braud. "Les migrants âgés dans les publications scientifiques francophones". Revue européenne des migrations internationales 17, n.º 1 (2001): 189–97. http://dx.doi.org/10.3406/remi.2001.1771.

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Vlase, Ionela. "Morphologie des rapports sociaux des migrant(e)s". Revue européenne des migrations internationales 23, n.º 1 (30 de junio de 2007): 163–79. http://dx.doi.org/10.4000/remi.3761.

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Maurice, Edenz. "Laëthier Maud, Être migrant et Haïtien en Guyane". Revue européenne des migrations internationales 29, n.º 4 (1 de diciembre de 2013): 162–65. http://dx.doi.org/10.4000/remi.6697.

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Leluan-Medina, Henriette. "Vermot Cécile, Les émotions des migrants. Une approche sociologique". Revue européenne des migrations internationales 35, n.º 3-4 (1 de diciembre de 2019): 304–5. http://dx.doi.org/10.4000/remi.14001.

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Williams, Allan M. y Vladimír Balá. "Mobilité internationale en Europe centrale touristes, commerçants et migrants". Revue européenne des migrations internationales 18, n.º 1 (1 de marzo de 2002): 37–65. http://dx.doi.org/10.4000/remi.1680.

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Potot, Swanie. "La place des femmes dans les réseaux migrants roumains". Revue européenne des migrations internationales 21, n.º 1 (29 de mayo de 2005): 243–57. http://dx.doi.org/10.4000/remi.2335.

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Missaoui, Lamia y Alain Tarrius. "Villes et migrants, du lieu-monde au lieu-passage". Revue européenne des migrations internationales 22, n.º 2 (1 de julio de 2006): 43–65. http://dx.doi.org/10.4000/remi.2818.

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Devarenne-Megas, Hanna. "Psychopathologie et insertion sociale des migrants polonais en France". Revue européenne des migrations internationales 19, n.º 1 (13 de abril de 2003): 101–24. http://dx.doi.org/10.4000/remi.373.

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Bourdarias, Françoise. "Migrants chinois au Mali : une pluralité de mondes sociaux". Revue européenne des migrations internationales 25, n.º 1 (1 de junio de 2009): 7–24. http://dx.doi.org/10.4000/remi.4876.

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Ambrosini, Maurizio. "Migrants dans l’ombre. Causes, dynamiques, politiques de l’immigration irrégulière". Revue européenne des migrations internationales 26, n.º 2 (1 de septiembre de 2010): 7–32. http://dx.doi.org/10.4000/remi.5113.

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Dumont, Antoine. "L’état des recherches sur les associations de migrants internationaux". Revue européenne des migrations internationales 26, n.º 2 (1 de septiembre de 2010): 117–37. http://dx.doi.org/10.4000/remi.5147.

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Loch, Dietmar y Jacques Barou. "Éditorial : Les migrants dans l’espace transnational : permanence et changement". Revue européenne des migrations internationales 28, n.º 1 (1 de marzo de 2012): 7–12. http://dx.doi.org/10.4000/remi.5714.

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Labari, Brahim. "Bouhout Abdelkrim, Essai sur la visibilité des migrants relégués". Revue européenne des migrations internationales 33, n.º 1 (1 de marzo de 2017): 165–67. http://dx.doi.org/10.4000/remi.8495.

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De Tapia, Stéphane. "La création d'entreprises populaires par les migrants en Turquie". Revue européenne des migrations internationales 2, n.º 1 (1986): 59–75. http://dx.doi.org/10.3406/remi.1986.995.

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Bredeloup, Sylvie. "Les migrants du fleuve Sénégal : A quand la « Diams'pora » ?" Revue européenne des migrations internationales 9, n.º 1 (1993): 67–93. http://dx.doi.org/10.3406/remi.1993.1050.

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Bredeloup, Sylvie. "Les migrants du fleuve Sénégal : A quand la « Diams'pora » ?" Revue européenne des migrations internationales 9, n.º 3 (1993): 205–32. http://dx.doi.org/10.3406/remi.1993.1379.

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Kastoryano, Riva. "Mobilisations des migrants en Europe : du national au transnational". Revue européenne des migrations internationales 10, n.º 1 (1994): 169–81. http://dx.doi.org/10.3406/remi.1994.1397.

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Zeneidi-Henry, Djemila. "Anciens combattants marocains, construction d'une nouvelle catégorie de migrants". Revue européenne des migrations internationales 17, n.º 1 (2001): 177–88. http://dx.doi.org/10.3406/remi.2001.1769.

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Tarrius, Alain, Jacqueline Costa-Lascoux y Marie-Antoinette Hily. "Au-delà des États-nations : des sociétés de migrants". Revue européenne des migrations internationales 17, n.º 2 (2001): 37–61. http://dx.doi.org/10.3406/remi.2001.1778.

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Di Cecco, Simone. "Le demandeur d’asile bénévole, nouvelle figure du « migrant méritant » ?" Revue européenne des migrations internationales 37, n.º 1-2 (30 de noviembre de 2021): 185–206. http://dx.doi.org/10.4000/remi.18430.

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Resumen
Il presente articolo propone riflessioni legate a traiettorie possibili che la scuola potrebbe percorrere nelle risposte a domande sempre più frequenti provenienti da alunni con disabilità figli di migranti. Rete, professionalità specializzate, valorizzazione della scuola da parte del contesto e del territorio sono alcune delle sollecitazioni che ci arrivano dalle ricerche più recenti in quest'ambito di indagine. Come renderli strumenti per una trasformazione generativa ed evitare che la scuola debba rispondere sempre con urgenza e senza percorsi condivisi?
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