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Tesis sobre el tema "Reti alimentari"

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Sestito, Daniela <1990&gt. "Reti Alimentari Alternative e Agricoltura Urbana in Cina". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9561.

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Al recente moltiplicarsi delle esperienze di filiera corta nelle aree urbane cinesi non si sono ancora accompagnate raccolte sistematiche di informazioni che possano permettere di avere una panoramica d'insieme. Inquadrare il fenomeno risulta infatti complesso non solo per la carenza di dati utili, ma anche per le classificazioni utilizzate nei testi di natura scientifica, i quali riconducono queste iniziative sia ai sistemi di Agricoltura Urbana che a quelli delle Reti Alimentari Alternative. Quali sono le premesse che permettono a queste esperienze di nascere e svilupparsi? E' possibile riferirsi a queste attività sia con la classificazione di Agricoltura Urbana che con quella di Reti Alimentari Alternative? Quali sono le specificità delle esperienze cinesi? Il presente lavoro si propone di rispondere a queste domande tramite l'elaborazione di un quadro teorico che metta in luce le caratteristiche di entrambi i sistemi, e di un quadro storico che consenta di esaminare gli sviluppi politici, economici e sociali di queste esperienze nel contesto urbano nazionale e, nello specifico, di Pechino; infine verrà analizzato un caso studio situato nella capitale, la Little Donkey Farm, considerata la pietra miliare del movimento alimentare cinese. I risultati della ricerca potrebbero dimostrarsi utili in virtù del fatto che gli sviluppi geografici delle Reti Alimentari Alternative sono spesso insufficientemente teorizzati a causa della natura altamente contestuale delle esperienze.
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Zama, Lorenzo. "Utilizzo delle reti neurali per il controllo dei processi alimentari". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Resumen
Negli ultimi dieci anni le reti neurali sono state implementate in moltissimi processi produttivi alimentari andando a semplificare quelle che sono le complesse procedure di controllo ed analisi degli alimenti, sia on-line che off-line. Nel corso di questa tesi verranno analizzare le applicazioni di reti neurali artificiali in tale settore. Una discussione più approfondita riguarderà l’applicazione delle reti accoppiate all’utilizzo del naso elettronico e dei sistemi di computer vision.
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Foschieri, Eros. "Interazione tra perdite ed energia in reti idriche alimentate da pompe a giri variabili". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/662/.

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Resumen
Attualmente le tematiche legate alla produzione e all’uso dell’energia rivestono grande importanza, anche in relazione agli obiettivi in termini di riduzione delle emissioni di gas partecipanti all’effetto serra prefissati dal Protocollo di Kyoto, che impongono il contenimento dei consumi energetici. Andando a ricercare i fattori che alterano i consumi energetici dei sistemi acquedottistici, accanto a quelli legati all’efficienza degli impianti e alle condizioni delle condotte, si deve tener conto anche della presenza delle perdite idriche in rete. Infatti nel valutare il problema delle perdite idriche esclusivamente come quantitativo di acqua di elevata qualità dispersa nell’ambiente, si trascura di considerare il contenuto energetico che ad essa viene conferito mediante attività di pompaggio durante le fasi di prelievo, potabilizzazione, adduzione e distribuzione all’utenza. L’efficienza invece varia in funzione di fattori oggettivi strettamente legati alle caratteristiche del territorio da servire, ma anche in funzione delle scelte effettuate in fase di progettazione e di esercizio. Da questa premessa discendono due importanti considerazioni. Il primo aspetto consiste nel poter valutare separatamente l’influenza sul consumo energetico dell’efficienza dei pompaggi e della rete, in modo da identificare l’impatto di singoli interventi, in particolare la riduzione delle perdite idriche (Colombo & Karney, 2002, 2004; Walski, 2004; Artina et al. 2007, 2008) ed il miglioramento dello stato dell’infrastruttura acquedottistica. Alla luce degli studi già svolti, sarà approfondita l’analisi del legame tra perdite idriche e aumento del consumo energetico, valutandola su modello numerico con riferimento a un caso di studio reale, costituito da un distretto monitorato della rete acquedottistica di Mirabello (Ferrara) alimentato mediante un sistema bypass-pompaggio a giri variabili. Il secondo aspetto riguarda la necessità di individuare dei termini di paragone che consentano di formulare un giudizio nei confronti del quantitativo di energia attualmente impiegato in un sistema acquedottistico. Su tale linea saranno analizzati alcuni indicatori per esprimere i consumi energetici dei sistemi acquedottistici.
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Bonfiglio, Giuseppe Gaetano Emanuele. "Povertà alimentare e reti di solidarietà. Il ruolo dell'Agea e degli enti caritatevoli nell'ambito del sistema di aiuti dell'unione europea". Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1625.

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Resumen
Scopo di questa tesi è quello di analizzare l entità e la valenza del fenomeno in una situazione, mai quanto oggi, di crisi economica partendo da un quadro mondiale per andare ad analizzare più dettagliatamente la situazione Italiana- Il paradosso della scarsità nell abbondanza , che rappresenta oggi una delle piaghe dei paesi più industrializzati, è un fenomeno che la letteratura (tranne alcuni studiosi) ha tralasciato, data anche la difficoltà palese di andare a reperire dati specifici nei vari livelli del sistema agroalimentare. Questo lavoro tende ad accendere ancor di più un campanello d allarme sulla situazione nazionale e mondiale e si pone come obiettivo la diffusione e l implementazione di modelli di recupero di alimenti che in alternativa andrebbero sprecati. L elaborato e costituito da una serie di approfondimenti che partono dall analisi della povertà alimentare e del bisogno, definendola nelle sue peculiarità, individuando quelle che sono le condizioni di indigenza in un contesto extranazionale che poi tende a focalizzare il suo obiettivo a livello nazionale con un analisi della scarsità,degli sprechi e degli interventi effettuati. Segue una trattazione che va ad analizzare nel dettaglio le fasi dello spreco alimentare all interno del sistema agroalimentare passando dalla produzione agricola, all Industria , alla distribuzione per ultimare l analisi sul consumatore finale. Lo studio procede con un analisi delle politiche statali di intervento effettuate dagli Enti preposti in sinergia con le organizzazioni caritatevoli andando ad esaminare due esperienze rappresentative del mondo del non profit come la Fondazione Banco Alimentare creata da Don Giussani e il Last Minute Market sviluppato dal professore Segrè dell Università di Bologna. Acune considerazioni conclusive sintetitizzano evidenziare alcuni caratteri rappresentativi degli interventi che attraverso la rete di iniziative onlus vengono attuati in Italia a beneficio dei soggetti esposti al fenomeno della povertà alimentare mediante il recupero degli sprechi. . Per un ente o associazione che si occupa di sostegno alimentare verso persone disagiate, l acquisto quotidiano di generi alimentari da destinare all'a¬limentazione degli assistiti è molto oneroso, e rappresenta solitamente la pri¬ma voce di costo, spesso sovvenzionata da enti comunali, benefattori o fonda¬zioni. Il recupero degli sprechi alimentari a favore di fasce della popolazione in difficoltà può essere vista come un opportunità per considerare questi due problemi in maniera congiunta risolvendo contemporaneamente il fallimento economico e il fallimento sociale.
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Cavero, Vanessa, Cynthia Lodwig, Gabriela Lulli y Romina Tejada. "La ortorexia: Un nuevo reto para los profesionales de la salud". Sociedad Latinoamericana de Nutrición, 2015. http://hdl.handle.net/10757/611639.

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Neves, Fabricia Junqueira das. "Mortalidade por cancer de colon e reto e perfil de consumo alimentar em capitais brasileiras". Rio de Janeiro : [s.n.], 2002. http://portalteses.cict.fiocruz.br/transf.php?script=thes%5Fcover&id=000097&lng=pt&nrm=iso.

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7

Souza, Luiza de Marilac de. "Fatores associados ?? inseguran??a alimentar nos domic??lios da Regi??o Nordeste do Brasil, 2004". reponame:Repositório Institucional da FJP, 2009. http://www.repositorio.fjp.mg.gov.br/handle/123456789/220.

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Submitted by Gustavo Gomes (gustavolascasas@gmail.com) on 2013-11-07T11:32:54Z No. of bitstreams: 2 Fatores associados ?? inseguran??a alimentar nos domic??lios.pdf: 453617 bytes, checksum: 2da269b208826108d4cdf8c027050d31 (MD5) license_rdf: 23599 bytes, checksum: 9e2b7f6edbd693264102b96ece20428a (MD5)
Approved for entry into archive by Roger Guedes (roger.guedes@fjp.mg.gov.br) on 2013-11-08T16:34:45Z (GMT) No. of bitstreams: 2 Fatores associados ?? inseguran??a alimentar nos domic??lios.pdf: 453617 bytes, checksum: 2da269b208826108d4cdf8c027050d31 (MD5) license_rdf: 23599 bytes, checksum: 9e2b7f6edbd693264102b96ece20428a (MD5)
Made available in DSpace on 2013-11-08T16:34:45Z (GMT). No. of bitstreams: 2 Fatores associados ?? inseguran??a alimentar nos domic??lios.pdf: 453617 bytes, checksum: 2da269b208826108d4cdf8c027050d31 (MD5) license_rdf: 23599 bytes, checksum: 9e2b7f6edbd693264102b96ece20428a (MD5) Previous issue date: 2009
Funda????o Jo??o Pinheiro
Inseguran??a alimentar pode ser definida como a limita????o ou a incerteza de se ter acesso a alimentos adequados, em qualidade e quantidade suficientes, sem que essa restri????o possa, necessariamente, afetar as condi????es biol??gicas dos indiv??duos. Neste trabalho, o objetivo central ?? investigar quais os principais fatores associados ?? inseguran??a alimentar e ?? inseguran??a alimentar com fome, tendo como universo de an??lise a Regi??o Nordeste. Os dados utilizados foram provenientes da PNAD 2004, representativos de uma popula????o composta de 12.531.052 domic??lios. Utilizou-se a regress??o log??stica de resposta bin??ria para avaliar os fatores associados ?? inseguran??a alimentar e ?? inseguran??a alimentar com fome. Todas as an??lises foram estratificadas por situa????o censit??ria (rural/urbano). Observou-se, conforme esperado, que a renda domiciliar esteve fortemente associada ?? inseguran??a alimentar e ?? inseguran??a alimentar com fome nos domic??lios da Regi??o Nordeste, independentemente da situa????o censit??ria. Quanto menor a renda, maior a chance de inseguran??a alimentar e de inseguran??a alimentar com fome. Para os domic??lios urbanos a gama de fatores associados ?? inseguran??a alimentar e ?? inseguran??a alimentar com fome s??o em maior n??mero, abrangendo tanto as caracter??sticas do domic??lio, como as da pessoa de refer??ncia. J?? no rural, predominam os fatores diretamente associados ao acesso, preparo e conserva????o dos alimentos (esta ??ltima vari??vel ??? descrita pela presen??a de geladeira ??? apenas para a inseguran??a alimentar). Um resultado que merece ser ressaltado ?? a contribui????o positiva da presen??a de crian??as e adolescentes para que o domic??lio n??o esteja em inseguran??a alimentar com fome, o que pode estar associado a um maior direcionamento dos recursos dispon??veis para garantir as necessidades alimentares dos membros do domic??lio.
Food insecurity is the limitation or uncertainty of having access to adequate food in sufficient quantity and quality. The aim of the present study was to investigate the main factors that were associated with food insecurity and food insecurity with hunger. The analyses were done for the Northeast, Brazil. Data used were from PNAD 2004, representing a population of 12,531,052 households. Logistic regressions of binary response were used in order to evaluate factors associated with food insecurity and food insecurity with hunger. All analyses were stratified by rural/urban situation. Household income was highly and strongly associated with food insecurity and food insecurity with hunger in households in the Northeast, regardless of the rural/urban situation. The lower the income the higher the odds of food insecurity and food insecurity with hunger. For urban households, a higher number of factors (related both to the characteristics of the household and the person in charge of the household) were associated with food insecurity and food insecurity with hunger as compared to urban households. In rural areas, factors directly associated with access, preparation and storage of food revealed significance. A result to be emphasized is that there was a negative association between the presence of children and adolescents and food insecurity with hunger. This finding can be related to the increased targeting of available resources to ensure that the household members could have enough to eat.
Pessoa, fam??lia e sociedade
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Neves, Fabrícia Junqueira das. "Mortalidade por câncer de colon e reto e perfil de consumo alimentar em capitais brasileiras". reponame:Repositório Institucional da FIOCRUZ, 2002. https://www.arca.fiocruz.br/handle/icict/4985.

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Made available in DSpace on 2012-09-06T01:11:46Z (GMT). No. of bitstreams: 2 license.txt: 1748 bytes, checksum: 8a4605be74aa9ea9d79846c1fba20a33 (MD5) 483.pdf: 2249736 bytes, checksum: 5a335e459f5cdbc6fcbe3ec5aa9105ef (MD5) Previous issue date: 2002
No Brasil, os tumores de cólon e reto estão entre as cinco localizações anatômicas mais importantes em termos de mortalidade, para ambos os sexos. A etiologia do câncer de cólon e reto é complexa e vários fatores estão envolvidos na sua gênese, entre eles, os fatores da dieta. O Brasil apresenta perfil alimentar heterogêneo nas suas regiões geográficas. Com o objetivo de descrever o padrão de mortalidade por câncer de cólon e reto nas capitais brasileiras, no período de 1980-1997, foram utilizados os óbitos por câncer de cólon (153.0 - 153.9, na CID 9 e C18.9, na CID 10) e reto (154.1, na CID 9 e C19 e C20, na CID 10), de indivíduos de ambos os sexos, residentes nas capitais dos estados brasileiros. Estes dados foram correlacionados com perfis de consumo alimentar e renda média do chefe de família, obtidos no ENDEF e no Censo Demográfico do IBGE. A tendência das taxas de mortalidade por câncer de cólon e reto foi analisada com base no percentual médio anual de variação, e as correlações entre consumo alimentar e renda média do chefe de família e mortalidade por essa neoplasia foram analisadas por regressão linear simples e múltipla. As maiores taxas de mortalidade padronizadas por câncer de cólon/reto foram observadas nas regiões Sul e Sudeste, variando entre 8,03 e 10,71 no período 1980-1997, sendo que Porto Alegre (11,86, triênio 1995/97), Curitiba (9,41), São Paulo (10,83) e Rio de Janeiro (9,58) apresentaram as maiores magnitudes de taxas. Todas as regiões apresentaram uma tendência de incremento da mortalidade por câncer de cólon/reto, no período 1980-1997. O sexo masculino apresentou taxas mais elevadas, nas capitais das regiões sul e sudeste, com razão homem/mulher variando entre 1,01 e 1,28, no triênio 1995/97. A análise isolada do câncer de cólon e reto mostrou um comportamento semelhante, sendo que as taxas de mortalidade padronizadas foram maiores para o câncer de cólon e apresentaram maior percentual médio anual de incremento, ano período analisado. As diferenças das taxas de mortalidade por câncer de cólon e reto nas capitais, poderiam ser explicadas pela variação do total calórico e do consumo de carnes e legumes/frutas. O modelo multivariado final foi capaz de explicar 92 por cento da variação das taxas de mortalidade padronizadas por câncer de cólon e reto, nas capitais estudadas.
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Spanu, Marcello. "Analisi dei consumi energetici del comprensorio Corticella di Bologna, alimentato dalla rete di teleriscaldamento". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3963/.

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Pannullo, Virginia Clarissa. "Impatto della logistica nella scelta ubicazionale di impianti produttivi nell’industria alimentare: il caso Camst". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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In questo lavoro di tesi ci si è occupati di indagare l’impatto della logistica, nell’industria alimentare, su decisioni riguardanti l’ubicazione di impianti produttivi. Le scelte di localizzazione sono in grado di incidere significativamente sui costi delle attività e sulla capacità di rispondere efficacemente alle esigenze dei clienti. In generale, quando si devono prendere decisioni di questo tipo, si cerca di minimizzare i costi, che cambiano a seconda del sito, e di massimizzare i ricavi e il servizio al cliente. Nel settore dell’industria alimentare, in cui incidono fortemente fattori igienici e di deperibilità, la logistica diventa una leva strategica molto importante. Lo studio si concentrerà sulla rete di distribuzione alla fine della catena del valore, che solleva problemi di ottimizzazione combinatoria per individuare quali e quanti “attori” aprire, quale domanda soddisfare e i percorsi veicolo che forniscono ai clienti. L’analisi e la risoluzione di problemi di questo tipo rende necessario il ricorso a modelli matematici di ottimizzazione combinatoria. Questa tesi nasce con l’obiettivo di analizzare la realtà aziendale legata alla gestione della rete logistica distributiva di Camst Soc. Coop. a r.l., nota azienda italiana che opera nel settore della ristorazione: collettiva, commerciale, catering e fieristica. Inizialmente, si fornisce una visione d’insieme relativamente alla situazione AS-IS che caratterizza la gestione del network di un’area presa a riferimento, in modo da comprendere appieno l’impatto decisionale della logistica sull’ubicazione di impianti nell’industria alimentare. Con le successive proposte di scenari TO-BE, si presenta lo sviluppo e l’applicazione di strumenti di supporto alle decisioni (Decision Support System). L’obiettivo ultimo dell’elaborato è pertanto lo sviluppo, la modellazione e la validazione di strumenti quantitativi per l’analisi e la riprogettazione di reti logistiche nella ristorazione collettiva.
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Rocha, Cleber Bastos. "Exigências alimentares de fósforo em duas espécies nativas: peixe-rei (Odontesthes bonariensis) e jundiá (Rhamdia quelen)". Universidade Federal de Pelotas, 2012. http://repositorio.ufpel.edu.br/handle/ri/2614.

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Made available in DSpace on 2014-08-20T14:38:48Z (GMT). No. of bitstreams: 1 tese_cleber_bastos_rocha.pdf: 1560103 bytes, checksum: fabf749e97922e7d380da17b66a26b52 (MD5) Previous issue date: 2012-04-13
To determine the requirements for total phosphorus in the diet of the pejerrey (Odontesthes bonariensis) and silver catfish (Rhamdia quelen) were formulated two purified diets (basal diet with low levels of total phosphorus) and two practical diets (with conventional ingredients used in diets of fish). The purified diet for juvenile pejerrey showed levels of total phosphorus concentrations of 0.09, 0.27, 0.57 and 0.83% for juvenile silver catfish and 0.04, 0.30, 0.47 and 0.70%. The basal practical diet showed level of 0.76% at total phosphorus, and the others supplemented with dicalcium phosphate resulted in levels of 0.90, 1.20, 1.97%.In all the experiments were evaluated for yield performance variables such as weight gain, length, specific growth rate and survival. At the end of the experiment was conducted analysis of body composition. In fish subjected to different levels of phosphorus in purified diets were determined the mineral composition of calcium, phosphorus, magnesium and potassium in the bones and scales. To juveniles pejerrey levels of 0.43% of total phosphorus result in better performance, however to maximize mineral deposition are required 0.63% of total phosphorus. The use of with practical diets at least 0.76% of phosphorus not needs supplementation with phosphate. With respect to juvenile silver catfish phosphorus levels resulting in better performance were 0.53 based purified diet the requirement of phosphorus for juvenile silver catfish is 0.53% for a good productive performance. Practical diets with at least 0.76% of total phosphorus do not need supplementation of phosphate, it does not improve the growth of juvenile silver catfish. Purified diet based on the requirement of phosphorus for juveniles of silver catfish is 0.53% for a good productive performance. Practical diets with at least 0.76% of total phosphorus do not need supplementation of phosphate, because it does not improve the growth of juvenile silver catfish.
Para determinação das exigências de fósforo total na dieta do peixe-rei (Odontesthes bonariensis) e do jundiá (Rhamdia quelen) foram formuladas duas dietas semi-purificadas (dieta basal com baixos níveis de fósforo total) e duas dietas práticas (com ingredientes convencionais utilizados nas rações de peixes). A dieta purificada para os juvenis de peixe-rei apresentou níveis de fósforo total nas concentrações de 0,09, 0,27, 0,57 e 0,83% e para juvenis de jundiá 0,04, 0,30, 0,47 e 0,70%. A dieta prática apresentou nível de 0,76% de fósforo total, sendo as demais suplementadas com fosfato bicálcico resultando em níveis de 0,90, 1,20, 1,97%. Em todos os experimentos foram avaliados as variáveis de desempenho produtivo como ganho de peso, comprimento total, taxa de crescimento específico e sobrevivência. Ao término do período experimental realizou-se análise de composição química corporal. Nos peixes submetidos a diferentes níveis de fósforo em dietas semi-purificadas foi determinada a composição mineral de cálcio, fósforo, magnésio e potássio nos ossos e escamas. Para os juvenis de peixe-rei níveis de 0,43% de fósforo total resultaram em melhor desempenho produtivo, entretanto para maximizar a deposição mineral foram requeridos 0,63% de fósforo total. A utilização de uma dieta prática com no mínimo 0,76% de fósforo total não necessita suplementação com fosfato. Baseado na dieta purificada a exigência de fósforo total para juvenis de jundiá foi de 0,53% para um bom desempenho produtivo. Dietas práticas com pelo menos 0,76% de fósforo total não necessitam de suplementação de fosfato, pois não melhoraram o crescimento de juvenis de jundiá.
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Freitas, Jessicley Ferreira de. "Caracteriza??o s?cio-demogr?fica, ocupacional e de forma??o profissional de manipuladores de alimentos e bebidas em uma capital da regi?o nordeste do Brasil". Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2013. http://repositorio.ufrn.br:8080/jspui/handle/123456789/13299.

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Universidade Federal do Rio Grande do Norte
Os manipuladores de alimentos e bebidas exercem papel fundamental na transmiss?o das Doen?as Transmitidas por Alimentos- DTAS, de forma que o presente estudo objetivou analisar uma popula??o de trabalhadores do segmento de alimentos e bebidas participantes de processo formativo com foco nos perfis s?cio-demogr?fico, ocupacional e de forma??o em uma capital da regi?o nordeste do Brasil. Avaliou-se 116 manipuladores de alimentos e bebidas participantes de processo formativo de qualifica??o profissional junto a Escola de Hotelaria e Turismo- Barreira Roxa do Estado do RN localizada na regi?o nordeste do Brasil, no per?odo de janeiro a julho de 2010. Utilizou-se question?rio estruturado contendo quest?es referentes aos aspectos s?cios demogr?ficos, ocupacionais e de forma??o profissional. Observou-se que 51% da amostra eram mulheres com idade m?dia de 30?8,2 anos; 78% possu?am o ensino m?dio completo, 88,8% dos sujeitos n?o apresentavam forma??o t?cnica para a fun??o exercida e 57% trabalhavam como promotores de vendas em supercados. Al?m disto, apresentou-se um alto turn over entre os participantes. Os resultados apontam a presen?a de trabalhadores sem ascens?o profissional e escolar atuando no segmento de alimentos. Portanto, h? a necessidade de programas de qualifica??o aliadas a a??es diversas que contribuam para a produ??o de alimentos seguros
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Reis, Luis Rog?rio Godinho dos. "Dieta de duas esp?cies de peixes da fam?lia Cichlidae (Actinopterygii ? Perciformes) na regi?o do aproveitamento el?trico de estreito: Rio Tocantins, Ma". Universidade Estadual de Feira de Santana, 2013. http://localhost:8080/tede/handle/tede/142.

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Submitted by Ricardo Cedraz Duque Moliterno (ricardo.moliterno@uefs.br) on 2015-07-31T21:05:08Z No. of bitstreams: 1 Disserta??o Final_Luis Rog?rio.pdf: 923746 bytes, checksum: ea087faabdb4f49cb27f0e415afb0a25 (MD5)
Made available in DSpace on 2015-07-31T21:05:08Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Disserta??o Final_Luis Rog?rio.pdf: 923746 bytes, checksum: ea087faabdb4f49cb27f0e415afb0a25 (MD5) Previous issue date: 2013-02-04
The inclusion of artificial barriers in freshwater ecosystems can trigger ecological, economic and social processes, affecting them. The food plasticity is an adaptive feature to the new environment, it is expected that the food of fish species under modified atmospheres follows changes in nutrient availability in the environment. To evaluate whether among the different phases of construction of Estreito barrage, Tocantins River, MA there are differences in the dietary habits of the family Cichlidae, collecting expeditions were conducted from November 2009 to 2010, (river stage) and November 2010 to April 2011 (filling phase), with an average duration of 10 days per year. The food items of dominant cichlid were analyzed using frequency and volume index, combined in Alimentary Index(IAI). The Shannon index was used to evaluate the diversity of items and classification of trophic guild. Significant differences in amplitude niche between the river and filler phases were verified by testing Hutcheson. Among cichlids found in fishes and alga influences barrage area, Geophagus proximus and Cichla proximus piquiti were dominant, being examined 26 specimens of Geophagus proximus in river stage and 6 specimens in filling stage, with results suggesting an omnivorous diet, predominantly f item in river stage and insects item for filling phase. The Cichla piquiti were examined 28 specimens in river stage and 32 specimens during stage filling, suggesting a piscivorous diet in both phases of the barrage. The number of food categories ranged between 09, during river phase and 08 the filling phase to Ciclha piquiti and between 14 during river phase and 12 the filling phase to Geophagus proximus. The test of difference in niche amplitude between the two phases revealed a nonsignificant difference for Cichla piquiti and significant for Geophagus proximus. It is concluded that the change in the hydrological regime caused by different stages in construction of the Estreito barrage (river and filling) led to changes in dietary habits in only one of two species of fish of the Cichlidae family in the region. Cichla piquiti presented itself more specialized as to its feed, preserving the two phases of the barrage piscivorous habit as that Geophagus proximus proved to have a greater trophic plasticity, having a greater amount of food items and diversifying them, in the two phases of the barrage, but not diversifying its trophic guild.
A inclus?o de barreiras artificiais em ecossistemas aqu?ticos continentais pode desencadear processos com repercuss?es ecol?gicas, econ?micas e sociais. A plasticidade alimentar ? uma caracter?stica ? adapta??o ao novo ambiente, esperando-se que a alimenta??o de esp?cies de peixes em ambientes modificados acompanhe as mudan?as na disponibilidade de nutrientes do ambiente. Para avaliar se entre as diferentes fases de constru??o da Barragem de Estreito, Rio Tocantins, MA houve diferen?as no h?bito alimentar em duas esp?cies de peixes (Geophagus proximus e Cichla piquiti) da fam?lia Cichlidae, expedi??es de coleta foram realizadas de novembro de 2009 a 2010, (fase rio) e novembro de 2010 a abril 2011(fase enchimento), com dura??o m?dia de 10 dias por campanha. Os itens alimentares de cicl?deos dominantes foram analisados pelo m?todo de freq??ncia de ocorr?ncia e ?ndice volum?trico, combinados no ?ndice de Import?ncia Alimentar (IAI). O ?ndice de Shannon foi usado para avalia??o da diversidade de itens e classifica??o de guilda tr?fica. As diferen?as significativas na amplitude de nicho entre as fases rio e enchimento foram verificadas atrav?s do teste de Hutcheson. Entre os Cicl?deos encontrados na ?rea de influ?ncia da Barragem, Geophagus proximus e Cichla piquiti foram dominantes, com os resultados sugerindo uma dieta on?vora, com predomin?ncia de peixes e algas para a fase rio e de insetos para a fase enchimento. O n?mero de categorias alimentares variou entre 09 na fase rio e 08 na fase enchimento para Ciclha piquiti e entre 14 na fase rio e 12 na fase enchimento para Geophagus proximus. O teste de diferen?a de amplitude de nicho entre as duas fases revelou uma diferen?a n?o significativa para Cichla piquiti e significativa para Geophagus proximus. Conclui-se neste trabalho que a mudan?a no regime hidrol?gico causado pelas diferentes fases de constru??o da Barragem de Estreito (rio e enchimento) causou modifica??es nos h?bitos alimentares das duas esp?cies de peixes da fam?lia Cichlidae da regi?o. Cichla Piquiti revelou-se mais conservativa quanto a sua alimenta??o, apresentando poucas modifica??es em sua dieta nas duas fases da barragem enquanto Geophagus proximus revelou ter uma maior plasticidade tr?fica, tendo uma maior quantidade de itens alimentares e com varia??es nos itens dominantes entre as duas fases da barragem, por?m n?o variando sua guilda tr?fica.
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CAVANNA, PAOLA. "Lavoro forzato e altre forme di sfruttamento nel settore agro-alimentare: una strategia preventiva". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19075.

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Resumen
La tesi si concentra sulla prevenzione dello sfruttamento lavorativo nel settore agro-alimentare. L’Italia è tenuta costantemente al centro delle riflessioni per offrire esempi puntuali, costantemente ‘situati’ all’interno di una visione globale, al crocevia tra il mercato del lavoro e le politiche migratorie. Lo studio criminologico del fenomeno è stato il punto di partenza per testare la capacità di prevenzione e contrasto dell’attuale sistema giuridico, analizzato secondo una logica stadiale. Facendo tesoro delle indicazioni provenienti dalla letteratura sociologica e dalla moderna vittimologia, la parte conclusiva è interamente dedicata alla proposta di una strategia di prevenzione/regolazione ispirata al dinamismo politico criminale introdotto dalla responsive regulation di John Braithwaite. Mettendo a sistema risposte innovative e buone pratiche, la tesi elabora specifiche raccomandazioni di policy, servendosi anche dei rami non penalistici dell’ordinamento giuridico. Una tale politica criminale multi-livello dovrebbe, prima di tutto, rafforzare il rifiuto sociale di qualsiasi forma di sfruttamento, sapientemente e gradualmente impiegando un variegato strumentario sanzionatorio al fine di costruire la conformità mediante il consenso ai precetti (auto-regolazione imposta, sanzioni amministrative con ‘messa alla prova’ e sanzioni penali come extrema ratio). L’analisi comparata delle legislazioni più innovative ha svolto un ruolo cruciale per l’elaborazione di una tale proposta.
The thesis focuses on the prevention of labour exploitation, specifically targeting the agri-food sector. Italy is at the centre of the reflection to provide for tangible examples within a global perspective, at the intersection of labour market and migration policies. A better knowledge of the phenomenon and its complexities has been the starting point for examining the ability of the current (intertwined) legal framework to deal with employers who breach the rules, from low-level non-compliance to serious criminality (i.e. slavery and trafficking). Accordingly, a preventive strategy has been designed bringing the theoretical framework of responsive regulation (Ayres-Braithwaite 1992) into the research on labour exploitation, in turn conceptualised as a form of corporate crime. Building further on existing ‘good’ laws and practices, specific policy recommendations have been provided utilizing all fields of law. Such a hybrid criminal policy should start by strengthening society’s rejection to any form of labour exploitation, strategically rising to more punitive remedies for the purpose of building compliance (i.e. mandated self-regulation, administrative sanctions with ‘corporate probation’ and criminal law as last resort). In doing so, a main contribution has come from comparative analysis.
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CAVANNA, PAOLA. "Lavoro forzato e altre forme di sfruttamento nel settore agro-alimentare: una strategia preventiva". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19075.

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La tesi si concentra sulla prevenzione dello sfruttamento lavorativo nel settore agro-alimentare. L’Italia è tenuta costantemente al centro delle riflessioni per offrire esempi puntuali, costantemente ‘situati’ all’interno di una visione globale, al crocevia tra il mercato del lavoro e le politiche migratorie. Lo studio criminologico del fenomeno è stato il punto di partenza per testare la capacità di prevenzione e contrasto dell’attuale sistema giuridico, analizzato secondo una logica stadiale. Facendo tesoro delle indicazioni provenienti dalla letteratura sociologica e dalla moderna vittimologia, la parte conclusiva è interamente dedicata alla proposta di una strategia di prevenzione/regolazione ispirata al dinamismo politico criminale introdotto dalla responsive regulation di John Braithwaite. Mettendo a sistema risposte innovative e buone pratiche, la tesi elabora specifiche raccomandazioni di policy, servendosi anche dei rami non penalistici dell’ordinamento giuridico. Una tale politica criminale multi-livello dovrebbe, prima di tutto, rafforzare il rifiuto sociale di qualsiasi forma di sfruttamento, sapientemente e gradualmente impiegando un variegato strumentario sanzionatorio al fine di costruire la conformità mediante il consenso ai precetti (auto-regolazione imposta, sanzioni amministrative con ‘messa alla prova’ e sanzioni penali come extrema ratio). L’analisi comparata delle legislazioni più innovative ha svolto un ruolo cruciale per l’elaborazione di una tale proposta.
The thesis focuses on the prevention of labour exploitation, specifically targeting the agri-food sector. Italy is at the centre of the reflection to provide for tangible examples within a global perspective, at the intersection of labour market and migration policies. A better knowledge of the phenomenon and its complexities has been the starting point for examining the ability of the current (intertwined) legal framework to deal with employers who breach the rules, from low-level non-compliance to serious criminality (i.e. slavery and trafficking). Accordingly, a preventive strategy has been designed bringing the theoretical framework of responsive regulation (Ayres-Braithwaite 1992) into the research on labour exploitation, in turn conceptualised as a form of corporate crime. Building further on existing ‘good’ laws and practices, specific policy recommendations have been provided utilizing all fields of law. Such a hybrid criminal policy should start by strengthening society’s rejection to any form of labour exploitation, strategically rising to more punitive remedies for the purpose of building compliance (i.e. mandated self-regulation, administrative sanctions with ‘corporate probation’ and criminal law as last resort). In doing so, a main contribution has come from comparative analysis.
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Pilati, Francesco. "Multi-objective Models and Methods for Design and Management of Sustainable Logistic Systems". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424337.

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Resumen
Logistics is typically defined as the design and operation of the physical, managerial and informational systems needed to allow goods to overcome space and time. Traditional models and methods for logistic system design and management focus on the optimization of the techno-economic performances. However, logistic activities are distinguished by a huge environmental impact. For instance, the final energy consumption for freight transportation reached in recent years the alarming value of 13% of the total end-use energy worldwide, equal to 40 EJ per year. Thus, innovative techniques for logistic system design and management have to guarantee these system overall sustainability not only from a technical and economic perspective but also from an environmental viewpoint. To this end, multi-objective optimization is of strong help. This is a mathematical programming technique to systematically and simultaneously optimize a collection of objective functions, often conflicting among them. Considering this scenario, aim of this Ph.D. thesis is to develop, propose and validate innovative multi-objective models and methods for design and management of sustainable logistic systems simultaneously optimizing the system technical performance, economic profitability and environmental impact. The developed models fully manage the material flow from suppliers to assembly or manufacturing areas and from these to final customers through the distribution, storage and retrieving activities among and within the logistic actors. An original decision support system is proposed to jointly minimize the operating cost, carbon footprint and delivery time in the design of multi-modal multi-level distribution networks considering the most relevant features of the delivered products. Concerning warehousing systems, both design and operation problems are tackled. A multi-objective optimization model is developed to determine the warehouse building configuration, namely length, width and height, which simultaneously minimizes travel time, total cost and carbon footprint objective functions. These two latter are estimated through a lifecycle approach. All the activities related to warehouse building installation and operating phases are evaluated both from an economic and an environmental perspective. Warehousing system operation is analyzed by means of storage assignment strategy. A time and energy based strategy is proposed to jointly minimize the travel time and the energy required by the material handling vehicles to store and retrieve the unit loads. Proper vehicle motion configuration and unit load features are considered to accurately model the objective functions. Finally, the presented models and methods are tested and validated against case studies from the food and beverage industry. The results demonstrate that a tremendous environmental impact reduction is possible at negligible technical and economic performance worsening.
La logistica viene tipicamente definita come l’insieme di quelle attività di progettazione e gestione di sistemi fisici ed informativi necessari per consentire alle diverse tipologie di merci di superare lo spazio ed il tempo. I modelli ed i metodi tradizionali per la progettazione e gestione dei sistemi logistici si focalizzano sull’ottimizzazione delle prestazioni tecnico-economiche. Tuttavia, le attività logistiche si contraddistinguono per un elevato impatto ambientale. Solo per citare un esempio, il consumo di energia per il trasporto merci ha raggiunto negli ultimi anni il 13% dell’energia complessivamente utilizzata su scala mondiale, pari cioè a 40 EJ annui. Gli approcci innovativi per la progettazione e gestione di sistemi logistici devono necessariamente garantire la loro sostenibilità non solo da un punto di vista tecnico ed economico, ma anche da quello ambientale. A tal fine, l’ottimizzazione multi-obiettivo è di notevole aiuto. Questo metodo di programmazione matematica permette di ottimizzare sistematicamente e simultaneamente un insieme di funzioni obiettivo spesso contrastanti tra loro. Alla luce di questo scenario, lo scopo di questa tesi di dottorato è quello di sviluppare, proporre e validare modelli e metodi multi-obiettivo innovativi per la progettazione e la gestione di sistemi logistici sostenibili ottimizzando contemporaneamente le loro prestazioni tecniche, economiche ed ambientali. I modelli sviluppati permettono di gestire nella sua interezza il flusso di materiali dai fornitori ai reparti di fabbricazione o assemblaggio e da questi ai clienti finali attraverso le necessarie attività di distribuzione, stoccaggio e prelievo all’interno e tra gli attori della catena logistica. E’ stato sviluppato un sistema per il supporto decisionale atto a minimizzare contemporaneamente il costo operativo, la carbon footprint ed il tempo di trasporto di reti distributive multi-livello e multi-modali prendendo in considerazione le più importanti caratteristiche dei prodotti trasportati. Per quanto riguarda i sistemi di immagazzinamento e stoccaggio, questa tesi affronta sia le tematiche di progettazione sia quelle operative. Un modello di ottimizzazione multi-obiettivo è proposto per definire la configurazione degli edifici atti allo stoccaggio merci, ovvero la loro lunghezza, larghezza ed altezza, al fine di minimizzare il tempo di prelievo, il costo totale e la carbon footprint. Queste ultime due funzioni obiettivo sono state valutate considerando l’intero ciclo di vita del magazzino. Tutte le attività relative alle fasi di installazione ed esercizio dell’edificio vengono contabilizzate sia da un punto di vista economico che ambientale. Per quanto concerne la gestione operativa di un sistema di immagazzinamento, questa tesi affrontata il problema dell’assegnazione dei prodotti ai vani di stoccaggio. Si è definito un modello di ottimizzazione multi-obiettivo per minimizzare contestualmente il tempo e l’energia necessari alle attività di prelievo e stoccaggio. Per modellare opportunamente le funzioni obiettivo temporali ed energetiche sono stati valutati accuratamente sia i profili di moto dei veicoli per lo stoccaggio merce sia le caratteristiche dei prodotti da immagazzinare. Per concludere, i modelli ed i metodi presentati sono stati validati e testati con casi studio provenienti dall’industria alimentare. I risultati ottenuti dimostrano come sia possibile ridurre drasticamente l’impatto ambientale di questi sistemi logistici a scapito di un trascurabile peggioramento delle prestazioni tecnico ed economiche.
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Santos, Marina Aparecida dos. "Relação de polimorfismos nos genes da perilipina 1, visfatina, resistina e grelina com a resposta a um programa de orientação nutricional para a redução de peso corporal". Universidade de São Paulo, 2017. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/9/9142/tde-20122017-150812/.

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Resumen
A obesidade é causada pelo desequilíbrio entre a ingestão alimentar e o gasto energético corporal, com o armazenamento de energia na forma de gordura, no tecido adiposo. A obesidade causa alterações metabólicas, como resistência à insulina e dislipidemia, além de aumento de adipocinas e citocinas pró-inflamatórias. Este trabalho investigou a influência de polimorfismos nos genes da perilipina 1 (PLINl), visfatina (NAMPT) , resistina (RETN) e grelina (GHRL) na adiposidade e no perfil metabólico e inflamatório, antes e após um programa de orientação nutricional. Foram selecionados indivíduos obesos (OB, n=214), sobrepeso (SOB, n=71) e não obesos (NOB, n=69), com idade de 30 a 70 anos. Foram obtidos dados clínicos, antropométricos e de composição corporal. O recordatório de 24h foi aplicado a 87 indivíduos obesos para avaliação de consumo alimentar, antes e após o programa de orientação nutricional. Foi obtido sangue para extração de DNA e para analisar parâmetros laboratoriais (perfil lipídico e glicêmico, marcadores inflamatórios e adipocinas). Polimorfismos dos genes PLINl, NAMPT, RETN e GHRL foram analisados por PCR em tempo real. O grupo OB teve perfil antropométrico alterado e risco aumentado de hipertensão, diabetes tipo 2 e dislipidemia em comparação com os grupos SOB e NOB (p<0,05). As concentrações de glicose, colesterol total, LDL colesterol, VLDL colesterol, triglicérides, apolipoproteína B (ApoB), interleucina 1β (IL-l β) e fator de necrose tumoral alfa (TNFα) foram maiores e as concentrações de HDL colesterol e apolipoproteina AI (apoAI) foram menores, no grupo OB que nos outros grupos (p<0,05). As frequências dos polimorfismos genéticos do grupo total foram similares as de outras populações. Os polimorfismos NAMPT rs1319501 C>T e rs10763861 C>T foram associados com obesidade (p<0,05). Os polimorfismos genéticos não influenciaram o perfil antropométrico do grupo total (p>0,05), mas no grupo de obesos, o polimorfismo GHRL rs4684677 T>A foi relacionado com maior porcentagem de gordura corporal (p=0,043). Após a orientação nutricional, observou-se diminuição da ingestão de calorias e do consumo de carboidratos, gorduras totais, sódio, magnésio e betacaroteno (p<0,05). Os polimorfismos genéticos não influenciaram o perfil antropométrico e o consumo alimentar de obesos, após a orientação nutricional. Em conclusão, polimorfismos dos genes NAMPT e GHRL contribuem para a adiposidade, mas não influenciam o comportamento alimentar e o perfil antropométrico, após orientação nutricional.
Obesity is caused by the imbalance between food intake and body energy expenditure, with the storage of energy in the form of fat, in adipose tissue. Obesity causes metabolic changes, such as insulin resistance and dyslipidemia, and an increase in adipokines and pro-inflammatory cytokines. This work investigated the influence of polymorphisms in the perilipine 1 (PLINI) , visfatin (NAMPT) , resistin (RETN) and ghrelin (GHRL) genes on adiposity and metabolic and inflammatory profile, before and after a nutritional orientation programo Obese (OB, n=214), overweight (SOB, n=71) and nonobese subjects (NOB, n=69), aged 30 to 70 years, were selected. ClinicaI, anthropometric and body composition data were obtained. The 24-hour dietary recall was applied to 87 obese subjects to eva1uate food intake before and after the nutritiona1 orientation programo Blood was obtained for DNA extraction and to analyze 1aboratory parameters (lipid and glycemic profile, inflammatory markers and adipokines). Po1ymorphisms of the PLINI, NAMPT, RETN and GHRL genes were analyzed by real-time PCR. The OB group had altered anthropometric profile and increased risk for hypertension, type 2 diabetes and dyslipidemia in comparison with SOB and NOB groups (p <0.05). Concentrations of glucose, total cholesterol, LDL cholesterol, VLDL cholesterol, triglycerides, apolipoprotein B (ApoB), interleukin 1β (IL-1β) and tumor necrosis factor alpha (TNFα) were higher and the concentrations ofHDL cholesterol and apolipoprotein AI (apoAI) were lower in the OB than in the other groups (p <0.05). The frequencies of the genetic polymorphisms of the total group were similar to those of other populations. NAMPT rs1319501 C> T and rs10763861 C> T polymorphisms were associated with obesity (p <0.05). Genetic polymorphisms did not influence the anthropometric profile ofthe total group (p> 0.05), but in the obese group, the GHRL rs4684677 T> A polymorphism was related to a higher body fat percentage (p = 0.043). After nutritional orientation, a decrease in calorie intake and in the consumption of carbohydrates, total fats, sodium, magnesium and beta-carotene CP <0.05) were observed. Genetic polymorphisms did not influence the anthropometric profile and the dietary intake of obese individuaIs after nutritional orientation. In conclusion, NAMPT and GHRL gene polymorphisms contribute to adiposity but do not influence dietary behavior and anthropometric profile after nutritional orientation.
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BIGNAZZI, SARAH. "IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE FRA "DIRITTO EMOTIVO" E "RIGORE SCIENTIFICO"". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/681.

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Resumen
Nell’odierna società postmoderna la percezione di insicurezza ha condotto l’opinione pubblica a manifestare pressanti esigenze di maggior tutela rispetto a potenziali fonti di rischio, la cui effettiva pericolosità non è ancora stata oggetto di accertamento. A tal fine è stato elaborato a partire dagli anni Sessanta il principio di precauzione che è stato progressivamente recepito sia a livello internazionale, sia (successivamente) a livello nazionale, con particolare riferimento alla tutela dei beni giuridici ambiente e salute. Oggetto di valutazione nella presente tesi è innanzitutto l’eventuale base scientifica dello stesso principio di precauzione e la necessaria valutazione del rischio, prodromica alla sua applicazione. Dopo di che è stata esaminata la compatibilità del principio di precauzione con l’attuale sistema penale italiano, ed in particolare con i criteri di accertamento richiesti per la sussistenza del nesso di causalità, con gli elementi che compongono la struttura dei reati di pericolo (astratto e concreto) ed infine con l’elemento soggettivo colposo. Si è inoltre esaminato un caso paradigmatico di applicazione del principio di precauzione nel diritto penale, con riguardo alla fattispecie codicistica del getto pericoloso di cose ex art. 674 c.p. Un caso «esemplare» di applicazione del principio di precauzione è poi rintracciabile nella disciplina in materia di sicurezza alimentare ed in particolare in quella (sia comunitaria che italiana) relativa all’impiego di organismi geneticamente modificati.
In today's postmodern society's perception of insecurity has led the public to demonstrate the pressing need for better protection against potential sources of risk, the actual risk which has not yet been investigated. To this goal, from the Sixties the precautionary principle has been progressively implemented both internationally, and (later) at the national level, with particular reference to the protection of environment and health. Evaluated in this thesis is first of all the possible scientific basis of the same principle of precaution and the necessary assessment of risk, prodromal to its application. After that has been considered the compatibility of the precautionary principle with the current Italian criminal law, particularly with the assessment criteria required for the existence of a causal link, with the elements that make up the structure of the offenses of danger (abstract and concrete) and finally with the element of subjective fault. It was also considered a paradigmatic case of application of the precautionary principle in criminal law, with regard to jet dangerous things according to the art. 674 Italian criminal code. An “exemplary” case of the application of the precautionary principle is also detectable in the discipline in terms of food safety and in particular in that (both Community and Italian) on the use of genetically modified organisms.
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BIGNAZZI, SARAH. "IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE FRA "DIRITTO EMOTIVO" E "RIGORE SCIENTIFICO"". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/681.

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Nell’odierna società postmoderna la percezione di insicurezza ha condotto l’opinione pubblica a manifestare pressanti esigenze di maggior tutela rispetto a potenziali fonti di rischio, la cui effettiva pericolosità non è ancora stata oggetto di accertamento. A tal fine è stato elaborato a partire dagli anni Sessanta il principio di precauzione che è stato progressivamente recepito sia a livello internazionale, sia (successivamente) a livello nazionale, con particolare riferimento alla tutela dei beni giuridici ambiente e salute. Oggetto di valutazione nella presente tesi è innanzitutto l’eventuale base scientifica dello stesso principio di precauzione e la necessaria valutazione del rischio, prodromica alla sua applicazione. Dopo di che è stata esaminata la compatibilità del principio di precauzione con l’attuale sistema penale italiano, ed in particolare con i criteri di accertamento richiesti per la sussistenza del nesso di causalità, con gli elementi che compongono la struttura dei reati di pericolo (astratto e concreto) ed infine con l’elemento soggettivo colposo. Si è inoltre esaminato un caso paradigmatico di applicazione del principio di precauzione nel diritto penale, con riguardo alla fattispecie codicistica del getto pericoloso di cose ex art. 674 c.p. Un caso «esemplare» di applicazione del principio di precauzione è poi rintracciabile nella disciplina in materia di sicurezza alimentare ed in particolare in quella (sia comunitaria che italiana) relativa all’impiego di organismi geneticamente modificati.
In today's postmodern society's perception of insecurity has led the public to demonstrate the pressing need for better protection against potential sources of risk, the actual risk which has not yet been investigated. To this goal, from the Sixties the precautionary principle has been progressively implemented both internationally, and (later) at the national level, with particular reference to the protection of environment and health. Evaluated in this thesis is first of all the possible scientific basis of the same principle of precaution and the necessary assessment of risk, prodromal to its application. After that has been considered the compatibility of the precautionary principle with the current Italian criminal law, particularly with the assessment criteria required for the existence of a causal link, with the elements that make up the structure of the offenses of danger (abstract and concrete) and finally with the element of subjective fault. It was also considered a paradigmatic case of application of the precautionary principle in criminal law, with regard to jet dangerous things according to the art. 674 Italian criminal code. An “exemplary” case of the application of the precautionary principle is also detectable in the discipline in terms of food safety and in particular in that (both Community and Italian) on the use of genetically modified organisms.
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Butelli, Elisa. "Strategie di Food Planning per riattivare relazioni urbano-rurali nei territori bioregionali". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1241349.

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Resumen
La tesi affronta l’argomento della pianificazione alimentare seguendo un approccio di pianificazione e progettazione bioregionalista del territorio, includendo tematiche fondative come la considerazione dei metabolismi ecologici (di cui il ciclo alimentare rappresenta un aspetto rilevante), la valorizzazione del patrimonio territoriale, del protagonismo delle società locali, incorporando nell’analisi e nelle proposte la dimensione spaziale e del paesaggio. La tesi delinea un framework di governo del territorio multisettoriale e multilivello, alternativo a quello basato sulla destrutturazione globalizzata delle reti del cibo messa in atto dagli accordi economici internazionali, finalizzato alla riattivazione delle reti locali e di conseguenza alla ri- territorializzazione sistemi agroalimentari locali e al sostegno dello sviluppo di forme di autogoverno locale. Nella prima parte viene trattato il contesto problematico relativo all’attuale food planning e dei suoi squilibri legati all'agroindustria e alla de-territorializzazione delle reti del cibo, nonché quelli connessi alla separazione tra pianificazione territoriale e programmazione rurale. La seconda parte è incentrata sull’analisi di molteplici pratiche di food movements, politiche, strumenti, progetti, esperienze di ricerca-azione che si configurano come buone pratiche in risposta alle gravi emergenze ambientali, economiche e sociali generate dal paradigma globalizzato dell’agroindustria. Nella terza parte sono trattati quattro casi studio fra il sud America (Brasile e Argentina) e l’Europa. La parte quarta è incentrata sulla sperimentazione originale di un bilancio alimentare sul territorio della Città Metropolitana di Firenze. Nella parte conclusiva vengono definiti indirizzi innovativi per la costruzione di un modello di governance alimentare declinato in ottica bioregionale con una riflessione sulle possibili ricadute della strategia proposta sui territori.
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Bevivino, Maria Luisa. "Potenzialità e limiti della rete di movimento per la sovranità alimentare: organizzazioni e strategie a confronto in Camerun". Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/811.

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