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Tesis sobre el tema "Rete imprese"

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Di, Salvatore Luca. "Il datore di lavoro nelle reti di imprese. Riflessioni su rete soggetto e rete contratto". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/73001.

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Resumen
Il lavoro è diretto ad indagare gli effetti che si producono sui rapporti di lavoro in conseguenza dell’organizzazione delle imprese in forma di rete, anche alla luce delle recenti modifiche normative, che distinguono tra reti soggetto e reti contratto. Il funzionamento del contratto di rete, che implica l’esercizio di attività economiche da parte di imprese diverse per uno scopo comune, sfruttando la complementarietà fra i loro interessi, solleva problemi non irrilevanti per l’impiego dei lavoratori dipendenti nell’ambito della rete. La rete, infatti, agisce come fattore di cambiamento dei contenuti dei rapporti di lavoro, modulando la struttura dell’obbligazione in funzione degli obiettivi condivisi dalle imprese organizzate in forma reticolare. E’ prassi comune che la condivisione delle competenze all’interno della rete comporti una certa “circolazione” delle risorse umane, talora impiegate in maniera promiscua, verso le quali sarebbero opportune politiche occupazionali condivise. Il contratto di rete allora pone sfide significative al diritto del lavoro, poiché, con la moltiplicazione delle figure di riferimento sul fronte datoriale, impone all’interprete di confrontarsi con un modello di relazioni anomalo rispetto allo schema binario lavoratore/datore di lavoro. La prima e fondamentale questione riguarda il significato del termine “codatorialità”. Si tratta di capire se la formula della codatorialità può rappresentare un utile schema ricostruttivo capace di far gravare in capo a più soggetti datoriali le responsabilità derivanti dall’impiego dei lavoratori a favore della rete, capovolgendo così il principio della bilateralità della relazione contrattuale fra datore di lavoro e lavoratore. In questa prospettiva, le imprese partecipanti al programma di rete risulterebbero responsabilizzate rispetto ai crediti dei lavoratori coinvolti, non tanto sulla base dell’obbligazione contrattuale individuale assunta nei loro confronti, quanto in considerazione delle modalità organizzative e produttive sancite dal contratto di rete, le quali concretamente incidono sui rapporti di lavoro considerati come fattori produttivi necessari per la realizzazione dello scopo comune. E’ necessario pertanto interrogarsi sulla identificazione del titolare dei rapporti di lavoro impiegati per realizzare il programma comune di rete (lo scopo comune) e, di conseguenza, su quali siano i diritti che i lavoratori della rete possono esigere dall’organizzazione reticolare, e non solo dalla singola impresa aderente alla rete con cui hanno stipulato il contratto individuale di lavoro. Viene esaminato poi il fenomeno delle reti di imprese in Spagna. Attraverso un’analisi comparata vengono poste in rilievo le principali differenze che intercorrono tra il sistema italiano e quello iberico. Come si vedrà, è proprio in relazione alla questione dell’individuazione del datore di lavoro e, in particolare, alla possibilità o meno di imputare il rapporto di lavoro ad una pluralità di datori, che emerge la principale differenza con l’ordinamento italiano. Infine, l’ultima parte della ricerca è dedicata ad analizzare le implicazioni sul rapporto di lavoro della distinzione tra rete soggetto e rete contratto, riflettendo in particolare sulle difficoltà di importare il dibattito relativo alla codatorialità nell’ambito della rete soggetto. La questione della codatorialità, infatti, si complica nel caso in cui gli imprenditori aggregati decidano di far acquisire alla rete soggettività giuridica. Mentre nel caso di costituzione di una rete contratto la titolarità delle situazioni giuridiche rimane individuale dei singoli partecipanti (di ogni imprenditore/datore di lavoro aderente alla rete), qualora le parti contraenti optino per la costituzione di una rete soggetto, la rete diviene un autonomo centro di imputazione di interessi e rapporti giuridici e quindi un soggetto “distinto” dalle imprese che hanno sottoscritto il contratto. Ma allora la codatorialità, che implica che alla tradizionale coppia binaria del rapporto di lavoro (datore/lavoratore) si sostituisca dal lato del creditore di lavoro una pluralità di soggetti, è compatibile con la fattispecie della rete soggetto? Vi sono una serie di elementi che sembrerebbero far propendere per una risposta negativa.
This abstract aims to investigate the effects of working relationships as a result of the organization of businesses in the form of a network, also in the light of recent regulatory changes, which make a distinction between subject networks and contract networks. The operation of the contract network, implies the pursuit of economic activities by different undertakings for a common purpose, exploiting the complementarity of their interests and raises non-irrelevant problems for the employment of employees within the network. The network, essentially, acts as a factor in changing the content of labor relations, modulating the structure of the bond according to the shared objectives of the companies organized in a reticulated fashion. It is common practice that the sharing of competences within the network involves a certain "circulation" of human resources, sometimes employed in a promiscuous manner, hence it is reasonable to share employment policies. The network contract poses significant labor law challenges because, by multiplying the reference figures on the employer front, it requires the interpreter to confront an abnormal relationship model with the binary worker / employer scheme. The first and fundamental question concerns the meaning of the term "co-employment". It is yet to be understood whether the co-employment formula can be a useful reconstructive scheme capable of giving rise to the responsibility of employers in favor of the network, thus overturning the principle of the duality of the contractual relationship between the employer and the worker.In this perspective, the companies participating in the network program would be accountable to the claims of the workers involved, not so much on the basis of the individual contractual obligation assumed against them, but more in view of the organizational and productive modalities enshrined in the network contract, which specifically affect work relationships considered as productive factors necessary for the realization of a common purpose. It is therefore necessary to question the identification of the employer employed in the implementation of the common network program (the common purpose) and, consequently, on the rights of the network workers with whom the individual employment contract has been stipulated. To this end, the phenomenon of business networks in Spain is examined. A comparative analysis highlights the main differences between the Italian and the Iberian systems. As you can see, it is in relation to the question of the employer's identification and, in particular, the possibility of imputing the employment relationship to a plurality of employers, as being the main difference within the Italian system. Finally, the last part of the research is devoted to analyzing the implications of the relationship between the network contractor, reflecting in particular on the difficulties of importing the debate on co-employment within the subject network. The issue of co-employment, in fact, complicates when aggregate entrepreneurs decide to acquire the legal subjectivity of the network. Whereas, in the case of a contract network, ownership of legal situations remain individual to each participant, where the contracting parties opt for the establishment of a network subject, the network becomes an autonomous centre of charge of interest and legal relations therefore a “distinguished” subject from the companies that have signed the contract. However, codification, which implies that the traditional binary pair of the working relationship (employer/employee) replaces a number of subjects on the side of the creditors, so can it be considered compatible with the particular case of the subject network? There are a number of elements that would seem to suggest a negative response.
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Rossetto, Francesco <1993&gt. "Rete di imprese per l'innovazione e l'internazionalizzazione d'azienda". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12819.

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Resumen
Durante la tesi analizzeremo diverse reti di imprese, intervistando diversi imprenditori. La tesi sarà bottom up, quindi a termine delle interviste, ed all'analisi di ogni azienda, andremo a fare delle considerazioni a riguardo sulle forme di coordinamento intra impresa e extra impresa. La tesi andrà a sostenere l'importanza delle reti di impresa.
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FAVA, CRICCI Priscila. "Le reti di imprese e il contratto di rete: profili problematici ed applicativi". Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2013. http://hdl.handle.net/11581/401686.

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Resumen
This thesis concerns the issues of contractual networks and inter-firm cooperation, in particular, their difficulties and solutions for implementation in countries such as Italy, where a law already exists concerning network contract; UK; Brazil; and Spain. The thesis particularly refers to recent Italian laws on Contractual Networks as modified by the ''Fiscal Package'' of summer of 2010 and subsequent amendments decree-law 83/2012, decree-law 179/2012 and Law of ''Stabilita'  2013''. This legislative initiative was deliberately aimed at SMEs and arose from the need to address the problems resulting from the fragmentation of ownership and relatively small size of Italian firms, particularly in light of the increasing number of EU requirements. This issue has received attention at European level with the passing of the Small Business Act of 2008. This Act was designed to incentivize and enable entrepreneurs (ie SMEs) to build themselves a better business environment by tightening cooperation networks and thus more fully exploit the potential of SMEs. There are many arrangements or networks amongst firms which allow goods to be produced or services to be provided that individual companies would not be able to do on their own or at least not as cost effectively. These arrangements are forms of co-ordination that have a contractual element between the parties and are particularly prevalent in SMEs that want to increase their critical mass and have more strength in the market, without having to merge or join under the control of a single legal entity. This new legislative initiative has helped define a new way of working called network contracts. It is important to underline that the term contractual networks comprise both multilateral contracts and networks of linked bilateral contracts. For this reason, this thesis will analyse the effectiveness of this new discipline together with similar constructs, both Italian and of other nations. These constructs will include consortium, subcontracting, franchising, the structure of a temporary enterprise ventures (known in Italy as associazione temporanea di impresa (ATI)) and the Joint Venture. The objectives of this thesis are: to understand why the Italian legislature created this new legislation in partial isolation of the existing contractual framework, to examine the purpose and possible advantages and/or disadvantages of the network contract, to propose a solution for its practical implementation and to propose how multilateral contracts among enterprises might be regulated. The study will also examine the antitrust perspective of network contracts because, as with all forms of cooperation, they may give rise to uncompetitive behaviour. In addition, in order to ensure a firm legal basis for any proposals to address potential legislative gaps, this thesis will also consider the ‘freedom of contract' and the general principles of contracting. In summary, after a general overview of inter-firm cooperation and policies in favour of small and medium-sized enterprises, this thesis will give a brief description of the essential elements of the network contract and propose possible solutions for implementation and will critically analyse some of the issues posed by this new form of contractual collaboration.
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BERTANI, ROBERTA. "Imprese, relazioni e network: il contratto di rete come nuovo strumento aggregativo per le imprese italiane". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10584.

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Resumen
La pratica dei network contracts ha ricevuto una notevole attenzione da parte degli studiosi. In questa tesi viene presa in considerazione una forma caratteristica di network contract, nota come “contratto di rete”, che è stato recentemente introdotto nell’ordinamento italiano. Dopo aver fornito una rassegna dei principali contributi della letteratura IMP con riferimento alle relazioni reticolari in contesti business-to-business, vengono discusse le implicazioni teoriche di differenti strutture della rete sulle perfomance della rete stessa. Viene inoltre sviluppata un’analisi empirica basata su diversi “contratti di rete”. Mostriamo che le reti in cui le imprese producono prodotti differenziati, in cui le imprese sono collocate ad una certa distanza geografica, dove ogni impresa percepisce se stessa come cruciale per la rete stessa, e dove il numero delle imprese è sufficientemente basso, ottengono un risultato mediamente superiore rispetto alle reti aventi caratteristiche opposte. Inoltre mostriamo come le reti in cui il potere è suddiviso in modo equo tra le imprese partecipanti (reti simmetriche) ottengono una performance migliore rispetto alle reti in cui alcune imprese hanno un ruolo dominante (reti asimmetriche).
Network contract is a business practice which has received a lot of attention by scholars. In this thesis we consider a peculiar form of network contract named “contratto di rete”, which has been recently introduced by the Italian legislator. After providing a selective survey of the main contributions from the IMP tradition regarding network relationships in business-to-business contexts, we discuss the theoretical implications of different network structures on the performance of the networks. We also develop an empirical analysis based on several “contratti di rete”. We show that the networks where the firms produce different goods, where the firms are not located close to each other, where each firm perceives itself as crucial for the network, and where the number of firms is low enough, get a better outcome than the networks showing the opposite characteristics. Furthermore, we show that the networks where the power is shared equally among the firms (symmetric networks) perform better than the networks where some firms play a dominant role (asymmetric networks).
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BERTANI, ROBERTA. "Imprese, relazioni e network: il contratto di rete come nuovo strumento aggregativo per le imprese italiane". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10584.

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La pratica dei network contracts ha ricevuto una notevole attenzione da parte degli studiosi. In questa tesi viene presa in considerazione una forma caratteristica di network contract, nota come “contratto di rete”, che è stato recentemente introdotto nell’ordinamento italiano. Dopo aver fornito una rassegna dei principali contributi della letteratura IMP con riferimento alle relazioni reticolari in contesti business-to-business, vengono discusse le implicazioni teoriche di differenti strutture della rete sulle perfomance della rete stessa. Viene inoltre sviluppata un’analisi empirica basata su diversi “contratti di rete”. Mostriamo che le reti in cui le imprese producono prodotti differenziati, in cui le imprese sono collocate ad una certa distanza geografica, dove ogni impresa percepisce se stessa come cruciale per la rete stessa, e dove il numero delle imprese è sufficientemente basso, ottengono un risultato mediamente superiore rispetto alle reti aventi caratteristiche opposte. Inoltre mostriamo come le reti in cui il potere è suddiviso in modo equo tra le imprese partecipanti (reti simmetriche) ottengono una performance migliore rispetto alle reti in cui alcune imprese hanno un ruolo dominante (reti asimmetriche).
Network contract is a business practice which has received a lot of attention by scholars. In this thesis we consider a peculiar form of network contract named “contratto di rete”, which has been recently introduced by the Italian legislator. After providing a selective survey of the main contributions from the IMP tradition regarding network relationships in business-to-business contexts, we discuss the theoretical implications of different network structures on the performance of the networks. We also develop an empirical analysis based on several “contratti di rete”. We show that the networks where the firms produce different goods, where the firms are not located close to each other, where each firm perceives itself as crucial for the network, and where the number of firms is low enough, get a better outcome than the networks showing the opposite characteristics. Furthermore, we show that the networks where the power is shared equally among the firms (symmetric networks) perform better than the networks where some firms play a dominant role (asymmetric networks).
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Gullace, Fabio. "Attività politica delle imprese ICT: il problema della neutralità della rete". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5005/.

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Aquino, Marco <1979&gt. "L'affiliazione commerciale tra contratto, sistema di distribuzione e rete di imprese". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/414.

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Formentin, Jessica <1991&gt. "Forme aggregative di competizione imprenditoriale: Il Contratto di Rete come tipizzazione normativa delle reti di imprese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6840.

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Resumen
L’elaborato di Tesi ha come oggetto il contratto di rete, disciplina normativa introdotta nel 2009 nella legislazione italiana, considerato uno strumento potenzialmente valido per sostenere la competitività di imprese che operano in forma reticolare. Nel primo capitolo si prende in considerazione il fenomeno delle forme di aggregazione interimprenditoriale alla luce delle caratteristiche del contesto economico competitivo attuale. La globalizzazione, la massimizzazione dell’efficienza economica, l’incremento della competitività attraverso la condivisione di conoscenze e la cooperazione su progetti di R&S sono solo alcune delle motivazioni alla base delle tendenze aggregative. Mediante una tassonomia delle aggregazioni aziendali, si introduce il concetto di rete di impresa, del quale si evidenziano i tratti distintivi, principali tipologie, vantaggi e svantaggi. Gli elementi costituitivi del contratto di rete sono presentati nel secondo capitolo, analizzando in dettaglio analisi della fattispecie giuridica, proponendo anche un’analisi economica sulle esperienze di contratto sin ora realizzate. Infine, limiti e opportunità di tale strumento sono presentati anche attraverso lo studio di un caso concreto presente nella realtà imprenditoriale veneta.
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Nestaroli, Marta <1993&gt. "La rete di imprese: una risorsa per lo sviluppo delle PMI italiane". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10678.

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Resumen
Il contesto economico- produttivo nazionale si caratterizza per la forte presenza di imprese di piccole e medie dimensioni, che, nei decenni scorsi, hanno dovuto rivoluzionare completamente la loro struttura imprenditoriale per adeguarsi ai cambiamenti di contesto dovuti alla globalizzazione. Il progetto di tesi prende spunto dalle difficoltà riscontrate dalle PMI nell’approccio al mercato globale per analizzare in maniera approfondita il contratto di rete come strumento utile per superare il deficit dimensionale delle imprese, e al contempo, mantenere elevati i livello di competitività e di innovazione. Sarà dedicata attenzione particolare alla normativa relativa alle reti di imprese, nonché alle agevolazioni di natura fiscale concesse alle imprese aderenti alla rete. Inoltre, una parte dell’elaborato sarà dedicata all’analisi della gestione di una rete, sia dal punto di vista strategico, che dal punto di vista finanziario, esaminando i rapporti tra la rete e gli istituti di crediti e il rating di rete. Infine, attraverso lo studio di dati relativi ad un’azienda in rete, si cercherà di mettere in risalto le differenze in termini di performance dell’azienda prima dell’adesione alla rete e dopo. L’obiettivo è quello di riuscire a dimostrare come la rete possa essere una risorsa molto importante non soltanto per consentire alle PMI di superare momenti di difficoltà, ma anche, e soprattutto, per reinventarsi, svilupparsi, superarsi.
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MOI, MARTINA. "I contratti di rete". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266818.

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Resumen
The network contract, introduced into the Italian judicial system with the legislative decree February 10, 2009, n. 5 is a contract by which «more entrepreneurs pursue the aim of increasing, individually and collectively, their capacity for innovation and their competitiveness on the market and to this end they commit themselves, on the basis of a joint program of network, to collaborate in predetermined shapes and fields related to the exercise of their business, or to exchange information or services of an industrial, commercial, technical or technological nature or to exercise together one or more activities which belong to the scope of their business». It is a new legal judicial instrument designed by the legislature to renew the national economy and, in particular, the growth and the competitiveness of small and medium enterprises. The institute was founded as a response to the recent international crisis which has forced the companies to react and give a new impulse to the production system. To adapt themselves to this new requirement and operate in the national and international market, Italian companies have found in the contract a new form of aggregation through which they can achieve an entrepreneurial growth in terms of innovation and competitiveness, without having to resort to the establishment of a new legal entity. The first form of collaboration between companies was, in fact, that of the "industrial district" as socio-economic entity made up of a set of companies generally belonging to the same productive sector and located in determined and circumscribed area. Subsequently, the internationalization of companies and the globalization of markets has led to the failure of industrial districts and, at the same time, the emergence of business networks as a economic and legal phenomenon more complex. Business networks are characterized, in fact, by forms of association between two or more companies, independent from each other, which act in a coordinated way to make the small and medium enterprises more competitive in foreign markets. This form of aggregation, even promoted at European level with the "Small Business Act" of the European Commission, found a legal recognition in the new figure of the network contract, whose legal nature is still at the centre of a debate in doctrine.
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Guzzardi, Gaetano. "Il contratto di rete". Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1361.

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Il presente lavoro mira a fornire una disamina delle ragioni che hanno indotto il legislatore a intervenire - per il tramite dell art. 3, co. 4-ter ss., l. n. 33/09 e successive modifiche - sul tema della cooperazione di tipo reticolare. Il contratto di rete nasce dalla avvertita necessità di dotare le imprese di uno strumento negoziale duttile, con cui poter perseguire lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato . Esso appare come un nuovo modello di cooperazione, caratterizzato dalla comunione dello scopo e da un intenso rapporto fiduciario senza alcuna compromissione della autonomia e indipendenza delle imprese aderenti. Il contratto di rete, definito trans-tipico , riferibile cioè anche a modelli negoziali già esistenti, potrebbe presentarsi sia come un contratto normativo , con il quale convenire regole di condotta cui uniformare l attività delle imprese aderenti, sia quale vero e proprio "contratto operativo", con cui poter istaurare rapporti con i terzi e partecipare direttamente alla competizione internazionale. Alla luce di ciò, si è resa necessaria un analisi dei possibili rimedi risarcitori e di condivisione del rischio miranti a scongiurare e internalizzare le diverse tipologie di rischio a cui gli imprenditori in rete vanno incontro. Rimessa, altresì, all autonomia contrattuale delle parti per il tramite della novella di cui alla l. n. 134/12 è la scelta di attribuire soggettività giuridica alla rete di imprese, a testimonianza del fatto che elemento centrale del nuovo modello di cooperazione non è la struttura della rete quanto, piuttosto, il suo programma, per la cui realizzazione è possibile costituire un apposito patrimonio nella duplice forma del fondo comune (a cui applicare, in caso di compatibilità, le disposizioni di cui agli artt. 2614 e 2615, secondo comma c.c.) o dei patrimoni destinati ex art. 2447 bis. c.c.
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Presotto, Veronica Angela <1993&gt. "“LA SINERGIA NELLE RETI DI IMPRESE: l'utilizzo del contratto di rete come driver della competitività e della valorizzazione del territorio veneto”". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10747.

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Resumen
Con la presente proposta, si intende indagare la realtà delle Reti di imprese nel settore turistico veneto. L’obiettivo corrisponde a capire se esista una relazione tra l’adesione ad una forma organizzativa a rete e la performance di ogni singola impresa ad essa aderente, partendo da due case studies operanti nel settore turistico regionale. L’elaborato sarà strutturato come segue: approfondito il tema delle Reti di imprese e delineata l’evoluzione del settore turistico in ambito regionale, si procederà poi all'indagine sulle realtà di “Filiera Veneta” e “SlowVenice Network”.
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BALDACCI, MARCO. "Collaborazione tra imprese ed imposizione sui redditi: le prospettive del contratto di rete". Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2014. http://hdl.handle.net/11385/200935.

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Staiano, Cecilia <1994&gt. "Fare rete per una destinazione di successo: il caso di Vico Equense". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13980.

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Il successo della DMO e il successo della destinazione sono correlati tra loro ma l’uno non implica l’altro. Ci sono casi in cui la destinazione è dotata di risorse soddisfacenti e possiede tutti i fattori possibili per determinare il suo successo, ma manca un ente manageriale altrettanto efficace e efficiente, che sia in grado di assicurare una fruizione totale dei beni e servizi a disposizione della destinazione, capace di creare una maggiore cooperazione e integrazione tra gli attori coinvolti e delineare in maniera chiara gli obiettivi comuni da raggiungere. In particolare, viene esaminato il ruolo chiave della network capability, come fattore determinante per il successo della DMO. Viene applicato il modello di Provan e Milward, secondo il quale l’efficienza del network è fortemente correlata alla struttura e al contesto della rete stessa, dimostrando la necessità di avere una struttura centralizzata e un contesto caratterizzato dalla disponibilità alla coesione e all’integrazione da parte dei vari attori coinvolti. Si segue un approccio stakeholder-oriented, in particolar modo le loro relazioni interne, la distribuzione ineguale del potere tra i vari attori, la tendenza di alcuni ad avere maggiore influenza e a predominare sugli altri attori nei processi di decision-making (framing practices). Viene trattato il caso di una località turistica del meridione, evidenziandone le peculiarità e la vocazione al turismo, così come i limiti gestionali e produttivi dovuti all’assenza di una ben impostata destination governance e assenza di una rete coordinata tra gli attori. L’obiettivo è quello di identificare elementi di coerenza e incoerenza con il modello analizzato e determinare come l’inefficienza e l’inefficacia del contesto della struttura del network influenzano negativamente il successo della DMO. Viene presentato un modello di gestione strategica che vada a stimolare i soggetti pubblici e privati ad avviare o intensificare i rapporti di collaborazione verso il raggiungimento di obiettivi condivisi. La competitività di una DMO è quindi determinata dalla sua capacità di promuovere il coordinamento dei numerosi operatori coinvolti nella produzione di beni e servizi, che siano imprese turistiche in senso stretto, altre imprese la cui economia non è direttamente collegata alle attività turistiche ma che comunque risente del successo turistico del territorio in cui operano, pubbliche amministrazioni, associazioni e soprattutto la popolazione residente.
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Varotto, Francesca <1996&gt. "Il contratto di rete: caratteristiche, aspetti organizzativi ed effetti sulle performance d'impresa". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18348.

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Resumen
Le collaborazioni tra imprese si sono dimostrate essere in molti casi una soluzione efficace per il raggiungimento di obiettivi altrimenti difficilmente conseguibili operando in maniera totalmente autonoma. Per questo motivo le reti d’impresa e in particolare il contratto di rete rappresentano uno strumento utile per molteplici tipologie di aziende che vogliono condividere risorse, sia a livello economico che di competenze e conoscenze, in modo da migliorare le proprie performance e ottenere in maniera più efficace ed efficiente determinati obiettivi mantenendo allo stesso tempo la propria autonomia. Il presente lavoro di tesi vuole quindi fornire una panoramica circa le caratteristiche e il ruolo giocato dalle reti d’impresa. In particolare, nel primo capitolo viene presentato il concetto di network e le peculiarità del contratto di rete. Il secondo capitolo approfondisce invece il ruolo svolto dalla governance e dai meccanismi di coordinamento nella gestione delle relazioni tra le imprese che danno avvio alle reti e il terzo capitolo si occupa del tema delle performance, dell’efficacia e del fallimento delle reti d’impresa. Il quarto capitolo è infine incentrato sull’analisi di carattere empirico riguardante un campione di imprese e dei relativi contratti di rete, al fine di esaminarne le caratteristiche e gli effetti sulle performance.
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Coppola, Irene. "Rete, Sussidiarietà, Condivisione, Processo (un nuovo paradigma di principi e responsabilità)". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/3076.

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Resumen
2015 - 2016
Network represents a new way to do buisiness and to coagulate energies and resources. Two foundamentals figures of private law blend in the study of this figure and of its effective meaning: contract and enterprise. Contract is to enterprise what law is to buisiness. Network thickens activities and resources of more businessmen, joined in a common and unique project, everyone together united and in collaboration for the realization of a productivity program projected to consumers’ needs, always more qualified and emerging. To implement, to increase, to compete, to renovate. Thease are the functions of a new relationship that ties network buisnessmen. It’s the aim that pushes to come together in network, preserving, each, their own business individuality and their autonomy of management and production. Network business is a new and original (surely more profitable) way to work and produce and it’s expression of autonomy of parts, united, each with their own contribute, to produce benefits and services highly competitives. The study of the juridical nature of the case is subject of particular interest, even if the problem is still unresolved. The nature is, without a doubt, an element of reflection very delicate; from contract to association; from single contract to many contracts connected by the purpose, from agreement, to system, method, axperiment. Organization. Agreement. Contract. System. Perspective of profound interest. All elements and structural substance, decline for the wright expression of network essence. Network is a method. Network is experience. Network, infact, is a cross institution, that from organization (principle of cooperation) becomes in integration of subjects, contract (agreement) and activity, always based on the part’s rule, that represents its fundamental core. The different configuration and the prospective of network’s system has a strong ripercussion on the regime and on pratical, juridical, social and economical effects of this phenomenon. It is, surely, an autonomous and particular figure, with its own characteristics, that cannot always be classified in a well-defined institution. And it’s evident that, because of its legal framework, network presents a lot of perspective and points of view that go from the affirmation of private law’s new principles to the configuration of a particular answerability of the same subjects members of the network. Answerability that is aim of deeped study, so much so that it’s beneficial an “ad hoc” regulation to increase by degrees its measure and its procedure. So network is still a “work in progress”. It needs social adaptation, applied rules and concrete interpretations, tied to emergencies of territory and social fabric. Special regulation is a pride of Italy, even if it’s needed to verify its effects and its ripercussion on the practice; only in this way it will be possible to know its impact and understand the modernization of thease new contractual figures. Network development on the territory is interesting; it’s interesting to understand its essence and its range with its problems. The new figure is analyzed in this work in the general prospective of general theory of law and of its regulation, that involves not only private sphere, but even the comparison with comparative and public law, until the analysis of trial profile of “litisconsorzio”, in the ample and appropriate network trial, where the imlementation of principle of an adversarial process involves all the network businessmen, to guarantee a full defence and allow to the damaged to know the level of answerability of individual or all the partecipants, even with a potential direct lawsuit. The figure is a real new that signs the entrance of new private law principles. It’s surely a remarkable spark of reflection if this method is considerated as drift and statement of new law principles, like cooperation, sharing, contractual planning, subsidiarity. And, specifically, subsidiarity principle, constitutionally relevant, is affirmation of power of private’s regulation towards whom State is subsidiary and intervenes just in case of non-fulfilment or unsuitableness of interests subtended to the case. This flexibility is the core of network. Not only. An institution in development, with a lot of profiles still imprecise, ambiguous, equivocal, that have to become clear, not only about its nature, but most of all, regarding the level of network businessmen’s answerability, in network inner and outer relationships, that is not able to leave trial system of “litisconsorzio necessario” and respect of principle of an adversarial process out of consideration. Network, answerability, trial. The real problem is the absence of an “ad hoc” answerability (network businessmen’s answerability) and an “ad hoc” procedure to ascertain every single contractor’s role and to protect single network businessmen from an aswerability extended to other partecipants and to protect third party, who has to be able to act against the real responsible. Only with a real legal protection and strong guarantees, investemts and new contracts implements themselves. New agreement to more important protection. Together to reach a communal aim; resources and ideas to continue; quick and immediate trial, when network is protagonist. Research has to aspire to that. [edited by author]
XV n.s.
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Paier, Stefania <1987&gt. "Il Marketing Virale e la diffusione delle informazioni all'interno di una rete sociale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2367.

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Il seguente elaborato si propone l’obiettivo di illustrare il funzionamento di uno dei più recenti tipi di marketing: il Marketing Virale. Dopo una breve introduzione sulle varie tecnologie Web 2.0 che hanno reso possibile l’amplificazione del tradizionale passaparola, si ripercorrono brevemente le tappe più significative dell’evoluzione del marketing fino ad arrivare a quello non convenzionale. Nel secondo capitolo vengono approfonditi tutti gli aspetti del Viral Marketing e si cerca di dare una spiegazione del perché alcuni particolari messaggi hanno la propensione a diffondersi rapidamente tra le persone come un’epidemia. Ci si concentra quindi a studiare la propagazione di opinioni e informazioni all’interno di una rete sociale. Per fare ciò si fa riferimento a un autore in particolare, Noah Friedkin, che grazie alla sua Social Influence Network Theory ci ha permesso di elaborare un modello di diffusione virale mediante l’utilizzo di un linguaggio di programmazione chiamato Python.
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Giannuzzi, Anna <1995&gt. "La rete di imprese come strumento di aggregazione innovativo per sviluppare la competitività delle imprese nel distretto produttivo Riviera del Brenta italiane". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15897.

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Negli ultimi anni il settore fashion sta vivendo importanti cambiamenti e spinte evolutive che stanno portando ad una nuova concezione di moda, dove fondamentale risulta l’influsso della globalizzazione e delle nuove tecnologie. Accanto a ciò si assiste anche al ritorno di valori come qualità e artigianalità, che le grandi imprese industriali avevano messo in secondo piano, concentrandosi su volumi ed economie di scala che consentissero la diffusione capillare del maggior numero possibile di beni sul mercato di massa. Il ritorno di questi elementi rappresenta per le pmi Italiane un’opportunità per emergere e riuscire a competere sui mercati internazionali, valorizzando le proprie peculiarità strutturali e abilità. Questa sfida presenta, però, al tempo stesso molteplici ostacoli, dati proprio dagli elementi che caratterizzano il tessuto produttivo-industriale Questi ostacoli derivati, innanzitutto, dalle tipicità strutturali del tessuto produttivo-industriale italiano, che lo strumento della rete di imprese può aiutare a superare, senza tuttavia penalizzare l' aspetto legato a tradizione e cultura, 'assets' fondamentali del nostro paese; grazie all' ampia flessibilità che caratterizzano gli elementi oggetto dell’accordo. In particolare, con tale elaborato si mira ad analizzare la possibilità di applicare questo innovativo strumento alle imprese calzaturiere del Distretto Riviera del Brenta attraverso le dinamiche che ne hanno tracciato storia, evoluzione ed un approfondimento di due casi reali di ‘rete’ ai quali hanno partecipato aziende del distretto Riviera del Brenta. L' obbiettivo è, infatti, quello di ricavare informazioni utili e fornire un contributo 'empirico' alla teoria che possa essere d' aiuto per porre l’ attenzione su concetti chiave che saranno da guida nel trarre conclusioni e sviluppare riflessioni sull’ argomento.
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Nalesso, Simone <1989&gt. "Riposizionamento strategico dei subfornitori del settore automotive e potenzialità del contratto di rete come strumento organizzativo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5037.

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La crisi mondiale iniziata nel 2008 ha avuto pesanti ripercussioni anche sul settore dell’automotive ed ha portato sia gli OEM che i subfornitori ai diversi livelli della supply chain a ripensare i loro modelli produttivi ed organizzativi. Il mio lavoro di tesi esamina le strategie che le aziende italiane operanti come subfornitrici nel settore auto stanno mettendo in atto per sopravvivere agli anni della crisi, incrementare il fatturato e riposizionarsi sul mercato. Emerge come siano principalmente tre le direttrici lungo le quali queste aziende operano: l’aumento della percentuale di export, la diversificazione dei settori di attività applicando le proprie competenze in industrie diverse dall’automotive ed infine un aumento delle risorse dedicate al comparto della R&S. La seconda parte dell’elaborato indaga l’utilità che lo strumento legislativo del Contratto di Rete può fornire ai subfornitori del settore auto nel corso del loro processo di riorganizzazione strategica, presentando il caso specifico della rete NAT (Network Automotive Triveneto). La tesi si chiude con la presentazione di una survey lanciata a livello nazionale che mira ad indagare il tema delle reti di imprese che operano nella supply chain dell’automotive, siano esse formali o informali. Obiettivo dell’indagine è comprendere se le aziende che lavorano in rete presentano delle performance superiori sia a livello di innovazione che di fatturato.
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Andreani, Elena <1997&gt. "I musei come attori di una rete. L’internazionalizzazione attraverso i prestiti delle opere d’arte nei Musei Vaticani". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17734.

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Lo scopo di questo elaborato è quello di analizzare i diversi meccanismi attraverso cui i grandi musei mondiali escono dai propri confini fisici, ovvero attraverso cui si internazionalizzano. Vengono qui analizzati, con l’aiuto di alcuni esempi, diversi meccanismi che vengono utilizzati dalle istituzioni per tale scopo, tra cui la dislocazione fisica di un museo, attraverso l’apertura di una nuova sede, la digitalizzazione delle mostre grazie ai nuovi mezzi tecnologici e i prestiti delle opere d’arte al fine di realizzare esposizioni temporanee in sedi diverse. Nella seconda parte, poi, viene analizzato l’andamento dei prestiti degli ultimi anni all’interno dei Musei Vaticani. Ci si occuperà di analizzare i numerosi dati a disposizioni al fine di evidenziare alcuni fattori, come ad esempio le opere che più hanno viaggiato e, quindi, che più hanno preso parte a diversi progetti scientifici di esposizioni, le diverse sedi espositive che negli ultimi dieci anni hanno richiesto più prestiti ai Musei del Papa e, infine, per alcune mostre in particolare è stato evidenziato anche il numero dei visitatori che hanno avuto modo di visitare quella specifica mostra e quindi di ammirare anche l’opera appartenente alle collezioni vaticane. Tutto ciò è stato analizzato al fine di verificare come i Musei Vaticani riescano anche essi a prendere parte allo scenario culturale internazionale e a far conoscere maggiormente la propria collezione attraverso il meccanismo dei prestiti.
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Louhaichy, Sabrina <1993&gt. "Contratto di rete, a new efficient instrument for SMEs development and sustainability in the current highly competitive environment". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10665.

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The need for aggregation processes by small businesses has been discussed for years in Italy. Moreover, the small size of Italian companies, if from one side has several advantages in terms of flexibility and adaptability to changing markets, on the other it puts undoubted difficulties in terms of ability to compete in the globalized market, where the availability of qualified resources is often a critical success factor. One instrument for Smes survive in the market is through the creation of strategic networks. Contratto di Rete is a new company co-operation mode; through this contract in fact our SMEs should finally reach the critical mass necessary to compete globally and to increase their capacity for innovation and competitiveness without giving up their entrepreneurial autonomy.
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Galvani, Luca. "Le Reti di Piccole e Medie Imprese - Teoria ed esperienze aziendali". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/478/.

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Siniscalchi, Antonio. "Contratti di rete e marketing internazionale: indagine sulla diffusione della modalità contrattuale in Italia e riflessi sull'internazionalizzazione". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1961.

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2013 - 2014
L’internazionalizzazione è un fenomeno multidimensionale, poiché non riguarda solo l’aspetto puramente economico delle transazioni e degli scambi, ma anche aspetti politici, sociali e culturali, è un fenomeno intertemporale poiché, già precedentemente alla Rivoluzione Industriale questi processi, di natura prevalentemente mercantilistica, hanno dato il via alla nascita dei moderni sistemi capitalistici sempre più integrati, sia dal punto di vista dei flussi di merci e capitali, sia dal punto di vista sociale, ed infine è un fenomeno che non riguarda solo la grande impresa, ma anche le Piccole Medie Imprese (PMI), poiché anche quest’ultime, come le prime, sono in grado di sviluppare le proprie strategie di internazionalizzazione attraverso un’accurata fase di pianificazione e non solo di azione strategica. Nel settembre 2008, la bancarotta della Banca d’Affari statunitense, la Lehman Brothers, e il collasso della più grande compagnia di assicurazioni del mondo, la American International Group, scatenarono una crisi finanziaria globale che ha prodotto una recessione planetaria costata al mondo decine di trilioni di dollari, 30 milioni di persone disoccupate e un forte appesantimento dei bilanci pubblici della maggior parte dei Paesi del mondo, la minore crescita dei Paesi avanzati e l’aumento sull’incertezza sui mercato finanziario. Nell’attuale fase congiunturale e considerata la chiusura culturale imprenditoriale italiana ad investimenti aggiuntivi e all’apertura dei capitali a soci terzi, alle imprese non è proponibile una crescita dimensionale interna ma esterna rappresentata dalle tradizionali forme aggregative, come le fusioni e le acquisizioni, ma anche da altre forme di collaborazione, che spesso sono sfociate in un Contratto di rete che dà la possibilità di offrire al mercato una produzione integrata o di coordinarsi su alcuni fasi dell’organizzazione e, quindi, di supportare ed agevolare, non l’internazionalizzazione di un singolo attore economico, ma di un intero sistema territoriale di riferimento sia esso regionale o nazionale. L’obiettivo del presente lavoro è duplice: sistematizzare e classificare le modalità di diffusione del Contratto di Rete in Italia ed evidenziare l’utilizzo del Contratto di Rete come strumento e non solo causa dei processi di internazionalizzazione delle imprese al fine di non limitare il lavoro di ricerca ai soli aggregati che sono nati con l’intento principale di internazionalizzarsi (Contratto di Rete inteso come causa dei processi di internazionalizzazione) ma estenderlo a tutti gli aggregati che al 31 dicembre 2013 si trovano a competere sui mercati internazionali a prescindere dalla motivazione iniziale di adesione ai contratti di rete a cui partecipano (Contratto di Rete inteso come strumento dei processi di internazionalizzazione). La globalizzazione richiede un approccio innovativo allo studio del problem solving e del decision making relativo all’internazionalizzazione delle imprese. A tal riguardo, la piattaforma teorica di base viene impostata secondo un approccio ispirato alla Resource-Based Theory (RBT) secondo cui, l’impresa va definita in base a ciò che sa fare, grazie alle sue risorse e competenze, ed in base ai bisogni, che sa soddisfare grazie al modo in cui si collega con il mercato. In ottica di internazionalizzazione delle imprese, ed in particolare delle PMI, gioca un ruolo fondamentale la stabilità e la tenuta del network, basata sulla condivisione di conoscenza, fonte di vantaggio competitivo sostenibile e difficilmente replicabile, poiché riguardante una conoscenza strutturata sulla peculiarità ed esigenze delle singole aziende coinvolte nella relazione e frutto della comprensione delle dinamiche relazionali dei sistemi cognitivi che sono rappresentabili con una combinazione di risorse, skill, routine e competenze idiosincratiche. Il merito della Network Theory (NT) è nella rilevazione delle eventuali condizioni penalizzanti il buon funzionamento della relazione, o network internazionale, e quindi il coordinamento delle relazioni diffuse per migliorare i livelli di consonanza dei diversi nodi coinvolti, necessari a massimizzare le possibili sinergie collaborative derivabili dalla relazione. Le reti, a cui ci si riferisce nel presente lavoro di ricerca, non si limitano alle costruzioni elaborate da una grande impresa, ma esse intervengono anche nei rapporti tra imprese dello stesso peso, nei quali, una rete “senza centro” assume forma simmetrica rispetto a tutti i partecipanti; tra le reti si annoverano anche le alleanze e cooperazioni, ossia quelle relazioni tecnologiche, produttive, commerciali, allacciate da imprese indipendenti e miranti a sfruttare i vantaggi delle reciproche complementarietà. L’Approccio Sistemico Vitale (ASV) consente di individuare la portata ed il significato delle relazioni intercorrenti tra le componenti del network internazionale e tra quest’ultimo e le diverse entità sistemiche che descrivono il contesto in cui il network opera in ottica di consonanza e risonanza sistemica, con l’individuazione dei ruoli critici all’interno del network e dei possibili livelli di indirizzo e coordinamento della struttura reticolare. La Public Governance (PG), attraverso la composizione di relazioni formali ed informali, verticali ed orizzontali, integra la prospettiva della singola organizzazione con quella dei network e quella dell’intero sistema, affrontando la problematica di governo e coordinamento dei sistemi complessi di attori co-finalizzati, al fine di definire un’identità collettiva che garantisca ad ogni singolo attore/nodo del network l’equifinalità e la competitività e lo sviluppo di sinergie collaborative in grado di generare circuiti virtuosi di value co-creation nel network internazionale. Le condizioni di vitale collaborazione riflettono gli assunti della Service Science, Management and Engineering (SSME in breve SS) in ottica di sistemi di servizio per l’ottimizzazione delle risorse ed il miglioramento delle performance dei sistemi complessi. Infatti, la SS considera che le performance e la competitività dipendono da sistemi di servizio, ovvero configurazioni dinamiche di risorse (persone, tecnologie, organizzazioni e informazioni condivise), in grado di co-creare e migliorare la vitalità degli attori connessi, secondo una logica win-win, ed, in ottica di network, di definire una destination brand e una reputation brand coerente con le specificità della struttura reticolare e con le specificità locali in cui il network opera. Al fine di definire sistemi di servizio che supportino realmente le PMI nei processi di internazionalizzazione, le Istitution hanno necessità di applicare principi scientifici per studiare i servizi e comprenderne l’evoluzione e dar vita ad una attività di management dei servizi, per comprendere in che modo investire per migliorare il sistema di progettazione ed erogazione di un servizio, e di engineering dei servizi, tesa a determinare le modalità reticolari che migliorano e favoriscono i processi di internazionalizzazione. Tali sistemi di servizio definiscono una destination brand coerente con le specificità locale delle imprese coinvolte e una reputation brand territoriale e produttiva attraverso la soddisfazione reciproca dei soggetti interagenti, secondo una logica win-win e non win-lose. A completamento dell’impianto concettuale, nel presente lavoro, si propone un’integrazione delle due prospettive (impresa-Paese) su cui si sono sviluppate le teorie sull’internazionalizzazione delle imprese. Tale integrazione è frutto di un’interpretazione del fenomeno dell’internazionalizzazione sia in termini microeconomici, poiché inerente il modo di comportarsi della singola impresa e dei network a cui la stessa aderisce, sia in termini macroeconomici, poiché incide sulla bilancia commerciale di un Paese e sul flusso/deflusso dei capitali. Il percorso nell’ambito della letteratura sull’internazionalizzazione pone in evidenza come lo stesso sia un processo complesso non osservabile da un’unica prospettiva ma adottando un approccio olistico multidisciplinare che consente di avere una visione completa ed in evoluzione del fenomeno e di conferire coerenza allo studio stesso che si effettua di un fenomeno vario e variabile e che, al giorno d’oggi, può essere visto come una estensione del successo conseguito sul mercato domestico, una necessità per diventare competitivi oppure, data la velocità con cui aumenta il grado di interdipendenza delle economie, leva strategica per garantire la sopravvivenza dell’impresa. Ai fini del presente lavoro è opportuno operare un’integrazione tra la prospettiva Paese e quella della singola impresa, poiché, nell’attuale scenario competitivo le imprese, specie quelle di piccola e media dimensione, tendono a specializzarsi in attività locali rappresentative delle produzioni distintive di un sistema paese. In quest’ottica ogni Paese gode dei benefici derivanti dalle competenze sviluppate dai network locali orientati all’internazionalizzazione tendendo ad esportare quelle produzioni che generano valore per tutti gli attori coinvolti nella relazione internazionale e quindi, per il Paese stesso in termini di bilancia commerciale che registra incrementi delle esportazioni, laddove, i mercati esteri presentano similarità nelle caratteristiche della domanda rispetto a quella del Paese di origine. Il fenomeno del commercio internazionale è configurabile come scambio di beni tra Paesi, ognuno dei quali gode dei vantaggi della specializzazione tecnologica, di know-how, di capacità di lavorazione sviluppata nel corso del tempo che consentono di incrementare i livelli di produttività del lavoro e del capitale umano e finanziario. Nell’attuale contesto competitivo, date le difficoltose condizioni strutturali, fiscali, normative e logistiche che ostacolano quotidianamente la vita delle PMI italiane vi è sempre più il ricorso a modelli di internazionalizzazione frutto di più comportamenti imprenditoriali costituiti in network e frutto di politiche di governance poste in essere dagli enti pubblici locali specie in termini di internazionalizzazione delle imprese, quale l’introduzione del Contratto di Rete (Commi 4-ter e 4-quater dell’articolo 3 del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33 e Articolo 42 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122). Tale impostazione di gestione delle politiche pubbliche testimonia una capacità di governance diffusa, sia ai vertici che nelle sedi locali istituzionali, e condivisa, tesa alla reale soddisfazione dei bisogni delle imprese, quindi che segue una logica di tipo bottom – up generatrice di una pianificazione partecipativa/collaborativa/comunicativa mirante alla ricerca di sinergie collaborative in grado di generare circoli virtuosi di value co-creation. Il fulcro dell’azione di governance del sistema pubblico a supporto dell’internazionalizzazione, oltre alla fornitura dei servizi reali di approccio ai mercati esteri, tende ad intercettare e consolidare il consenso di una struttura ampliata di relazioni tra stakeholder, all’interno della quale la dimensione locale, nazionale ed internazionale si intrecciano e danno vita ad una serie di azioni coordinate ed evolutive idonee a garantire efficienza ed efficacia nei processi di internazionalizzazione. Ciò ha comportato una riqualificazione de nodi operativi all’interno di una contemporanea rilettura del territorio, inteso come sistema provinciale, regionale o nazionale da promuovere nel suo complesso e la cui competitività è frutto di sinergie collaborative. L’adozione di tale visione sistemica del territorio implica, dunque, la promozione di network locali internazionali la cui competitività non solo dalla dotazione strutturale ma anche dal dinamismo comportamentale, per cui, il tessuto imprenditoriale va organizzato in armonia con le dinamiche dei modelli internazionali, e ciò avviene mediante la predisposizione di sistemi di servizio internazionali da parte degli organi operativi del network pubblico istituzionale di supporto all’internazionalizzazione delle imprese, Il territorio può essere rappresentato in ragione del minore e/o maggiore grado di coesione e collaborazione tra attori. Se il territorio viene inteso come insieme dei prodotti generato dalle imprese, il vantaggio è basato sulla personalità delle imprese coinvolte nelle relazioni internazionali; le componenti del network interagiscono senza una pianificazione evolutiva comune, i loro scopi sono indipendenti, le relazioni sono di tipo spot e non è possibile identificare un governo condiviso che fornisca indirizzi e regole. Siamo dinanzi ad un sistema embrionale che non ha una chiara e condivisa identità all’interno e all’esterno della rete ed il territorio è concepito come un generatore di beni tangibili per cui il focus è rappresentato dalla struttura (imprese del territorio) e non dal sistema, quindi, la componente di servizio è espressa solo da un uso funzionale del territorio... [a cura dell'autore]
XIII n.s.
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De, Maio Andrea <1992&gt. "Il contributo del Geo Marketing nella scelta localizzativa di un punto vendita e lo sviluppo della rete attraverso il canale diretto e franchising nel Fashion Retail. Il caso Aw Lab (Bata Group)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12575.

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Lo sviluppo e l’evoluzione del Fashion Retail nell’attuale contesto digitale e globale ha modificato il comportamento d’acquisto del consumatore e il suo rapporto con il retailer. L’accesso immediato a una grande quantità di informazioni, le innovative piattaforme di shopping online e il legame sempre più ristretto tra mondo digitale e negozio fisico, hanno permesso la realizzazione di una relazione multidimensionale tra brand e consumatore. Le aziende devono essere in grado di recepire questa trasformazione integrando i diversi canali e valorizzando ogni punto vendita in un’ottica omnichannel. Il negozio, nonostante le nuove tendenze, resta lo strumento fondamentale per entrare in contatto con il consumatore, ma per far fronte al contesto odierno è necessaria una riprogettazione basata su una customer-experience centrale e unica oltre ad un’offerta aggiornata e personalizzata in linea con le abitudini e con lo stile di vita del consumatore. Nello sviluppo della propria rete di vendita e nel processo di crescita del brand, la scelta della location o localizzazione del punto vendita sarà uno degli elementi che caratterizzerà la strategia futura del settore. Analizzando il caso Aw Lab, brand di proprietà del gruppo Bata e retailer italiano di riferimento nella vendita di sneakers, apparel e accessories con la tendenza all’urban sport style, l’obiettivo dell’elaborato è quello di raccogliere, processare e analizzare i parametri di scelta nella decisione di apertura di un nuovo punto vendita attraverso il canale diretto oppure franchising avvalendosi dell’importante contributo del Geo Marketing. L’analisi del caso aziendale è strutturata ripercorrendo le tematiche relative al compendio teorico esposto nella prima parte dell’elaborato, quali: la differente gestione d’impresa nei due canali di vendita, i metodi di impiego e le potenzialità dello strumento del Geo Marketing nella scelta localizzativa di apertura dei punti vendita.
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Avanzi, Elisabetta. "Antropologia ed organizzazione delle imprese creative dell'ICT - Analisi della nascita, ascesa e suicidio organizzativo di un micro-distretto di aziende di comunicazione multimediale". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/4958/.

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Analisi "dall'interno" del settore della comunicazione multimediale, attraverso l'analisi di un caso aziendale complesso vissuto in prima persona dall'autrice. Il caso tratta di un micro-distretto di aziende della Grafica, del Web e del Multimedia nel suo ciclo di vita dal 1998 al 2003, analizzando le mutazioni del comportamento organizzativo nelle sue differenti fasi di nascita, ascesa e declino. L'obiettivo è quello di identificare i comportamenti organizzativi favorevoli e contrari alla sopravvivenza nel settore, fornendo indicazioni per un corretto comportamento manageriale in un ambito creativo relativo ad una rete di imprese co-specializzate.
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Mollo, Francesca <1985&gt. "Reti di contratti e reti di imprese". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4476/1/mollo_francesca_tesi.pdf.

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Il lavoro di ricerca prende le mosse da una premessa di ordine economico. Il fenomeno delle reti di impresa, infatti, nasce dalla realtà economica dei mercati. In tale contesto non può prescindere dal delineare un quadro della situazione- anche di crisi- congiunturale che ha visto coinvolte specialmente le imprese italiane. In tale prospettiva, si è reso necessario indagare il fenomeno della globalizzazione, con riferimento alle sue origini,caratteristiche e conseguenze. Ci si sofferma poi sulla ricostruzione dogmatica del fenomeno. Si parte dalla ricostruzione dello stesso in termini di contratto plurilaterale- sia esso con comunione di scopo oppure plurilaterale di scambio- per criticare tale impostazione, non del tutto soddisfacente, in quanto ritenuto remissiva di fronte alla attuale vis espansiva del contratto plurilaterale. Più convincente appare lo schema del collegamento contrattuale, che ha il pregio di preservare l’autonomia e l’indipendenza degli imprenditori aderenti, pur inseriti nel contesto di un’operazione economica unitaria, volta a perseguire uno scopo comune, l’“interesse di rete”, considerato meritevole di tutela secondo l’ordinamento giuridico ex art. 1322 2.co. c.c. In effetti il contratto ben si presta a disegnare modelli di rete sia con distribuzione simmetrica del potere decisionale, sia con distribuzione asimmetrica, vale a dire con un elevato livello di gerarchia interna. Non può d’altra parte non ravvisarsi un’affinità con le ipotesi di collegamento contrattuale in fase di produzione, consistente nel delegare ad un terzo parte della produzione, e nella fase distributiva, per cui la distribuzione avviene attraverso reti di contratti. Si affronta la materia della responsabilità della rete, impostando il problema sotto due profili: la responsabilità interna ed esterna. La prima viene risolta sulla base dell’affidamento reciproco maturato da ogni imprenditore. La seconda viene distinta in responsabilità extracontrattuale, ricondotta nella fattispecie all’art. 2050 c.c., e contrattuale.
The research starts from an of economic preamble. The phenomenon of enterprise networks, in fact, stems from the economic reality of the markets. In this context, it couldn't be left out of consideration to outline a picture of the situation -even in crisis- which involved especially the Italian companies. Therefore, it was necessary to investigate the phenomenon of globalization, with reference to its origins, characteristics and consequences. Then the research focuses on the reconstruction of the dogmatic phenomenon. Starting from its reconstruction in terms of multilateral contract up to criticize this approach, not entirely satisfactory, as it is considered submissive opposed to the current expansion of the multilateral agreement. More convincing appears to be the scheme of the contractual connection, which has the advantage of preserving the autonomy and independence of the participating entrepreneurs, although framed in the context of an economic unit, which aims to achieve a common goal: the 'network common-good', well worthy of protection according to the article 1322 2.co. of the Civil code. In fact, the contract fits well to define network models both with symmetrical distribution of the decision-making power, and with asymmetric distribution, that is to say with a high level of internal hierarchy. On the other hand, couldn't be neglected the similarity with the hypothesis of contractual connection in the production stage; consisting in delegating to a third a share of the production, and in the distribution phase, thus the distribution occurs through networks of contracts. It also addresses the subject of responsibility for the network, setting the problem in two aspects: external and internal accountability. The first is resolved on the basis of trust mutual gained by each employer. The second is divided into non-contractual liability, linked up, in this case, to the art. 2050 Civil code, and contractual.
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Mollo, Francesca <1985&gt. "Reti di contratti e reti di imprese". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4476/.

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Il lavoro di ricerca prende le mosse da una premessa di ordine economico. Il fenomeno delle reti di impresa, infatti, nasce dalla realtà economica dei mercati. In tale contesto non può prescindere dal delineare un quadro della situazione- anche di crisi- congiunturale che ha visto coinvolte specialmente le imprese italiane. In tale prospettiva, si è reso necessario indagare il fenomeno della globalizzazione, con riferimento alle sue origini,caratteristiche e conseguenze. Ci si sofferma poi sulla ricostruzione dogmatica del fenomeno. Si parte dalla ricostruzione dello stesso in termini di contratto plurilaterale- sia esso con comunione di scopo oppure plurilaterale di scambio- per criticare tale impostazione, non del tutto soddisfacente, in quanto ritenuto remissiva di fronte alla attuale vis espansiva del contratto plurilaterale. Più convincente appare lo schema del collegamento contrattuale, che ha il pregio di preservare l’autonomia e l’indipendenza degli imprenditori aderenti, pur inseriti nel contesto di un’operazione economica unitaria, volta a perseguire uno scopo comune, l’“interesse di rete”, considerato meritevole di tutela secondo l’ordinamento giuridico ex art. 1322 2.co. c.c. In effetti il contratto ben si presta a disegnare modelli di rete sia con distribuzione simmetrica del potere decisionale, sia con distribuzione asimmetrica, vale a dire con un elevato livello di gerarchia interna. Non può d’altra parte non ravvisarsi un’affinità con le ipotesi di collegamento contrattuale in fase di produzione, consistente nel delegare ad un terzo parte della produzione, e nella fase distributiva, per cui la distribuzione avviene attraverso reti di contratti. Si affronta la materia della responsabilità della rete, impostando il problema sotto due profili: la responsabilità interna ed esterna. La prima viene risolta sulla base dell’affidamento reciproco maturato da ogni imprenditore. La seconda viene distinta in responsabilità extracontrattuale, ricondotta nella fattispecie all’art. 2050 c.c., e contrattuale.
The research starts from an of economic preamble. The phenomenon of enterprise networks, in fact, stems from the economic reality of the markets. In this context, it couldn't be left out of consideration to outline a picture of the situation -even in crisis- which involved especially the Italian companies. Therefore, it was necessary to investigate the phenomenon of globalization, with reference to its origins, characteristics and consequences. Then the research focuses on the reconstruction of the dogmatic phenomenon. Starting from its reconstruction in terms of multilateral contract up to criticize this approach, not entirely satisfactory, as it is considered submissive opposed to the current expansion of the multilateral agreement. More convincing appears to be the scheme of the contractual connection, which has the advantage of preserving the autonomy and independence of the participating entrepreneurs, although framed in the context of an economic unit, which aims to achieve a common goal: the 'network common-good', well worthy of protection according to the article 1322 2.co. of the Civil code. In fact, the contract fits well to define network models both with symmetrical distribution of the decision-making power, and with asymmetric distribution, that is to say with a high level of internal hierarchy. On the other hand, couldn't be neglected the similarity with the hypothesis of contractual connection in the production stage; consisting in delegating to a third a share of the production, and in the distribution phase, thus the distribution occurs through networks of contracts. It also addresses the subject of responsibility for the network, setting the problem in two aspects: external and internal accountability. The first is resolved on the basis of trust mutual gained by each employer. The second is divided into non-contractual liability, linked up, in this case, to the art. 2050 Civil code, and contractual.
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MEIFFRET, FRANCESCO. "Codatorialità e contratto di rete di impresa". Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2017. http://hdl.handle.net/11571/1203266.

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L'elaborato analizza lo sviluppo del principio della codatorialità all'interno dell'ordinamento giuridico italiano
L'elaborato analizza lo sviluppo del principio della codatorialità all'interno dell'ordinamento giuridico italiano
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Mariutti, Rebecca <1990&gt. "Nuove imprese, contesti e reti sociali nel settore moda". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5286.

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Questa tesi mira ad individuare e descrivere il ruolo dei contesti sociali nei percorsi di formazione di nuove imprese. Nel dibattito più recente l'imprenditorialità viene associata all'innovazione presente in determinati settori, come il settore del web, delle nanotecnologie e delle biotecnologie. Questa tesi mira ad individuare le specificità dei percorsi di imprenditorialità in settori apparentemente maturi ma soggetti a dinamiche di trasformazione che offrono nuove opportunità di business a nuovi operatori. La tesi si concentra in particolare sul settore della moda. L'obiettivo ultimo della tesi è di fornire una lettura del ruolo delle reti sociali a supporto dell'imprenditore e della loro importanza nel convogliare risorse umane, tecnologiche, creative e finanziarie verso un'impresa emergente. Nel primo capitolo verrà analizzato il concetto d'imprenditorialità; il suo sviluppo e la sua evoluzione nonché le varie teorie che hanno contribuito alla diffusione del termine. Nel secondo capitolo verrà invece analizzata la teoria delle reti sociali e l'importanza del capitale sociale, fondamentali per la realizzazione di un'attività imprenditoriale. Verrà poi illustrato nel terzo capitolo il mondo della moda, con riferimento particolare alla moda italiana, in quanto l'analisi effettuata nella tesi indaga sulla realizzazione di start up appartenenti al mondo della moda italiana. Il quarto capitolo esplica la tipologia di ricerca effettuata, ovvero una ricerca qualitativa; riportando le interviste effettuate e una loro analisi comparata, che riflette le principali tematiche emerse in relazioni ai temi predominanti, ovvero imprenditorialità e teoria delle reti sociali. In sintesi, questa tesi cercherà di dimostrare come l'imprenditorialità e le reti sociali siano, per una start-up di moda, due variabili fondamentali.
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Marchi, Gianluca. "Relazioni tra imprese e cambiamento nei sistemi di piccole imprese industriali: dalle rappresentazioni distrettuali alle reti". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1995. http://hdl.handle.net/10579/833.

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Esposito, Mattia <1981&gt. "Esperto in modelli normativi di governance dei rapporti tra imprese interdipendenti, fra distretti e reti". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1147.

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Lo studio ha ad oggetto il fenomeno delle aggregazioni tra imprese, intese quali contesti imprenditoriali caratterizzati da una molteplicità di imprese che, pur essendo formalmente e giuridicamente autonome ed indipendenti, di fatto sono strettamente legate le une alle altre e reciprocamente condizionate nella loro attività. L’analisi parte da un excursus dei primi interventi normativi in materia, che inizialmente affrontano il fenomeno solo dal punto di vista pubblicistico dell’intervento della Pubblica Amministrazione a sostegno dei sistemi produttivi (ossia la normativa sui distretti industriali e produttivi). Nella seconda parte della tesi il fenomeno viene esaminato dal punto di vista economico, partendo dalla teoria dei costi di transazione di O. E. Williamson, e viene ricondotto ai c.d. modelli ibridi di organizzazione aziendale, intermedi tra la gerarchia e il mercato. Da tale analisi economica emergono le peculiarità proprie dei rapporti tra imprese che differenziano tali rapporti dal modello astratto di rapporto giuridico postulato dal sistema del diritto privato comune. La terza parte della tesi, affronta i più recenti interventi normativi in materia di rapporti tra imprese, in particolare le discipline della subfornitura, del franchising e del recente contratto di rete, al fine di individuare gli elementi utili a ricostruire una sorta di statuto dei rapporti tra imprese. Nelle conclusioni viene prospettato un nuovo approccio legislativo per la comprensione e la disciplina del fenomeno delle aggregazioni tra imprese.
The study analyses the company aggregation phenomenon, whereas company aggregations are regarded as all entrepreneurial contexts characterised by a multitude of companies that, although separate from a formal and juridical point of view, are, de facto, strongly linked together and mutually influence their respective activity. The analysis starts with an excursus on the first legislation on the matter, that focused on the issue merely with reference to the public authority involvement for the support of the production systems (i.e. the legislation on the industrial and production districts). In the second part of the paper, the phenomenon is analysed from an economical point of view, moving from the transaction costs theory of O. E. Williamson, to be then connected with the so called hybrid company organization models, intermediate between hierarchy and the market. Such economical analysis highlights the peculiarities that characterize the relationship between companies that differentiate such relationship from the abstract model put forward by civil law. The third part of the paper focuses on the most recent legislation on the matter, more in details on the subcontracting and franchising agreements, as well as on the recent enterprises network contract, to the extent of identifying the elements that are key to the creation of a sort of statute on the relationship between companies. In the conclusions, a new legislative approach is detailed, aimed at a better under standing and regulation of the company aggregation phenomenon.
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Brian, Lisa <1989&gt. "Il regime fiscale dei distretti e delle reti di imprese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3431.

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L’obiettivo della tesi è quello di analizzare il fenomeno dei distretti e delle reti di imprese dal punto di vista fiscale. L’argomento è molto importante alla luce del fatto che l’economia italiana è formata in prevalenza da imprese di piccole e medie dimensioni, che non riescono a competere con il livello di globalizzazione e avanzamento tecnologico che caratterizza l’economia moderna. Il legislatore, tramite l’introduzione di particolari regimi di tassazione e la predisposizione di apposite agevolazioni fiscali, ha cercato di favorire questi fenomeni, affinché le imprese, aggregandosi, possano superare i limiti che la loro ridotta dimensione gli impone, in modo da aumentare la propria efficienza e diventare competitive anche sul mercato internazionale. Il fenomeno dei distretti e delle reti di imprese ha suscitato l’interesse del legislatore con la speranza che, tramite questo nuovo modo di fare l’impresa, l’economia italiana possa finalmente uscire dalla crisi e tornare ad essere in forze e competitiva.
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Borella, Ambra <1991&gt. "Le reti d'imprese per l'internazionalizzazione: focus sui social networks". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12455.

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Questo elaborato ha l’intenzione di analizzare le aggregazioni tra imprese, in particolare quegli accordi che hanno lo scopo di supportare le imprese tramite la creazione di una rete; in particolare le reti di imprese che hanno come scopo principale l’internazionalizzazione dei suoi membri. Si articola in una prima fase di presentazione di quello che è il tessuto imprenditoriale italiano, dove prevalgono le piccole medie imprese, molto spesso legate ad una storia famigliare. Piccole realtà economiche che si sono ritrovate a dover competere su scala globale e a fronteggiare tempistiche di mercato molto più veloci rispetto ai loro standard lavorativi. Successivamente si affronta il tema dell’internazionalizzazione, cosa s’intende per processi di internazionalizzazione, come viene presentata in letteratura, perché rappresenta una necessità e non più una semplice opzione per le imprese. La scelta di un’ impresa di internazionalizzarsi rappresenta una scelta strategica perché modifica la struttura delle imprese e comporta una trasformazione del suo assetto. Internazionalizzare non significa solo cercare nuovi mercati di sbocco o spazi di approvvigionamento, o la scelta di dove allocare la produzione. Tutte queste sono solo alcune delle applicazioni che derivano da una decisione ben più profonda, una decisione a monte dei processi, nella quale l’impresa sceglie di revisionare il proprio asse strategico, aprendo la propria catena del valore al di là del territorio di partenza, al di la della sede geografica dell’impresa. Come le piccole medio imprese, ma soprattutto le micro imprese italiane, possono affrontare questi nuovi scenari? In che modo questa grande fetta del tessuto economico italiano deve ripensare il proprio modus operandi per non farsi schiacciare dai competitors internazionali? Il fulcro è superare la competizione individuale e collaborare per ottenere vantaggi comuni. Dal 2009 in Italia è stato introdotto il contratto di rete, uno strumento giuridico che cerca di rispondere ad esigenze di maggiore flessibilità da parte degli operatori. Il contratto di rete rappresenta una sorta di formalizzazione di pratiche di collaborazione tra imprese, attori economici ed enti di varia natura, ma il tessuto e il contesto in cui si creano delle reti di imprese è molto più complesso e non riducibile ad un solo contratto. Solitamente a questi accordi aderiscono imprese che avevano già collaborato in precedenza, o comunque si tratta di accordi tra attori con rapporti preesistenti, spesso localizzati in aree ad alta intensità distrettuale; ma come vedremo le reti hanno caratteristiche ben diverso rispetto ai distretti marshaliani. Le reti d’imprese tendono ad avere una locazione geografica più ampia rispetto ai classici distretti industriali, ecco perché si presta generosamente ad essere un ottimo strumento per i processi di internazionalizzazione di vario grado ed intensità.
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Bernardel, Flora. "Gestione del rischio nelle reti di imprese: uno strumento di analisi". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422003.

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In recent years, the growing complexity and dynamism of business models and the need for companies to deal with a productive and competitive international scenario, has facilitated the development of Supply Chain Risk Management (SCRM) as an interesting area of research for academia and the managerial world. The increasing amount of scientific publications dealing with the study of systemic properties of the supply chain, such as uncertainty, resilience, agility and strength, is the setting for important initiatives in the field of management, but also civil and political. Some examples are the certification program established by the ISO 28000:2007 in the field of Information Security, the introduction of the concepts of risk and variability in benchmarking tools and business process reengineering such as the Supply Chain Council's SCOR model, but also the anti terrorist measures undertaken by the Western States which have far-reaching implications for international trade. The protocols Customs-Trade Partnership Against Terrorism (C-TPAT) and the Container Security Initiative (CSI), introduced since 2002 are examples of how the Department of Homeland Security of the United States has sought to promote the adoption of Best Practices SCM in risk management for border controls. The introduction of the Sarbanes-Oxley Act in 2002, was placed under the supervision of the regulators in the financial markets offers some accord on risk sharing agreements and other common practices of SCM. However, the vagueness of the border between trade and public service organizations are throwing new challenges of risk management for all interested entities. In the United Kingdom, for example, the Civil contingencies Act (2004) covers any situation that threatens human welfare, including the interruption in the availability of money, food, water, energy and other goods. All the above initiatives and others, are placed in the context of the current market, mainly characterized by turbulence and uncertainty. A multiplicity of reasons behind the rising trend of market turbulence. The request in almost all industrial sectors seems to be more volatile at present than in the past. The life cycles of products and technologies have been significant reduced on new products and competition makes the prediction of demand and the cycle of life more difficult. At the same time this has increased the vulnerability of the supply chain to noise and disturbances. On the one hand, the extended operating environment has led to a greater exposure to the effects of exogenous factors such as wars, strikes, terrorist attacks or speculation, on the other it has expanded the scope of some changes in business strategy. Many companies have experienced a change in the risk profile of their supply chain in response to changes in their business models, for example through the adoption of lean practices, the extent of outsourcing and a general tendency to reduce the size of the supply base. Given previous arguments that delineate the importance of the topic, there is no universally accepted approach or a scheme to define what actually constitutes a potential threat to the Supply Chain. According to the study of Jüttner et al. (2003) SCRM may include the four key aspects of management: - Assessment of sources of risk in the Supply Chain - Identification of potential adverse consequences for the Supply Chain - Identification of risk drivers - Risk Mitigation for Supply Chain Some scholars point out that although the literature on risk management is fairly well developed, research on the identification of risks is still at an early stage. Companies need to invest resources to identify the risks they face through a systematic approach, but the formal methodologies to support these approaches are not sufficient. The purpose of this thesis is therefore to develop and validate an instrument of SCRM, structured and robust media companies in the management and assessment of hazards in the Supply Chain. It has been prepared in accordance with the following requirements: - an instrument that is Risk Assessment, that allows the different types of contextual risk and pure speculation, with a focus on the analysis of organizational practices and management decisions in response to the more likely diversified forms of Supply Chain Risk - which puts the focus on the impact of risks by adopting a system of aggregate variables (measures of performance of the Supply Chain). Therefore, the mapping of the whole network, which would require the availability of or access to information and data is not realized. This often has no reference to the company The perspective adopted is in fact focused on the company, or the assessment of risks to which a company is exposed to by virtue of the characteristics of the network or networks in which it is inserted, and organizational and management tools and practices that have been provided. Since the reference to the contexts and structures are typically interconnected and interdependent as the Supply Chain, the risk should be considered for the whole network of organizations involved .. This research is based on an adaptation and extension of the risk model proposed by Ritchie and Marshall (1993). As hypothesized, the "Supply Chain Risk" is configured as a compound expression, into which the contributions (for now assumed independent) of some macro-areas or domains (environmental variables, field variables, configuration variables on the Supply Chain-related variables to the members of the Supply Chain, organizational strategy-related variables, and specific variables related to decision-makers). The term "risk factor" is introduced here to indicate a wide range of managerial and organizational practices that may have an impact (in terms of likelihood and consequences) on the results and how they can provide opportunities to improve performance even in the face of increased risk potential. This schematic can be placed in the macro-families listed and a potentially infinite number of "risk factors", which expose the company's business and organization to unintended consequences not only in terms of risk but also performance.
Negli ultimi anni, la crescente complessità e dinamicità dei modelli di business e la necessità per le aziende di confrontarsi con uno scenario produttivo e competitivo internazionale, ha facilitato lo sviluppo del Supply Chain Risk Management (SCRM) come un’interessante area di ricerca sia per il mondo accademico che per il mondo manageriale. Il crescente aumento delle pubblicazioni scientifiche che affrontano lo studio di proprietà sistemiche delle Supply Chain, come incertezza, resilienza, agilità e robustezza, fa da sfondo ad importanti iniziative in campo manageriale, ma anche civile e politico. Alcuni esempi sono il programma di certificazione stabilito dalla norma ISO 28000:2007 nel campo del Information Security, l’introduzione dei concetti di rischio e variabilità negli strumenti di bechmarking e business process reengineering come il modello SCOR del Supply Chain Council, ma anche i provvedimenti antiterrorismo intrapresi dagli Stati Occidentali che hanno avuto implicazioni di vasta portata per il commercio internazionale. I protocolli Customs–Trade Partnership Against Terrorism (C-TPAT) and the Container Security Initiative (CSI), introdotti a partire dal 2002 sono esempi di come il dipartimento di Homeland Security degli Stati Uniti ha inteso promuovere l’adozione di Best Practices SCM, nella gestione dei rischi per i controlli alle frontiere. L’introduzione della legge Sarbanes-Oxley Act nel 2002, ha posto sotto la sorveglianza delle autorità di regolamentazione dei mercati finanziari alcuni accordi di risk sharing ed altre pratiche comuni di SCM. Tuttavia l’indeterminatezza del confine tra questioni commerciali e organizzazioni di pubblico servizio sta gettando nuove sfide di gestione del rischio per tutti gli enti interessati. Nel Regno Unito, ad esempio, il Civil Contingencies Act (2004) comprende ogni situazione che minaccia il benessere umano, tra cui l’interruzione nella disponibilità di denaro, cibo, acqua, energia e altri beni. Tutte le iniziative citate ed altre ancora, si collocano nel contesto del mercato attuale, caratterizzato principalmente da turbolenza e incertezza. Un molteplicità di motivi è alla base della tendenza all’aumento della turbolenza dei mercati. La domanda in quasi tutti i settori industriali sembra essere più volatile che in passato. I cicli di vita di prodotti e tecnologie sono diminuiti sensibilmente e la competizione sui nuovi prodotti rende la previsione della domanda e del ciclo di vita più difficile. Allo stesso tempo è aumentata la vulnerabilità delle Supply Chain ai disturbi e alle perturbazioni. Da un lato l’ambiente operativo esteso ha comportato una maggiore esposizione agli effetti di fattori esogeni come guerre, scioperi, attacchi terroristici o speculazioni, dall’altro esso ha amplificato la portata di certe variazioni nella strategia aziendale. Molte aziende hanno sperimentato un cambiamento nel profilo di rischio delle proprie Supply Chain a seguito di modifiche nei propri modelli di business, ad esempio attraverso l’adozione di pratiche lean, l’estensione dell’outsourcing e una tendenza generale a ridurre l’ampiezza della base di fornitura. A fronte delle argomentazioni precedenti che delineano l’importanza del tema, non esiste un approccio o uno schema universalmente riconosciuto per definire che cosa effettivamente costituisce un rischio a livello di Supply Chain. Secondo lo studio di Juttner et al. (2003) il SCRM può comprendere quattro aspetti gestionali chiave: - Definizione delle sorgenti di rischio nella Supply Chain - Definizione delle potenziali conseguenze avverse per la Supply Chain - Identificazione dei risk drivers - Mitigazione dei rischi per la Supply Chain Alcuni studiosi evidenziano che sebbene la letteratura sul Risk Management sia piuttosto ben sviluppata, la ricerca relativa all’identificazione dei rischi è ancora ad uno stadio preliminare. Le aziende devono investire risorse per identificare i rischi cui sono esposte attraverso un approccio sistematico; tuttavia le metodologie formali di supporto a questi tipi di approccio sono ampiamente insufficienti. Lo scopo di questa tesi è dunque di sviluppare e validare uno strumento di SCRM, strutturato e robusto che supporti le aziende nella gestione e valutazione dei rischi proveniente dalle Supply Chain. Esso è stato approntato nel rispetto dei seguenti requisiti: - che sia uno strumento di Risk Assessment, e consenta la valutazione contestuale dei rischi di tipo puro e speculativo, con una focalizzazione sull’analisi delle pratiche organizzative e delle scelte gestionali che in funzione del contesto sono più suscettibili di veicolare forme diversificate di Supply Chain Risk; - che ponga l’attenzione sull’impatto dei rischi attraverso l’adozione di un sistema di variabili aggregate (misure di prestazione della Supply Chain). Non si realizza pertanto la mappatura di tutto il network, che richiederebbe la disponibilità o l’accesso ad informazioni e dati, che spesso l’azienda di riferimento non possiede. La prospettiva adottata è infatti relativa all’azienda focale, ovvero alla valutazione dei rischi cui un’azienda è esposta in virtù delle caratteristiche del network o dei network in cui è inserita, e degli strumenti o pratiche organizzativo-gestionali di cui si è dotata. Poiché il riferimento è a contesti e strutture interconnesse e interdipendenti come tipicamente sono le Supply Chain, il rischio deve essere considerato relativamente all’intero network di organizzazioni coinvolte. Questa ricerca si basa su un adattamento e un’estensione del modello di rischio proposto da Ritchie and Marshall (1993). Secondo quanto ipotizzato, la funzione “Supply Chain Risk” si configura come un’espressione composta, in cui confluiscono i contributi (per ora assunti indipendenti) di alcune macro-aree o domini (Variabili ambientali, Variabili di settore, Variabili sulla configurazione della Supply Chain, Variabili relative ai membri della Supply Chain, Variabili relative alla strategia organizzativa, Variabili specifiche, Variabili collegate ai decision-maker). Questa schematizzazione consente di collocare nelle macro-famiglie elencate un numero potenzialmente infinito di “fattori di rischio”, che espongono il business aziendale e l’organizzazione a conseguenze indesiderate in termini di rischio ma anche di performance. Il concetto “fattore di rischio” è qui introdotto per indicare un vasto insieme di pratiche gestionali ed organizzative che possono avere un impatto (in termini di probabilità e conseguenze) sui risultati; così come possono fornire delle opportunità per migliorare le prestazioni sebbene a fronte di un incremento del rischio potenziale. La ricerca è volta a dimostrare che una tale struttura costituisce un’ottima base di riferimento per ogni schema di Assessment del rischio nella Supply Chain. Essa assume quindi un significato rilevante dal punto di vista concettuale, inserendosi in un filone di letteratura ancora non completamente esplorato, e dal punto di vista pratico attraverso gli obiettivi elencati.
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Barkaoui, Farah <1985&gt. "Reti d'impresa:Un nuovo modo di competere per le piccole medie imprese italiane". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4847.

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Fare rete, aggregarsi, lavorare insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune: parole ormai imprescindibili nel vocabolario di ogni imprenditore che voglia affrontare con successo le sfide del mercato e continuare a crescere anche in momenti sfavorevoli. Il contratto di rete è ormai uno strumento che va consolidandosi nel panorama imprenditoriale italiano, un’opportunità in più nello scenario in continua evoluzione in cui viviamo. Sono sempre di più infatti le imprese che decidono di utilizzarlo come un metodo innovativo di fare impresa, per incrementare la propria competitività e la propria capacità innovativa.
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Cottica, Giulia <1993&gt. "LE RETI DI IMPRESA COME STRUMENTO DI SVILUPPO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12752.

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L’elaborato si pone come obiettivo la comprensione del contratto di rete e delle dinamiche inerenti alle reti d’impresa, con un focus sul settore agroalimentare. Il testo è strutturato in due parti: in un primo momento, attraverso lo studio della letteratura, si andrà a descrivere il fenomeno delle reti d’impresa per poi effettuarne un’analisi descrittiva basata sul Dataset, relativo ai contratti di rete, reso disponibile da InfoCamere. Il contratto rete si inserisce nella categoria più ampia delle c.d. “aggregazioni di imprese”, che hanno l’obiettivo comune di implementare la collaborazione e la cooperazione tra di esse. Ognuno degli strumenti facenti parte di questa categoria, di cui si accenna nella prima parte del testo, ha determinate peculiarità ed in particolare il contratto di rete possiede alcuni elementi che lo contraddistinguono in maniera netta dagli altri. In questi anni il numero delle reti d’impresa è cresciuto notevolmente, in quanto si crea l’opportunità per le piccole-medie imprese di competere con successo sul mercato laddove non sarebbe possibile singolarmente, soprattutto in tempo di crisi economica. La prima parte dell’elaborato, infatti, pone lo sguardo sulla situazione delle PMI negli ultimi anni, e di come il voler trovare soluzioni innovative ed efficaci per superare le difficoltà che esse intercorrono ha portato alla “nascita” del contratto di rete. Questo strumento è stato, ed è tuttora, oggetto di forte interesse sia per l’Unione Europea, che da sempre promuove lo sviluppo, sia per il Legislatore italiano, infatti dal 2009 in avanti è stata definita una disciplina dei contratti di rete sempre più ampia e complessa, non solo dal punto di vista strettamente giuridico ma anche per quanto riguarda gli aspetti economico-finanziari e fiscali. Dopo un accenno a tali aspetti, fondamentali ma non principale oggetto di interesse di questo elaborato, si procede osservando come le reti di impresa si inseriscono nel contesto attuale e, nel prosieguo, trattando in modo più dettagliato alcune tematiche inerenti alle stesse. La parte centrale dell’elaborato è dedicata agli obiettivi strategici delle reti d’impresa, e di come questi influiscano direttamente sulle politiche di marketing adottate dalla rete e dalle singole imprese aderenti. Infine con l’analisi descrittiva, riprendendo in parte una tematica vista in precedenza, si analizza il fenomeno delle reti di impresa e di come queste si propongono nel contesto odierno (numero di contratti stipulati per anno, dimensioni delle reti, suddivisione nelle varie regioni d’Italia, etc.), ponendo l’attenzione sulle reti agroalimentari.
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Melandri, Gioele <1996&gt. "Il ruolo delle reti sociali nelle startup innovative in ambito agri-food". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18173.

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Le startup innovative svolgono un ruolo fondamentale all’interno dell’economia italiana in termini di progresso tecnologico e di occupazione giovanile. Frequentemente gli imprenditori, non possedendo le competenze e le conoscenze necessarie per far fronte agli ostacoli che si presentano lungo il percorso di nascita e crescita della startup, si interfacciano con l’ecosistema circostante e con le proprie reti sociali. Le interazioni che nascono dall’incontro tra lo startupper e l’attore coinvolto possono essere caratterizzate da legami più o meno forti, ma sono quello strumento che gli permettere di acquisire risorse finanziarie o crearsi opportunità di mercato che individualmente non avrebbe ottenuto. In questa tesi vengono analizzate sei startup emiliano romagnole operanti nel settore agroalimentare, al fine di individuare processi e motivazioni che hanno portato l’imprenditore a sfruttare determinati legami sociali del proprio network. Lo scopo è anche quello di evidenziare ricorrenze presenti tra le diverse realtà riguardo quali attori vengono coinvolti in relazione all'obiettivo specifico da raggiungere, in modo da sviluppare una sorta di best practice per futuri startupper.
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Gobbo, Alessia <1998&gt. "La gestione del personale nelle reti d’impresa: l’istituto del distacco e della codatorialità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20294.

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La cooperazione tra imprese si è rivelata una soluzione efficace per raggiungere obiettivi aziendali difficilmente conseguibili operando in modo autonomo. Il contratto di rete rappresenta un’importante opportunità di miglioramento dei risultati in termini di fatturato, occupazione, produttività e redditività, e un efficace strumento per affrontare le sfide dell’innovazione e del cambiamento. Il presente lavoro di tesi vuole quindi fornire una panoramica circa le caratteristiche e il ruolo giocato dalle reti d’impresa, con un’attenzione particolare alla gestione dei rapporti di lavoro all’interno della rete. A tal fine sono stati individuati e discussi gli aspetti tecnici relativi all’attuazione della codatorialità e del distacco nei principali ambiti di gestione del personale in azienda, evidenziandone il grado di utilità per le PMI italiane. In particolare, sono stati analizzati i dati dell’Osservatorio sulle reti d’impresa in merito al grado di soddisfazione delle reti che hanno scelto lo strumento di distacco o codatorialità in termini di efficacia della rete, coesione dei membri e performance di mercato, per poi guardare la relazione con le variabili strutturali, organizzative e ai meccanismi di coordinamento.
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Rainone, Eleonora <1988&gt. "Le reti di impresa nel mercato: prospettive di qualificazione giuridica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8111/1/Eleonora_Rainone.pdf.

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Le reti d’impresa sono un fenomeno di matrice economica che può essere collocato all’interno dell’ampio quadro delle strutture aggregazionali tra imprese: il cd. Networking. Le reti sono forme ibride di organizzazione, un modello intermedio che si colloca fra le categorie generali dello scambio contrattuale e delle strutture gerarchiche integrate e che tende a sfuggire alle categorie giuridiche tradizionali. Il predetto fenomeno reticolare, è stato oggetto di positivizzazione da parte del Legislatore italiano attraverso la L. 9 aprile 2009 n. 33, art. 3 comma 4-ter. Il contratto di rete di cui alla citata normativa si pone, quale strumento di disciplina e d’incentivazione dei rapporti cooperativi tra imprese alternativo alle forme di aggregazione tradizionali. Esso rappresenta una figura flessibile di contratto plurilaterale con comunione di scopo, ad effetti obbligatori, di natura formale e connotato da una responsabilità limitata.
Business networks represent a new way of partnership through which knowledge flows, propagates and regenerates, fuelling the processes of production and consumption. They may be qualified, from an economic point of view, as a free association between enterprises with the aim of increasing their competitiveness and innovativeness This reticular phenomenon was regulated for the first time by the Italian lawmaker through the L. 9 April 2009 n. 33, article 3 comma 4-ter. The network contract is a new legal norm also in the international spectrum, as a tool of discipline an incentive of networking between enterprises. This tool acts as an alternative to traditional relationships that affect each company (consortium, holdings). Therefore, the main goal of the research project is analysing business networks from an economic and legal point of view. My investigation is focussed on the features of the structure and the organisation of the companies involved in the network.
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Celegato, Alice <1985&gt. "Reti di impresa e strategie di aggregazione: il caso Motorinrete". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8842.

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Motorinrete come start up di rete d'impresa per la fornitura di prodotti rigenerati a bassa rotazione ed elevato valore, ad un target di mercato difficilmente raggiungibile dalla singola azienda.La rete d'impresa come soluzione flessibile ed appetibile per sfruttare al meglio le competence del singolo e le sinergie che di volta in volta prendono forma nei rapporti di gruppo tra colleghi e competitors. Sarà approfondito il tema tanto "caldo" quanto innovativo legato alle dinamiche aggregative delle imprese, agli ostacoli ma anche alle opportunità che si affacciano per realtà con tali strategie: aggregazione - coopetizione ed innovazione nell'attuale mercato nazionale automotive aftermarket.
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Mercuri, Francesco <1987&gt. "La contitolarità del rapporto di lavoro nei gruppi e nelle reti di imprese". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8742/1/FRANCESCO%20MERCURI%20-%20TESI%20DI%20DOTTORATO%20-%20LA%20CONTITOLARIT%C3%80%20DEL%20RAPPORTO%20DI%20LAVORO%20NEI%20GRUPPI%20E%20NELLE%20RETI%20DI%20IMPRESE.pdf.

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Il presente studio ha ad oggetto la disamina degli elementi, di fatto e di diritto, che, all’interno dei gruppi e delle reti di imprese, permettono la simultanea riconduzione di un rapporto di lavoro a più datori di lavoro. Per fare ciò è risultato essenziale porre in risalto gli elementi sintonici e distonici tra la disciplina commerciale e quella lavoristica e, in seconda battuta, affrontare le ricognizioni dottrinarie e giurisprudenziali stratificatesi nel tempo. Infine, dopo aver ricondotto la fattispecie nell’alveo delle obbligazioni soggettivamente complesse si sono poste in rilievo le differenze qualitative tra la codatorialità nei gruppi, di matrice essenzialmente rimediale, e quella nelle reti, introdotta ex lege nel 2013 e, solo in apparenza, rimessa all’ampia discrezionalità dei retisti.
The present study deals with the examination of the elements, in fact and in law, which, within groups and networks of companies, allow the simultaneous reconditioning of a work relationship to several employers. In order to do this, it was essential to highlight the syntonic and dystonic elements between the commercial and the labour law discipline and, secondly, to address the doctrinal and jurisprudential surveys stratified over time. Finally, after bringing the case back into the category of obbligazione soggettiva complessa, has been pointed out the qualitative differences between the codatorialità in the groups, as a remedial matrix, and the one in the networks, introduced by law in 2013 and, only apparently, left to the wide discretion of the companies.
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CARMINATI, Paolo (ORCID:0000-0002-8863-7481). "La configurazione della produzione nelle imprese multinazionali: esplorazione dell'allineamento tra stabilimenti e reti produttive". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/187499.

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Bolognesi, Davide <1995&gt. "Innovazione e sostenibilità: un paradigma per lo sviluppo. Indagine conoscitiva di reti di innovazione per la mobilità sostenibile". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18784.

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Negli ultimi anni il settore automobilistico sta vivendo un’importante fase di transizione legata ai principali driver di cambiamento verso la sostenibilità. Il cambiamento è sostenuto dall’innovazione attraverso l’introduzione di nuove forme tecnologiche e strategiche in grado di cambiare il concetto di veicolo e di mobilità in generale. Innovazione e sostenibilità hanno sempre avuto un legame profondo: da forze contrapposte a cardini fondamentali per lo sviluppo. Da ciò deriva il grande interesse, negli anni, da parte della letteratura per la considerazione della sostenibilità come elemento intrinseco dell’innovazione. Il processo innovativo ha una natura complessa: molteplici sono i fattori e le variabili da considerare per il raggiungimento dei risultati prefissati. Viene richiesto a tale scopo un approccio strategico nella ricerca di nuove soluzioni, in grado di sostenere le imprese ad affrontare le sfide tecnologiche, industriali e ambientali. L’indagine vuole definire una rappresentazione del processo innovativo in ambito di mobilità sostenibile in Europa e in quale modo le reti di innovazione, attraverso un approccio collaborativo, sono lo strumento adatto per realizzare lo sviluppo sostenibile. La ricerca indaga le reti di innovazione per la ricerca pre-competitiva all’interno del settore automotive, supportate da EUCAR.
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Giangrande, Giuseppe. "Reti di impresa: soggettività e disciplina fiscale. "Profili interni e prospettive europee"". Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2015. http://hdl.handle.net/11385/200968.

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Indagine sui profili interni. Il contratto di rete: l'istituto e la sua evoluzione. La soggettività giuridica delle reti d'impresa. La soggettività delle reti d'impresa ai fini dell'imposizione reddituale. Indagine sui profili sovranazionali. La fiscalità di vantaggio tra vincoli costituzionali e comunitari: le agevolazioni fiscali del contratto di rete.
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MORICONI, Agnese. "La gestione del personale nelle reti di impresa e i risvolti applicativi della codatorialità". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77158.

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Nell’attuale contesto economico la maggioranza delle piccole e medie imprese necessita di individuare soluzioni organizzative capaci di favorire il mantenimento di alti livelli di competitività rispetto a quanto offerto dalle grandi imprese, a fronte delle difficoltà che derivano dalle sensibili contrazioni del mercato e dei ricavi. Tale obiettivo, che richiede lo sviluppo di un percorso grazie al quale le imprese riescano a ridurre i costi, a scambiare e integrare le specializzazioni, le prestazioni lavorative e il know-how, potrebbe essere raggiunto anche nel contesto delle reti di impresa e grazie all’istituto della codatorialità. Tuttavia, la genericità della disciplina legale, attinente soprattutto all’ambito giuslavoristico, rappresenta un forte disincentivo alla pratica implementazione di reti di impresa con impiego della codatorialità, benché quest’ultima possa diventare uno strumento utile nell’ottica della formazione continua dei lavoratori e della loro stabilità occupazionale, nonché fungere da valida alternativa ai licenziamenti ed al ricorso agli ammortizzatori sociali in caso di esubero di personale. Proprio in punto alla natura e alle caratteristiche della codatorialità la dottrina ha individuato uno dei problemi chiave dell’intera disciplina, ossia la necessità di comprendere se sia possibile distinguere quest’ultima dall’assunzione congiunta, conferendo alla prima maggiore flessibilità operativa e minori vincoli ed oneri legali, diversamente riscontrabili qualora i due istituti coincidessero. I rischi connessi alla indefinitezza della codatorialità diventano, peraltro, molto concreti, laddove proprio l’esistenza di una lacuna dell’ordinamento in tema di codatorialità indurrebbe la giurisprudenza a ricorrere ai tradizionali criteri interpretativi ed ai rimedi ad oggi esperibili per far fronte, in ottica garantista nei confronti dei lavoratori, a situazioni critiche, crisi e/o condotte datoriali non sufficientemente cristalline. Pertanto, il progetto di ricerca parte dalla primaria esigenza di comprendere se e per quali motivi la codatorialità possa essere distinta dall’assunzione congiunta. A tal fine sono stati individuati e analizzati gli specifici aspetti tecnici relativi all’attuazione della codatorialità nei principali ambiti di gestione del personale in azienda, evidenziandone le criticità emergenti solo in fase di concreta implementazione da parte dell’impresa. Ulteriore scopo dell’analisi condotta è la definizione complessiva dell’effettivo grado di utilità della codatorialità rispetto alle PMI con relativa stima del potenziale innovativo delle reti di impresa rispetto alla gestione del personale nelle piccole e medie imprese. Tutte le valutazioni effettuate hanno condotto complessivamente a ritenere che la codatorialità sia da intendersi solo come legittimazione, estesa ad altre imprese, di impartire anche ai dipendenti altrui ordini e direttive in relazione alle attività comuni, in conformità ad un impianto contrattuale e regolamentare ben definito dalle medesime imprese in via preventiva. Rispetto alla gestione pratica della codatorialità in rete, i rischi di illegittimità delle condotte datoriali o di scarsa tenuta del sistema di gestione potrebbero essere contenuti, ma non eliminati, solo attraverso un complesso incrocio di pattuizioni individuali (datore-lavoratore), contratti plurilaterali (accordi tra imprese, contratto di rete), regolamenti etc…, evidenziati nel corso dell’esposizione. Nonostante le grandi potenzialità dello strumento sia nel consentire alle PMI di sviluppare progetti che richiedono alta flessibilità organizzativa e competenze specialistiche dei lavoratori, sia rispetto all’implementazione di nuovi modelli di gestione anche derivanti dalla combinazione con il “lavoro agile”, l’applicazione della codatorialità non pare ricevere l’attenzione meritata. I limiti naturali delle PMI, l’ambiguità della disciplina giuslavoristica delle reti di impresa e della codatorialità, le complessità di gestione emerse e le conseguenze sanzionatorie analizzate nel corpo della ricerca, unitamente alla mancanza di impulso legislativo e di supporto, anche promozionale, da parte delle associazioni datoriali potrebbero sostanziarsi ad oggi in un forte disincentivo per le imprese stesse ad implementare reti complesse, che non si risolvano in mere forme leggermente più articolate di collaborazione commerciale.
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Gastaldon, Massimo. "Il ruolo dei Knowledge Intensive Business Services nelle reti di imprese: Il caso dei servizi informatici in Veneto". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426919.

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The growth of services, particularly the Knowledge Intensive Services (KIS), is a complex phenomenon that involves multiple levels of both the production system that society as a whole. This growth express itself both with the growing importance of tertiary activities in the production of value within the firms and with the tendency of firms to outsource some steps of the value chain. In particular, when knowledge intensive services firms have as customers some other enterprise, they are called as Knowledge Intensive Business Services (KIBS). In 1995, Miles and colleagues introduced for the first time this concept to suggest that these private firms are involved in collecting, processing, generation and or distribution of knowledge, in order to provide products or services that clients (other enterprises or organizations) are not able or unwilling to develop on their own. These firms, operating actively in all steps of the value chain, not only contribute to the competitiveness of client firms, but promote their innovative capacity, the technical and managerial development. Examples of KIBS involve various types of services: management consulting and human resources management, marketing and advertising, ICT and related services, legal services, technical services, etc. Several studies have amply demonstrated how these firms are crucial elements for the competitiveness of whole economic systems. In particular KIBS are recognized to be able to foster the innovative potential of a local system (e.g. in a district or in a firms network), thus contributing to its economic development. Despite this, particularly in Italy, there are still few empirical studies on KIBS and the role they play in support of innovation and within the business network. In these networks may take part not only homogeneous and territorially co-present subjects such as firms, but also subjects of a different nature as trade associations, universities, science and technology parks, public administrations and local government. On the other hand, as expressed by the logic of Open Innovation (Chesbrough, 2003), the modern economy networks tend to be characterized by a lack of hierarchy and are open to the flow, interconnection, freedom of access and exchange. The sap that flows and animates the business network is the knowledge. In this research, the objective was to understand how KIBS act as knowledge gatekeepers (Allen, 1997; Morrison, 2004) to promote innovation within a local system. As will be seen in the work, to perform this function a KIBS should run the processes of selection and acquisition of knowledge from outside, then reworked and then transfer it to client firms. This target has been investigated considering some case studies involving about twenty ICT firms in Veneto. Regarding these firms, we have studied several issues: the role; the cognitive processes performed; the internal and external sources of knowledge used; the relationships they have with suppliers, partners and customers; the geographical and cognitive proximity; the openness to international markets.
La crescita dei servizi, in particolare di quelli ad alto contenuto di conoscenza (KIS – Knowledge Intensive Services), è un fenomeno complesso che investe a più livelli sia il sistema produttivo sia la società nel suo insieme. Tale crescita si manifesta sia con un crescente peso delle attività terziarie nella produzione del valore all’interno dell'impresa, sia con la tendenza delle aziende ad esternalizzare alcune fasi della catena del valore. In particolare, quando le società di servizi ad alta intensità di conoscenza hanno come clienti altre imprese vengono definite con il termine di KIBS (Knowledge Intensive Business Services). Questo concetto è stato introdotto per la prima volta da Miles e colleghi nel 1995 per indicare società private che svolgono attività di raccolta, analisi, generazione e o distribuzione di conoscenza, al fine di fornire prodotti o servizi che i clienti (altre imprese o organizzazioni) non sono in grado o non intendono sviluppare in proprio. Queste imprese, intervenendo attivamente in tutte le fasi della catena del valore, non solo contribuiscono alla competitività delle imprese clienti, ma ne promuovono la capacità innovativa, lo sviluppo tecnico e manageriale. Esempi di KIBS includono varie tipologie di servizi: consulenza manageriale e gestione delle risorse umane, marketing e pubblicità, informatica e servizi correlati, servizi legali, servizi tecnici, eccetera. Vari studi hanno ampiamente dimostrato come queste società rappresentino un elemento cruciale per la competitività d’interi sistemi economici. In particolare ai KIBS si riconosce la capacità di alimentare il potenziale innovativo di un sistema locale (ad es. in un distretto o in un network d’imprese), contribuendo in questo modo al suo sviluppo economico. Nonostante questo, in particolare in Italia, sono ancora poche le analisi empiriche sui KIBS e sul ruolo che questi svolgono a supporto dell’innovazione e all’interno dei business network. Di queste reti possono far parte non solo soggetti omogenei e territorialmente compresenti come le imprese, ma anche soggetti di natura diversa come associazioni di categoria, università, parchi scientifici e tecnologici, pubbliche amministrazioni, enti territoriali. D’altro canto, come espresso dalla logica dell’Open Innovation (Chesbrough, 2003), le reti dell’economia moderna sono tendenzialmente caratterizzate dalla mancanza di gerarchizzazione e sono aperte al flusso, all’interconnessione, alla libertà di accesso e di scambio. La linfa che scorre e anima il business network è la conoscenza. In questo lavoro, l’obiettivo è stato quello di comprendere come i KIBS svolgano la funzione di knowledge gatekeepers (Allen, 1997; Morrison, 2004) a supporto dell’innovazione all’interno di un sistema locale. Come si vedrà nel lavoro, per svolgere questa funzione un KIBS deve eseguire i processi di selezione e acquisizione all’esterno di conoscenza, quindi rielaborarla e poi trasferirla alle imprese clienti. Quest’obiettivo è stato indagato considerando alcuni casi di studio riguardanti una ventina di imprese d’informatica venete. Riguardo queste società si sono studiati vari temi: il ruolo svolto; i processi cognitivi esercitati; le fonti interne ed esterne di conoscenza utilizzate; le relazioni instaurate con i fornitori, i partner e i clienti; la prossimità geografica e cognitiva; l’apertura ai mercati internazionali.
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Trindade, Liane Ferreira da. "Vida privada e m?dias sociais: impress?es da p?s-modernidade". Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2015. http://repositorio.ufrn.br/handle/123456789/20683.

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Essa tese parte da proposi??o de que a p?s-modernidade ? a manifesta??o cultural pr?pria do Capitalismo Tardio. A pesquisa preocupou-se com a publicita??o da vida privada que se d? nos Feeds de not?cias da rede social digital Facebook. Utilizou-se a netnografia, por ser considerado um m?todo de constru??o na a??o que associa t?cnicas de estudo ? imers?o do pesquisador no campo investigado. A netnografia ? uma alternativa metodol?gica para o estudo dos encadeamentos de comunica??o em ambientes cibern?ticos. Constatamos que h? uma exposi??o de si num ambiente conexo que reproduz as propriedades da sociedade do espet?culo, com um destaque para o fato de essa exposi??o ser feita e querer ser feita pelo pr?prio indiv?duo, de forma aleg?rica, vitrinista e espetaculo?sta. O sujeito se desvela por si mesmo, se mostra e ? induzido a se mostrar e se exibir ao mesmo tempo. ? uma exposi??o em grande escala dos eventos da vida privada, ? mais do que espet?culo, ultrapassando o sentido debordiano, aproximando-se do exibicionismo no sentido freudiano. ? um sujeito em uma nova forma de exist?ncia. No ato de postar em p?blico a pessoa viola sua pr?pria privacidade. ? o estrelato de profana??o da intimidade. Verificamos que essas novas formas comportamentais de compartilhamento de experi?ncias humanas, sob a media??o de tecnologias t?picas da era do informacionalismo, se mostram como uma das marcas principais das sociabilidades que engrenam a revolu??o tecnol?gica em curso.
This thesis starts from the proposition that postmodernity is the very cultural manifestation of Late Capitalism. The research was concerned with the publication of privacy that gives us news feeds of Facebook online social network. We used netnography, which is considered a construction method in action that combines study skills to immersion of the researcher in the investigated field. Netnography is an alternative methodology for the study of communication threads in cyber environments. We note that there is an exhibition of themselves in a related environment that reproduces the properties of the spectacle society, with an emphasis on the fact that this exhibition be made and want to be made by the individual himself, allegorically, window dresser and with spectacle. The subject is revealed by itself, shown and is induced to show and display at the same time. It is a large-scale exhibition of the private life events; it is more than spectacle, surpassing debordian sense, approaching the exhibitionism in the Freudian sense. It is a subject in a new way of existence. At the time of posting in public, the person violates their privacy. It is the desecration of stardom intimacy. We found that these new behavioral forms sharing of human experiences, under the mediation of typical technologies informationalism era, appear as a major brand of sociability, meshing the ongoing technological revolution.
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Rizzo, Luca Simone <1974&gt. "Reti di conoscenza e meccanismi di governance tra impresa e territorio: l'evoluzione del sistema produttivo veronese". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/812.

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NARDI, LORENZO. "Dai rapporti strategici industria/distribuzione alle reti industriali. L’analisi di un caso per una distribuzione in cambiamento". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2019. http://hdl.handle.net/11566/263502.

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Nel corso degli ultimi decenni i rapporti tra industria e distribuzione sono radicalmente cambiati. Il ruolo del retailer si è evoluto passando da una posizione passiva al diventare una vera entità di business attiva. Per le imprese industriali la gestione dei rapporti con le aziende della distribuzione sta diventando un fattore critico per una buona performance o in molti casi addirittura per la sopravvivenza stessa. In questo contesto molte imprese stanno cercando soluzioni per aggirare il problema di una distribuzione vista come un ostacolo per arrivare al consumatore finale, piuttosto che come un partner con cui collaborare per migliorare le proprie performance. Questa tesi nasce dall'esperienza di dottorato in una impresa industriale operante nel settore alimentare che si confronta da tempo con questo scenario competitivo. Si è studiato come, attuando una strategia di espansione del network aziendale in senso trans-territoriale e trans-settoriale l’impresa stia cercando con successo di superare la barriera distributiva, seguendo il modello teorico del Capitalismo delle Reti di Enzo Rullani. Analizzando il processo di integrazione parziale con un distributore già partner dell’impresa industriale è stato possibile studiare i processi da mettere in atto per attuare la scelta di che tipo di distribuzione adottare. Infine, sono stati verificati i risultati conseguiti nel tempo attraverso la conduzione di un’indagine sul consumatore in due momenti distinti: prima della costruzione della rete aziendale e a distanza di due anni dalla costruzione della stessa. Questo studio ha consentito di aggiungere un primo tassello in un percorso volto a colmare un gap emerso dall’analisi della letteratura dei network aziendali, e in particolare di uno dei suoi filoni di ricerca: infatti le soluzioni proposte dall’approccio teorico sopra menzionato di Rullani sono risultate prive ancora di un numero consistente di studi sul campo nel quale queste siano state messe in atto.
The relationship between industry and distribution has radically changed over the last decades. The role of the retailer has evolved from a passive position to becoming a real business entity. For industrial companies, managing relationships with distribution companies is becoming a critical factor for a good performance or in many cases even for survival itself. In this context, many companies are looking for solutions to face the problem of the distribution barrier, seen as an obstacle to reach the final consumer rather than as a partner to collaborate with in order to improve their performance. This work stems from a three-year experience in an industrial company operating in the food sector that has long been facing this competitive scenario. It has been studied how the company is successfully trying to overcome the distribution barrier by implementing a strategy of expansion of the corporate network in a “trans-territorial” and “trans-sectoral sense” (according to the theoretical model of Enzo Rullani's “Network Capitalism”) and how the distribution typology that is to be adopted is selected. This has been done by analyzing the process of partial integration with a distributor already partner of the industrial company. Finally, the results achieved by the company have been verified by conducting a consumer survey at two separate times: before the company network building and two years after. This study made it possible to make a first step towards filling a gap emerged in the industrial network literature analysis: the solutions proposed by the theoretical approach of Rullani still lack a substantial number of field studies in which they have been implemented.
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DI, PILLO FRANCESCA. "La competizione nelle reti interconnesse: aspetti teorici ed applicativi nel settore della telefonia internazionale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2005. http://hdl.handle.net/2108/191.

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L’evoluzione dei settori industriali caratterizzati dalla presenza di reti infrastrutturali verso contesti oligopolistici ha accresciuto la necessità dell’interconnessione e, nel contempo, ha aumentato la complessità delle interazioni strategiche fra imprese. Oggetto di ricerca della tesi è proprio l’analisi delle scelte strategiche di imprese concorrenti in reti interconnesse e lo studio delle loro interazioni. Tali interazioni strategiche rappresentano un fenomeno complesso. Infatti, la struttura delle reti interconnesse è complicata dalla modalità di accesso che è di tipo “two way”, largamente trattata in letteratura, tra gli altri, da Laffont, Tirole e Armstrong. Inoltre, le imprese appartenenti a reti interconnesse hanno a disposizione due variabili decisionali nella scelta delle loro strategie: il prezzo all’utenza finale e la tariffa d’interconnessione. Tra i settori che si caratterizzano per la presenza di reti infrastrutturali, principalmente quelli dei servizi di pubblica utilità, si è scelto, come oggetto di studio, quello della telefonia fissa internazionale, poiché presenta alcune rilevanti peculiarità. E’ interessante, infatti, l’analisi dell’interconnessione tra operatori appartenenti a due Stati che possono essere differenti sotto vari punti di vista: perché caratterizzati da diversi contesti di mercato, vincoli legislativi, dimensioni dei bacini d’utenza. E’ interessante, quindi, analizzare come i cambiamenti di una variabile microeconomica di un Paese derivanti sia dalle scelte strategiche dei singoli operatori sia da interventi di tipo regolatorio possano causare molteplici effetti nei confronti degli operatori del Paese ad esso interconnesso. Nel settore della telefonia internazionale la concorrenza si svolge su due stadi: a livello nazionale per conquistare gli utenti dei servizi telefonici internazionali, e a livello internazionale, per stipulare gli accordi più convenienti con gli operatori esteri relativi alla terminazione delle chiamate internazionali. Tale contesto competitivo è stato modellizzato al fine di indagare l’interazione economica tra gli operatori dei diversi Paesi e si sono analizzate le relazioni esistenti tra le scelte strategiche di operatori appartenenti a Paesi diversi. In particolare si è considerata una struttura di mercato asimmetrica poiché rispecchia l’evidenza empirica che caratterizza molti Paesi industrializzati, dove il contesto competitivo è rappresentato dalla presenza di un incumbent sul mercato (normalmente l’ex monopolista). Il lavoro di tesi si articola in diversi step. In primis, definite come variabili decisionali il prezzo all’utenza finale e la tariffa d’interconnessione, si individuano le possibili scelte strategiche adottabili dagli operatori di telefonia internazionale. In secondo luogo, si analizzano quali sono gli effetti, in termini di profitto e di quote di mercato, derivanti dalle strategie adottate dagli operatori aventi dimensioni relative diverse. Più nello specifico si analizzano le strategie che l’incumbent potrebbe attuare al fine di ostacolare la contendibilità del mercato, richiedendo di conseguenza un intervento regolatorio.
The evolution of the infrastructurial industries toward oligopolistic markets has increased the necessity of the interconnection and the complexity of the strategic interactions among enterprises. Object of this thesis is the analysis of the strategic choices of enterprises that operate in interconnected networks and the study of their interactions. Such strategic interactions represent a complex phenomenon. In fact, the interconnected networks are characterized by "two way" access that is largely treated in literature (Laffont, Tirole and Armstrong). Moreover, the interconnected networks have two key variables in the choice of their strategies: the retail price and the interconnection charge. Among the sectors of public utilities, I have chosen, as object of study, that of the international fixed telephony, since it has some important peculiarities. In fact it is interesting the analysis of the interconnection among networks belonging to two States different under various points of view: market contexts, legislative ties, catchment area dimensions. Therefore, it is interesting the analysis of the impact of microeconomic variables of a Country on network’s choices in the interconnected Country.
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