Literatura académica sobre el tema "Restauro e Valorizzazione"

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Artículos de revistas sobre el tema "Restauro e Valorizzazione"

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Pugliano, Antonio. "I progetti della conoscenza e del restauro per la conservazione e la valorizzazione delle architetture e degli oggetti d’arte". Boletín de Arte, n.º 32-33 (8 de marzo de 2018): 567–90. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2012.v0i32-33.4294.

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Resumen
El presente artículo versa sobre los orígenes culturales y los antecedentes históricos que constituyen la base de la metodología proyectual de la restauración, enfocada a la valorización del patrimonio. Dicha metodología comporta una redefinición del actual concepto de restauración, acorde con las nuevas exigencias que plantea el uso y disfrute de los bienes culturales. El método restaurador al cual nos referimos y que exponemos en este trabajo a través de algunos ejemplos reales, debe resultar útil para la valorización de la arquitectura y de las obras de arte, las cuales deben ser conservadas correctamente en la plenitud de sus valores y significados.
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Chavarria Arnau, Alexandra. "Paola Marina DE MARCHI, Michela PALAZZO (eds), La basilica di Santa Maria Maggiore di Lomello (Pavia): l’architettura e il ciclo decorativo in stucco. Ricerche, restauro, valorizzazione". Hortus Artium Medievalium 22 (mayo de 2016): 490–91. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.4.00067.

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Treccani, Gian Paolo. ""Voci di un'Italia bambina". Monumenti toponomastica e allestimenti celebrativi nella costruzione della cittŕ risorgimentale". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132001.

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Resumen
Sono numerosi gli studi dedicati ai processi di trasformazione delle cittŕ italiane, avvenuti dopo l'unitŕ del Paese. In particolare, si tratta di ricerche che hanno indagato gli aspetti quantitativi di tale fenomeno, che riguardano lo sviluppo territoriale dei centri abitati, la dotazione di nuove infrastrutture, quali strade, ferrovie, porti, ecc, o la realizzazione di grandi opere pubbliche con finalitŕ di carattere sociale. Meno numerosi sono invece gli studi dedicati alle trasformazioni dei centri abitati e dei territori prodotte da quel fenomeno che si definisce di "costruzione dell'identitŕ nazionale". Lo scritto delinea il contesto in cui prende forma tale progetto e inquadra i temi che ne costituiscono la concretizzazione. Si tratta, nello specifico, di individuare quella "geografia" (costituita da un numero infinito di monumenti commemorativi del Risorgimento, di luoghi simbolici, di targhe in ricordo di eventi insurrezionali, di lapidi con epigrafi dedicatorie, di toponomastiche e itinerari d'ispirazione patriottica, di restauri dei cosiddetti "monumenti nazionali") in cui prende forma tale progetto e di evidenziarne i caratteri specifici. Tale rappresentazione dell'identitŕ nazionale costituisce oggi un tratto imprescindibile del volto delle cittŕ italiane, e richiede politiche di tutela e valorizzazione.
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Cardi, Mavie. "Prospettive di ridefinizione degli assetti proprietari del capitale della Banca d'Italia: profili giuridici e valutativi". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 3 (junio de 2010): 445–64. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003003.

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Resumen
Il tema della proprietŕ delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia rimane ancora irrisolto nonostante siano decorsi i tre anni previsti dalla legge di riforma del risparmio per dare una soluzione attuativa al problema. L'articolo 19, comma 10, della l. 28 dicembre 2005, n. 262 ha previsto infatti una ridefinizione in senso pubblicistico dell'assetto proprietario della Banca; tuttavia, la mancata indicazione da parte del legislatore dei criteri da seguire nell'individuazione dei nuovi azionisti e dei canoni contabili da applicare per la valorizzazione delle quote, č stata di ostacolo nell'identificazione di idonee soluzioni. Restano fermi i numerosi interrogativi che giŕ in passato si sono posti con riguardo alla ricerca di correttivi di detta «anomalia» istituzionale. Il presente lavoro nel riferimento alla peculiare configurazione ordinamentale della Banca d'Italia č orientato alla ricerca di metodi di valutazione del capitale della Banca d'Italia volti a verificare la concreta proposizione di ipotesi definitorie della problematica in parola. In primo luogo si sottolinea che le tecniche utilizzate nell'apprezzamento dei titoli societari non sembrano applicabili nel caso di specie, in ragione della specificitŕ delle «quote» di partecipazione al capitale della Banca centrale (basti pensare alle differenze riguardanti il regime di circolazione degli ordinari titoli azionari ed il significato diverso che gli stessi rivestono dal punto di vista commerciale o del patrimonio di vigilanza). Da qui una prima conclusione che esclude la possibilitŕ di riferire al capitale della Banca d'Italia i criteri valutativi che, a vario titolo, vengono in considerazione per la determinazione del valore patrimoniale dell'asset in questione. Successivamente, l'analisi - fermi i profili di non trasferibilitŕ delle quote da parte dei futuri acquisitori delle stesse - non preclude la concreta possibilitŕ di far ricorso, nel caso di specie, all'applicazione, non solo teorica, ma pratica, di criteri valutativi basati sul valore reddituale. In particolare, si riscontra l'effettiva applicabilitŕ del Discounted Dividend Model, metodo che - assumendo a criterio di riferimento un elemento reddituale, il dividendo (in questo caso valorizzato dalla presenza di significative componenti di rendimento aggiuntivo) - trova un preciso riscontro nelle componenti economiche che qualificano la partecipazione al capitale della Banca d'Italia e pertanto appare non soltanto teoricamente, ma anche tecnicamente, applicabile nella fattispecie.
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Magrì, Rosanna. "Título del envío: Gli interventi di restauro e di abbellimento della chiesa di Santa Maria dei Greci dal periodo Normanno al Borbonico". UCOARTE. Revista de Teoría e Historia del Arte, 4 de diciembre de 2019, 09–25. http://dx.doi.org/10.21071/ucoarte.v8i.12517.

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Resumen
La storia dei restauri e delle opere di “abbellimento” eseguiti nella chiesa di Santa Maria dei Greci in Agrigento attraversa un intervallo temporale che va dal periodo normanno ai nostri giorni, in un continuo lavoro di ricerca voluto da studiosi, che hanno creduto fortemente nella valorizzazione del monumento. La chiesa – sorta sui resti del tempio dorico risalente alla seconda metà del V secolo a. C.– è edificata con molta probabilità durante il periodo bizantino tra il 395 - Editto di Teodosio - e il 596, quindi prima della conquista musulmana. La struttura architettonica bizantina della chiesa ha subito, nel corso dei secoli, importanti trasformazioni che hanno determinato quella che oggi è la sua conformazione attuale. L’esame del periodo, che abbraccia quasi sette secoli – dal 1100 al 1750 - durante il quale sono state apportate all’edificio importanti trasformazioni architettoniche e completamenti stilistici, costituisce l’oggetto della presente argomentazione.
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Madau, Caterina y Salvatore Lampreu. "Cultural Heritage and New Technologies for the Tourist Enhancement of Cities". Euro-Asia Tourism Studies Journal Special Issue in Italian, n.º 2021 (28 de noviembre de 2021). http://dx.doi.org/10.58345/fadh7922.

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Resumen
Tourism is considered to be among the most promising sectors for the socio-economic development of many regions. In the current scenario, cities compete for tourism also in terms of the cultural heritage and creative capital they offer. In this regard, the important contribution provided by Information and Communication Technologies (ICT) for the enhancement and transmission of the urban cultural heritage is recorded. If the advent of the Covid-19 pandemic has had serious consequences on all sectors, and in particular on tourism, cities are among the most affected territorial systems. The need to restart safely and respond to new tourism needs should push them to reshape their proposals, making more effective use of the advantages of technologies. After retracing the main stages that characterized the transition from the smart city to the smart tourism destination, this work explores, through an analysis of the literature and some policies adopted, the relationship between the uses of ICT and the enhancement of cultural heritage; if on the one hand its weight will be highlighted within the most widespread indices used on an international scale, on the other hand a selection of good practices for digitized tourism promotion of urban resources will be presented. The aim of this paper is to be a useful knowledge base for further studies, including applicative ones, which take into account the impacts of the pandemic that is still in progress and the main relaunch actions promoted at different scales.
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Tesis sobre el tema "Restauro e Valorizzazione"

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Fabbretti, Serena. "Restauro e valorizzazione del castello di Zocco". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2424/.

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Resumen
La tesi di laurea che verrà qui di seguito presentata, ha l’obiettivo di far vedere come interventi di consolidamento attuati al fine di mettere in sicurezza una struttura esistente possano essere utilizzati come presidi per il riuso, occasioni in cui far fondere in progetto architettonico di recupero di un manufatto con interventi tecnologici-strutturali atti a salvaguardarlo. Si cercherà perciò di far andare di pari passo questi due elementi evitando che uno di essi prevalga sull’altro e considerandoli in modo unitario e non come due progetti separati. L’edificio preso in esame è il Castello di Zocco. Risalente al XII secolo, è situato su una piccola collina lungo le sponde del Lago Trasimeno in Provincia di Perugia. Esso è costituito da una cinta muraria al cui interno sono presenti pochi edifici in pessimo stato di conservazione, è attualmente in disuso e presenta notevoli dissesti strutturali. Il castello è stato studiato da tutti i punti di vista al fine di formulare un’ipotesi di riutilizzo. Ne è stata inizialmente analizzata la posizione geografica-territoriale elemento significativo sia per la sua storia che per la sua organizzazione insediativa. Successivamente, dallo studio storico, si è intrapresa un’analisi dei sistemi costruttivi e della consistenza indispensabili per una migliore comprensione del complesso. Uno studio approfondito di tutto ciò, unito ad un’analisi dettagliata dei dissesti statici e dei meccanismi di danno e collasso, è stato il punto di partenza per l’elaborazione di un progetto architettonico che andasse di pari passo con il consolidamento strutturale compatibile con l’edificio stesso.
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Bartoli, Veronica. "Restauro e valorizzazione dell'ex Palazzo Magi, Saludecio (RN)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5228/.

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L'ex Palazzo Magi è opera databile attorno al 1773 ed attribuibile al progetto di due importanti architetti di Pesaro, ovvero Gian Andrea Lazzarini e il suo allievo Tommaso Bicciaglia. Quest'ultimo sembra al momento esserne il vero artefice. Commissionato da Francesco Magi sorse su quello che precedentemente era uno spazio pubblico e per questo probabilmente reca lo stemma del Comune di Saludecio nel concio di chiave del portale d'accesso. Negli anni, il Palazzo è stato soggetto a numerosi interventi che ne hanno alterato la percezione e ne hanno occultato parte delle decorazioni. Tramite il progetto, si è intervenuto concettualmente e concretamente in due maniere differenti sul Palazzo e sui due giardini. Per il Palazzo e per il giardino ad esso adiacente, si assumerà un atteggiamento di restauro e conservazione, mentre per il secondo giardino di valorizzazione entrambe volte a rendere possibile la lettura dell’opera nel suo complesso. La galleria del piano nobile, con la sua bellezza e ricchezza, assumerà insieme al giardino adiacente al prospetto secondario, un carattere di rappresentanza differente dal giardino frutteto. Tutti gli interventi di progetto saranno minimi e localizzati contribuendo a far riemergere lo splendore che ha reso il Palazzo degno di esser tutelato. L’intento progettuale è stato quello di inserire i tre nuovi volumi all’interno di un progetto unitario rispettoso della valenza storica dell’edificio preesistente. Per questo si è cercato di stabilire un dialogo tra i nuovi volumi tramite l’utilizzo dei medesimi materiali e del medesimo linguaggio architettonico. Inoltre le nuove costruzioni non alterano in alcun modo l’identità del palazzo cercando piuttosto di diventarne parte integrante.
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Lugli, Elena, Marina Balacca y Alexa Severini. "Restauro e valorizzazione dei ruderi di Monte Sole". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14756/.

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Il progetto prevede la valorizzazione e messa a sistema dei manufatti simbolo della strage nazi-fascista avvenuta a Marzabotto nel 1944. Tramite l’ausilio di un drone sono stati condotti rilievi fotogrammetrici a partire dai quali è stato possibile elaborare una proposta progettuale per la conservazione dei ruderi, alla quale sono seguite quella di consolidamento e quella paesaggistica. Infine è stato redatto un piano di manutenzione e conservazione programmata con l’intento di tramandare alle future generazioni la memoria di questi luoghi.
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Pietroni, Camilla y Margherita Memè. "Sentinum: conservazione, restauro e valorizzazione del parco archeologico". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15838/.

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Resumen
La tesi "Sentinum: conservazione, restauro e valorizzazione del parco archeologico" ha come oggetto lo studio del sito archeologico romano situato all'interno del comune di Sassoferrato (AN). In seguito ad una ricerca storica/bibliografica, si è proceduto con un rilievo in sito e con una successiva analisi del materiale reperito riguardante i due manufatti principali: le Terme Urbane e le Terme Extra - urbane. Parallelamente è stato condotto uno studio a scala territoriale riguardante il contesto paesaggistico. Alla fase di analisi ha fatto seguito l'elaborazione progettuale che si è concentrata sulla conservazione e valorizzazione dei due complessi termali, sulla risistemazione e integrazione del sistema dei percorsi e sulla progettazione di un deposito per i resti archeologici in vista di scavi futuri.
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Parlapiano, Antonella. "Il palazzo del Podestà in Bologna: restauro e valorizzazione". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Resumen
La presente tesi si propone un duplice obiettivo: rendere omaggio alla grandezza di un’opera così prestigiosa, riportando nella sua legittima dimora gli affreschi che ne adornavano il grande Salone, e farla dialogare con le più recenti problematiche legate alla fruizione e accessibilità, nel pieno rispetto di quella che è sempre stata la sua indole, tra glorioso passato e futuro ambizioso. Il primo argomento trattato è la naturale conseguenza di una ampia ricerca condotta sul complesso formato dal Palazzo del Podestà, di Re Enzo e del Capitano. Il primo, grande edificio votato alle assemblee cittadine e all’amministrazione della giustizia, è stato privato, ingiustamente, della sua veste più preziosa, delle rappresentazioni delicate e vibranti delle sue vicende più importanti e dei suoi uomini più illustri. Un’amministrazione poco ponderata e attenta all’universo dell’arte ha strappato il suo decoro al Salotto di Bologna per antonomasia, lasciando dietro di se’ un soffitto spoglio, un capolavoro mutilato. Quello che si intende operare è un’attenta analisi della decorazione, della sua storia, delle sue tecniche e della sua decaduta, affinché, come un mitologico eroe, questa possa tornare dal mondo dell’oblio, facendo mostra di sé in quella che è sempre stata la sua casa, vittoriosa su un tempo che le è stato troppo a lungo avverso. In secondo luogo, un ciclo decorativo-narrativo di tale levatura merita non solo un posto dove alloggiare, ma anche un pubblico. Si apre così la vasta tematica riguardante l’accessibilità, legata a problematiche e variabili sempre attuali, cui ci si approccia in senso architettonico, normativo, bibliografico, con il fine di trasformare la difficoltà in possibilità. Solo così l’operazione di restauro può considerarsi davvero completa: la cultura e l’arte non sono più solo appannaggio di pochi “eletti”, ma beni irrinunciabili tenuti in vita dalla divulgazione.
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Galeotti, Claudia. "Il "Palatium Novum" in Imola: Valorizzazione, restauro e miglioramento sismico". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Resumen
L’oggetto della tesi è la parte del Palazzo Comunale di Imola detta Palazzo Nuovo. L’intendo è quello di promuovere una serie di interventi volti alla valorizzazione del palazzo, all'adeguamento normativo e al miglioramento sismico della struttura. Nella produzione della tesi si sono quindi succedute varie fasi partendo dalla ricerca storica che ha interessato l’intero Palazzo Comunale. Si è poi proseguito con analisi tematiche mirate a determinare le caratteristiche meccaniche, geometriche e tipologiche della fabbrica. Sono stati valutati gli orizzontamenti, gli allineamenti murari, l’IQM, l’IQCM. Parallelamente è stato individuato il quadro fessurativo delle strutture e il degrado delle superfici. È stato poi elaborato un progetto delle campagna di indagini diagnostiche prima di svolgere l’analisi del comportamento sismico e la valutazione dei cinematismi attivabili. In conclusione è stata elaborata una proposta di progetto che permette l’adeguamento dell’edificio alla normativa vigente e gli interventi per migliorarne il comportamento sismico.
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Grande, Ramona, Giovanna Turchi y Vittoria Pio Della. "Restauro e valorizzazione del Convento di San Domenico a Pietracuta". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14760/.

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Di origine seicentesca, il complesso di San Domenico a Pietracuta, composto da chiesa e convento, rappresenta uno dei casi di abbandono di un edificio monastico dopo la soppressione napoleonica degli ordini religiosi. E’ stata condotta un’analisi circa il paesaggio del Monte di Pietracuta, presso il quale è sito il complesso in questione; in seguito, è stato effettuato un rilievo architettonico in quasi totale assenza di documentazione storica. Attualmente sono assenti il braccio nord e parte del braccio est del convento dove, originariamente, erano presenti le celle dei monaci e i locali di servizio. Il progetto prevedrà il riuso di tale struttura come scuola di musica con il completamento della parte mancante del convento. Caratteristica pregnante di tale intervento, un’analisi sulla ricostruzione del chiostro come unica entità fra preesistenza e nuova edificazione. Fra gli interventi progettuali, si sottolinea la riqualificazione e manutenzione della massa boscata e del paesaggio.
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Togni, Gian Luca. "Restauro e valorizzazione delle mura adiacenti all'anfiteatro romano di Rimini". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3642/.

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Baronio, Eleonora y Sara Sapucci. "Restauro del complesso di villa Cavalli tra conservazione e valorizzazione". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/4900/.

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L’attenzione dei pochi automobilisti che oggi passano velocemente per via Cavalli, nella frazione di Santa Maria Nuova, sotto il comune di Bertinoro (FC), non viene attirata dal palazzo settecentesco seminascosto dalla vegetazione che cresce incolta. L’edificio potrebbe passare per un casolare di campagna abbandonato, senza alcuna pretesa di bellezza, mutilato dei suoi terreni. Solo salendo lo scalone dissestato si può scoprire la ricchezza delle decorazione interne, stucchi baroccheggianti con maschere di volti provenienti da terre lontane e abbondanti cornucopie che circondano lo stemma della famiglia Cavalli. La piccola cappella della villa, in perfetto stato di conservazione, mostra, con un trionfo di stucchi, l’assunzione della Vergine al cielo, osservata dai santi Pietro e Paolo. Le quattro stanze centrali del piano nobile sono finemente dipinte con paesaggi marini e lacustri, stanze sepolcrali egizie e atrii di templi antichi. La ravennate famiglia dei marchesi Cavalli, una delle più ricche della zona nel XVIII e XIX secolo, utilizzava la villa come luogo di villeggiatura e come casino per la caccia. Testimonianze della loro presenza sono conservate nelle mappe storiche all’Archivio del Comune di Bertinoro e nell’Archivio parrocchiale di Santa Maria Nuova, dove si trovano descrizioni della ricchezza sia dell’edificio che delle terre possedute dai marchesi. Il complesso di villa Cavalli ha subito numerosi passaggi di proprietà dal 1900 ad oggi, è stato utilizzato come magazzino, pollaio, essiccatoio per il tabacco e le sue proprietà sono state frazionate fino a ridursi al piccolo parco presente oggi. Poiché gli attuali proprietari non possono garantire né la manutenzione ordinaria né quella straordinaria e il complesso è tutelato dal D. Lgs. 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio è stato messo all’asta per tre volte, l’ultima nel dicembre 2011, senza risultato. La tesi sviluppa un’analisi dello stato di fatto della villa e del parco, partendo dal suo inserimento nel territorio fino allo studio dei dettagli costruttivi, per giungere ad un’ipotesi di progetto che vede il complesso strettamente legato a Santa Maria Nuova e alla sua gente. L’edificio fungerà da centro culturale, con mostre permanenti e temporanee, laboratori didattici, ludoteca per bambini e ospiterà la sede distaccata della biblioteca del comune di Bertinoro, ora inserita in un edificio di Santa Maria Nuova ma con dimensioni estremamente limitate. Si intendono effettuare interventi di consolidamento strutturale su tutti i solai della villa, su volte e copertura, con un atteggiamento di delicatezza verso il piano nobile, agendo dal piano inferiore e da quello superiore. Capitoli specifici trattano il restauro delle finiture e delle superfici dipinte e stuccate, per finire con l’intervento di adeguamento impiantistico e di valorizzazione del parco.
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Parisi, Letizia, Giulia Zazzi y Valentina Milanesi. "Proposta di Restauro, Conservazione e Valorizzazione del Complesso Birarelli ad Ancona". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23071/.

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Il progetto nasce dall’esigenza di riscoprire il valore di un luogo, oggi in disuso, dotato di un notevole potenziale panoramico, paesaggistico nonché storico; l’obiettivo è quello di restituirgli un’identità persa progressivamente nel tempo e riconsegnarlo alla città. L’approccio progettuale ha visto come punto di partenza l’analisi storica e inventiva dell’area e del contesto, questo ha permesso di intervenire in maniera consapevole nella realizzazione del progetto di restauro, conservazione e valorizzazione del Complesso Birarelli. “PoDiO” (Polo Direzionale Organizzativo del MiBACT) nasce dalla collaborazione con il Segretariato Regionale delle Marche, con l’obiettivo di creare un polo culturale del MiBACT ad Ancona. All’interno del Complesso è prevista la presenza di tre enti: l’Archivio di Stato, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica e la Direzione Regionale dei Musei delle Marche. Nell’ottica di progettare, dal latino proiectare “gettare avanti” oltre il presente, consapevoli che: “non esiste restauro che non implichi una trasformazione” si è cercato di intervenire nell’assoluto rispetto dell’area e del manufatto, operando attraverso le logiche del restauro conservativo, considerando la fabbrica come palinsesto storico e mirando ad un mantenimento attivo nell’uso quotidiano. Un’ulteriore attenzione è stata posta al superamento delle barriere architettoniche; il tema dell’accessibilità è stato per noi una linea guida che ci ha accompagnato fin dall’inizio nel processo di progettazione. Ci siamo trovate di fronte a un’area ricca di dislivelli e salti di quota, esterni ed interni alla fabbrica, che aveva l’ambizione di diventare un luogo pubblico; abbiamo cercato di garantire una completa e fluida fruizione degli edifici e degli spazi esterni, fermandoci laddove rendere accessibile il luogo significava stravolgere la natura dell’area, cercando di trasformare le svariate situazioni di limite presenti in opportunità di scoperta per il visitatore di oggi.
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Libros sobre el tema "Restauro e Valorizzazione"

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Raphael, Programma y Europa-Union (Switzerland), eds. Parco e Palazzo Chigi: Restauro e valorizzazione. Roma: De Luca, 1999.

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Archeologia sommersa nel Mediterraneo: Tutela, restauro, valorizzazione. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2010.

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3

Giornata di studio su Cinte murarie e abitati, restauro, riuso e valorizzazione (2014 Sapienza Università di Roma, Facoltà di architettura). Cinte murarie e abitati: Restauro, riuso e valorizzazione. Ariccia (RM): Aracne editrice int.le S.r.l., 2015.

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4

Scala, Paola. Palazzo Penne a Napoli: Tra conoscenza, restauro e valorizzazione. Napoli: Arte'm, 2018.

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5

Gli arsenali della Repubblica di Pisa: Storia, restauro, valorizzazione. Pisa: Edizioni ETS, 2017.

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6

Monti, Guglielmo y Giuseppe Rallo. Opere di restauro e valorizzazione di Villa Pisani a Stra. Padova: Prato, 2000.

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7

Menna, Stefania. Il convento di San Bernardino a Campli: Restauro e valorizzazione. Pescara: Carsa edizioni, 2016.

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8

Nebbia, Cesare. Il mosaico risorto: Un inedito di Cesare Nebbia tra restauro e valorizzazione. [Orvieto]: Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto, 2010.

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9

Aveta, Aldo. Conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale: Indirizzi e norme per il restauro architettonico. Napoli: Arte tipografica, 2005.

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Castel Capuano: La cittadella della cultura giuridica e della legalità : restauro e valorizzazione. Roma: Elio de Rosa Editore, 2013.

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Capítulos de libros sobre el tema "Restauro e Valorizzazione"

1

Zanetti, Melania. "Biblioteche e archivi tra valorizzazione e tutela". En Dalla tutela al restauro del patrimonio librario e archivistico. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-215-4/011.

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Italian Regions were responsible for the safekeeping of historical library holdings from 1972 to 2015, when a State law returned such duties to the State. However, that law did not provide for specific training of the officials on the subjects they are supposed to deal with. The paper focuses on some of the critical issues deriving from that institutional reform, which has had a negative impact on the preservation and conservation activities that, in accordance with the Italian legislation (Codice dei beni culturali e del paesaggio), play an important role in the protection of our cultural heritage.
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D’Errico, Rocco. "I mosaici della Domus di Bacco a Teramo tra progetto di restauro e valorizzazione". En Archaeologiae Una storia al plural: Studi in memoria di Sara Santoro, 485–96. Archaeopress Publishing Ltd, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2x1npqm.45.

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Actas de conferencias sobre el tema "Restauro e Valorizzazione"

1

Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi y Elettra Santucci. "L’antico sistema portuale ostiense: riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

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Resumen
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione, di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta, non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti archeologici.
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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Cattaneo, Alessandra y Laura Baratin. "Il castello Colonna di Arnara: dal restauro del monumento alla valorizzazione del borgo antico e del suo territorio". En FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11402.

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The castle Colonna of Arnara: from the restoration of the monument to the enhancement of the ancient village and its territoryThe castle of Arnara, is located in Ciociaria in southern Lazio, in what was once the feud of the Conti of Ceccano. For the territory it is the most important monumental complex of medieval architecture. In fact, despite its small size, it is one of the few examples of fortified architecture still original in its essential lines. This castle represents an exceptional case of sedimentation and stratification, which even today, from its reading, allows us to reconstruct both its historical events and those related to the urban development of the adjacent historic village. Moreover it can be considered of priority importance also from the urbanistic point of view because it represents the first historical nucleus of Arnara. Unfortunately, today, the castle is in a bad state of conservation. With the passing of time its conditions have become more and more aggravated also because of the complex events linked to the various passages of property, of private and public nature, which have strongly influenced the management of the monument. The study of the castle of Arnara is part of the national and international debate that considers participation a key factor for the sustainable enhancement of the cultural heritage, because it promotes greater awareness of its social and economic value. The objective of the research work is to develop, taking the castle as a case study, a new approach that sees cultural heritage (tangible and intangible) as an irreplaceable heritage of knowledge and as a precious resource for economic growth, employment and social cohesion; therefore a cultural heritage seen as a driving force. In the specific case of Colonna Castle, attention has been focused on the importance of being able to activate virtuous circles around this very important place of culture, enhancing its role as a centre of knowledge and incubator of creativity and social innovation.
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