Literatura académica sobre el tema "Responsabilità pubblica amministrazione"
Crea una cita precisa en los estilos APA, MLA, Chicago, Harvard y otros
Consulte las listas temáticas de artículos, libros, tesis, actas de conferencias y otras fuentes académicas sobre el tema "Responsabilità pubblica amministrazione".
Junto a cada fuente en la lista de referencias hay un botón "Agregar a la bibliografía". Pulsa este botón, y generaremos automáticamente la referencia bibliográfica para la obra elegida en el estilo de cita que necesites: APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.
También puede descargar el texto completo de la publicación académica en formato pdf y leer en línea su resumen siempre que esté disponible en los metadatos.
Artículos de revistas sobre el tema "Responsabilità pubblica amministrazione"
Pagana, Fabio. "L'albergatore come agente contabile ed incaricato di pubblico servizio". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 31 (diciembre de 2020): 67–84. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-031004.
Texto completoBellavista, Alessandro. "La figura del datore di lavoro pubblico". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 125 (mayo de 2010): 87–158. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125002.
Texto completoMenezes, Vitor Hugo Mota de. "LA VULNERABILITÀ NELL’ESTERNALIZZAZIONE DINANZI AL SERVIZIO PUBBLICO". REVISTA INTERNACIONAL CONSINTER DE DIREITO 9, n.º 9 (18 de diciembre de 2019): 775–99. http://dx.doi.org/10.19135/revista.consinter.00009.41.
Texto completoCurami, Andrea. "Le forniture militari". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 261 (febrero de 2011): 609–22. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261003.
Texto completoFinardi, Linda. "Valutare la Comunicazione Pubblica. La valutazione di un evento a partire da un caso studio". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 46 (abril de 2011): 85–104. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046007.
Texto completoNatale, Andrea. "Dopo la Thyssen". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 2 (junio de 2012): 147–66. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-002004.
Texto completoComite, Ubaldo. "Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana". E-Theologos. Theological revue of Greek Catholic Theological Faculty 1, n.º 1 (1 de abril de 2010): 21–36. http://dx.doi.org/10.2478/v10154-010-0003-9.
Texto completoGuido, Alpa. "Responsabilitŕ sociale dell'impresa, enti non profit, etica degli affari". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (enero de 2012): 199–227. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002001.
Texto completoTesis sobre el tema "Responsabilità pubblica amministrazione"
BIANCHINI, Stefano. "La responsabilità precontrattuale della pubblica amministrazione". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389341.
Texto completoMelillo, Flavia. "La responsabilità civile della Pubblica Amministrazione". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1756.
Texto completoLa ricerca ha ad oggetto la ricostruzione del rapporto tra autorità e libertà in una prospettiva evolutiva, che tenga conto della complessità del fenomeno, ripudiando una concezione astorica e avalutativa. L’entrata in vigore della Costituzione ha imposto il ripensamento del rapporto tra soggetto pubblico e soggetto privato nel rispetto del principio di legalità costituzionale che, nel rinnovato sistema delle fonti dell’ordinamento, non consente di rinvenire una dicotomia tra pubblico e privato o una supremazia del primo sul secondo. Le conseguenze del rinnovato sistema di valori si sono avute, in modo tangibile, attraverso l’eliminazione di aree di franchigia dei pubblici poteri e, in primo luogo, con l’affermazione della responsabilità della pubblica amministrazione per i danni cagionati, con il suo comportamento, al soggetto privato. Occorre, però, evidenziare che la mera affermazione di massima non implica l’effettiva realizzazione del programma costituzionale, volto alla realizzazione del valore della persona umana, nei suoi diritti fondamentali, ivi incluso il diritto ad una tutela piena ed effettiva, anche nei confronti dei poteri pubblici. Nel presente lavoro, quindi, si evidenzia come, in concreto, taluni aspetti della disciplina sia sostanziale che processuale incidono sulla posizione giuridica soggettiva del privato, andando a limitarne la tutela. La prova è data dal grande dibattito svoltosi con riguardo alla natura giuridica della responsabilità della pubblica amministrazione. Per quanto la giurisprudenza maggioritaria ne individui il paradigma nella responsabilità aquiliana, non mancano diverse opzioni ricostruttive nel senso della natura contrattuale, precontrattuale o speciale. Si evidenzia la necessità di operare una valutazione in concreto della fattispecie, senza eliderne le peculiarità al solo fine di una sua inclusione nell’uno o nell’altro paradigma di responsabilità. Occorre, comunque, rilevare che il dibattito circa talune conseguenze applicative - ritenute più o meno favorevoli all’amministrazione o al privato - la cui soluzione è tradizionalmente dipesa dalla soluzione offerta al quesito circa la natura giuridica della responsabilità della pubblica amministrazione, è stato sopito dall’intervento risolutivo del legislatore, oppure dall’opera ricostruttiva della giurisprudenza. Infatti, con riferimento al problema della prescrizione, occorre rilevare che il legislatore ha previsto, all’art. 30 c.p.a., un termine decadenziale di 120 giorni per esperire l’azione; mentre, in riferimento all’elemento soggettivo, la giurisprudenza amministrativa fa applicazione del meccanismo presuntivo, sì che è onere della pubblica amministrazione dimostrare la scusabilità dell’errore. Al riguardo, poi, è necessario fare i conti con la recente giurisprudenza della Corte di giustizia, interrogandosi sull’ambito applicativo della regola espressa in materia di appalti, per la quale il criterio di imputazione della responsabilità sarebbe oggettivo, sì che un problema di distribuzione dell’onere della prova nemmeno si porrebbe, non facendo, la colpa, parte degli elementi costitutivi della responsabilità. Tuttavia, il più grande limite all’effettiva attuazione del programma costituzionale pare essere costituito dalla limitazione del sindacato della Corte di cassazione sulle decisioni del giudice amministrativo ai soli profili di giurisdizione. Questa barriera, frutto di una retriva concezione del rapporto tra i due plessi, intacca il principio di unicità della funzione giurisdizionale. In primo luogo, manca una sede istituzionale per comporre eventuali contrasti tra giudici ordinari e giudici amministrativi nell’interpretazione delle stesse disposizioni, così svalutandosi il ruolo nomofilattico della Corte di Cassazione. Inoltre, il limite del sindacato ai soli motivi di giurisdizione impedisce una statuizione del giudice ordinario sui diritti soggettivi, quando riservati alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Queste problematiche sono vieppiù avvertite ove si rilevi che la distinzione tra interessi legittimi e diritti soggettivi, alla luce degli interventi legislativi e giurisprudenziali, non è più idonea a fondare il riparto di giurisdizione. Se svincolata dalla valutazione storica e culturale che l’ha prodotta, la dicotomia perde di rilievo e pare solo evidenziare una residuale area di privilegio in favore dei pubblici poteri, una latente ma resistente concezione autoritaria del rapporto tra soggetto pubblico e soggetto privato, in palese contrasto col principio di legalità costituzionale, sì che si auspica una profonda revisione del sistema di tutela delle posizioni giuridiche soggettive che si trovino a confrontarsi con una pubblica amministrazione, revisione che attui il programma costituzionale e si prefissi l’obiettivo della massima tutela del valore della persona umana. [a cura dell'autore]
XII n.s.
Richiedei, Michela <1974>. "La responsabilità della Pubblica Amministrazione per danno ambientale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4955.
Texto completoLima, Alessandro. "La responsabilità disciplinare nel rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422620.
Texto completoLa ricerca ha ad oggetto «La responsabilità disciplinare nel rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione». L'idea di fondo che sorregge la tesi, con argomenti fondati sul dato legislativo e sull'interpretazione sistematica delle norme pertinenti, è che, malgrado gli elementi distorsivi rispetto all'assetto privatistico, insiti nella specialità del rapporto, la scelta di fondo della privatizzazione permane anche dopo la riforma del 2009. Il primo capitolo analizza il fondamento giuridico del potere disciplinare, la sua funzione e il rapporto tra le fonti. Il potere disciplinare, anche dopo la riforma del 2009, continua ad essere un potere privatistico, fondato sul contratto individuale di lavoro. Il d.lgs. n. 150 del 2009 ha operato una forte ri-legificazione del rapporto, ma non una sua ri-pubblicizzazione. Il potere disciplinare non è direttamente funzionalizzato al perseguimento di finalità pubblicistiche. Anche la diretta efficacia del codice di comportamento, certa dopo l'emanazione della l. n. 190 del 2012, non determina una diretta funzionalizzazione degli obblighi in esso previsti, e per dimostrarlo si opera un accostamento con i codici etici presenti nel settore del lavoro privato. Il secondo capitolo riguarda le infrazioni e le sanzioni disciplinari dei dipendenti pubblici. Si premettono alcune considerazioni sugli obblighi contrattuali dei dipendenti pubblici, in particolare sull'obbligo di fedeltà, esaminato in connessione con le regole sulle incompatibilità. Vengono evidenziati pregi e difetti della nuova regola in tema di pubblicità del codice disciplinare. L'analisi delle infrazioni tipizzate dal legislatore è svolta in costante confronto con quelle previste dai contratti collettivi, dandone un'interpretazione coerente con la disciplina privatistica. La conferma del principio di proporzionalità esclude qualsiasi automatismo nell'applicazione delle sanzioni previste in astratto dal legislatore. La funzione delle singole sanzioni è sempre riconducibile al ristabilimento della regolare attività lavorativa. Si riflette infine sulle sanzioni conservative ai dipendenti pubblici e sulla recidiva. Il terzo capitolo analizza alcuni aspetti del procedimento disciplinare, con riferimento ai termini e ai soggetti attivi, in stretto rapporto con la funzione del potere stesso. L'interpretazione della nuova disciplina dei termini del procedimento, induce a ritenere che il legislatore abbia addossato il rigore sanzionatorio in capo ai soggetti chiamati ad esercitare il potere disciplinare. Vengono inoltre esaminate le competenze rimaste al contratto collettivo, e il modo con cui i contratti le hanno esercitate. Permane una disponibilità della sanzione, come si evince dall'analisi della conciliazione non obbligatoria relativa alle sanzioni disciplinari (art. 55, co. 3, d.lgs. n. 165 del 2001), di quella pre-contenziosa ex art. 410 ss. c.p.c., e dell'arbitrato, che in materia disciplinare non è vietato, anche se non può essere previsto e disciplinato dai contratti collettivi. Il quarto capitolo infine ha ad oggetto la responsabilità disciplinare dei dirigenti, che sono anche titolari del potere disciplinare. Di regola, l'esercizio del potere è obbligatorio. Si ammettono però eccezioni, attraverso un'interpretazione dell'art. 55 sexies, co. 3, d.lgs. n. 165 del 2001, tale da non escludere che ci si possa astenere dall'irrogare la sanzione, anche per motivi di opportunità, in presenza di un giustificato motivo. L'obbligatorietà del potere non implica comunque una sua finalizzazione a fini pubblicistici: anche nel settore privato, ove tali finalità non vi sono, l'esercizio del potere è a volte considerato doveroso. Si evidenziano pregi e difetti della previsione di sanzioni conservative a carico dei dirigenti pubblici, formulando proposte in prospettiva de jure condendo. La tesi si conclude con alcune considerazioni sul licenziamento dei dirigenti pubblici, e sulla tutela in caso di recesso illegittimo, anche alla luce del problema dell'applicazione dell'art. 18 Stat. Lav. riformato dalla l. n. 92 del 2012 al pubblico impiego
Ippoliti, Martini Carlotta <1987>. "Responsabilità della pubblica amministrazione e prevenzione tra tutela della salute ed esigenze di mercato". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8113/1/ippolitimartini_carlotta_tesi.pdf.
Texto completoThe increasing expansion of the liability of the Public Administration imposes to consider the more specific question of the applicability of liability rules in order to compensate injuries caused by inadequate implementation of safety measures aimed to reach a reasonable balance between the protection of the human health and the market efficiency. The analysis of cases in which the just indicated problem arises reveals a predominant prevalence of European Union’s Directive and Regulations inspired by the precautionary principle. In this prospective it is firstly necessary to investigate the interplay between the domestic case law and the Court of Justice’s case law in order to define the boundary in which the precautionary principle play a fundamental role in the Italian tort law system and in particular where human health protection is involved. Adopting this method the research focuses on representative cases (such as, for example, those in which the Public Administration has the duty to ensure the preservation of an healthy environment, the safety of the water intended for human consumption, the safety of drugs and foods) in order to identify general rules useful to solve the indicated issues even in cases other than those considered and in which there is no a specific legislation which imposes to the Public Administration detailed protection duties.
Stanzione, Maria Gabriella. "Principio di precauzione e diritto alla salute tra responsabilità del privato e della Pubblica Amministrazione". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/168.
Texto completoSempre più forte è l’esigenza, nella società attuale, di un punto di equilibrio tra il progresso, momento essenziale nella vita della comunità, e un ambiente vivibile, protetto da alterazioni. Il problema, anche quando sembra riferirsi esclusivamente alla tutela dell’ambiente – cui la riflessione giuridica moderna è particolarmente sensibile – riguarda il fondamentale diritto alla salute e interessa una molteplicità di discipline, scientifiche sociali ed economiche. Il diritto alla salute, infatti, inteso nell’accezione accolta nel Preambolo della Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, vale a dire non soltanto come mera assenza di malattie, bensì come stato di benessere fisio-psichico della persona, non può essere disgiunto dal diritto ad un ambiente salubre. Rispondere al quesito se il diritto debba intervenire in ambiti in cui all’elevata utilità per l’uomo si accompagna il sospetto di un rischio per la sua salute, quali il trasporto di energia elettrica, la radiotelefonia, l’immissione sul mercato di organismi geneticamente modificati, farmaci sperimentali, nanotecnologie, e così via, significa rispondere preliminarmente al quesito se – e secondo quali criteri – il diritto debba disciplinare ambiti in cui vi sia l’incertezza scientifica. La medesima Corte Costituzionale ha più volte ribadito che l’incertezza scientifica non è sufficiente per escludere provvedimenti volti alla salvaguardia della salute umana ex art. 32 Cost. Da più parti si invoca la necessità di adottare misure cautelative dinanzi a rischi di danni gravi e irreversibili all’ambiente e alla salute. L’incertezza non può giustificare l’immobilismo giuridico dinanzi ai mutamenti, soprattutto nell’ambito scientifico-tecnologico, dove la scienza contempla una pluralità di previsioni e asserzioni, in alcuni casi opposte. Emerge, così, l’ulteriore interrogativo di come il diritto possa disciplinare situazioni in cui gli effetti, soprattutto se a lungo termine, non siano prevedibili con sufficiente sicurezza. Ad esso si aggiunge il problema delle modalità con cui dare attuazione alla norma. Tali esigenze si traducono nell’elaborazione, nel diritto internazionale, prima, e in quello comunitario, poi, del principio di precauzione, che impone di assumere come esistente la situazione più pericolosa per la salute umana e di adottare misure di cautela anche qualora il rischio che si realizzi un danno grave o irreversibile all’ambiente sia meramente sospettato. [a cura dell'autore]
IX n.s.
PINTUS, GIACOMO. "Responsabilizzazione della dirigenza pubblica e nuove logiche sanzionatorie nell’amministrazione di risultato". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266719.
Texto completoD'Ambrosio, Mariangela. "Cyberbullismo: patologia sociale off o nichilismo on line? Nuove prospettive integrate della devianza emozionale alla luce della responsabilità e del controllo adottato dalla Pubblica Amministrazione". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2019. http://hdl.handle.net/11695/91395.
Texto completoEmotions are the result of a combination made by specific and general physiological activations linked to endogenous and socio-cultural factors (Iagulli, 2014) such as the social definition of situations and the cultural contexts itself (Gordon, 1989, 1990): “Social forces shaped the world and converted it into a fragment of experiences with a name, a story, a meaning and specific consequences” (Turnaturi, 1995:159). Emotional deviance is one of the most important examples of this condition: it occurs when there is no congruence between what individual feels in a social situation and what he/she should experience to be in harmony with social rules and vice versa (D'Andrea, 2005:78-79). At the base of emotional deviance, among the elements considered, there are: a) the social roles’ plurality simultaneously covered by the subject; b) situations of subcultural marginality; c) situations of role transitions; d) too much rigid rules to regulate roles and rituals (Iagulli, 2016) that are connected, in my analysis, to bullying and, in particular, to the cyberbullying phenomenon. The background of these behaviors, is the “interreality” space (Riva, 2014:60) that includes both the real and the virtual world in a very strong and interdependent interrelation dimension. In fact, talking about sociological emotions and their possible social dysfunctions, is not easy for the particular nature of the topic. The new frontiers of youth deviance (in terms of bullying/cyberbullying) (Anichini, Chiarugi, 2012) are based on the emotional behavior. Online relationships, in particular, are very real because they are able to bring true joys and sorrows in the general understanding: it is difficult, therefore, to distinguish between feelings in the network and emotions vis à vis. Children, in other words, get excited online but they do not really feel emotions; on the contrary, they experience these in an altered way, through media contents and messages that can be misunderstood. Emotional affordances (Hochschild, 1979, 1983, 2000) tested on line can be characterized by three specific elements: shock (repulsion); surprise (attraction) and security (Riva, 2014: 80). These emotions can be positive or negative, but they are disembodied: they exist but they aren’t really experienced (Ibidem). Social Media and Media act on the emotional component, “onlife”: there is a symbolic window through which the user looks at himself/herself as a “second self” (Salerno, Lena, 2016: 12-17). The connection seems to change, in an dysfunctional and dissonant emotional type of relation that transforms the ability to choose friends and to share certain contents rather than others, like in cyberbullying cases (Turkle, 2012). The emotional deviance, in this sense, becomes a macro theoretical sector that can be useful to study cyberbullying starting from the gap between feeling rules and the real social and emotional context - legitimately approved and vice versa (Thoits, 1989; Hochschild, 1989; 1990; 2006; 2013).
IACOVELLI, DANILA. "STUDIO SULLA FUNZIONE AMMINISTRATIVA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/563.
Texto completoThis thesis analyzes the concept of public function with particular regard to administrative world. It starts by an historical point of view and arrives to a definition of function in an objective sense. This concept is used to explain the transformation of contemporary administration.
IACOVELLI, DANILA. "STUDIO SULLA FUNZIONE AMMINISTRATIVA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/563.
Texto completoThis thesis analyzes the concept of public function with particular regard to administrative world. It starts by an historical point of view and arrives to a definition of function in an objective sense. This concept is used to explain the transformation of contemporary administration.
Libros sobre el tema "Responsabilità pubblica amministrazione"
Corradino, Michele. La responsabilità della pubblica amministrazione. Torino: G. Giappichelli, 2011.
Buscar texto completoBronzetti, Gianfranco. Casi tipici di responsabilità nella pubblica amministrazione. Padova: CEDAM, 1997.
Buscar texto completoBallero, Stefano. Funzione di comunicazione e responsabilità della Pubblica Amministrazione. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2010.
Buscar texto completoCortese, Wanda. La responsabilità per danno all'immagine della pubblica amministrazione. Padova: CEDAM, 2004.
Buscar texto completoIl mercato nella pubblica amministrazione: Coordinamento, valutazione, responsabilità. Roma: Carocci, 2006.
Buscar texto completoBallero, Stefano. Funzione di comunicazione e responsabilità della Pubblica Amministrazione. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2010.
Buscar texto completoViolante, Andrea. La responsabilità civile della pubblica amministrazione da atti e comportamenti illegittimi. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2003.
Buscar texto completoLionti, Salvatore Pensabene. Analisi di taluni profili della responsabilità della pubblica amministrazione per la lesione degli interessi legittimi. Torino: G. Giappichelli, 2004.
Buscar texto completoBronzetti, Gianfranco. La responsabilità nella pubblica amministrazione. Padova: CEDAM, 1991.
Buscar texto completoVarenna, Italy) Convegno di studi di scienza dell'amministrazione (54th 2008. La responsabilità della pubblica amministrazione per lesioni di interessi legittimi: Atti del LIV Convegno di studi di scienza dell'amministrazione ... : Varenna, Villa Monastero, 18-20 settembre 2008. Milano: A. Giuffrè, 2009.
Buscar texto completoActas de conferencias sobre el tema "Responsabilità pubblica amministrazione"
Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.
Texto completoInformes sobre el tema "Responsabilità pubblica amministrazione"
Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave: affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, mayo de 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.
Texto completo