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Vezzani, Bruno. "La responsabilità in politica". GRUPPI, n.º 1 (julio de 2022): 15–50. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14019.

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Resumen
In premessa si prende in esame, con l'aiuto della lingua latina, lo spazio semantico dei termini responsabilità e potere. Si analizzano successivamente le forme di potere alla luce del Katechon; di questo principio si illustra la doppia funzione: potere che frena e contemporaneamente promuove. Un breve percorso storico dal medio evo all'età moderna introduce il problema della connessione fra l'assolutismo del potere e l'avvento del macchinismo con il divorzio fra etica e politica. L'indebolimento katetonico degli stati nazionali sfocia nel nichilismo e nel narcinismo mettendo in crisi il concetto di responsabilità individuale nella prospettiva politica. Viene considerato il processo di globalizzazione per i suoi esiti nei campi correlati della governance e dell'identità comunitaria. Seguono appunti sul concetto di prossimità nel contesto della problematica multiculturale. La conclusione si avvale dei contributi della letteratura sui problemi del rapporto fra tecnica e politica con considerazioni finali sulle prospettive della restaurazione e del mantenimento della responsabilità.
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Ceri, Paolo. "La politica di Luciano Gallino: conoscenza, progettazione, responsabilità". SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, n.º 115 (marzo de 2018): 5–14. http://dx.doi.org/10.3280/sr2018-115001.

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Ibrido, Renato. "Fiscal rules e decisione di bilancio". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 1 (marzo de 2021): 73–97. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-001004.

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Resumen
Il contributo individua due fattori di trasformazione della originaria costituzione eco-nomica italiana, i quali affondano le loro radici culturali nei filoni del fiscal constitutionalism e dell'ordoliberalismo: da un lato l'incorporazione di fiscal rules in fonti rigide e di rango sovraordinato, anche per effetto del processo di integrazione europeo; dall'altro lato, l'incremento del tasso di razionalizzazione delle regole costituzionali sulla formazione della decisione di bilancio. Alla luce di tale evoluzione, il contributo si interroga sulla possibilità di una diversa organizzazione delle regole fiscali e di bilancio, la quale consenta di recuperare e saldare due principi che nell'impianto della Costituzione italiana fanno sistema: i principi di "responsabilità finanziaria" e di "responsabilità politica".
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Sferrazza Papa, Ernesto. "Materialismo e artefattualità. Una filosofia politica della materia". Revista de Filosofía (Madrid) 44, n.º 1 (9 de mayo de 2019): 113–29. http://dx.doi.org/10.5209/resf.64274.

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Resumen
In questo saggio analizzo l’idea del mondo come coesistenza di umani e cose, e sostengo che tale coesistenza debba essere considerate sotto la lente concettuale della responsabilità. Nei primi due paragrafi sostengo che l’esperienza umana è sempre mediata da un sistema di artefatti. Nel terzo e nel quarto paragrafo sintetizzo due differenti approcci filosofici, ossia la teoria degli artefatti e il metodo materialista, i quali condividono la tesi della performatività degli artefatti nella costituzione dell’esperienza umana. Nelle conclusioni mostro la rilevanza etica e politica di questa possibile ermeneutica materiale del mondo.
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Rusconi, Gian Enrico. "QUALE «DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE»? LA CORTE FEDERALE NELLA POLITICA TEDESCA E IL PROBLEMA DELLA COSTITUZIONE EUROPEA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, n.º 2 (agosto de 1997): 273–306. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024837.

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Resumen
IntroduzioneLa Germania offre una interessante versione contemporanea dello «Stato costituzionale» o della «democrazia costituzionale» con le sue tipiche tensioni tra responsabilità politica parlamentare e giustizia costituzionale. Un esempio tanto più istruttivo in quanto si pone all'incrocio tra la tradizione tedesca dello «Stato di diritto» e la tendenza ad un «nuovo costituzionalismo» che suscita crescente attenzione nelle scienze politiche e giuridiche.Ma c'è di più. La centralità del ruolo della Germania in Europa fa sì che questa problematica si proietti sulla costruzione politico-costituzionale dell'Unione europea. L'istituzionalizzazione dell'Europa politica e la semplice ipotesi di una Costituzione europea rimettono in gioco i concetti classici di popolo, sovranità, statualità e legittimazione democratica e aggiornano i dilemmi del costituzionalismo e della Costituzione come statuto delle libertà, come contratto politico e come forma di governo. In questa ottica il progetto europeo acquista i tratti di una democrazia o Stato costituzionale tutto da esplorare, per il quale il modello tedesco diventa molto istruttivo.
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Del Bello, Sara. "donne di María Zambrano. L ’attualità del suo pensiero in una prospettiva filosofico-femminile." Bajo Palabra, n.º 25 (14 de junio de 2021): 239–50. http://dx.doi.org/10.15366/bp2020.25.011.

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L’attenzione che María Zambrano presta all’universo femminile si concretizza sia attraverso pagine di intensa riflessione socio-politica, sia grazie ad una ricerca linguistico-concettuale della quale le sue donne sono viva espressione. Toccando, in particolare, il mondo di Eloisa e Antigone, in questo breve spazio abbiamo l’opportunità di sviluppare temi quali la responsabilità, l’etica e la coscienza, grazie ad un’analisi politica, caratteristica fondamentale del suo pensiero, anche quando non si manifesta esplicitamente. E ancora una volta la filosofa spagnola fa sì che emergano i suoi tratti distintivi, spesso precursori di molti temi posteriori, come il pensiero della differenza sessuale.
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Grimaldi, Angelo. "La forma di governo nella Costituzione Romana del 1849". Misión Jurídica, n.º 20 (1 de julio de 2021): 174–96. http://dx.doi.org/10.25058/1794600x.1916.

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Resumen
Dalla Costituzione romana del 1849 emerge una forma istituzionale “quasi dualistica” o “dualismo zoppo”. Si prevede una separazione dei poteri che però non rende possibile l’influenza ex post di un organo sulla funzione dell’altro, uno dei due organi costituzionali è claudicante: il Presidente collegiale della Repubblica, pur partecipando direttamente alla funzione legislativa, non può esercitare il veto sospensivo (accompagnato dalle osservazioni presidenziali), ma può soltanto, “senza ritardo”, promulgare la legge. L’Assemblea nomina il Presidente collegiale della Repubblica; i tre consoli non possono essere scelti fra i parlamentari, quindi si stabilisce la separazione dei due più importanti attori costituzionali. Il Presidente collegiale della Repubblica era a capo del Governo, ad esso spettava la nomina e la revoca dei ministri, quindi i ministri erano legati al Consolato da un rapporto “interno” di fiducia, ma tale rapporto di fiducia non poteva instaurarsi tra il Consolato-Governo e l’Assemblea. I due poteri, Legislativo e Capo dello Stato-Esecutivo, si costituiscono in due centri di autorità distinti, congegnati in un modo tale ed unico da potersi definire forma “quasi dualistica”. L’istituto della controfirma stabilisce il principio della “non responsabilità dei Consoli”, ma in che modo la Costituzione avrebbe garantito la irresponsabilità del Presidente (collegiale) della Repubblica se si afferma l’esatto contrario negli articoli 43, 44, 45 e 55? Risulta difficile immaginare un’evoluzione al parlamentarismo, cioè la responsabilità giuridica avrebbe aperto la strada alla responsabilità politica e, di conseguenza, al sistema parlamentare?
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Nato, Alessandro. "La politica d'asilo dell'Unione europea tra crisi e sovranismi: quale futuro per il principio di solidarietà?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (agosto de 2020): 191–213. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001007.

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L'efficacia del principio di solidarietà ex art. 80 TFUE è stata influenzata dalle resistenze degli Stati membri sovranisti del c.d. gruppo di Visegrad sul ricollocamento dei richiedenti asilo giunti nell'UE durante la crisi migratoria. Nondimeno, il generale funzionamento della politica di asilo UE e la solidarietà tra Stati Membri risentono delle carenze strutturali degli elementi chiave dell'architettura del sistema europeo comune di asilo, quali la ripartizione delle responsabilità, la cooperazione, il sostegno finanziario dell'UE. In tale contesto, la Cor-te di Giustizia è intervenuta nella diatriba accesa dai Paesi Membri sovranisti chiarendo cau-tamente alcuni aspetti inerenti la discrezionalità dell'azione statale sui ricollocamenti e la portata del principio di solidarietà, come dimostra anche la recente sentenza Commissione c. Polonia, Ungheria e Slovacchia. Allo scopo di illustrare il ruolo del principio di solidarietà nella politica di asilo UE, il contributo esaminerà sia le carenze strutturali degli elementi chiave dell'architettura del sistema europeo comune di asilo sia la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia in materia.
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Perna, Valerio. "Cristianesimo etico e socialismo metafisico in Mario Pomilio". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (15 de abril de 2020): 428–38. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910881.

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Mario Pomilio è scrittore dimenticato, e invece il valore del suo messaggio risulta tuttora attuale. Nelle sue opere, come critico e scrittore, si evidenzia un percorso che vuole essere coerenza vissuta prima che teorizzata. Ricerche, domande e inquietudini risultano sempre legate alla religiosità e agli ideali politici dell’autore. Per l’intellettuale socialista lacerato dall’ansietà del mondo contemporaneo, la ricostruzione del “mito” nell’animo degli uomini si configura come esigenza di verità etiche assolute; per il credente immerso totalmente nella storia, la verifica della presenza di un Dio assente, manifesta l’esistenza di un testimone trascendente. In un contesto del genere, ogni azione comporta responsabilità morali senza alcuna compromissione. La scelta politica di Pomilio diventa così utopia morale: l’idea di una società più giusta, che percorre in sottofondo la storia e ne è il lievito. Allo stesso modo il suo cristianesimo è inquieto e interrogante, tanto da prospettare il bisogno di una nuova Sacra Scrittura: il mito del Quinto Evangelio.
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Manfrelotti, Raffaele. "Il governo europeo della moneta e le sfide del costituzionalismo contemporaneo". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 1 (febrero de 2022): 105–15. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001006.

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Resumen
L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione a-politica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabili-tà economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Bertone, Tarcisio. "I cattolici e la società pluralista, le “leggi imperfette” e la responsabilità dei legislatori". Medicina e Morale 50, n.º 5 (31 de octubre de 2001): 855–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.734.

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L’autore argomenta la riflessione intorno al seguente quesito: in quale misura un cittadino cattolico può accettare di partecipare all’elaborazione di una legge che non corrisponde esattamente alle sue convinzioni? Dopo avere passato in rassegna il dibattito attuale - che registra l’indubbio pluralismo della società odierna, in cui coesistono diverse correnti di pensiero che si fondano sui diritti dell’uomo e che si vedono costrette a patteggiare per elaborare le leggi e applicarle – vengono illustrate tre tipi di leggi ingiuste: 1. quelle che permettono la violazione di un diritto umano fondamentale; 2. quelle che stabiliscono una politica pubblica che violi un tale diritto; 3. quelle che istituzionalizzano degli atti intrinsecamente cattivi. Esclusa moralmente ogni cooperazione formale a dette leggi, davanti a esse possono essere eticamente giustificabili, a seconda dei casi, tre atteggiamenti: l’opposizione, la tolleranza, la cooperazione materiale. Tali prese di posizione sono argomentate nel prosieguo del contributo con esempi concreti.
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Di Viggiano, Pasquale Luigi. "ETICA, ROBOTICA E LAVORO: PROFILI D’INFORMATICA GIURIDICA". Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 16, n.º 22 (23 de marzo de 2018): 247. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v16i22.p247-266.2018.

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Resumen
Questo articolo trae spunto dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2017 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti norme di diritto civile sulla robotica L’avvento dell’Industria 4.0 ha incentivato ed esaltato l’uso di macchine intelligenti e dotate di gradi di autonomia sempre più crescenti. La ricerca sulla robotica, che oggi ha raggiunto livelli molto differenziati di applicazione, si appresta a diventare oggetto di interesse diffuso non solo nei processi produttivi, ma anche per i sistemi sociali funzionalmente differenziati. In particolare, il diritto si trova ad essere interessato dall’innovazione tecnologica più avanzata e dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in quanto i robot, nelle scelte dell’Unione europea, sono destinatari di attribuzione di sempre maggiori responsabilità e di diritti. Questo solleva problemi, sia di carattere etico e sia di carattere giuridico, finora sconosciuti al diritto e sottovalutati dalla politica e dall’etica. Osservare dal punto di vista dell’Informatica giuridica questo fenomeno emergente consente di descrivere i modi attraverso i quali i sistemi sociali evolvono a seguito dell’irruzione delle nuove tecnologie nel sistema del diritto.
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Balestra, Anna y Raul Caruso. "Le società benefit in Italia. Tra bene comune e identità". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 1 (febrero de 2022): 117–39. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001007.

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L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione apolitica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabilità economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Violante, Luciano. "INTRODUZIONE". Il Politico 251, n.º 2 (3 de marzo de 2020): 5–24. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.233.

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La storia delle istituzioni repubblicane è caratterizzata da profonde fratture, a partire dalla nascita della Repubblica. Il regime democratico nasce e si afferma sulla base di tre radicali discontinuità. La prima fu la guerra di Liberazione dal nazismo e dal fascismo che fu anche guerra tra italiani. La seconda fu il referendum tra monarchia e repubblica, che mise fine alla dinastia sabauda. La terza frattura nacque dalla prima decisione della Corte Costituzionale, che, respingendo le istanze dell’Avvocatura dello Stato, intervenuta in difesa dell’art.113 TULPS, affermò la propria competenza a giudicare della conformità alla Costituzione di tutte le leggi, comprese quelle precedenti alla sua istituzione, riconfermando la felice frattura tra fascismo e Repubblica. Negli anni successivi, il paese è stato colpito da undici stragi politiche, due opposti terrorismi con 460 uccisi in quindici anni (1969-1984), due stragi di mafia, tre tentativi di rovesciamento violento del governo, l’omicidio di un uomo di Stato, di 24 magistrati e di 11 giornalisti. A queste tragedie possono aggiungersi l’autodistruzione di una classe politica dirigente incapace di assumersi le proprie responsabilità in seguito alle vicende di Tangentopoli, il processo di crescente denigrazione [Continua]
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Maria Samuelli, Anna. "Il diritto dei più vulnerabili e dei più deboli non è un diritto debole: povertà e difficoltà educative nel tempo della pandemia". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (junio de 2021): 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004003.

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La pandemia ha reso visibile il tema della povertà educativa ereditato dal passato. Si parla di generazione Covid che vede il futuro come incognita. La mancanza di attenzione da parte della politica verso la scuola, la ricerca e la cultura non è nuova. Lo sviluppo economico teso alla conquista del benessere, ha subìto una accelerazione senza precedenti e ha determinato nel mondo globalizzato lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali con la conseguenza di catastrofi umanitarie. La violazione dei diritti umani solo formalmente conquistati ma di fatto negati hanno reso più fragili le nostre democrazie. Urge una mobilitazione civile, possibile se si ripensa il processo di formazione della persona. La sollecitazione alla resilienza e il ripristino del valore della relazione per ricreare la dimensione comunitaria, è compito degli educatori. La scuola è il luogo della cura, non il problema. Gariwo, Il Giardino dei Giusti dell'Umanità, propone un diverso approccio al lavoro storico nelle scuole, fondato sulla memoria del bene. I giusti che riconoscono il volto dell'altro, esemplificano il valore del coraggio, della libertà, dell'autonomia di pensiero e ripropongono il tema della responsabilità personale per affrontare le sfide del presente. Aprono al cambiamento e al futuro.
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Giacci, Vittorio. "Cinematografia e ispirazione letteraria socialista". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (31 de marzo de 2020): 473–557. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910925.

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Il saggio affronta il tema della relazione tra letteratura e cinema sia in termini generali che in ambito più strettamente politico, soffermandosi sugli adattamenti di opere letterarie scritte da autori di area e ispirazione socialista, ma anche su opere cinematografiche, tratte da soggetti originali, realizzate da registi che si sono riconosciuti, stabilmente o temporaneamente, nel socialismo italiano. Si vuole colmare l’evidente lacuna di una critica che ha preferito guardare alle esperienze di autori che palesavano altre ispirazioni, come quelle cattolica e comunista, benché il contributo di cineasti dell’area socialista sia stato altrettanto, se non più ampio e profondo, come il presente saggio intende dimostrare. Lo studio considera anche l’apporto fornito dai socialisti laddove hanno operato, con incarichi di responsabilità, nelle politiche culturali italiane, partecipando anche alla definizione legislativa di settore, con posizioni di rilievo in importanti istituzioni del cinema pubblico (Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, Italnoleggio, Istituto Luce), senza escludere la Biennale, i vari festival e le organizzazioni del settore pubblico. Ne risulta il ruolo determinante giocato dal pensiero e dai valori socialisti nel quadro del rinnovamento culturale del paese attuato mediante lo strumento della settima arte. La relazione cinema/socialismo non può essere colta in tutte le sue articolazioni se non la si inscrive in un più ampio contesto storico/politico e all’interno delle due anime che hanno da sempre caratterizzato le vicende del Partito Socialista, la tensione massimalista e la progettualità riformista, le scissioni ed i tentativi di riunificazione, l’unità d’azione e il contrasto a sinistra tra Partito Comunista e Partito Socialista, la propensione del primo al monopolio culturale ed a tacciare di “revisionismo” qualunque tentativo di innovazione politica che fosse al passo con i tempi e la refrattarietà del secondo a ogni forma di immobilismo ideologico, di egemonia culturale e di subalternità.
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Bignamini, Angelo A. "Il rischio calcolato e la relazione con l’assistito: aspetto ambivalente della medicina". Medicina e Morale 52, n.º 6 (31 de diciembre de 2003): 1175–202. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.658.

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I medici ed i loro assistiti sono sottoposti a pressioni perché venga regolarmente valutato il rischio di patologie future e vengano applicate misure di prevenzione primaria e secondaria. Si rilevano alcuni problemi relativi a questa politica, che investono l’affidabilità degli algoritmi e la difficoltà a raggiungere gli obiettivi fissati. A partire dall’osservazione di dati reali da uno studio osservazionale, viene discusso l’impatto sulla giustificazione etica dei meccanismi di screening di popolazione, dell’applicazione sistematica delle misure di prevenzione raccomandate dalle linee guida, e più in generale sulla cosiddetta “cultura della prevenzione”. I punti critici evidenziati sono la necessità di considerare che il singolo soggetto non è il rappresentante medio della popolazione, ma un soggetto individuale con caratteristiche, bisogni, e sensibilità proprie; la consapevolezza che la prevenzione può essere efficace sulla popolazione ma non necessariamente sul singolo; la presa di coscienza che gli obiettivi da raggiungere per la riduzione del rischio devono essere raggiungibili nella realtà mettendo in gioco la libertà-responsabilità del soggetto al di là delle raccomandazioni delle linee guida, e che comunque non può garantire un esito favorevole. Viene infine sottolineato che l’insistenza sulle misure di prevenzione sono anche l’espressione della perdita del senso del limite al diritto alla vita e alla tutela della salute, cioè un’espressione del rifiuto del significato della malattia e della morte.
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Pergolizzi, Antonio y Emanuela Somalvico. "Le bonifiche delle discariche in procedura di infrazione UE. Criticità, infiltrazioni criminali e proposte di policy". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 2 (febrero de 2022): 68–82. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002005.

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L'articolo passa in rassegna la lunga e complessa evoluzione, politica e normativa, delle procedure di bonifiche dei siti contaminati, individuando criticità, contraddizioni, opacità, lentezze e manifestazioni di illegalità. A livello generale, almeno due sono emerse come le principali criticità di sistema, che hanno fatto da freno alle attività concrete di bonifica: 1) criteri non idonei di scelta per l'identificazione del sito da bonificare; 2) errata ripartizione delle responsabilità tra gli enti territoriali, che spesso non hanno adeguati mezzi e risorse, soprattutto in termini di personale qualificato per rispondere a procedure così complesse. Anche da questa prospettiva, l'inquinamento diffuso provato anche dalla presenza dei siti da bonificare rappresentano il punto finale di un processo di sviluppo industriale e consumistico privo di regole e di limiti. Deregulation che è valsa per almeno un quarantennio, un ampio arco temporale in cui il territorio nazionale ha visto l'esplosione dei siti inquinati (di interesse nazionale, regionale o comunale), dove per almeno 200 casi l'Unione Europea ha addirittura aperto due distinte procedure d'infrazione. Procedure che sono costate all'Italia oltre 40 milioni, più una penalità semestrale iniziale di 42.800.000 euro. Per far fronte a questo salasso il 24 marzo 2017 il Governo dell'epoca ha costituto il Commissario Straordinario di Governo per svolgere la missione di bonifica e messa in sicurezza degli 81 siti di discarica abusivi sotto procedura di infrazione a seguito della Sentenza di condanna sanzionatoria della Corte di giustizia dell'Unione Europea del 2 dicembre 2014.
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D’Ambrosio, Maria y Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (junio de 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Bellavista, Alessandro. "La figura del datore di lavoro pubblico". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 125 (mayo de 2010): 87–158. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125002.

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Il saggio esamina le caratteristiche peculiari del datore di lavoro pubblico, tenendo conto delle concrete dinamiche delle pubbliche amministrazioni. Oggetto di studio sono i rapporti tra politica e amministrazione, la disciplina della dirigenza amministrativa e della contrattazione collettiva. La tesi centrale č quella che ancora oggi il datore di lavoro pubblico č sensibile a ragioni di tipo politico-elettorale e di pace sociale e trascura le esigenze dell'efficienza e dell'efficacia dell'amministrazione che governa nonché dell'effettiva soddisfazione degli utenti. La soluzione andrebbe trovata rafforzando le responsabilitŕ dei vertici politici e le forme di controllo dei cittadini.
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RODRIGUES, JULIANE, GABRIELLE BEZERRA y GILMARA MEDEIROS. "PROJETO DE LEI DE RESPONSABILIDADE POLÍTICO-CRIMINAL: UM ESTUDO A PARTIR DA CRIMINOLOGIA CRÍTICA". Revista Jurídica da UFERSA 1, n.º 2 (20 de octubre de 2017): 135–49. http://dx.doi.org/10.21708/issn2526-9488.v1.n2.p135-149.2017.

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Schabas, William A. "Enforcing international humanitarian law: Catching the accomplices". International Review of the Red Cross 83, n.º 842 (junio de 2001): 439–60. http://dx.doi.org/10.1017/s1560775500105759.

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Résumé La récente décision d'etablir la Cour pénale internationale et l'adoption de son Statut (Statut de Rome) a, une fois de plus, soulevé la question de la responsabilité pénale, en droit international, du complice dans un crime. L'auteur examine d'abord l'interprétation que le Tribunal de Nuremberg a donnée de la notion de complice, pour passer ensuite à Vanalyse de la jurisprudence des Tribunaux pénaux internationaux pour l'ex-Yougoslavie et pour le Rwanda. Il constate que ces Tribunaux ont eu l'occasion d'affiner leur jurisprudence par rapport aux complices, car, jusqu'à ce jour, ils se sont davantage occupés d'executants que des vrais instigateurs des crimes. La compétence du Tribunal pénal international en matière de responsabilite penale des complices ne differe guère de celle qu'on trouve dans le Statut de chacun des deux Tribunaux ad hoc. Selon l'auteur, il n'est cependant pas exclu que la notion de complicité ne soit élargie à l'avenir pour englober, par exemple, la responsabilité des fournisseurs d'armes ou d'autres activités dans l'ombre des guerres modernes. Une telle évolution de la pratique des Tribunaux pénaux internationaux renforcerait la position du droit international humanitaire.
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Miegge, Mario. "Responsabilitŕ e vocazione". PARADIGMI, n.º 1 (abril de 2010): 59–74. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001005.

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Nella nota conferenza Politik als Beruf (1919) Weber definiva l'"etica della responsabilitŕ" come condizione essenziale dell'azione politica. Ma descrivendo la politica in termini di potere (Macht) e dominio (Herrschaft), vedeva il principale soggetto della vocazione e responsabilitŕ politica nel moderno leader di masse, depositario di doti carismatiche e potere decisionale. Pertanto trascurava l'altro elemento fondamentale della politica moderna, la dinamica dei gruppi generata dall'interazione delle volontŕ e dall'accordo. Due sono dunque i modi di intendere la responsabilitŕ: quello di Weber, legato alla nozione di leadership, e quello connesso invece al concetto di reciprocitŕ e consociatio, parola chiave della tradizione federativa inaugurata nel XVII secolo dal calvinista tedesco Johannes Althusius.
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KHOUANI, J., D. MOSTEGHANEMI SIMONETTI, S. AADIL, D. THERY y R. LUTAUD. "LES ENJEUX ETHIQUES DANS LA PRISE EN CHARGE DES PATIENTS SANS COUVERTURE MALADIE EN SOINS PRIMAIRES : ETUDE QUALITATIVE AUPRES DE PROFESSIONNELS DES SOINS PREMIERS". EXERCER 34, n.º 191 (1 de marzo de 2022): 100–107. http://dx.doi.org/10.56746/exercer.2023.191.100.

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Introduction. Depuis 2010, l’Organisation mondiale de la santé (OMS) rappelle la nécessité d’offrir à la population une couverture sanitaire universelle. En 2021, La France n’avait toujours pas atteint cet objectif. Ce constat de l’OMS est partagé par le monde associatif et institutionnel français. L’exercice médical auprès des personnes n’ayant pas de couverture maladie est source de nombreux dilemmes éthiques. Il n’y avait pas, dans la littérature, d’étude s’intéressant directement aux acteurs des soins primaires. Objectif. Interroger des professionnels des soins premiers sur les questionnements éthiques suscités par la prise en charge de patients sans couverture maladie. Méthode. Étude qualitative s’appuyant sur des entretiens collectifs par focus groups et des entretiens individuels semi-directifs réalisés entre janvier 2020 et juillet 2021. Résultats. La prise en charge de patients sans couverture maladie confronte le soignant à une prise de décision au vécu émotionnel variable. Cette variation est influencée par sa perception des responsabilités inhérentes à cette situation (responsabilité du patient, responsabilité du contexte politico-juridique). Cette perception et ce vécu émotionnel impactent directement ses prises de décisions. Le soignant se heurte ainsi à un exercice du soin où la synthèse des quatre principes éthiques est périlleuse. Conclusion. Si le professionnel donne du sens à ses émotions et les intègre dans sa posture professionnelle, elles catalyseront en retour ses décisions en sorte de concilier les quatre principes éthiques.
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Sørensen, Rune J. y Terje P. Hagen. "Local Government without Taxing Authority: A Viable Party Democracy? *". Journal of Public Finance and Public Choice 15, n.º 2 (1 de octubre de 1997): 103–23. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907782860.

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Abstract Un elemento essenziale della democrazia rappresentativa è il controllo elettorale. Si assume che i votanti mantengano responsabili i governi da loro eletti. La democrazia partitica assume che ogni partito politico rappresenti un distinto programma politico. I cambiamenti nella composizione dei consigli eletti dovrebbero influenzare le politiche perseguite. L’elettorato dovrebbe essere al corrente di queste differenze partitiche ed esprimere la sua soddisfazione o insoddisfazione votando a favore di particolari partiti. Comunemente, si asserisce che queste assunzioni sono violate nella democrazia locale. Ricerche empiriche suggeriscono che la composizione partitica delle assemblee locali non ha conseguenze per le politiche locali di spesa.Il governo locale norvegese influenza la composizione dei bilanci locali, non la grandezza del reddito locale. Questa analisi rivela che le preferenze di spesa dei consigli locali divergono a seconda della forza di un partito e che i cambiamenti nella rappresentanza locale dei partiti influenzano le effettive politiche di spesa. In aggiunta, i cittadini sembrano avere una qualche conoscenza dei programmi dei partiti. L’insoddisfazione su particolari servizi locali influenza il loro comportamento elettorale, fenomeno che offre almeno parziale supporto empirico all’ipotesi della responsabilità. Questi riscontri ristabiliscono un modesto grado di coerenza tra la rappresentanza partitica locale, lo schema di spesa del governo locale ed il comportamento elettorale.
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Durkheim, Émile. "Un manuscrit inédit de Durkheim". Durkheimian Studies 24, n.º 1 (1 de diciembre de 2020): 33–44. http://dx.doi.org/10.3167/ds.2020.240103.

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Resumen
*Full article is in FrenchFrench abstract: Ce texte daté du 2 décembre 1899 est la première leçon de la quatrième année du cours de Durkheim sur la Physique générale du droit et des moeurs. Il est intitulé Plan du Cours – Les Sanctions pénales. Dans la première partie du texte, Durkheim présente le plan de cette dernière année du cours. Il se propose d’abord de compléter l’étude de l’éthique objective des systèmes de morale familiale, professionnelle, civique et juridique (que nous connaissons parce qu’elles ont été publiées dans les fameuses Leçons de sociologie) par l’étude objective des sanctions et responsabilités. Cette première partie du cours sera consacrée à la théorie spéciale des sanctions (négatives pénales et civiles, positives) et responsabilités. La dernière partie du cours, sa conclusion, portera sur l’éthique subjective. Une fois ce plan de cours exposé, dans la deuxième partie du texte, Durkheim propose une définition sociologique de la sanction pénale qu’il justifie d’abord par la réfutation des définitions de la peine qui postulent un lien entre souffrance et peine. Ensuite, pour illustrer le caractère sociologique et justifier sa définition préalable de la peine, Durkheim commence à présenter une typologie des sanctions négatives (sanctions punitives pénales, publiques ou privées, sanctions restitutives civiles, etc.). Au terme de sa leçon, il considère avoir défini la peine de manière sociologique, c’est-à-dire en s’en tenant aux caractéristiques extérieures les plus saillantes de son objet, sans recourir à l’intention du patient ou du législateur ni à la question de la responsabilité.
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Marramao, Giacomo. "Introduzione". PARADIGMI, n.º 1 (abril de 2010): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001001.

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La categoria della responsabilitŕ č oggi piů che mai al centro di dilemmi che toccano la metafisica, l'etica e la politica e che ci invitano a risalire al significato etimologico del termine, dal latino re-sponsare, re-spondere, ossia assumere un impegno solenne di natura religiosa. Partendo di qui č possibile delineare una prospettiva nuova e decisiva per la filosofia del futuro: il passaggio dall'etica della responsabilitŕ alla politica della responsabilizzazione. Ciň implica la costituzione di soggetti liberi, che non siano, come l'individuo moderno, giŕ costituiti nella loro presunta autonomia, ma, al contrario, capaci di costituirsi nella loro autonomia reale, attraverso pratiche reciproche (e conflittuali) di corresponsabilitŕ.
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Scarpari, Giancarlo. "Obiettivo. Tra fede e politica: giuristi e magistrati nel passaggio dal fascismo alla Repubblica". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 3 (julio de 2010): 89–133. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-003007.

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L'espressione «responsabilitŕ di proteggere» (responsibility to protect) fa la sua comparsa nel rapporto 30 settembre 2001 dell'International Commission on Intervention and State Sovereignty. Da allora essa costituisce la cornice politica entro cui si collocano le varie forme di ingerenza della Comunitŕ internazionale o di singoli Stati nelle questioni interne di altri Paesi. Di piů essa si trasforma gradualmente in una sorta di istituto giuridico diretto a inserire un vero e proprio «diritto di ingerenza» nel diritto internazionale. La teoria della «responsabilitŕ di proteggere», come i piů efficaci strumenti ideologici, č connessa da un lato alla presenza di problemi veri, dall'altro alla facile propaganda di soluzioni immaginarie. Per questo č compito del giurista analizzarne le sfaccettature e non perdere di vista la realtŕ.
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Sapiro, Gisèle. "De la responsabilité pénale à l'éthique de responsabilité". Revue française de science politique 58, n.º 6 (2008): 877. http://dx.doi.org/10.3917/rfsp.586.0877.

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Van Haegendoren, Mieke. "Vrouwelijke en mannelijke kandidaten bij de verkiezingen van 24 november 1991 in Vlaanderen". Res Publica 35, n.º 2 (30 de junio de 1993): 147–58. http://dx.doi.org/10.21825/rp.v35i2.18797.

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This article deals with the differences that exist between the profile of Flemish male and female political candidates placed on election-lists. The survey, held amongst all female and male political candidates, shows that male candidates find themselves in a more favourable position due to the accumulation of small gender differences in education, professional and domestic life.Male candidates more often have university degrees and leading functions resulting in more important relations. They are better represented both in the party structure and in corporate life.Child care and domestic tasks seem to be (usually) their partner's responsability. Female political underrepresentation is a result of a generally weaker position of women in society. Notwithstanding the enormous progress made over the last five decades, the problem of female underrepresentation in politics remains a structural one. Hence, the question is wether a solution should ask for structural measures by the government.
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Berardi, Silvio. "Le colonie italiane nel secondo dopoguerra: il Partito repubblicano e la questione somala (1948-1950)". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (julio de 2012): 91–118. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001004.

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Il saggio intende ricostruire una tra le pagine piů complesse della politica coloniale italiana: la questione somala dai tragici fatti di Mogadiscio dell'11 gennaio 1948 al ritorno italiano in Somalia del 1950. La stampa nazionale fu concorde nel ritenere indirettamente responsabili dell'eccidio i funzionari britannici in Somalia, incapaci di tutelare e proteggere la comunitŕ italiana presente sul territorio. Il Partito repubblicano, impegnato in una difficile e complessa riorganizzazione interna, evitň di prendere nell'immediato una posizione ufficiale. Il ministro degli Esteri, il repubblicano Carlo Sforza, intervenendo a Napoli al XX congresso del partito, in cui l'orientamento prevalente fu quello di continuare a sostenere l'esecutivo e le politiche democristiane, escluse la responsabilitŕ del governo britannico nella strage. All'interno del partito, tuttavia, si stavano delineando delle frizioni, del resto sempre presenti, ma mai cosě ben avvertite: mentre la maggioranza era vicina alla posizione di Sforza di favorire il ritorno degli italiani negli antichi territori somali al fine di stimolare la collaborazione tra Europa ed Africa e salvare l'onore nazionale, una piccola minoranza, composta tra gli altri da Giovanni Conti e Giulio Andrea Belloni, richiamandosi agli antichi ideali del Partito repubblicano, era contraria a tale ritorno. La posizione "colonialista" risultň vincitrice, anche per l'emergere di una nuova classe dirigente, destinata a modificare, non senza contraccolpi, gli orientamenti del partito stesso.
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Cavicchioli, Giorgio y Luciana Bianchera. "Introduzione a "La responsabilità in politica" di Bruno". GRUPPI, n.º 1 (julio de 2022): 11–14. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14018.

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Resumen
Gli autori introducono il saggio di Bruno Vezzani, "La responsabilità in politica", per connetterlo alla formazione, tema del prossimo numero della Rivista. Evidenziano come i cambiamenti attuali influenzano inevitabilmente la formazione, rendendo necessario l'utilizzo di altre epistemologie e di nuovi modi di abitare la polis. Gli autori pongono infine l'accento su quanto il potere delle istituzioni determina e influenza la formazione stessa degli operatori della salute mentale.
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Hache, Emilie. "Néolibéralisme et responsabilité". Raisons politiques 28, n.º 4 (2007): 5. http://dx.doi.org/10.3917/rai.028.0005.

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Micheletti, Michele. "La svolta dei consumatori nella responsabilitŕ politica e nella cittadinanza". PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, n.º 3 (octubre de 2009): 17–41. http://dx.doi.org/10.3280/paco2009-003002.

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Resumen
- This article investigates how and why a growing number of civil society actors increasingly turn to the market as a complement to, or replacement of, traditional tools of political participation. After a discussion about its historical antecedents, the paper focuses on the present features of political consumerism. A section dedicated to theoretical issues introduces the concept of individualized responsibilitytaking to explain why societal roles as consumers should be considered as political agents with responsibilities for others. Two more sections aree also devoted to an investigation of political consumerism. The first section distinguishes eight broad issue areas where political consumerism is to be found, and identifies the role played by civic groups in prompting consumer action. The second section reports on a number of research findings on how civic groups inform and sensitize consumers about the public orientation of their consumption practices. The article ends with a few evaluative comments on the significance of the consumer turn in politics.Keywords: Political Consumerism, Individualized Responsibility-Taking, Market-Based Action Repertoire, Taming of Consumption, Sustainable Citizenship.
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Dacks, Gurston. "Implementing First Nations Self-Government in Yukon: Lessons for Canada". Canadian Journal of Political Science 37, n.º 3 (septiembre de 2004): 671–94. http://dx.doi.org/10.1017/s0008423904030367.

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Resumen
Abstract: The experience of implementing self-government in the Yukon offers important insights into the future of self-government nationally. Yukon First Nations have created institutions that reflect their traditional values, that achieve creditable levels of accountability and that have limited their responsibilities to what their staff resources can handle. Yukon First Nations have assumed relatively few jurisdictional responsibilities because they reject the financial terms presented by the federal and territorial governments. This pattern is likely to weaken inherence-based governments as they appear elsewhere in Canada. This prospect raises the question of how First Nations should divide their energy and resources between pursuing inherence and strengthening the capacity of their existing institutions.Résumé.La mise en oeuvre d'un gouvernement autonome au Yukon offre d'importants aperçus sur l'avenir de l'autonomie sur le plan national. Les autochtones du Yukon ont créé des institutions qui reflètent leurs valeurs traditionnelles, atteignent des niveaux estimables de responsabilité et ont limité leurs engagements en fonction de leurs ressources en personnel. Les autochtones du Yukon ont assumé relativement peu de responsabilités juridictionnelles parce qu'ils rejettent les conditions financières présentées par le gouvernement fédéral et le gouvernement territorial. Ce dilemme va vraisemblablement affaiblir les gouvernements inhérents qui verront le jour ailleurs au Canada. La question se pose dès lors de savoir comment les autochtones devraient diviser leur énergie et leurs ressources entre la poursuite de l'inhérence et le renforcement de la capacité de leurs institutions existantes.
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Clément, Valérie y Daniel Serra. "Égalitarisme et responsabilité". Revue d'économie politique 111, n.º 1 (2001): 173. http://dx.doi.org/10.3917/redp.111.0173.

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Rot, Gwenaële. "Autocontrôle, traçabilité, responsabilité". Sociologie du travail 40, n.º 1 (1998): 5–20. http://dx.doi.org/10.3406/sotra.1998.1307.

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Ladner, Kiera L. "Up the Creek: Fishing for a New Constitutional Order". Canadian Journal of Political Science 38, n.º 4 (diciembre de 2005): 923–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0008423905040539.

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Abstract. Everyone familiar with the study of Canadian politics knows the joke about how a French national, an Englishman and a Canadian were asked to write an essay about an elephant: the French national wrote about the culinary uses of the elephant, the Englishman wrote about the elephant and imperialism, and the Canadian wrote a paper entitled, “Elephant: Federal or Provincial Responsibility?” Though simple, the joke conveys the essence of Canadian politics: always defined by jurisdictional disputes. The joke misses the boat, however, by ignoring the fact that indigenous people are now (as they always have been) engaging in jurisdictional debates in an attempt to challenge the Canadian constitutional order and to reaffirm their own constitutional order and autonomy. This paper examines one such dispute—the Mi'kmaw claim of rights and responsibilities for the salmon fishery—and presents it as a case of contested sovereignties and a resulting jurisdictional dispute. In so doing, I pose the question: Is salmon a federal, provincial or Mi'kmaq responsibility? In seeking an answer, this paper proceeds in an exploratory manner to map both constitutional orders, and the interrelation between these orders that results in the debate over responsibility for the salmon.Résumé. Dans le milieu de la science politique au Canada, tout le monde connaît la blague du Français, du Britannique et du Canadien qui doivent écrire une thèse sur l'éléphant. Le Français disserte sur les usages culinaires de l'éléphant, le Britannique traite de l'éléphant et de l'impérialisme et le Canadien écrit une thèse intitulée : “L'éléphant : responsabilité fédérale ou provinciale?” Cette blague, dans sa simplicité, évoque l'essence même de la politique au Canada, car la politique canadienne a toujours été définie par des conflits juridictionnels. Mais, si elle illustre bien la nature de la politique au Canada, elle n'est cependant pas satisfaisante parce qu'elle ignore qu'aujourd'hui (comme autrefois d'ailleurs) les peuples autochtones s'engagent dans les débats juridictionnels pour contester l'ordre constitutionnel du Canada et pour réaffirmer leur propre ordre constitutionnel et leur autonomie. Cet article examine l'un de ces conflits : la revendication par les Mi'kmaq de leurs droits et responsabilités concernant les pêcheries de saumon – et le présente comme un cas de souverainetés contestées, et, par conséquent, un exemple de conflit juridictionnel. Je pose donc la question : “Saumon : responsabilité fédérale, provinciale ou Mi'kmaq?” En répondant à cette question, l'article explore les caractéristiques des deux ordres constitutionnels et leur connexions, ce qui mène à un débat sur l'attribution des compétences dans le domaine du saumon.
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Robertazzi, Mariella. "Giurisprudenza e responsabilità morale: Il "Buon Giudice" Magnaud = Jurisprudence and moral responsibility: "The Good Judge" Magnaud". UNIVERSITAS. Revista de Filosofía, Derecho y Política, n.º 28 (11 de julio de 2018): 85. http://dx.doi.org/10.20318/universitas.2018.4312.

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RIASSUNTO: Paul Magnaud, magistrato e politico francese operante tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo e divenuto noto con l'appellativo di "bon juge", ci offre l'opportunità di riflettere su un nodo ineliminabile della teoria e della prassi giuridica: il rapporto tra legge ed equitá, tra certezza del diritto ed esigenze di giustizia. Nel saggio vengono ricostruiti i casi principali di cui egli si occupò quando era presidente del Tribunale di Chateâu-Thierry al fine di riportare alla luce un episodio della storia del diritto che può dire ancora molto al dibattito giuridico e politico contemporaneo.ABSTRACT: Paul Magnaud, who was a French politician and magistrate, mainly active between the end of 19thand the beginning of 20th century and known as the “bon juge” provides the opportunity to reflect on an unavoidable issue concerning both legal theory and practice. The specific object of that focuses on the correlation between law and fairness, as well as, legal certainty and need of justice. This essay will retrace the most important legal cases he dealt with, when he was the president of the court of Chateâu-Thierry, in order to shed light on a specific case, pertaining to the annals of the history of law, which can enhance the current judicial and political debate.PAROLE CHIAVE: legge, equità, certezza del diritto, giustizia.KEYWORDS: law, fairness, legal certainty, justice.
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Sotte, Franco. "La politica di sviluppo rurale dell'UE. Riflessioni a margine del dibattito italiano". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n.º 1 (marzo de 2010): 125–35. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-001007.

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La pubblicazione in Italia di una serie di monografie offre lo spunto per una riflessione sulla qualitŕ della politica di sviluppo rurale in corso. Si osserva, salvo alcune eccezioni, una gestione attratta da obiettivi di breve periodo, poco propensa ad impegnarsi nella selezione e finalizzazione degli interventi, nell'integrazione tra obiettivi settoriali e territoriali e nella cura dell'efficienza e dell'efficacia. La ricerca ha la responsabilitŕ di analizzare e denunciare questo distacco tra analisi e prassi, per migliorare la qualitŕ della programmazione dello sviluppo rurale in corso.
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Guillarme, Bertrand. "Usages de la responsabilité". Revue française de science politique 58, n.º 6 (2008): 873. http://dx.doi.org/10.3917/rfsp.586.0873.

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Mori, Luca. "La politica crea mondi. Responsabilitŕ, critica all'ordine e ruolo innovativo dell'educazione". FOR - Rivista per la formazione, n.º 87 (septiembre de 2011): 26–32. http://dx.doi.org/10.3280/for2011-087005.

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Durand, Jorge. "Le asimmetrie del potere. Politiche migratorie fra Messico e Stati Uniti". MONDI MIGRANTI, n.º 2 (octubre de 2009): 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002004.

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Nel corso degli ultimi 100 anni l'azione politica del Messico ha attraversato cinque fasi: i primi decenni del ventesimo secolo con l'attuazione di interventi finalizzati a dissuadere i potenziali migranti dal lasciare il Messico; una politica di negoziazione durante e dopo la seconda guerra mondiale; un approccio orientato al "laissez faire" negli anni '70 ed '80, una politica della "limitazione dei danni" negli anni '90; infine le proposte ed i discorsi centrati sulla "responsabilitŕ condivisa". Questo contributo esamina ogni fase e come queste abbiano dato forma alle contemporanee modalitŕ di relazione tra gli Usa ed il Messico in relazione ai processi migratori e alla direzione delle politiche migratorie del Messico.
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Nothdurfter, Urban. "Mutamenti del welfare e servizio sociale professionale: quali sfide per l'assistente sociale e la sua formazione?" RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 4 (enero de 2013): 31–47. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004002.

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L'articolo sottolinea la necessitŕ che il servizio sociale in Italia si occupi in modo piů sistematico e piů deciso dei temi attuali di politica sociale. La comprensione dei profondi cambiamenti in atto diventa una dimensione conoscitiva centrale per lo sviluppo di una professionalitŕ che sia consapevole della sua responsabilitŕ politica e che possa dare un suo contributo specifico informando lo sviluppo delle politiche dal basso. Viene messo a fuoco in modo critico il rapporto tra politiche e pratiche professionali, individuando proprio in questa dimensione la specificitŕ del servizio sociale come professione del welfare.
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Monaci, Massimiliano. "Oltre i giochi di parole: Cittadinanza d'impresa e Csr". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 117 (mayo de 2010): 149–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117011.

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Benché da tempo utilizzato in letteratura e nella prassi d'impresa, il concetto di "cittadinanza d'impresa" rimane ancora relativamente indefinito e poco approfondito. Ispirandosi soprattutto a un recente filone del dibattito anglosassone, l'articolo propone di andare oltre la diffusa tendenza a usare questa espressione come semplice sinonimo di "responsabilitŕ sociale d'impresa". In particolare, si evidenziano tre ulteriori possibili declinazioni del concetto: cittadinanza d'impresa come pratica olistica della responsabilitŕ sociale; come interdipendenza nella comunitŕ locale di riferimento; e come ruolo di governo dei titoli di cittadinanza - tradizionali ma anche emergenti - dei soggetti individuali. Il quadro complessivo che ne scaturisce invita non solo a guardare sempre piů alle imprese come attori politici, ma, piů profondamente, a metterne in luce l'influenza nelle attuali dinamiche di trasformazione della cittadinanza stessa.
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Ganugi, Giulia y Riccardo Prandini. "Problematizzare la coesione sociale urbana attraverso l'engagement collettivo e la responsabilità condivisa. I casi di due Social Street italiane". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 127 (marzo de 2022): 137–53. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127011.

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Questo contributo riflette sulla coesione sociale, indagando i processi che ne favoriscono lo sviluppo a scala locale tramite le dimensioni di engagement collettivo e responsabilità condivisa. Il quadro concettuale viene applicato a due Social Street con una metodologia qualitativa. I risultati evidenziano la contingenza di engagement collettivo e responsabilità condivisa, la genesi di episodi di coesione sociale e l'importanza di interfacce riflessive tra gli attori comunitari e istituzionali.
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Marques-Pereira, Bérengère. "Citoyenneté des Latino-Américaines: Enjeux, limites et ambiguités". Canadian journal of law and society 16, n.º 2 (agosto de 2001): 101–17. http://dx.doi.org/10.1017/s0829320100006815.

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AbstractWomen's citizenship in the Southern Cone is based on a republican conception aimed at the participation to the community and a public responsability reaching from the local to the supranational level, from the public to the political space. Such a process implies a dynamic of individuation, but is also ambiguous because it reproduces the sexual division of labour.
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James, Matt. "Scaling Memory: Reparation Displacement and the Case of BC". Canadian Journal of Political Science 42, n.º 2 (junio de 2009): 363–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0008423909090374.

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Abstract. Although many historical injustices in Canada have BC roots, the ensuing debates have tended to frame redress as a federal responsibility. The article analyzes this dynamic and calls it “reparation displacement.” Reparation displacement saves the recalcitrant community or group from fighting aggressively to avoid its unpleasant past, shunting questions of cause, blame, and obligation away instead. Reparation displacement receives special attention here as an obstacle hindering BC's reconciliation with First Nations. The article also links the emphasis in “postpositivist” policy studies on civic deliberation to the focus in the reparations literature on historical acknowledgment. It suggests further that reparation displacement requires further research from scholars of federalism and multilevel governance.Résumé. La Colombie-Britannique est le site de plusieurs injustices commises dans l'histoire du Canada. Pourtant, les débats qui s'ensuivent tendent à concevoir la question de la réparation comme relevant de la responsabilité du gouvernement fédéral. Cet article examine cette dynamique et y réfère en tant qu'elle témoigne d'un «déplacement de la réparation». Un tel déplacement permet à la communauté ou au groupe récalcitrant d'éviter d'affronter les aspects malheureux de son histoire. Il fait dévier les questions de cause, de blâme et d'obligation hors des responsabilités de la communauté concernée. Une attention spéciale est dédiée ici à ce phénomène parce qu'il constitue un obstacle entravant le processus de réconciliation entre la Colombie-Britannique et les Premières Nations. Enfin, cet article établit un rapport entre l'emphase que mettent les études «post-positivistes» de politiques sur la délibération civique et l'importance accordée à la reconnaissance historique dans la littérature portant sur les enjeux de réparation. Il suggère, en outre, que ce phénomène de déplacement devrait faire l'objet de recherches approfondies dans les domaines d'étude du fédéralisme et de la gouvernance multipalier.
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Cartocci, Roberto. "IL REFERENDUM SULLA RESPONSABILITÀ CIVILE DEI MAGISTRATI". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, n.º 1 (abril de 1988): 41–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017263.

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Resumen
IntroduzioneL'8 novembre 1987, per la quinta volta dal 1974, gli elettori italiani sono stati chiamati alle urne per decidere sull'abrogazione di cinque disposizioni di legge, tre relative alla costruzione delle centrali elettronucleari, una riguardante la commissione parlamentare inquirente, l'ultima sulla disciplina della responsabilità civile dei magistrati. Contrariamente ai referendum sul divorzio e sull'aborto o a quello sulla scala mobile, si trattava di temi di natura tecnica e istituzionale di grande complessità, tali da rendere incerte anche le conseguenze del successo delle tesi abrogazioniste. Gli schieramenti dei partiti che si sono pronunciati in favore dell'una o dell'altra alternativa sono risultati poi estremamente aggrovigliati: sui quesiti attinenti l'energia nucleare i liberali si sono schierati contro lo smantellamento delle centrali mentre erano stati tra i promotori del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati. Su quest'ultimo le uniche forze a schierarsi per il «no» sono state il Pri e Dp, solitamente su posizioni antitetiche. Infatti sul nucleare si sono trovati su sponde opposte.
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Preda, Daniela. "Le prime battaglie per l'unitŕ europea: Mario Albertini". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (diciembre de 2010): 67–83. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001004.

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Resumen
Nel secondo dopoguerra, sulla scorta dell'unitŕ d'intenti d'azione che aveva sostanzialmente caratterizzato la Resistenza e dell'esperienza bellica da poco conclusa, erano in molti, soprattutto persone di orientamento democratico-laico, ad abbracciare idee europeiste o vagamente federaliste. Tra queste, Mario Albertini, che a partire dagli anni Cinquanta avrebbe speso la sua esistenza per l'ideale federalista, dalla militanza nella sezione del MFE pavese sino alla presidenza dell'Union Européenne des Fédéralistes dal 1975 al 1984, diventando un leader riconosciuto del federalismo europeo. Questo paper riassume le tappe principali della sua avventura politica e intellettuale, soffermandosi in particolar modo sulla sua formazione, l'opera di proselitismo, l'etica della responsabilitŕ, la scelta di creare una forza politica autonoma militante, l'approfondimento culturale quale base indispensabile per ogni azione politica.
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