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Pepe, Luigi. "L'Istituto nazionale della Repubblica romana". Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 108, n.º 2 (1996): 703–30. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1996.4464.

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Grziwotz, Herbert. "Costituzione romana e crisi della repubblica". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 106, n.º 1 (1 de agosto de 1989): 612–20. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.1989.106.1.612.

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3

Grimaldi, Angelo. "La forma di governo nella Costituzione Romana del 1849". Misión Jurídica, n.º 20 (1 de julio de 2021): 174–96. http://dx.doi.org/10.25058/1794600x.1916.

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Resumen
Dalla Costituzione romana del 1849 emerge una forma istituzionale “quasi dualistica” o “dualismo zoppo”. Si prevede una separazione dei poteri che però non rende possibile l’influenza ex post di un organo sulla funzione dell’altro, uno dei due organi costituzionali è claudicante: il Presidente collegiale della Repubblica, pur partecipando direttamente alla funzione legislativa, non può esercitare il veto sospensivo (accompagnato dalle osservazioni presidenziali), ma può soltanto, “senza ritardo”, promulgare la legge. L’Assemblea nomina il Presidente collegiale della Repubblica; i tre consoli non possono essere scelti fra i parlamentari, quindi si stabilisce la separazione dei due più importanti attori costituzionali. Il Presidente collegiale della Repubblica era a capo del Governo, ad esso spettava la nomina e la revoca dei ministri, quindi i ministri erano legati al Consolato da un rapporto “interno” di fiducia, ma tale rapporto di fiducia non poteva instaurarsi tra il Consolato-Governo e l’Assemblea. I due poteri, Legislativo e Capo dello Stato-Esecutivo, si costituiscono in due centri di autorità distinti, congegnati in un modo tale ed unico da potersi definire forma “quasi dualistica”. L’istituto della controfirma stabilisce il principio della “non responsabilità dei Consoli”, ma in che modo la Costituzione avrebbe garantito la irresponsabilità del Presidente (collegiale) della Repubblica se si afferma l’esatto contrario negli articoli 43, 44, 45 e 55? Risulta difficile immaginare un’evoluzione al parlamentarismo, cioè la responsabilità giuridica avrebbe aperto la strada alla responsabilità politica e, di conseguenza, al sistema parlamentare?
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Kertzer, David I. "Roma senza il Papa: La Repubblica romana del 1849". Journal of Modern Italian Studies 20, n.º 4 (8 de agosto de 2015): 574–75. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2015.1066157.

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Mastrocinque, Attilio. "Lucio Giunio Bruto: caratteri antichi del fondatore della repubblica romana". Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, n.º 131-1 (30 de junio de 2019): 7–15. http://dx.doi.org/10.4000/mefra.6873.

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Cavicchioli, Silvia. "I resti dei vinti. I martiri della Repubblica romana (1849-1879)". IL RISORGIMENTO, n.º 2 (mayo de 2018): 37–84. http://dx.doi.org/10.3280/riso2017-002002.

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Prayon, Friedhelm. "Gabriele Cifani: Architettura romana arcaica. Edilizia e società tra Monarchia e Repubblica." Gnomon 82, n.º 5 (2010): 434–41. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2010_5_434.

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Linderski, J. y Attilio Mastrocinque. "Lucio Giunio Bruto. Ricerche di storia, religione e diritto della repubblica romana". American Journal of Philology 112, n.º 3 (1991): 407. http://dx.doi.org/10.2307/294744.

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Cid López, Rosa M. "Mujeres y acción política en la antigua Roma. Lecturas de Ettore Ciccotti, un socialista en la Europa del siglo XIX". Veleia, n.º 37 (4 de mayo de 2020): 235. http://dx.doi.org/10.1387/veleia.20784.

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Entre las diferentes luchas sociales del siglo XIX, destaca la feminista, por su impacto entre los políticos e intelectuales de la época. Muchos pensadores la criticaron, pero otros defendieron los movimientos de liberación de las mujeres. Muy llamativo fue el caso de Ettore Ciccotti (1863-1939) político del Partido Socialista Italiano y profesor de Historia Antigua. Este historiador se inspira en los hechos protagonizados por las matronas romanas, sobre todo en los dos últimos siglos de la República, para reflexionar sobre el alcance de las actividades políticas de las mujeres en su época. Y lo hace como un hombre inmerso en el contexto político e historiográfico de la Italia de su tiempo. A pesar de su compromiso político, sus imágenes de las antiguas romanas no se sustraen a los prejuicios androcéntricos que predominaron en la Europa decimonónica. De su curiosa obra Donne e política negli ultimi anni della repubblica romana (1895), el contexto en que se publicó y su posterior influencia en los inicios de la historia de las mujeres se trata en este texto.
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Végh, Zoltán. "Leo Peppe, Studi sull'esecuzione personale. I. Debiti e debitori nei primi due secoli della repubblica romana". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 108, n.º 1 (1 de agosto de 1991): 523–26. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.1991.108.1.523.

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Gainot, Bernard. "David ARMANDO, Massimo CATTANEO, Maria Pia DONATO, Una rivoluzione difficile. La Repubblica romana del 1798–1799". Annales historiques de la Révolution française, n.º 329 (1 de septiembre de 2002): 215–17. http://dx.doi.org/10.4000/ahrf.1262.

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Wallace-Hadrill, Andrew. "The social spread of Roman luxury: sampling Pompeii and Herculaneum". Papers of the British School at Rome 58 (noviembre de 1990): 145–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011636.

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LA DIFFUSIONE SOCIALE DEL LUSSO NEL MONDO ROMANO: IL CAMPIONE DI POMPEI ED ERCOLANOIn quest'articolo si cerca di verificare in rapporto all'evidenza archeologica l'assunto, incontrato in Cicerone e in altre fonti, che il lusso proprio di unaélitesi diffuse per imitazione nella societá romana. II metodo adottato è quello di esaminare un campione di più di 200 abitazioni a Pompei ed Ercolano mettendo in relazione la loro estensione, l'uso, gli elementi architettonici e decorativi. L'analisi del campione ha suggerito questi primi risultati:1) La diversità nella struttura dell'abitato e l'ampio spettro di dimensioni fra edifici è una caratteristica dominante a Pompei ed Ercolano. Ciò potrebbe riflettere una diversità sociale fra gli abitanti.2) Non esiste alcuna chiara distinzione fra case residenziali e non residenziali. L'impiego di aree a scopo commerciale o per l'orticoltura è largamente diffuso nelle abitazioni che hanno funzioni di ricezione sociale.3) Atri e peristili sono ampiamente diffusi e indicano la presenza di aree di ricezione.4) Si riscontra una progressiva diffusione dell'apparato decorativo in case di tutte le dimensioni, con una concentrazione di elementi di maggior pregio in quelle più ampie.5) Esiste un forte legame fra elementi decorativi e presenza di atri e peristili a confermare il nesso fra decorazione e attività sociale.6) Si può riscontrare un'evidente diffusione di elementi del decoro in tutte le abitazioni, in particolare in quelle più piccole, senz'atrio, fra la fine della repubblica (I e II stile) e l'inizio dell'età imperiale (III e IV stile).7) L'analisi degli elementi di IV stile suggerisce una progressiva “banalizzazione” del lusso associato alla sua diffusione sociale.Sebbene questo campione può evidenziare solamente risultati provvisori, da verificare con più ampie e sofisticate basi di dati e con l'inclusione dell'evidenza materiale, l'analisi indica la potenzialità del materiale campano, capace di fornire una base per l'interpretazione sociale del fenomeno della trasformazione culturale che, partendo dall'Italia romana, si estende a tutto l'impero.
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Thorne, James. "R. Cosi, Le solidarietá politiche nella repubblica romana. Bari: Edipuglia, 2002. Pp. 161. ISBN 88-7228-351-5. €18.00." Journal of Roman Studies 95 (noviembre de 2005): 252–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0075435800002641.

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Guerra, Alessandro, Marco Meriggi, Christopher Calefati, Catherine Brice, Paolo Conte, Maria Pia Casalena y Agnese Visconti. "Recensioni". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (mayo de 2022): 153–87. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-001006.

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- Francesco Benigno e Daniele Di Bartolomeo, Napoleone deve morire. L'idea di ripetizione storica nella Rivoluzione francese, Roma, Salerno, 2020, 194 p. br/> - Salvatore Santuccio, Uno stato nello stato. Sette segrete, complotti e rivolte nella Sicilia di primo Ottocento, Acireale, Bonanno, 2020, 301 p.- Enrico Francia, Oggetti risorgimentali. Una storia materiale della politica nel primo Ottocento, Roma, Carocci, 2021, 180 p.- Jacopo De Santis, Tra altari e barricate. La vita religiosa a Roma durante la Repubblica romana del 1849, Firenze, Firenze University Press, 2021, 282 p.- Giampaolo Conte, Il credito di una nazione. Politica, diplomazia e società di fronte al problema del debito pubblico italiano. 1861-1876, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021, 114 p. - Massimo Baioni, Vedere per credere. Il racconto museale dell'Italia unita, Roma, Viella, 2020, 266 p.- Gabriele B. Clemens, Geschichte des Risorgimento. Italiens Weg in die Moderne (1770-1870), Wien-Köln, Böhlau, 2021, 264 p.- Du "Grand Tour" au Traité de Rome: l'Europe au bout du voyage, sous la direction de Francis Démier et Elena Musiani, Rennes, Presses universitaires, 2021, 186 p.
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Thein, A. G. "The Via Latina, the Via Labicana and the location of Ad Pictas". Papers of the British School at Rome 73 (noviembre de 2005): 131–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003007.

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LA VIA LATINA, LA VIA LABICANA E LA LOCALIZZAZIONE DIAD PICTASLa localizzazione del toponimoad Pictasè stata oggetto di una controversia tra topografi della Campagna Romana negli ultimi tre secoli. In genere viene collocata alcune miglia ad ovest di Artena, a Fontanile delle Macere. Questo articolo collocaad Pictasa Colle Tre Are di Valmontone, vicino Labico, e propone una soluzione ad un problema ad esso strettamente connesso — l'incrocio tra la Via Latina e la Via Labicana, che le fonti collocano alternativamente pressoad Pictas, ad Biviume presso ilCompitum Anagninum. Originariamente le strade si incontravano aad Pictas, come ricorda Strabone e come è confermato dall'Itinerario Antonino, a dispetto dell'esplicita asserzione che le strade si incontravano presso ilCompitum. La Via Latina fu in un secondo momenta deviata verso sud, via Fontanile delle Macere, e emergevaad Biviumcome nuovo incrocio, secondo quanto mostrato dalla Tabula Peutingeriana. Il tracciato meridionale della Via Latina emerse nel III secolo d.C. e seguiva una serie di strade realizzate nella media Repubblica nell'area centuriata situata a nord della Civita di Artena. Il cambio è meglio attribuibile alla preferenza di coloro che usavano le strade — la nuova strada fu favorita dai viaggiatori che usufruivano dei punti di sosta concentrati intornoad Biviume il vicino Colle Maiorana.
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Potter, T. W., J. M. Reynolds y Susan Walker. "The Roman road station of Aquaviva, southern Etruria". Papers of the British School at Rome 67 (noviembre de 1999): 199–232. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004566.

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LA STAZIONE STRADALE ROMANA DI ACQUAVIVA, ETRURIA MERIDIONALEAcquaviva era una piccola stazione stradale romana sulla via Flaminia a nord di Roma. Ricognizione intrapreso nel 1967–8 rivelò che in epoca repubblicana ed alto imperiale l'insediamento si addensava intorno ad un importante nodo stradale; nella parte bassa, a sud, fu identificato un altro complesso, con un notevole mausoleo alto imperiale che conteneva un'iscrizione. Nel periodo tardo-romano quest’area divenne il centro dell'insediamento principale, che può essere associato ad una diocesi di cui è nota l'esistenza nel periodo che va dal 465 al 502 d.C, ma non susseguentemente.
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Purcell, Nicholas. "Atrium Libertatis". Papers of the British School at Rome 61 (noviembre de 1993): 125–55. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000996x.

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ATRIUM LIBERTATISLa tesi sostenuta in questo lavoro e' che il progetto del luglio del 54 a.C. per il quale Cicerone (Att. IV 16) usa l'Atrium Libertatiscome punto di riferimento non ha nulla a che fare con il Forum Iulium, e che il nome ‘Tabularium’ è un termine improprio per il grande complesso repubblicano al di sotto del Palazzo Senatorio. Conseguenza di tale problema è che un edificio estremamente importante resta senza conosciuta localizzazione, e uno dei principali monumenti della Roma repubblicana senza un nome. Alcuni indizi portano ad ipotizzare che il Palazzo Senatorio possa in realtà essere identificato con l'Atrium Libertatis. Le conseguenze di questa ipotesi sulla topografia storica dei centri del governo romano vengono esaminate.
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Alonso-Núñez, J. M. "Attilio Mastrocinque: Lucio Giunio Bruto: Ricerche di storia, religione e diritto sulle origini della repubblica romana. (Dipartimento di Storia della Civiltà Europea dell'Università di Trento, Pubblicazioni di Storia Antica.) Pp. 293. Trento: La Reclame, 1988. Paper." Classical Review 41, n.º 1 (abril de 1991): 253. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00278554.

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Bolgherini, Silvia. "Elezioni nel Mondo - Luglio-Dicembre 2012". Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 70, n.º 2 (30 de diciembre de 2013): 85–115. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9565.

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Europa: Georgia, Lituania, Montenegro, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Ucraina; Africa: Ghana, Senegal; Americhe: Messico, Stati Uniti, Venezuela; Asia: Corea del Sud, Giappone, Timor Est.
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Champion, Craige B. "THE ‘JUST WAR’ - (N.) Rampazzo Iustitia e bellum. Prospettive storiografiche sulla guerra nella Repubblica romana. (Storia Politica Costituzionale e Militare del Mondo Antico 5.) Pp. xiv + 133. Naples: Jovene, 2012. Paper, €14. ISBN: 978-88-243-2150-1." Classical Review 64, n.º 1 (20 de marzo de 2014): 223–25. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x13003107.

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Rawson, Elizabeth. "Theatrical Life in Republican Rome and Italy". Papers of the British School at Rome 53 (noviembre de 1985): 97–113. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620001151x.

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LA VITA TEATRALE NELLA ROMA REPUBBLICANANell'articolo si esamina la vita teatrale in Italia, in particolare in Campania e nel Lazio dal III secolo a.C. fino alla fine della Repubblica, e si sostiene che tra queste regioni e Roma vi fosse in questo campo uno scambio maggiore di quanto normalmente si creda. Le compagnie che parlavano in greco, osco e latino venivano a Roma, e quelle romane facevano tournées fuori Roma, come dimostra un passo frainteso di Lucilio. La Campania guidava ed influenzava Roma non solo nell'architettura teatrale, ma anche sotto altri aspetti: molti autori ‘Romani’, in particolare Titinio, autore delle togatae ambientate nelle città a sud di Roma, forse non nacquero nella capitale, ma solo vi rappresentarono per la prima volta le loro commedie. Molti attori inoltre, a giudicare dal loro nome, sembrano italiani invece che latini, oppure liberti da padroni che lo erano.
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Webb, Lewis. "WOMEN AND POLITICS IN LATE REPUBLICAN ROME - (F.) Rohr Vio Le custodi del potere. Donne e politica alla fine della repubblica Romana. (Piccoli saggi 66.) Pp. 268. Rome: Salerno Editrice, 2019. Paper, €22. ISBN: 978-88-6973-369-7." Classical Review 70, n.º 2 (3 de septiembre de 2020): 446–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x20001213.

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Pollard, Nigel. "Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia". Papers of the British School at Rome 66 (noviembre de 1998): 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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Kleiner, Fred S. y Filippo Coarelli. "Il Foro Romano 2. Periodo repubblicano e augusteo". American Journal of Archaeology 93, n.º 4 (octubre de 1989): 616. http://dx.doi.org/10.2307/505348.

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Keppie, Lawrence. "The changing face of the Roman legions (49 BC–AD 69)". Papers of the British School at Rome 65 (noviembre de 1997): 89–102. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620001059x.

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IL MUTEVOLE ASPETTO DELLE LEGIONI ROMANE (49 a.C. - 69 d.C.)I 125 anni tra le guerre civili della tarda Repubblica e la fine del periodo Giulio-Claudio testimoniarono un cambiamento drammatico nel personale delle legioni romane: i posti occupati dagli Italiani vennero gradualmente occupati da uomini provenienti dalle province dell'Impero, che quindi provenivano dalle più diverse culture. La prospettiva di lunghi anni di servizio su distanti frontiere aveva alienato le tradizionali fonti di forza lavoro. Questo articolo suggerisce che il cambiamento era in atto prima di quanto fosse generalmente supposto. Pochi Italiani ritornavano a casa dopo il servizio. In genere i legionari non avevano alcun legame emotivo con la città di Roma, al punto che ben pochi avevano mai la possibilità di visitarla.
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Laffi, Umberto. "V. II principio dell’irretroattività della legge nell’esperienza giuridica romana dell’età repubblicana". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Romanistische Abteilung 138, n.º 1 (1 de junio de 2021): 245–73. http://dx.doi.org/10.1515/zrgr-2021-0005.

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Abstract The Principle of the Irretroactivity of the Law in the Roman Legal Experience in the Republican Age. Through an in-depth analysis of literary and legal sources (primarily Cicero) and of epigraphic evidence, the author demonstrates that the principle of the law’s non-retroactivity was known to, and applied by, the Romans since the Republican age. The political struggle favored on several occasions the violation of this principle by imposing an extraordinary criminal legislation, aimed at sanctioning past behaviors of adversaries. But, although with undeniable limits of effectiveness in the dynamic relationship with the retroactivity, the author acknowledges that at the end of the first century BC non-retroactivity appeared as the dominant principle, consolidated both in the field of the civil law as well as substantive criminal law.
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Scala, Andrea. "La romaní in Italia tra rappresentazione e legittimazione". Minorities in Italy in a changing legal landscape 44, n.º 3 (31 de diciembre de 2020): 346–70. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.00070.sca.

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Astratta L’articolo esamina le dinamiche connesse con la (auto-)rappresentazione e la legittimazione della romaní in Italia. Comunità di lingua romaní sono presenti in Italia fin dalla prima età moderna e tutti i parlanti di romaní di antico insediamento nella penisola sono cittadini italiani, tuttavia la legge 482/1999 della Repubblica Italiana "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche" non include la romaní tra le lingue di minoranza da tutelare. L’esclusione della romaní dalla legge trova la sua radice prima in un’errata rappresentazione dei suoi locutori, generalmente percepiti come nomadi, mentre non lo sono più da tempo. La legge 482/1999 di fatto tutela le minoranze linguistiche legate a un territorio e la falsa, ma diffusa, percezione dei parlanti romaní come nomadi ha offerto un comodo pretesto a chi voleva escludere dalla tutela la lingua dei rom e dei sinti italiani. Il panorama linguistico della romaní in Italia risulta assai complesso e l’articolo si sforza di descriverlo e spiegarlo in diversi aspetti. I gruppi rom e sinti stanziati in Italia parlano dialetti piuttosto diversi, hanno repertori linguistici differenti, non percepiscono di essere accomunati da un’unica origine etnico-linguistica e non hanno gli stessi atteggiamenti nei confronti dell’uso pubblico della romaní. Questi fattori, insieme alla rappresentazione distorta delle comunità rom e sinte presso la cultura maggioritaria, rendono assai complessa la progettazione di un percorso di tutela. Tuttavia il riconoscimento della romaní come lingua di minoranza in Italia rimane un obbiettivo di alto valore civile, che si potrà forse perseguire con leggi regionali mirate.
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Waldstein, Wolfgang. "Leo Peppe, Posizione giuridica e ruolo sociale della donna romana in età repubblicana". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 106, n.º 1 (1 de agosto de 1989): 654–60. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.1989.106.1.654.

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Melloni, Alberto. "“CHIESA E STATO” FRATTURA DI COSA, FRATTURE PER COSA". Il Politico 251, n.º 2 (3 de marzo de 2020): 255–67. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.248.

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Resumen
Una caratteristica cruciale della storia italiana è il poliedrico rapporto tra Stato e papato, un rapporto a volte conflittuale, a volte amichevole ma sempre presente nelle diverse fasi del processo di costruzione della nazione. Da un lato, la Questione Romana e le vicende dell'Unità del XIX secolo si basano su diverse fratture e ne evidenziano l'antagonismo. Dall'altro, una riconciliazione si può vedere dopo il Movimento di Resistenza, quando la Chiesa è diventata protagonista del sistema democratico repubblicano e durante il periodo della stesura della Costituzione, basata sugli sforzi reciproci e sull'utopia di un dialogo fecondo. Nel complesso, e questo è vero fin dalla Cattura di Roma (1870), lo Stato italiano ha sempre dovuto misurarsi con la presenza duratura del papato.
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Sfredda, Francesco. "Vienna e Berlino 1873: l'Italia unita si presenta all'Europa". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (junio de 2011): 5–38. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-001001.

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Resumen
Il saggio analizza uno dei momenti cruciali della politica estera italiana nei primi anni dopo l'Unitŕ, ossia la visita ufficiale in Austria e Germania di re Vittorio Emanuele II, accompagnato da Minghetti e Visconti Venosta (1873). Fra le fonti consultate dall'autore, oltre alla stampa periodica e ai documenti diplomatici editi dei tre Stati coinvolti, vi sono anche fonti primarie inedite, provenienti da archivi romani, viennesi e berlinesi. L'evento viene analizzato, oltre che dal punto di vista diplomatico, anche da quello cerimoniale e celebrativo, con una particolare attenzione al processo di nazionalizzazione dell'opinione pubblica nei tre paesi coinvolti. Il saggio dimostra che le grandi novitŕ che rivoluzionarono le relazioni internazionali alla metŕ dell'Ottocento (l'unificazione tedesca, quella italiana, l'austro-ungarico, la nascita della Terza repubblica francese) erano allora ancora precarie. Nuovi documenti sul reale atteggiamento tenuto da Bismarck verso l'Italia finiscono infine per rivalutare in senso positivo le scelte di politica estera della Destra storica, e screditare invece le posizioni sostenute allora dalla Sinistra,da Francesco Crispi.
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Spaziante, Ermenegildo. "L’aborto nel mondo. Aggiornamento statistico-epidemiologico in tema di aborto legalmente registrato". Medicina e Morale 47, n.º 2 (30 de abril de 1998): 313–68. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.848.

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Il confronto tra i dati statistici concernenti gli aborti indotti, legalmente registrati, mostra che fra gli indici di abortività riferiti per il 1995 ed il 1996, 25 nazioni hanno presentato variazioni rispetto all’anno precedente. Complessivamente, per le suddette nazioni, si è passati da un totale di 8.857.953 aborti indotti registrati nell’anno precedente, ad un totale di 6.014.649 aborti riferiti nell’anno successivo, di più recente rilevazione, e dunque con una differenza di 2.843.304 in meno, equivalente ad un calo, per i dati assoluti, del 32.09%. Le nazioni che hanno registrato il calo più imponente nel numero degli aborti sono state la Polonia (con il 60.7% in meno), la Russia (con il 46.6% in meno), la Repubblica Ceca (con il 44% in meno), la Romania (con il 15.3% in meno). L’aumento numerico assoluto più consistente si è registrato in Estonia (43,6% in più), nel Kyrgyzstan (con il 20.4% in più), in Olanda (con il 7.7% in più), in Grecia (con il 7.8% in più). Per quanto riguarda l’indice di abortività riferito al numero dei nati vivi nello stesso anno, si riscontra che le variazioni più significative sono state registrate per la Russia, la Romania, l’Ungheria e la Polonia. L’incremento più rilevante dell’indice di abortività riferita a 100 nati vivi viene registrato in Estonia, in Bulgaria e in Lettonia.
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Di Giuseppe, Helga. "Un confronto tra l'etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista della ceramica a vernice nera". Papers of the British School at Rome 73 (noviembre de 2005): 31–84. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000297x.

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UN CONFRONTO TRA L'ETRURIA SETTENTRIONALE E MERIDIONALE DAL PUNTO DI VISTA DELLA CERAMICA A VERNICE NERAQuesto articolo propone una comparazione dell'Etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista del ‘comportamento’ della ceramica a vernice nera, il principale fossile guida dell'età repubblicana e tra i principali indicatori della conquista romana e dell'integrazione dei popoli dell'Italia antica. La base documentaria da cui parte lo studio è costituita dalla ceramica a vernice nera proveniente dallo scavo del teatro romano di Volterra, sito in località di Vallebuona, e dalla South Etruria Survey condotta tra gli anni Cinquanta e Settanta da John Ward-Perkins e la sua équipe. La confrontabilità dei due contesti risiede nel fatto che, pur essendo essi stati indagati con tipi di ricerca differenti — uno scavo e una ricognizione — hanno entrambi restituito materiale residuo rappresentato da un numero di frammenti (ca. 11.000, precisamente 3.972 da Volterra e 6.985 dalla South Etruria Survey) sufficientemente significativo dal punto di vista statistico e cronologico, coprendo l'intero arco di produzione e d'uso della classe (IV–I secolo a.C). L'articolo è strutturato in diverse sezioni: una premessa in cui vengono esplicitate le finalità del lavoro, una discussione sui diversi approcci allo studio della ceramica a vernice nera, l'analisi del caso di Volterra, l'analisi del caso dell'Etruria meridionale e la comparazione finale delle due aree. Lo strumento principale di analisi è costituito da un approccio quantitativo che include la cronologia, le produzioni e le forme in uso nelle due aree. Attraverso i momenti di crescita e crollo della ceramica si cercherà di comprendere non solo la storia della sua produzione, ma anche di leggere i più ampi fenomeni storici alla base dei risultati diversi ottenuti nei due comprensori dell'Etruria.
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Hodges, Richard. "The archaeology of the Vicarello Estate, Lake Bracciano". Papers of the British School at Rome 63 (noviembre de 1995): 245–49. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010254.

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L'ARCHEOLOGIA DELLA TENUTA VICARELLO, LAGO DI BRACCIANOQuesta nota descrive i risultati preliminari di una ricognizione sul campo effettuata in Tenuta Vicarello, sulla sponda nord del lago di Bracciano. Una notevole quantità di siti archeologici è stata scoperta e l'area merita ulteriori indagini. Comunque, alcuni interessanti elementi sono già emersi da questo studio iniziale. Primo, il materiale preistorico è completamente assente. Secondo, il cimitero etrusco occupa un'area più estesa di quella ritenuta originariamente. Terzo, ci sono diffuse tracce di evidenze repubblicane ed imperiali attorno alla villa/vicus ed ai bagni termali, le quali indicano una copertura complessiva di molti ettari. Quarto, la natura monumentale del complesso della villa/vicus contrasta fortemente con l'apparente povertà delle evidenze archeologiche di epoca romana, 2–3 km più a nord. Quinto, le sezioni e le dighe dell'Aqua Traiana meritano una ulteriore e più dettagliata ricognizione. Sesto, il villaggio arroccato di ‘Il Castellaccio’ richiede un'approfondita indagine.
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Nichols, Marden. "Contemporary perspectives on luxury building in second-century BC Rome". Papers of the British School at Rome 78 (noviembre de 2010): 39–61. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000805.

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Sommarii:Questo studio letterario contribuisce a sviluppare un aspetto sottovalutato della storia culturale di Roma, raccogliendo l'evidenza testuale contemporanea riguardo le attitudini all'investimento nell'architettura privata nel II secolo a.C. Scarso materiale archeologico soprawive a documentare le case di questo periodo, ma una stretta attenzione ai testi esistenti rivela un alto livello di sofisticazione nelle valutazioni morali ascritte alia costruzione e decorazioni domestiche. La mia analisi inizia con una ricognizione dei frammenti più importanti delle orazioni di Catone il Vecchio, e in seguito si concentra quasi esclusivamente sullaMostellariadi Plauto. Alcuni passaggi di questi lavori contraddicono l'immagine che autori romani più tardi forniscono dei Romani di epoca medio-repubblicana come disinteressati a case costose o elaborate e non corrotti da un desiderio per il lusso. All'inizio del II secolo a.C, le stravaganze architettoniche erano già entrate nel canone del vizio. Per di più, laMostellariadi Plauto fornisce una chiave di lettura delle differenze percepite tra altri lussi ritenuti più probabilmente da disprezzare nel valore o da essere consumati, e i vizi di costruire ciò che poteva essere considerato un investimento.
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Tarwacka, Anna. "III Seminario di Studi ‘Tradizione Repubblicana Romana’‘GIURAMENTO DELLA PLEBE AL MONTESACRO’ Rzym 15-17 grudnia 2009". Zeszyty Prawnicze 10, n.º 1 (23 de diciembre de 2016): 354. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2010.10.1.22.

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Loska, Elżbieta. "SEMINARIO EURASIATICO DI DIRITTO ROMANO, «REPUBBLICA E DIFESA DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO. RECEZIONE E INSEGNAMENTO DEL DIRITTO ROMANO», STAMBUŁ, 30-31 MAJA 2014 R.." Zeszyty Prawnicze 15, n.º 2 (4 de diciembre de 2016): 251. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2015.15.2.13.

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MASTROCINQUE, GIANLUCA. "Le città della Calabria tra l’età repubblicana e la prima età imperiale: aggiornamenti per uno sguardo d’insieme". Anales de Arquelogía Cordobesa 30 (15 de diciembre de 2019): 77–104. http://dx.doi.org/10.21071/aac.v30i.12435.

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Nell’area della Puglia meridionale, un tentativo di leggere insieme le testimonianze sulle città di età romana, permette di ricostruire, almeno in parte, il ruolo di riferimento che nell’organizzazione dello spazio urbano e rurale è svolto dalle due colonie più antiche, Brundisium (Brindisi, 244 a.C.) e Neptunia a Taranto (123 a.C.). L’analisi rivela, oltre alle specificità locali, significative affinità nel modo in cui, tra la fine del I sec. a.C. e il I sec. d.C. e soprattutto nell’età di Augusto, nelle città meglio documentate si potenzia la rete delle strade e delle infrastrutture, si organizzano gli spazi della vita collettiva, anche come luoghi privilegiati per esprimere il consenso verso la casa imperiale, si promuovono i culti orientali, si riqualificano i settori residenziali, con uno specifico rapporto tra le dimore aristocratiche e i principali complessi monumentali.
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Wołodkiewicz, Witold. "LEX RETRO NON AGIT. SFORMUŁOWANIE W POLSKIEJ DOKTRYNIE PRAWNICZEJ". Zeszyty Prawnicze 1 (27 de enero de 2017): 103. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2001.1.06.

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LEX RETRO NON AGIT. UN BROCARDO NELLA GIURISPRUDENZA POLACCAII problema della irretroattività della norma giuridica è stato trattato molto spesso nella dottrina giuridica generale e in quella romanistica. La regola lex retro non agit (che nella giurisprudenza e dottrina giuridica polacca esprime il principio délia irretroattività del diritto) è il brocardo latino il più spesso usato nella giurisprudenza polacca.Considerazioni a proposito del vigore délia norma giuridica nel tempo si incontrano nelle fond del diritto romano nelle varie epoche del suo sviluppo. Il problema délla retroattività délia legge fu affrontato già dai giuristi repubblicani. Fu toccato anche dai giuristi classici. La generalizzazione del principio secondo il quale la legge non deve retroagire, si trova peraltro in diverse costituzioni imperiali del Basso Impero. Il principio délia irretroattività del diritto compare più volte nella storia giuridica postgiustinianea.Nelle visioni dello Stato di diritto, sviluppate dai filosofi del Secolo dei Lumi il principio dell’irretroattività délia legge è stato trattato come un dogma fondamentale ed assoluto.II principio d’irretroattività è molto spesso enunciato nei codici contemporanei. E un elemento fondamentale della definizione classica del delitto penale, peró la dottrina e la pratica penale e costituzionale dopo la seconda guerra mondiale hanno cominciato, almeno in certa misura, ad allontanarsi dal principio d’irretroattività nel diritto penale. Questa tendenza fu stata già notata, a proposito del processo di Norimberga, dal Berger in un articolo del 1949. Le dichiarazioni e convenzioni internazionali sui crimini di guerra e contro l’umanità , hanno poi introdotto diverse eccezioni al principio dell’irretroattività della legge penale. Questi atti di diritto internazionale hanno tendenzialmente influenzato i sistemi nazionali di diritto costituzionale e penale (come esempio si puô citare l’art. 42 punto 1 della Costituzione polacca del 2 aprile 1997).II brocardo lex retro non agit non fu mai esplicitamente individuato eon queste parole, né ai tempi romani, né nella storia posteriore del diritto. Questa formulazione è infatti sconosciuta ai dizionari ed alle enciclopedie giuridiche in quasi tutta Europa al di fuori della Polonia.Nella romanistica polacca, l’autore che cita il brocardo lex retro non agit fu Stanisław Wróblewski (nel suo manuale di diritto romano, pubblicato nel 1916). E probabile che l’autorità del Wróblewski (a lungo professore di diritto romano a Cracovia, ed influente membro della Commissione di Codificazione polacca, chiamato spesso il „Papiniano polacco”) abbia influenzato la divulgazione del brocardo lex retro non agit nella dottrina e nella giurisprudenza polacca e radicato per conseguenza la persuasione della derivazione romanistica del concetto d’irretroattività del diritto, letteralmente cosi individuato, nell’odierna pratica giurisprudenziale polacca.
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Wilson, Andrew y Katia Schörle. "A baker's funerary relief from Rome". Papers of the British School at Rome 77 (noviembre de 2009): 101–23. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000052.

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Questo articolo presenta un rilievo di travertino di epoca romana che mostra scene di lavorazione del pane. Il rilievo, finora inedito, è attualmente conservato nel ristorante Romolo in Trastevere a Roma. Presumibilmente esso è appartenuto ad un monumento funerario, forse situato nelle vicinanze, e potrebbe essere datato genericamente, in base al materiale e allo stile, tra la tarda età repubblicana e il periodo flavio. Da sinistra a destra mostra due uomini che consegnano sacchi di grano, un uomo che carica grano in una macina a trazione animale, tre uomini che impastano la pasta per il pane con le mani, altri tre che fanno pagnotte e uno che mette le pagnotte in un forno. L'articolo discute confronti con altri rilievi di panettieri e sottolinea l'importanza di questo per l'evidenza che fornisce circa la misura della divisione del lavoro in un panificio di scala abbastanza ampia, in cui il processo di panificazione è diviso in stadi, ognuno dei quali condotto da gruppi diversi di individui.
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Stanco, Enrico Angelo. "Un contesto ceramico medio-repubblicano nella Valle del Mignone (Frassineta Franco Q. 266)". Papers of the British School at Rome 69 (noviembre de 2001): 97–130. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000177x.

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A SITE WITH MID-REPUBLICAN POTTERY IN THE VALLE DEL MIGNONE (FRASSINETA FRANCO Q. 266)During field survey in the area of the Monti della Tolfa, carried out by the Gruppo Archeologico Romano between 1975 and 1984, a clandestine excavation was discovered. It yielded a concentration of pottery sherds from the rubbish dump of a small rural settlement of the second quarter of the second century BC. Some of the pottery was of local production, whilst some had been imported. The study of the finds in comparison with those from published sites dated to between the middle of the third and the end of the second centuries BC allows this pottery facies to be placed clearly within a quite precise chronological framework. This phase coincides with the construction, or the definitive laying out, of the Via Claudia, within the context of the general territorial restructuring that was taking place in South Etruria and central Italy, undertaken by the Roman state between the end of the Second Punic War and the middle of the second century.
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Coarelli, Filippo. "Substructio et tabularium". Papers of the British School at Rome 78 (noviembre de 2010): 107–32. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000829.

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Sommarii:L'edificio sul Campidoglio conosciuto attualmente come tabularium è uno dei pochi monumenti esistenti della Roma repubblicana ancora ben conservati e studiati relativamente bene. Ciononostante la sua funzione non è ancora chiara. Lo stesso nome ‘Tabularium’ è stato sottoposto a discussione in molte occasioni e quasi certamente è sbagliato. Vengono valutati i recenti srudi di Nicholas Purcell, Henner von Hesberg e Pier Luigi Tucci. Avendo esaminato in dettaglio l'evidenza storica e archeologica, l'autore propone che questo complesso capitolino sia la base (substructio) di un triplice tempio dedicate a Venus Victrix (il più importante situate al centro), al Genius publicus populi Romani e a Fausta Felicitas. Supporto per questa interpretazione va cercato nei fasti fratrum Arvalium del 9 ottobre. Esso rappresenta una chiara testimonianza del potere e della ideologia di Silla, che dominavano gli spazi delle politiche tradizionali con immensa forza.
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Mouritsen, Henrik. "Pits and politics: Interpreting colonial fora in Republican Italy". Papers of the British School at Rome 72 (noviembre de 2004): 37–67. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000266x.

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POZZI E POLITICA: INTERPRETANDO I FORA DELLE COLONIE NELL'ITALIA REPUBBLICANAL'articolo affronta il rapporto tra Roma e le sue colonie in Italia nel periodo repubblicano attraverso un'analisi dei fora delle colonie e, in particolare, di una serie di pozzi trovati a Cosa, Alba Fucens, Fregellae e Paestum. Le moderne interpretazioni di queste strutture come parte della messa in opera pratica e rituale dei luoghi in cui si tenevano le assemblee popolari viene valutata criticamente e vengono chiariti i problemi metodologici e pratici che riguardano l'applicazione di questa teoria ai resti archeologici. L'esistenza di un modello romano specifico viene messa in discussione, così pure l'applicabilità delle descrizioni antiquarie degli spazi inaugurati (templa) alle strutture coloniali. I pozzi sembrano troppo eterogenei per essere collocati entro un unico modello esplicativo e probabilmente servivano ad un numero vario di attività sia pratiche che rituali.
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Gardner, Jane F. "L. Peppe, Posizione giuridica e ruolo sociale della donna romana in età repubblicana (Pubbl. dell'Ist. di diritto romano e dei diritti dell'oriente mediterraneo, Roma, LXIII). Milan: Giuffrè, 1984. Pp. 182. ISBN 88-14-00345-9." Journal of Roman Studies 78 (noviembre de 1988): 205–6. http://dx.doi.org/10.2307/301461.

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Mogavero, Domenico. "Il muro tra Vaticano e Italia per rafforzare la pace sociale e politica". FUTURIBILI, n.º 3 (septiembre de 2012): 40–81. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003004.

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Il tema viene affrontato alla luce degli avvenimenti storici che hanno caratterizzato le vicende della Chiesa in Italia dal 20 settembre 1870, occupazione di Roma da parte dell'esercito italiano, fino ai nostri giorni. L'esposizione si fonda sull'analisi di documenti ufficiali. La storia del muro tra Vaticano e Italia č proposta in tre fasi. La prima, definita di conflittualitŕ insanabile, descrive la situazione venutasi a creare con la breccia di Porta Pia, che determinň l'opposizione assoluta del Papa al nuovo assetto della cittŕ di Roma e dell'Italia. Iniziň da questo evento la cosiddetta "questione romana", incentrata sul mancato reciproco riconoscimento delle due istituzioni (la Santa Sede e il Regno d'Italia). Inoltre, il Papa rifiutň la tutela unilaterale proposta dal governo italiano formulata con la cosiddetta Legge delle Guarentigie. La seconda fase, caratterizzata da reciproco riconoscimento e collaborazione, inizia l'11 febbraio 1929, data in cui furono sottoscritti i Patti lateranensi con i quali fu sancita la riconciliazione tra l'Italia e il Papato. Dopo una trattativa lunga e complessa, si pervenne alla soluzione della questione romana, formalizzata nel "Trattato" e nella "Convenzione finanziaria", documenti che sancirono la nascita dello Stato della Cittŕ del Vaticano e ne riconobbero l'indipendenza e la sovranitŕ, garanzie per l'esercizio libero del ministero del Papa, capo della Chiesa universale. A ciň si aggiunse la sottoscrizione del "Concordato", con il quale furono regolamentate le materie di competenza mista tra Stato e Chiesa. La terza fase č quella della revisione concordataria, motivata dagli eventi seguiti al Secondo conflitto mondiale (caduta del regime fascista e instaurazione di uno stato democratico repubblicano, fondato su una nuova Costituzione) e segnata anche dagli eventi che caratterizzarono la vita ecclesiale (celebrazione del Concilio ecumenico Vaticano e promulgazione di un nuovo Codex iuris canonici). In questa fase, il 18 febbraio 1984 fu sottoscritto l'"Accordo di revisione del Concordato lateranense", con il quale la normativa pattizia fu adeguata alle mutate condizioni sociali, culturali e religiose del Paese della Chiesa.
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Keay, Simon, Martin Millett y Kristian Strutt. "An archaeological survey of Capena (La Civitucola, provincia di Roma)". Papers of the British School at Rome 74 (noviembre de 2006): 73–118. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003238.

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UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA A CAPENA (LA CIVITUCOLA, PROVINCIA DI ROMA)Questo articolo presenta i risultati della ricognizione geofisica e topografica condotta a Capena, come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. I risultati si basano su precedenti lavori e forniscono nuove informazioni sull'organizzazione e lo sviluppo del sito all'incirca dall'VIII secolo a.C. fino al periodo tardo-antico. L'indagine geofisica rivela che l'insediamento antico fu strutturato intorno ad una sistema stradale che seguiva la sommità della Civitucola, con strade che si diramavano da essa. Le evidenze emerse, inoltre, indicano che nel periodo arcaico, il sito occupava probabilmente 3 ha, espandendosi fino a circa 8, 7 ha nel periodo repubblicano perpoi contrarsi fino a circa 6 ha in quello imperiale. Strutture antiche appaiono sia verso l'estremità occidentale dell'insediamento, intorno alle strutture emergenti del cosiddetto Castellaccio, dove esse sono verosimilmente collegate al Foro della città, sia ad un più basso livello sull'estremità orientale della città. Complessivamente i risultati raggiunti suggeriscono che, sebbene Capena sia stata una citta relativamcnte piccola rispetto ad altri centri come Falerii Novi, essa doveva probabilmente essere abbastanza densamente occupata e giocava un importante ruolo amministrativo nel territorio.
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Ortu, Rosanna. "Alle origini della tutela giuridica del consumatore: fondamenti romanistici della disciplina europea". Zeszyty Naukowe KUL 60, n.º 3 (27 de octubre de 2020): 281–97. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.281-297.

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Nel presente contributo si sono voluti comparare taluni aspetti della disciplina della tutela del contraente debole nel contratto di compravendita, figura che attualmente coincide con quella del consumatore, concentrando l’attenzione su alcuni istituti presenti nel diritto romano, in cui emergono alcune situazioni di disparità contrattuale. Nella disciplina dell’Editto degli edili curuli, i magistrati repubblicani stabilirono una normativa speciale per la dichiarazione dei vizi occulti nelle vendite di schiavi ed animali, presupponendo una responsabilità oggettiva del venditore che non si fosse attenuto alle disposizioni edilizie. Un intervento importante che andò a definire una settorializzazione della materia, inquadrata all’interno della vendita in generale. Da ciò derivava una sovrapposizione in livelli della disciplina giuridica negoziale: sul piano orizzontale si collocava la regolamentazione della vendita prevista dal ius civile, mentre sul piano verticale si innestava quella speciale, di ius honorarium, prevista dall’Editto degli edili curuli. Tale modalità si riscontra anche in ambito europeo con la Direttiva 1999/44/CE, a proposito della vendita di beni di consumo, che rappresenta la manifestazione più eclatante del ruolo che il legislatore europeo ha nell’ambito della protezione del consumatore in materia contrattuale. Come nel mondo antico, nella Direttiva 1999/44/CE l’intervento normativo è giustificato dall’esigenza di creare uno spazio di tutele maggiori destinate a determinati soggetti, nonché delimitate per contenuto e ambito.
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Turfa, Jean MacIntosh y Alwin G. Steinmayer. "The comparative structure of Greek and Etruscan monumental buildings". Papers of the British School at Rome 64 (noviembre de 1996): 1–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010333.

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LA STRUTTURA COMPARATIVA DEGLI EDIFICI MONUMENTALI GRECI ED ETRUSCHISe esaminati da un punto di vista ingegneristico, gli edifici monumentali greci presentano sostanziali differenze con quelli di origini etrusco/italica. La tecnica greca comprendeva l'uso di imponend architravi in pietra atti a resistere al carico imposto lateralmente dai pesand tetti in tegole di terracotta. Gli Etruschi risolsero lo stesso problema grazie all'uso di travi su cui veniva scaricata la tensione. L'uso di travi di tensione in Italia rese possible la copertura a tetto di strutture con campate molto ampie (senza colonne interne) e con ampi aggetti, stabilendo così la caratteristica configurazione del tempio toscano. Calcoli basati sulle misure dei tempi greci ed etrusco/italici hanno evidenziato come la trave di tensione toscana fosse più efficiente rispetto alle tecniche greche dell'epoca. Gli architetti greci, in virtù dell'abbondanza di utile materiale da costruzione e di lavoro stagionale, non erano forse stimolati allo sviluppo di nuove tecniche, o forse non riuscirono mai a risolvere il problema delle giunture di tensione.In contrasto con i metodi moderni, che fanno uso intensivo del metallo, gli antichi ingegneri etruschi erano costretti ad usare giunture di collegamento in legno nelle strutture di legno del tetto, al fine di porre una resistenza al carico laterale dei tetti in tegole. Questa pratica potrebbe già essere stata introdotta nell'VII secolo a.C., quando le tegole di terracotta furono introdotte nelle città etrusche. Tale tecnica è attestata dalle campate di grandi edifici quali l'edificio sudest di Murlo (c. 630–600 a.C), il tempio Portonaccio a Veii ed il tempio A di Pyrgi, e viene data per scontata per il Capitolium a Roma (dedicate nel 509 a.C). Le travi di tensione continuarono ad essere usate per vari secoli, rendendo possibile la costruzione delle basiliche romane della media e tarda repubblica, nonché i tipi successivi.
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Hackl, Karl. "Illecito e pena privata in età repubblicana. Atti del convegno internazionale di diritto romano, Copanello 4 – 7 giugno 1990, hg. von Francesco Milazzo". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 111, n.º 1 (1 de agosto de 1994): 718–22. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.1994.111.1.718b.

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Wiseman, T. P. "Filippo Coarelli, Il foro romano: periodo repubblicano e augusteo (Lectiones Planetariae). Rome: Quasar, 1985. Pp. 351, 91 illus. ISBN 88-85020-68-2." Journal of Roman Studies 76 (noviembre de 1986): 307–8. http://dx.doi.org/10.2307/300393.

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Rathbone, D. W. "A. Carandini, Schiavi in Italia: gli strumenti pensanti dei Romani fra tarda Repubblica e medio Impero (Studi NIS archeologia vm). Rome: La Nuova Italia Scientifica, 1988. Pp. 387, numerous ills." Journal of Roman Studies 80 (noviembre de 1990): 195–96. http://dx.doi.org/10.2307/300291.

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