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Dazzi, Davide. "Lavoro agile tra rottura del vincolo spaziale e ricerca di una nuova dimensione del luogo di lavoro". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 1 (junio de 2021): 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001004.

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Resumen
Il procedere incerto della legislazione e della contrattazione tra un orientamento welfaristico e organizzativistico del lavoro agile rischia di produrre una dis-locazione della prestazione del lavoro senza una ridefinizione organizzata delle relazioni di lavoro. La remotizzazione del la-voro al di fuori di un ridisegno dell'organizzazione del lavoro rischia di contraddire le prero-gative legislative del lavoro agile di autonomia, produttività e conciliazione e di entrare in con-correnza con alcune traiettorie della digitalizzazione del mercato del lavoro. Se le relazioni di lavoro travalicano i confini aziendali, anche le parti sociali, e il sindacato in primo luogo, han-no bisogno di costruire politiche organizzative e contrattuali che sappiano andare oltre il solo perimetro aziendale.
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Butera, Federico y Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Resumen
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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D'Amico, Renato. "Benessere organizzativo, dinamiche di gruppo ed equilibrio omeostatico nelle pubbliche amministrazioni". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 1 (marzo de 2012): 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001001.

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La necessitŕ di innovazione delle pubbliche amministrazioni puntando sulla loro dimensione organizzativa e sul fattore umano ha aperto la strada ad un ampio dibattito su temi come il benessere organizzativo. Ciň ha implicato una riflessione anche sugli assetti paradigmatici che operano come sense making nei confronti della pubblica amministrazione. L'unitŕ di osservazione scelta in questo articolo č la relazione sociale tra individui ovvero le relazioni fra gruppi. Ne deriva per l'organizzazione la permanente ricerca di un punto di equilibrio, che nel quadro della dinamicitŕ delle relazioni viene qui definito equilibrio omeostatico. Con questo approccio, centrale diventa la dimensione soggettiva delle relazioni di forza che assicurano il governo della sequenza "equilibrio - rotture e crisi - nuovo equilibrio". Specie nel caso italiano, la principale questione diviene allora quella del cambiamento, nella versione trasformativa piuttosto che evoluzionistica, e dell'apprendimento organizzativo visto qui nella sua dimensione processuale.
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Chiarini, Rosalba. "L'ALTA BUROCRAZIA MINISTERIALE: MODELLI DI RECLUTAMENTO E CARRIERA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, n.º 1 (abril de 1995): 119–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023352.

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Il problema e le ipotesiIl rendimento e la ricettività dei sistemi politici democratici in termini di capacità di risoluzione dei problemi da parte di apparati e strutture amministrative sono stati spesso interpretati facendo riferimento a caratteristiche culturali, politico-partitiche, socio-economiche. L'adozione di diverse angolazioni analitiche di questo tipo ha senza dubbio contribuito ad accrescere la conoscenza degli apparati pubblici e del loro grado di funzionalità. Tuttavia, sembra produttivo insistere nell'analisi delle dimensioni organizzative delle burocrazie pubbliche, in particolare dei fattori attinenti al reclutamento e alla socializzazione in quanto, ormai da tempo, hanno dimostrato la loro importanza al fine di interpretare il comportamento di un'organizzazione anche nelle sue relazioni con l'ambiente esterno.
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Salomoni, Luciano. "Le reti di imprese nella gestione dei servizi pubblici locali: verso nuove forme organizzative di collaborazione tra società pubbliche". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 3 (enero de 2021): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003003.

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Le reti di imprese sono un istituto di diritto civile di recente introduzione, che si colloca a metà strada tra la costituzione di un nuovo soggetto giuridico e la for-ma contratto. Il saggio intende affrontare le relazioni tra questo istituto e i servizi pubblici locali: considerando alcune esperienze recenti di costituzioni di reti da parte di società pubbliche, il contributo indaga le problematiche connesse all'utilizzo delle reti nell'ambito dei servizi pubblici a rete quali il servizio idrico e il servizio rifiuti.
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Foddis, Carlo, Daniele Di Girolamo, Lucio Silingardi, Beatrice Manfredi y Silvia Mazzoni. "Proposta di un algoritmo decisionale a supporto della procedura di valutazione delle relazioni triadiche di famiglie fragili condotta attraverso il Lausanne Trilogue Play (LTP)". TERAPIA FAMILIARE, n.º 125 (junio de 2021): 107–24. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-125006.

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L'articolo delinea l'architettura di un algoritmo decisionale pensato a supporto di un metodo di scoring informatizzato da applicare alla procedura osservativa semi-strutturata del Lausanne Trilogue Play (LTP). Tale metodo consente l'individuazione del tipo di alleanza familiare prevalente a partire dai punteggi espressi dal clinico nel set delle 15 scale previste dalla procedura Viene pertanto descritto, in maniera dettagliata, il lavoro di operazionalizzazione dei differenti tipi di alleanza familiare, sviluppato con preciso riferimento al manuale di utilizzo del LTP (Sistema FAAS 6.3). Sono presentate, infine, le possibili ricadute cliniche ed organizzative dell'utilizzo dell'algoritmo nella valutazione di sistemi familiari triadici, entro il contesto sanitario pubblico dell'UO di Psicologia Clinica Minori e Famiglie.
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Carugati, Felice y Patrizia Selleri. "Guardando al futuro: sviluppo, educazione, apprendimento". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (octubre de 2021): 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12610.

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Fin dagli anni '50 Renzo Canestrari si è interessato a tematiche riguardanti lo sviluppo infantile nei suoi aspetti clinici, con una particolare attenzione alle riforme del sistema scolastico italiano, soprattutto al prolungamento dell'obbligo scolastico, alle conseguenze organizzative e alla necessità di una formazione adeguata degli insegnanti. In parallelo, il dibattitto sulla deistituzionalizzazione dell'assistenza ai minori orfani e con difficoltà sensoriali, fisiche e psichiche, ha promosso progetti di interventi alternativi, in collaborazione con gli Enti Locali della Regione Emilia-Romagna.Questa attenzione alle tematiche concernenti lo sviluppo, l'educazione e la socializzazione in età evolutiva, con uno sguardo che collega aspetti individuali e dinamiche sociali, ha alimentato ricerche empiriche da parte di membri dell'Istituto di Psicologia, che hanno progressivamente ampliato i campi di indagine. Si tratta di ricerche su: relazioni causali fra interazioni sociali e sviluppo cognitivo; caratteristiche della comunicazione nelle classi e delle routine organizzative e discorsive nella vita quotidiana a scuola; rappresentazioni che insegnanti e genitori costruiscono e condividono sui processi di sviluppo, apprendimento e educazione; dinamiche socio-cognitive che le prove di valutazione delle competenze indicate nelle indagini internazionali, attivano negli studenti. Si tratta di dinamiche presenti durante le prove di assessment ma che sfuggono alla lettura prevalente dei risultati di performance. Esse attivano rappresentazioni di routine scolastiche, attraverso le quali soprattutto gli studenti con basse performance cercano di dare significato alle prove stesse. Analoghe dinamiche sono presenti nelle rappresentazioni delle discipline scientifiche, a conferma dell'influenza che le rappresentazioni del sistema scolastico svolgono nella costruzione degli apprendimenti.Considerate nel loro complesso, in queste linee di indagine è possibile individuare aspetti significativi dell'eredità che Renzo Canestrari ha consegnato nei suoi lavori sullo sviluppo e l'educazione. 
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Tognetti, Bordogna Mara. "Gli immigrati tra innovazione organizzativa e cambiamenti culturali". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 122 (junio de 2011): 181–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122013.

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La presenza di immigrati ha determinato trasformazioni sociali che hanno interessato in generale la struttura e l'organizzazione della societŕ. Il vero cambiamento è stato prodotto, nel sistema di welfare sanitario. Partendo dal presupposto che questi, nelle societŕ moderne, è uno dei principali sistemi esperti, nel nostro contributo andremo a cogliere, sia i gradi di apertura o chiusura reciproca degli attori, sia le strategie messe in atto nella relazione di cura. Partendo dall'analisi di studi di caso, nel paper, evidenzieremo, come la presenza d'immigrati, che accedono alle risorse sanitarie, è una questione che interroga le politiche sanitarie costituendo un'occasione per innovare i sistemi organizzativi che si occupano della cura. I soggetti migranti nel sistema dei servizi possono essere, in alcune realtŕ operative, occasione per l'apprendimento di nuove regole procedurali, nuovi stili relazionali, forme di collaborazione interorganizzative ma anche di sperimentazione di pratiche di innovazione organizzativa.
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Farnese, Maria Luisa. "Relazioni di convivenza: studio esplorativo sulle associazioni semantiche". RISORSA UOMO, n.º 2 (febrero de 2012): 163–84. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-002003.

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Resumen
L'aumento di frequenza e complessitŕ degli scambi sociali e la maggiore incertezza nelle regole di riferimento rende il tema della convivenza di crescente rilevanza nella letteratura recente di diverse discipline. Il contributo presenta il primo studio di una ricerca piů ampia e si propone di porre a confronto le concezioni della convivenza nei contesti lavorativi (livello organizzativo) e sociali (livello sociale). Attraverso un que- stionario a risposte aperte (2721 soggetti) sono state studiate le libere associazioni sul costrutto e sulle criticitŕ della convivenza negli ambienti lavorativi e sociali. L'analisi del contenuto del corpus di risposte ha consentito di individuare tre cluster sulle rappresentazioni del processo di vivere insieme e tre cluster sulle difficoltŕ del convivere nei contesti organizzativi e sociali.
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Barani, Azio. "Fiducia e leadership: spunti per una lettura della dimensione organizzativa, in particolare nella prospettiva socio-relazionale ed etica". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 113 (julio de 2022): 47–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113004.

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Obiettivo del presente contributo è quello di approfondire l'ipotesi teorica di un rapporto virtuoso tra fiducia, leadership eticamente fondata e sviluppo organizzativo. Il tema della leadership è caratterizzato da numerosi studi, teorie ed approcci; non è, pertanto, semplice arrivare ad una definizione rigorosa di leadership su cui appoggiare i successivi passi del percorso analitico. Il saggio si apre pertanto con un sintetico quadro dei diversi approcci e dalle diverse teorie di studio che emergono dalla letteratura sul tema. I paragrafi centrali sono invece dedicati all'analisi degli stili e delle competenze socio-relazionali del leader per giungere ad alcune riflessioni conclusive sul circuito virtuoso etica-relazioni-fiducia-leadership per il benessere e lo sviluppo organizzativo.
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Kriesi, Hanspeter. "SVILUPPO ORGANIZZATIVO DEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E CONTESTO POLITICO". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, n.º 1 (abril de 1993): 67–117. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002205x.

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Resumen
IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
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Concetta Ambra, Maria y Marta D’Onofrio. "Il sindacalismo italiano alla prova di Amazon: tra vecchie strategie e rinnovamento organizzativo". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 158 (noviembre de 2020): 225–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158011.

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L'articolo riesamina il quadro teorico sul processo di rinnovamento sindacale, alla luce delle strategie adottate dal principale sindacato italiano (Cgil) in Amazon, dopo l'apertura dei suoi primi stabilimenti logistici in Italia. Da una parte il sindacato deve riuscire ad insediarsi in un luogo di lavoro in cui non era già presente, costruendo un rapporto di fiducia con i lavoratori. Dall'altra deve confrontarsi con un management riluttante nel riconoscere il ruolo e la funzione di mediazione delle organizzazioni di rappresentanza. Il processo di rinnovamento viene distinto analiticamente in tre fasi: l'insediamento, l'istituzionalizzazione e l'apprendimento organizzativo. Nell'analisi diviene cruciale comprendere il modo in cui il sindacato definisce e persegue le proprie strategie, non solo combinando vecchi repertori di azione con elementi innovativi, ma anche avviando una revisione dei propri strumenti organizzativi. In conclusione, il rinnovamento sindacale è interpretato come un processo influenzato sia dall'esito delle relazioni che il sindacato riesce ad instaurare con i lavoratori che rappresenta e con la controparte datoriale, sia dalla capacità di avviare un ripensamento organizzativo interno.
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Benvenuto, Marco, Francesco Sambati y Carmine Viola. "Una survey nazionale per valutare l'efficacia della comunicazione istituzionale nella gestione del Covid-19". MECOSAN, n.º 121 (septiembre de 2022): 31–56. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-121oa13858.

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La comunicazione istituzionale, nelle sue varie forme, è una leva centrale dell'azione di governo, della relazione tra istituzioni e cittadino. In questo contesto assumono valore strategico gli strumenti della comunicazione istituzionale.Il livello di attenzione sulle dinamiche della comunicazione istituzionale, nel periodo Covid-19, evidenzia il cambiamento della realtà pubblica e l'apertura della medesima verso una nuova managerialità, intesa come processo di modernizzazione organizzativa, gestionale, culturale, informativa e informatica. Il contributo scientificointende valutare, nell'ambito di questo nuovo dibattito manageriale, le relazioni tra istituzioni e cittadino nel rapporto comunicazione istituzionale e Covid-19.
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Pantano, Fabio. "Il lavoro a distanza dopo la pandemia: problemi organizzativi e soluzioni giuridiche". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 113 (julio de 2022): 167–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113008.

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La diffusione "forzata" del lavoro a distanza durante la crisi pandemica ha consentito di sperimentare le principali problematiche organizzative che questa forma di lavoro solleva in relazione al benessere psico-fisico dei lavoratori, al loro rendimento e al loro senso di soddisfazione rispetto all'attività svolta. Gli studi di-sponibili evidenziano come una risoluzione razionale di questi problemi richiederebbe una modifica radicale dei modelli organizzativi, con un passaggio dai sistemi gestionali fondati sul controllo a una nuova impostazione incentrata sull'esaltazione della fiducia, dell'autonomia e della collaborazione. La cultura giuridica dimostra di trovarsi impreparata rispetto a questa prospettiva. In partico-lare, le scelte poste in essere dal legislatore si rivelano improntate a una visione tradizionale, fondata sull'idea che il lavoro sia quello svolto nell'impresa in senso fisi-co. In Italia, la legge n. 81/2017 rimette la definizione delle modalità di svolgimen-to del «lavoro agile» ad un accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore, tralasciando il ruolo che potrebbe essere svolto dalla contrattazione collettiva. Al contrario, nell'esperienza europea, proprio negli accordi sindacali dimostrano enormi potenzialità - benché ancora non del tutto esplorate - nell'adattamento dei problemi organizzativi del lavoro a distanza alle specificità dei diversi settori produttivi e delle singole aziende.
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Moro, Angelo y Matteo Rinaldini. "Le conseguenze dell'innovazione tecnologica sulle forme di controllo del processo di lavoro in quattro "fabbriche 4.0"". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 158 (noviembre de 2020): 96–117. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158005.

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L'affermazione di Industria 4.0 (I4.0) ha rivitalizzato l'interesse, da sempre centrale per gli studi organizzativi, per il controllo nei luoghi di lavoro. Il presente contributo analizza, attraverso evidenza empirica, il modo in cui le tre forme di controllo del lavoro (a supervisione diretta, burocratico e sociale) si manifestano in quattro imprese metalmeccaniche del territorio bolognese che hanno avviato un processo di trasformazione tecnologica riconducibile a I4.0. I risultati della ricerca suggeriscono che l'adozione delle nuove tecnologie permette il consolidamento delle forme di controllo burocratico, aprendo al contempo alla possibilità di rafforzare tutte le forme di controllo e di riconfigurare, attraverso una più stretta integrazione, la loro relazione reciproca. In ultima istanza, tuttavia, il tipo e la misura del rafforzamento e della riconfigurazione delle forme di controllo dipendono dal contesto organizzativo in cui tali tecnologie sono implementate.
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Saraceno, Benedetto, Corrado Barbui, Alessandra Bedoni, Graziella Civenti y Lucilla Frattura. "Evaluation of dehospitalization policies of the former psychiatric hospitals of Regione Lombardia. QUALYOP study results. I: Structural resources, organizational procedures and activities". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, n.º 1 (abril de 1996): 59–71. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003948.

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RIASSUNTOScopo — Lo studio QUALYOP si prefigge tre obiettivi: 1) descrivere la situazione dei 12 ex ospedali psichiatrici lombardi in relazione a caratteristiche strutturali e organizzative e all'andamento di ammisioni/dimissioni e decessi dei pazienti ricoverati; 2) descrivere la qualita di strutture, organizzazione e attivita dei reparti; 3) descrivere le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e le potenzialita riabilitative della popolazione ricoverata. I dati presentati in questo articolo si riferiscono ai primi due obiettivi. Disegno - Studio descrittivo-valutativo. Gli ospedali sono stati vistitati nell'arco di sei mesi (luglio-novembre 1994) da un gruppo di ricercatori-rilevatori in una data concordata con i rispettivi direttori. Sono state utilizzate quattro fonti di informazione e documentazione: scheda ospedale, scheda reparto, scheda paziente, documentazione fotografica delle strutture. Setting - I 12 ex-ospedali psichiatrici pubblici della Regione Lombardia in funzione alia data della rilevazione (Bergamo, Brescia, Castiglione delle Stiviere, Codogno, Como, Cremona, Limbiate, Mantova, Milano, Sondrio, Varese, Voghera). Principali misure utilizzate - È stato utilizzato un gruppo di indicatori che forniva informazioni sulle strutture, sull'organizzazione della vita di reparto e sulle attività svolte. I giudizi di qualita sono stato espressi in relazione a criteri espicitati a priori. I reparti sono stati quindi raggruppati in tre tipologie a seconda del livello di adeguatezza delle strutture, dell'organizzazione e delle attività. Risultati - I 12 ospedali psichiatrici pubblici della Lombardia risultano costituiti da 63 reparti che accolgono complessivamente 2752 ricoverati. La situazione risulta estremamente eterogenea nei diversi ospedali che si differenziano per affollamento dei reparti, rapporto operatori-pazienti, decremento negli anni della popolazione ricoverata e numero di nuove ammissioni. La valutazione della qualita strutturale, organizzativa e delle attivita evidenzia che il 70% dei reparti e inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista strutturale, mentre più del 70% è inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista organizzativo e delle attività che vi si svolgono. Conclusioni - Lo studio dimostra la fattibilita di valutazioni di programmi di sanita pubblica utilizzando criteri non riferiti a dati di efficacia ma formulati a partire da valori etici, senso comune, eventi non ammissibili, risultati di studi quasi-sperimentali ed esperienza. I dati cosi raccolti permettono di concludere che le politiche di superamento dell'ospedale psichiatrico sono estremamente carenti nella maggior parte dei casi e che la ricoversione esclusivamente strutturale degli immobili, in molti casi assolutamente necessaria, non è tuttavia sufficiente a garantire un reale superamento. Molto più urgente sembra essere la necessita di formare e motivare il personale di assistenza e amministrativo.
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Bartolini, Stefano. "I PRIMI MOVIMENTI SOCIALISTI IN EUROPA. CONSOLIDAMENTO ORGANIZZATIVO E MOBILITAZIONE POLITICA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, n.º 2 (agosto de 1993): 217–81. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022243.

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IntroduzioneQuesto saggio tratta della relazione tra socialismo politico-elettorale e socialismo corporato; cioè fra forme dirappresentanza politicae dirappresentanza degli interessinei primi movimenti socialisti europei, fra il 1860-1880 e il 1940. Il tema è affrontato sotto la duplice dimensione delconsolidamento organizzativoe dellamobilitazione degli aderenti.La prima si riferisce al processo di instaurazione e consolidamento di organizzazioni specifiche nel canale corporato-di gruppo e in quello partitico-elettorale, e al legame istituito fra di esse. La seconda alla capacità delle medesime organizzazioni di mobilitare soggetti individuali come membri dei sindacati, iscritti al partito e elettori. Nella prima parte il saggio passa in rassegna e discute il tema della mobilitazione politica; successivamente presenta un quadro concettuale dei legami tra i diversi canali di mobilitazione politica; in terzo luogo analizza brevemente le esperienze nazionali dei movimenti socialisti europei in riferimento a tale schema concettuale; infine prende in esame i livelli di mobilitazione elettorale, partitica e sindacale, ricollegandoli a quelli di consolidamento organizzativo.
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Battistelli, Stefania y Piera Campanella. "Comando e controllo nel lavoro agile: prime riflessioni". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 2 (febrero de 2022): 52–67. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002004.

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La normativa italiana in materia di lavoro agile (L. n. 81 del 2017) delinea le ca-ratteristiche di una nuova modalità di lavoro flessibile, senza vincoli specifici di orario e luogo di lavoro. L'istituto, che nasce con finalità di incrementare la com-petitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, solleva questioni nuove, concernenti tanto l'organizzazione e la produttività del lavoro, quanto il benessere dei lavoratori, aprendo nuovi spazi di riflessione e di studio a riguardo. Alla luce di queste prime considerazioni, il contributo in oggetto si concentra sull'impatto del lavoro agile, e più in generale del lavoro a distanza, nei confronti dei poteri tipici del datore di lavoro rispetto alle relazioni industriali-tipo. Con l'introduzione di nuove tecnologie e di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il potere di controllo del datore di lavoro tende a rafforzarsi, esponendo i lavoratori a nuove forme di sorveglianza costante. In questo (nuovo) contesto, ci si chiede, in particolare, in che modo il potere di controllo o vigilanza si atteggi nel lavoro a distanza, quale funzione sia deputato ad assolvere e se e in che misura risulti com-patibile con la disciplina avente ad oggetto la vigilanza sull'esatto adempimento degli obblighi contrattuali da parte dei dipendenti di cui all'art. 4 St. lav. Analoga-mente, ci si chiede quali siano gli effetti della flessibilità dell'orario di lavoro sul potere, sui doveri e sulle responsabilità del datore, chiamato a garantire la discon-nessione del lavoratore dagli strumenti tecnologici di lavoro attraverso l'adozione di apposite misure tecniche e organizzative (art. 19, co. 1, L. 81/2017). D'altro can-to, lo scopo del diritto alla disconnessione non è solo quello di tutelare la salute del lavoratore e garantire il rispetto della sua vita personale, ma anche quello di evita-re il rischio di abuso di potere del datore di lavoro, comunemente definito "time porosity". Tuttavia, un modo adeguato per garantire efficacemente il diritto del lavoratore alla disconnessione non è ancora stato individuato e la questione meri-ta di essere approfondita. Tenuto conto di ciò, sarebbe opportuno ripensare al ruo-lo, da una parte, della contrattazione collettiva e delle parti sociali e, dall'altra, della legge nell'ottica di innalzare la qualità del lavoro a distanza.
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Gosetti, Giorgio. "Tempo e lavoro: limiti e potenzialità della riduzione dell'orario di lavoro". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE 40, n.º 3 (diciembre de 2022): 117–35. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-003010.

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Il tema dell'orario di lavoro interessa da parecchi anni l'analisi scientifica, così come le rela-zioni industriali. Una riflessione sulla riduzione dell'orario di lavoro sta diventando di attualità in relazione ai mutamenti che nel lavoro sono generati dalle nuove tecnologie. Mutamenti che riguardano gli aspetti organizzativi, i contenuti delle attività e, soprattutto, la qualità della vita lavorativa delle persone. Il saggio prende in considerazioni alcune riflessioni sviluppate a par-tire dagli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso e altre più recenti, che contestualizzano il tema dentro i mutamenti in atto nell'economia e nel lavoro. Nella parte finale mette in discus-sione alcune facili correlazioni che, ad esempio, legano la riduzione dell'orario di lavoro alle dinamiche occupazionali e individua una serie di traiettorie analitiche verso le quali nei pros-simi anni potremmo centrare la ricerca, ma anche il sistema delle relazioni industriali.
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Mazzei, Alessandra y Annamaria Esposito. "Il piano di comunicazione da strumento a processo organizzativo e relazionale. Il caso Henkel italia". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 1 (junio de 2012): 95–113. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-001007.

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Resumen
L'articolo propone un metodo per pianificare la comunicazione secondo una logica processuale e relazionale che ne evidenzia i fattori di processo e di relazione. L'analisi della letteratura evidenzia il prevalere di una logica analitica e razionale che intende il piano di comunicazione come flusso predefinito di attivitÀ. La proposta contenuta in questo articolo č stata elaborata impiegando il modello di business process re-engineering dell'Action Workflow, che interpreta ogni processo aziendale come interazione e ne evidenzia gli aspetti relazionali. L'articolo presenta poi la fase esplorativa di una ricerca volta a verificare se le aziende adottano una logica analitica e razionale oppure processuale e relazionale per pianificare la comunicazione, realizzata attraverso lo studio di caso Henkel Italia. Nelle conclusioni discute alcune implicazioni manageriali e per la ricerca futura.
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Ripamonti, Silvio, Andreina Bruno, Laura Galuppo y Cesare Kaneklin. "Le forme di scambio tra le generazioni nei contesti organizzativi: la transizione dei neolaureati al mondo del lavoro". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 3 (diciembre de 2021): 1–33. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12858.

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Scopo del lavoro è discutere quali processi generativi si possano attivare nella relazione tra senior e junior nei contesti di lavoro, durante il momento critico della socializzazione organizzativa dei più giovani. Il framework teorico utilizzato rimanda al costrutto di generatività, così come definito da Bradley e Marcia (1998) e da Cigoli e Scabini (2006). Viene presentato uno studio qualitativo condotto mediante interviste narrative a 24 professionisti senior e 24 junior. Le narrazioni raccolte mostrano differenti tipologie di relazione tra senior e junior, riconducibili a diverse forme di generatività. Tali risultati consentono di discutere il rapporto tra generatività e socializzazione organizzativa, e di riflettere su quale contributo possano dare i lavoratori senior alla socializzazione organizzativa dei più giovani.
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Berra, Mariella. "Nuovi modelli produttivi, organizzativi, tecnologici e relazionali". Quaderni di Sociologia, n.º 73 (1 de septiembre de 2017): 137–60. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1666.

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Naciti, Valeria, Guido Noto y Carlo Vermiglio. "Diversità di genere e performance organizzativa: un'analisi empirica nel settore sanitario". MECOSAN, n.º 120 (febrero de 2022): 45–61. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-120004.

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Recenti filoni di ricerca in campo manageriale si sono concentrati sulla diversita di genere e sull'impatto che quest'ultima esercita sulla performance organizzativa. Nonostante ci siano ormai numerosi studi volti a indagare questa relazione nel campo delle imprese private, minore attenzione e stata dedicata alle aziende pubbliche e, tra queste, alle aziende sanitarie. L'obiettivo di questo studio e quello di investigare la relazione tra diversita di genere e performance economico-finanziaria nelle aziende ospedaliere pubbliche italiane. A tal fine, il presente articolo analizza i dati di genere e di performance, relativi al periodo 2012- 2018, di 63 aziende attraverso regressioni Ordinary Least Squares (OLS) su dati panel. I risultati evidenziano una relazione significativa tra l'equilibrio di genere e la performance economico- finanziaria.
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Ricotta, Simona, Chiara Ghisleri, Lara Colombo y Claudia Piccardo. "Supporto organizzativo, work-family backlash e conflitto lavoro-famiglia nel personale infermieristico". RISORSA UOMO, n.º 3 (septiembre de 2012): 309–23. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-003003.

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Nell'ambito degli studi sulla relazione lavoro-famiglia, grande attenzione e stata dedicata alla prospettiva del conflitto lavoro-famiglia, definito come un'incompatibilita tra le richieste associate al ruolo lavorativo e familiare. La presente ricerca ha coinvolto 190 infermieri professionali di una struttura sanitaria. Obiettivo principale dello studio e stato quello di valutare il ruolo del supporto organizzativo e del work-family backlash come determinanti del conflitto lavoro-famiglia. I risultati indicano che il conflitto lavoro- famiglia e il work-family backlash nella relazione con i colleghi sono percepiti in misura maggiore da chi ha figli rispetto a chi non ne ha. I risultati della regressione multipla evidenziano che tra le variabili considerate solo il backlash nella relazione con i capi influenza la percezione di conflitto lavoro-famiglia.
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Forti, Dario. "Setting fisici e digitali nello sviluppo organizzativo clinico". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 37 (septiembre de 2022): 129–49. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037012.

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La vicenda pandemica ha reso attuale la questione del setting in tutte le prassi professionali delle relazioni di aiuto. Ma, mentre in ambito psicoanalitico e psi-coterapeutico, il setting è da molto tempo al centro del dibattito di studiosi e practitioner delle diverse scuole, in ambito non terapeutico, invece, al costrutto setting non è mai stata riservata un'attenzione specifica. Adesso, con la necessità di modificare e di adattare azioni e comportamenti in base alle possibilità di lavoro offerte in presenza o in remoto, il tema merita di essere approfondito, non solo per i vincoli pratici a tutti noti, ma anche per le nuove opportunità di rifles-sione e sperimentazione.
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Guarna Assanti,, Emanuele y Giacomo Di Martino. "La Cassa depositi e prestiti quale asset strategico per lo sviluppo economico nazionale". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (julio de 2022): 128–48. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002008.

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L'articolo, dopo aver analizzato l'assetto organizzativo e le funzioni gradualmente assunte da Cassa depositi e prestiti, si sofferma sulle più recenti innovazioni legislative, delineando ruolo e funzioni di Cdp in relazione agli eventi che hanno caratterizzato l'ultimo decennio, dunque analizzando il crescente ruolo di centro istituzionale di gestione di numerose partecipazioni statali, di soggetto promotore dell'innovazione nell'ambito del circuito europeo delle National promotional banks e infine delineando il ruolo di Cdp in relazione agli obiettivi posti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza
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Buttafarro, Marinella y Giuseppe Currieri. "Terapeuti tra gli specchi". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 35 (julio de 2012): 63–74. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-035005.

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In terapia, la coppia coterapeutica č coinvolta in un gioco di rispecchiamenti che evidenzia l'esistenza di isomorfismi all'interno dei sistemi di cui fa parte: coterapeutico, terapeutico, famiglia d'origine, terapeuta/partner e sistema di supervisione. Ne consegue che la differenziazione del terapeuta influenza le relazioni dei sistemi di cui fa parte. Queste perturbazioni creano tensioni tali da provocare nelle relazioni eventuali rimodulazioni, rotture transitorie o permanenti. I cambiamenti prodotti, nei sistemi extraterapeutici organizzati come sistemi complessi, si ripercuotono nel percorso terapeutico e viceversa in modo ricorsivo.
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Boccacin, Lucia. "Il terzo settore in italia: profili organizzativi e relazionali". SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, n.º 3 (febrero de 2016): 99–122. http://dx.doi.org/10.3280/sp2015-003007.

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Alberti, Fernando G. "Il contratto di rete: una rassegna". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (abril de 2013): 176–97. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002007.

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Resumen
Il presente articolo intende essere una breve nota tesa a fare il punto dello stato di adozione e di elaborazione dei contratti di rete. Con il contratto di rete, il Legislatore ha voluto introdurre una nuova fattispecie giuridica finalizzata a favorire l'aggregazione tra imprese di minore dimensione, aumentando cosě le dimensioni aziendali per meglio competere nei mercati internazionali e supportare l'innovazione. Il contratto di rete si differenzia nella ratio da altre forme burocratiche di reti inter-organizzative esistenti, per maggiore flessibilitŕ sia nella definizione degli scopi e dei confini della rete stessa sia nel livello di coinvolgimento dei partner. I contratti di rete stanno assumendo una diffusione tale da essere spesso utilizzati come sinonimi di rete tra imprese. Come ampiamente illustrato e chiarito in un articolo apparso sul numero precedente di Studi Organizzativi, le reti tra imprese si caratterizzano per una varietŕ di forme, assetti, obiettivi, meccanismi operativi e composizione, tale per cui l'appiattimento del fenomeno ai soli contratti di rete, che si registra nella retorica quotidiana di policy makers, giuristi e media, risulta essere non solo immotivato ma anche ontologicamente fallace. Emerge, quindi la necessitŕ anche per gli studiosi di strategia e organizzazione, e non solo per i giuristi, di chiarire questo fenomeno, comprenderne la natura, le potenzialitŕ e i limiti, analizzarne la diffusione e gli strumenti a supporto, ma anche metterlo in relazione con il piů ampio fenomeno delle reti inter-organizzative di cui i contratti costituiscono solo una delle possibili forme. Dagli elementi riportati in questo articolo si evince come il fenomeno dei contratti di rete, per quanto nascente, abbia vissuto nell'ultimo periodo sia un forte incremento quantitativo nell'ultimo anno sia un forte incremento sul fronte qualitativo. L'affinamento della fattispecie giuridica, la crescente casistica e l'ampio dibattito accademico, istituzionale e professionale creatosi attorno al fenomeno hanno stimolato molti a ragionare attorno al tema delle reti di imprese, anche se ancora con poca distinzione tra il concetto di rete di imprese - e le sue variegate forme - e quello di contratto di rete, che rappresenta solo un possibile inquadramento burocratico per la formalizzazione di una rete.
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Fida, Roberta, Elena Natali, Claudio Barbaranelli y Francesco Avallone. "La relazione tra il bullismo al lavoro e il benessere organizzativo". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (mayo de 2011): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001004.

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Il bullismo al lavoro viene riconosciuto come un importante fattore di rischio psicosociale che ha un effetto sia sulla salute psico-fisica che sulla soddisfazione eorganizzativo. In linea con queste ricerche, l'obiettivo del presente studio č quello di indagare gli effetti del bullismo al lavoro sul, soddisfazione, burnout e salute del lavoratore. Ad un campione di circa 500 lavoratori italiani (70% donne) di etŕ compresa tra i 21 e i 68 anni (Media = 40.6 anni; DS = 10.05) č stato somministrato un questionario self-report. Al fine di indagare se l'essere vittima di atti negativi abbia un effetto sulla soddisfazione,, burnout e sintomi psicosomatici č stato testato un modello di equazioni strutturali. I risultati confermano che il bullismo al lavoro ha un effetto sulle dimensioni indagate e che le vittime di bullismo al lavoro sono meno soddisfatte, meno attaccate all'organizzazione, e soffrono maggiormente di burnout e disturbi psicosomatici.
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Barani, Azio. "Uno sguardo attraverso e oltre la relazione lavorativa, economica e organizzativa". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 106 (febrero de 2017): 239–61. http://dx.doi.org/10.3280/qua2016-106012.

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Campanella, Giovanna. "La ricerca del lavoro: problema di costi e di rigidità del mercato? Uno studio di caso sui tirocini di formazione e orientamento". ARGOMENTI, n.º 36 (enero de 2013): 105–26. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036005.

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Il saggio approfondisce le problematiche connesse alle forme associative tra Comuni, nel caso italiano, a partire dall'analisi del caso Veneto nella prospettiva europea. Tali forme di aggregazione possono essere efficacemente definite come esempi di reti intercomunali: un concetto che consente di spostare l'accento dalla staticità e rigidità della struttura organizzativa del singolo ente locale, alla flessibilità e funzionalità delle relazioni tra gli attori rispetto alle politiche che si intendono condividere e alle differenti logiche di rete che si implementano a seconda del modello di governance prescelto.
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Lanzalaco, Luca. "LA FORMAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI IN EUROPA OCCIDENTALE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, n.º 1 (abril de 1989): 63–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017494.

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IntroduzioneLa progressiva attenzione della scienza politica per le tematiche organizzative sembra essere una tendenza incontrovertibile. Gli attori politici collettivi sono visti sempre meno come delle «scatole nere», dei semplici canali di trasmissione di domande e interessi, e si sottolinea, invece, sempre più come essi siano delleorganizzazioni complessela cui condotta è regolata da meccanismi ed imperativispecificiedautonomie come, di conseguenza, l'individuazione di queste dinamiche organizzative contribuisca in modo determinante alla comprensione del funzionamento del sistema politico nel suo complesso. La configurazione di una organizzazione politicanonè un fatto meramente «tecnico» o «ingegneristico», e men che meno «formale», ma determina l'autonomia e la discrezionalità di cui gode il gruppo dirigente nel ridefinire gli interessi dei gruppi sociali rappresentati e nel «guidare» lamembershipverso determinate mete collettive. Una delle acquisizioni più rilevanti che sono state fatte in questo campo di indagine è che per spiegare le caratteristiche strutturali di una organizzazione politica occorre risalire al modo in cui essa è nata, si è formata e si è consolidata. Il concetto distruttura, infatti, appartiene ad una classe di concetti utilizzati nelle scienze sociali — i cosiddettitime oriented concepts— che assumono significato solo in un orizzonte temporalediacronico(Rosenthal 1978). Ciò che si percepisce come «strutturale» al tempo T sono modelli di comportamento e interazioni sociali che sono perdurati e si sono stabilizzati al tempo T-1, T-2, T-3, … T-n, e che per questo motivo diventano elementicostitutividi quella relazione sociale. Quella che potremmo chiamare lafallacy of synchronic reductionismporta a «fotografare» una organizzazione in un dato momento e a considerare tutti i suoi caratteri strutturali in un orizzonteatemporale.Invece, le proprietà strutturali di una organizzazione sono il risultato di scelte organizzative e di processi di adattamento che si sono verificati inmomenti e fasi differentidella vita dell'organizzazione e i cui risultati si sono poi «congelati», «sedimentati», «stratificati» nel tempo. Una semplice analisi del contesto ambientale in cui opera un'organizzazione, come suggerisce l'approcciocontingency, non è sufficiente in quanto organizzazioni con «storie»differentipotranno daredifferentirisposte, in termini di proprietà organizzative, agliidenticiimperativi posti in un dato momento dallo stesso ambiente. Per spiegare le proprietà strutturali di una organizzazione politica occorre quindi integrare opportunamente l'analisistrutturale-morfologica, basata sull'ipotesi che le organizzazioni tendano ad adattarsi razionalmente alla struttura del loro ambiente, con l'analisistorico-genetica, in base alla quale la razionalità degli attori organizzativi è vincolata dalle loro esperienze passate, dallastoriadell'organizzazione e, in particolare, dal modo in cui l'organizzazione stessa è nata e si è formata. L'approccio genetico ha trovato ampie applicazioni nello studio di vari tipi di organizzazioni politiche: i partiti, i sindacati dei lavoratori, i gruppi di interesse, i movimenti collettivi, le organizzazioni terroristiche. Con questo articolo mi propongo di estendere l'utilizzazione, e di dimostrare l'utilità, di questo approccio anche per quanto riguarda l'analisi di un tipo particolare di organizzazioni politiche, che solo recentemente sono diventate oggetto di studio, cioè leassociazioni imprenditoriali.In particolare, mi occuperò dellepeak associations, cioè delle confederazioni nazionali intersettoriali, come la confindustria e le sue omologhe in altre nazioni. Nella prossima sezione traccerò una tipologia dellepeak associationssulla base del loro «modello originario», cioè del modo in cui sono nate, e del loro grado di istituzionalizzazione; nella seconda sezione verificherò la validità di questa tipologia attraverso l'analisi storico-comparata: illustrerò un «modello a dicotomie successive», costruito alla luce dell'evidenza empirica disponibile, per l'analisi dei processi di formazione delle associazioni imprenditoriali, mettendo in evidenza come a diversi processi di formazione siano corrisposti differenti «modelli originari». Nelle sezioni finali, infine, esaminerò i fattori esplicativi che hanno determinato il prevalere di uno o dell'altro dei vari processi di formazione.
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Gritti, Alessia, Francesco Fumagalli, Alessandra Lazazzara, Luca Carollo y Edoardo Della Torre. "Employee voice, capitale umano e performance organizzativa: uno studio sulle imprese italiane". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (diciembre de 2021): 121–44. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002005.

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Questo studio contribuisce al dibattito sul coinvolgimento dei dipendenti nelle decisioni che riguardano il loro lavoro e l'organizzazione. In particolare, lo studio analizza la relazione tra i meccanismi di employee voice e i risultati aziendali, e come essa vari al modificarsi del livello di capitale umano impiegato dall'organizzazione. L'analisi dei dati relativi a 168 imprese italiane dell'indagine Cranet (2015) mostra che sia i meccanismi di employee voice, sia i livelli di capita-le umano hanno una relazione positiva e significativa con i risultati aziendali. Inol-tre, l'analisi mostra che le performance organizzative migliori si hanno nelle azien-de che combinano elevati livelli di employee voice con una forza lavoro caratte-rizzata da alto capitale umano. Lo studio supporta quindi l'esistenza di una rela-zione di complementarità tra il coinvolgimento dei dipendenti nelle decisioni aziendali e lo sviluppo di pratiche volte a incrementare il capitale umano. Questi risultati offrono importanti implicazioni teoriche e pratiche al dibattito sulla com-petitività delle organizzazioni moderne e suggeriscono alcune importanti direzioni di ricerca futura.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Stress e benessere organizzativo. Un modello gestaltico di consulenza aziendale". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (septiembre de 2012): 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001009.

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Viene presentato un modello di consulenza aziendale gestaltica, basato sul modello di gruppo giŕ pubblicato dall'autrice (Spagnuolo Lobb, 2011). Vengono distinti criteri sincronici e diacronici di osservazione del benessere del gruppo aziendale. Viene presentata una griglia di osservazione dei gruppi, utilizzabile dagli esperti in consulenza aziendale gestaltica, e un'intervista attraverso la quale č possibile fare un'analisi qualitativa della cultura del/i manager sul gruppo di lavoro. I risultati dell'intervista vengono integrati con i risultati dell'osservazione del clima del gruppo aziendale da parte dei consulenti, allo scopo di dare una restituzione (consulenza) alla committenza. Questo modello di consulenza aziendale č basato su una prospettiva estetica, fenomenologica e relazionale. Questo lo rende sintonico con le logiche aziendali, centrate sul "next", cioč sulla soluzione dei problemi piů che sulla loro comprensione analitica, e incoraggiante perché focalizzato sulla capacitŕ di vedere l'armonia che giŕ esiste (e che in alcuni casi vorrebbe essere sostenuta) nelle relazioni del gruppo.
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Tesi, Alessio y Antonio Aiello. "La valutazione del benessere organizzativo: lo "Strumento Integrato per la Valutazione del Benessere Organizzativo (SIVBO)" nel framework teorico del modello "Job Demands-Resources"". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (junio de 2021): 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-002009.

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Resumen
Il presente studio ha l'obiettivo di fornire evidenze circa la validità psicometrica dello "Strumento Integrato per la Valutazione del Benessere Organizzativo (SIVBO)". Facendo rife-rimento al modello teorico job demands-resources (JD-R, Demerouti et al., 2001) lo strumen-to ha l'obiettivo di misurare il benessere organizzativo. I partecipanti allo studio (N = 754), provenienti da diversi contesti lavorativi, hanno risposto ad un questionario autodescrittivo contenente il SIVBO e altre scale di misura. L'analisi fattoriale esplorativa ha messo in eviden-za una soluzione fattoriale composta di un totale di 18 item, con quattro dimensioni denomina-te: richieste lavorative, risorse lavorative, risorse lavorative relazionali e risorse personali. L'analisi fattoriale confermativa ha comprovato che il modello a quattro fattori, con un fattore sovraordinato di secondo ordine, denominato benessere organizzativo, è quello che presenta un miglior adattamento ai dati. Gli indici di coerenza interna (alfa di Cronbach, rho di Spear-man e composite reliability) dello strumento sono risultati adeguati. Le analisi di correlazione e regressione hanno messo in evidenza che le scale del SIVBO risultano significativamente as-sociate a misure concorrenti e discriminanti. Il SIVBO si presenta come uno strumento dotato di proprietà psicometriche adeguate che, considerando anche la sua brevità, si candida a essere applicato agevolmente per la misurazione del benessere organizzativo in molteplici contesti lavorativi.
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Ridolfi, Luciana. "Le professioni sociali e sanitarie emergenti: vincoli, opportunitŕ e strumenti per l'integrazione interprofessionale". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 4 (enero de 2013): 83–101. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004005.

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Oggi tutti gli attori del sistema-salute (medici, infermieri, dirigenti, cittadini) concorrono alla costruzione di reti di relazioni in grado di scambiarsi risorse: la governance che ne risulta supera l'autoreferenzialitŕ degli interessi corporativi e induce i diversi professionisti alla ri-negoziazione dei rispettivi ambiti di competenza. Attraverso i concetti di lavoro di rete, di community care, di shared care, l'autore propone una riflessione su alcuni temi quali: il confronto interprofessionale e le strategie per lo sviluppo di una "cultura dell'integrazione", le opportunitŕ (e le criticitŕ) associate alla crescita del numero e dei profili delle professioni sanitarie e sociali, l'esigenza di implementare nuovi modelli organizzativi fondati sulla reale autonomia operativa dei professionisti.
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Rago, Emilio. "Dal mercato del lavoro al mercato della conoscenza. Proposte operative". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 99 (mayo de 2013): 119–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099007.

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Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro l'universitŕ ha sviluppato nel tempo approcci e strategie diversi: progetti sul campo, testimonianze aziendali, incarichi a professionisti esterni per insegnamenti specialistici o di frontiera, stage, uffici di placement, formazione extra-curriculare, eventi di presentazione delle aziende. L'attuale riforma dell'alto apprendistato facilita ulteriormente tale relazione, semplificando l'incontro tra studenti in alta formazione o ricerca e datori di lavoro. Il sentore č che questi interventi possano comunque non bastare, poiché non affrontano le questioni di fondo che condizionano le relazioni tra il mondo dell'universitŕ e quello del lavoro. Le considerazioni qui presentate problematizzano la situazione da un punto di vista differente. Universitŕ e azienda sono concepiti come due interlocutori fondamentali dell'offerta e della domanda di conoscenza. Nel mercato della conoscenza bisogna affrontare le questioni epistemologiche, pedagogiche e politiche che influenzano i processi di produzione e diffusione di conoscenza dal lato dell'offerta, e dal lato della domanda occorre intervenire sulle problematiche piů diffuse che impediscono una reale formazione integrale per lo sviluppo personale e professionale del lavoratore, formazione quanto mai necessaria per affrontare la complessitŕ, l'instabilitŕ e l'incertezza del mercato del lavoro contemporaneo. La proposta di riflessione vuole interessarsi sia delle dinamiche interne all'offerta di conoscenza e alla domanda di competenza, sia sui vari meccanismi di interazione che potrebbero facilitare questa transazione cognitiva. Permane, lungo tutto il ragionamento, la forte attenzione al valore dei metodi cooperativi nell'apprendimento universitario, organizzativo e tra i diffe renti operatori della conoscenza, per la creazione di quella saggezza pratica, la phronesis aristotelica, che vuole superare la tradizionale divisione tra teoria e pratica nel mondo della conoscenza. Le considerazioni nascono nell'ambito delle scienze manageriali, ma taluni ragionamenti, mutatis mutandis, possono essere applicati anche ad altri ambiti scientificodisciplinari
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Raglio, Alfredo y Osmano Oasi. "La musicoterapia in una prospettiva intersoggettiva". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (marzo de 2010): 31–44. http://dx.doi.org/10.3280/gest2009-002003.

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Resumen
L'articolo pone l'attenzione sulla necessitŕ di individuare una possibile cornice teorica per la musicoterapia. In merito a ciň propone una possibile integrazione tra la prospettiva intersoggettiva e la libera improvvisazione sonoro-musicale. Gli Autori individuano in alcuni concetti chiave, quali ad esempio quelli di "sintonizzazione affettiva", "affetti vitali" e "momento presente", il punto di contatto con la prassi musicoterapica improvvisativa. Secondo questa prospettiva le potenzialitŕ terapeutiche dell'elemento sonoro-musicale sono attribuibili alle sue caratteristiche di organizzatore e regolatore nello sviluppo dell'individuo. In tal senso la musicoterapia puň favorire, attraverso il canale non verbale sonoro-musicale, il determinarsi di relazioni rappresentative e simboliche sempre piů motivate e interiorizzate.
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Fida, Roberta, Marinella Paciello, Carlo Tramontano y Claudio Barbaranelli. "Disimpegno morale e comportamenti controproduttivi: un ampliamento del modello stressor-emotion". RISORSA UOMO, n.º 3 (septiembre de 2012): 352–42. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-003004.

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Resumen
Diverse ricerche hanno sottolineato l'importanza di esaminare il Disimpegno Morale (DM) per comprendere l'aggressione strumentale e la condotta deviante nei diversi contesti. Questo studio esamina il ruolo del DM organizzativo come uno specifico costrutto social-cognitivo che interviene nel processo che conduce ai comportamenti controproduttivi (CWB). All'interno del modello stressor-emotion ipotizziamo che il DM medi la relazione tra le emozioni negative in reazione alla percezione di stressor e i CWB, promuovendo o giustificando la risposta aggressiva al contesto frustrante. In un campione di 1147 lavoratori italiani (53.50% donne) abbiamo esaminato un modello di equazioni strutturali che ha confermato le nostre ipotesi: piu i lavoratori reagiscono agli stressor con emozioni negative, piu hanno bisogno di ricorrere al DM, piu agiscono i CWB.
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Kimenyi, Mwangi S. "Bureaucratic Rents and Political Institutions". Journal of Public Finance and Public Choice 5, n.º 3 (1 de octubre de 1987): 189–99. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344398.

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Resumen
Abstract Molti studi sul rent-seeking si concentrano sull’azione di gruppi organizzati che si trovano all’esterno della struttura governativa e sul comportamento dei politici per favorire tali interessi.Viene, in genere, trascurata l’attività di rent-seeking da parte dei membri del governo, su cui si sofferma invece il presente studio, estendendo anche l’analisi al comportamento burocratico nell’ambito dei sistemi istituzionali non democratici.II principale risultato è che il diverso successo delle attività di rent-seeking della burocrazia può essere spiegato dai vincoli istituzionali imposti dai diversi sistemi. Le relazioni tra politici (che autorizzano le spese dei burocrati) e burocrati sono piu strette in un sistema non democratico rispetto a quanto possano esserlo in un sistema democratico, nel quale quindi il processo di rent-seeking diventa comparativamente più difficile.
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Piccioli, Marianna. "Self-assessment and self-improvement as inclusive school development". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 30–48. http://dx.doi.org/10.36253/form-12645.

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Resumen
What are the strengths and weaknesses in the cultures, management policies and organizational practices that make an educational institution inclusive? This is the question we try to answer with this investigation, using the comparative element between the Italian and the Catalan school systems. This work is based on three theoretical frameworks: inclusive education in coherence with the Disability Studies approach; autonomy and leadership for inclusion and the self-evaluation and self-improvement processes as an inclusive school development in accordance with the perspective proposed by the Index for Inclusion. Field research reveals that the relevant legislation plays a crucial role and schools must regain a pedagogical thought in which organizational practices and management policies are based on inclusive cultural and value-based foundations. Autovalutazione e automiglioramento come sviluppo inclusivo della scuola Quali sono i punti di forza e di debolezza nelle culture, nelle politiche gestionali e nelle pratiche organizzative che rendono inclusiva un’istituzione scolastica? Il contributo cerca di rispondere a questa domanda, anche attraverso la comparazione tra il sistema scolastico italiano e quello catalano, basandosi su tre quadri teorici: l’educazione inclusiva secondo l’approccio dei Disability Studies; l’autonomia e la leadership per l’inclusione; i processi di autovalutazione e automiglioramento come sviluppo inclusivo della scuola in relazione alla prospettiva proposta dall’Index for Inclusion. Dalla ricerca sul campo emerge che la legislazione di riferimento gioca un ruolo cruciale e la scuola deve riconquistare un pensiero pedagogico in cui pratiche organizzative e politiche di gestione siano fondate su basi culturali e valoriali inclusive.
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Perrotta, Manuela. "Il pre-embrione (non) è uno di noi: breve storia di una innovazione inter-organizzativa tra istituzioni, comunitŕ professionali e tecnologie". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 122 (junio de 2011): 194–205. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122014.

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Innovazione e cambiamento sono temi centrali all'interno della sociologia del lavoro e dell'organizzazione, in particolare in relazione alla continua evoluzione delle nuove tecnologie. Il paper intende offrire un contributo teorico ed empirico al filone di ricerca degli Innovation Studies a partire da un caso empirico: l'emergere di un "nuovo oggetto scientifico" - il pre-embrione - come innovazione organizzativa all'interno di un network di elementi eterogenei distribuiti tra il setting istituzionale, le comunitŕ professionali coinvolte e le tecnologie della riproduzione assistita. Il caso appare particolarmente interessante alla luce di un approccio all'innovazione ispirato all'Actor Network Theory, poiché permette di analizzare un tentativo (fallito) di (ri)stabilizzazione del sistema attraverso l'attivazione di un network basato sull'appartenenza a diverse comunitŕ professionali, sulla mobilitazione di conoscenze scientifiche e sulla creazione discorsiva di un nuovo oggetto.
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Prilleltensky, Isaac y Caterina Arcidiacono. "Modello ecologico e migranti: benessere, giustizia e potere nella vita degli immigrati". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (septiembre de 2010): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001002.

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Il contributo descrive anzitutto il modello ecologico multidimensionale di Prilleltensky e come esso si declina a livello individuale, relazionale,organizzativo, comunitario e ambientale in relazione all'oppressione, al benessere e al processo di liberazione. Vengono in particolare esaminati gli elementi che agiscono nella trasformazione e che permettono il potenziamento delle risorse e dei punti di forza. Attenzione č data infine alla definizione ed esplicitazione dei valori e dei diritti del singolo e della comunitŕ al fine di definire quale sia la validitŕ epistemica e trasformativa della ricerca e dell'intervento in psicologia di comunitŕ alla luce di tale modello. Lo scopo precipuo dell'articolo consiste nell'esplicitare le variabili in gioco nella condizioni di vita dei migranti, enucleando i fattori di protezione e di rischio da considerare per valutarne il benessere e le modalitŕ d'inserimento nei contesti di accoglienza.
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Rinaldini, Matteo, Anna Chiara Scapolan, Stefano Rodighiero y Fabrizio Montanari. "Il time crafting negli spazi di coworking". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (diciembre de 2021): 67–92. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002003.

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Resumen
Attingendo e contribuendo alla letteratura sulla accelerazione sociale, agli studi organizzativi sul job crafting e alla più recenti ricerche sui coworking, l'articolo indaga le forme di time crafting attivate dai mobile workers che frequen-tano gli spazi di coworking. I risultati riportati si basano su una ricerca empirica qualitativa esplorativa che ha coinvolto 126 frequentatori di 39 spazi di coworking nella Regione Emilia-Romagna. L'evidenza empirica suggerisce che i coworkers attivano due forme di time crafting per strutturare e gestire il loro tempo e la rela-zione tra il loro tempo di lavoro e di non lavoro: il time boundaries crafting e il re-lational time crafting. La prima forma si riferisce fondamentalmente a tutte quel-le azioni volte a separare o sovrapporre tempo di lavoro e tempo di non lavoro che vengono favorite dalla frequentazione dello spazio di coworking. La seconda for-ma include quelle azioni volte a concentrare all'interno dello spazio di coworking tutto il tempo dedicato alle relazioni professionali e a ritualizzare le relazioni extra-lavorative che si sviluppano spontaneamente nel coworking. In entrambe le forme di time crafting, lo spazio di coworking gioca un ruolo rilevante fornendo ai mobili workers che lo frequentano artefatti fisici, servizi e risorse immateriali (fondamen-talmente il senso di comunità) che li supportano nelle loro azioni volte a strutture e gestire la collocazione temporale (timing), l'estensione nel tempo (length) e l'intensità (intensity, pace) delle loro attività lavorative e non lavorative.
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Nonnis, Marcello, Barbara Barbieri, Stefania Cuccu, Giuseppe Scaratti y Nicola A. De Carlo. "La ricerca azione per il miglioramento dell'accoglienza in psichiatria". RISORSA UOMO, n.º 1 (mayo de 2011): 35–50. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001004.

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Nell'ambito del Dipartimento di Salute Mentale di Cagliari, č stata realizzata una ricerca azione finalizzata alla costruzione di un manuale del ciclo dell'accoglienza per il miglioramento dell'offerta sanitaria e la promozione del benessere organizzativo degli operatori. Il contributo illustra il contesto con il quale il progetto si č confrontato, le modalitŕ di avvio con la committenza, la realizzazione del setting e i metodi di intervento utilizzati. Si propongono due livelli di lettura del progetto. Il primo, per mezzo di un'analisi qualitativa dei dati, illustra i principali oggetti di apprendimento costruiti dai partecipanti per la realizzazione del manuale dell'accoglienza. Il secondo propone una riflessione sui processi relazionali attivati dall'intervento tra i diversi attori/ruoli coinvolti.
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Clulow, Christopher. ""Nominare" e "far vergognare" nella psicoterapia con coppie violente, secondo il vertice dell'attaccamento". INTERAZIONI, n.º 2 (julio de 2010): 43–52. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002005.

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La ricerca contemporanea ha individuato le vie attraverso le quali i modelli violenti di relazione possono essere trasmessi da una generazione a quella successiva. La sicurezza dell'attaccamento č una di queste vie. La relazione adulta di coppia č stata considerata come una relazione che ha la capacitŕ di frenare o accelerare questi effetti intergenerazionali. In questo campo, attraverso il materiale clinico relativo ad una coppia violenta, esamineremo il potenziale patogeno dei modelli insicuri di attaccamento, organizzati e disorganizzati, che attivano un comportamento violento all'interno della coppia. Evidenzieremo i fattori all'opera che favoriscono il passaggio alla violenza: frequentemente, essi non possono essere "nominati" in quanto tali e riconoscerli puň accompagnarsi a intensi sentimenti di vergogna e di umiliazione. Avere accesso a tali prove, riconoscerle e sviluppare una capacitŕ di pensare a questo proposito, č al centro del progetto terapeutico, che sia una terapia basata sull'attaccamento o una terapia fondata su un'altra prospettiva psicoanalitica. Questo progetto puň essere ostacolato dalle pressioni sui terapeuti, che vengono dall'interno stesso del campo intersoggettivo della consultazione, o da fonti esterne. Il loro obiettivo: evitare d'avere a che fare con la violenza o di ri-giocare delle scene umilianti. Questo avviene, soprattutto, in un clima sociale in cui viene mostrata tolleranza zero in materia di abusi domestici, rendendo pubblico il nome (e dunque la vergogna) degli autori.
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Arcidiacono, Davide, Maurizio Avola y Tiziana Briulotta. "La riforma incompiuta dei servizi per l'impiego in un comprensorio siciliano". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 122 (junio de 2011): 247–60. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122018.

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L'articolo sintetizza i risultati di una ricerca-intervento volta a sfruttare le sinergie tra la riforma dei servizi per l'impiego e la nascita di un Osservatorio sul mercato del lavoro in un comprensorio siciliano per sperimentare un nuovo modello di interazione tra innovazioni istituzionali e governo locale del mercato del lavoro. I risultati ottenuti dimostrano la complessitŕ e l'ambivalenza della relazione tra innovazione normativa e mutamento sociale, soprattutto laddove il processo riformatore è lento e frammentato e si scontra con un complesso sistema di vincoli istituzionali, da quelli di contesto, a quelli organizzativi e ai modelli di azione e interazione tra attori individuali e collettivi. Inoltre, evidenziano le potenzialitŕ della regolazione concertata locale come stimolo al cambiamento e all'implementazione di buone prassi, ma anche la sua fragilitŕ: il mutamento degli equilibri del partenariato, infatti, possono comprometterne l'azione e condurre a esiti fallimentari.
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Buseti, Simone y Bruno Dente. "L'introduzione del performance management nelle Universitŕ italiane". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (abril de 2013): 121–41. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002005.

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L'ipotesi centrale del saggio č che gli strumenti di misurazione della performance possono essere un modo efficace per promuovere la professionalizzazione del management delle universitŕ, ma soltanto nel rispetto di due condizioni, entrambe necessarie: che l'introduzione di nuovi sistemi sia parte di una piů ampia azione di sviluppo, e che le strategie di cambiamento rispettino l'eterogeneitŕ delle amministrazioni e siano quindi incrementali e differenziate. Si tratta di due condizioni che il decreto 150/2009 sembra sottovalutare, implicando una semplicitŕ doppiamente erronea: l'omogeneitŕ delle amministrazioni target e la sufficienza di valutazione e misurazione ai fini del miglioramento delle performance. Il saggio presenta una ricerca sui sistemi di management e valutazione, attraverso l'analisi dei risultati di un questionario somministrato a circa un terzo degli atenei italiani. La ricerca ha sostanzialmente smentito tali premesse e ha restituito due risultati: un'analisi dello stato dei sistemi che fotografa il posizionamento degli atenei e un modello di relazione tra le diverse variabili oggetto d'indagine. Per quanto riguarda il primo risultato, il panorama complessivo mostra alcuni elementi generalmente solidi e diffusi (come il quadro organizzativo), elementi diffusi ma solo raramente considerati adeguati (ad esempio il controllo di gestione), elementi sostanzialmente assenti (tra tutti il sistema di gestione dei rischi). D'altra parte, il posizionamento degli atenei rivela uno scenario - oltre che generalmente poco soddisfacente - anche fortemente eterogeneo. Non solo quindi non č possibile immaginare una riforma basata sul principio "one size fits all", ma č necessario tutto al contrario sviluppare diversi approcci al cambiamento. Il saggio presenta tre possibili strategie di implementazione della riforma, che partendo dallo stato di sviluppo dell'amministrazione suggeriscono percorsi di cambiamento differenziato. Infine, l'ultima parte del saggio utilizza i dati della rilevazione per costruire un modello di relazione che conferma il rapporto ipotizzato tra i sistemi di valutazione e alcune precondizioni, individuate nel quadro organizzativo, nei sistemi di supporto e (in minor misura) nei sistemi di gestione del rischio e di presidio della qualitŕ. Il modello non propone un rapporto di stretta causalitŕ tra variabili (il che implicherebbe una sequenza cronologica stretta nei programmi di riforma), ma piuttosto di guardare al management come oggetto complesso, il cui miglioramento necessita di sviluppo armonico e forte integrazione tra le sue diverse parti.
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Da Roit, Barbara y Francesco E. Iannuzzi. "Trasformazioni del lavoro operaio tra mutamento tecnologico e contesto socioproduttivo. Una ricerca nella manifattura veneta". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 158 (noviembre de 2020): 137–57. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158007.

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Resumen
Partendo dal presupposto che i contesti sociali e produttivi influiscano sugli effetti della trasformazione tecnologica, l'articolo analizza le esperienze soggettive dei lavoratori della manifattura veneta a seguito delle trasformazioni introdotte nella transizione verso Industria 4.0. Attraverso casi studio, la ricerca mette a fuoco il rapporto tra lavoratori, processi, organizzazione produttiva e vita quotidiana, prestando attenzione alle aspettative, percezioni ed esperienze che i lavoratori associano alla qualità del lavoro. La trasformazione tecnologica contribuisce alla costruzione di nuove istanze di soggettività osservabili nell'aumentato interesse dei lavoratori per gli aspetti espressivi e relazionali del lavoro e nella ridefinizione del valore associato alle diverse attività quotidiane. Tuttavia, non sempre queste istanze trovano adeguate risposte sul terreno dell'innovazione organizzativa, creando tensioni e insofferenza tra i lavoratori.
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