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Weber, Carla. "Ambiguitŕ della differenza". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 18 (septiembre de 2012): 28–44. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018005.

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Il contributo, avvalendosi di un approccio clinico, considera l'identitŕ di genere in relazione ai processi di individuazione psichica e sessuale. Mette in evidenza come tali processi siano simultaneamente interni ed esterni, cioč non riconducibili solo alla base endogena del dato biologico, ma co-generati nelle relazioni primarie fin dal concepimento, e co-evolutivamente appresi nell'esperienza. Accanto al costrutto culturale di genere e alla differenza genitale del sesso, viene proposta la rilevanza dei codici affettivi inconsci, nella loro funzione di significanti dell'esperienza di sé e dell'altro che si esprime nella risonanza della relazione. Viene posta l'attenzione, inoltre, alla dimensione creativa della differenza in un margine d'individuazione possibile che rinvia ad un femminile e maschile, che si perturbano e si ibridano conflittualmente.
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2

Mazzara, Bruno y Lorenzo Montali. "Il genere in psicologia sociale: questioni epistemologiche e metodologiche". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 2 (febrero de 2011): 21–29. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002003.

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Nella ricerca sul genere, la proposta di una prospettiva teorica innovativa - centrata sulla critica al riduzionismo biologista e all'essenzialismo - si č accompagnata a una riflessione critica sull'approccio cognitivoe sulla sua caratterizzazione di genere, il. Tale riflessione viene discussa nell'articolo in relazione a temi epistemologici - il realismo e la svolta linguistica - e metodologici, relativi al confronto tra metodi qualitativi e quantitativi. Dall'analisi emerge come alcune delle questioni poste, in particolare dalla psicologia femminista, quali la soggettività del ricercatore, il ruolo del contesto, il tema del potere nelle relazioni ricercatori-ricercati, costituiscano dimensioni problematiche tuttora rilevanti per chi fa ricerca psicosociale.
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3

Monaci, Maria Grazia y Rosanna Trentin. "Intelligenza emotiva e consumo di eroina". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (diciembre de 2012): 127–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003008.

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Le evidenze empiriche sulla relazione fra intelligenza emotiva (IE) e consumo di sostanze psicoattive sono ancora scarse e spesso contraddittorie. Il presente studio indaga la relazione fra IE e consumo di una sostanza illecita e potenzialmente in grado di indurre dipendenza quale l'eroina. L'ipotesi di partenza č che una bassa IE sia associata al consumo di eroina. Vengono inoltre esaminate le relazioni fra IE e altri costrutti generalmente considerati negli studi sul consumo di sostanze, in particolare l'health locus of control, gli stili di coping e le emozioni associate all'eroina, controllando inoltre gli effetti del genere. In base alle evidenze precedenti, si č ipotizzato che l'IE mostri relazioni significative con comportamenti adattivi. Un gruppo di tossicodipendenti in trattamento per dipendenza da eroina (44, F = 14) č stato confrontato con un gruppo di controllo (48, F = 22) di persone non tossicodipendenti ma con caratteristiche socio-demografiche simili. Una misura globale di IE č stata ottenuta tramite la versione italiana dello strumento di Schutte e colleghi. I risultati evidenziano la presenza di una correlazione positiva dell'IE con uno stile di coping adattivo quale il confronto diretto, e negativa con l'evitamento nei soli tossicodipendenti, nonché con le emozioni a basso arousal, positive nei tossicodipendenti e negative nei non consumatori, confermando parzialmente le ipotesi. Non emergono invece relazioni fra IE e consumo di eroina. L'IE si conferma piů connessa a comportamenti esplorativi dell'ambiente e alla regolazione affettiva, mentre non sembra direttamente connessa a comportamenti di consumo di sostanze.
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Cozzi, Ambrogio, Lara Franzoni, Katia Romelli y Sandro Feller. "Tra care e cure: una ricerca sulle famiglie con un paziente in stato vegetativo". TERAPIA FAMILIARE, n.º 95 (abril de 2011): 47–72. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095004.

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Lo stato vegetativo č una condizione medica che incide gravemente sul benessere psicologico dei familiari coinvolti nella cura. La ricerca indaga relazioni, conflitti ed il funzionamento familiare durante la presenza della condizione di stato vegetativo del paziente, il processo di cura a casa e in struttura, l'impatto economico dell'evento, il benessere del caregiver. Il campione č composto da 120 caregiver di pazienti curati in Lombardia. Lo studio ha utilizzato un'intervista semi-strutturata analizzata con il software ‘T-Lab', il Disegno simbolico dello spazio di vita familiare e SF-36 Questionario sullo stato di salute. I risultati hanno mostrato come il funzionamento familiare e il benessere del caregiver siano relazionati al genere e al ruolo del caregiver, al tempo trascorso dall'evento che ha causato lo stato vegetativo e al luogo di cura. La ricerca ha inoltre mostrato un'estrema povertŕ e chiusura delle relazioni familiari, difficoltŕ nelle fasi di trasferimento del paziente, forte isolamento di alcuni membri dalle attivitŕ sociali e deboli relazioni con la famiglia allargata, un forte impatto sull'attivitŕ lavorativa di almeno uno dei membri familiari.
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Enrichens, Arianna. "Violenza di genere e violenza assistita: la prospettiva di genere nell'uso degli strumenti civilistici di tutela e prevenzione". MINORIGIUSTIZIA, n.º 3 (enero de 2021): 115–24. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003012.

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In questo articolo ci si propone di tracciare un quadro, secondo un approccio di genere, degli strumenti di tutela civilistica che il nostro ordinamento offre alle donne, ai loro figli e alle loro figlie, offesi dalla violenza maschile. Si analizzeranno pertanto anzitutto le caratteristiche specifiche delle dinamiche violente delle relazioni familiari, differenziandole da quelle tout court conflittuali e dando valore all'autodeterminazione della donna nei percorsi di affrancamento. Si evidenzierà, quindi, l'importanza di riconoscere nella pratica giudiziaria civile inerente la separazione, il divorzio e l'affidamento della prole minorenne la rilevanza della violenza assistita ai fini delle decisioni a tutela della prole, stigmatizzando gli stereotipi purtroppo ancora esistenti.
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Ciurlo, Alessandra. "Donne colombiane in Italia: relazioni di genere e famiglie transnazionali". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (marzo de 2017): 133–54. http://dx.doi.org/10.3280/mm2017-001008.

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Miano, Paola, Valeria Granatella y Maria Garro. "Identitŕ di genere e benessere psicosociale nella condizione intersessuale". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (mayo de 2011): 9–14. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001002.

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Le autrici sottolineano come il ricorso a strategie di coping funzionali aumenti l'espressione di esiti positivi relativamente all'identitŕ di genere, alla funzionalitŕ sessuale e alle relazioni sociali, focalizzando l'attenzione sia sui processi di costruzione dell'identitŕ sessuale e di genere, sia sugli elementi che i soggetti con una diagnosi di Disturbo della Differenziazione Sessuale (DSD) percepiscono come distonici rispetto al sé. A partire dalla carente disponibilitŕ di schemi narrativi in grado di contenere la storia dei soggetti in condizione intersessuale, viene evidenziata la possibilitŕ che il punto di vista delle persone con DSD influenzi la definizione dei protocolli di intervento e promuova la valutazione della condizione intersessuale come un aspetto dell'identitŕ di genere.
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Rossi, Nicolino. "Una particolare forma di relazione perversa nella coppia: il pigmalionismo". INTERAZIONI, n.º 2 (julio de 2010): 66–89. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002007.

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Una particolare forma di relazione perversa nella coppia: il pigmalionismo, di Nicolino Rossi L'aggressivitŕ e la violenza in una relazione di coppia non si presentano sempre in una forma aperta o attraverso un comportamento aggressivo evidente; il piů delle volte essa assume delle coloriture sottili e discrete, non facilmente riconoscibili dagli attori implicati nella relazione, quegli stessi attori che vivono la relazione non soddisfacente, carica di sofferenza e di scambi conflittuali. Una via attraverso la quale una tale dinamica di coppia puň funzionare č quella legata al controllo di un partner da parte dell'altro, finché l'amato non risponde totalmente alle sue aspettative. I dati clinici rilevano che questo genere di relazione, che ha come modello il mito di Pigmalione e che puň essere considerata una relazione perversa, non si basa su uno scambio unilaterale nel quale un soggetto si comporta in modo attivo verso il partner che subisce il suo controllo e la sua intrusione, ma č sostenuto da un'idea onnipresente di entrambi i coniugi, quella di formare una coppia ideale e perfetta. Le osservazioni cliniche delle terapie di coppia sono utilizzate per illustrare i processi psicodinamici soggiacenti a questo tipo di relazioni.
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Baldi, Andrea. "Strategie di potere, relazioni di genere e dinamiche familiari nelle Lettere di Annibale Guasco". LaborHistórico 8, n.º 3 (31 de diciembre de 2022): 290–321. http://dx.doi.org/10.24206/lh.v8i3.56323.

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Penzo, Ilaria, Enrichetta Giannetti, Cristina Stefanile y Saulo Sirigatti. "Stili umoristici e possibili relazioni con il benessere psicologico secondo una versione italiana dello Humor Styles Questionnaire (HSQ)". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (julio de 2011): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002004.

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Sono state esaminate, nel contesto italiano, la struttura fattoriale e alcune caratteristiche psicometriche dello HSQ di Martin(2003), nonché le differenze di genere nei diversi stili umoristici e le loro relazioni con il benessere psicologico. Hanno partecipato 242 studenti di scuola media secondaria e di universitŕ. Sono state impiegate le versioni italiane dello HSQ e delle(RPWB). Partendo da correlazioni policoriche, č stata effettuata un'analisi fattoriale esplorativa utilizzando il metodo(ML) per l'estrazione dei fattori e ilper la loro rotazione obliqua. Analisi discriminanti e di regressione lineare multiple sono state condotte per esaminare le relazioni tra le variabili. Sono stati individuati i quattro fattori ipotizzati, anche se non tutti gli item risultano adeguatamente rappresentati; l'affidabilitŕ delle scale, fatta eccezione per una, č adeguata. I partecipanti maschili riferiscono un maggiore uso dello stile. Sono emerse relazioni positive tra gli stiliee negative traee il benessere psicologico. Ulteriori indagini sono richieste per approfondire la natura multifattoriale dello HSQ e le relazioni tra stili di umorismo e benessere psicologico.
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Mega, Carolina, Alessia Canella y Francesca Pazzaglia. "Stile cognitivo visualizzatore in relazione ad abilitŕ immaginative e spaziali". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (marzo de 2010): 47–63. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001003.

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La presente ricerca si č proposta di esaminare, su un campione italiano, le relazioni esistenti tra stili cognitivi, abilitŕ immaginative e spaziali, e di verificare l'esistenza di differenze di genere. Hanno partecipato all'indagine 86 studenti (52 femmine e 34 maschi) di un Liceo Scientifico di Padova. Lo stile cognitivo č stato valutato attraverso tre strumenti: Verbalizer-Visualizer Questionnaire (Richardson, 1977), Object-Spatial Imagery Questionnaire (Blajenkova O., Kozhevnikov M. e Motes M.A., 2006a), Questionario sullo Stile Cognitivo (Kozhevnikov, Kosslyn e Shepard, 2005). Le abilitŕ immaginative e spaziali sono state indagate attraverso il Questionario sulla Vividezza delle immagini mentali (Marks, 1973) e il Mental Rotation Test (Vandenberg e Kuse, 1978). I risultati hanno evidenziato l'esistenza di due differenti tipologie di stile cognitivo visualizzatore, che presentano specifiche abilitŕ nell'elaborazione delle informazioni: i soggetti spatial, che preferiscono immagini schematiche delle relazioni spaziali tra oggetti, riescono meglio in compiti di abilitŕ spaziale. I soggetti object, invece, ottengono punteggi piů elevati nelle misure di vividezza delle immagini mentali. Inoltre differenze di genere sono state rinvenute nello stile cognitivo spatial, con punteggi piů elevati dei maschi.
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Skinner, Patricia. "Room for tension: urban life in Apulia in the eleventh and twelfth centuries". Papers of the British School at Rome 66 (noviembre de 1998): 159–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004268.

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POSSIBILI TENSIONI: VITA URBANA IN PUGLIA NELL'UNDICESIMO E DODICESIMO SECOLOL'espansione economica della Puglia nel secolo undicesimo e succesivi produsse un corrispondente incremento nel numero di documenti che registrano transazioni urbane. Questo studio indaga l'evidenza fornita da tali documenti, concentrandosi in particolare su Bari e sui suoi residenti. Particolarmente utili per lo studio dei gruppi sociali urbani e delle relazioni familiari sono i documenti che registrano dispute e divisoni. È in genere considerato impossible rintracciare dinastie nei documenti pugliesi, tuttavia la famiglia e la sua proprietà rappresentano l'unità dominante dell'organizzazione, occupando spesso diverse case in congiunzione. Divisioni di proprietà erano generate dalla presenza di figli adulti o dalla morte del padre, con il conseguente stralcio della proprietà. Il ruolo delle donne sembra limitato a quello di equipaggiare e gestire la nuova casa e i loro testamenti spesso rivelano lasciti a domestici e schiavi. Tuttavia uno studio focalizzato verso la ricostruzione dell'organizzazione e assegnazione della proprietà delle donne e delle sequenze di nomi, un soggetto atipico nei documenti, può far luce su nuove relazioni tra e all'interno delle famiglie. Il caso della famiglia barese degli Alfaraniti viene utilizzato per mostrare come un cambiamento di prospettiva possa produrre una soluzione al problema della ricostruzione delle relazione familiari.
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Rabaglietti, Emanuela, Maria Fernanda Vacirca y Silvia Ciairano. "Il tempo virtuale nello sviluppo degli adolescenti: opportunitŕ o rifugio?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (mayo de 2011): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001006.

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I giovani trascorrono parte del loro tempo quotidiano esplorando lo spazio virtuale offerto dalle nuove tecnologie, soprattutto il computer, utilizzato per studio o per svago. Attraverso questo studio condotto su 189 adolescenti di ambo i sessi, con un'etŕ media di 16 anni e frequentanti la scuola media di secondo grado, ci proponiamo di: 1) descrivere il tempo giornaliero da essi dedicato all'uso del computer per studio e per svago, le relazioni tra questi due comportamenti e le differenze di genere, fascia d'etŕ e tipo di scuola; 2) indagare nei due generi le relazioni fra tempo dedicato all'uso del computer per studio e per svago e: a) senso di alienazione e percezione positiva di sé; b) soddisfazione per l'esperienza scolastica e autoefficacia scolastica; c) autoefficacia sociale e regolatoria; d) popolaritŕ nel contesto scolastico. I risultati (frequenze, correlazioni, medie, analisi della varianza fattoriale, analisi di regressione gerarchica) evidenziano che per gli adolescenti, soprattutto maschi e studenti di istituti tecnici e professionali, il computer per studio e per svago č un compagno con cui trascorrere parte del tempo quotidiano. Inoltre, le due attivitŕ al computer, formativa e di svago, sono molto legate. Infine, nei maschi emergono relazioni tra bassa popolaritŕ e maggiore uso di computer per studio e tra bassa percezione di sé e maggiore uso di computer per svago; nelle ragazze la bassa soddisfazione per i risultati scolastici si associa ad un maggiore uso del computer per studio.
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Bommassar, Roberta. "La prospettiva di genere: il femminile e il materno, una distinzione dimenticata". MINORIGIUSTIZIA, n.º 3 (enero de 2021): 83–92. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003009.

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Per prospettiva di genere s'intende l'influenza che la differenza di genere ha nelle relazioni familiari, generalmente a discapito della figura femminile che sconta ancora un notevole gap sociale, culturale e politico. L'articolo intende proporre delle riflessioni in merito ad un atteggiamento generalizzato che scotomizza la differenza tra ruolo femminile e ruolo materno. Se nella coppia femminile-maschile il potere è appannaggio del secondo, nella coppia madre-padre è appannaggio del primo. Il mancato riconoscimento di questo doppio registro può indurre ambiguità e manipolazioni, che seppur rilevate dagli operatori del settore, non sembrano ancora far parte del bagaglio culturale e tecnico. Vengono descritte alcune situazioni a esemplificazione di queste riflessioni.
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Sclauzero, P., G. Galli, M. Carraro, G. Barbati y G. O. Panzetta. "Un nuovo fenotipo di pazienti in dialisi è diventato attuale. Ruolo dei componenti della fragilità sulla qualità di vita in questa popolazione: studio trasversale". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 3 (26 de enero de 2018): 31–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1156.

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I pazienti in dialisi presentano spesso diverse componenti della fragilità: comorbidità, disabilità, dipendenza, malnutrizione, deficit cognitivo, inadeguate condizioni sociali, che incidono sulla qualità di vita (QoL). Scopo del lavoro è stato indagare questa relazione essendo la letteratura ancora non conclusiva. Ai 203 pazienti (età media 72.03+11.9 aa; età dialitica 42.6+55.6 mm; 126 m) in dialisi a Trieste l'1 agosto 2010 sono stati misurati: QoL (SF-36), disabilità (scale ADL e IADL), dipendenza (Karnofsky Index), stato nutrizionale (scala SGA) ed analizzato lo stato sociale. Il cluster componente fisica SF-36 (39.3+10.4) è risultato più compromesso di quello mentale: 48.5+8.6 (scala 0–100). I pazienti hanno presentato disabilità fisiche (ADL: 32.5%), strumentali (IADL: 38.4%), malnutrizione (34%), dipendenza (42.9%) e mediamente 3.04 comorbidità (range: 0–8). Il 31.5% vive senza supporto familiare, il 44.5% presenta ridotte relazioni sociali. La regressione lineare multipla ha dimostrato l'effetto negativo di: dipendenza (p<0.001), malnutrizione (p=0.001) e disabilità (p=0.005), escludendo comorbidità significative all'analisi univariata (dati aggiustati per genere, età, età dialitica). La vita in famiglia (p=0.002), il benessere economico (p=0.01) e soprattutto estese relazioni sociali (p<0.001) hanno avuto un ruolo positivo (test ANOVA). Pertanto una QoL soddisfacente è favorita dallo screening precoce, dalla riabilitazione funzionale-nutrizionale e dalla prevenzione dell'isolamento sociale attraverso una rete socio-sanitaria coordinata. (sian) (nursing)
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Tronto, Joan. "Cura e politica democratica. Alcune premesse fondamentali". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 38 (septiembre de 2010): 34–43. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038004.

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A partire dalla definizione di cura elaborata insieme a Berenice Fischer, si argomenta come la cura sia un importante strumento concettuale per qualunque genere di teoria politica. Ciň che diviene essenziale č un'analisi delle dimensioni della cura, delle dinamiche di potere insite in ogni relazione di cura, nonché del piů ampio contesto che modella tali preoccupazioni. L'articolo tratteggia, nello specifico, i caratteri essenziali del rapporto fra cura e politica democratica, che postula la ricerca di una riduzione delle asimmetrie nelle relazioni di cura. Affinché i cittadini democratici svolgano bene i compiti di cura e in un modo compatibile con la vita democratica, essi devono immaginarsi allo stesso tempo sia come soggetti che forniscono cura sia come soggetti che la ricevono. Il grande passo da compiere č dunque avvedersi che l'espressione to care significa sempre sia dare sia ricevere cura e solo quando ciň sarÀ stato pienamente compreso si sarÀ in grado di elaborare una teoria democratica davvero inclusiva che riconosca alla cura il suo giusto posto.
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Lettori, Laura. "Conflitti affettivi nelle relazioni primarie. Omosessualitŕ e coming-out in famiglia". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 18 (septiembre de 2012): 80–93. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018009.

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Il lavoro di ricerca che ho realizzato riguarda la tematica dell'omosessualitŕ e del coming out in famiglia, affrontata a partire da diversi aspetti psicosociali presenti nella vita di tutti giorni: la comunicazione, il conflitto, il potere, l'identitŕ di genere. Ampia parte del lavoro č costituita dall'analisi di alcuni racconti di vita e articoli della stampa quotidiana, nei quali si possono ritrovare dei fili conduttori tipici di coloro che affrontano la prima comunicazione di questo diverso orientamento sessuale. Le relazioni primarie sono al centro di questa ricerca la quale viene arricchita da articoli della stampa quotidiana che, suddivisi per temi, evidenziano nel tempo le costanti di come questa tematica č stata trattata socialmente
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Toffanin, Angela Maria. "Violenza simbolica e asimmetrie di genere in Italia". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 299 (agosto de 2022): 75–99. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299004.

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Nel terzo millennio globalizzato permangono, anche in Italia, diseguaglianze e discriminazioni costruite su differenze individualizzate e appartenenze collettive. Il costrutto di violenza simbolica (Bourdieu 1977, 1998) risulta utile a spiegare come le stratificazioni sociali si riproducano inosservate, anche senza un esercizio esplicito di violenza (Elias e Scotson 1994). I privilegi in termini di opportunità e risorse che derivano dall'essere in una posizione di vantaggio in una determinata struttura sociale, infatti, sarebbero situati in una cornice di senso condivisa sia da chi ne beneficia, sia da chi li subisce. Tale condivisione li rende ovvi, inevitabili, "naturali", apparentemente insuperabili. L'analisi proposta in questo articolo prende il via da uno studio del tema della violenza di genere contro le donne condotto dal 2010; in particolare, approfondiamo le narrazioni di donne latinoamericane residenti in Veneto e impegnate in relazioni familiari e/o professionali con uomini e donne italiani, mettendo in luce i modelli e i ruoli di genere cui si riferiscono nelle costruzioni di senso in cui situano le loro esperienze e le loro decisioni. Inoltre, analizzeremo il processo di ipersessualizzazione che pare naturalizzare discriminazioni razziste e sessiste.
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Celotto, Lucia. "La pazienza di Giobbe: alcune note psicoanalitiche sulle relazioni di coppia conflittuali". INTERAZIONI, n.º 2 (julio de 2010): 101–14. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002009.

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Il lavoro propone una serie di considerazioni teoriche, sviluppate a partire dall'esperienza clinica, sul ruolo della famiglia e della coppia nella funzione di contenitore di elementi psichici condivisi. Ciň che si intende esplorare, facendo ricorso anche a vignette cliniche, riguarda non solo la dinamica di coppia in presenza o meno di un disagio esplicito di uno dei membri della famiglia, ma anche ciň che puň essere fatto oggetto di ulteriori riflessioni a proposito della ripartizione di ruoli e funzioni nella coppia e di ciň che ha un peso nello strutturarsi dell'identitŕ di genere in bambini e bambine. In particolare, vengono prese in considerazione le esplorazioni cliniche di Winnicott sugli elementi maschili e femminili della psiche e le sue considerazioni teoriche sulla dissociazione di tali elementi, sia nella realtŕ disfunzionale del sintomo che in quella funzionale, alla coppia ed al nucleo familiare, relativa alla creazione ed al mantenimento di identificazioni crociate. Segue una disamina dei contributi di M. Milner sull'argomento relativo ai suoi commenti alle tavole di Blake sulla leggenda biblica di Giobbe. Esse sembrano offrire una prospettiva estremamente originale e stimolante alla esplorazione psicoanalitica delle riparti- zioni di elementi scissi all'interno delle dinamiche di coppia ed una conferma ulteriore delle ipotesi di Winnicott.
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Ceva, Lucio. "Il Discorso della Corona e i falsi diari". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 265 (junio de 2012): 620–26. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265006.

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Le autrici riportano alcuni temi emersi nel seminario "Il lavoro che serve alla vita. Percorsi e contraddizioni della dimensione di cura", che si č svolto a Trieste il 24 novembre 2011, organizzato dall'Istituto Saranz, e affrontano la questione del rapporto tra carenze del welfare italiano, migrazioni femminili in continua crescita, disuguaglianze e contraddizioni che si evidenziano nei lavori di cura, con particolare attenzione alle badanti. Le migrazioni femminili transnazionali contemporanee innestano complesse dinamiche conflittuali con implicazioni di genere, generazione e nazionalitŕ. Breadwinners protagoniste o nuove serve segregate in casa, le caregivers che migrano da sole determinano una dislocazione della forza lavoro e delle relazioni affettive. Badanti e collaboratrici familiari si rivelano fondamentali per permettere alle donne occidentali l'emancipazione da una parte del lavoro di cura familiare, facendo emergere la catena globale di subalternitŕ economica e di genere.
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Lemmo, Alice y Andrea Maffia. "Un esempio di introduzione del paradigma relazionale nella scuola media". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 10 (17 de noviembre de 2021): 53–69. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.10.3.

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La rappresentazione simbolica di relazioni tra numeri viene spesso introdotta nella scuola media. Vari autori sostengono che l’adozione di un paradigma relazionale e l’uso di rappresentazioni grafiche possono supportare gli studenti nel primo approccio all’algebra, tuttavia esempi di sequenze didattiche del genere non sono ancora largamente diffusi. Si propone un esempio ispirato al lavoro di Castellini (2016) e, all’interno di un design quasi-sperimentale, se ne valuta l’efficacia usando uno strumento di valutazione appositamente sviluppato che comprende tutte e cinque le componenti dell’apprendimento della matematica di Fandiño Pinilla. Si nota una particolare efficacia in termini di apprendimento strategico e significativi progressi in termini comunicativi.
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Becker, Rotraud. "Fra’ Epifanio Fioravanti, Abenteurer und Agent zur Zeit des Dreißigjährigen Krieges". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, n.º 1 (1 de marzo de 2019): 281–302. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0013.

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Riassunto Il caso dell’eremita agostiniano Epifanio Fioravanti illustra un aspetto particolare della storia dei rapporti diplomatici nell’Europa dell’Età moderna. Esso è esemplicativo per il fenomeno, ben noto nel XVII secolo, che, accanto ai diplomatici ufficialmente incaricati, non raramente venivano investiti di missioni politiche anche membri degli ordini mendicanti. È evidente che tali mandati potevano oltrepassare largamente l’ambito delle trattative informali e della semplice redazione di relazioni, ma includessero potenzialmente anche operazioni segrete, e che vi ricorressero sia i sovrani secolari sia i rappresentanti altolocati della Curia romana. Le stesse nunziature apostoliche venivano coinvolte in rapporti di questo genere e dovevano temere per la loro credibilità.
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Rinaldi, Cirus. "Maschilità "sacrificate", maschilità "esibite" e maschilità "revansciste" nel sex work di strada". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 3 (febrero de 2022): 100–113. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-003006.

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Il presente articolo, approfondendo dei dati etnografici sul sex work maschile di strada raccolti dall'autore tra il 2011 e il 2018, intende evidenziare i significati attribuiti allo scambio sessuo-economico e delineare le relazioni gerarchiche che si definiscono per via della costruzione egemonica di genere e sessuale ma anche, inevitabilmente, per la corresponsione di una paga a seguito di una prestazione con l'obiettivo di identificare le modalità attraverso le quali si costruiscono modelli di maschilità situazionali e negoziate. L'analisi prova che la reputazione maschile deve essere costantemente preservata e dal momento che determina una sorta di rendita da posizionamento, essa è costantemente monitorata e «valorizzata» sia dal sex worker che dai «clienti», in quanto sotto minaccia perenne in contesti in cui in cui appaiono identità "inquinanti" gay.
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Ludovico Arte. "La scuola che cambia con la pandemia". IUL Research 3, n.º 5 (20 de junio de 2022): 278–86. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.205.

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La pandemia ha travolto il tradizionale modo di fare scuola. Insegnanti e studenti si sono trovati chiusi in casa a comunicare tramite un computer. Improvvisamente, i modi ordinari di insegnare e apprendere non sono stati più possibili, anche se alcuni partigiani della vecchia scuola hanno riprodotto imperterriti a distanza le metodologie utilizzate in presenza. Con esiti, in genere, disastrosi. Molti invece si sono messi in discussione, hanno cercato un nuovo modo di educare, una diversa misura nelle relazioni. All’ITT “Marco Polo” di Firenze è stata data voce ai pensieri e alle emozioni di tutti e sono stati attivati sostegni psicologici per adulti e ragazzi. Si è aperto un dialogo tra le diverse componenti della scuola, che ha delineato un discorso collettivo nuovo sulla scuola e sulla società.
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Ferro, Massimo. "Gli ultimi narratori di giustizia: un’esperienza italiana di letteratura dal diritto". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, n.º 2 (24 de febrero de 2019): 544–61. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831668.

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La scrittura narrativa dei giuristi è spesso incentrata sulle stesse esperienze professionalmente praticate, al punto che le scelte autorali, per quanto arbitrarie e creative, tendono ad omologare una comune difficoltà di allontanamento da quegli ambienti. Tuttavia, molte opere e racconti, pur facendo iniziare le loro storie d’invenzione dove finiscono i mestieri, si propongono di sfidare il diritto, cercandone talora un’affermazione postuma, più autentica di quella raggiunta dalla verità giudiziaria. Ed è la grande tradizione dei romanzi civili o comunque dei romanzi di genere, che cioè traggono dalle dinamiche della giustizia, specie investigativa e poi processuale, il substrato di tutte le relazioni, facendo diventare personaggi i soggetti e le parti dell’attività giudiziaria. Per altri autori, invece, proprio il limite della ricostruzione giudiziaria opera da ostacolo ad una ennesima rincorsa verso la verità storica: in tale secondo genere di letteratura, in Italia più recente e praticato da scrittori di provenienza per lo più non penalistica, sarebbe vano espiare la continua colpa dell’approssimazione al reale cui le forme giuridiche la costringono. Il patto con il lettore allora si rovescia: non più il “riordino giusto” della vita, la proiezione dell’ideale nella legge, il destino collettivo raddrizzato, ma la organizzazione dell’oblio. Contro il mondo reale, il romanzo si fa più fantastico, le storie più tarate sulle esistenze dei singoli. Quando l’invenzione mescola ogni fattore costitutivo del diritto, la riscrittura della realtà è completa e però sottotraccia riemerge il riavvicinamento molto abile alla verosimiglianza. Che è forse l’orizzonte più prezioso della maturità del giurista.
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Kimenyi, Mwangi S. "Bureaucratic Rents and Political Institutions". Journal of Public Finance and Public Choice 5, n.º 3 (1 de octubre de 1987): 189–99. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344398.

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Abstract Molti studi sul rent-seeking si concentrano sull’azione di gruppi organizzati che si trovano all’esterno della struttura governativa e sul comportamento dei politici per favorire tali interessi.Viene, in genere, trascurata l’attività di rent-seeking da parte dei membri del governo, su cui si sofferma invece il presente studio, estendendo anche l’analisi al comportamento burocratico nell’ambito dei sistemi istituzionali non democratici.II principale risultato è che il diverso successo delle attività di rent-seeking della burocrazia può essere spiegato dai vincoli istituzionali imposti dai diversi sistemi. Le relazioni tra politici (che autorizzano le spese dei burocrati) e burocrati sono piu strette in un sistema non democratico rispetto a quanto possano esserlo in un sistema democratico, nel quale quindi il processo di rent-seeking diventa comparativamente più difficile.
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Borlini, Barbara, Clara Melzi y Francesco Memo. "Mobilitŕ, accessibilitŕ ed equitŕ sociale". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 94 (abril de 2011): 86–102. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094007.

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Il saggio si occupa delle nuove forme di disuguaglianza nell'accesso alle risorse urbane emergenti nella cittŕ contemporanea. Inizialmente riferito ai luoghi di destinazione degli spostamenti e ai costi diretti e indiretti sostenuti per raggiungerli, il concetto di accessibilitŕ urbana ha allargato la sua valenza e riguarda oggi le differenziate abilitŕ/possibilitŕ che individui e gruppi sociali hanno di contrattare a proprio favore i tempi e gli spazi della vita quotidiana, in modo da compiere le pratiche e mantenere le relazioni che essi ritengono significative per la propria vita sociale. I vincoli all'accesso alle risorse urbane possono essere analizzati facendo riferimento ad un insieme composito di fattori e concause, che rimandano a forme di disuguaglianza sociale sia classiche (reddito, livello culturale, etŕ, genere...) che inedite (sovranitŕ nell'uso del tempo, capitale di mobilitŕ, residenzialitŕ...), come pure alle caratteristiche del sistema infrastrutturale e di trasporto e all'organizzazione e allocazione spazio-temporale delle attivitŕ. Il saggio č composto da una sezione teorica e da una sezione empirica. La sezione teorica č finalizzata a chiarire alcuni nodi problematici relativamente alla definizione del concetto di accessibilitŕ e al nesso mobilitŕ-accessibilitŕ-equitŕ sociale. La sezione empirica presenta i risultati di una ricerca sulle relazioni tra localizzazione residenziale, dotazione di servizi di prossimitŕ e accesso alleurbane realizzata tramite indagine campionaria a famiglie con figli residenti in quartieri centrali, periferici e periurbani di tre aree metropolitane italiane (Milano, Bologna e Torino).
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Pelůcio, Larissa. "Desideri, brasilianitŕ e segreti. Il mercato del sesso nel rapporto tra clienti spagnoli e transessuali brasiliane". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (septiembre de 2010): 153–72. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001007.

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L'etnicizzazione del genere e la sessualizzazione della nazionalitŕ sono gli aspetti che caratterizzano gli incontri tra le transessuali brasiliane e la clientela spagnola nel movimentato commercio del sesso a pagamento in Spagna. In questi incontri sessuali, che sono anche commerciali, l'erotismo alcune volte č messo in relazione ad un esotismo legato non solo alla nazionalitŕ o alla razza, ma anche alla possibilitŕ di avere esperienze sessuali piů eccitanti rispetto a quelle considerate convenzionali. In questo modo, l'associazione che molti clienti fanno tra Brasile e corpo della transessuale puň essere compresa solo alla luce della densa grammatica sessuale che permea queste relazioni. Tali segni si sono strutturati a partire dal retaggio coloniale che ancora perdura, e al quale i flussi migratori odierni hanno attribuito nuovi significati sia per l'intensificarsi della circolazione delle immagini, sia per l'inserimento del Brasile tra le mete del turismo sessuale. Per spiegare le diverse implicazioni del fenomeno mi sono avvalsa del contributo della teoria Queer, alla quale ho associato ulteriori riflessioni di autrici/tori che interpretano il mercato del sesso partendo da un punto di vista poststrutturalista o postcoloniale. Questi quadri concettuali costi-tuiscono la struttura di base nella quale inserire i dati raccolti in un lavoro etnografico realizzato a San Paolo, Madrid e Barcellona, cosě come navigando nei siti Internet spagnoli specializzati nel desiderio sessuale verso le transessuali.
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Capone, Vincenza y Giovanna Petrillo. "Senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera: relazioni con le percezioni di efficacia personale e collettiva e con il burnout". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (marzo de 2012): 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001003.

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Questo lavoro ha indagato il senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera, tenendo conto del genere, del reparto di afferenza e degli anni di permanenza nella struttura. Ulteriore obiettivo č stato quello di indagare la relazione tra il senso di appartenenza di questi operatori sanitari e altre variabili psicosociali, quali le percezioni di efficacia collettiva nella comunicazione in ambito ospedaliero, l'autoefficacia percepita nella comunicazione con il paziente, l'autoefficacia sociale e il burnout. Č stato somministrato un questionario self-report a 840 infermieri (47% maschi e 53% femmine) che lavorano in aziende ospedaliere del Centro e del Sud Italia. I risultati hanno evidenziato livelli piuttosto elevati di senso di appartenenza alla struttura da parte degli infermieri (con differenze per anzianitŕ di servizio e reparto di afferenza) e bassi livelli di burnout. Č stato testato un modello di equazioni strutturali che ha evidenziato come il senso di appartenenza, insieme alle percezioni di autoefficacia comunicativa, risulti un predittore negativo di tutte le dimensioni del burnout. Sono risultati predittori del senso di appartenenza all'azienda ospedaliera le percezioni di efficacia collettiva e l'anzianitŕ di servizio nello stesso ospedale.
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Cirillo, Davide y Filippo Barbera. "Cause e conseguenze degli investimenti agricoli cinesi in Africa: dai Villaggi Baoding all'acquisizione di terra". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 128 (diciembre de 2012): 122–34. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128008.

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La terra č tornata ad essere un asset chiave per la crescita economica delle nazioni. A riguardo, il caso cinese č di particolare interesse. La Cina infatti necessita di risorse naturali esterne per mantenere gli attuali tassi di crescita e la cosiddetta diaspora cinese č una strategia per affrontare lo squilibrio demografico di genere. L'Africa č quindi un partner cruciale per sostenere la strategia di espansione globale cinese. Sullo sfondo di queste considerazioni, l'articolo analizza l'acquisizione di terre nel continente africano da parte della Cina. Si delineano innanzitutto i fattori economici e demografici che spingono la Cina verso le terre africane. Viene poi analizzato il caso dei villaggi Baoding, che hanno per lungo tempo costituito un elemento di attrazione e propaganda degli investitori cinesi in Africa. Infine, si prendono in considerazione le strategie e l'ampiezza del land grabbing cinese in Africa, con riferimento alle conseguenze sui regimi di proprietŕ fondiaria e alle relazioni tra capitale e lavoro.
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Avanzi, Lorenzo. "Analisi del legame fra equità, relazioni conflittuali e disturbi psicofisici, in base alle differenze di genere: un modello di mediazione moderata". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 1 (abril de 2015): 149–60. http://dx.doi.org/10.3280/siss2015-001012.

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Park, Hwan Young y Maria Arioti. "Lo spazio domestico: La tenda (ger) come centro delle relazioni sociali e di genere nella Mongolia post socialista". La Ricerca Folklorica, n.º 40 (octubre de 1999): 47. http://dx.doi.org/10.2307/1479767.

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Crosta, Pierluigi. "Riuso temporaneo, come pratica che ‘apprende' la cittadinanza?" TERRITORIO, n.º 56 (marzo de 2011): 82–83. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056011.

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Le cittŕ sono da sempre interessate da continui fenomeni di riuso ‘funzionale' e da processi di riuso che si presentano in modo assai diverso, pensiamo ai fenomeni di terziarizzazione e quelli di ghettizzazione (fra questi, la gentrification). Cosa ci suggeriscono, invece, i casi di riuso temporaneo? Che possono diventare occasioni, per gli abitanti della cittŕ, di ‘farsi attori' politici. Questa prospettiva ripropone al centro dell'attenzione le pratiche di riuso come costrutti interattivi (tra soggetti di diverso tipo, e tra materie o settori di problemi). Come costrutti, e non sistemi, d'interazione, per sottolineare il carattere di prodotto ‘in corso d'opera' e non predeterminato, che invece rinvia, in genere, alla predefinizione di quali soggetti sono da considerare attori, con quali ruoli e in vista di quali fini. Viceversa, ragionare in termini di costrutti č una strategia per considerare effettivamente aperta, indeterminata l'interazione, durante la quale (e non antecedentemente) si vengono defi nendo gli attori, le materie e gli interessi in gioco, e le relazioni e le regole d'interazione, tra gli uni e gli altri.
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Karlsson Minganti, Pia. "Matrimoni contestati. Giovani musulmani in contesti transnazionali". MONDI MIGRANTI, n.º 2 (enero de 2011): 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002006.

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Nella ricerca accademica si presta sempre piů attenzione al fenomeno del raggiungimento dell'etŕ adulta tra i musulmani di seconda e terza generazione presenti in Europa. Quest'articolo tratta in particolare dei membri delle associazioni islamiche giovanili esistenti in Svezia e in Italia. Presenterň qui un mio nuovo progetto di ricerca, finalizzato allo studio delle trattative sulla pianificazione dei loro matrimoni: con chi, quando, dove e come. Le trattative in questione riguardano l'idea che i giovani hanno del matrimonio islamico, idea che si č venuta formando nel quadro delle emergenti sfere pubbliche dell'Islam. Inoltre, nelle negoziazioni sono coinvolti membri appartenenti a famiglie transnazionali e a network etnici, che hanno orientamenti religiosi diversi e diverse motivazioni nella pianificazione matrimoniale. Poiché i giovani musulmani vivono in Europa, i loro matrimoni sono influenzati anche dagli atteggiamenti e dalle condizioni della societŕ che li circonda. Strutturato in forma di indagine comparata, questo progetto si basa su interviste di carattere qualitativo e osservazioni partecipative tra i giovani attivisti musulmani di due paesi europei: Svezia e Italia. La questione centrale delle trattative di matrimonio č qui presa in esame a partire da ideali, desideri, obblighi e condizioni dei singoli giovani. Tale questione č intesa come un punto di osservazione strategico per l'esame degli aspetti significativi del cambiamento in corso. Da questo punto di osservazione, si ha modo di vedere come le azioni delle persone nella quotidianitŕ si colleghino a processi societari di globalizzazione e alla riorganizzazione delle relazioni di genere. Parole chiave: Giovani musulmani, Svezia, Italia, Matrimonio, Genere, Migrazioni.
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Facchini, Carla y Magali Fia. "Direttrici e i Direttori di Dipartimento in un'università in transizione". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (diciembre de 2021): 168–94. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002007.

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L'università pubblica italiana è stata coinvolta nel 2010, con la legge n. 240, in un processo di riforma ispirato al New Public Management che, tra i suoi aspetti rilevanti, ha visto un mutamento della governance, ovvero degli assetti decisionali di Ateneo e di Dipartimento. Obiettivo del presente lavoro è quello di rilevare le percezioni dei Direttori di dipartimento sugli assetti decisionali nei Dipartimenti nel post-riforma e le valutazioni che dei Direttori sul proprio ruolo, prestando inoltre attenzione alla presenza di eventuali differenze di genere. Come suggerito dalla letteratura, le percezioni dei soggetti coinvolti sono meglio in grado di dare conto, rispetto alle regole formali scritte, delle relazioni di potere che caratterizzano gli as-setti di governance. In particolare, oltre alle percezioni complessive sui mutati as-setti decisionali, ci interessa verificare se vi siano anche differenze di genere per quanto riguarda la percezione della governance nei Dipartimenti e la percezione del proprio ruolo a seconda che a dirigere i il Dipartimento sia un uomo o una don-na. A tal fine si utilizzeranno i dati di una ricerca nazionale effettuata nel 2015 in-viando un questionario a tutti i Direttori di dipartimento delle università italiane. In generale gli assetti decisionali nel post-riforma non sembrano implementare, alme-no per i Dipartimenti, un modello puro di New Public Management, dato che la verticalizzazione appare contenuta e che consistenti sono i bilanciamenti al potere del Direttore negli assetti decisionali. Per quanto riguarda le differenze di genere, esse risultano contenute per quanto riguarda le percezioni di Direttori e Direttrici sull'influenza delle diverse figure accademiche nella governance. Questo apre ad un'interpretazione più in linea con l'esistenza di una pluralità di modelli di gover-nance sia tra gli uomini che tra le donne rispetto ad un'idea di stili di governo ‘ma-schili' e ‘femminili'. Infine, contrariamente a quanto rilevato per i modelli di go-vernance, vi sono differenze di genere abbastanza significative nelle valutazioni dei Direttori e delle Direttrici sul proprio ruolo e sulla rappresentanza del Diparti-mento negli organi di Ateneo. Rispetto ai loro colleghi, infatti, le donne tendono ad essere più autocritiche su entrambi gli aspetti. Questa risultanza appare in linea con il c.d. self-assessment bias, ovvero alla minor propensione femminile a riconoscere - e quindi valorizzare- il proprio ruolo -e conseguentemente, le proprie capacità e competenze. Questo potrebbe ripercuotersi negativamente sul proprio contesto la-vorativo e, in particolare, sulla capacità non solo di contrattare migliori condizioni retributive, ma anche di accedere alle posizioni apicali, accentuando, così, lo spe-cifico svantaggio femminile determinato in primo luogo dalla necessità di concilia-re ruoli professionali e ruoli familiari, ma anche, in non pochi casi, dallo stesso as-setto decisionale in cui si trovano ad operare.
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Vučenović, Natasa. "GRAMMATICALMENTE O IDEOLOGICAMENTE CORRETTO? L’IMPIEGO DEL MASCHILE GENERICO NEI MANUALI DI ITALIANO PER STRANIERI". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (26 de julio de 2022): 229–41. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18176.

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In questo studio si analizza la posizione assegnata al genere maschile nella rappresentazione della sfera professionale in quattro libri di testo di italiano come lingua straniera impiegati nel particolare contesto di insegnamento e apprendimento dell’italiano LS all’Università di Banja Luka, in Bosnia Erzegovina. L’uso del genere maschile per indicare le professioni viene interpretato come un’ideologia linguistica che riflette e perpetua il sessismo e i valori culturali patriarcali che sono in opposizione ai principi di democrazia e di uguaglianza di genere promossi dall’Unione Europea. In linea con gli sviluppi degli studi (socio)linguistici secondo i quali il linguaggio riflette ma anche modella la nostra visione del mondo, si sottolinea l’importanza dei materiali educativi nel processo di trasformazione o riproduzione dei rapporti di potere esistenti. Per decostruire le premesse ideologiche delle politiche linguistiche presenti nei materiali educativi, utilizziamo la CDA (analisi critica del discorso), che è l’approccio teorico e metodologico più adatto per l’analisi delle ideologie nascoste mascherate da norme universali e di senso comune. I risultati indicano che, contrariamente alle raccomandazioni di un uso non sessista della lingua, il genere maschile è regolarmente usato per indicare le professioni femminili, specialmente quelle che connotano il prestigio sociale. Si evidenzia così come i materiali educativi servano da strumenti ideologici che perpetuano relazioni di potere ineguali e legittimano la visione androcentrica del mondo. Grammatically or ideologically correct? The use of the masculine generic in Italian textbooks for foreigners In this study we analyze the position assigned to the masculine generics in the depiction of professional sphere in four textbooks of Italian as a foreign language employed in the particular context of teaching and learning Italian FL at the University of Banja Luka, Bosnia and Herzegovina. We interpret masculine generics as a language ideology that reflects and perpetuates sexism and patriarchal cultural values that are in opposition to the principles of democracy and gender equality promoted by the European Union. In line with the developments in (socio)linguistic studies according to which language reflects but also shapes our vision of the world, we emphasize the importance of the educational materials in the process of transforming or reproducing the existing power relations. In order to deconstruct the ideological premises of language policies incorporated in the educational materials we employ CDA (critical discourse analysis) which is the most suitable theoretical and methodological approach for the analysis of hidden ideologies masked as universal norms and common sense. The results indicate that, contrary to the recommendations of non-sexist language use, masculine generics are regularly used to indicate female professions, especially those that connote social prestige. In line with this we conclude that educational materials serve as ideological instruments that perpetuate unequal power relations and legitimize androcentric vision of the world.
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Luni, M. "Il Forum–Caesareum di Cirene e la moderna riscoperta". Libyan Studies 25 (enero de 1994): 191–210. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006348.

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Agli inizi dell'Ottocento si assiste al sorgere e al diffondersi di particolare interesse da parte di esponenti della cultura e della diplomazia internazionale verso gli imponenti resti archeologici di Cirene e di altre città della Tripolitania e della Cirenaica, che diventano meta di visita. Nella circostanza vengono in genere compilati diari di viaggio e relazioni, spesso illustrati da disegni di monumenti antichi e talvolta anche da preziose carte topografiche in cui sono evidenziate ampie aree di affioramento di ruderi e tracce superstiti di viabilità cittadina ed extraurbana.Si tratta generalmente di documentazione poco omogenea, talvolta occasionale e frutto di osservazioni del tutto personali. Di estrema rilevanza sono comunque i dati che è possibile desumere da questo tipo di ‘fonte’, spesso dovuti allo spirito di osservazione di personaggi dai vasti interessi e anche a casualità, ma sempre assai utili a comprendere il clima di indagine pionieristica della prima metà dell'Ottocento e le tappe decisive della riscoperta di Cirene.La città, per altro, era nota alla cultura storico-archeologica dell'epoca attraverso la documentazione costituita dalle fonti letterarie classiche (una delle prime sintesi è in Thrige, 1819). Esse costituiscono un valido supporto di base che accompagna vari viaggiatori nella ricerca del sito su cui sorgeva Cirene e della sua antica conformazione. Gli appunti di viaggio in seguito vengono ulteriormente elaborati e prendono corpo in opere che hanno avuto in qualche caso ampia fortuna in Europa e che hanno costituito il primo fondamento della moderna conoscenza e del rifiorire degli studi e delle ricerche sulla ‘Atene d'Africa’.
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Trębski, Krzysztof. "LA QUESTIONE “GENDER”: UNA SFIDA PER L’ANTROPOLOGIA CRISTIANA". Forum Teologiczne 20 (13 de diciembre de 2019): 97–108. http://dx.doi.org/10.31648/ft.4806.

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La teoria del “gender” si riferisce all’opinione che l’identità sessuale non è determinata dal sesso biologico di una persona, ma indica il genere in cui un individuo si identifica in base ai propri desideri soggettivi. Tale teoria tratta le differenze tra i sessi come elettive e socialmente costruite. Sostiene che una persona può nascere con un corpo che non corrisponde all’identità maschile o femminile “percepita”. Questo ha profonde implicazioni sociali: nega la differenza e la reciprocità nella natura di un uomo e una donna e immagina una società senza differenze sessuali, eliminando così la base antropologica della famiglia.La Chiesa cattolica respinge questa ideologia, insegnando che Dio crea le persone come maschio o femmina e che il corpo e l’anima sono così uniti da formare un essere completo; quindi la differenza sessuale non è un incidente o un difetto, ma è un dono di Dio che aiuta le persone ad avvicinarsi l’uno all’altra e a Dio stesso. La Chiesa afferma altresì che il proprio sesso biologico fa parte del piano divino e che ogni persona dovrebbe riconoscere e accettare la propria identità sessuale basata sulla complementarietà dei sessi. Ogni persona è chiamata a sviluppare la propria identità sessuale in un modo che integri la propria mascolinità o femminilità nell’ambito delle relazioni con gli altri.L’articolo presenta l’insegnamento del Magistero della Chiesa cattolica e spiega che la complementarità tra i sessi non è intesa come fonte di oppressione o disuguaglianza, ma testimonia la bellezza del piano di Dio per l’umanità.
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Garista, Patrizia y Cristina Coccimiglio. "Digital resilient narratives. Pedagogic gender frailties crossing time and space in emergency". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 422–30. http://dx.doi.org/10.36253/form-12608.

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In times of crisis, vulnerable groups face more challenges and experience a greater sense of exclusion, due to being separated from positive relationships, caregivers, supporters. A challenge that many women face is having multiple identities as mothers, workers, wives, caregivers. However, fragility can become the wheel of positive change if well supported by technologies and appropriate educational strategies. We know how narratives can serve to hold all these identities together, creating a digital space, where everyone can recognize similar stories or share their own. This article proposes a theoretical reflection on gender frailties during the time of the pandemic, and reflects on spaces and time which generate digital resilient narratives. Narrazioni digitali resilienti. Le fragilità educative al femminile attraversano spazi e tempi dell’emergenza. In tempo di crisi, i gruppi vulnerabili devono affrontare più sfide e vivere di più la dimensione dell'esclusione, lontani da relazioni positive, caregivers, sostenitori. Tra loro, le donne si trovano a dover agire con le loro molteplici identità di madri, lavoratrici, mogli, caregivers. Tuttavia, la fragilità può essere riscattata se supportata da tecnologie e strategie educative e formative adeguate. Soprattutto sappiamo come le narrazioni condivise anche digitalmente creino uno spazio dove ognuno può riconoscere storie simili o condividerne una propria. Questo articolo propone una riflessione teoretica sulle fragilità attraverso uno sguardo di genere durante il periodo della pandemia, riflettendo su spazi e tempi che generano narrazioni resilienti digitali.
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SILVA, Dhones Stalbert Nunes, Marcelo Henrique Gonçalves de MIRANDA y Maria do Carmo Gonçalo SANTOS. "Homofobia e interseccionalidade: sentidos condensados a partir de uma pesquisa bibliográfica". INTERRITÓRIOS 6, n.º 10 (14 de abril de 2020): 200. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244903.

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RESUMO Atualmente, diante de um crescimento neoconservador e neoliberal, as práticas homofóbicas se tornaram mais frequentes e evidenciadas, sobretudo, quando se tem outros marcadores de subalternidades como gênero, classe, raça, dentre outros. Tais interseccionalidades trazem relações de poder que reproduzem violências, exclusões e desigualdades sociais. A partir desse contexto, torna-se necessário analisar os sentidos veiculados em textos de produções teóricas abordados em uma disciplina de formação continuada de docentes. Assim, temse como objetivo geral analisar os sentidos condensados sobre a homofobia e suas relações com as interseccionalidades, contidos em textos teóricoepistemológicos, em uma disciplina da Pós-Graduação stricto sensu, na área de educação em Pernambuco. Dessa maneira, a pesquisa é qualitativa e foi realizada a partir da pesquisa documental e bibliográfica. Como resultados foi constatado que os quatro textos partem de uma perspectiva construtivista ou desconstrutivista. E que três deles estabelecem relações entre homofobia, lesbofobia e sinaliza para interseccionalidades entre gênero, classe e raça. Entretanto, sublinha-se que é necessária a ampliação dessas interseccionalidades com a homofobia e lesbofobia, como campo de saber, visto que permitirá que os estudantes desconstruam sentidos naturalizados e essencialistas que categorizam indivíduos como corpos abjetos.Homofobia. Interseccionalidade. Abordagens teóricas. Homophobia and intersectionality: condensed meanings from a bibliographic researchABSTRACTCurrently, in face of a neoconservative and a neoliberal growing wave, homophobic practices have become more common and are shown especially when there are other markers of subalternities such as gender, class, race, among others. Such intersections bring power relations that reproduce violence, exclusions and social inequalities. From this context, it is necessary to analyze the meanings conveyed in texts of theoretical productions addressed in a discipline of continuing education for teachers. Thus, the general goal is to analyze the condensed meanings about homophobia and its relations with the intersectionality, contained in theoretical-epistemological texts in a graduation course, in the area of education in Pernambuco. In this way, it is qualitative and was carried out based on documentary and bibliographic research. As a result, it was found that the four texts start from a constructivist or deconstructivist perspective. And that three of them establish relationships between homophobia, lesbophobia signals for intersectionality among gender, class and race. However, it is emphasized that it is necessary to expand these intersectionalities with homophobia and lesbophobia as a field of knowledge since it will allow students to deconstruct naturalized and essentialist senses that categorize individuals as abject bodies.Homophobia. Intersectionality. Theoretical approaches. Homofobia e interseccionalidad: sentidos condensados de una búsqueda bibliográficaRESUMEN Actualmente, frente al crecimiento neoconservador y neoliberal, las prácticas homofóbicas se han vuelto más frecuentes y evidentes, especialmente cuando hay otros marcadores de subalternidades como el género, la clase, la raza, entre otros. Tal interseccionalidad trae relaciones de poder que reproducen violencia, exclusiones y desigualdades sociales. Desde este contexto, es necesario analizar los significados transmitidos en textos de producciones teóricas abordadas en una disciplina de educación continua para docentes. Por lo tanto, el objetivo general es analizar los significados condensados sobre la homofobia y sus relaciones con las interseccionalidades, contenidos en textos teóricoepistemológicos, en una disciplina de Post-Graduación stricto sensu, en el área de la educación en Pernambuco. De esta forma, el estudio es cualitativo y se realizó en base a la investigación documental y bibliográfica. Como resultado, se encontró que los cuatro textos comienzan desde una perspectiva constructivista o deconstructivista. Y que tres de ellos establecen relaciones entre homofobia, lesbofobia y muestran señales con la interseccionalidad entre género, clase y raza. Sin embargo, se enfatiza que es necesario expandir estas interseccionalidades con la homofobia y la lesbofobia, como un campo de conocimiento, ya que permitirá a los estudiantes deconstruir los sentidos naturalizados y esencialistas que categorizan a los individuos como cuerpos abyectos.Homofobia. Interseccionalidad. Enfoques teóricos. Omofobia e intersezionalitá: sensi condensati da una ricerca bibliograficaSINTESEAttualmente, di fronte alla crescita neoconservativa e neoliberale, le pratiche omofobe sono diventate più frequenti ed evidenti, specialmente quando ci sono altri marcatori di subalternità come genere, classe, razza, tra gli altri. Tale intersezionalità porta relazioni di potere che riproducono violenza, esclusioni e disuguaglianze sociali. Da questo contesto, è necessario analizzare i significati trasmessi nei testi delle produzioni teoriche affrontati in una disciplina di formazione continua per gli insegnanti. Pertanto, l'obiettivo generale è quello di analizzare i significati condensati sull'omofobia e le sue relazioni con le intersezionalità, contenuti nei testi teorico-epistemologici, in una disciplina di Stricto sensu post-laurea, nell'area dell'educazione a Pernambuco. In questo modo la ricerca è qualitativa ed è stata condotta sulla base di ricerche documentarie e bibliografiche. Di conseguenza, si è scoperto che i quattro testi partono da una prospettiva costruttivista o decostruttivista. E che tre di loro stabiliscono relazioni tra omofobia, lesbofobia e segnali di intersezionalità tra genere, classe e razza. Tuttavia, si sottolinea che è necessario espandere queste intersezioni con l'omofobia e la lesbofobia, come campo di conoscenza, poiché consentirà agli studenti di decostruire i sensi naturalizzati ed essenzialisti che categorizzano gli individui come corpi abietti.Omofobia. Intersezionalità. Approcci teorici.
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Locatelli, Carla. "Confini di genere e generi di confini: genealogie postmoderne". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 18 (septiembre de 2012): 21–27. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018004.

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Alla luce delle molteplici valenze che il termine "genere" ha assunto storicamente, si rivisitano qui i suoi limiti semantici, non solo in relazione a dicotomie tradizionali (sesso/genere; maschile/femminile), ma anche a grappoli di concetti prodotti in diverse discipline e prassi che ne hanno appropriato valenze specifiche, funzionali a diverse "volontŕ di sapere". Prassi emancipatorie ed epistemologie decostruttive producono discorsi con finalitŕ radicalmente diverse: la realizzazione di progetti politici e/o la decostruzione della rappresentazione di genere. Il saggio cerca di delineare la co-esistenza di teorizzazioni e pratiche nella realtŕ contemporanea e gli effetti che producono nel pensare identitŕ e sessualitŕ.
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Rondanini, Daniele. "Il rapporto analitico con il paziente rabbioso". PSICOBIETTIVO, n.º 1 (marzo de 2021): 34–46. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-001004.

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L'introiezione dell'immagine distorta di sé derivata dall'identificazione con il genitore abusante genera l'insediamento nel proprio sistema psichico di un sé alieno che può avere le caratteristiche di un sé sabotante, capace di attaccare e minare le realizzazioni e le relazioni sane, proprie e altrui, con pensieri, comportamenti e atteggiamenti distruttivi e autodistruttivi di natura narcisistica, grandiosa e rabbiosa. La stessa cura analitica è indotta ad affrontare l'ostilità del paziente nel setting. Per essere efficace, l'analista, oltre a intendere il non analizzato del paziente grazie al proprio controtransfert, persegue un costante impegno di autoanalisi per riconoscere ed elaborare i propri "resti non analizzati", che la relazione terapeutica lascia emergere, così da favorire lo sviluppo della cura e della relazione stessa.
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Caputi, Rosastella y Valentina Iavasile. "Intimitŕ, sessualitŕ e tradimento nella coppia". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 34 (diciembre de 2011): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34006.

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Viene esplorata la dimensione dell'intimitŕ di coppia, dando particolare rilievo alle dinamiche relazionali implicate nella sessualitŕ e nel tradimento. In primo luogo, vengono delineate le differenze di genere nell'atto sessuale e gli aspetti non relazionabili presenti in ogni relazione di coppia. Č stata messa in luce la dialettica in cui trova spazio il tradimento. In tale prospettiva vengono descritte due "tipologie" di tradimento: il tradimento in "chat", in cui l'altro č un altro virtuale e lo scambismo, ovvero un paradosso in termini, in cui l'esperienza dell'inclusione di un terzo nella relazione č codificata da entrambi i partner.
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La Rosa, Cecilia y Alessandra Muscetta. "Relazioni precoci e relazione terapeutica. Come raggiungere l'alleanza terapeutica?" PSICOBIETTIVO, n.º 1 (agosto de 2010): 17–31. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-001002.

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Il presente lavoro illustra in che modo oggi, con maggiore forza, anche nell'ambito delle psicoterapie cognitive-comportamentali, si assegni un ruolo centrale alla valutazione e alla regolazione della relazione terapeutica fin dai primi momenti del processo terapeutico. Le conoscenze sui fattori che contribuiscono alla costruzione di una buona alleanza, sui fattori implicati nelle sue fratture e sulle strategie piů adatte nella risoluzione di esse, fanno parte di quel bagaglio prezioso di strumenti di cui un terapeuta interessato al mantenimento di una buona relazione non puň fare a meno, ai fini di una reale e duratura efficacia dell'intervento.
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MARTINS, Luisa Bitencourt y Daniela AUAD. "Lésbicas na academia: visibilidades relâmpago, transparente e palpável". INTERRITÓRIOS 6, n.º 10 (14 de abril de 2020): 105. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244896.

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RESUMOCom o objetivo de compreender a presença das lésbicas na produção acadêmica, este trabalho considera o conceito de heterossexualidade compulsória e leva em conta as interseccionalidades de gênero, raça e classe. Foi feita revisão bibliográfica em anais das últimas três edições de três eventos representativos: Reunião Nacional da ANPEd, Seminário Internacional Fazendo Gênero e Seminário Internacional Desfazendo Gênero. De um corpus com 145 artigos sobre ensino superior, gênero e feminismos, agrupados em 10 categorias, selecionamos a categoria Ações na Universidade para análise neste artigo, contendo16 trabalhos. A palavra lésbica e derivadas ou sinônimas desta foram buscadas e foram encontradas em 8 trabalhos: 3 mencionam lésbicas, 4 mencionam apenas sigla da diferença entre a população LGBT e apenas 1 discorre aprofundadamente sobre ser lésbica. A partir da análise, foi possível concluir que os textos não representam lésbicas, não trazem abordagens interseccionais e dão margem para uma visão homogênea da população LGBT.Lésbicas. Ensino Superior. Feminismos. Relações de Gênero. Educação. Lesbians in academy: flashing, transparent and palpable visibilitiesABSTRACTIn order to understand the presence of lesbians in academic production, this paper considers the concept of compulsory heterosexuality and takes into account the intersectionalities of gender, race and class. Bibliographic review was made in annals of the last three editions of three representative events: ANPEd National Meeting, International Seminar Making Gender and International Seminar Undoing Gender. From a corpus with 145 articles on higher education, gender and feminisms, grouped into 10 categories, we selected the University Actions category for analysis in this article, containing 16 papers. The word lesbian and its derivatives or synonyms were searched and found in 8 papers: 3 mention lesbians, 4 mention just marking the difference between the LGBT population and only 1 discusses deeply being a lesbian. From the analysis, it was concluded that the papers do not represent lesbians, do not bring intersectional approaches, contributing for a homogeneous view of the LGBT population. Lesbian. Higher Education.Feminisms. Gender Relations. Education. Lesbianas en la universidad: visibilidades efímeras, transparentes y palpablesRESUMENPara comprender la presencia de lesbianas en la producción académica, este artículo considera el concepto de “heterosexualidad compulsoria” y tiene en cuenta la interseccionalidad de género, raza y clase. Se realizó una revisión bibliográfica en los anales de las últimas tres ediciones de tres eventos representativos: Reunión Nacional ANPEd, Seminario Internacional Making Gender y Seminario Internacional Undo Gender. De un corpus con 145 artículos sobre educación superior, género y feminismos, agrupados en 10 categorías, seleccionamos la categoría Acciones en la Universidad para su análisis en este artículo, que contiene 16 artículos. La palabra lesbiana y sus derivados o sinónimos se encontraron en 8 trabajos: 3 mencionan a las lesbianas, 4 mencionan solo la abreviatura de la diferencia entre la población LGBT y solo 1 discute profundamente sobre ser lesbiana. A partir del análisis, fue posible concluir que los textos no representan a las lesbianas, no brindan enfoques interseccionales y permiten una visión homogénea de la población LGBT.Lesbianas. Enseñanza superior. Feminismos. Relaciones de Género. Educación. Lesbiche all'università: visioni effimere, trasparenti e palpabili SINTESE Per comprendere la presenza di lesbiche nella produzione accademica, questo articolo prende in considerazione il concetto di "eterosessualità obbligatoria" e tiene conto dell'intersezionalità di genere, razza e classe. Una revisione bibliografica è stata effettuata negli annali delle ultime tre edizioni di tre eventi rappresentativi: ANPEd National Meeting, International Making Gender Seminar e Undo Gender International Seminar. Da un corpus con 145 articoli su istruzione superiore, genere e femminismo, raggruppati in 10 categorie, selezioniamo la categoria Azioni dell'Università per l'analisi in questo articolo, che contiene 16 articoli. La parola lesbica e i suoi derivati o sinonimi sono stati trovati in 8 articoli: 3 menzionano lesbiche, 4 menzionano solo l'abbreviazione della differenza tra la popolazione LGBT e solo 1 discute profondamente sull'essere lesbica. Dall'analisi, è stato possibile concludere che i testi non rappresentano le lesbiche, non forniscono approcci intersezionali e consentono una visione omogenea della popolazione LGBT. Lesbiche. Istruzione Superiore. Femminismi. Relazioni di genere. Istruzione.
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Procacci, Michele. "Le conseguenze dell'amore. Distacco e solitudine". PSICOBIETTIVO, n.º 1 (marzo de 2012): 120–25. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001008.

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Il caso di G. permette di fare alcune osservazioni sulla psicopatologia e sulle strategie terapeutiche utilizzabili in un caso del genere. G. viene inquadrata come un individuo con sintomi di compartimentazione dissociativa emersi in seguito ad una relazione affettiva avvenuta in etŕ matura. Le modalitŕ descritte della relazione, cosě come precedenti situazioni relazionali vissute da G. in famiglia, portano all'ipotesi di una co-presenza di un tratto dipendente di personalitŕ. Vengono analizzate le due condizioni di sofferenza psicopatologica e di eventuale co-esistenza nel descrivere le dinamiche di mantenimento e poi di scompenso psicopatologiche del caso. Alcune brevi note sulle strategie terapeutiche da adottare in una prospettiva cognitiva vengono aggiunte a conclusione del commento.
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Smorti, Martina y Silvia Guarnieri. "Le relazioni fraterne durante la vita adulta". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (mayo de 2012): 39–61. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001003.

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Le relazioni fraterne costituiscono un punto di riferimento centrale per la vita affettiva dell'individuo durante l'intero arco di vita in quanto promuovono la sua competenza cognitiva, affettiva e sociale e contribuiscono fortemente al suo generale benessere psicologico. Nonostante la rilevanza di tali relazioni, risultano ancora scarsi gli studi sulla qualità che connota questi legami durante la vita adulta. La presente ricerca intende quindi indagare la qualità delle relazioni fraterne durante la vita adulta ed esaminare il ruolo che tali relazioni hanno nella promozione della globale qualità di vita dell'individuo. Partecipanti. 288 soggetti (124 maschi e 164 femmine), divisi in due diverse fasce d'età: 148 giovani adulti d'età compresa tra i 20 e i 35 anni e 140 adulti di età compresa tra i 40 e i 55 anni. Strumenti. Per misurare gli aspetti qualitativi che connotano la relazione fraterna è stata utilizzata la versione italiana (Tani, Guarnieri, Ingoglia, submitted) dell'Adult Sibling Relationship Questionnaire - ASRQ (Stocker, Lanthier, Furman, 1997). Per rilevare la qualità di vita è stato utilizzato il cluster Qualità di Vita del Psychological Treatment Inventory - PTI (Gori, Giannini, Schulberg, 2008). I risultati hanno evidenziato come durante la vita adulta, in relazione al raggiungimento di una maggiore maturità, si attenuino alcuni aspetti del legame fraterno legati alla conflittualità e alla rivalità e, parallelamente, acquistino maggiore rilevanza gli aspetti legati all'affettività. La qualità della relazione fraterna risulta inoltre essere un significativo predittore della qualità di vita anche durante l'età adulta.
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Lupoi, Sergio, Mauro Falchetti y Milena Jedlowski. "La casa degli specchi. Le identitŕ di genere come processo evolutivo nella differenza e nella reciprocitŕ". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 30 (junio de 2010): 19–33. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030002.

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Nella prima parte del testo gli autori provano a dare delle risposte ad una serie di quesiti riguardanti le identitŕ di genere, cercando di rintracciare i meccanismi che permettono la sopravvivenza e la trasmissione delle identitŕ (attraverso i processi relazionali), partendo da quattro dimensioni specifiche in cui si sviluppa l'essere umano: genetica, evoluzionistica, neurobiologica e antropologico-culturale. Nella seconda parte, ipotizzando l'esistenza di una trasmissione transgenerazionale dell'identitŕ di genere, gli autori si chiedono in che modo questa avvenga tra le mura domestiche e quale peso giochi la presenza di generazioni diverse nella famiglia nel creare le condizioni per un certo sviluppo del maschile, del femminile e della relazione tra i due.
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Cavaleri, Pietro A. y Giancarlo Pintus. ""Essere-con" nel mondo di oggi. Dialogo sulla cultura della relazione". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (octubre de 2010): 35–49. http://dx.doi.org/10.3280/gest2010-001003.

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I due psicologi dialogano sulla relazione umana nell'attuale contesto sociale e culturale, sviluppando una lettura in chiave fenomenologica dei cambiamenti epocali nelle relazioni di coppia, familiari, nei gruppi e nella polis. Sulla scorta della metafora post-moderna della relazione come di "una zattera senza timone", i due autori si confrontano sulle opportunitŕ offerte dal superamento del primato della societŕ sull'individuo, ma anche sulle nuove paure e i nuovi quadri psicopatologici correlati a un'individualitŕ sempre piů sganciata dallo sfondo del proprio ground di sicurezze. La relazione si configura allora come uno spazio sacro all'interno del quale nasce la mente, evento relazionale e di confine, ed emerge il bisogno di una nuova alfabetizzazione relazionale.
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Cigoli, Vittorio. "Cogliere il midollo del cedro". TERAPIA FAMILIARE, n.º 128 (mayo de 2022): 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-128002.

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L'autore introduce un viaggio tra le "Vecchie e nuove frontiere della terapia familiare" a partire da una rassegna dei numeri speciali della rivista Terapia Familiare pubblicati dalla sua fondazione al 2005. Viene individuato un filo conduttore tra gli articoli contenuti in quei numeri che segue alcuni temi unificanti: l'eredità del movimento familiare e la sua rappresentazione; i sentimenti fondamentali nei confronti della relazione familiare che emergono in quella eredità; le diverse concezioni della relazione e la loro etica; l'influsso dell'eredità del movimento sul percorso formativo di coloro che scelgono di apprendere a fare psicoterapia nelle scuole relazionali e sistemiche. Il titolo allude al midollo della pianta, il suo cuore essenziale, che piantato genera il nuovo.
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