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Artículos de revistas sobre el tema "Relazione asimmetrica"

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Pertile, Marco. "Gli obblighi di diligenza delle imprese e i minerali provenienti da zone di conflitto: riflessioni sull'origine e sulla rilevanza del concetto di conflict minerals". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 171 (diciembre de 2021): 391–420. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171002.

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Resumen
Il presente contributo esamina la relazione tra i più recenti strumenti giuridici sulla due diligence obbligatoria, adottati o in via di adozione a livello statale e sovranazionale, e i precedenti strumenti sui conflict minerals. L'analisi dimostra che gli strumenti recenti, pur prevedendo per le imprese obblighi di diligenza ad ampio spettro, non regolano in modo specifico le situazioni di conflitto armato. Gli strumenti precedenti sui conflict minerals prevedono invece forme di due diligence asimmetrica che regolano in modo parzialmente difforme le relazioni tra le imprese e i governi, da un lato, e quelle tra le imprese e gli insorti, dall'altro. L'autore ritiene che gli obblighi di due diligence in situazioni di conflitto dovrebbero ispirarsi a parametri ugualmente applicabili a tutte le parti. I nuovi strumenti di due diligence generale dovrebbero (o avrebbero dovuto) disciplinare gli obblighi di diligenza delle imprese in tutti i contesti, attraverso il riferimento alle norme sulla tutela dei diritti umani e al diritto internazionale umanitario.
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Tronto, Joan. "Cura e politica democratica. Alcune premesse fondamentali". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 38 (septiembre de 2010): 34–43. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038004.

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Resumen
A partire dalla definizione di cura elaborata insieme a Berenice Fischer, si argomenta come la cura sia un importante strumento concettuale per qualunque genere di teoria politica. Ciň che diviene essenziale č un'analisi delle dimensioni della cura, delle dinamiche di potere insite in ogni relazione di cura, nonché del piů ampio contesto che modella tali preoccupazioni. L'articolo tratteggia, nello specifico, i caratteri essenziali del rapporto fra cura e politica democratica, che postula la ricerca di una riduzione delle asimmetrie nelle relazioni di cura. Affinché i cittadini democratici svolgano bene i compiti di cura e in un modo compatibile con la vita democratica, essi devono immaginarsi allo stesso tempo sia come soggetti che forniscono cura sia come soggetti che la ricevono. Il grande passo da compiere č dunque avvedersi che l'espressione to care significa sempre sia dare sia ricevere cura e solo quando ciň sarÀ stato pienamente compreso si sarÀ in grado di elaborare una teoria democratica davvero inclusiva che riconosca alla cura il suo giusto posto.
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Durand, Jorge. "Le asimmetrie del potere. Politiche migratorie fra Messico e Stati Uniti". MONDI MIGRANTI, n.º 2 (octubre de 2009): 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002004.

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Nel corso degli ultimi 100 anni l'azione politica del Messico ha attraversato cinque fasi: i primi decenni del ventesimo secolo con l'attuazione di interventi finalizzati a dissuadere i potenziali migranti dal lasciare il Messico; una politica di negoziazione durante e dopo la seconda guerra mondiale; un approccio orientato al "laissez faire" negli anni '70 ed '80, una politica della "limitazione dei danni" negli anni '90; infine le proposte ed i discorsi centrati sulla "responsabilitŕ condivisa". Questo contributo esamina ogni fase e come queste abbiano dato forma alle contemporanee modalitŕ di relazione tra gli Usa ed il Messico in relazione ai processi migratori e alla direzione delle politiche migratorie del Messico.
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Giuseppe, Civitarese. "L'intermedietŕ come paradigma epistemologico in psicoanalisi". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 17 (diciembre de 2011): 40–55. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017004.

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Resumen
La psicoanalisi si occupa specificamente di processi intermedi. Freud chiama quest'area "das Zwischenreich", il regno di mezzo, il "qualcosa tra": l'in-between o l'halfway region delle traduzioni inglesi. Si puň dire che ciň che potremmo definire come "il paradigma dell'intermedietŕ" č assolutamente centrale in psicoanalisi. In questo lavoro viene illustrato il "paradigma dell'intermedietŕ" a partire dalla prospettiva della teoria del campo analitico, la sua declinazione, nell'opinione dell'autore, piů recente, coerente e radicale. Si affrontano inoltre i temi correlati del soggetto dell'analisi e del parametro simmetria/ asimmetria nella relazione terapeutica.
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Premoli De Marchi, Paola. "L’etica del potere come fondamento della fiducia nelle relazioni di cura / Power ethics founds trust in care relationships". Medicina e Morale 66, n.º 3 (3 de julio de 2017): 325–43. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.495.

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L’articolo parte dal presupposto che la fiducia sia una componente irrinunciabile delle relazioni umane, e questo emerge in modo esemplare nelle relazioni tipiche delle professioni di cura, perché queste sono per loro natura asimmetriche e hanno un destinatario che si trova in una situazione di vulnerabilità. Lo scopo del saggio è quello di analizzare le relazioni di potere e i suoi presupposti etici, così da individuare le forme corrette e scorrette di potere. Si analizza dunque il potere dal punto di vista del suo oggetto, delle sue motivazioni e delle sue intenzioni. Per quanto riguarda l’oggetto dell’azione di potere, esso può avere come scopo quello di migliorare o far crescere, quello di conservare e proteggere, e quello di distruggere. Per quanto riguarda le motivazioni, chi ha potere può voler migliorare le cose, affermare se stesso, godere dei benefici del potere, esprimere amore o esprimere odio. Per quanto riguarda, infine, le intenzioni, il potere può essere esercitato in modo strumentale, servendosi di qualcosa o qualcuno, oppure con la volontà di asservire a sé l’altro, oppure perché si vuole servire l’altro. Considerare tutti questi aspetti permette di individuare un modo buono di esercitare il potere, ma anche le patologie nelle relazioni di potere, e dunque in che modo l’abuso di potere può minare la relazione di fiducia nelle professioni della cura. ---------- The paper assumes that trust is an essential component in human relationships, and we can see this especially in the relationships of the caring professions: they are by their nature asymmetric and their recipient is in a vulnerable situation. The purpose of the essay is to analyze the essence of power and its ethical requirements, so as to identify right and wrong forms of power relationships. I therefore examine power as to its object, motives and intentions. As regards the object of the power action, this can have the purpose of a) improvement or growth, of b) preservation and protection, and of c) distruction. As concerns motivation, those with power may want to make the world better than it is, to affirm themselves, to enjoy the benefits of power, to express love or hatred. As regards, finally, the intentions, the power can be exercised in an instrumental way, making use of something or someone, or with the aim to enslave another, or because you want to serve others. If we consider all these aspects, we can find the morally good way of exercising power, but also the diseases in the power relationships, and thus see how the abuse of power can undermine trust in the professions of care.
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Toffanin, Angela Maria. "Violenza simbolica e asimmetrie di genere in Italia". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 299 (agosto de 2022): 75–99. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299004.

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Nel terzo millennio globalizzato permangono, anche in Italia, diseguaglianze e discriminazioni costruite su differenze individualizzate e appartenenze collettive. Il costrutto di violenza simbolica (Bourdieu 1977, 1998) risulta utile a spiegare come le stratificazioni sociali si riproducano inosservate, anche senza un esercizio esplicito di violenza (Elias e Scotson 1994). I privilegi in termini di opportunità e risorse che derivano dall'essere in una posizione di vantaggio in una determinata struttura sociale, infatti, sarebbero situati in una cornice di senso condivisa sia da chi ne beneficia, sia da chi li subisce. Tale condivisione li rende ovvi, inevitabili, "naturali", apparentemente insuperabili. L'analisi proposta in questo articolo prende il via da uno studio del tema della violenza di genere contro le donne condotto dal 2010; in particolare, approfondiamo le narrazioni di donne latinoamericane residenti in Veneto e impegnate in relazioni familiari e/o professionali con uomini e donne italiani, mettendo in luce i modelli e i ruoli di genere cui si riferiscono nelle costruzioni di senso in cui situano le loro esperienze e le loro decisioni. Inoltre, analizzeremo il processo di ipersessualizzazione che pare naturalizzare discriminazioni razziste e sessiste.
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Cogliani, Maurizio. "Musica e bellezza. Sinestesia etico-estetica e origine del pensiero creativo". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 16 (septiembre de 2011): 105–23. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016008.

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La nota affermazione del principe Miskin nell'Idiota di Dostoevskij («La bellezza salverŕ il mondo»), offre una singolare chiave di lettura che, sulla base di un'interpretazione letterale del testo russo, conduce a invertire i termini della frase: "Il mondo salverŕ la bellezza". Affinché ciň sia possibile, č necessario che il mondo recuperi l'essenza del bello che consiste nella sua gratuitŕ; nell'essere, cioč, irriducibile a ogni definizione, e che pertanto trova un imprescindibile punto di riferimento nellaplotiniana, tradotta col termine "grazia". La grazia, per la sua neutralitŕ, rappresenta lo spazio aperto in cui far interagire la bellezza e il mondo: ciň che rende possibile un'esperienza che č insieme estetica ed etica. Il carattere immediato della grazia puň essere poi riferito sul piano psicoanalitico all'in quanto cognizione intuitiva propria del procedimento inconscio che attiva successivamente il processo consapevole su un piano culturale, linguistico, storico. Recuperando, quindi, nella gratuitŕ della bellezza anche la componente psicoanalitica che dall'inconscio arriva alla consapevolezza di sé, si amplia il significato stesso di bellezza e dell'esperienza estetica, la quale si contrassegna come conoscenza estesico-estetica che consiste primariamente nell'esercizio di una sensibilitŕ in grado di percepire ed elaborare sensazioni tramite l'. All'incrocio tra etica ed estetica si pone l'esperienza musicale. Nella sua sostanziale intraducibilitŕ, la musica č veicolo o "contenitore di risonanza" per le emozioni: il simbolo musicale appare oggettivamente come significante vuoto che mentre vanifica l'orizzonte dei concetti definiti, evoca quello indefinito dell'immaginazione e degli affetti. L'ascolto musicale, dunque, attiva una percezione interiore, una sorta di "insight estetico" (Di Benedetto, 2000) a livello inconscio, di per sé intraducibile in quanto proprio delle forme del pensiero simmetrico (Matte Blanco, 1981), suscettibile, poi, di essere dispiegato attraverso le relazioni asimmetriche proprie del pensiero logico. Č in questa chiave che puň essere interpretato il concetto di "tensione rinviante" (Morelli, 2010): qualitŕ evolutiva tipicamente umana che ci rende capaci di creare quello che ancora non c'č e di innovare l'esistente. Le esperienze estetiche che emergono dalle categorie a cui questa tensione rinvia hanno nella discontinuitŕ e nella creazione dell'inedito un fattore comune che in musica si ritrova a livello sia compositivo che improvvisativo. In conclusione, la musica, evocando e inducendo emozioni, rimanda a una dimensione di senso il cui nucleo č costituito dalla confluenza di sentire e pensare e che, nell'infinita combinazione di simmetrico e asimmetrico, rivela il vero volto della creativitŕ, in un processo che coinvolge anche la conoscenza e l'apprendimento.
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Visani, Enrico. "I rapporti fra gender e sex". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 30 (junio de 2010): 35–43. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030003.

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Nella storia la differenza di gender e di sex si č sempre accompagnata da una marcata asimmetria di potere a favore dell'uomo. Solamente negli ultimi decenni sono cresciuti movimenti emancipativi diffusi delle donne rivolti allo sviluppo di una cultura della paritŕ dei sessi. Anche il campo della terapia famiglia č stato attraversato da questi movimenti e la critica femminista ha preso corpo nello sviluppo di una terapia familiare orientata al gender (gender sensitive). La famiglia rappresenta uno dei luoghi dove maggiormente la differenza di gender e sex pesa e queste differenze rappresentano una delle chiavi di volta per lo sviluppo dell'identitŕ. Uno sguardo complessivo alle differenze di gender e di sex presenti nella societŕ contemporanea lascia pensare che possa svilupparsi una cultura relazionale dell'interdipendenza fra gender e sex.
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Gottardi, Donata. "Tutela del lavoro e concorrenza tra imprese nell'ordinamento dell'Unione europea". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 128 (diciembre de 2010): 509–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-128001.

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L'A. ha dedicato l'analisi all'individuazione dello stato attuale dei confini, a livello di istituzioni europee, tra diritto del lavoro e diritto della concorrenza, nel presupposto di una erosione netta della nostra materia. Molti erano i segnali: la profonda asimmetria sul significato stesso di diritto del lavoro, la crescita del dumping sociale infra-Ue, la ripresa di pulsioni nazionaliste, la giurisprudenza della Corte di giustizia che individua funzioni e pone limiti alla contrattazione collettiva e allo sciopero. Contemporaneamente ha verificato l'esistenza di forti potenzialitŕ di invertire il rapporto tra Europa economica ed Europa sociale. Da un lato, la crisi finanziaria ed economica ha messo in discussione l'idea di mercato autoregolantesi; dall'altro, le modifiche apportate dal Trattato di Lisbona al sistema delle fonti hanno investito sia la concorrenza, che passa da principio a strumento, sia l'ambito della protezione sociale e del lavoro, proiettato nell'economia sociale di mercato, garantito da una clausola sociale con valenza orizzontale. Č l'unica prospettiva possibile, se vogliamo evitare il tracollo del sistema di relazioni sindacali e del lavoro.
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Fichter, Michael, Markus Helfen y Katharina Schiederig. "Si puň organizzare la solidarietŕ internazionale a livello aziendale? La prospettiva degli International Framework Agreements (Ifa)". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 123 (septiembre de 2011): 97–114. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123006.

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Organizzare la solidarietŕ a livello internazionale è il tallone d'Achille del sindacato, particolarmente nell'attuale contesto di competizione e produzione globale. In primo luogo, l'articolo mostrerŕ il dispiegarsi di relazioni di potere asimmetriche fra le parti sociali nelle aziende multinazionali e nelle loro reti produttive globali e in che modo gli International Framework Agreements (Ifas) - con i limiti di un approccio focalizzato sull'impresa - possano contribuire a rafforzare la posizione contrattuale del lavoro. I sindacati possono utilizzare questo strumento per creare nuovi spazi di organizzazione, ottenere riconoscimento e promuovere la contrattazione collettiva. Nella seconda parte, il focus si sposterŕ sulle federazioni sindacali globali (Guf) e sui diversi approcci da esse adottati con l'obiettivo di fare degli Ifa un mezzo per costruire forme di solidarietŕ internazionale. Evidenzieremo la loro importanza nel garantire alle federazioni sindacali globali ri-conoscimento come attori della contrattazione - sia rispetto agli affiliati sia nei confronti del management - e un'agenda contrattuale. L'articolo si concluderŕ con una valutazione di quanto è stato raggiunto attraverso questa strategia e delle sfide che ancora restano da affrontare.
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Loy, Gianni. "Licenziamento, diritto del lavoro e ideologia". Revista Jurídica Trabalho e Desenvolvimento Humano 1, n.º 1 (18 de diciembre de 2018): 202. http://dx.doi.org/10.33239/rtdh.v1i1.4.

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Em distintas fases históricas, pelo menos três, o Direito do Trabalho foi interrogado sobre a disciplina a ser aplicada à demissão ou ao recesso. Uma breve leitura dessas três fases consente de colocar em evidência as relações intercorrentes entre a norma e a elaboração doutrinária e jurisprudencial, isto é as “construções jurídicas” que acompanharam a sua evolução. Tomarei em consideração as fase das origens, a fase pós-constitucional e obviamente a fase atual. Eu o farei procurando colher o nexo com as ideologias do tempo para alcançar a conclusão que, fundamentalmente, o problema de fundo, que é o de escolher o modelo preferido, é sempre o mesmo e é focalizado no reconhecimento da assimetria das partes na relação de trabalho, e em particular no momento da demissão. Poder-se-á observar como o Direito do Trabalho, nesta matéria, resulta densamente tributário do predomínio de ideologias externas a ele. PALAVRAS-CHAVE: Direito do Trabalho. Relação de Trabalho. Demissão. Assimetria. Ideologia. Riassunto In distinte fasi storiche, almeno tre, il Diritto del lavoro si è interrogato sulla disciplina da applicare al licenziamento, o al recesso. Una breve rilettura di queste tre fasi consente di mettere in evidenza le relazioni intercorrenti tra la norma e l’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, cioè le “costruzioni giuridiche” che hanno accompagnato la sua evoluzione. Prenderò in considerazione la fase delle origini, quella post-costituzionale e ovviamente la fase attuale. Lo farò cercando di cogliere il nesso con le ideologie del tempo per arrivare alla conclusione che, in definitiva, il problema di fondo, che è quello scegliere il modello preferibile, è sempre lo stesso ed è incentrato sul riconoscimento della asimmetria della parti nel rapporto di lavoro, ed in particolare nel momento del recesso. Si potrà osservare come il Diritto del lavoro, in questa materia, risulti fortemente tributario dal predominio di ideologie esterne ad esso. PAROLE CHIAVE: Diritto del Lavoro. Rapporto di Lavoro. Licenziamento. Asimmetria. Ideologia. Abstract In distinct historical phases, at least in three of them, Labor Law has been questioned about which discipline to apply to the dismissal or to the withdrawal. A brief reading of these three phases intends to evidence the intercurrent relations between the norm and doctrinal and jurisprudential elaborations, that is, the “legal constructions” that have accompanied their evolution. I will take into consideration the origins phase, the post-constitutional phase and obviously the current phase. I will seek to grasp the link between the ideologies of the time in order to reach the conclusion that fundamentally the key issue, which is the choice for the preferred model, is always the same and focuses itself on the recognition of asymmetry between the parties in a labor relation, particularly in the moment of withdrawal. It will be possible to observe how Labor Law, in this matter, is strongly tributary to the predominance of ideologies external to it. KEYWORDS: Labor law. Work Relations. Dismissal. Asymmetry. Ideology.
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Malo, Antonio. "Affetti senza amore. La paura dei legami. Affections ithout Love. The Fear of Bonds". Metafísica y persona, n.º 9 (29 de mayo de 2017). http://dx.doi.org/10.24310/metyper.2013.v0i9.2753.

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Uno degli ambiti in cui si osserva la grave crisi che avvolge oggi la società è l’affettività come si evince, ad esempio, dalla confusione fra desiderio sessuale, amicizia e amore. La tesi dell’autore è che questo disordine affettivo nasconde qualcosa di più profondo: la paura dell’altro, in particolare di stabilire con lui legami duraturi. Per provarla, si esamina in primo luogo come la separazione fra affetto e amore dipenda in gran parte dal considerare gli affetti contrari alla ragione e, dunque, incapaci di aprirci all’alterità e all’alfabetizzazione. In secondo luogo, l’autore si sofferma sulla necessità di superare la concezione dialettica dell’amore per pensarlo sia come scelta dell’affetto dell’altro sia come unione fra diverse identità che si trascendono reciprocamente nella relazione asimmetrica del dono di sé. Ne deriva la conclusione di questo saggio: la paura dei legami può essere vinta quando fedeltà è vissuta come sintesi compiuta del rapporto affetto-amore umanamente sostenibile.Affection is one of the areas where the crisis of today’s society is observed, as shown, for example, in the confusion between sexual desire, friendship and love. The article’s thesis is that this affective disorder hides something more profound: the fear of others, particularly towards the establishment of a last longing bond with them. To prove it, the author first examines how the separation between affection and love depends on judging bonds as contrary to reason, rendering one incapable of opening up to otherness and learning how to be open. Secondly, the author indicates the need to overcome the dialectic idea of love in order to think of it as a choice of affection for others and as a union of two identities that transcend each other through the asymmetric relationship of the gift of self. From here, he goes on to the final conclusion: the fear of bonds can be overcome when fidelity is lived as a complete synthesis of a, humanly sustainable, affection-love relationship.
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Russo, Maria Teresa. "La buona medicina sintesi di prudenza e sollecitudine: una riflessione a partire da Paul Ricoeur". Medicina e Morale 64, n.º 1 (28 de febrero de 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.31.

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Parlare di buona medicina significa sottolineare la dimensione morale dell’atto medico, sottraendolo sia al legalismo sia al relativismo della scelta soggettiva. La deontologia, infatti, è esposta a un duplice rischio: quello di ridursi all’ambito della coscienza e pertanto al sistema di valori del medico o, al contrario, quello di trasformarsi in mero codice, assimilandosi così al diritto positivo. Nel primo caso, gli spazi di autonomia decisionale del medico o del paziente si allargano ingiustificatamente, mentre nel secondo si trasforma in un rapporto contrattuale quella che è una relazione intersoggettiva asimmetrica, pretendendo di cautelarsi da ogni rischio o di risolvere i contenziosi a colpi di diritto penale. Né l’una né l’altra immagine della deontologia tengono conto che l’incontro tra la professionalità del medico e la vulnerabilità del paziente ha nella cornice normativa una condizione necessaria ma non sufficiente, che deve essere completata e giustificata alla luce di un’etica delle virtù. Appare importante, dunque, la distinzione operata da Paul Ricoeur tra il giusto, il legale e l’equo, soprattutto in quelle circostanze che richiedono dal medico decisioni delicate in un contesto di incertezza o di grave conflittualità. È in questa prospettiva che si inserisce l’esercizio della prudenza o phrónesis, indispensabile per formulare un giudizio orientato alla scelta di quel meglio che è possibile nella circostanza specifica, conciliando il rigore della norma generale con la singolarità della situazione concreta. Nei saggi dedicati all’arte medica, Ricoeur traccia una vera e propria architettura dell’alleanza terapeutica, stratificandola in tre livelli: prudenziale, deontologico e teleologico. Il giudizio prudenziale è inseparabile da quelle garanzie deontologiche, che preservano la fragilità dell’alleanza terapeutica, minacciata da diverse istanze. D’altra parte, l’etica medica resta priva di giustificazione se non è ancorata a una precomprensione antropologica, che tenga conto dell’integrità e dignità della persona del paziente. ---------- Speaking of good medicine is a way to underline the moral dimension of the medical act and to subtract it both from any legalism and relativism of a subjective choice. In fact, deontology is exposed to a double risk: on the one hand, it can be reduced to private conscience and therefore to a scale of values of the doctor; on the other hand, it can be completely transformed and be assimilated into a code of positive laws. In the former case, the space for the decision-making autonomy of the doctor or the patient expands beyond any justifiable limit. In the latter case, deontology, which is actually an asymmetric interpersonal relation, becomes a purely contractual matter, where positive law is considered the only means for protecting oneself from risks and for solving any contentious by using legal proceeding. Neither the one nor the other concept of deontology consider that the professionalism of the doctor and the vulnerability of the patient move within a normative framework with conditions that are necessary but not sufficient, which has to be completed and justified in the light of virtue ethics. Therefore, Paul Ricoeur’s distinction between what is just, legal, and good proves to be of great importance, in particular in those uncertain and conflicting situations that demand delicate decisions from the doctor. It is in this context that prudence or phrónesis makes its appearance. In fact, prudence is indispensable to formulate a judgment that tends towards the best possible decision under specific circumstances, combining the rigor of the general norm with the singularity of the concrete situation. In his essays dedicated to medical art, Ricoeur is outlining something like a real architecture of therapeutic alliance, articulated in three moments: prudential, deontological, and theological. Prudential judgment is inseparable from deontology, which guarantees support and protects the vulnerability of the therapeutic alliance threatened by various requests. On the other hand, medical ethics is not justified if it is not based on an anthropological understanding respectful of the personal integrity and dignity of the patient.
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Dias Junior, Julio Cesar, Fransérgio da Silva y Murilo Colino Tancler. "Presenza di asimmetrie degli arti inferiori negli atleti di futsal di base". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 20 de enero de 2021, 05–29. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/futsal-di-base.

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Il futsal è uno sport in ascesa in tutto il mondo, attirando sempre più nuovi professionisti e così come nel calcio di campo, ha subito cambiamenti negli ultimi anni, atleti sempre più esigenti, diventando uno sport ad alto impatto, promuovendo il sovraccarico, a breve, medio e lungo termine, predisponendo a lesioni a diversi gradi dell’apparato locomotore. Lo scopo di questo studio era quello di analizzare le asimmetrie degli arti inferiori negli atleti a base di futsal, così come la loro relazione con l’incidenza delle lesioni. Lo studio è stato sviluppato con 47 atleti della categoria base, futsal, da una città all’interno dello stato di San Paolo, dove sono stati eseguiti test funzionali con l’aiuto dell’applicazione PHAST. È stato identificato un modello di somiglianza tra i gruppi muscolari testati, ad eccezione del muscolo gluteo, che presenta una differenza significativa. Secondo gli indicatori trovati, i modelli di deficit di forza dei glutei medi possono innescare, o predisporre, alcuni tipi di lesioni biomeccaniche sia prossimali, nella regione dell’anca, o distale, come disfunzioni nell’articolazione del ginocchio. Quando un atleta presenta una debolezza di questo muscolo, l’adduzione del femore ipsilaterale, l’aumento della rotazione mediale e la caduta del bacino contro laterale, promuovendo un aumento dell’angolo dinamico del ginocchio, aumentando il sovraccarico in questa articolazione. Pertanto, si conclude che la valutazione pre-stagionale è importante per identificare possibili asimmetrie, implementando un lavoro preventivo per correggerle, al fine di ridurre al minimo i rischi di lesioni.
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Carrasco De Paula, Ignacio y Nunziata Comoretto. "Per una medicina centrata sul paziente: riflessioni sulla fondazione etica del rapporto medico-paziente". Medicina e Morale 54, n.º 3 (30 de junio de 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.390.

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Sempre più frequentemente è richiesto al medico di giustificare le proprie decisioni in funzione dei fini e dei valori rilevanti nella medicina. In una medicina realmente centrata sull’uomo, il fine dell’attività medica è nella realizzazione del bene del paziente, mediante un agire adeguato non solo alla salute, ma all’intero essere del paziente, che lo consideri per il valore, infinito, che gli è proprio. Tale concezione antropologica implica, a livello pratico, che non è mai consentita di una persona la discriminazione - trattarla secondo criteri differenti da quelli che derivano dalla sua natura -, la strumentalizzazione - usarla per altri fini, diversi dal bene proprio della stessa - e l’oppressione - agire nei confronti di essa mortificando o tenendo in scarso conto la sua irrinunciabile autonomia e libertà. In una medicina centrata sul paziente il rapporto medico-paziente non è uno strumento dell’attività medica, ma il luogo in cui si realizza l’attività medica. La medicina è il rapporto medico paziente, un rapporto interpersonale, asimmetrico, non definito dalla sola identificazione dei ruoli, ma dall’individuazione di un obiettivo comune. Rapporto medico-paziente non significa dunque semplice “relazione”, ma implica una vera e propria “comunità”, concetto che richiama un’interazione tra le parti, o meglio, una condivisione. Alla base di un buon rapporto medico-paziente, identifichiamo almeno tre fattori: il riconoscimento dell’altro come persona, la costruzione di una vera e appropriata alleanza terapeutica, l’accettazione dei rispettivi ruoli. In conclusione, l’esercizio della professione medica non può prescindere dalla riflessione su quali siano i suoi scopi e, soprattutto, da una concezione antropologica di cosa sia l’uomo perché non ci rapportiamo con il paziente se non in relazione a questo. ---------- More and more frequently physician is required to justify his own decisions in accordance whit the goals and the important values of medicine. In a medicine really centred on patient, the goal of medical activity is the realization of the good of the patient, by acting not only according to health, but whit the whole being of patient, considering him for the value, endless, that is to him really. Such an anthropological conception implicates, to a practical level, that it is never allowed discrimination of the person - to treat him or her according to different criterions than those deriving from his or her nature -, the exploitation - to use him or her for other ends than proper good - and the oppression - to act towards him or her mortifying his or her autonomy and liberty. In a medicine centred on patient, the physician-patient relationship is not a tool of medical activity but the place in which medical activity comes true. The medicine is the physician-patient relationship, a relationship between two persons, asymmetrical, defined not only by the identification of the roles, but by singling out a common objective. Physician-patient relationship doesn’t mean simple relationship, but it implicates a real community, concept that recalls an interaction between the parts, or better, a sharing. At the base of a good physician-patient relationship we identify at least three factors: the recognition of the other as a person, the construction of a true and appropriate therapeutic alliance, the acceptance of the respective roles. In conclusion, the exercise of the medical profession cannot leave the reflection on what its purposes are out of consideration and, above all, an anthropological conception of what the man is because we behave to the patient in conformity with it.
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Oppes, Mario. "Quale futuro per la deontologia medica?" Medicina e Morale 54, n.º 2 (30 de abril de 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.397.

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Resumen
La deontologia sembra essere sempre più estranea alla cultura del medico d’oggi. Diversi autori mettono in discussione la sua rilevanza e validità nel determinare la condotta professionale del medico. In queste condizioni è doveroso dubitare persino, dopo quasi 2500 anni dalla sua nascita, della sua stessa sopravvivenza. Gran parte dei dubbi nascono sicuramente dalla incapacità di coglierne il vero significato e questa tesi è dimostrata dal fatto che le definizioni utilizzate sono troppo generiche e approssimative. Attraverso l’approfondimento del significato si giunge a distinguere la deontologia da altre discipline quali l’etica e il diritto, arrivando a dimostrare che non solo non esistono sovrapposizioni, ma che le tre discipline si muovono su piani diversi. Se si ammette l’unicità della deontologia rispetto ad altre discipline è più facile riconoscerle un ruolo ancora rilevante. Ma si può persino argomentare efficacemente quanto la deontologia possa risultare ancora oggi indispensabile per gestire il rapporto medico-paziente. A tale proposito è sicuramente illuminante la tesi di Francesco D’Agostino il quale, criticando gli atteggiamenti che portano ad una delegittimazione pratica della deontologia, identifica nella sua capacità a gestire efficacemente l’asimmetria del rapporto medico paziente la caratteristica fondamentale. Il diritto è invece inadatto a gestire una relazionalità asimmetrica perché per sua natura è concepito per occuparsi di relazioni tra pari. Pertanto la difesa della deontologia non deve essere vista solo come la difesa dell’autonomia professionale del medico, ma indirettamente andrebbe interpretata come la difesa del sistema giuridico e più in generale del sistema sociale. Sono allora infondate le preoccupazioni che portano a considerare la deontologia come una disciplina in declino, ma appare necessario uno sforzo da parte degli organismi rappresentativi della professione per restituirle il ruolo che merita come strumento di gestione dell’esercizio della medicina. ---------- Medical ethics seems always to be more extraneous to the culture of the medical doctor today. Various Authors debate her importance and validity in determining the doctor’s professional conduct. In these conditions and after almost 2500 years from her birth, it is even fair have doubts about the same survival of the discipline. Most of the doubts rise from the incapacity to gather the true meaning of the medical ethics: this proposition is shown by the fact that the utilised definitions are too generic and approximate. Trough the widening of the meaning of medical ethics, we reach to distinguish medical ethics from other disciplines, like ethics and law. So, we can demonstrate that not only overlaps do not exist, but also that the three disciplines move on different levels. If we admit the uniqueness of medical ethics as regards other disciplines, it is easier to recognise her a still noticing role. Moreover, we can argue effectively as much medical ethics can turn out an indispensable role to manage the physicianpatient relationship. On this subject F. D’Agostino’s argumentation is certainly illuminating. In fact, criticising the attitudes that lead to a practical delegitimization of medical ethics, D’Agostino identifies that her capacity to manage effectively the asymmetry of the doctor-patient medical relationship is her fundamental characteristic. Instead, the law is unsuited to manage an asymmetrical relationship, because by nature it is conceived to be responsible for relationships between equals. Therefore, the defence of medical ethics must not be seen as only as the defence of the doctors’ professional autonomy, but it would be indirectly interpreted as the defence of the juridical system, and more in general, of the social system. Finally; the worries about the decline of medical ethics are groundless, but it is necessary an effort by medical colleges to return her the role which deserves as tool of management of the exercise of the medicine.
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