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Lijphart, Arend. "PRESIDENZIALISMO E DEMOCRAZIA MAGGIORITARIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, n.º 3 (diciembre de 1989): 367–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008637.

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Resumen
IntroduzioneNel suo noto saggio su Democracy, Presidential or Parliamentary: Does it Make a Difference? — ampiamente diffuso e da considerarsi ormai una sorta di classico non pubblicato — Juan Linz (1987, 2) osserva correttamente che gli scienziati della politica hanno trascurato le importanti differenze istituzionali e comportamentali tra regimi parlamentari, presidenziali e semipresidenziali e che, in particolare, queste differenze «ricevono solo scarsa attenzione nei due più recenti lavori di comparazione delle democrazie contemporanee», cioè Comparative Democracies di G. Bingham Powell (1982) e il mio Democracies (Ljiphart 1984). Una ragione per cui il presidenzialismo risulta relativamente trascurato nel mio libro è che nell'universo di 21 democrazie ivi considerato — definito da quei paesi che hanno avuto una ininterrotta esperienza di governo democratico approssimativamente dalla fine della seconda guerra mondiale — compare un solo chiaro caso di governo presidenziale (gli Stati Uniti) e due casi più ambigui (la V Repubblica francese e la Finlandia). Retrospettivamente ritengo di aver applicato i miei criteri in modo troppo stretto e che avrei dovuto includere anche l'India e il Costa Rica tra le mie democrazie «prolungate». Quest'ultimo avrebbe costituito un quarto caso di presidenzialismo. Powell fa ricorso ad una definizione meno esigente di democrazia (un minimo di 5 anni di democrazia nel periodo dal 1958 al 1976), il che gli mette a disposizione altri 4 casi di presidenzialismo: Venezuela, Cile, Uruguay e Filippine.Vorrei essere ancor più esplicitamente critico sul mio libro del 1984: la debolezza principale non è tanto lo scarso spazio dedicato al contrasto tra presidenzialismo e parlamentarismo (circa 12 pagine su 222, cioè un po’ più del 5% del libro) ma piuttosto il fatto che la discussione non è sufficientemente integrata con la comparazione della democrazia maggioritaria e consensuale, che costituisce il tema principale del lavoro. In particolare, ho definito presidenzialismo e parlamentarismo in riferimento a due caratteristiche contrastanti, ignorando una terza cruciale distinzione, ed ho poi legato il contrasto presidenziale/parlamentare ad una sola delle differenze tra democrazia consensuale e maggioritaria, ignorando il suo impatto su numerose altre distinzioni. L'obiettivo di questo articolo è correggere queste lacune e stabilire la connessione generale tra il contrasto presidenziale/parlamentare e quello maggioritario/consensuale.Come Linz, il mio atteggiamento sarà critico verso il presidenzialismo, ma tale critica si baserà su argomenti in parte diversi. L'argomento principale di Linz (1987, 11) riguarda «la rigidità che il presidenzialismo introduce nel processo politico e la flessibilità di gran lunga maggiore di questo processo nei sistemi parlamentari». Concordo pienamente con Linz e, in aggiunta, sono d'accordo che rigidità e immobilismo costituiscono i più seri punti deboli del presidenzialismo. In questo articolo la mia critica si concentrerà su una ulteriore debolezza della forma presidenziale di governo: la sua potente inclinazione verso la democrazia maggioritaria e il fatto che, nel gran numero di paesi in cui un naturale consenso di fondo è assente, appare necessaria una forma di democrazia consensuale invece che maggioritaria. Questi paesi comprendono non solo quelli caratterizzati da profonde fratture etniche, razziali e religiose, ma anche quelli con intense divisioni politiche che originano da una storia recente di guerra civile o dittatura militare, enormi diseguaglianze socio-economiche e così via. Inoltre, nei paesi in via di democratizzazione o di ri-democratizzazione le forze non-democratiche devono essere rassicurate e riconciliate ed è necessario fargli accettare l'idea non solo di abbandonare il potere, ma anche di non insistere nel pretendere il mantenimento di «domini riservati» di potere non-democratico all'interno del nuovo, e per gli altri versi democratico, regime. La democrazia consensuale, che è caratterizzata dalla condivisione, dalla limitazione e dalla dispersione del potere, ha molte più probabilità di raggiungere questo obiettivo che non il diretto dominio maggioritario. Come Philippe C. Schmitter ha suggerito, democrazia consensuale significa democrazia «difensiva», che per le minoranze etno-culturali e politiche risulta meno minacciosa dell' «aggres-sivo» governo maggioritario.Tratterò questo tema in tre fasi. In primo luogo definirò il presidenzialismo in riferimento a tre essenziali caratteristiche. In secondo luogo mostrerò che, specialmente come risultato della sua terza caratteristica, il presidenzialismo ha una forte tendenza a rendere la democrazia più maggioritaria. Infine, esaminerò le varie caratteristiche non-essenziali del presidenzialismo — caratteristiche che, benché presenti di frequente, non sono elementi distintivi della forma di governo presidenziale — ed il loro impatto sul grado di consensualità o maggioritarietà della democrazia.
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Bianchi, Alvaro. "Classe política e crise da democracia na crítica de Antonio Gramsci". Tempo Social 31, n.º 2 (7 de agosto de 2019): 7–29. http://dx.doi.org/10.11606/0103-2070.ts.2019.157651.

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Resumen
No início dos anos 1880 um novo gênero de literatura política começou a ganhar vigor e a expandir-se, a análise crítica das democracias parlamentares existentes. Na Itália, esse gênero teve uma importante expressão na obra de Gaetano Mosca. Antonio Gramsci confrontará essa literatura, preocupado com sua reapropriação e revalorização no debate político a partir do imediato pré-guerra, quando a crise da democracia liberal assumiu contornos mais fortes. O artigo mostra como Gramsci traduz o conceito mosquiano de classe política como “a categoria intelectual do grupo social dominante” e integra-o à sua reflexão sobre os partidos políticos. Desse modo pode interpretar a crise do regime parlamentar como uma crise marcada pela decomposição dessa “categoria intelectual” e pela perda de sua capacidade dirigente. Aquilo que na teoria elitista aparecia como decomposição do princípio de autoridade era interpretada como uma crise de hegemonia, crise do Estado em seu conjunto, da qual o afastamento entre governantes e governados seria a manifestação mais evidente. Na seção conclusiva, apresenta-se a hipótese aventada nos Quaderni del carcere de um regime representativo não parlamentar.
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Araujo Firmo, Osvaldo Oliveira y Sonia Maria Queiroz De Oliveira. "Da Suspensão de Mandato do Parlamentar Para Investidura Como Ministro de Estado: Incompatibilidade Relativa Sob o Regime do Afastamento à Luz do Direito Luso-Brasileiro (Sob a Perspectiva do Processo de Cassação de Deputado Brasileiro)". Revista Thesis Juris 2, n.º 1 (25 de julio de 2013): 226–57. http://dx.doi.org/10.5585/rtj.v2i1.27.

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Primeiramente convém pôr sentido na evolução histórica do Parlamento. Na sua afirmação no panorama político do Estado, já numa perspectiva nitidamente democrática, muito o resultado do confronto com o poder do rei (deveras real), fez advir conquistas institucionais e legalmente postas para garantia de uma existência efetiva (aspecto físico) e funcionamento permanente do Parlamento. Nesse quadro encontra-se o estatuto do parlamentar com o objetivo de blindagem do exercício da atividade parlamentar contra os desmandos do sempre hipertrófico Poder Executivo (a Coroa). Há se ter em mente, pois, em termos de mandato parlamentar, que o trato constitucional é um status no quadro das instituições públicas de grande seriedade, e todo regramento (constitucional ou não) gravitando ao derredor do princípio da continuidade do exercício da função, em prestígio e garantia das conquistas institucionais. A persecução do tema do afastamento de parlamentar para exercício de cargo no Poder Executivo, especialmente de Ministro de Estado, contemplando a exceção constitucional às incompatibilidades parlamentares, com vista ao seu reflexo no respectivo mandato, à luz das constituições do Brasil e Portugal consubstancia o presente artigo. Nosso estudo aqui tem recorte bem definido quanto ao objeto de reflexão, assim como seu campo de incidência, um contributo de reflexão acerca de um tema do Direito Constitucional voltado para o âmbito do estatuto jurídico dos titulares de cargos políticos, em especial o caso da incompatibilidade parlamentar de exercício de função de ministro. Buscar-se-á compreender a extensão e as conseqüências da incompatibilidade do Art. 154o, 1, da CRP, cuja dicção equivale à do art. 56, I, da CRFB.
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Coelho, João Gilberto Lucas. "Forma de governo de acordo com realidade". Revista do Serviço Público 43, n.º 6 (13 de junio de 2017): 42–44. http://dx.doi.org/10.21874/rsp.v43i6.1925.

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Resumen
Alinho-me entre os que em tese são favoráveis à forma, ao regime Parlamentar de governo considerando mais eficiente e menos crítico de que o regime presidencial. Enquanto na forma presidencialista o conflito entre poderes é insolúvel e em geral conduz à tentativa de desestabilização incondicional de um dos poderes, na forma parlamentar o conflito entre poderes que não possa ser mediado por eles mesmos é devolvido ao voto popular para ser resolvido através de nova eleição. Além disso, a forma parlamentar, o sistema parlamentarista é um sistema de co-responsabilidade entre Executivo e Legislativo enquanto regra quase geral nas formas presidencialistas o Legislativo fica desprovido de poderes mas também de responsabilidades.
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Pasquino, Gianfranco. "VARIANTI DEI MODELLI DI GOVERNO PARLAMENTARE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, n.º 2 (agosto de 2003): 295–315. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027192.

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Introduzione«Chi conosce il diritto costituzionale classico e ignora la funzione dei partiti, ha un'idea sbagliata dei regimi politici contemporanei; chi conosce la funzione dei partiti e ignora il diritto costituzionale classico ha un'idea incompleta ma esatta dei regimi politici contemporanei» (Duverger 1961, p. 412) Alla luce di questa preziosa indicazione metodologica dell'autorevole politologo e costituzionalista francese, il dibattito italiano sul «premierato» appare immediatamente e sostanzialmente inadeguato perché incapace, tranne pochissime eccezioni, di tenere insieme il sistema dei partiti e il modello di governo. Certo, è innegabile che le regole e le attribuzioni di poteri costituzionali hanno anche una dinamica e una forza propria e specifica. Tuttavia, il modo e il grado di successo con il quale regole e poteri incidono sui rapporti governo/parlamento e governo/elettorato differiscono in maniera significativa a seconda del sistema di partiti sottostante sul quale si applicano e con il quale interagiscono. In questa sede, manterrò l'analisi focalizzata esclusivamente sui modelli parlamentari di governo, ma, naturalmente, anche qualsiasi tentativo di comprendere e di rendere conto del funzionamento dei modelli presidenziali di governo appare altrettanto inadeguato se, per l'appunto, non tiene conto dei diversi sistemi di partito sui quali viene innestato ciascun modello presidenziale (per le indispensabili differenziazioni fra presidenzialismi e parlamentarismi, si veda Sartori 2000; per un tentativo, peraltro piuttosto confuso poiché si perde in eccessive specificazioni che non conducono ad opportune generalizzazioni, Shugart e Carey 1992).
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Felisbino, Riberti de Almeida y Maria Teresa Miceli Kerbauy. "Deputados estaduais e democracia: valores políticos das elites parlamentares paulista e paranaense". Opinião Pública 19, n.º 1 (junio de 2013): 154–67. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-62762013000100007.

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Resumen
Depois de 20 anos de reintroduzida a democracia no Brasil, o que pensam os deputados estaduais sobre esse regime? Neste artigo, examinamos as opiniões sobre a democracia das elites parlamentares das Assembleias Legislativas dos estados de São Paulo e do Paraná. As opiniões foram coletadas através de um questionário estruturado e autoadministrado e revelam que, para os parlamentares, a democracia: i) está estável, ii) é superior a qualquer outro tipo de regime, iii) apresenta um conteúdo de apoio sociopolítico sustentado em algumas políticas sociais estatais e na utilização do voto e que iv) os partidos e as eleições são importantes para mantê-la.
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Pogłódek, Andrzej. "Kontrola parlamentarna w Republice Uzbekistanu". Przegląd europejski 2 (19 de noviembre de 2019): 125–40. http://dx.doi.org/10.5604/01.3001.0013.5827.

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Resumen
This work focuses on the parliamentary control in Uzbekistan. Currently, besides the Constitution of Uzbekistan, the issue of parliamentary control is subject to the Act from 11 April 2016 „on parliamentary control” and other legislative acts, in particular relating to the constitutional position of Oliy Majlis. The law provides for various mechanisms of control over the executive power (e.g. vote for budget approval, parliamentary inquiry, parliamentary investigation, presenting information about their business by the executive power). Currently, the most important challenge related to the development of parliamentary control in Uzbekistan is further democratisation of the political regime, increasing political pluralism.
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Mourão, Alda. "A independência do Brasil através dos parlamentares portugueses". Resgate: Revista Interdisciplinar de Cultura 30 (5 de diciembre de 2022): e022004. http://dx.doi.org/10.20396/resgate.v30i1.8668860.

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Resumen
Quando o Brasil passou a ser o centro do império português, deslocado da Europa para a América, criaram-se condições para a mudança de regime: Portugal aderiu ao Liberalismo (1820). Os trabalhos parlamentares, iniciados em 1821 e que se prolongaram até 1823, espelhavam os receios do regresso ao passado e tornavam visível a fragilidade ideológica das Cortes, onde as discussões preparavam o regresso do absolutismo e aumentavam a vontade de separação aos brasileiros Após a declaração da indepndência do Brasil, as relações entre os dois territórios tiveram um fórum de discussão privilegiado nas Cortes. A análise da forma como os parlamentares discutiram o novo quadro político que passaria a reger as relações Portugal-Brasil é o tema deste texto.
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Codato, Adriano, Luiz Domingos Costa, Lucas Massimo y Flavio Heinz. "Regime político e recrutamento parlamentar: um retrato coletivo dos senadores brasileiros antes e depois da ditadura". Revista de Sociologia e Política 24, n.º 60 (diciembre de 2016): 47–68. http://dx.doi.org/10.1590/1678-987316246005.

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Resumen
Resumo O artigo reconstitui os perfis coletivos das bancadas do Senado brasileiro em três períodos: a democracia populista (1945-1964), a ditadura militar (1964-1979) e o regime de transição para a democracia liberal (1979-1990). Esse intervalo de tempo compreende três sistemas partidários: multipartidário (1945-1965), bipartidário (1965-1979) e multipartidário (de 1979 em diante). A hipótese testada é a seguinte: variações no perfil social e no perfil da carreira política de parlamentares devem estar relacionadas com o tipo de regime político e, mais especificamente, com o regime de partidos em vigor. No caso aqui analisado, supõe-se que os atributos dos membros do Senado brasileiro, eleitos sob um sistema onde concorrem múltiplos partidos, deva ser diferente dos atributos dos eleitos sob o bipartidarismo, ainda que as regras eleitorais (sistema majoritário) permaneçam constantes. Para analisar o impacto das mudanças nas condições de acesso à Câmara Alta foram estudados 351 senadores. Os dados revelaram que esses representantes tiveram o perfil das suas carreiras afetado pelas variações nos parâmetros da competição política impostas pelo regime ditatorial-militar. O estrangulamento da estrutura de oportunidades, um efeito direto do sistema de dois partidos, foi responsável por alijar concorrentes sem altíssima experiência política. Com a reintrodução do pluripartidarismo nas eleições de 1982, as características das carreiras desses parlamentares retomaram o perfil anterior a 1964.
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Raniolo, Francesco. "Alla ricerca di democrazie ‘miti e serene' per il XXI secolo". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (agosto de 2021): 99–124. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001004.

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Resumen
In questo articolo la democrazia rappresentativa e, in particolare, quella parlamentare vengono concettualizzate come regimi di riconciliazione che assicurano la convivenza pacifi-ca tra esseri umani e gruppi diversi. A tal fine esse devono affrontare il trilemma ordine, plu-ralità, legalità costituzionale. Parlamenti e partiti politici, per la loro funziona di linkage tra società e istituzione, sono stati strumenti cruciali a tale scopo. L'articolo ricostruisce, quindi, le due varianti polari di democrazia parlamentare (maggioritaria e consensuale) come tentativi di trovare un equilibrio fra i tre valori-obiettivi. Ovvero, come modi per realizzare un trade-offe accettabile tra costi/rischi di oppressione e di efficienza. Tuttavia, le sfide esterne e le trasformazioni interne (declino dei partiti tradizionali e populismo) alle democrazie del XXI secolo sembrano indicare che queste devono mostrare non solo capacità decisionale, ma soprattutto tolleranza, giustizia e non-dominio.
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Aniento, Eduardo. "A elaboração legislativa e o assessor". Revista do Serviço Público 86, n.º 1 e 2 (28 de enero de 2019): 60–63. http://dx.doi.org/10.21874/rsp.v86i1.3671.

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Resumen
O tema que aqui focalizo, embora muito discutido, valerá mais como uma simples adaptação do que, propriamente, como doutrina. É sabido que outros países de regime democrático, notadamente os E.U.A. já mantêm no Congresso, na Presidência e em várias instituições de interesse coletivo verdadeiras assessorias parlamentares. Indubitavelmente, a excelência do sistema adotado fica comprovada, quando facilmente se pode verificar a presteza e qualidade dos trabalhos apresentados.
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Fernandez, Xavier Garcia. "Na Espanha, existe relação de confiança". Revista do Serviço Público 43, n.º 6 (13 de junio de 2017): 20–25. http://dx.doi.org/10.21874/rsp.v43i6.1919.

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Resumen
Estou aqui para falar da experiência constitucional espanhola, experiência muito recente, que não tem dez anos de concreto, no que se refere à relação Executivo/ Legislativo. Não vou me referir aos aspectos mais importantes dessa evolução, porque tenho observado na apresentação deste seminário que estão suficientemente informados. Logo, não vou me referir mais que a alguns pontos que são os que caracterizariam o regime parlamentar na Espanha.
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Perissinotto, Renato M. y Mariana B. Braunert. "A direita, a esquerda e a democracia: os valores políticos dos parlamentares paranaenses (1995-2002)". Opinião Pública 12, n.º 1 (mayo de 2006): 114–35. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-62762006000100005.

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Embora a maior parte dos estudos sobre cultura política tenha por foco a análise dos valores políticos dispersos na população como um todo, as atitudes partilhadas por aqueles que operam diretamente o sistema político - as elites - já tem sua importância reconhecida, principalmente no que concerne ao impacto que exerce sobre a qualidade e estabilidade do regime democrático. Levando em conta que a relação entre os valores políticos das elites e a democracia deve passar pela análise das atitudes das elites também regionais e não só nacionais, este artigo analisa, com base em dados de survey, as opiniões políticas dos parlamentares paranaenses do período de 1995 a 2002. Pretende-se apontar a importância que a variável "posição ideológica" possui para entender as diferenças de adesão ao sistema democrático encontradas entre os parlamentares de esquerda e de direita.
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Silva, L. G. Nascimento. "Os dois sistemas são bons: tradição comanda". Revista do Serviço Público 43, n.º 6 (13 de junio de 2017): 37–41. http://dx.doi.org/10.21874/rsp.v43i6.1924.

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Dividem-se os regimes políticos das nações entre duas fórmulas de governo: o Parlamentarismo e o Presidencialismo, já que o regime de governo de diretório só se implantou na Suíça, além de suas experiências no Uruguai.O Parlamentarismo nasceu e se desenvolveu, como se sabe, na Europa, onde no século XIII foram adotados os nomes de “Parlement” na França e de “Parliament”na Inglaterra, para designar a princípio a reunião do conselho real (“curia regis”), e, mais tarde, uma permanente corte de justiça que se foi independentizando da autoridade real e passando a constituir um corpo de decisões que foram, cada vez mais, adquirindo vocalização para debate dos problemas de interesse geral, até virem a se converter no verdadeiro centro de decisão dos assuntos nacionais. Assim, o poder, antes enfeixado nas mãos do Rei, o soberano único, passou a ser exercido gradativamente pelo Parlamento com o Rei e, mais tarde, pelo Parlamento apenas, reservado ao Rei um papel meramente simbólico. E os Primeiros-Ministros são, hoje em dia, nos países de governo parlamentar, os reais detentores do Poder Executivo.
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Prestes, Anita Leocadia. "BRASIL: A TRANSIÇÃO DA DITADURA MILITAR PARA UMA DEMOCRACIA TUTELADA PELOS MILITARES. CAUSAS, CONSEQUÊNCIAS E ENSINAMENTOS". Revista Novos Rumos 58, n.º 1 (30 de junio de 2021): 79–88. http://dx.doi.org/10.36311/0102-5864.2021.v58n1.p79-88.

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No artigo é feita uma análise sucinta do golpe civil-militar de 1964 no Brasil, da ditadura militar que se estabeleceu no país e de sua evolução para um regime de tipo fascista. É abordada a crise do regime ditatorial e a sua institucionalização iniciada nos anos 1970 e concluída com a promulgação da Constituição de 1988. São examinadas as causas e as consequências do regime de democracia tutelada pelos militares que se formou no país como resultado da institucionalização promovida sob a égide do Alto Comando do Exército. Registram-se a permanência dessa democracia tutelada nos governos do PT e os seus desdobramentos: a deposição do governo Dilma Rousseff pelo golpe jurídico-parlamentar de 2016, a eleição de Jair Bolsonaro e as dificuldades para o avanço da luta antifascista no país.
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Paes dos Santos, Elizabeth. "A PALAVRA COMO ARMA: ANÁLISE DO DISCURSO DO DEPUTADO MÁRIO COVAS EM DEFESA DA IMUNIDADE PARLAMENTAR". E-Legis - Revista Eletrônica do Programa de Pós-Graduação da Câmara dos Deputados 4, n.º 4 (15 de junio de 2010): 133–48. http://dx.doi.org/10.51206/e-legis.v4i4.36.

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Este artigo faz uma análise do pronunciamento do Deputado Mário Covas, em dezembro de 1968, em defesa da imunidade parlamentar e da liberdade de palavra, principais ingredientes dos regimes democráticos. Utilizando as propostas formuladas por Norman Fairclough, Patrick Charaudeau e Tereza Halliday, reconstituem-se elementos caracterizadores da enunciação e os principais recursos discursivos utilizados.
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Silva, Alexandre Rocha da. "Produção jornalística de sexualidades". Intexto, n.º 54 (8 de agosto de 2022): 120483. http://dx.doi.org/10.19132/1807-8583202254.120483.

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Produção jornalística de sexualidades apresenta resultado de pesquisa realizada nos arquivos do jornal Folha de São Paulo durante o ano de 1997, ano em que se iniciaram os debates parlamentares sobre União Civil Homossexual no Brasil. São analisados os códigos que regulamentam os regimes de signos de sexualidade hegemônica e as potências dispersivas que agenciam a constituição de cartografias de sexualidades em devir.
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Carneiro, Mônica Machado y Ângela Teixeira De Moraes. "O DISCURSO INDIGENISTA RURALISTA ESTATAL: ANÁLISE DE CONTEÚDOS COMUNICATIVOS NO CONTEXTO DA ATUAL POLÍTICA PÚBLICA DA FUNAI". Revista Panorama - Revista de Comunicação Social 11, n.º 1 (17 de septiembre de 2021): 11. http://dx.doi.org/10.18224/pan.v11i1.8812.

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Este artigo tem por objetivo analisar o percurso discursivo do que será definido como Indigenismo Ruralista Estatal, assim como seus meios massivos de expressão na comunicação pública e privada, desde sua aplicação na Comissão Parlamentar de Inquérito (CPI Funai/INCRA), em 2015, até o cenário político atual, representado pela gestão da política pública indigenista por aliados e representantes do agronegócio brasileiro. As formas como os mecanismos discursivos criam regimes de verdade que retroalimentam as políticas públicas anti-indígenas é o que pretendemos demonstrar. Serão analisadas, a partir de noções foucaultianas de análise de discurso, para as finalidades a que o artigo se propõe, notas, normativas, imagens e notícias produzidas pela assessoria de comunicação da Fundação Nacional do Índio, além de notas elaboradas por associações indígenas e indigenistas, e transcrições de debates e relatórios da Frente Parlamentar da Agropecuária do Congresso Nacional.
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Martins, Lúcio Meireles y Antonio Teixeira de Barros. "Juventude e educação para a democracia: relatos de egressos do Parlamento Jovem Brasileiro". Revista de Sociologia e Política 26, n.º 66 (junio de 2018): 49–78. http://dx.doi.org/10.1590/1678-987318266603.

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RESUMO Introdução O objetivo do artigo é analisar relatos de egressos do Parlamento Jovem Brasileiro (PJB), iniciativa de simulação parlamentar promovida anualmente, desde 2004, pela Câmara dos Deputados, a partir da seguinte questão: como os jovens avaliam os impactos educativos do PBJ em sua formação política? Entre alguns diferenciais em relação aos estudos já apresentados sobre o tema destacam-se o fato de se tratar de um estudo qualitativo, com ênfase para a voz dos próprios jovens; refere-se a um período mais amplo, compreendendo dez anos; tem como objeto o legislativo federal e aborda um leque maior de questões. Métodos A pesquisa foi realizada em novembro de 2014 por meio de questionário online. Dentre os 763 participantes de 10 edições (2004-2013), 173 responderam (22,67%). Resultados Os resultados indicam que, além da formação política proporcionada pela experiência de simulação parlamentar, outros aspectos formativos são destacados nos relatos dos egressos, como capacidade analítica, maior compreensão da política e da atividade parlamentar. Discussão Destaca-se a relevância da educação política, considerada como esteio para a construção social e política de uma cultura cívica capaz de sustentar os regimes democráticos. O estudo procura, portanto, contribuir para essa discussão, a partir dos efeitos do PJB.
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Dutoya, Virginie. "Quando as mulheres herdam: uma análise de gênero dos fenômenos de linhagens na Ásia Meridional". Revista NEP - Núcleo de Estudos Paranaenses da UFPR 3, n.º 4 (31 de diciembre de 2017): 11. http://dx.doi.org/10.5380/nep.v3i4.57156.

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A importância das “famílias políticas” é uma característica conhecida nos regimes da Ásia Meridional. O papel da hereditariedade nesta área se torna mais notável, pois esse fenômeno dá lugar às mulheres em contextos que de outra forma são desfavoráveis para elas. Assim, a família, um lugar marcado pela (re)produção das representações e das hierarquias de gênero constitui um canal de acesso ao poder político para as mulheres do sul da Ásia. O estudo dos casos da Índia e do Paquistão nos permitem analisar a dinâmica da transmissão intrafamiliar dos mandatos parlamentares a partir de uma perspectiva de gênero. O levantamento quantitativo e qualitativo das mulheres parlamentares desde 1947 em ambos os países destaca as possibilidades, mas também as restrições que representam os fenômenos da hereditariedade política para as mulheres. Esta análise de gênero permite captar a complexidade do entrelaçamento das relações de poder familiar, social e político.
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Henrique, Ana Lúcia. "O que pensa quem "bate à porta" de uma Casa que só "apanha"?: percepções e orientações dos visitantes sobre o Congresso Nacional". Opinião Pública 19, n.º 2 (noviembre de 2013): 346–79. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-62762013000200005.

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Há uma crise mundial de credibilidade do Poder Legislativo. Para a literatura culturalista, ela decorre principalmente da reprovação ao desempenho dos representantes e da ausência de "responsividade" das instituições às demandas de cidadãos cada vez mais escolarizados, exigentes e críticos. Nesta perspectiva, o conhecimento do papel institucional é determinante para a cidadania ativa e para a qualidade do regime e as ações de educomunicação podem aumentar o conhecimento, a familiaridade e a confiabilidade das instituições. O artigo analisa as orientações dos visitantes ao Congresso Nacional para avaliar o impacto de programas de visitação na percepção institucional e, por esta via, na qualidade do regime. As conclusões abrem novas perspectivas sobre o papel do Legislativo como educador para a cidadania pela análise das percepções sobre o desempenho dos parlamentares, a adesão à democracia e a confiança política, em amostras antes e depois da visita.
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Aires, Janaine y Clara Câmara. "A mídia e os limites do personalismo na polí­tica brasileira: uma análise dos mandatos de Tiririca, Jean Willys e Celso Russomanno". Compolítica 7, n.º 2 (18 de noviembre de 2017): 153–80. http://dx.doi.org/10.21878/compolitica.2017.7.2.124.

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Resumen
A mídia tem sido frequentemente apontada por sua crescente centralidade no exercíciopolítico, seja pelo atravessamento de sua lógica na disputa eleitoral, seja pelos impactos quepromove na natureza dos regimes. Partindo dessa linha de argumentação, pretendemosrefletir sobre um dos aspectos mais marcantes da relação simbiótica entre mídia e política: ocaráter personalista da política brasileira. Esse personalismo ao qual nos referimos, torna-seespecialmente evidente no contexto brasileiro em razão da cultura político-partidária do país,considerada frágil e fragmentada. Nesse sentido, buscaremos compreender como opersonalismo se configura no poder legislativo e, especificamente, na Câmara dos Deputados.Para isso, dedicamos atenção às trajetórias e aos mandatos de três parlamentaresdiretamente vinculados à mídia na atual legislatura: Celso Russomanno (PRB), Jean Wyllys(PSOL) e Tiririca (PR). A partir de indicadores de suas ações parlamentares e midiáticas,verificamos se o fato desses parlamentares terem forte ação midiática molda sua açãoparlamentar de forma personalizada, fazendo com que se comportem no parlamento de modoalheio à lógica político-partidária.
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Lúcia Lopes Fittipaldi, Marta. "“Adesistas e históricos”:". Faces de Clio 3, n.º 6 (6 de junio de 2019): 41–54. http://dx.doi.org/10.34019/2359-4489.2017.v3.26673.

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Resumen
O novo sistema de governo inaugurado a 15 de novembro de 1889, embora apregoado como iminente pelo movimento republicano, tomou de surpresa os atores políticos do final do século XIX que se viram então diante do novo regime provisoriamente estabelecido, cujo modelo deveria ser forjado e legitimado. Este artigo vem demonstrar o largo uso dos termos “adesistas” e “históricos” nas páginas dos periódicos e nos pronunciamentos parlamentares como parte das concorrências políticas em torno de projetos republicanos distintos, pretendendo ainda relacionar a atuação de Antônio da Silva Jardim às disputas discursivas que se estenderam principalmente durante o primeiro decênio da República.
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Paffarini, Jacopo. "DALL'INCHIESTA “MANI PULITE” ALLE LEGGI “AD PERSONAM”. UNA RIFLESSIONE SU CLASSE POLITICA, MAGISTRATURA E CONTRASTO ALLA CORRUZIONE IN ITALIA". Novos Estudos Jurí­dicos 22, n.º 1 (28 de abril de 2017): 201. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v22n1.p201-217.

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Nella storia italiana l'inchiesta di Mani Pulite rappresenta un punto di svolta epocale, destinato a lasciare traccia nel rapporto tra la magistratura e la classe politica negli anni a seguire. Se, da un lato, le ragioni del conflitto sono radicate nel modello di sviluppo perseguito dall'Italia per tutto il dopoguerra fino agli anni novanta, dall'altro, esiste una forte implicazione con il regime delle immunità parlamentari previsto dalla Costituzione italiana del 1948. Il presente lavoro intende ripercorre le principali vicende storiche e la cronaca giudiziaria nel tentativo di offrire uno spunto di riflessione per il Brasile travolto dall'inchiesta Lava-Jato.
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Ribeiro, Diógenes Vicente Hassan. "Constitucionalismo e Democracia - O Papel do Sistema de Governo na Democracia - Análise Histórica Brasileira e Geopolítica". Conpedi Law Review 2, n.º 2 (1 de junio de 2016): 138. http://dx.doi.org/10.26668/2448-3931_conpedilawreview/2016.v2i2.3588.

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A instabilidade institucional brasileira deve ser examinada sob a ótica da história política, trazendo ao confronto o sistema presidencialista de governo adotado em comparação ao sistema parlamentarista algumas vezes experimentado. O Brasil, depois da sua independência, em 1822, passou por oito constituições, consideradas duas no regime militar pós 1964, uma do império, a mais duradoura, entre 1824 e 1889/1891. Analisa-se o presidencialismo de coalizão ou presidencialismo imperial, contra as vantagens da flexibilidade do sistema parlamentar que, para superar crises políticas, mesmo as decorrentes de crises econômicas, é suficiente a queda do gabinete ou a convocação de eleições gerais extraordinárias.
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Souza, Thiago Nogueira de. "Anticomunismo, democracia e reformas: a mobilização das direitas na Câmara dos Deputados (1961-1965) * Anticommunism, democracy and reforms: the right-wing mobilization in the House of Representatives (1961-1965)". História e Cultura 5, n.º 3 (14 de diciembre de 2016): 224. http://dx.doi.org/10.18223/hiscult.v5i3.1906.

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A Ação Democrática Parlamentar (ADP) foi uma frente suprapartidária que reuniu grande parte dos políticos de direita da Câmara dos Deputados. Criada ainda no governo Jânio Quadros para combater o “perigo vermelho” no Brasil, a ADP configurou uma grande aliança conservadora contra as esquerdas e os movimentos sociais, que pareciam avançar perigosamente na década de 1960. Com uma postura avessa a reformas sociais e que colocava a manutenção da ordem acima das garantias democráticas, seus dirigentes desempenharam um importante papel na radicalização política que conduziu ao movimento civil-militar de 1964 e à instalação de um regime autoritário no país.
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Guerra, Maria Pia. "O Tribunal Superior Eleitoral na redemocratização (1987-1990): entre o pluripartidarismo e a autonomia parlamentar". A&C - Revista de Direito Administrativo & Constitucional 18, n.º 74 (1 de octubre de 2018): 247–70. http://dx.doi.org/10.21056/aec.v19i74.999.

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A Constituição Federal de 1988 deu novo sentido à participação política e, assim, ao sistema partidário e eleitoral que havia sido manipulado de forma casuística pelo regime militar nos vinte anos anteriores. A ausência de um projeto hegemônico de democracia durante a Assembleia Nacional Constituinte, no entanto, prolongou as disputas para os anos seguintes e para os tribunais. O Tribunal Superior Eleitoral, em especial, definiu os contornos da participação política adequada à democracia. Argumentamos que, ao interpretar antigas e novas regras à luz de sua compreensão sobre a Constituição, o TSE transformou o pluripartidarismo em autonomia parlamentar e reduziu a proteção da igualdade à proteção da autonomia privada. Para tanto, analisamos casos julgados pelo tribunal nas eleições presidenciais de 1989, com destaque para os temas de censura, propaganda eleitoral e registro partidário.
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Torres del Moral, Antonio. "Cuarenta años de Monarquía parlamentaria (Balance) // Forty years of Parliamentary Monarchy". Revista de Derecho Político 1, n.º 101 (28 de abril de 2018): 33. http://dx.doi.org/10.5944/rdp.101.2018.21950.

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Resumen:En este artículo se ofrece una balance de la monarquía española durante 40 años, desde la sucesión de Franco Bahamonde por Juan Carlos I hasta la abdicación y la sucesión de Felipe VI. Por último se hace una propuesta dereforma constitucional en doce puntos.Abstract:In this article we offer a balance of the monarchy Spanish for 40 years, since the succession of Franco Bahamonde until the abdication of Juan Carlos I and the succession of Felipe VI. Finally, a proposal for a constitutional amendement is made in twelve points.Summary:1. Introduction. 2. From the Francoist Dictatorship to the establishment of the monarchy. 3. Monarchy and demolition of the Franco regime. 4. Monarchy and Constitution: 4.1. The Monarchy after the promulgation of the Constitution. 4.2. Succession system. Oath. 4.3. Monarchy and Armed Forces. 4.4. Inviolability and International Criminal Court. 5. Monarchy and public opinion. 6. Abdication of Juan Carlos I. 7. From Crown Prince to Felipe VI: 7.1. Apprenticeship. 7.2. A monarchy renewed for a new time. 8. Catalan crisis and message right. 8. Twelve touches to the Institution: 8.1. Approach. 8.2. No need for constitutional reform. 8.3. With mandatory constitutional reform.
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Bezerra, Viviane Prado y Telma Bessa Sales. "DITADURA CIVIL MILITAR NO BRASIL E O ENSINO DE HISTÓRIA: leituras variadas e diferentes maneiras de expressão". Revista Observatório 3, n.º 2 (1 de abril de 2017): 241. http://dx.doi.org/10.20873/uft.2447-4266.2017v3n2p241.

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O artigo busca refletir sobre o período da ditadura civil-militar no Brasil, bem como sobre o período atual, tendo em vista a conjuntura do golpe parlamentar, jurídico e midiático ocorrido em 2016. Através da produção de um documentário “Eu quero ver”, articula entrevistas de jovens professores de História da rede básica de ensino, que estão vivenciando os desdobramentos do golpe atual, com entrevistas de professores que vivenciaram o período ditatorial de outrora. Para tanto, o documentário aponta para reflexões em torno das experiências docentes e das metodologias de ensino acerca da temática do regime militar que são utilizadas por esses professores em suas salas de aula. Tal produção é entendida também como um instrumento de reflexão e publicização de conteúdo histórico, flertando com a História Pública. PALAVRAS-CHAVE: Ditadura civil-militar, ensino de história, história oral, história pública. ABSTRACT The article seeks to reflect on the period of the civil-military dictatorship in Brazil, as well as on the current period, given the conjuncture of the parliamentary, legal and mediatic coup that took place in 2016. Through the production of a documentary "I want to see" Articulates interviews of young teachers of History of the basic education network, who are experiencing the unfolding of the current coup, with interviews of teachers who experienced the dictatorial period of yesteryear. To this end, the documentary points to reflections on teaching experiences and teaching methodologies about the military regime that are used by these teachers in their classrooms. Such production is also understood as an instrument of reflection and publicity of historical content, flirting with Public History. KEYWORDS: Civil-military dictatorship, history teaching, oral history, public history RESUMEN El artículo trata de reflexionar sobre el período de difusión civil-militar no Brasil, sobre el tema actual, el tener en vista una conjunción del golpe parlamentario, el jurídico y el mediano en 2016. Atraves de la producción de un documento "Eu quero ver" Articula entrevistas de jóvenes profesores de historia de la red básica de enseñanza, que están vivenciando los desdobramentos del golpe actual, con entrevistas de profesores que vivenciaron el período de ditatorial de outrora. Para tanto, el documento se refiere a las reflexiones en torno a las experiencias docentes y las metodologías de enseñanza acerca de la temática del régimen militar que se utilizan para sus profesores en sus salas de aula. Tal producción es entendida también como instrumento de reflexión y publicación de contenido histórico, flertando con una historia pública. PALABRAS CLAVE: Ditadura civil-militar, enseñanza de historia, historia oral, historia pública.
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Barros, Antonio Teixeira. "EDITORIAL". E-Legis - Revista Eletrônica do Programa de Pós-Graduação da Câmara dos Deputados 9, n.º 20 (24 de agosto de 2016): 3–4. http://dx.doi.org/10.51206/e-legis.v9i20.305.

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A edição de n.20 da revista E-Legis apresenta a seus leitores um conjunto de artigos que tematizam diversos aspectos relacionados à pesquisa sobre o Poder Legislativo e suas interfaces. O artigo convidado é de autoria de Afredo Attié Júnior, doutor em Filosofia e magistrado do Tribunal de Justiça de São Paulo. O texto apresenta uma reflexão sobre a relação entre o ato de legislar e o de julgar, sob a perspectiva da Filosofia, da Sociologia, da Ciência Política e do Direito. O texto resulta de conferência proferida como aula magna na abertura do ano letivo do Curso de Mestrado Profissional em Poder Legislativo do Cefor, em agosto de 2016.Na sequência temos um bloco de quatro textos que tratam de questões como as relações entre os poderes executivo e legislativo, os fatores envolvidos na definição da agenda legislativa, os discursos parlamentares sobre contabilidade pública e o comportamento dos deputados evangélicos. O primeiro, de autoria de Fernando Moutinho Ramalho Bittencourt, tem como título Dominância do Executivo e poderes de agenda: Brasil e Chile em perspectiva comparada. O artigo compara indicadores acerca do grau de dominância do Poder Executivo na produção legislativa do Brasil e do Chile e discute similaridades e diferenças à luz do regime presidencialista.O segundo texto do bloco, de autoria de José Irivaldo Alves Oliveira Silva, tem como título Agenda do Legislativo: quem define? Trata-se de uma análise sobre o predomínio das proposições legislativas oriundas do Poder Executivo, por meio da conversão de medidas provisórias em leis pelo Congresso Nacional. O terceiro estudo é de autoria de Arthur Mesquita Camargo e tem como tema Analisando os discursos dos deputados federais: a linguística da informação contábil nos discursos sobre Contabilidade Pública. O foco temático o exame das informações contábeis nos discursos parlamentares pronunciados no Plenário da Câmara dos Deputados no período de 2010 a 2014 relacionados ao assunto. O último artigo deste bloco é assinado por Priscilla Leine Cassotta e tem como título Uma Análise do comportamento do Deputado Evangélico no Legislativo Brasileiro. O paper avalia em que direção o parlamentar evangélico orienta sua atuação na Câmara dos Deputados, incluindo os projetos de lei apresentados e suas preferências nas votações nominais.Por fim a revista apresenta um bloco final com dois textos, sendo um sobre educação política e outro sobre políticas familiarmente responsáveis. O primeiro é de autoria de Maria Alice Gomes de Oliveira, Alexandre Ventura Caçador Carvalho, Gilson Vasconcelos Dobbin, Hérycka Sereno Neves da Rocha, Raquel Braga Rodrigues e Thaís da Costa Picchi. Como se vê pelo título Competências a desenvolver na educação para a democracia: uma revisão bibliográfica, trata-se de um estudo bibliográfico específico sobre as competências que os programas de educação para democracia devem promover, como os conhecimentos, habilidades, atitudes e valores. O último artigo, Políticas Familiarmente Responsáveis no Brasil: Interação família-trabalho nas agendas de políticas estatais e organizacionais, elaborado por Giovana Dal Bianco Perlin, Gláucia Ribeiro Starling Diniz, põe em perspectiva as abordagens brasileiras e internacionais sobre as propostas de conciliação entre a esfera da família e o mundo do trabalho. Editor
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Santos, Homero. "É fundamental que os servidores sejam ouvidos". Revista do Serviço Público 42, n.º 1 (28 de junio de 2017): 63–64. http://dx.doi.org/10.21874/rsp.v42i1.2109.

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Discutir os problemas dos servidores públicos brasileiros exige, hoje, antes de qualquer posicionamento, uma definição sobre o que se pretende atingir num universo extremamente complicado, que tem desafiado sucessivos governos e regimes, sem mostrar um avanço significativo, que possa, pelo menos, ser considerado inovador. Na realidade, o que se tem assistido nos últimos anos, e nós, como parlamentares, somos testemunhas disso, foram tentativas frustradas do próprio Poder Legislativo em favor dos chamados «trabalhadores burocráticos». A luta pela adoção de um novo Estatuto para os servidores públicos, por exemplo, tem consumido tempo e dinheiro, e só agora parece que sairá das gavetas do Governo.
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Cintra, Wendel Antunes. "LIBERALISMO, JUSTIÇA E DEMOCRACIA: RUI BARBOSA E A CRÍTICA À PRIMEIRA REPÚBLICA BRASILEIRA (1910-1921)". Lua Nova: Revista de Cultura e Política, n.º 99 (diciembre de 2016): 201–31. http://dx.doi.org/10.1590/0102-6445201-231/99.

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Resumo O artigo examina a obra tardia de Rui Barbosa e busca apreender o sentido de sua crítica à experiência republicana brasileira. A pesquisa se baseia fundamentalmente em textos, discursos e conferências publicadas e/ou pronunciadas por Rui entre 1910 e 1921 e sustenta que o autor mobilizou um conceito normativo de democracia como alicerce de sua crítica ao status quo republicano. Tal conceito se fundamentava em dois pilares: (1) autonomia da sociedade civil, entendida como a organização das associações civis independentes e a formação de uma esfera pública livre de interferências governamentais, e (2) a primazia do Poder Judiciário, que se constituiria em summa potestas do regime republicano e teria a função de coibir abusos do Poder Executivo e das maiorias parlamentares.
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Pieranti, Octavio Penna. "Políticas para a mídia: dos militares ao governo Lula". Lua Nova: Revista de Cultura e Política, n.º 68 (2006): 91–121. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-64452006000300004.

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Imprensa e poder público sempre desenvolveram, no Brasil, uma forte relação de interdependência. Empresas jornalísticas e de radiodifusão dependem de verbas estatais para seu próprio sustento, e políticos dependem da imprensa e da exposição na mídia para se comunicar com o eleitor de forma massificada. Este trabalho analisa essa relação de interdependência na história nacional, seguindo-se a ordem cronológica a partir do estabelecimento do regime militar em 1964, marco de uma profunda reformulação da radiodifusão e da imprensa. A conclusão deixa clara a urgência de uma revisão das leis que ora regulam a comunicação social, muitas das quais inaplicáveis, e questiona-se a independência dos atuais parlamentares para proceder às reformas necessárias e à discussão de novas políticas públicas para o setor.
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Maciejewski, Marek. "Od krytyki demokracji parlamentarnej do pochwały dyktatury. Niemiecka myśl nacjonalistyczna 1918–1933". Opolskie Studia Administracyjno-Prawne 14, n.º 3 (31 de mayo de 2016): 71–92. http://dx.doi.org/10.25167/osap.1328.

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The article deals with the question of the formation – since the end of World War One until the emergence of the Nazi regime – of various conceptions of the political system in influential and widespread intellectual circles of the so-called revolutionary conservatives who represented nationalist, anti-liberal and anti-parliamentarian views. This political ideology adopted a clearly critical position regarding political, constitutional and legal solutions adopted in the Reich after the fall of the Hohenzollern empire in 1918. Criticizing parliamentary democracy, though not necessarily democracy as such, revolutionary conservatives announced the need to establish a system of dictatorial leadership in Germany, modeled after the rule of Napoleon Bonaparte, oftentimes seeing the then President of the Reich, Paul von Hindenburg, as a suitable person for this role (they rather sporadically perceived Adolf Hitler in this way). Some of them not only approved of an authoritarian model of government understood as an opposition towards the so-called Weimar system, but also accepted the principles of totalitarianism (e.g., C. Schmitt, E. Jünger, E. Niekisch). Since 1933, the Nazis partly adopted the anti-liberal, anti-parliamentarian and authoritarian conceptions of revolutionary conservatives, reaching for – among others – Carl Schmitt’s theory of decisionism or Ernst Jünger’s idea of the total mobilization of the nation.
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Miranda, Roberto Campos da Rocha y Rildo Cosson. "Editorial". E-Legis - Revista Eletrônica do Programa de Pós-Graduação da Câmara dos Deputados 6, n.º 6 (22 de junio de 2011): 3. http://dx.doi.org/10.51206/e-legis.v6i6.81.

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O sexto número da E-legis aborda três grupos de assuntos que demonstram a atuação multifacetada do Parlamento. O primeiro refere-se à atuação do Legislativo nas questões relacionadas a orçamento, comissões parlamentares de inquérito e política pública. O segundo busca apresentar a visão de outros parlamentos no que tange à maioridade penal e participação popular. O último traz a contribuição da educação como instrumento de ampliação da democracia. Assim, Eber Santa Helena abre o número da Revista com o artigo Conflitos temporais entre os processos legislativos ordinário e orçamentário, mostrando a necessidade se compatibilizar e coordenar a tramitação de proposições e orçamento nos dois tipos de processos legislativos. Em seguida, é apresentada a reflexão sobre o papel do deputado no fortalecimento do elo entre a instituição Câmara Federal e o cidadão em Mídia, parlamento e violência: uma análise da CPI dos grupos de extermínio no nordeste, por Germana Pereira. Dentro de uma perspectiva que alia ação política e políticas públicas, Anamélia Fernandes discute a Ausência de política pública de cotas raciais para ingresso em instituições públicas de ensino superior no Brasil, mostrando que a falta de uma norma federal implicou baixa adesão ao sistema de cotas. Em um segundo momento, Elaine Faria e Maria Amélia Castro, em Maioridade penal no Brasil e na Espanha: um estudo comparativo, comparam a legislação de menores e as medidas socioeducativas adotadas em ambos os países com o intuito de trazer subsídios para a busca de soluções da problemática do aumento da criminalidade infanto-juvenil. Por outro lado, Geter Borges de Sousa mostra que a legislação de Cuba possui um alto grau de delegação no artigo Modelo de representação na legislação cubana e que essa legislação pode ajudar a reflexão sobre o tema no Brasil. Finalmente, em A (des)confiança do cidadão no Poder Legislativo e a qualidade da democracia no Brasil, artigo desenvolvido por Cristina Cinnanti, são apresentadas reflexões a respeito da democracia brasileira, focando a representação parlamentar e o impacto da imagem do Poder Legislativo sobre a participação popular para discutir os efeitos dessa relação sobre a qualidade do regime democrático. Fechando este número, Guilherme Ribeiro propõe um tema para debate a todos aqueles que trabalham com educação e analisam os desafios da democracia representativa, dentro e fora das casas legislativas, ao indagar: A educação legislativa é uma resposta à crise da representação? Boa leitura!
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Righettini, Stella. "LA POLITICIZZAZIONE DI UN POTERE NEUTRALE. MAGISTRATURA E CRISI ITALIANA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, n.º 2 (agosto de 1995): 227–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023571.

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IntroduzioneLe vicende ditangentopolie le relative conseguenze politico-istituzionali hanno conferito all'intervento giudiziario un rilievo maggiore che in passato rispetto ai complessi rapporti tra poteri dello Stato e tra governanti e governati. La magistratura, soprattutto quella penale, mostra di aver acquisito una consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie funzioni nell'ambito del sistema politico come forse mai in precedenza nella storia della repubblica. Ci si interroga ancora oggi, a tre anni di distanza dall'inizio ditangentopoli, sul perché l'intervento dei magistrati abbia accelerato la crisi del regime democratico italiano e favorito l'inizio di una fase di transizione. Ci si chiede, inoltre, in che misura, con quali conseguenze e per quanto tempo ancora gli attori giudiziari saranno in grado di conservare un potenziale di influenza così ampio sul sistema politico e sulla funzionalità di istituzioni governative e parlamentari.
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AZEVEDO, Ana Carina. "O Secretariado da Reforma Administrativa: Os anos iniciais de um projeto de reforma nos meandros da “Primavera Marcelista” (1967-1970)". Varia Historia 37, n.º 74 (agosto de 2021): 591–621. http://dx.doi.org/10.1590/0104-87752021000200010.

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Resumo Este artigo analisa a ação do Secretariado da Reforma Administrativa, o primeiro órgão central de coordenação da reforma administrativa criado pelo Estado Novo português. Além de ter como objetivo a apresentação da atuação de um organismo ainda bastante desconhecido da historiografia, devido ao desaparecimento do seu espólio arquivístico, este artigo pretende desvendar a relação entre a decisão política de dar início à reforma administrativa e as idiossincrasias e prioridades do regime no final da década de 1960. Para atingir esses objetivos e contornar a falta do referido espólio, recorreu-se à análise de debates parlamentares, legislação e publicações da época, bem como a variada documentação ministerial. Argumenta-se que a criação do Secretariado foi devedora do impacto das lógicas de planeamento económico que marcaram a segunda metade dos anos de 1960 e que os objetivos apresentados pelo organismo procuraram ser resposta às prioridades políticas que acabariam por marcar a primeira fase do governo de Marcello Caetano. No final, conclui-se existir uma profunda relação entre a preparação e execução do III Plano de Fomento e a criação do Secretariado, sendo que as idiossincrasias do regime que conduziram à sua criação acabariam, também, por marcar o seu fim.
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Peres, Paulo y Gabriella Bezerra. "PRESIDENCIALISMO, GOVERNABILIDADE E OPOSIÇÕES PARLAMENTARES: uma análise crítica da literatura comparada". Caderno CRH 33 (22 de diciembre de 2020): 020034. http://dx.doi.org/10.9771/ccrh.v33i0.25447.

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<p>Nossa proposta neste artigo é analisar o debate teórico sobre o presidencialismo tendo como eixo central o tema da governabilidade e sua relação com a atuação das oposições partidárias na arena legislativa, brasileira e latinoamericana. Argumentamos que a preocupação com a consolidação das democracias recentes levou os analistas a privilegiarem a governabilidade em detrimento da efetividade da oposição parlamentar, demonstrando que a evolução dos estudos e dos debates acerca dos desenhos constitucionais mais adequados à consolidação democrática resultou, por um lado, na concepção de que, se forem efetivas, as oposições parlamentares podem prejudicar a consolidação das novas democracias e, por outro, num déficit de pesquisas empíricas sobre as suas prerrogativas e o seu comportamento. Defendemos a necessidade de superação desse viés normativo e do desenvolvimento de uma agenda de investigações sobre a sua atuação estratégica.</p><p> </p><p>PRESIDENTIALISM, GOVERNABILITY AND PARLIAMENTARY OPPOSITIONS: a critical analysis of the comparative literature</p><p>Our proposal in this article is to analyze the debate on presidentialism, having as central the theme of governability and its relation with the performance of party oppositions in the legislative arena. We argue that the concern with the consolidation of recent democracies has led analysts to privilege governance over the effectiveness of parliamentary opposition. In this way, the evolution of studies and debates about the most appropriate constitutional designs for democratic consolidation has resulted, on the one hand, in the conception that, if effective, parliamentary oppositions can harm the consolidation of new democracies and, on the other, in a lack of empirical research on their prerogatives and behavior. We defend the need to overcome this normative bias and the development of an investigation agenda on its strategic performance, after all, parliamentary oppositions are indispensable actors in the democratic regime.</p><p>Keywords: Parliamentary oppositions. Presidentialism. Governance. Executive and Legislative.</p><p> </p><p>PRÉSIDENTIALISME, GOUVERNABILITÉ ET OPPOSITIONS PARLEMENTAIRES: une analyse critique de la littérature comparée</p><p>Notre proposition dans cet article est d’analyser le débat sur le présidentialisme, ayant comme central le thème de la gouvernabilité et sa relation avec la performance des oppositions dans l’arène législative. Nous soutenons que le souci de la consolidation des démocraties récentes a conduit les analystes à privilégier la gouvernance sur l’efficacité de l’opposition parlementaire. De cette manière, l’évolution des études et des débats sur les conceptions constitutionnelles les plus appropriées pour la consolidation démocratique a abouti, d’une part, à l’idée que, si elles sont efficaces, les oppositions parlementaires peuvent nuire à la consolidation des nouvelles démocraties et, d’autre part, à une manque de recherche empirique sur leurs prérogatives et leurs comportements. Nous défendons la nécessité de surmonter ce biais normatif et le développement d’un programme d’enquête sur ses performances stratégiques, après tout, les oppositions parlementaires sont des acteurs indispensables du régime démocratique.</p><p>Mots-Clès: Les oppositions parlementaires. Présidentialisme. La gouvernance. Exécutif et législatif.</p>
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Zulini, Jaqueline Porto. "Facciosismo, Rachas Intrapartidários e Capacidade Decisória na Democracia Brasileira de 1946". Dados 58, n.º 4 (diciembre de 2015): 1017–56. http://dx.doi.org/10.1590/00115258201565.

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A literatura aponta o facciosismo como norma do sistema partidário vigente à democracia de 1946, supostamente governada por coalizões parlamentares concebidas ad hoc. O propósito deste artigo é questionar o impacto dos rachas político-ideológicos no Legislativo via exame das votações ocorridas na Câmara Federal desde a instauração liberal até o final do regime, que mostram ser incomum a base governista necessitar de auxílio externo para aprovar a própria agenda. Veremos que somente nas gestões Vargas e Kubitschek as contribuições da oposição se fizeram capitais na passagem dos programas presidenciais, tendo as metas varguistas dependido mais deste subsídio. A hipótese desenvolvida é que o êxito governamental, em geral, dependia do uso estratégico da verificação de quorum, um procedimento regimental capaz de publicizar a divisão de forças no plenário de maneira a viabilizar a coordenação da própria coalizão no poder.
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Ricupero, Rubens. "A revolução russa e o sistema internacional". Lua Nova: Revista de Cultura e Política, n.º 75 (2008): 59–76. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-64452008000300004.

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Tomando-se como ponto de partida a análise de Henry Kissinger sobre o assunto, é concebível, embora raro na prática, distinguir a intensidade revolucionária interna de certo regime da maneira como ele se insere no sistema internacional, dependendo, é claro, de sua maior ou menor tolerância em relação ao elemento revolucionário. É por isso que o exemplo dado por Kissinger de "política exterior revolucionária", isto é, da que põe em causa o sistema mesmo, é o da Alemanha nazista, não o da Rússia da Revolução. Essa constatação contraria a percepção que tinham do papel internacional da Revolução Russa tanto seus autores e herdeiros quanto os contemporâneos e sucessores nas democracias parlamentares européias e nos Estados Unidos e que haveria de se prolongar por toda a duração da Guerra Fria. Vale a pena, assim, explorar os motivos históricos da diferença entre percepção e realidade.
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Sabbag, Gustavo Reis. "CARACTERÍSTICAS DA PRODUÇÃO LEGISLATIVA DA CÂMARA DOS DEPUTADOS, DE 2007 A 2010 / CHARACTERISTICS OF THE LEGISLATIVE PRODUCTION IN THE CHAMBER OF DEPUTIES FROM 2007 TO 2010". E-Legis - Revista Eletrônica do Programa de Pós-Graduação da Câmara dos Deputados 10, n.º 22 (26 de abril de 2017): 7–24. http://dx.doi.org/10.51206/e-legis.v10i22.300.

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Resumen
O objetivo deste trabalho é investigar as características e buscar os possíveis condicionantes das leis propostas por deputados e aprovadas no período de 2007 a 2010. Utiliza-se uma metodologia desagregativa que as classifica quanto a sua abrangência, seus efeitos e sua temática. Investiga-se a hipótese de que as leis sejam de abrangência nacional e benéficas, resultado do condicionamento do regime formal de trabalhos. A análise demonstra que a maioria das leis apresentam abrangência nacional e setorial, temática honorífica e efeitos neutros. Argumenta-se que essas características são consequência do controle da agenda parlamentar pelo Executivo e de um sistema de representação proporcional em uma população elevada e que tem regiões de alta magnitude eleitoral, o que atropela a atuação legislativa da Câmara, tornando-a cada vez mais focada em assuntos secundários como nomenclatura de estradas, pontes e prédios públicos.
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Rente Neto, Francisco. "O SUPREMO TRIBUNAL FEDERAL E A APURAÇÃO DOS INQUÉRITOS CRIMINAIS DE PARLAMENTARES E MEMBROS DO PODER EXECUTIVO FEDERAL NO BRASIL (2004 – 2015)". Gavagai - Revista Interdisciplinar de Humanidades 9, n.º 1 (30 de noviembre de 2022): 26–66. http://dx.doi.org/10.36661/2358-0666.2022v9n1.12648.

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Resumen
Este artigo tem como objetivo analisar o desempenho institucional do Supremo Tribunal Federal (STF), na sua competência penal, isto é, na apuração dos inquéritos instaurados, no período de 2004 – 2015, contra possíveis delitos praticados por políticos eleitos, tanto do poder legislativo (Deputados Federais e Senadores), quanto do poder executivo (Presidentes e Ministros de Estado), os quais são apreciados em regime de Prerrogativa de Função (Foro Privilegiado). O problema examinado está em saber se há um baixo numero de inquéritos concluídos no prazo previsto ou que chegaram à prescrição, o que teria como consequência a impunidade do sistema político brasileiro.
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Iulianelli, Jorge Atílio. "Formação de professores como objeto de estudo da política educacional: contribuições da democracia deliberativa para uma análise da meta 15 do PNE 2014-2024". Formação Docente – Revista Brasileira de Pesquisa sobre Formação de Professores 8, n.º 14 (30 de junio de 2016): 135–48. http://dx.doi.org/10.31639/rbpfp.v8i14.137.

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Resumen
Este artigo discute a necessidade da abordagem da formação de docentes como objeto de estudo da política educacional. Parte-se do processo de aprovação do Plano Nacional de Educação (Lei 13.005/2014) que determina, em sua meta 15, providências necessárias à formação de professores. O foco é a discussão sobre o papel do regime de colaboração e da participação social na construção de estratégias de formação de professores. A primeira parte do argumento afirma que a história de formação de professores no país passou por muitos percalços, em especial em relação ao papel da colaboração entre os entes federados para tanto. Num segundo momento, observa-se como o debate parlamentar para a elaboração da meta 15 indica que a formação de professores necessita de uma política nacional, denotando o forte embaraço entre o papel da União e dos demais entes federados – como já percebido nas avaliações do Plano Nacional de Educação - PNE 2001-2010 - e na elaboração e efetivação do Plano de Desenvolvimento da Escola (PDE). Finalmente, discute-se como o regime de colaboração apresenta demandas de participação da comunidade escolar, da sociedade civil, em processos de gestão do ambiente escolar. O artigo oferece algumas conclusões heurísticas para o estudo do objeto em pauta.
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Ivo, Anete B. L. "O AJUSTE NEOLIBERAL CONTRA A DEMOCRACIA SOCIAL: O CONTEXTO DE 2015-2016, NO BRASIL". Cadernos do CEAS: Revista crítica de humanidades, n.º 243 (26 de julio de 2018): 32. http://dx.doi.org/10.25247/2447-861x.2018.n243.p32-57.

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Resumen
<p>O artigo examina os fatores políticos de um liberalismo social apoiado nos programas de transferência de renda (PTR) e como esses influenciam a legitimidade dos governos e a subjetividade dos beneficiados. Parte da hipótese de que a reinvestida neoliberal do presente atua sobre os pilares políticos das teses neoliberais, implicando rupturas institucionais, crise social e de confiança entre os cidadãos e o Estado. Essa investida recente, no Brasil, alimenta-se do golpe parlamentar no polêmico <em>impeachment</em> da Presidente, sem crime de responsabilidade configurado, desrespeitando a soberania do voto popular. Segue-se um processo de desconstrução institucional dos direitos sociais constitucionais e a desregulação do patrimônio público e naturais em favor das corporações econômicas nacionais pelo novo governo, produzindo um “fascismo social”, segundo Santos (2016), quando o regime democrático aprofunda uma grave exclusão social.</p>
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Moraes, Telma Elizabete de y Silvio César Moral Marques. "A ESCOLA COMO ESPAÇO DA EDUCAÇÃO PARA A CIDADANIA: UMA ANÁLISE DA PROPOSTA DE NORBERTO BOBBIO". LAPLAGE EM REVISTA 1, n.º 1 (9 de mayo de 2015): 98. http://dx.doi.org/10.24115/s2446-622020151110p.98-114.

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Norberto Bobbio vê no estado democrático o único meio capaz de colocar as pessoas em igualdade de condições e de garantir a existência e continuidade das liberdades fundamentais, refletindo sobre o contraste que existe entre os ideais democráticos e a “democracia real”. Daí a necessidade de concentrar a discussão entre o que foi prometido e o efetivamente praticado, ou seja, tentar um prognóstico sobre as “promessas” não cumpridas. Para o autor, o termo democracia apresentar-se-ia sob dois aspectos: primeiro como “um conjunto de instituições ou técnicas de governo”, sendo essas o “sufrágio universal, regime parlamentar, reconhecimento dos direitos civis, princípios da maioria”; em segundo lugar, como “um certo ideal a ser perseguido”. Assim, a democracia define-se como técnica de governo e meio empregado para organizar a sociedade e, como ideal, propõe a busca por um fim desejado, i.e., a igualdade entre os homens, somente alcançada pela educação.
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Freyre, Gilberto. "Em Torno do Avigoramento dos Modernos Executivos". Revista do Serviço Público 108, n.º 2 (28 de julio de 2017): 23–36. http://dx.doi.org/10.21874/rsp.v0i2.2394.

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Um processo social, tão atuante nos Estados Unidos como na Europa e noutras partes do mundo de hoje, vem, revolucionariamente ou evolucionariamente, fazendo declinar regimes predominantemente parlamentares e, ao mesmo tempo, grandemente dependentes de partidos apenas políticos e de ritos de democracia convencionalmente eleitoral; e fazendo emergir, ou ressurgir, sob coloridos novos, e sob várias formas, um poder ou um executivo político-administrativo como que sociologicamente monarquizado. Estamos diante de executivos limitados, em seu crescente poder, menos pela vontade predominante de maiorias parlamentares ou de maiorias maciçamente eleitorais, que por outros fatores: um deles, a força, também ascendente, de elites de assessores científicos, técnicos, culturais do tipo dos, nos dias do segundo Roosevelt — um dos pioneiros desse novo tipo de poder — denominados “ braln trusts ” nos Estados Unidos; dos Ministérios de Cultura e do de Informação, do atual tipo francês; dos assessores econômicos que constituem quase ministérios, e até superministérios além dos ministérios apenas políticos, em Repúblicas como a Federal da Alemanha — um dos quais passou, em momento crítico na vida alemã, dessa alta categoria à de líder político; e dos grupos de assessores, peritos em física nuclear e em astronáutica que, na União Soviética de hoje, detêm já notável participação no poder político -militar__ ali, desde Lenine, monarquizado em extremo, esse excesso, tendo perdurado intacto até Krutchev — que alguns estudiosos do assunto consideram já superior, sob alguns aspectos, ao do Partido Comunista e ao do chamado Exército Vermelho.
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Berman, Romina. "Onde Habita a Democracia? Os Debates Parlamentares sobre o Regime Municipal da Cidade de Buenos Aires durante o Primeiro Peronismo (1946-1955)". Passagens Revista Internacional de História Política e Cultura Jurídica 5, n.º 3 (2013): 442–64. http://dx.doi.org/10.5533/1984-2503-20135305.

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Nunes, Guilherme Machado. "Trabalho, militância e repressão no Recife: Júlia Santiago entre o DOPS e a fábrica (1933-1956)". Revista Mundos do Trabalho 14 (22 de septiembre de 2022): 1–19. http://dx.doi.org/10.5007/1984-9222.2022.e83049.

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O objetivo deste artigo é discutir as relações entre militância operária e repressão no Recife através da trajetória de Júlia Santiago da Conceição (1917-1988). Durante o período democrático (1945-1964), Pernambuco presenciou uma série de movimentos políticos e sociais, e, como resultado dessa efervescência, surgiriam, por exemplo, parlamentares comunistas, a eleição de Miguel Arraes como governador pela Frente do Recife e as Ligas Camponesas de Francisco Julião. Júlia Santiago, no entanto, foi constantemente perseguida por seus patrões e presa pela polícia recifense em função de suas atividades sindicais e sua militância comunista. Apesar de estar no radar das autoridades – da fábrica e do Estado – desde, pelo menos, 1933, foi justamente depois do Estado Novo que ela passou a ser mais vigiada e presa com frequência. Reconstituindo parte de sua trajetória, a partir do princípio da variação da escala de análise, pretende-se compreender como militância e repressão no local de trabalho poderiam coexistir na capital pernambucana, independente do regime vigente.
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Chaloub, Jorge. "O Liberalismo de Carlos Lacerda". Dados 61, n.º 4 (diciembre de 2018): 385–428. http://dx.doi.org/10.1590/001152582018163.

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RESUMO O presente artigo expõe as estratégias retóricas e principais ideias políticas de Carlos Lacerda. A argumentação tem como eixo o papel do liberalismo no pensamento e nas práticas políticas do autor, que é antes visto como um "crítico liberal da política", para utilizar conceito célebre de Carl Schmitt, do que como portador de uma teoria política sistemática. Ao longo do texto, busca-se delinear como Lacerda interpretava atores e temas do período entre 1946 e 1964 através da exposição dos seus principais conceitos e movimentos políticos. Para tanto, são analisados discursos parlamentares, artigos jornalísticos e textos programáticos, os quais revelam, em sua diversidade, uma visão de mundo fundamental para compreender não apenas sua trajetória individual, mas os próprios rumos do período. O pensamento e a própria figura de Lacerda expõem aspectos centrais do regime político então vigente, etapa fundamental da trajetória democrática brasileira, assim como desvelam algumas razões do seu fim.
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Neves, Ozias Paese. "A redemocratização investigada por meio de cartilhas do movimento Pró-participação Popular na Constituinte: Educação Política e Cultura". Revista Brasileira de Pesquisas Jurídicas (Brazilian Journal of Law Research) 1, n.º 1 (15 de abril de 2020): 97–117. http://dx.doi.org/10.51284/rbpj.01.ozi.

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Resumen
Trata da ditadura militar de 1964, período que representa uma das facetas da cultura política autoritária da sociedade brasileira. Até a saída dos militares do governo central em 1985 se deu a partir de diversas frentes de embates, acomodações e cessões entre a elite parlamentar de oposição, a sociedade civil e o governo ditatorial. Aponta textos normativos, atores políticos e práticas do regime de 1964 persistiram no cenário político. Descreve a história político-institucional brasileira e como foi recorrente que os textos constitucionais fossem expressões da disputa político-institucional entre elites oligárquicas locais e projetos normativos centralizadores. Atenta-se especialmente no período entre 1985 e 1988, nas atuações coletivas de movimentos sociais, como o Movimento pró-Participação Popular na Constituinte (MPPC), que mobilizaram milhões de pessoas e fizeram centenas de eventos e coletaram milhões de assinaturas em emendas populares com propostas para a Assembleia Nacional Constituinte (ANC). Conclui apresentando resultados parciais de pesquisa descrevendo como essa mobilização foi possível e quais instrumentos foram mobilizados.
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