Literatura académica sobre el tema "Redenzioni"

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Artículos de revistas sobre el tema "Redenzioni"

1

Lazarević Di Giacomo, Persida. "“Della slava redenzione”: Andrea Sirovich riecheggia Tommaseo". Филолошки преглед 48, n.º 2 (2021): 67–87. http://dx.doi.org/10.18485/fpregled.2021.48.2.4.

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Baioni, Massimo. "Trieste 1954. Echi italiani della "seconda redenzione"". MEMORIA E RICERCA, n.º 50 (octubre de 2015): 115–37. http://dx.doi.org/10.3280/mer2015-050008.

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Matassi, Elio. "Per un nuovo modello di responsabilitŕ. Etica e meta-etica in Franz Rosenzweig e nel giovane Lukŕcs". PARADIGMI, n.º 1 (abril de 2010): 49–58. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001004.

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Resumen
Il saggio si propone di argomentare il complesso passaggio teorico dalla meta-etica all'etica che coinvolge in eguale misura il Rosenzweig de La Stella della Redenzione e il libro incompiuto su Dostoeskij del giovane Lukács. All'interno di questo passaggio si cerca di dimostrare una continuitŕ ideale tra l'etica kantiana e la storia universale hegeliana; la ricusazione č netta e non risparmia nessuna della due prospettive. Entrambe, infatti, nel frammentario testo di Lukács, vengono presentate come appartenenti allo stesso contenitore, la nozione di spirito oggettivo che deve essere condannata senza appello. Da questa condanna emerge un nuovo concetto di responsabilitŕ.
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Cavallari, Doris Nátia. "Confessione e Redenzione: L’esemplarità Parodica di Ser Ciappelletto e Lazarillo de Tormes". Revista de Italianística, n.º 25 (7 de junio de 2013): 3. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i25p3-12.

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Resumen
Este trabalho propõe uma comparação dos aspectos comuns da confissão paródica no Lazarillo de Tormes (de autor anônimo) e da novela de Ser Ciappelletto, a primeira do Decameron de Giovanni Boccaccio. A análise parte do processo de carnavalização da sociedade que se dá pelo discurso dos dois protagonistas. A confissão paródica determina a ruptura do pathos social pela reinvenção da própria história que inverte a posição do anti-herói e os faz figurar como homens de bem, aparentemente adaptados à estrutura moral, religiosa e política do mundo representado
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Skibiński, Tomasz. "Ojcowie Kościoła w katechezach środowych Jana Pawła II". Vox Patrum 50 (15 de junio de 2007): 249–61. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6712.

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Resumen
Giovanni Paolo II durante tutto il pontificato, piu di ogni suo Predecessore, ha incontrato il Popolo di Dio. Ogni mercoledi era dedicato alle udienze generali in cui hanno partecipato 17,6 millioni di pellegrini. Generalmente durante le udienze il Papa pronunciava le catechesi, che possiamo dividere in alcuni cieli: Le quattro virtu cardinali; La redenzione del corpo e la sacramentalita del matrimonio; II Credo; La preparazione del Giubleo 2000; L’Anno Giubilare 2000; La Liturgia delle Ore. Questi cieli differenziano, tra l’altro, anche per quanto riguarda l’uso dei testi patristici. I cieli piu fondati sull’eredita patristica sono i seguenti: I commentarii ai testi della Liturgia delle Ore (pronunicate nel periodo: 28 III 2001 - 26 I 2005) e II commento al "Credo” specialmente nella parte che rigurda la fede trinitaria (catechesi pronunicate nel periodo: 3 VII1985 - 3 VII1991). Sul lato opposto si situano le Catechesi sulle virtu cardinali (pronunciate tra il 25 X e il 22 XI 1978), durante le quali i Padri della Chiesa non sono citati neanche una volta e le Catechesi sulla redenzione del corpo e la sacramentalita del matrimonio (pronunicate nel periodo: 5 IX 1979 - 28 XI 1984), in cui richiami agli autori del periodo patristico sono sporadici. Generalmente si puó constatare, che in tutto il corpo delle catechesi i richiami patristici svolgono molo importante, ed in alcuni casi sono fondamentali per la presentazione del discorso. Vengono citati Padri della Chiesa che rappresentano vari ambienti, diversi periodi e differenti scuole teologiche. I Padri preferiti da Giovanni Paolo II sono: Agostino, Ambrogio di Milano, Ireneo di Lione, Giovanni Crisostomo, Basilio di Cesarea, Cipriano, Cirillo di Gerusalemme, Cirillo di Alessandria, Ignazio di Antiochia e Origene. II Papa Wojtyła da una parte riconosce il molo che i Padri hanno svolto nella storia dell’esegesi e nella formazione del dogma, dall’altra - fa vedere la loro attualita anche nel mondo del XX e XXI secolo.
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Varriale, Gennaro. "Redimere anime: La Santa Casa della Redenzione dei cattivi a Napoli, 1548–1599". I Tatti Studies in the Italian Renaissance 18, n.º 1 (marzo de 2015): 233–59. http://dx.doi.org/10.1086/680556.

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7

Ciammaruconi, Clemente. "Memoria democratica e retorica pubblica della "redenzione" pontina. Il caso di Latina, una volta Littoria". SOCIETÀ E STORIA, n.º 126 (marzo de 2010): 634–68. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126003.

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Fin dalla loro fondazione, le «cittÀ nuove» sorte nell'Agro Pontino bonificato dal regime fascista negli anni trenta costituirono lo scenario ideale di molteplici liturgie politiche attraverso cui celebrare il «culto del littorio». L'autore si propone d'indicare secondo quali processi, nel corso del secondo dopoguerra, a Latina (giÀ Littoria) si sia cercato di costruire una memoria condivisa ed un senso di appartenenza comunitaria capaci di ricomporre in chiave democratica l'ereditÀ di quella «impresa» indelebilmente connessa al fascismo, nonché alla figura stessa di Mussolini. In tale prospettiva cerimonie, monumenti, anniversari, hanno rappresentato i cardini dell'opera di rielaborazione di un passato ancora recente che amministrazioni, prima democristiane e poi di destra, hanno condotto spesso non senza ambiguitÀ: lo studio ne ricostruisce le diverse fasi, sia esaminando i nessi e le reciproche influenze tra memoria e retorica pubblica, sia indagando i criteri informatori che hanno orientato questa faticosa e tutt'altro che compiuta ricerca identitaria.
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Cinelli, Gianluca. "Dalla “provvida sventura” di Ermengarda allo “sciagurato” Giuglielmo Piazza. Sventura e redenzione in Alessandro Manzoni". Italica Belgradensia 2016, n.º 1 (2016): 21–35. http://dx.doi.org/10.18485/italbg.2016.1.2.

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Ciglia, Paolo. "Fra problematicità e fattualità. Il Dio “Elementare” di Franz Rosenzweig". Filozofija i drustvo 23, n.º 2 (2012): 3–22. http://dx.doi.org/10.2298/fid1202003c.

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Il saggio si propone di analizzare criticamente la particolare comprensione di Dio che Rosenzweig elabora nel Libro Primo della Parte Prima del suo capolavoro filosofico, vale a dire, La Stella della Redenzione. Il Dio di cui si parla nel testo rosenzweighiano esaminato ? il Dio mitico della tradizione greca. Esso costituisce la condizione ?elementare? necessaria, ma non sufficiente, sulla quale potr? poi fondarsi il ben pi? complesso e articolato Dio della rivelazione biblica. Il Dio mitico presenta un profilo estremamente dinamico, contrassegnato da due polarit? in tensione - la sua stessa natura e la sua libert? - chegli conferiscono una straordinaria vitalit?. La libert? divina e la natura divina, nel passaggio dal Dio mitico al Dio rivelato, produrranno, attraverso una complessa trasfigurazione del loro assetto polare originario, rispettivamente, da un lato, la creazione del mondo, e dall?altro, la relazione d?amore che lo stesso Dio rivelato intratterr? con l?uomo.
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10

Sandra, Buechler. "Saper soffrire". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (diciembre de 2011): 49–70. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-001004.

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La sofferenza č una parte inevitabile del coinvolgimento psicoanalitico. Vi sono tre fondamentali posizioni che si possono prendere nei confronti del dolore: 1) il dolore si identifica con la malattia e il nostro obiettivo č quello di risolverlo piů rapidamente possibile; 2) il dolore č una parte inevitabile dell'esperienza del vivere e dobbiamo diventare capaci di accettarlo; 3) il dolore č maestro di vita e ci educa verso la redenzione e la conoscenza di sé. Č logico che l'adesione, consapevole o meno, a ognuna di queste tre posizioni condiziona il nostro modo di lavorare, soprattutto per quanto riguarda l'analisi delle difese. Una particolare esperienza dolorosa alla quale l'analista risulta esposto č la perdita dei propri pazienti, la loro morte o semplicemente la fine della terapia. Ciň rende i nostri sforzi creativi simili al costruire castelli di sabbia in riva al mare e ci allena a fare investimenti non narcisistici sulle vite dei nostri pazienti.
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Tesis sobre el tema "Redenzioni"

1

Bosco, Michele. "Ragion di Stato e salvezza dell’anima. Il riscatto dei cristiani captivi in Maghreb attraverso le redenzioni mercedarie (1575 - 1725)". Thesis, Paris, EHESS, 2017. http://www.theses.fr/2017EHES0037.

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Resumen
Dans le but d’éclairer les dynamiques économiques et les mécanismes institutionnels qui régulaient le rachat des chrétiens captifs au Maghreb aux siècles centraux de l’époque moderne, l’auteur se propose de reconstruire l’activité rédemptrice de l’un des indiscutables protagonistes de ce commerce: l’Ordre de Notre Dame de la Merci. Pour en illustrer les spécificités, l’auteur présente d’abord de façon général le phénomène des rachats des captifs entre les XVIe et le XVIIIe siècles en Méditerranée, dans le contexte de la guerre de course qui se déroulait entre ses rives. Par la suite, il retrace de façon synthétique l’histoire de l’Ordre de la Merci, de son expansion et de son progressif développement dans les contextes italien et ibérique, et en Amérique latine. Il y aborde l’aspect théologique de cette histoire, à l’aide d’une partie de la production mémorialiste et des traités justificatifs produits par l’Ordre. Suit une analyse des missions de rédemption conduites par les religieux de l’Ordre, entre le dernier quart du XVIe siècle et le début du XVIIIe siècle. Concernant la procédure, l’auteur met en relief les contours juridiques et normatifs et souligne l’importance des raisons économiques et politiques qui étaient derrière eux. Quatre exemples de rédemptions de captifs sont ainsi abordés à-traves l’analyse de livres de comptabilité. L’étude sur une longue période, entre 1575 et 1723, permet à l’auteur de mettre en évidence les changements intervenus dans les rachats en ce qui concerne la procédure, le financement et l’usage des aumônes et de l’argent collecté. Le modus operandi des rédemptions mercédaires est ensuite comparé avec celui d’autres institutes, laïcs et étatiques, qui s’occupent du rachat des captifs dans les territoires italien et ibérique. Là encore les logiques économiques, les exigences politiques et les intérêts nationaux et locaux qui guidaient cette activité sont mis en avant.La thèse soutient que les religieux de l’ordre de la Merci ne furent pas totalement libres d’agir, selon les prérogatives dictées par son propre Ordre, mais qu’ils se trouvèrent étroitement vinculés à des instructions données par le gouvernement espagnol et par les sujets eux-mêmes, ces dernières étant les principaux financeurs des missions de rachats. Autrement dit, il apparaît que l’action humanitaire de ces religieux répondait, en réalité, plutôt à des logiques économiques et à des intérêts politiques (c’est pour ça qu’on y parle de « Raison d’État ») et non pas aux principes d’une charité chrétienne qui était indifférente aux frontières nationales. Pour cette raison, en partant de l’observatoire spécifique des rédemptions mercédaires, l’auteur arrive enfin à envisager que le commerce des captifs à l’époque moderne ait pu servir de «catalyseur» de processus bien plus longs et complexes, tandis que le progressif détachement des politiques d’assistance des États européennes de la dimension religieuse. Et, aussi, qu’il ait pu en quelque sorte accélérer la graduelle et controverse naissance de sentiments d’appartenance nationale, ceux-ci s’imposant, à la fin de l’époque moderne, au détriment d’autres, plus traditionnels, liés aux communautés confessionnelles
The aim of this work is to analyse the captives redemptions' mechanism, through the study of the specific case of Mercedarians ransoming expeditions to North Africa. We have compared this mechanism with the ones pursued by other ransoming institutions in the Italian and Iberian areas, in order to let economics logics and juridical laws emerge that regulated te ransoming process. After a general introduction on the principal aspects that phenomenon entailed, a chapter of the tesis is dedicated to the analysis of four redemption missions, conducted by the religious Order of Our Lady of Mercy during a period of a century and half, precisely between 1575 and 1723
Con l’obiettivo di far luce sulle dinamiche economiche e sui meccanismi istituzionali che regolavano il riscatto dei cristiani captivi in Maghreb nei secoli centrali dell’età moderna, l’autore si propone di ricostruire l’attività redentrice di uno dei protagonisti indiscussi di quel commercio: l’Ordine di Nostra Signora della Mercede. Al fine di illustrane le specificità, l’autore presenta dapprima un quadro complessivo del fenomeno dei riscatti di captivi tra i secoli XVI e XVIII, inserendolo nel più generale contesto del Mediterraneo e della guerra da corsa combattuta tra le sue sponde. Successivamente, traccia una storia sintetica dell’Ordine della Mercede e della sua diffusione e progressivo sviluppo nei contesti italiano e iberico - con un occhio anche alla realtà dell’America spagnola - e attenta all’aspetto teologico e alla trattatistica giustificativa prodotta dai Mercedari stessi. Analizza, poi, a livello procedurale le missioni di redenzione condotte dai religiosi dell’Ordine a cavallo tra il tardo Cinquecento e il primo Settecento, ne traccia i contorni giuridici e normativi e mira a far emergere le ragioni economiche e politiche che le muovevano. A tal fine, prende in esame quattro esempi di redenzioni di captivi attraverso lo studio di altrettanti libri di conto: l’ampio arco cronologico di riferimento - un secolo e mezzo, dal 1575 al 1723 - consente all’autore di evidenziare i cambiamenti intercorsi a livello procedurale nei riscatti, così come in merito al loro finanziamento e alla destinazione d’uso delle elemosine di volta in volta raccolte. Il modus operandi delle redenzioni mercedarie è quindi messo a confronto con quello di altre istituzioni, laiche e statali, dedite al riscatto dei captivi in area italiana ed iberica e, anche qui, nell’intento di far emergere le logiche economiche, le istanze politiche e gli interessi nazionali e locali che vi sottostavano.La tesi difende l’idea che i religiosi della Mercede, nella loro opera della redenzione dei captivi, non fossero liberi di agire autonomamente e secondo le prerogative dettate dal proprio Ordine, ma che fossero, al contrario, strettamente vincolati a istruzioni date loro dal governo spagnolo e da privati cittadini, essendo questi ultimi i principali finanziatori delle loro missioni di riscatto. Sostiene, insomma, l’idea che l’azione umanitaria dei religiosi rispondesse, in realtà, più a logiche economiche e agli interessi della politica che non a quelli di una carità cristiana indifferente ai confini nazionali. Per tale ragione, l’autore, prendendo spunto dall’osservatorio specifico delle redenzioni mercedarie, giunge a ipotizzare che il commercio dei captivi in età moderna abbia potuto giocare un ruolo di «catalizzatore» di processi ben più ampi e complessi, come il progressivo distacco delle politiche assistenziali degli Stati dalla sfera religiosa, e che abbia potuto accelerare il graduale e controverso imporsi di sentimenti di appartenenza nazionale a scapito di altri, più tradizionali, legati alle comunità confessionali
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De, Cian Nicoletta. "Genesi e sviluppo della dottrina della redenzione nella Fruhphilosophie di Artur Schopenhauer (1799-1813)". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2001. http://hdl.handle.net/10579/779.

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Albanesi, Nicola. "Cur Deus homo : la logica della redenzione : studio sulla teoria della soddisfazione di S. Anselmo arcivescovo di Canterbury /". Roma : Ed. Pontificia università gregoriana, 2002. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb39097522v.

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CICERI, ANDREA. "FILOSOFIA E SOFFERENZA: LIBERAZIONE E SALVEZZA NEL PENSIERO DI ITALO MANCINI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/16805.

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Resumen
Il percorso intellettuale di Italo Mancini può essere considerato sotto l'aspetto del rapporto tra fede e ragione ma anche le tematiche della liberazione, della salvezza e della redenzione sono presenti nei i suoi testi fin dalle origini. L'obiettivo del presente lavoro è stato quello di ripercorrere il percorso intellettuale e culturale di Italo Mancini e mettere in luce come la questione del male, declinata all'interno delle tematiche della salvezza, della liberazione e della riconciliazione, possa essere una chiave di lettura efficace, ovverosia un “filo rosso” in grado di collegare e tenere unite un insieme di opere e di temi che a volte rischiano di sembrare eterogenei. La questione soteriologica messa in luce da Mancini ha valore dal punto di vista della storia della filosofia italiana del novecento ma, a mio avviso, ha ancor più valore dal punto di vista della filosofia teoretica in quanto cerca di prospettare nuove possibilità per il discorso razionale e religioso su Dio.
The intellectual journey of Italo Mancini may be considered under the aspect of the relationship between faith and reason, but also the themes of liberation , salvation and redemption are present in his texts from the very beginning . The objective of this work was to retrace the intellectual and cultural significance of Italo Mancini and shed light on how the question of evil , declined within the themes of salvation, liberation and reconciliation, can be an effective key to understanding the work of the italian philosopher, a "red thread" able to connect and hold together a collection of works and themes that seem mixed at times. The soteriological issue highlighted by Mancini is of grat value from the point of view of the history of Italian philosophy of the twentieth century but, in my opinion, has even more value from the point of view of theoretical philosophy as it tries to envisage new possibilities for religious and rational discourse about God.
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CICERI, ANDREA. "FILOSOFIA E SOFFERENZA: LIBERAZIONE E SALVEZZA NEL PENSIERO DI ITALO MANCINI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/16805.

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Il percorso intellettuale di Italo Mancini può essere considerato sotto l'aspetto del rapporto tra fede e ragione ma anche le tematiche della liberazione, della salvezza e della redenzione sono presenti nei i suoi testi fin dalle origini. L'obiettivo del presente lavoro è stato quello di ripercorrere il percorso intellettuale e culturale di Italo Mancini e mettere in luce come la questione del male, declinata all'interno delle tematiche della salvezza, della liberazione e della riconciliazione, possa essere una chiave di lettura efficace, ovverosia un “filo rosso” in grado di collegare e tenere unite un insieme di opere e di temi che a volte rischiano di sembrare eterogenei. La questione soteriologica messa in luce da Mancini ha valore dal punto di vista della storia della filosofia italiana del novecento ma, a mio avviso, ha ancor più valore dal punto di vista della filosofia teoretica in quanto cerca di prospettare nuove possibilità per il discorso razionale e religioso su Dio.
The intellectual journey of Italo Mancini may be considered under the aspect of the relationship between faith and reason, but also the themes of liberation , salvation and redemption are present in his texts from the very beginning . The objective of this work was to retrace the intellectual and cultural significance of Italo Mancini and shed light on how the question of evil , declined within the themes of salvation, liberation and reconciliation, can be an effective key to understanding the work of the italian philosopher, a "red thread" able to connect and hold together a collection of works and themes that seem mixed at times. The soteriological issue highlighted by Mancini is of grat value from the point of view of the history of Italian philosophy of the twentieth century but, in my opinion, has even more value from the point of view of theoretical philosophy as it tries to envisage new possibilities for religious and rational discourse about God.
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6

BOSCO, MICHELE. "Ragion di Stato e salvezza dell’anima. Il riscatto dei cristiani captivi in Maghreb attraverso le redenzioni mercedarie ( 1575 - 1725 )". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1080336.

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Resumen
Con l’obiettivo di far luce sulle dinamiche economiche e sui meccanismi istituzionali che regolavano il riscatto dei cristiani captivi in Maghreb nei secoli centrali dell’età moderna, il testo propone una ricostruzione dell’attività redentrice di uno dei protagonisti indiscussi di quel commercio: l’Ordine dei Mercedari. Vi si sostiene che i frati del detto Ordine non fossero liberi di agire autonomamente, né secondo le prerogative dettate dall’Ordine stesso, ma che fossero, al contrario, strettamente vincolati a istruzioni date loro dal governo spagnolo e da privati cittadini, essendo questi i principali finanziatori delle loro missioni di riscatto. Vi si sostiene, insomma, che l’azione umanitaria dei religiosi rispondesse, in realtà, più a logiche economiche e agli interessi della politica che non a quelli di una carità cristiana indifferente ai confini nazionali. Per tale ragione, l’A., prendendo spunto dall’osservatorio specifico delle redenzioni mercedarie, giunge a ipotizzare che il commercio dei captivi in età moderna abbia potuto giocare un ruolo di «catalizzatore» di processi ben più ampi e complessi, come il progressivo distacco delle politiche assistenziali degli Stati dalla sfera religiosa, e che abbia potuto accelerare il graduale e controverso imporsi di sentimenti di appartenenza nazionale a scapito di altri, più tradizionali, legati alle comunità confessionali. ************************** Dans le but d’éclairer les dynamiques économiques et les mécanismes institutionnels qui régulaient le rachat des chrétiens captifs au Maghreb aux siècles centraux de l’époque moderne, l’auteur se propose de reconstruire l’activité rédemptrice de l’un des indiscutables protagonistes de ce commerce: l’Ordre de Notre Dame de la Merci. Pour en illustrer les spécificités, l’auteur présente d’abord de façon général le phénomène des rachats des captifs entre les XVIe et le XVIIIe siècles en Méditerranée, dans le contexte de la guerre de course qui se déroulait entre ses rives. Par la suite, il retrace de façon synthétique l’histoire de l’Ordre de la Merci, de son expansion et de son progressif développement dans les contextes italien et ibérique, et en Amérique latine. Il y aborde l’aspect théologique de cette histoire, à l’aide d’une partie de la production mémorialiste et des traités justificatifs produits par l’Ordre. Suit une analyse des missions de rédemption conduites par les religieux de l’Ordre, entre le dernier quart du XVIe siècle et le début du XVIIIe siècle. Concernant la procédure, l’auteur met en relief les contours juridiques et normatifs et souligne l’importance des raisons économiques et politiques qui qui étaient derrière eux. Quatre exemples de rédemptions de captifs sont ainsi abordés à-traves l’analyse de livres de comptabilité. L’étude sur une longue période, entre 1575 et 1723, permet à l’auteur de mettre en évidence les changements intervenus dans les rachats en ce qui concerne la procédure, le financement et l’usage des aumônes et de l’argent collecté. Le modus operandi des rédemptions mercédaires est ensuite comparé avec celui d’autres institutes, laïcs et étatiques, qui s’occupent du rachat des captifs dans les territoires italien et ibérique. Là encore les logiques économiques, les exigences politiques et les intérêts nationaux et locaux qui guidaient cette activité sont mis en avant. La thèse soutient que les religieux de l’ordre de la Merci ne furent pas totalement libres d’agir, selon les prérogatives dictées par son propre Ordre, mais qu’ils se trouvèrent étroitement vinculés à des instructions données par le gouvernement espagnol et par les sujets eux-mêmes, ces dernières étant les principaux financeurs des missions de rachats. Autrement dit, il apparaît que l’action humanitaire de ces religieux répondait, en réalité, plutôt à des logiques économiques et à des intérêts politiques (c’est pour ça qu’on y parle de « Raison d’État ») et non pas aux principes d’une charité chrétienne qui était indifférente aux frontières nationales. Pour cette raison, en partant de l’observatoire spécifique des rédemptions mercédaires, l’auteur arrive enfin à envisager que le commerce des captifs à l’époque moderne ait pu servir de «catalyseur» de processus bien plus longs et complexes, tandis que le progressif détachement des politiques d’assistance des États européennes de la dimension religieuse. Et, aussi, qu’il ait pu en quelque sorte accélérer la graduelle et controverse naissance de sentiments d’appartenance nationale, ceux-ci s’imposant, à la fin de l’époque moderne, au détriment d’autres, plus traditionnels, liés aux communautés confessionnelles.
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Libros sobre el tema "Redenzioni"

1

Raffaele, Bruno y Pellecchia Fausto, eds. Nichilismo e redenzione. Milano: F. Angeli, 2003.

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2

Vitiello, Vincenzo. Cristianesimo senza redenzione. Roma: Laterza, 1995.

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3

Dogville: Della mancata redenzione. Vasto (Chieti): Caravaggio, 2008.

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4

Rendina, Claudio. Storie della città di Roma: Leggende, cronache, racconti di amore e delitti, intrighi e pubbliche virtù, avventure licenziose e mistiche redenzioni di papi, politici, condottieri, sante e cortigiane in una narrazione avvincente lunga tre millenni. Roma: Newton & Compton, 2005.

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5

1920-, Marranzini Alfredo, ed. Discorsi: Cristo sapienza, giustizia, santificazione, redenzione. Roma: Città nuova, 2004.

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6

author, Ridola Ettore 1964, ed. John Woo: La violenza come redenzione. Recco (Genova): Le mani, 2010.

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7

Bertolino, Marco. John Woo: La violenza come redenzione. Recco, Genova: Le mani, 1998.

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8

Terralba: Una bonifica senza redenzione : origini, percorsi, esiti. Roma: Carocci, 2000.

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9

Soru, Maria Carmela. Terralba: Una bonifica senza redenzione : origini, percorsi, esiti. Roma: Carocci, 2000.

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10

Panarese, Angelo. La "redenzione" dell'Italia: Il grande sogno di Machiavelli. Bari: Progedit, 2014.

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Capítulos de libros sobre el tema "Redenzioni"

1

"Nicolò Pasquale: A’ Posteri della Peste di Napoli, e suo Regno nell’Anno 1656 dalla redenzione del mondo, Naples, Luc’Antonio du Fusco, 1668". En Les styles du savoir, 690–703. Turnhout: Brepols Publishers, 2011. http://dx.doi.org/10.1484/m.stsa-eb.4.00191.

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