Literatura académica sobre el tema "Recupero motorio"

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Artículos de revistas sobre el tema "Recupero motorio"

1

Robertson, J. V. G. y J. P. Regnaux. "Descrizione e valutazione dell’efficacia dei trattamenti per il recupero motorio nel soggetto emiplegico: un approccio ragionato". EMC - Medicina Riabilitativa 19, n.º 1 (enero de 2012): 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(12)60750-0.

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2

Pelliccioli, G. P., P. Chiarini, P. Floridi, F. Leone, M. Franceschini, E. Todeschini y M. Zampolini. "Riorganizzazione plastica cerebrale post-ictus". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 1 (febrero de 2000): 99–104. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300118.

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Resumen
Lo sviluppo delle moderne tecniche di immagini non invasive ha determinato un notevole progresso nelle conoscenze del recupero funzionale dopo ictus, potenzialmente di grande utilità per la messa a punto di programmi terapeutici e riabilitativi. Diversi meccanismi sono stati proposti, quali l'attivazione di vie derivanti dalle aree corticali motorie omolaterali al lato paretico, il reclutamento di aree corticali adiacenti alla lesione, il rinforzo di circuiti neuronali preesistenti, lo stabilirsi di nuove connessioni a livello sinaptico. Considerati i dati contraddittori della letteratura, abbiamo effettuato un studio mediante Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) con lo scopo di definire meglio il ruolo delle proiezioni omolaterali e i fenomeni di riorganizzazione plastica post-ictale delle aree corticali motoria primaria (M1), premotoria laterale (PML) e supplementare motoria (SMA). Sono stati studiati 14 pazienti con pregresso ictus ischemico sottocorticale in buon recupero funzionale, 7 con emiparesi destra e 7 con emiparesi sinistra, ad una distanza mediana di 61 giorni dall'evento ischemico. I risultati hanno evidenziato durante il movimento della mano paretica un'attivazione bilaterale della M1 ed in misura minore delle PML e SMA, mentre si è registrata un'attivazione controlaterale più selettiva durante il movimento della mano sana. I dati sembrerebbero dimostrare che una maggiore attivazione delle aree motorie corticali omolaterali alla lesione sia un importante meccanismo di compenso al danno funzionale conseguente ad ictus non solo nella fase postacuta ma anche nella fase di stabilizzazione.
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Pelliccioli, G. P., O. Presciutti, P. Floridi, S. Campanella, P. Chiarini, R. Tarducci y M. Zampolini. "La risonanza magnetica funzionale nello studio della riorganizzazione plastica cerebrale, post-ictale". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2_suppl (octubre de 1997): 31. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s209.

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Resumen
Negli ultimi anni lo studio dei meccanismi di recupero funzionale dopo ictus è progredito grazie all'utilizzo di nuove tecniche di indagine sia con immagini che con registrazione elettrofisiologiche. L'interesse è accentuato dal potenziale utilizzo di queste conoscenze per mettere a punto opportuni programmi terapeutici e riabilitativi. Scopo di questo lavoro è stato quello di indagare mediante Risonanza Magnetica funzionale (fMR) quali aree motorie fossero coinvolte nel recupero dopo ictus cerebrale. Sono stati studiati 10 pazienti con ictus sottocorticale ischemico (5 con emiparesi destra e 5 con emiparesi sinistra) in buon recupero funzionale. L'età media era 59,1 anni (min 37, max 84). Tutti i pazienti sono stati indagati effettuando uno studio per immagini e funzionale. La fMR è stata realizzata con apparecchiatura General Electric 1,5 T mediante sequenze SPGR (TR/TE 64/48 ms, Flip Angle 17°, FOV 22×6 cm2, matrice 256times128, spessore di strato 6 mm) costituite da 3 sezioni assiali oblique contigue, parallele alla linea inter-commissurale, condotte a livello della corteccia motoria. L'esame funzionale è stato preceduto da uno studio convenzionale utilizzato per dimostrare le lesioni, per programmare le sequenze funzionali e per fornire una correlazione anatomica ai pixel attivati. La fMR è stata effettuata alternando acquisizioni ottenute durante un movimento delle dita con sequenze eseguite in condizioni di riposo sia per la mano paretica che per quella sana. Per l'elaborazione è stata usata la tecnica “cross correlation” con soglia usando la “box-car” come forma d'onda di riferimento. Sono stati considerati “attivati” i pixel con coefficiente di correlazione (CC) ≥ 70% del CC massimo. I pixel selezionati, codificati mediante colorazione e sovrapposti alle immagini anatomiche, sono stati quantificati con apposito programma, suddivisi per aree motorie corticali. I risultati hanno evidenziato un'attivazione bilaterale durante il movimento della mano paretica mentre si è registrata un'attivazione controlaterale più selettiva durante il movimento della mano sana. Nell'emisfero omolaterale alla paresi si è inoltre rilevato un incremento dell'attivazione nelle aree premotoria e supplementare motoria. Questi dati sembrerebbero dimostrare che una maggiore attivazione delle aree motorie corticali omolaterali alla lesione sia un importante meccanismo di compenso al danno funzionale conseguente ad ictus. Tale attivazione può avere un duplice significato: un rinforzo delle vie discendenti cortico-spinali già presenti nel soggetto sano e un ausilio funzionale da parte delle aree premotoria e supplementare motoria verso il lato lesionato.
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Megna, Gianfranco. "Clinica e antropologia nella riabilitazione del disabile grave". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 3 (abril de 2012): 17–20. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003003.

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Resumen
Il recupero dei deficit motori e di comunicazione richiede un'approfondita conoscenza dei meccanismi di compenso e vicarianza esistenti nel SNC. Tali meccanismi riguardano la possibilitŕ di riorganizzazione delle funzioni gnosiche, prassiche e fasiche compromesse o abolite dal danno cerebrale, attraverso processi di "spostamento" della funzione in aree perilesionali o di "riconnessione" di circuiti dedicati che il danno stesso ha posto in stato di isolamento funzionale. Uno strumento di facilitazione dei suddetti processi č rappresentato dalla CIMT (Constraint Induced Movement Therapy); accanto all'intervento tecnico č perň necessario un sostegno legislativo che garantisca al disabile l'accessibilitŕ agli spazi comuni.
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Córdoba Zuñiga, Eulices, Noé Castillo Quesada y Jency Lorena Castillo Toro. "Creatividad e innovación: Motores de desarrollo empresarial". Lámpsakos, n.º 19 (16 de enero de 2018): 55–65. http://dx.doi.org/10.21501/21454086.2663.

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Resumen
Este artículo analiza la creatividad e innovación como elementos claves del desarrollo empresarial. En este sentido, se ofrecen nuevas interpretaciones desde una extensa revisión bibliográfica que identifica, analiza y discute las razones por las cuales, la creatividad e innovación permiten mayores posibilidades de alcanzar en éxito en las empresas. Para recolección de la información, se empleó una metodología documental de corte analítico-descriptivo, que recuperó, examinó y discutió los aportes teóricos de cincuenta autores nacionales e internacionales. Los resultados sugieren que, la creatividad e innovación facilita la generación de nuevas ideas y propuestas de mercadeo que lleva a las empresas a ser más productivas y competitivas en mercados mediados por las crisis económicas, la exacerbada competencia comercial y los constantes cambios financieros del presente. Finalmente, se observa que la inclusión dichos elementos favorece el crecimiento comercial, económico y social de las empresas.
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Gabrielli, Giampietro. "La triade sanitaria riabilitativa nella malattia di Parkinson: fi sioterapia, logopedia, neuropsicologia". PNEI REVIEW, n.º 2 (noviembre de 2022): 20–30. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002003.

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Resumen
La malattia di Parkinson (MdP) è la più diffusa malattia neurodege- nerativa dopo la malattia Alzheimer, con un numero di casi destinati ad aumentare in futuro. È una malattia che presenta un quadro di sintomi complesso, che comprende aspetti motori e non motori, che possono influire molto negativamente sulla qualità di vita. Gli studi scientifici degli ultimi anni dimostrano che l'approccio multidisciplinare sia essenziale per il mantenimento ed il miglioramento delle funzioni più colpite dalla malattia. L'approccio multidisciplinare prevede la presenza di un team composto da neurologi, cardiologi, urologi, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi, infermieri; il team necessita di un coordinatore che abbia conoscenze cliniche interdisciplinari per riuscire ad avere una visione globale del livello di salute del paziente e del suo intero nucleo familiare, il cui coinvolgimento è importante per il buon livello di recupero. Il coordinatore deve riuscire, inoltre, a distinguere sintomi strettamente legati alla malattia e sintomi causati da altre situazioni patologiche o disfunzionali, al fine di ottimizzare gli interventi terapeutici. La riabilitazione nella MdP si occupa della rieducazione neuromotoria, della terapia della voce e della deglutizione, delle funzioni cognitive e degli aspetti emotivi del paziente e dei familiari. Queste discipline non intervengono separatamente ma ne cessitano di un continuo interscambio, dando spazio alla componente riabilitativa più urgente rispetto ad altre.
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Rigobello, L., P. Drigo, M. Pellone, P. A. Battistella, G. Mattisi, A. M. Zuccolo, P. Ferrarese, M. Salandin y P. Amistà. "Siringomielia occulta manifestatasi dopo decompressione suboccipito-cervicale per sindrome di Chiari II". Rivista di Neuroradiologia 5, n.º 1_suppl (abril de 1992): 89–92. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s117.

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Resumen
Gli autori riportano il caso di un bambino, già operato alla nascita per MMC ed idrocefalo, che a 4 anni d'età ha manifestato una sintomatologia bulbare per sindrome da Chiari II. Dopo attenta valutazione clinica, monitoraggio dei BAERs, e studio con RM encefalica e spinale, il paziente è stato operato di decompressione suboccipito-cervicale per il Chiari II sintomatico. Ad un mese dall'intervento il piccolo accusava una ingravescente mieloradiculopatia con segni algici, motori e sensitivi ad ambo gli arti superiori, insieme ad iniziale papilledema. La RM di controllo ha mostrato una siringomielia cervicale, inesistente alla prima RM, ed un idrocefalo scompensato. Revisionato lo shunt e regredito l'idrocefalo, un'ulteriore RM ha mostrato la regressione pure dell'idrosiringomielia. Il quadro clinico ed EMGrafico agli arti superiori ha mostrato un rapido e completo recupero. Vengono discusse le implicazioni etiopatogenetiche, fisiopatologiche, neuroradiologiche e chirurgiche di questo caso inusuale.
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Bianchi, P. E. "Il Cerebral Visual Impairment (CVI)". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 1 (octubre de 2009): 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001002.

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Resumen
- La definizione "Cerebral Visual Impairment" o "Disturbo Visivo di Origine Centrale" (DVOC), che ha sostituito in anni recenti quella di "cecitŕ corticale", si riferisce a un quadro clinico che rappresenta una delle maggiori cause di handicap visivo in etŕ evolutiva, in relazione all'aumento di sopravvivenza nel mondo occidentale di soggetti gravemente prematuri e/o con severi quadri di sofferenza neonatale. La diagnosi č basata sul riscontro di segni clinici diretti e indiretti; l'elettrofisiologia non fornisce, a questo scopo, indicazioni realmente utili. Le strutture anatomiche coinvolte in questo tipo di danno possono essere non solo quelle corticali, ma anche quelle riguardanti la porzione retrochiasmatica delle vie visive, come ad esempio le radiazioni ottiche e le aree visive di associazione e di integrazione visuo-motoria. Sul piano prognostico si segnala la tendenza al miglioramento delle prestazioni visive, tuttavia il DVOC da leucomalacia periventricolare č suscettibile di recupero in misura minore rispetto a quello da danno cerebrale corticale isolato.Parole chiave Cerebral Visual Impairment, Disturbo Visivo di Origine Centrale, neurooftalmologia Pediatrica
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Díaz Suárez, Ricardo Andrés, Bárbara Milena Puello Villamizar, Edwin Santamaría Sánchez y Francy Juliana Van-Strahlen Peña. "Aplicativo software para rehabilitación en pacientes con afecciones motoras de la mano". Revista Facultad de Ciencias de la Salud UDES 3, n.º 2. S2 (30 de diciembre de 2016): 19. http://dx.doi.org/10.20320/rfcsudes.v3i2.s2.r03.

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Resumen
Existen enfermedades como la parálisis cerebral, la distrofia muscular, el síndrome del túnel del Carpio o los accidentes cerebro vasculares (ACV) que pueden ocasionar afecciones o lesiones que comprometen el sistema locomotor, causando pérdida de la fuerza y trastornos en el movimiento de la mano. Estas enfermedades pueden generar debilidad en la mano produciendo en ella pérdida del movimiento, por tal motivo es necesario que las personas que han sufrido dichas enfermedades deban ser sometidas a terapias físicas que permitan recuperar la movilidad.
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Improta, Massimo y Rinaldo Sacchetti. "Le tecnologie per consentire ad una persona diversamente abile di guidare un veicolo: l'esperienza del Centro Protesi Inail". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 92 (febrero de 2011): 30–41. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092003.

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Resumen
Da Ottobre del 1998, il Centro Protesi Inail (CPI), azienda specializzata nella produzione e fornitura di protesi, ortesi ed ausili, si occupa di trasporto accessibile. Il recupero della mobilitŕ individuale, infatti, č un fattore determinante per il reinserimento sociale delle persone affette da disabilitŕ motoria e/o sensoriale. Per tale ragione il CPI ha attivato un centro operativo multi specialistico (CSM) che aiuta gli utenti a conseguire la patente di guida e viaggiare in un veicolo (auto, moto, etc.). Presso il CSM, la persona diversamente abile puň ricevere lezioni di guida, sostenere l'esame di guida con i veicoli giŕ adattati in dotazione al CPI e puň scegliere numerosi tipi di adattamenti dei propri mezzi, dispositivi che possono essere applicati presso l'autofficina del CPI. In collaborazione con i costruttori di ausili per la mobilitŕ e centro universitari, il CPI promuove studi e ricerche sulle personalizzazioni dei veicoli per poter guidare in carrozzina, accedere e guidare un camper, oppure utilizzare un trattore agricolo. La nuova sfida tecnica č consentire a persone con movimenti molto limitati (ad esempio affetti da gravi miopatie o mielolesione cervicali) di poter guidare usando un joystick che ruota, accelera e frena il veicolo.
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Tesis sobre el tema "Recupero motorio"

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Raspa, A. "RECUPERO MOTORIO IN MODELLO MURINO DI MORBO DI PARKINSON DOPO TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI POST-MORTEM". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217712.

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Abbiamo studiato una strategia per migliorare i sintomi motori di topi che avevano ricevuto lesioni con una neurotossina specifica, MPTP, un modello murino di morbo di Parkinson, attraverso il trapianto di precursori cellulari post mortem nello striato. I precursori cellulari neurali post-mortem (PM-NPC) sono stati isolati dalla zona subventricolare (SVZ) dei ventricoli laterali del topo, coltivati in vitro e la loro capacità di differenziarsi è stata studiata valutando l'espressione di diversi marcatori neurali. PM-NPC differenziano in neuroni e in gran parte a differenza di molti altri precursori, mantengono la capacità di migrazione e integrazione, quando trapiantate nel cervello adulto. Abbiamo eseguito il trapianto di PM-NPC nei gangli della base di topi MPTP lesionati. PM-NPC trapiantate sopravvivono, differenziano e si integrano nel circuito di accoglienza, e modificano il comportamento motorio nei topi MPTP lesionati. I nostri dati suggeriscono che il trapianto di PM-NPC nel corpo striato è un approccio promettente per investigare i potenziali benefici di rimodellamento dei circuiti dei gangli basali nelle malattie neurodegenerative.
We investigated a strategy to ameliorate the motor symptoms of mice that received MPTP lesions, a rodent model of Parkinson’s disease, through transplantation of adult precursor post-mortem cells into the striatum. Post mortem neural precursors (PM-NPCs) were isolated from the subventricular zone (SVZ), grown in vitro and their differentiation capability was investigated by evaluating the expression of different neuronal markers. PM-NPCs differentiate mostly in neurons and unlike most other precursor cells, retain the capacity for migration and integration when transplanted into the adult brain. We performed PM-NPCs transplantation into the basal ganglia of MPTP lesioned mice. Transplanted PM-NPCs survived, differentiated and integrated into host circuitry, and modified motor behavior in MPTP lesioned mice. Our data suggest that PM-NPCs transplantation into the the striatum is a promising approach to invenstigate the potential benefits of remodeling basal ganglia circuitry in neurodegenerative diseases.
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CATANI, SHEILA. "La risonanza magnetica funzionale nello studio della connettività cerebrale funzionale nel movimento passivo. Potenziali applicazioni nella valutazione del recupero motorio dopo stroke". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242428.

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Baldi, Francesco. "Tecnologie per il recupero energetico da motori a combustione interna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2070/.

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NUARA, ARTURO. "Il ruolo dell’osservazione delle azioni nel recupero e nell’acquisizione delle abilità motorie". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1254196.

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Resumen
L’osservazione delle azioni è in grado di evocare nel sistema motorio dell’osservatore un’attività comparabile a quella associata all’esecuzione della stessa azione. Tale capacità d trasformare la rappresentazione sensoriale delle azioni altrui nella propria rappresentazione motoria concernente la medesima azione – i.e. meccanismo specchio – gioca un ruolo fondamentale nella comprensione delle azioni e nell’apprendimento motorio tramite imitazione. L’osservazione delle azioni è in grado di favorire l’accesso al sistema motorio anche quando sussistono deficit motori agli arti, favorendo i processi di riorganizzazione corticale motoria e migliorando le abilità d’esecuzione del movimento. Sulla base di questo principio, un approccio riabilitativo basato sull’osservazione delle azioni (Action Observation Treatment – AOT) si è dimostrato efficace nel migliorare le funzioni motorie in diverse patologie neurologiche. Lo scopo di questa tesi è quello di discutere il ruolo dell’osservazione delle azioni nel favorire il recupero e il perfezionamento delle abilità motorie. La prima parte della tesi riporta uno studio clinico pilota che ha dimostrato l’efficacia della AOT nel miglioramento delle funzioni motorie dell’arto superiore nei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile. Questo studio presenta due principali elementi innovativi. Il primo consiste nella somministrazione e nel monitoraggio da remoto del trattamento, in modo da permettere l’implementazione delle sessioni riabilitative direttamente a casa del bambino. Il secondo è l’introduzione dell’interazione remota fra bambini partecipanti come fattore attivo di trattamento. La differenza di abilità manuali fra pari è risultata essere associata all’efficacia del trattamento, indicando che è preferibile per il bambino osservare un compagno con abilità superiori alle proprie al fine di incrementare le probabilità di miglioramento. Questo studio apre l’AOT tradizionale a nuovi scenari, in cui i bambini possono simultaneamente essere beneficiari ed erogatori all’interno del processo di apprendimento motorio. La seconda parte della tesi ha lo scopo di esplorare i substrati neurofisiologici dell’apprendimento motorio delle azioni tramite la loro osservazione attraverso uno studio di Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS). In relazione alla recente interruzione delle attività sperimentali conseguente alla pandemia, questa parte della tesi richiederà un tempo aggiuntivo per essere ultimata. Pertanto, è stata richiesta una proroga semestrale per la consegna finale della tesi.
The observation of an action is able to trigger in the observer’s motor system an activity similar to that evoked by the correspondent action execution. Such a capacity to transform the sensory representations of other’s actions into one’s own motor representation concerning the same action – i.e. mirror mechanism – plays a key role in action understanding and imitation-driven motor learning. Action observation is able to access the cortical motor system even when limb motor function is impaired, favoring cortical reorganization and ultimately affecting motor abilities in action execution. On this basis, a rehabilitative approach grounded on action observation (i.e. Action Observation Treatment – AOT) have proven effective in improving motor function in several neurological disorders. The aim of the thesis is to discuss the role of action observation in driving the recovery and the perfectioning of motor abilities. The first part of the thesis reports a clinical pilot study demonstrating the effectiveness of AOT for the improvement of upper limb motor function in children with cerebral palsy. This study presents two main elements of novelty. The first is the remote treatment delivery and monitoring, allowing the implementation of rehabilitative sessions at patient’s own home. The second is the introduction of child-to-child remote interaction as driving-factor of motor improvement. In particular, child-to-child difference in hand motor ability is linked to improvement, suggesting that it is preferable for a child to observe a leading peer with superior motor skills to his own. This study extends traditional AOT approaches to novel social-enriched scenarios by which children could simultaneously be both recipient and leader within the motor learning process. The second part of the thesis aim to investigate the neurophysiological substrates of observational learning in healthy subjects, by means of a Transcranial Magnetic Stimulation study (TMS). Since the recent interruption of the experimental activities due to the pandemic, this part needs additional time to be completed. Thus, a six-months extension for the completion of the thesis has been requested.
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Puca, Gennaro. "Studio di modellazione termodinamica di un sistema ORC per il recupero da motori a combustione interna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25085/.

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Resumen
In uno scenario climatico sempre più preoccupante e nel panorama di una nuova crisi energetica, la ricerca tecnologica spinge nella direzione di metodi per aumentare l’efficienza dei sistemi energetici. Ad oggi, un motore alternativo a combustione interna converte in energia meccanica e/o elettrica il 30-45% dell’ energia disponibile nel carburante. Il resto è scartato sotto forma di calore, nella maggior parte nei gas esausti e nell’acqua di raffreddamento. Prendendo in esame un veicolo pesante, il 30% dell’energia disponibile al carburante è persa nei gas esausti. Oltre questo, i veicoli pesanti sono responsabili del 5.6% delle emissioni totali di gas ad effetto serra nell’UE. L’energia di scarto può essere recuperata tramite le tecniche di recupero di energia (Waste Heat Recovery). Obiettivo di questo lavoro di tesi è uno studio di modellazione termodinamica di un ciclo ORC (Organic Rankine Cycle) per il recupero di calore di scarto da un motore Diesel per applicazioni heavy-duty. Per valutare il potenziale del calore contenuto nei gas esausti, le condizioni operative di un reale motore Diesel pesante sono state utilizzate per definire le condizioni al contorno. Un modello GT-Power di tale motore è stato precedentemente sviluppato ed integrato, in questo studio, con un modello di sistema di post-trattamento dei gas esasusti in uscita dal turbocompressore. I tre componenti del PT (DOC, DPF, SCR), calibrati da lavori precedenti, sono stati utilizzati per lo scopo di questa tesi. Successivamente è stato modellato il ciclo ORC analizzando il comportamento e le performance di esso utilizzando tre fluidi organici diversi: due appartenenti alla famiglia dei refrigeranti (R245fa e R123) e un silossano MDM. I risultati ottenuti dalle simulazioni hanno evidenziato come è possibile arrivare ad una riduzione rispettivamente del 1.5%, 1.6% e 0.8% del BSFC del motore calcolati in un punto operativo stazionario a 2400 RPM per i tre fluidi considerati.
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La, Gaipa Giuliano. "Modello 1D di un sistema ORC per il recupero del calore da motori Diesel in applicazioni heavy duty". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Resumen
Le nuove normative europee relative alle emissioni di CO2 dei veicoli commerciali pesanti hanno fornito una forte spinta nella ricerca di nuove tecnologie in grado di soddisfare le nuove esigenze. In quest’ottica, lo studio dei sistemi ORC per il recupero del calore dai motori a combustione interna rappresenta una delle migliori soluzioni per quanto riguarda l’efficienza e l’affidabilità. Lo scopo della tesi è la realizzazione di un modello 1D di un sistema ORC per il recupero del calore da un motore Diesel in applicazioni Heavy-duty. A tale scopo è stato utilizzato come sistema di riferimento l’impianto ORC presente nel laboratorio della Lappeenranta University of Technology, da cui sono stati ricavati i dati di progetto necessari alla realizzazione e validazione del modello. Il software di simulazione numerica scelto per queto tipo di attività è stato GT Suite. Tutti i componenti dell’impianto sono stati costruiti e calibrati in modelli indipendenti e ,successivamente, uniti a formare il modello complessivo, di cui sono stati analizzati i principali risultati.
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GRANIERI, Gino. "Studi sperimentali sull’efficacia di interventi di Promozione di Attività Motoria e di Sostituzione Sensoriale nel recupero dei disordini della marcia e dell’equilibrio nelle patologie neurologiche croniche disabilitanti". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389179.

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Resumen
Motor activities in chronic and disabling neurological disorders. Promotion of motor activity educational, adaptive, playful and sporty is directed towards the maintenance and recovery of motor skills and psychological well-being related to them. The aim of the doctoral research (PHD) conducted in the three years has been to design, to conduct and to evaluate studies on the effectiveness of proposals to promote mobility for people with neurological disabilities brand. In this context have been identified several lines of research undertaken at the Sections of Otolaryngology- Audiology/Neurology. The studies aimed to seek new strategies to ensure that motor activity was conducted with objectives aimed at overcoming and improving motor deficits characteristic of each disease. Based on these premises have been well developed plans based on the involvement of motor activity and emotional play, through music, games, dance and other creative expressions. All activities have been put under medical screening and the results of studies conducted have been very encouraging, as to be received with considerable interest even to the last national congresses of the Italian Society of Neurology. The studies have involved subjects with Parkinson's disease, multiple sclerosis, sensory ataxia. Pilot surveys were carried out in patients with Alzheimer's disease, sequelae of cerebral palsy, amyotrophic lateral sclerosis and ataxia in childhood. The programs are based on the proposal for emotional stimuli of various kinds aimed to train and develop mental and physical abilities that may be lost or not used due to specific disease of central or peripheral nervous system. Other objective of researches during the doctoral research’s three years was to evaluate the functional recovery of static and dynamic postural disorders by using tecniques of sensitive substitutions among patients with cerebellar, vestibular and sensitive ataxia. In these researches, and also in studies of promotion of motor adapted activity, tecniques of evaluation of the results such as clinical and instrumental tests were adopted. Among these, accelerometer was used for analyzing dynamics of gait of the patients with movement neurological disorders under study.
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CAMPANA, CLAUDIO. "Recupero del calore di scarto di un motore a combustione interna mediante tecnologia ORC". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245372.

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Resumen
Sommario. Il presente lavoro di tesi illustra le fasi di sviluppo di un modello per la simulazione del comportamento di un ciclo Rankine a fluido organico (ORC) volto ad applicazioni automotive. Considerato che il massimo rendimento dei motori a combustione interna (MCI) si attesta al 35% per i motori ad accensione comandata e al 45% per quelli ad accensione spontanea e che il 55% dell’energia risultante dalla combustione viene dissipata sotto forma di calore, l’accoppiamento di un MCI ad un sistema ORC risulta una valida soluzione per il recupero di una parte dell’aliquota di energia spettante ai fumi prodotti dalla combustione. A partire dai risultati ottenuti da prove al banco freno dinamometrico di un motore di media cilindrata alimentato a benzina, è stato sviluppato un modello in grado di fornirne i dati energetici durante la percorrenza di un generico ciclo di prova standardizzato. Per una corretta individuazione delle potenze in gioco e dei parametri caratteristi dei flussi termici disponibili al recupero, si è ipotizzato di installare il propulsore su di una monovolume compatta, in maniera tale da garantire la disponibilità degli spazi necessari ad ospitare sia l’impianto a fluido organico, sia un eventuale sistema di propulsione ibrida o l’alloggiamento di serbatoi per il metano, nell’ottica di avvicinarsi quanto più possibile al traguardo dei 95 grammi di CO2 emessa per chilometro percorso, stabilito dalla Direttiva Europea 443/2009 per l’anno 2020. Dai risultati delle simulazioni su ciclo prova standardizzato NEDC si è potuto procedere al dimensionamento dell’evaporatore dell’impianto ORC, ovvero l’interfaccia tra il MCI ed il sistema di recupero, e sviluppare un modello in grado di determinare il quantitativo di energia recuperabile durante l’esercizio. Il comportamento dell’espansore di tipo scroll utilizzato nel sistema è stato modellato a partire dai dati ottenuti dalla sperimentazione effettuata su di un prototipo di impianto ORC di piccola taglia caricato con fluido organico R245fa. Di tale sperimentazione è stata descritta la fase implementativa e ne sono stati esposti i risultati.
Abstract. The present thesis describes the development stages of an Organic Rankine Cycle (ORC) simulation model aimed at automotive applications. Considering that Internal Combustion Engines (ICEs) maximum efficiency stands at 35% for Spark Ignited (SI) engines and 45% for diesel, and 55% of the energy resulting from the combustion is wasted as heat, the coupling of an ICE to an ORC system is a viable solution for the recovery of a part of the amount of energy due to the exhaust gases produced by combustion, otherwise wasted. From mid-sized SI engine dynamometer testing results as input, has been developed a model that can provide all the engine energy data while running a generic standardized test cycle. For right power amount detection and for parameters’ characterization of the heat flows, it is supposed to install the engine on a compact multi-purpose vehicle (MPV), in such a way as to guarantee the necessary spaces for the housing of both the ORC facility and a potentially installed hybrid propulsion system. Also the space necessary for housing a potential natural gas storage facility has been taken into account, in order to get as close as possible to the goal of 95 grams of CO2 emission per kilometre, as stated in the 443/2009 European Directive for the year 2020. The ORC evaporator, i.e. the interface between the ICE and the recovery system, was designed by vehicle driving simulations results through the NEDC standardized test cycle. From the same simulations was also possible to determine the amount of recoverable energy while driving. The behaviour of the scroll-type expander used in the system was modelled by the data obtained from the experimental characterization of a small ORC plant prototype with R245fa as working fluid. The test bench setup has been described and the test results have been discussed.
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Libros sobre el tema "Recupero motorio"

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Sirigu, Paola. Disgrafia e Disortografia: Riconoscimento e Recupero Delle Abilità Grafo-Motorie. Independently Published, 2018.

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Valverde Durán, Sergio Andrés. Quitosano/Manganeso Ferrita: Biomaterial para la recuperación de tierras raras. CIDEPRO EDITORIAL, 2020. http://dx.doi.org/10.29018/978-9942-823-43-4.

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Resumen
Los elementos de tierras raras son cada vez más importantes debido a sus propiedades y aplicaciones en el campo de la tecnología (Moldoveanu, 2012), entre los elementos de tierras raras, el neodimio es un elemento clave en la industria tecnológica. Entre sus aplicaciones resaltan la fabricación de imanes y motores para vehículos eléctricos (Molina L., 2012). Aunque la concentración de Nd en la corteza terrestre es considerable (12-41-5 mg.Kg-1) se considera un elemento crítico debido a la posible escasez de exportaciones por parte de China a Estados Unidos y Europa (Rademaker & Kleijn, 2013), por tanto, el desarrollo de nuevas tecnologías que permitan recuperar neodimio es una tarea de gran relevancia.
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Vera Hernández, luz Elida, ed. Sostenibilidad de procesos desde la economía circular en el contexto de la pospandemia covid-19. Editorial UNIMAR, 2022. http://dx.doi.org/10.31948/editorialunimar.163.

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Resumen
Además de una enorme crisis de salud pública, la pandemia generada por el nuevo virus SARS-CoV-2 (causante del covid-19) ha generado una profunda crisis económica y social; detonando voces importantes que demandan profundizar el desarrollo sostenible y “regresar mejor” en una era poscovid-19. El proceso de reactivación económica pospandemia presenta riesgos y potencialidades que deben ser considerados. Hay una necesidad de generación de empleos y crecimiento económico en niveles más acelerados para recuperar las pérdidas y reducir el sufrimiento social. Cabe reconocer que no se ha evidenciado niveles de adopción de medidas semejantes en lo que atañe a desafíos como el cambio climático, la biodiversidad y la desigualdad; sin embargo, los cambios casi siempre llegan tras una crisis, y precisamente el cambio es el motor de todo progreso humano.
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González, Andrea. Discursos, géneros y la (in)visibilidad de las mujeres en la acción comunal : un problema político. Universidad Libre Sede Principal, 2021. http://dx.doi.org/10.18041/978-958-5578-76-0.

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Resumen
En el marco de las luchas históricas de las mujeres por lograr su emancipación y avanzar en la materialización de sus derechos, hay temas esenciales en la agenda global y local que deben ser atendidos para alcanzar la “igualdad de género” y, con ella, la superación de los estereotipos que mantienen y reproducen las violencias. El compromiso de algunos gobiernos con las agendas globales contrasta con los esfuerzos, cada vez más sólidos y consistentes, de los movimientos sociales de mujeres, desde sus comunidades de base, en las que se trabaja por alcanzar la igualdad de derechos y obligaciones, mediante el ejercicio de la ciudadanía. El diálogo de las comunidades de base con su realidad social es un motor que impulsa el empoderamiento de las mujeres y que promueve una agenda propia para acceder a las formas más inmediatas en la pirámide del poder socio-político, representadas en las Juntas de Acción de Comunal (JAC). Las mujeres, conscientes de la urgencia de avanzar en la agenda de emancipación y empoderamiento, han sabido organizarse desde la base social para acceder al rol de participación política y comunitaria, aunque ese esfuerzo no haya sido siempre exitoso en términos de sus resultados. La obra de las profesoras Lola G. Luna y Andrea González Rojas documenta ese esfuerzo por acceder a los roles desde donde el empoderamiento es posible. En el texto se ilustra el ejercicio del poder desde una forma de organización y de gestión con la comunidad, es decir, desde la creación misma de las Juntas de Acción Comunal (JAC), que en Colombia se institucionalizan en el año de 1958, en el marco de tensiones sociales y la búsqueda de nuevas posibilidades epistémicas y de acción política. Las JAC se nutrieron de los discursos del desarrollo en clave participativa, permitiendo que las comunidades asumieran su liderazgo y capacidad de trabajo en equipo, para dar respuesta a los problemas en los que el Estado sigue dejado enormes brechas sin atender. Si bien es cierto que las Juntas de Acción Comunal se crearon mediante la Ley 19 del 25 de noviembre de 1958, en su génesis histórica es indispensable remitirse a las prácticas de ayuda mutua o gestión colectiva de la vida en comunidades prehispánicas, a través de instituciones como la “minga”. También se destaca su relación con el discurso global de las teorías del desarrollo, en especial, de la “Alianza para el Progreso” y su promesa de reconfiguración del tejido social fracturado por la guerra bipartidista y el posconflicto que inaugura el Frente Nacional. Desde el gobierno de Alberto Lleras Camargo, con la expedición de la Ley 18 de 1958, las Juntas de Acción Comunal (JAC) pretendían avanzar en la gestión y vigilancia de temas esenciales en materia de infraestructura pública, bajo la coordinación de los concejos municipales y las asambleas departamentales. Sin embargo, sería bajo el gobierno de Carlos Lleras Restrepo, a través del Decreto 2263 del 5 de septiembre de 1966, que constituyen un esfuerzo de integración de las clases populares en armonía con los sectores público y privado. Desde entonces, una serie de normas fueron perfilando el carácter y funciones de esta figura esencial para la participación política, como los decretos 3159 de 1968, 2070 de 1969, 835 y 836 de 1973 y 300 de 1987, al igual que las resoluciones 504 de 1970 y 2070 de 1987, que involucraron una definición y estrategia para el “desarrollo de la comunidad”. La institución siguió de agenda con detractores y llamados a su reorganización; más tarde alcanzaría la consagración en el marco de la Constitución Política de 1991, en su artículo 103, que señaló el deber del Estado en la “organización, capacitación y promoción” de entidades sociales de base que pudieran contribuir con el fortalecimiento de la democracia y de los mecanismos de participación ciudadana. Por esta vía se llega a normas como la Ley 743 de 2002 la cual, en su artículo 6°, establece que: “Acción Comunal, es una expresión social organizada, autónoma y solidaria de la sociedad civil, cuyo propósito es promover un desarrollo integral, sostenible y sustentable construido a partir del ejercicio de la democracia participativa en la gestión del desarrollo de la comunidad”. Entretanto, las mujeres hacían esfuerzos para acceder a los nuevos espacios, con demandas de su comprensión sobre los rezagos históricos de estas agendas nacionales. Este recorrido hace parte sustancial del esfuerzo que documentan las profesoras Luna y González en esta investigación en perspectiva de “mujer, género y desarrollo”. En la obra Discursos, género y la (in)visibilidad de las mujeres en acción comunal, las autoras se aproximan al problema político de la desigualdad a partir de una revisión de las formas históricas que han naturalizado la discriminación, han promovido los estereotipos de mujeres desde el imaginario patriarcal y construido una opacidad que resta impulso a los liderazgos, que contribuye, a su vez, a la mayor invisibilización de aquellas que hacen esfuerzos por abrir espacios para un ejercicio amplio de la ciudadanía. Desde la trayectoria histórica de las juntas de acción como núcleo primario de una ciudadanía participativa, las autoras caracterizan las barreras de acceso a estos espacios de poder, desde donde la autoridad masculina desestimula la salida de las mujeres de sus roles reproductivos hacia sus roles de participación comunitaria. Las Juntas de Acción Comunal, en el diálogo de mujer y género de la investigación de Luna y González, se reconfiguran como espacios de poder para los movimientos sociales de mujeres, de base feminista, que van a consolidar sus redes de sentido, su agenda y su plan de acción. Al tiempo, se insertan en una estructura de poder en la esfera local de la gestión pública, se convierten en agentes de cambio social y reconfiguran unos marcos de interacción con un sentido horizontal, en el que hombres y mujeres se reconocen desde roles innovadores para la construcción de la nueva nación. La obra es fuente de consulta obligada cuando se piensa en el estudio situado de las relaciones mujer, género y sociedad. De su lectura es posible comprender el camino para la materialización de derechos, en especial del derecho de las mujeres a una auténtica ciudadanía. Es que, sin duda, su participación en las JAC es la acción política que precede al reconocimiento del derecho al sufragio, es el derecho a la acción social que expresa el ejercicio de una ciudadanía activa y no formal. El libro también se erige como un impecable estudio de memoria histórica, recupera voces, recoge experiencias de vida, no es menos riguroso en el manejo de las fuentes históricas, ni de las voces de las “teorías feministas y de género”, que tantos aportes han hecho para comprender las lógicas del discurso patriarcal y sus múltiples dinámicas de invisibilización femenina. Para la Universidad Libre, y en especial para el Doctorado en Derecho, constituye un motivo de orgullo incluir esta obra investigativa de las profesoras Lola Luna y Andrea González en la Colección de Estudios del Doctorado, por considerarla un referente. En adelante se constituirá en una importante fuente de consulta en los temas mujer, género y derecho, y en el amplio espectro de los estudios sociales en clave de feminismo y género en Colombia e Hispanoamérica. Nuestra Universidad Libre es hija del posconflicto de la Guerra de los Mil Días. Fue la primera casa de estudios que abrió sus puertas para acoger a los hombres y mujeres de los sectores populares en el magisterio civilizador para que, a partir de una educación crítica, sin sectarismos, incluyente y con una filosofía de servicio social, consolidara los liderazgos hacia una acción política transformadora. Esa es la misma filosofía que crea y consolida las JAC, y que reclama con urgencia su rol de participación política y comunitaria, con un sentido paritario. Las Juntas de Acción Comunal, hoy más que nunca, deben ser laboratorios sociales en los que hombres, mujeres y todos los sectores vulnerables de la sociedad trabajen por una “igualdad real”, entendida como el acceso en libertad y bajo las mismas oportunidades, como agencia generadora de cambio social, como escuela para un auténtico empoderamiento y como espacio para la materialización de los derechos y las obligaciones.
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Capítulos de libros sobre el tema "Recupero motorio"

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Ortiz Cabrera, Iván Alexander y Jhoana Patricia Montenegro Córdoba. "Conversatorio de apertura: “Procesos sostenibles pospandemia”". En Sostenibilidad de procesos desde la economía circular en el contexto de la pospandemia covid-19, 12–16. Editorial UNIMAR, 2022. http://dx.doi.org/10.31948/editorialunimar.163.c2.

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Resumen
Además de una enorme crisis de salud pública, la pandemia generada por el nuevo virus SARS-CoV-2 (causante del covid-19) ha generado una profunda crisis económica y social; detonando voces importantes que demandan profundizar el desarrollo sostenible y “regresar mejor” en una era poscovid-19. El proceso de reactivación económica pospandemia presenta riesgos y potencialidades que deben ser considerados. Hay una necesidad de generación de empleos y crecimiento económico en niveles más acelerados para recuperar las pérdidas y reducir el sufrimiento social. Cabe reconocer que no se ha evidenciado niveles de adopción de medidas semejantes en lo que atañe a desafíos como el cambio climático, la biodiversidad y la desigualdad; sin embargo, los cambios casi siempre llegan tras una crisis, y precisamente el cambio es el motor de todo progreso humano.
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Actas de conferencias sobre el tema "Recupero motorio"

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Oliveira, Sávio Salvarino Teles, Vagner Rodrigues y Wellington S. Martins. "SmarT: Uso de Aprendizado de Máquina para Filtragem e Recuperação Eficiente de Dados Espaciais e Temporais em Big Data". En XXXV Simpósio Brasileiro de Banco de Dados. Sociedade Brasileira de Computação - SBC, 2020. http://dx.doi.org/10.5753/sbbd.2020.13627.

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Resumen
Com o aumento do volume de dados de séries temporais na era de Big Data, a filtragem e recuperação eficiente de um grande volume de dados, utilizados como entrada no processamento de séries temporais, são uns dos maiores desafios da área. Diversos sistemas de Big Data foram criados para lidar com estes desafios, mas nenhum possui o melhor desempenho de filtragem e recuperação de dados em todos os cenários com filtros espaciais e temporais. Este trabalho apresenta o motor de busca SmarT que utiliza algoritmos de aprendizado de máquina para escolher, em tempo real, o melhor sistema Big Data para filtrar e recuperar os dados de séries temporais. O trabalho avalia o Apache Spark, Elasticsearch e SciDB e mostra uma redução de quase 22% do tempo de resposta utilizando o SmarT.
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Garrote Recarey, María. "Allariz. La puesta en valor del patrimonio natural y cultural como elemento clave en su desarrollo". En I Simposio anual de Patrimonio Natural y Cultural ICOMOS España. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/icomos2019.2020.11743.

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Resumen
La villa de Allariz es una pequeña joya patrimonial del pueblo gallego. Al contrario de lo que pasó con otras villas gallegas, su casco histórico, bañado por las aguas del río Arnoia, permaneció inalterado a lo largo del tiempo. En él se pueden apreciar huellas de su pasado medieval como residencia real, su esplendor señorial o su reconversión en ciudad protoindustrial, con múltiples curtidurías en los márgenes del río. A pesar de su declaración como Conjunto Histórico-Artístico en 1971, la villa y su entorno se encontraban a finales de los años ochenta del siglo pasado en un estado de total abandono. En la década siguiente, después de una enorme presión vecinal, el gobierno municipal aprobó el Plan Especial del Casco Histórico. La creación de una oficina de rehabilitación y una escuela-taller, permitió la recuperación de equipamientos y espacios públicos, lo que le valió el Premio Europeo de Urbanismo en 1994. El objetivo de mi ponencia será analizar los distintos planes llevados a cabo en las últimas décadas que permitieron recuperar su aspecto histórico y su perímetro natural, de forma que en la actualidad la ciudad emplea su patrimonio como motor económico.
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Pérez Turiel, Javier, Ana Cisnal, Victor Moreno, Rubén Alonso, J. Carlos Fraile Marinero y Victor Lobo. "Estrategia para el control háptico, basado en electromiografía, de un exoesqueleto de mano para neurorehabilitación." En 11 Simposio CEA de Bioingeniería. València: Editorial Universitat Politècnica de València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/ceabioing.2019.10038.

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Resumen
RobHand es un sistema de neuro-rehabilitación para la mano de sujetos que han sufrido un ACV y deben recuperar la movilidad perdida como consecuencia del mismo. El sistema incluye un exoesqueleto de mano, un interfaz con el paciente para la realización de terapias basadas en un entorno virtual y un sistema de gestión de toda la información asociada a los pacientes y las terapias. Es un desarrollo financiado por el CDTI y se lleva a cabo en colaboración por la empresa CyL ImasD (Salamanca), el grupo de Robótica Médica del ITAP (UVa) y el servicio de rehabilitación del Hospital Clínico Universitario (HCU) de Valladolid. Soporta tanto terapias de tipo pasivo, en las cuales el sujeto no ejerce ninguna fuerza y toda la responsabilidad es del sistema, como otras de tipo activo asistido en las que se busca conseguir un comportamiento de tipo asistencia a medida (assist as needed) en el que el sistema detecta la fuerza realizada por el paciente y la complementa hasta el nivel de desempeño deseado. El trabajo presenta el planteamiento y el estado de desarrollo de la arquitectura de control del sistema. Está adopta un esquema jerárquico en tres niveles de los que el nivel intermedio L2 implementa una estrategia de interacción háptica con control de admitancia. Para ello planteamos utilizar registros de EMGs del paciente y el consumo de corriente de los motores para adaptar dinámicamente el nivel de asistencia a la situación del paciente. Se ha desarrollado un hardware específico para el registro y tratamiento de las señales de EMG y los algoritmos de control se ejecutan en un DSP para favorecer la autonomía del dispositivo. En la actualidad se están realizando pruebas de las terapias pasivas con 5 pacientes en el HCU y en breve comenzarán las pruebas con terapias activas.
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Mininni, Mariavaleria, Luigi Guastamacchia y Teresa Pagnelli. "Rinaturalizzare/reinventare/riparare: azioni paesaggistiche per il riuso del paesaggio estrattivo: il caso studio della nuova provincia BAT". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8021.

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Resumen
L’attività estrattiva ha costituito per la Puglia un importante motore di sviluppo economico e produttivo, uso del territorio legato alla sua tradizione storico-costruttiva. In particolare il bacino estrattivo della nuova provincia Barletta – Andria – Trani (BAT), a nord di Bari, in crisi ed in parte dismesso, è stato per la Regione uno dei riferimenti per l’ economia, non sempre sensibile verso le indotte trasformazioni sul paesaggio e territorio. Il presente contributo si propone di indagare quale possa essere il punto d’incontro tra il processo di pianificazione e quello produttivo, al fine di individuare strategie con cui operare il ripristino e la restituzione di usi, significati e valori a siti estrattivi ormai dismessi; attivando proattivamente e propositivamente processi virtuosi capaci di innescare da un lato una migliore gestione del paesaggio e dall’altro la necessaria innovazione nel sistema di gestione del comparto estrattivo risorse per il territorio. Partendo dall’atto di avvio del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), attento al recupero di cave esaurite ed abbandonate, si è cercato di definire un percorso metodologico e progettuale, nel quale il presupposto di riacquisire le cave esaurite in un processo di sviluppo sostenibile del territorio trova, attraverso azioni di paesaggio ripensate come le “3R”: Rinaturalizzare, Reinventare, Riparare, proposte strategiche di trasformazione territoriale in grado di delineare scenari futuri per il territorio e per i nuovi contesti di vita. Operativamente attraverso lo strumento delle linee guida sono state messe a sistema le tre azioni di paesaggio in risposta alle criticità che derivano dai processi e conflitti in atto individuati dai progetti territoriali di paesaggio regionale, con l’obiettivo di pensare al riuso delle cave esaurite per consolidare e valorizzare i caratteri di ciascun contesto di vita, e creare nuovi valori e risignificazione dei luoghi. The mining activity has been an important driver of economic and productive development for the Apulia region, representing a land use inextricably linked to its historical and constituting tradition. In particular, the mining basin of the comprehensive province Barletta - Andria - Trani (BAT), north of Bari, is now undergoing a crisis and has been partly dismissed. However, it has always been an important driving force for the local economy of the region. The consequent problems associated with landscape modification and alteration, land use,waste and sludge proper disposal have never been sufficiently taken into account This paper aims to investigate a possible meeting point between the planning and the production processes, in order to identify recovery and recycling strategies, as well as identifying how to return the dismissed extraction sites their former uses, meanings and values by proactively activating virtuous processes capable of triggering a better landscape management on the one hand and, on the other hand, the necessary innovation of the mining management system, allowing it to be a territorial resource again. Starting from the act of initiating the PTCP (Provincial Territorial Coordination Plan), attentive to the recovery of exhausted quarries and abandoned, we have tried to define a methodological and design, in which the assumption of regaining the exhausted quarries in the process of development sustainable land is, through actions of landscape rethought as the "3R" renaturalise, Reinvent, Repairing, policy proposals of territorial transformation can outline future scenarios for the region and for new life contexts. Operationally, through the instrument of the guidelines have been put in the system landscape of three actions in response to the issues that arise from the processes and ongoing conflicts as identified by the local projects of regional landscape, with the aim of thinking about the reuse of exhausted quarries for consolidate and enhance the characteristics of each context of life, and create new values and re-signification of places.
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Campagnollo, Carolina, Alacoque Lorenzini Erdmann y Mônica Stein. "Explorando el juego como atención terapéutica: Un estudio de caso sobre la configuración de un soporte de juego para un hospital pediátrico". En LINK 2021. Tuwhera Open Access, 2021. http://dx.doi.org/10.24135/link2021.v2i1.146.g315.

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Resumen
En el contexto de la hospitalización de niños y adolescentes, traer alegría y juego pueden ser estrategias que ayuden a comprender, promover, prevenir, tratar y recuperar la salud. Jugar es una actividad infantil relacionada con el crecimiento y el desarrollo, tanto motor como emocional, mental y social. El juego ayuda en el entrenamiento personal y mejora las habilidades. Así como cada generación tiene sus características específicas, la generación actual, más concretamente la de los niños, tiene la tecnología como elemento presente y vital en su vida diaria. El modo en que juegan los niños, los llamados nativos digitales hoy en día, está directamente asociado a los medios tecnológicos, que comparten espacio con los juegos tradicionales. En este sentido, la evidencia sugiere que la interacción con juegos electrónicos estimula la actividad cerebral y facilita la aceptación del tratamiento propuesto en el caso de hospitalización. Es innegable que el proceso de enfermedad y hospitalización trae consecuencias emocionales en los pacientes. Por ello, el enfermero es un profesional imprescindible en la implantación de la humanización en el contexto hospitalario. Sin embargo, promover la humanización hospitalaria también incluye la innovación en enfermería. Existen varios tipos de invenciones, incluida la introducción de nuevos productos o cambios en algunos que ya están en el mercado, o incluso el abordaje de nuevos enfoques metodológicos para la búsqueda de soluciones de diseño, como el uso del Design Thinking. Este enfoque tiene como objetivo resolver problemas centrados en el usuario, a menudo a través de la co-creación en un trabajo colectivo y colaborativo de los involucrados con el problema a resolver. Teniendo en cuenta que las instalaciones hospitalarias a menudo no incluyen la socialización de todos los grupos de edad, este proyecto de tesis tiene como objetivo desarrollar el apoyo hospitalario mediante los videojuegos, evaluando la efectividad de las intervenciones lúdicas, la ergonomía, la comodidad y la accesibilidad del paciente. Para el desarrollo del producto se está utilizando una de las metodologías de Design Thinking: el Doble Diamante, que está compuesto por las etapas de descubrimiento, definición, desarrollo e implementación. En la etapa de descubrimiento, la percepción se produjo a través del seguimiento de la hospitalización pediátrica y se basó en especulaciones acerca de las siguientes preguntas: “¿Cómo hacer que el proceso de hospitalización del niño sea más fluido”?”, “¿sería posible desarrollar un soporte hospitalario para videojuegos?”. En la definición, se creó un briefing con el objetivo de desarrollar una solución eficiente para el público específico, verificando la viabilidad y los recursos disponibles para llevar a cabo estas acciones. Con la idea a prototipar definida, se desarrolló un prototipo del soporte basado en los supuestos de viabilidad, practicidad y funcionalidad. El producto en desarrollo fue clasificado como diseño industrial y depositado en el Instituto Nacional de Propiedad Industrial con fines de patente. El soporte desarrollado estará disponible para su uso en la unidad hospitalaria, que contiene un monitor y una consola para producir impactos en los cuidados terapéuticos. Se evaluarán los niveles de entretenimiento y las percepciones del estado de salud. El proyecto Ángeles en Control generará un resultado de diseño que se espera proporcione una atención más humanizada y terapéutica durante la hospitalización pediátrica.
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