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Lambertucci, Pietro. "Contratto collettivo, rappresentanza e rappresentativitŕ sindacale: spunti per il dibattito". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 124 (marzo de 2010): 551–606. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-124001.

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Il saggio, nel ripercorrere il dibattito sulla rappresentanza sindacale nell'impiego privato, propone una disaggregazione dell'analisi, in relazione alla necessitŕ di calare i diversi modelli nei contesti nei quali si esprime il potere negoziale del sindacato. Nello specifico, per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale di categoria, si aderisce alla tesi che ricostruisce la rappresentanza sindacale come rappresentanza associativa, mentre la rappresentanza sindacale nelle singole aziende si caratterizza come rappresentanza istituzionale (viene, in particolare, individuata la disciplina negoziale sulle rappresentanze sindacali unitarie che derivano il loro potere dalla consultazione elettorale di tutti i dipendenti occupati nell'azienda). L'analisi poi della rappresentativitŕ sindacale, con riguardo alla nozione di sindacato comparativamente piů rappresentativo, si confronta, per un verso, con l'art. 39 Cost. e si conclude, per altro verso, con l'osservazione che i contratti collettivi ai quali la legge connette effetti legali richiedono "l'unitŕ contrattuale" del sindacato. Si propone, infine, un intervento legislativo volto a generalizzare l'esperienza delle rappresentanze sindacali aziendali e a poggiare il richiamo alla maggiore rappresentativitŕ comparata su un meccanismo associativo ed elettorale insieme, in relazione alla devoluzione di funzioni demandate dalla legge.
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Bellocchi, Paola. "Rappresentanza e diritti sindacali in azienda". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 132 (noviembre de 2011): 543–88. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132002.

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Il saggio ricostruisce il significato dell'art. 19 dello Statuto dei lavoratori nell'esperienza applicativa del sistema di relazioni sindacali. La chiave di lettura proposta č che obiettivo della legislazione di sostegno fosse quello di promuovere la contrattazione collettiva di diritto comune senza regolarla, agevolando il riconoscimento dei diritti sindacali nei contratti collettivi come contenuti della parte obbligatoria di essi per innervare un sistema di fisiologiche relazioni sindacali nell'impresa. Rispetto a questo modello di legislazione, gli svolgimenti interpretativi intervenuti dopo il referendum abrogativo del 1995 ne hanno reso l'applicazione contraria alla sua stessa logica. Ma soprattutto, al cospetto di accordi separati e di dissensi tra sindacati sui rinnovi contrattuali - di cui la piů preoccupante manifestazione si č avuta negli accordi Fiat - l'assenza di regole condivise sulla contrattazione ha evidenziato notevoli criticitŕ ed incongruenze sulle scelte di governo delle relazioni sindacali in azienda, di cui l'A. auspica una risposta da parte degli attori del sistema all'insegna della ritrovata unitŕ sindacale.
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Cannella, Giovanni y Sergio Mattone. "Alla ricerca di nuove regole per la rappresentanza sindacale". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 1 (abril de 2011): 20–36. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-001003.

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1. Le relazioni industriali prima di Mirafiori e Pomigliano / 2. Gli accordi Fiat e l'implosione del sistema sindacale / 3. Le linee fondamentali di un nuovo sistema di relazioni sindacali / 4. Nuove regole per la rappresentanza: l'ostacolo dell'art. 39 Costituzione / 5. Le proposte di legge ordinaria sulla rappresentanza / 6. Rappresentativitŕ e contrattazione / 7. Osservazioni conclusive.
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Carrieri, Mimmo. "Come promuovere la rappresentanza sindacale". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 141 (febrero de 2014): 151–65. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2014-141008.

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Concetta Ambra, Maria y Marta D’Onofrio. "Il sindacalismo italiano alla prova di Amazon: tra vecchie strategie e rinnovamento organizzativo". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 158 (noviembre de 2020): 225–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158011.

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L'articolo riesamina il quadro teorico sul processo di rinnovamento sindacale, alla luce delle strategie adottate dal principale sindacato italiano (Cgil) in Amazon, dopo l'apertura dei suoi primi stabilimenti logistici in Italia. Da una parte il sindacato deve riuscire ad insediarsi in un luogo di lavoro in cui non era già presente, costruendo un rapporto di fiducia con i lavoratori. Dall'altra deve confrontarsi con un management riluttante nel riconoscere il ruolo e la funzione di mediazione delle organizzazioni di rappresentanza. Il processo di rinnovamento viene distinto analiticamente in tre fasi: l'insediamento, l'istituzionalizzazione e l'apprendimento organizzativo. Nell'analisi diviene cruciale comprendere il modo in cui il sindacato definisce e persegue le proprie strategie, non solo combinando vecchi repertori di azione con elementi innovativi, ma anche avviando una revisione dei propri strumenti organizzativi. In conclusione, il rinnovamento sindacale è interpretato come un processo influenzato sia dall'esito delle relazioni che il sindacato riesce ad instaurare con i lavoratori che rappresenta e con la controparte datoriale, sia dalla capacità di avviare un ripensamento organizzativo interno.
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Lambertucci, Pietro. "Verso la rappresentanza sindacale dei corpi militari?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 152 (enero de 2017): 619–40. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2016-152004.

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Rusciano, Mario. "Legge sullo sciopero e modello neo-istituzionale". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 121 (abril de 2009): 121–38. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121008.

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L'a. richiama anzitutto la concezione di Massimo D'Antona circa la modellistica istituzionale, contenuta nella proposta di legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali (divenuta poi l. n. 146/1990), e mette in luce la diffidenza dello stesso D'Antona nei confronti della c.d. "istituzionalizzazione dei processi di autonomia collettiva": grazie alla quale, le concrete restrizioni del diritto di sciopero vengono prodotte dall'autonomia collettiva, ma divengono poi precetti legali, provvisti di sanzione. L'a. critica la tesi di D'Antona, secondo cui il modello neo-istituzionale comporterebbe l'integrazione dell'ordinamento sindacale nell'ordinamento statuale e smentirebbe la prospettiva pluriordinamentale; e si sofferma, infine, sui tre nodi problematici, affrontati da D'Antona: la riserva di legge dell'art. 40 Cost.; la rappresentanza e rappresentativitŕ sindacale; la titolaritŕ individuale del diritto di sciopero.
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Pirone, Francesco. "Operai cassintegrati e rappresentanza sindacale: il caso di una grande impresa metalmeccanica meridionale". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 140 (noviembre de 2015): 33–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-140003.

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Borghi, Vando. "Di cosa ci parlano i contadini, oggi?" SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 128 (diciembre de 2012): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128001.

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Il paper č sostanzialmente diviso in tre parti. Nella prima vengono richiamate le ragioni per cui č attualmente importante rimettere il rapporto tra terra e lavoro al centro delle analisi del capitalismo contemporaneo e sono rapidamente delineate alcune caratteristiche chiave di quest'ultimo. Nella seconda, sono introdotte alcune delle principali questioni in gioco nell'analisi del rapporto tra terra e lavoro e viene accennato al modo in cui esse sono affrontate nei diversi contributi raccolti nella rivista. Infine, si mostra come le questioni fin qui indicate chiamino in causa i temi dell'agency del lavoro, in termini di forme della rappresentanza (sociale, politica, sindacale) e di contro-movimento, di "capacitŕ di aspirare" degli individui e di "giustizia cognitiva".
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D'Achille, Paolo. "Se è sindacale spetta al sindaco o al sindacato?" XII, 2020/1 (gennaio-marzo) 12, n.º 1 (25 de febrero de 2020): 44–45. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3235.

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Ci sono pervenute varie domande che chiedono se è corretta l’espressione ordinanza sindacale, che si trova spesso negli atti delle amministrazioni comunali per indicare una disposizione emanata dal sindaco, o se non possa generare confusione, visto che l’aggettivo sindacale è normalmente riferito al sindacato (rappresentante sindacale, contributo sindacale, ecc.).
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Hekimler, Alpay. "Le relazioni industriali nel settore tessile e dell'abbigliamento in Turchia. Un caso di studio: il gruppo Inditex". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 169 (abril de 2021): 1–17. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-169001.

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La Turchia appartiene attualmente al novero dei più importanti Paesi esportatori di prodotti tessili e di abbigliamento nel mercato globale. Numerosi fornitori e produttori producono oggi per marchi di livello mondiale, che sono presenti nel Paese anche attraverso le loro imprese di moda nel commercio al dettaglio. Queste ultime sono contestualmente assurte negli anni più recenti tra i maggiori datori di lavoro del settore. Tra di esse deve essere menzionato anche il global player Inditex, che è presente in Turchia con quasi tutti i suoi marchi. Tuttavia, nei me-dia non sempre vengono descritte positivamente le condizioni di lavoro presso i fornitori e i produttori, e perfino nella sua rete di vendita. Inditex, però, si obbliga, tramite il proprio Codi-ce di condotta, a rispettare i diritti dei lavoratori internazionalmente riconosciuti, acquistando esclusivamente le merci dei fornitori e dei produttori che garantiscono l'osservanza di tali dirit-ti. Il diritto di associazione sindacale è sancito dalla Costituzione turca, e il legislatore lo ha concretizzato mediante il diritto del lavoro. Ne consegue che i lavoratori sono liberi di aderire o meno a una rappresentanza di interessi. Tuttavia, le caratteristiche del settore tessile e dell'abbigliamento e il profilo dei lavoratori e delle lavoratrici creano non poche difficoltà ai sindacati che intendono operarvi. Per questa ragione, il tasso di sindacalizzazione nel settore risulta attualmente inferiore alla media. Il saggio intende, anzitutto, illustrare i diritti collettivi dei lavoratori in Turchia su un piano generale, per poi discutere l'importanza dell'industria tes-sile e dell'abbigliamento. Nella successiva e ultima parte verrà trattata la situazione attuale del global player Inditex in Turchia; il contributo si chiude con una breve conclusione in chiave prospettica.
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Szymanski, Charles. "Organized Labor and the Tech Giants". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 173 (mayo de 2022): 69–108. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-173004.

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Il movimento sindacale negli Stati Uniti sta cercando di invertire la rotta rispetto a un decennio di caduta libera. Nel 2021 i tassi di sindacalizzazione del settore privato si collocavano appena sopra il 6%, e varie recenti misure legislative e giudiziarie (per esempio, la decisione nel caso Janus) hanno pressoché privato i sindacati del settore pubblico della loro capacità di racco-gliere fondi e rappresentare i dipendenti pubblici. A seguito delle elezioni del novembre 2020, con il Partito democratico - che tradizionalmente supporta le istanze connesse al lavoro - che poteva contare sulla Presidenza, sulla Camera dei Rappresentanti e sul Senato, si sperava in una rinascita del sindacato. Purtroppo, anche queste speranze sono state vanificate dalla schiacciante sconfitta di un sindacato di lavoratori della logistica in una campagna di alto pro-filo condotta per organizzare i lavoratori Amazon in un magazzino dell'Alabama nell'aprile del 2021. La sconfitta è stata simbolicamente devastante, poiché una vittoria in quelle elezioni avrebbe rappresentato un importante segnale della rilevanza dei sindacati nella new economy per l'organizzazione dei lavoratori di uno dei cinque "giganti della tecnologia" americani (Amazon, Google, Microsoft, Facebook e Apple). Questo articolo esamina le prospettive dei sindacati nell'organizzare i dipendenti dei "giganti della tecnologia" a seguito della loro scon-fitta nella vicenda Amazon. In particolare, emergono chiari elementi per sostenere che i dipen-denti dei "giganti della tecnologia" hanno bisogno e possono beneficiare di un'azione colletti-va per raggiungere i loro interessi, e i sindacati possono giocare un ruolo chiave nell'aiutarli a soddisfare tale esigenza.
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Riverso, Roberto. "Le statuizioni civili della sentenza Thyssen". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 2 (junio de 2012): 167–76. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-002005.

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La parte della sentenza Thyssen dedicata al risarcimento delle parti civili risulta conforme alla piů evoluta giurisprudenza in materia di danni e legittimazione degli enti collettivi; essa appare comunque di notevole importanza segnando un punto di non ritorno nelle istanze risarcitorie in materia di sicurezza sul lavoro. Pur non potendosi discutere del risarcimento dei danni alle vittime e ai loro familiari piů diretti, liquidati prima dell'apertura del dibattimento, la drammaticitŕ dei fatti oggetto del giudizio č comunque penetrata in tutta la sua entitŕ e sotto diversi importanti profili, anche nelle statuizioni civili. Grazie alla presenza di ben 52 parti civili di diversa origine e natura (enti territoriali, associazioni, lavoratori, familiari) sono confluite nel processo autentiche istanze democratiche e partecipative; e sentimenti di natura collettiva; che hanno contribuito a rendere piů visibile la ferita inferta sul tessuto sociale e civile di una popolazione intrisa, per risalente tradizione storica, di cultura industriale e sindacale; oltre che a dare rappresentanza piů vera alla cognizione del dolore collettivo prodotto sulla comunitŕ interessata. Anche nella liquidazione del danno i giudici hanno operato con realismo e congruitŕ, discostandosi da logiche puramente tabellari e modulando i risarcimenti in modo affatto simbolico, in funzione del criterio guida attribuito alla gravita degli eventi.
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Scarano, Gianluca. "Sindacato e cambiamento tecnologico nella piccola e media impresa italiana. Un'indagine sul Veneto". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 163 (agosto de 2022): 249–68. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163013.

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Questo contributo si concentra sul ruolo dei sindacati nel contesto dell'implementazione delle tecnologie legate a "Industria 4.0" a livello delle PMI. A tal proposito, sono state condotte interviste a rappresentanti sindacali di alcune imprese del settore metalmeccanico del Veneto, sia a livello di impresa che di terri-torio. Le evidenze sono state organizzate sulla base di tre dimensioni: adattamento delle imprese rispetto ai cambiamenti provenienti dall'ambiente esterno; compe-tenze dei dipendenti; atteggiamento e supporto del management e della proprietà. I risultati mostrano come ci sia un legame tra prospettive dell'innovazione tecnologica e futuro delle strategie contrattuali sul territorio. Ulteriori considerazioni chiamano in causa la debolezza dei processi formativi, la scarsa pianificazione e condivisione delle scelte aziendali.
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Murgia, Annalisa y Giulia Selmi. "Inspira e cospira. Forme di auto-organizzazione del precariato in Italia". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 123 (septiembre de 2011): 163–76. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123010.

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Lo scenario del mercato del lavoro a cui assistiamo oggi in Italia è composto da una progressiva proliferazione di contratti non standard. Ciň comporta in primo luogo un problema di cittadinanza e di welfare, a causa della minore o semi-inesistente possibilitŕ di accesso ai diritti sociali che queste forme di impiego consentono (ai diritti pensionistici, ai congedi retribuiti di malattia, maternitŕ, disoccupazione, ecc.). A fronte di questa situazione di severa precarietŕ ed assenza di accesso alle risorse del welfare, tuttavia, nel corso degli ultimi dieci anni l'Italia ha visto la nascita ed il consolidamento di un articolato movimento sociale di contrasto alla precarietŕ agito in prima persona proprio dalla generazione più duramente colpita dal processo di deregolamentazione del mercato del lavoro: giovani, donne e "cognitari". Questo movimento in prima battuta ha concentrato i propri sforzi nella riscrittura del lessico e dell'immaginario simbolico sul lavoro, nel tentativo di consolidare i precari come soggettivitŕ collettiva oltre le sue tradizionali rappresentazioni. Negli ultimi anni, tuttavia, a questo processo di "autorappresentazione" va affiancandosi un processo di "auto-rappresentanza": una fattiva auto-organizzazione di precari nel gestire le conflittualitŕ sui luoghi di lavoro. In uno scenario di sfiducia nei confronti dei partiti e dei sindacati nell'affrontare la questione della precarietŕ, infatti, questi movimenti dimostrano una scarsa attitudine alla delega del conflitto, promuovendo invece modalitŕ di azione fondate sul modulo organizzativo della rete, sulla condivisione dei saperi e sulla rappresentanza diretta. Obiettivo di questo articolo è esplorare criticamente due esperienze di auto-organizzazione di lavoratori e lavoratrici precari/e, in relazione all'attuale crisi della rappresentanza attraversata dalle tradizionali organizzazioni sindacali, soprattutto per quanto riguarda i giovani lavoratori e i rapporti di lavoro non standard.
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Forlivesi, Michele. "Sindacato e lavoratori digitali: organizzazione, rappresentanza, contrattazione". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 1 (mayo de 2019): 31–45. http://dx.doi.org/10.3280/es2019-001004.

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Leonardi, Salvo. "Rappresentanza, organizzazione e democrazia. Modelli e politiche sindacali a confronto". DEMOCRAZIA E DIRITTO, n.º 3 (abril de 2014): 140–70. http://dx.doi.org/10.3280/ded2013-003007.

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Leonardi, Salvo. "La condizione operaia nella crisi tra svalorizzazione del lavoro e declino delle relazioni industriali". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 3 (septiembre de 2011): 143–62. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003012.

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1. Premessa / 2. La crisi e i suoi costi sociali / 3. Il declino delle relazioni industriali / 4. Post-fordismo e condizioni di lavoro / 5. L'ambigua prospettiva della/ 6. Globalizzazione e crisi della democrazia industriale / 7. Lavoro e sindacato: una nuova rappresentanza e una nuova rappresentazione.
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Bellini, Andrea y Davide Calenda. "Le sfide del sindacato nel settore del credito. Il caso Fisac Toscana". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 126 (mayo de 2012): 209–21. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126014.

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L'articolo prende in esame i mutamenti nel settore del credito, cercando di coglierne i riflessi sulla rappresentanza del lavoro. Al fine di capire come sia affrontata la questione del cambiamento all'interno del sindacato, sono inoltre presentati i risultati di uno studio di caso su Fisac Toscana.
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Cella, Gian Primo, Tiziano Treu, M. Carrieri y P. Feltrin. "Al bivio. Lavoro, sindacato e rappresentanza nell'Italia d'oggi (Donzelli, 2016)." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 154 (junio de 2017): 383–400. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2017-154010.

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De Luca Tamajo, Raffaele. "Massimo D'Antona, esperto "strutturista": l'erosione dei pilastri storici del diritto del lavoro". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 121 (abril de 2009): 185–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121011.

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Nel saggio del 1998 Massimo D'Antona mette a fuoco l'erosione di quattro pilastri su cui č stato edificato il diritto del lavoro della seconda metŕ del '900: la sovranitŕ dello stato-nazione, incalzato da istituzioni sovranazionali; l'organizzazione della grande fabbrica industriale, alterata da esternalizzazione e decentramenti; la stabilitŕ del progetto lavorativo e di vita "dalla scuola alla pensione"; il mito della rappresentanza generale delle organizzazioni sindacali storiche. Si chiede, pertanto, su quali basi possa essere rifondata l'identitŕ del diritto del lavoro. La "rilettura" si propone di saggiare la tenuta dell'analisi a dieci anni di distanza.
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Romeo, Ilaria y Tiziana Colusso. "La drammaturgia sociale di sindacalisti socialisti". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (24 de marzo de 2020): 459–72. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910097.

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Nella migliore tradizione del socialismo italiano, che ha prodotto risultati rilevanti di espressione culturale, alcuni dirigenti sindacali legati al PSI hanno prodotto opere teatrali delle quali qui viene dato conto con alcuni esempi. Si commentano quattro significative opere: La zappa sui piedi. Scena campestre in un atto, di Argentina Altobelli, datata 1897 e solo recentemente rappresentata; La vispa Teresa, bozzetto poetico in un atto, di Pietro Chiesa, con prefazione del deputato socialista Andrea Costa; Come cadde un mito. Opera teatrale in 4 atti, dello storico e critico di orientamento socialista Carlo Vallauri; Sirena operaia, di Alberto Bellocchio, con prefazione di Vittorio Foa.
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Colella, Francesca. "Dal sindacato tradizionale al sindacato «atipico»? Strategie per la rappresentanza dei "nuovi" attori nel mercato del lavoro italiano. Il caso di NIdiL-CGIL". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 140 (noviembre de 2015): 49–63. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-140004.

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Caruso, Bruno. "Nella bottega del maestro: "Il quarto comma del'art. 39 della Costituzione, oggi" (sapere, tecnica e intuizione nella costruzione di un saggio)". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 121 (abril de 2009): 53–76. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121005.

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La rilettura intende ripercorrere l'itinerario culturale e il metodo di lavoro seguito da Massimo D'Antona nella stesura del suo ultimo saggio, non solo con riferimento ai contenuti, ma anche con l'intento di contribuire alla ricostruzione della biografia intellettuale dell'autore. La rilettura intende, infatti, segnalare ai giovani studiosi l'approccio culturale, tecnico e metodologico di un grande giurista, intellettuale impegnato in importanti processi di riforma. Sul piano dei contenuti la rilettura mette in luce come il saggio costituisca uno dei contributi piů originali di interpretazione costituzionale alternativa dell'art. 39 Cost. Nel saggio D'Antona propone, infatti, una lettura possibile ma assiologicamente orientata della seconda parte dell'art. 39. L'interpretazione aperta consente di superare la consueta "divisione" in due blocchi normativi della norma ("equiordinazione interferente"): la seconda parte dell'art. 39 viene affrontata con un approccio non piů normativistico (il contratto collettivo come fonte) ma a partire dalle dinamiche organizzative (la rappresentanza) del sindacato. La capacitŕ intuitiva e di argomentazione rivivono, nelle pagine dell'allievo, attraverso memorie e suggestioni collocate intorno al «nocciolo duro» dell'ultima lezione del maestro.
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Pascucci, Paolo. "Note sparse su alcuni contenuti della contrattazione collettiva di secondo livello". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 1 (febrero de 2023): 99–109. http://dx.doi.org/10.3280/pri2021-001007.

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L'Autore sintetizza i temi salienti della contrattazione di secondo livello in Italia, partendo dal welfare aziendale, campo su cui il sindacato può esercitare la propria capacità di rappresentanza effettiva dei bisogni reali dei lavoratori, oggi messa a rischio dalle profonde trasformazioni del sistema produttivo. In materia retributiva, l'Autore osserva come alcune prestazioni di welfare aziendale siano in grado di garantire efficacemente quell'esistenza libera e dignitosa di cui all'art. 36 Cost., anche se sotto l'occhio vigile della contrattazione aziendale, necessario per evitare che il welfare aziendale si realizzi a detrimento della componente monetaria (con possibili effetti negativi anche sul piano previdenziale). La crescente importanza della contrattazione aziendale emerge in materia di organizzazione del lavoro: dalle nuove regole sulle mansioni, dopo il Jobs Act, alla destrutturazione del tempo e del luogo di lavoro, in particolare, nel lavoro agile, il ruolo della contrattazione aziendale appare indispensabile a tutela dello smart worker e della sua salute e sicurezza. Infine, si auspica una contrattazione collettiva aziendale che promuova la tutela dell'ambiente (premi di risultato collegati ad obiettivi di risparmio energe-tico, mobilità sostenibile, ecc.) e la partecipazione dei lavoratori.
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Pappalardo, Adriano. "DAL PLURALISMO POLARIZZATO AL PLURALISMO MODERATO. IL MODELLO DI SARTORI E LA TRANSIZIONE ITALIANA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, n.º 1 (abril de 1996): 103–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024059.

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Resumen
IntroduzioneNegli anni novanta, l'Italia è entrata in un processo di transizione che è ormai divenuto oggetto di un'abbondante letteratura nazionale e straniera. Piuttosto ovviamente, la natura di tale transizione è ben diversa da quelle dei paesi postcomunisti e, come ha opportunamente sottolineato Pasquino (1994; 1995), poco comparabile con altri precedenti storici. Anche la Francia, che questo autore considera il miglior termine di confronto, lo è in realtà assai relativamente sotto una varietà di punti di vista. Mentre infatti la Quarta e, per lungo tempo, anche la Quinta Repubblica sono rimasti classici casi di pluralismo polarizzato (Sartori 1982, 256–262), l'Italia degli anni novanta non può più essere definita tale, e proprio per questo (o, almeno, anche per questo) si è avviata alla presente transizione. Come è noto, inoltre, le riforme golliste investirono essenzialmente le principali istituzioni politiche della repubblica, ma lasciarono inalterati il subsistema burocratico e la struttura (centralizzata) dello Stato, che sono, invece, componenti tutt'altro che secondarie per comprendere il decorso e gli eventuali sbocchi della crisi italiana. Ma, infine, tale crisi si intreccia anche al declino dello Stato sociale e interventista, coinvolgendo la ridefinizione dei confini fra politica ed economia e il ruolo delle grandi organizzazioni degli interessi, sindacati in testa. Come dire che, oltre al sistema politico-istituzionale ed alla pubblica amministrazione, le relazioni industriali e i loro attori pubblici e privati rappresentano una terza dimensione di cambiamento, che altrove è stata poco importante (Francia), ovvero incomparabilmente diversa (regimi postcomunisti).
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