Literatura académica sobre el tema "Rapporto tra Stato e Regioini"

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Artículos de revistas sobre el tema "Rapporto tra Stato e Regioini"

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Nocerino, Assunta y Vincenzo Satta. "La governance del turismo tra Stato e regioni e il ruolo del Ministro". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 2 (agosto de 2011): 13–26. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002002.

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Resumen
Il saggio svolge un'indagine sulla ripartizione delle competenze tra Stato e regioni in materia di turismo, a partire dall'analisi della dottrina e della giurisprudenza costituzionale. Traendo spunto dalla reintroduzione del Ministro del turismo e dalla ricognizione delle sue iniziative, a livello amministrativo e legislativo, gli Autori si propongono di evidenziare alcuni elementi critici nel rapporto tra i livelli di governo coinvolti nella governance della materia e offrono alcune possibili soluzioni.
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Liberati, Paolo. "Il finanziamento delle regioni e degli enti locali: problemi e prospettive". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n.º 1 (marzo de 2011): 53–89. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-001003.

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Resumen
Questo lavoro valuta la recente riforma del federalismo fiscale in Italia (L. 42/2009) in relazione a tre questioni. Primo, come finanziare un crescente volume di competenze locali con imposte proprie, con particolare riferimento alla fornitura di livelli minimi o essenziali di servizio (ad es., sanitŕ). Secondo, come risolvere il trade-off tra esigenze di efficienza nell'uso delle risorse e di compensazione degli squilibri territoriali. Terzo, se sia da privilegiare un rapporto diretto dei governi locali con lo Stato centrale o se compiti di finanziamento e perequazione dei comuni possano essere utilmente affidati alle regioni.
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Bertin, Mattia, Gianfranco Pozzer, Domenico Patassini y Francesco Musco. "Il piano inefficace. Sulla qualità della pianificazione emergenziale". TERRITORIO, n.º 99 (agosto de 2022): 136–48. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099019.

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Resumen
L'articolo suggerisce un percorso esplorativo finalizzato alla valutazione dello stato della pianificazione emergenziale in Italia a partire dal caso della Regione Umbria recentemente interessata da eventi emergenziali. L'esplorazione mira a descrivere il rapporto tra qualità redazionale e progettuale del documento di piano, valutazione del rischio e pianificazione della risposta. Sulla base di un'analisi multivariata, vengono identificate distinte tipologie di piano che, pur diverse per qualità redazionale, denunciano limiti comuni nelle capacità di risposta. Le conclusioni si interrogano sull'opportunità di ripensare il piano d'emergenza in relazione alla pianificazione urbanistica e a una gestione operativa del rischio, come suggerito dal nuovo Testo Unico di Protezione civile (2018).
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Di Pietro, Maria Luisa y Stefano Fornaroli. "Mass-media e prevenzione dell'infezione da HIV e della tossicodipendenza". Medicina e Morale 42, n.º 4 (31 de agosto de 1993): 733–65. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1050.

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Resumen
In materia di prevenzione dell'infezione da HIV e della tossicodipendenza sono stati messi in atto, nel corso di questi ultimi anni, numerosi interventi: "spot" televisivi e radiofonici, opuscoli distribuiti nelle scuole, negli aeroporti e sulle riviste, videocassette e libri. Si rendeva, ora, necessario verificare l'efficacia di questi interventi ovvero il rapporto aspettative/risultati in previsione, anche, di nuove campagne di informazione. E' stato questo il motivo che ha spinto gli Autori di questo articolo a condurre, tra gli adolescenti ("target" privilegiato delle suddette campagne), un'indagine tesa a valutare il loro grado di soddisfazione per quanto appreso. A tale scopo sono stati intervistati- mediante questionario- 2.758 studenti degli ultimi tre anni dei Licei scientifico e classico e dell'Istituto Magistrale: gli studenti di sesso maschile e femminile risiedevano in ambiente urbano nelle diverse regioni italiane del Nord, Centro e Sud Italia.
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5

Maltoni, Maria. "Democrazia e partecipazione al femminile: il bilancio di genere". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 1 (abril de 2011): 53–63. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001005.

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Resumen
Misurare un'azione di governo locale o nazionale, in rapporto agli effetti che si producono sulla vita delle donne, č un elemento di valutazione che si attua "pesando" la quantitŕ di risorse dedicate nei bilanci pubblici attraverso il metodo del. Il bilancio di genere č ormai una prassi adottata in vari paesi. In Italia le prime esperienze disono partite dalle amministrazioni locali: nel 2001 č stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, poi in altri Comuni e Province, ma spesso sono rimaste esperienze sporadiche. Il Comune di Forlě, dopo una sperimentazione nella precedente legislatura, nel 2010 ha inserito l'attivitŕ sul bilancio di genere tra quelle "standard" dell'ente, sulla scorta di una forte presenza femminile nell'amministrazione ed una giunta composta in modo paritario tra uomini e donne, elemento che l'ha fatta classificare dal Forum della P.A., quale "cittŕ piů rosa d'Italia". Il contributo mostra come il bilancio di genere rappresenti uno strumento importante di democrazia partecipata al femminile.
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6

Grandi, Silvia. "Cooperazione decentrata tra la Regione Emilia-Romagna e Stato Del Paranà per lo sviluppo del cooperativismo e delle filiere agroalimentari di qualità: Il caso del Programma Brasil Próximo". Revista Movimentos Sociais e Dinâmicas Espaciais 6, n.º 2 (27 de noviembre de 2017): 73. http://dx.doi.org/10.51359/2238-8052.2017.231109.

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Resumen
La cooperazione tra aree subnazionali, comunemente chiamata cooperazione decentrata o più recentemente “partenariato territoriale” nella nuova legge italiana per la cooperazione allo sviluppo (L. 125/14), assume di solito un ruolo marginale in termini finanziari ma può risultare molto rilevante in termini di efficacia ed influenza nelle policy per lo sviluppo locale. È quanto emerge del programma Brasil Próximo in cui cinque Regioni italiane (Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria) hanno creato, tra il 2004 e il 2015, un articolato sistema di relazione e di progettualità in un’ottica di cooperazione di transizione post-aid. L’obiettivo si è concretizzato con l’attivazione di un vasto network, di rafforzamento e sviluppo di politiche e strumenti, di creazione di reciproche opportunità - anche commerciali - e di interventi tesi ad accompagnare processi endogeni di sviluppo locale sostenibili capaci di intervenire sui problemi socio-economici derivanti da una squilibrata distribuzione della ricchezza. In particolare questo paper pone l’attenzione sul rapporto della Regione Emilia-Romagna con lo Stato del Paranà analizzando le attività svolte per il rafforzamento di politiche e di progetti pilota volti a sostenere i piccoli produttori nelle filiere agroalimentari attraverso la crescita delle microimprese, delle PMI, del sistema fieristico locale specialistico e del cooperativismo. Un approccio sostanzialmente basato sulle persone, sulla condivisione delle buone prassi maturate nel territorio regionale e sulla mise en reseau. I dilemmi sempre aperti dopo la conclusione anche dei progetti di cooperazione considerati di successo sono: è stato veramente sostenibile? Cosa significa sostenibile per le parti in gioco? Quanto la politica influisce nella sostenibilità di questi processi?
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Luciano, Adriana y Roberto Di Monaco. "Prevedere la domanda di lavoro e di formazione. Il caso delle professioni sociali". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 120 (febrero de 2011): 105–38. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120006.

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Resumen
L'analisi dei fabbisogni di competenze degli occupati ha attratto grandi investimenti per realizzare ad hoc ricerche professionali a livello e professionale, cosě come sono carenti modelli condivisi a livello nazionale. Al fine di contribuire a definire modelli standardizzati, gli autori suggeriscono l'uso di dati amministrativi, per quanto possibile in modo da rendere le analisi piů affidabili e meno costose. Inoltre, essi forniscono un modello di analisi per misurare il divario di competenze professionali sulla base del quadro europeo delle qualifiche. Il modello č stato sperimentato sui lavoratori sociali della regione Piemonte, sottoponendo un questionario ad un campione di circa 500 professionisti e manager impiegati nel settore dei servizi sociali locali. Č emersa una rappresentazione delle professioni e delle esigenze di formazione che mette in evidenza la divergenza tra l'attuale orientamento delle politiche sociali verso una maggiore integrazione e cooperazione locale e le competenze professionali principalmente focalizzate sul rapporto con gli utenti. I predetti risultati sottolineano la necessitŕ di realizzare processi di training on the job di concerto con le modifiche organizzative che risultano piů coerenti con le attuali politiche.
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Pieralli, S., G. Scotti, E. Bianchini, F. Simionato y A. Mazza. "Utilità clinica della RM nello studio della regione sellare". Rivista di Neuroradiologia 4, n.º 3_suppl (diciembre de 1991): 89–99. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s318.

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Resumen
Lo studio RM della regione sellare si avvale di una tecnica ormai standardizzata; le sequenze abitualmente realizzate sono Spin-Echo ponderate in T1 (SE T1W) (TR = 550, TE = 20, 4 acquisizioni), Field of view (FOV) <20 cm, matrice 256, secondo piani coronali e sagittali, con sezioni di 3 mm di spessore. Sezioni di spessore sottile, con alta matrice e FOV ridotto, dotate di buon rapporto segnale rumore potevano essere prodotte fino a poco tempo fa solo da apparecchi ad alto campo magnetico, ma attualmente anche dai più recenti apparecchi 0,5 T. Le sequenze Densità Protonica e T2W sono generalmente limitate allo studio di lesioni ad estensione extrasellare. I mezzi di contrasto paramagnetici vengono utilizzati sempre più frequentemente come completamento della indagine allo scopo di aumentare la sensibilità nei confronti di patologie di piccole dimensioni, introdurre ulteriori elementi di specificità e permettere una miglior delimitazione delle lesioni rispetto alle strutture viciniori. Sequenze Gradient Echo 3D, con acquisizione volumetrica, appaiono secondo i primi risultati molto promettenti 18in quanto permettono di ottenere sezioni di spessore fino ad 1 mm, ralmente contigue e senza effetti di interferenza o di volume parziale tra fette adiacenti, con possibilità di ricostruire successivamente immagini secondo piani diversi dalla orientazione originaria. In sintesi è stato possibile ottenere una buona risoluzione spaziale, necessaria per lo studio della sella e del suo contenuto, in una metodica caratterizzata da alta risoluzione di contrasto, dalla multiplanarità e dalla assenza di artefatti da osso e da amalgami dentari oltre che di radiazioni ionizzanti. Per queste ragioni la RM è attualmente l'esame di prima scelta nello studio delle patologie della regione sellare.
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Costa, Paolo. "Le istituzioni dell'uomo, il diritto e l'economia. Una breve riflessione a partire dal pensiero di Giambattista Vico". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 1 (marzo de 2021): 45–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-001003.

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Resumen
Il rapporto tra istituzioni ed economia è spesso acriticamente rappresentato come rapporto tra Stato e mercato, tra autorità della legge e libertà della concorrenza. Gli intrecci storici e metodologici tra i fenomeni in questione e le relative scienze sono in realtà più profondi. Sembrano condurre, attraverso percorsi epistemici ora più percepibili ora più carsici, a comuni matrici antropologiche, già visibili ad esempio in un autore epocale quale Giambattista Vico.
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Cirlŕ, Mario. "La cittŕ interiore". COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, n.º 22 (diciembre de 2011): 77–86. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022007.

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Resumen
La relazione tra cittŕ e periferia dispone la riflessione tra interno/esterno, tra finito/ infinito, tra contenitore/contenuto. Il rapporto tra mondo-cittŕ e cittŕ mondo pone il dilemma inclusione/esclusione. Il dibattito tra stato-nazione e mercato globale interroga la questione di sicurezza/insicurezza. Informato alla riflessione di G. Deleuze, l'intervento cerca nella teoria e nella pratica psicoanalitica prospettive non solo analogiche ma auspicabilmente operative.
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Tesis sobre el tema "Rapporto tra Stato e Regioini"

1

Marrone, Luisa. "Evoluzione e prospettive del rapporto tra Stato, Regioni e CONI in materia di sport". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/248.

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Resumen
2008 - 2009
Cap. I. Il lavoro inizia delineando le origini del comitato olimpico nazionale italiano ed i poteri conferiti dalla legislazione dell'epoca fascista. Tratta poi della legge n. 426/42 che ha realizzato la subordinazione del sistema sportivo al potere statale distinguendo tra la qualificazione giuridica del CONI, ente pubblico, e quella, controversa, delle federazioni nazionali. Queste ultime, associazioni di diritto privato, hanno una natura ambivalente (che si riflette anche sulla qualificazione del rapporto di lavoro dei dipendenti) poiché svolgono funzioni pubblicistiche quali organi del CONI mentre sono soggette alla disciplina privatistica quando agiscono nell'ambito dei poteri loro propri. Cap. II. I poteri pubblicistici e la funzione di controllo dell'intero settore sportivo che la legislazione dell'epoca fascista aveva attribuito al CONI rimangono inalterate anche successivamente alla caduta del regime. Le modifiche che la legislazione successiva apporta hanno la funzione di depurare le disposizioni normative dalle connotazioni autoritarie e di stampo razzista. Il paragrafo da atto delle contrastanti opinioni dottrinali sulla natura giuridica del CONI qualificato ora come persona giuridica - organo, ora come autorità indipendente, ora come ente di servizio, ora come ente pubblico indipendente. Le divergenti opinioni concordano solo sulla qualificazione dello stesso come ente associativo. Cap. III. Tratta del riparto tra la giurisdizione statale e quella sportiva risolto dalla legge n. 280/2003 applicando il principio della autonomia dell’ordinamento sportivo e subordinando !"intervento statale al rispetto della c.d. clausola di salvezza in base alla quale il sindacato giurisdizionale dello Stato su di una controversia sportiva è ammesso nei soli casi di rilevanza della controversia per l'ordinamento generale e cioè quando la questione coinvolge situazioni giuridiche soggettive (diritti soggettivi o interessi legittimi). In ogni caso sono riservate agli organi della giustizia sportiva tutte le questioni tecniche e disciplinari. Cap. IV. Tratta dell'approccio della legislazione regionale nei confronti dello sport e della regolamentazione dello stesso in relazione ad altri interessi coinvolti ed altre materie prima di tutto il turismo. Individua, inoltre, il limite degli interventi degli enti locali per lo sport nella qualificazione delle spese relative fra quelle facoltative non finanziabili a tasso agevolato. Cap. V. Rileva la centralità delle funzioni del CONI in ambito sportivo anche rispetto alle competenze regionali in materia sia perché il CONI ha continuato a gestire i concorsi pronostici correlati a manifestazioni sportive svolte sotto il suo controllo sia perché ha rivestito la funzione di consulenza tecnica in materia di costruzione e gestione degli impianti. Cap. VI. Evidenzia come a seguito della riforma contenuta nel d.lgs. 242/99 e dei successivi interventi contenuti nell'art 8, del d.l. 138/2002 e nel d.lgs. 15/2004, il Legislatore si occupa solo dei principi generali dell'organizzazione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. La disciplina organica è, invece, affidata allo stesso CONI sia per ciò che riguarda le norme organizzative che per le regole relative al modo di svolgere le funzioni e/o l'attività. Cap.VII. Tratta degli effetti del c.d. terzo decentramento amministrativo in ambito sportivo evidenziando come l'art 157 del decreto delegato n. 112/1998, ha sortito effetti limitati demandando alla scelta delle Regioni l'elaborazione dei programmi relativi agli impianti sportivi destinati alle manifestazioni sportive agonistiche relative ai campionati organizzati secondo criteri di ufficiaJità, ma riservando la competenza della definizione dei relativi criteri e parametri alla autorità di governo competente, acquisito il parere del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e della conferenza unificata... [a cura dell'Autore]
VIII n.s.
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ARU, STEFANO. "IL DIFFICILE BILANCIAMENTO TRA ISTANZE UNIFICANTI E ISTANZE AUTONOMISTICHE NEL RAPPORTO FRA STATO E REGIONI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249625.

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Resumen
The research aims to explore the balance between unifying demands and autonomist ones in the State-Region relationship. More specifically, the first chapter describes the limits national interest had in the previous constitutional system. The second chapter deals with the national interest and unitary requests in the constitutional system currently in force. The third chapter examines the impacts of the «Sewel convention» on the distribution of legislative powers between Westminster and Holyrood. The fourth chapter explores the evolution of the «chiamata in sussidiarietà» in the constitutional case law (that is, the rule according to which the State can legislate over matters not falling within the scope of its legislative powers, on the grounds of the principle of subsidiarity, provided said “extraordinary” State law meets the requirements of proportionality and reasonableness and that appropriate consultation with the Region(s) concerned is provided for). The last chapter dwells on the analysis of the state supremacy clause established by Article 31 of the law amending the Italian Constitution, which was rejected as a result of the constitutional referendum of 4 December 2016. In conclusion, this thesis aims to highlight the difficulties of seeking a reasonable balance between unifying requests and autonomist ones. Indeed, the risk is, on the one hand, that the former prevail over the latter, and on the other hand and above all, that the instruments which in principle are aimed to protect the unifying requests become a means at the service of the Government.
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DE, BARDI CHIARA. "Il Riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia di pubblico impiego". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/625.

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Resumen
The reform of Title V, second part of the Italian Constitution has involved a deep change concerning the division of the legislative power between State and Regions, thus implying delicate and complex interpretative issues, that also invest labour law. In this thesis, the analysis will be focused on the impact of the constitutional reform on the legislative competence for the regulation of the employer-employee relationships in the Civil Service. To this extent, it will be necessary to preliminary understand the positioning of the labour law in the new constitutional system, and this in particular as a result of the privatization of the Civil Service. Once these knotty interpretative problems are solved, it will be necessay to analyze the normative aspects, regarding the topic of the allocation of competences to State and Regions, which are peculiar for the public employment. First of all, the newly approved privatization of the Civil Service has involved a change of the system of the sources. Second, the article n. 117 of the Italian Constitution, at letter g), assigns to the exclusive legislation of the State the single matter of “regulating and organizing the State and the national public agencies”, leaving out the same matter with regard to the Regions and to the other public agencies. Finally, a further aspect that has to be taken into account is the attitude of the regional legislator with respect to the new competences that are recognized by the constitutional reform.
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Zanon, Jessica <1990&gt. "Il rapporto tra Stato e società in Cina. Paradigmi interpretativi a confronto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5565.

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Con la morte di Mao nel 1976 e, in particolare, con l'apertura della Cina all'estero grazie alle riforme di Deng Xiaoping, la Repubblica Popolare Cinese (RPC) ha cominciato ad avere un ruolo sempre più importante nell'economia mondiale. Inoltre, nell'ultimo decennio sta passando da Stato da sfruttare per gli altri Paesi, sia per manodopera che per materie prime, a Paese produttore e competitivo a livello mondiale. Questo rapidissimo sviluppo economico ha portato molti studiosi e ricercatori ad approfondire il “fenomeno Cina". Negli anni di ricerca sono state elaborate diverse teorie su come approcciarsi allo studio della Cina moderna, e lo scopo di questa ricerca è proprio quello di capire quale sia la linea guida più sensata e produttiva in questo senso. Nel corso della mia ricerca bibliografica ho riscontrato l’esistenza di due filoni di pensiero principali: il primo cerca di vedere nei progressi economici cinesi, e nel conseguente cambiamento della popolazione, il seme della società civile, la quale, a lungo andare, porterà ad una riforma politica in senso democratico della Cina; il secondo, invece, evita di lambiccarsi nella previsione di un cambiamento del sistema governativo cinese, e si concentra sullo studio di quello esistente, scoprendo che esso, lungi dall'essere il partito monolitico che sembra, è frammentato e presenta una varietà di gruppi di interesse che convivono e, cooperando o a volte scontrandosi, guidano il Paese. Prima di addentrarmi nella descrizione di questi due approcci alla ricerca, ho trovato utile descrivere, nel Capitolo 1, la pluralità di fondo che caratterizza la Cina, sia nella definizione del modello statale, sia nella composizione della sua popolazione. Nell'ultimo capitolo, poi, grazie allo studio di alcuni casi di rivolta che riguardano temi caldi che toccano particolarmente gli interessi dei cittadini e grandi investimenti e ritorni finanziari per lo Stato, noto come il secondo approccio alla ricerca risulti più utile per analizzare questi fenomeni.
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Feleppa, Marco <1990&gt. "Islamgesetz 2015. Un'analisi antropologica del rapporto tra Stato Austriaco e comunità islamiche". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8487.

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Le Islamgesetz sono delle leggi austriache riguardo il controllo e la tutela delle comunità islamiche locali. Il governo le ha aggiornate a febbraio 2015 portando avanti delle direttive che risalgono all’ Impero Asburgico e che già al tempo assicuravano determinati diritti ai sudditi mussulmani. Con le restrizioni e i regolamenti emanati un anno fa, l’Austria conferma di avere un rapporto con l’Islam che può considerarsi unico a livello europeo. L’obiettivo che il governo si è imposto, con il più recente pacchetto legislativo, è quello di mirare ad una totale integrazione delle comunità islamiche, imponendo la cesura economica, politica e teologica tra ogni comunità austriaca e qualsiasi paese o organizzazione islamica estero. Le leggi comprendono e correggono aspetti delicati e significativi per le vite dei fedeli che comunque si trovano costretti a seguirle e rispettarle. Il mio lavoro è stato proprio quello di indagare e comprendere come sia stata percepita l’introduzione delle ultime leggi. Scoprire che aspetti sono da considerare più delicati e perchè, analizzando le differenti percezioni in base alle differenti correnti ed organizzazioni islamiche presenti sul territorio austriaco. Comprendere, quindi, se e come possa germogliare una nuova identità islamica austriaca.
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BURELLI, MADDALENA. "LA PRIMA DELEGAZIONE APOSTOLICA IN MESSICO. SVILUPPI E PROBLEMATICHE DEL RAPPORTO TRA STATO E CHIESA (1851-1861)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/58044.

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La presente ricerca si propone di ricostruire e di spiegare le ragioni che portarono alla prima rappresentanza pontificia in Messico, le difficoltà incontrate, gli apporti della delegazione apostolica e il suo esito, ma non solo. Lo studio condotto sulla delegazione di Clementi rappresenta anche l’occasione, attraverso il caso messicano, per riflettere e contribuire a fare maggiore chiarezza sui rapporti tra Stato e Chiesa e individuare le ragioni del perché l’equilibrio tra il trono e l’altare venne meno, aprendo così la strada all'avvento delle società secolarizzate in cui oggi viviamo. La delegazione apostolica rappresenta il punto di incontro, il perno che permette di osservare e di far luce sulle dinamiche, le posizioni e i punti di vista di quelli che furono i tre principali attori: la Santa Sede, il governo e il clero messicano. Attraverso lo studio condotto sulla missione di Clementi è possibile meglio comprendere come questi tre soggetti si relazionarono tra di loro e quali furono i problemi delle loro interazioni. Seguendo lo sviluppo e soprattutto i problemi incontrati dalla delegazione apostolica, ci si soffermerà sugli obiettivi della Santa Sede, sulle esigenze e gli interessi che mossero la politica dei governi messicani e su come si collocò, rispetto alla volontà della prima e dei secondi, il clero messicano.
The present research aims to reconstruct and explain the reasons that led to the first papal representation in Mexico, the difficulties encountered, the contributions of the apostolic delegation and its outcome, but not only. The study carried out on the Clementi delegation also represents the occasion, through the Mexican case, to reflect and contribute to clearly explain the relations between State and Church and to identify the reasons why the balance between the throne and the altar lessened, thus paving the way for the advent of the secularized societies in which we live today. The apostolic delegation represents the meeting point, the pivot that allows observing and shedding light on the dynamics, positions and points of view of those who were the three main actors: the Holy See, the Mexican government and the Mexican clergy. Through the study conducted on Clementi's mission it is possible to better understand how these three subjects relate to each other and what were the problems of their interactions. Following the development and above all the problems encountered by the apostolic delegation, we will focus on the objectives of the Holy See, on the needs and interests that moved the policy of the Mexican governments and on how, with respect to the will of the first and second, the Mexican clergy.
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BURELLI, MADDALENA. "LA PRIMA DELEGAZIONE APOSTOLICA IN MESSICO. SVILUPPI E PROBLEMATICHE DEL RAPPORTO TRA STATO E CHIESA (1851-1861)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/58044.

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La presente ricerca si propone di ricostruire e di spiegare le ragioni che portarono alla prima rappresentanza pontificia in Messico, le difficoltà incontrate, gli apporti della delegazione apostolica e il suo esito, ma non solo. Lo studio condotto sulla delegazione di Clementi rappresenta anche l’occasione, attraverso il caso messicano, per riflettere e contribuire a fare maggiore chiarezza sui rapporti tra Stato e Chiesa e individuare le ragioni del perché l’equilibrio tra il trono e l’altare venne meno, aprendo così la strada all'avvento delle società secolarizzate in cui oggi viviamo. La delegazione apostolica rappresenta il punto di incontro, il perno che permette di osservare e di far luce sulle dinamiche, le posizioni e i punti di vista di quelli che furono i tre principali attori: la Santa Sede, il governo e il clero messicano. Attraverso lo studio condotto sulla missione di Clementi è possibile meglio comprendere come questi tre soggetti si relazionarono tra di loro e quali furono i problemi delle loro interazioni. Seguendo lo sviluppo e soprattutto i problemi incontrati dalla delegazione apostolica, ci si soffermerà sugli obiettivi della Santa Sede, sulle esigenze e gli interessi che mossero la politica dei governi messicani e su come si collocò, rispetto alla volontà della prima e dei secondi, il clero messicano.
The present research aims to reconstruct and explain the reasons that led to the first papal representation in Mexico, the difficulties encountered, the contributions of the apostolic delegation and its outcome, but not only. The study carried out on the Clementi delegation also represents the occasion, through the Mexican case, to reflect and contribute to clearly explain the relations between State and Church and to identify the reasons why the balance between the throne and the altar lessened, thus paving the way for the advent of the secularized societies in which we live today. The apostolic delegation represents the meeting point, the pivot that allows observing and shedding light on the dynamics, positions and points of view of those who were the three main actors: the Holy See, the Mexican government and the Mexican clergy. Through the study conducted on Clementi's mission it is possible to better understand how these three subjects relate to each other and what were the problems of their interactions. Following the development and above all the problems encountered by the apostolic delegation, we will focus on the objectives of the Holy See, on the needs and interests that moved the policy of the Mexican governments and on how, with respect to the will of the first and second, the Mexican clergy.
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Biasca, Corrado. "Gli Anni del pronunciamento : situazione politica, rapporto Stato-Chiesa, vicende internazionali nel Ticino tra il 1852 e il 1855 /". Giubiasco : Studio 3 SA, 1986. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb354579348.

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CASCARANO, APOLLONIA. "L'ordine pubblico economico tra progresso economico e sviluppo sociale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/65881.

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Resumen
Nella ricerca si mostra l’esistenza di una dimensione costituzionale europea di principi e valori comprendenti la CEDU e le costituzioni statali fondanti la presenza di un ordine pubblico europeo evidenziando l’emersione di un sistema europeo costituzionale. La ricerca unisce elementi e sistemi per prospettare l’esistenza di un’integrazione europea a livello giuridico tutelando il cd. pluralismo giuridico europeo, dando risalto agli strumenti di identità degli ordinamenti, creando unione tra il processo di integrazione e la tutela del pluralismo ordinamentale, evidenziando la situazione di giuridicità non perfetta relativa alla tutela dei diritti fondamentali. Da qui il ricorso al concetto di ordine pubblico che afferma l’unità degli ordinamenti giuridici definendo il concetto di pluralismo costituzionale europeo con il mutuo riconoscimento e l’affermazione di una dimensione costituzionale. Tra il concetto di costituzione formale ed il concetto di costituzione reale, si preferisce il concetto di Verfassung, costituzione reale. Il concetto di ordine pubblico conserva e valorizza le diversità ed i conflitti e diviene il risultato del conflitto tra conservazione e promozione dei valori e principi fondamentali. Si inserisce il concetto di ordine pubblico economico come categoria variabile che segna la nascita di un nuovo diritto tendente a prevenire e regolare i conflitti sociali. L’ordine pubblico economico si oppone all’astrattezza delle vecchie disposizioni con una legislazione di categorie sociali dove il contratto è sottoposto a regole dettate dalla tipologia contrattuale ed dalla personalità delle parti. La novità concettuale che porta alla distinzione tra i due concetti di ordine pubblico ed ordine pubblico economico è la base statuale: distanziandosi dallo Stato liberale, il concetto di ordine pubblico economico si fonda nelle forme di Stato sociale dove il sociale giustifica l’intervento statale in economia divenendo nozione giuridica di politica economica e sociale. Il rapporto tra diritto ed economia appare importante per poter meglio capire la portata della categoria dell’ordine pubblico economico: si segnala la necessità di creare concezioni non astratte ma reali dell’ordinamento recuperando l’esperienza dei rapporti umani e il fenomeno della comunicazione interpersonale. La proposta di una teoria generale in ambito economico rileva le deficienze di un metodo astratto in unione alla necessità di una "nuova antropologia" su cui si basa il concetto sussidiario. La nuova antropologia valorizza l'autonomia e la capacità dei singoli figlia dello spontaneo autoregolarsi della persona umana. Da ciò deriva l'analisi del rapporto tra ordine economico e ordinamento giuridico: la naturalità delle norme sociali si unisce con il ruolo sussidiario delle istituzioni che sopperiscono alle deficienze dei regolamenti. Esiste una comunicazione tra soggetti tramite la quale si ridà centralità al concetto di comunicazione ipotizzando un ordinamento intersoggettivo, sul quale si basa l'intervento sussidiario delle istituzioni con funzione di orientamento per il benessere della vita comunitaria. Il nuovo concetto di ordine pubblico economico diventa categoria che media le interrelazioni tra i principi dell’ordinamento comunitario e le regole del mercato comunitario. Lo sviluppo economico ed il progresso sociale sono i due cardini fondamentali della categoria, tendente sempre ad un bilanciamento tra le due finalità, riconosciuti a livello europeo come valori fondamentali ed intrepretati dalla giurisprudenza della Corte come fondamentali per le sue decisioni. Si sottolinea la realizzazione del concetto in ambito comunitario, dove all’esigenza di protezione delle libertà economiche si è riusciti ad associare la tutela di altri valori. L’equilibrio per il raggiungimento dell’ordine pubblico economico manca in tante aeree del diritto internazionale dove è prevalente il concetto di free trade rispetto ai valori sociali e della persona umana.
The study shows the existence of an European constitutional dimension of values and principles including the CEDU and the national constitutions, establishing the presence of an European public order underlining the display of a constitutional European system. The research tries to prospect the existence of an European integration at juridical level, granting the European juridical pluralism, highlighting the identity of each system, unifying the process of integration and the defense of pluralism, showing a defective juridical situation related to the granting of fundamental rights. The study appeals to the concept of public order that states the unity of juridical systems defining the concept of European constitutional pluralism through the mutual acknowledgment and achievement of a constitutional dimension. Among both the concepts of formal constitution and real constitution, it is preferred that of Verfassung ,real constitution. The concept of public order retains and gives values to the differences and conflicts and becomes the result of the conflict between the retention and promotion of values and fundamental principles. It is added the concept of public economic order as a variable category that marks the beginning of a new law that prevents and settle social conflicts. The public economic order oppose the abstract nature of old orders through the legislation of social categories where the contract is subject to rules of contractual typology and to the legal entity of the parts. The conceptual innovation that brings to the distinction between the two concept of public order and public economic order is the statuale base : the concept of public economic order is based on the forms of social State where the social justifies the public intervention in economy, becoming a legal notion of political and social economy. The relationship between law and economy appears important to better understand the meaning of the category of public and economic order: it is marked the need to create real and non-abstract conceptions of the system and to recover the experience of human relationships and that of the interpersonal communication. The proposal of a general theory in an economic setting reveals the deficiencies of an abstract method together with the need of a “new anthropology” upon which the subsidiary concept is based. The new typology gives value to the autonomy and to the ability of the individual and it is consequence of the natural auto govern of the human person. An analysis of the relationship between the economic order and the juridical system follows: social rules join the subsidiary role of institutions that provide for the deficiencies of procedures. There is a communication between the two subjects through which the concept of communication gains importance, thus supposing a system upon which the subsidiary intervention of institutions that work for the welfare of community life is based. The new concept of public economic order becomes a category that mediate the interrelations among the principles of the Community system and the rules of the Community market. The economic development and the social progress are the two cornerstones of the category, always tending towards a balance between the two purposes , identified at European levels as fundamental values and interpreted from the law of the Court as basic for its decisions. It is underlined the fulfillment of the concept in the Community setting in which the need of defending economic freedom has been associated to the protection of other values. The balance for the achievement of the public economic order lacks in many areas of international law where the concept of free trade prevails over social values and human person.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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Libros sobre el tema "Rapporto tra Stato e Regioini"

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1933-, Baratta Alessandro y Carbonaro Antonio, eds. La Legittimazione del potere: Problematica del rapporto tra Stato, istituzioni e società. Milano, Italy: F. Angeli, 1986.

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Giorgio, Freddi y Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (Italy), eds. Il sistema dei rapporti tra le agenzie ambientali italiane. Milano: FrancoAngeli, 1997.

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Caccherano, Giuseppe. La corrispondenza dell'anno 1793 tra i ministri De Hauteville e Damiano di Priocca: Dall'Archivio di Stato di Torino - materie politiche per rapporto all'estero - lettere ministri - Roma - mazzo 305. Roma: Europa edizioni, 2018.

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Barucci, Piero, Piero Bini y Lucilla Conigliello, eds. Economia e Diritto in Italia durante il Fascismo. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-605-7.

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Il volume raccoglie otto saggi sulla cultura economica e giuridica in Italia nel periodo tra le due guerre mondiali. Alcuni di essi indagano sul rapporto tra regime fascista e intellettuali, come nel caso del giurista Alfredo Rocco e degli economisti Luigi Amoroso, Arrigo Serpieri e Alberto Bertolino. Altri scritti affrontano il tema dei modi e dei luoghi attraverso cui l’economia e il diritto furono divulgati nel periodo fascista. I casi approfonditi sono quelli dell’Università Bocconi di Milano e della Scuola di Scienze Corporative di Pisa. Due saggi, infine, si occupano della politica economica nella fase liberista del fascismo e della natura assunta dal dibattito giuridico sul problema corporativo, individuando in queste esperienze momenti dell’evolversi del rapporto tra Stato e mercato.
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Gaffuri, Laura y Rosa Maria Parrinello, eds. Verbum e ius. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-809-9.

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Resumen
Il tema del rapporto tra Verbum e ius, tra fede, legge naturale e diritto positivo, è stato oggetto nel medioevo di un intenso dibattito. Lungi dal rimanere chiuso nei luoghi del sapere, esso è stato affidato da parte ecclesiastica a pratiche pastorali finalizzate a influire in modo concreto sulla stesura delle leggi e sugli ordinamenti non solo religiosi, ma anche civili e statuali. I saggi raccolti nel presente volume rivolgono l’attenzione a quel dibattito, ponendo al centro della propria indagine la predicazione e i predicatori che trasformarono in “comunicazione pubblica” i discorsi eruditi di esegeti, teologi, giuristi e magistri intorno ai concetti di legge, comunità e fede.
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Mancuso, Aldo, ed. Mobbing e modernità: la violenza morale sul lavoro osservata da diverse angolature per coglierne il senso, definirne i confini. Florence: Firenze University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-243-4.

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Mobbing, perché se ne parla tanto? Le manifestazioni di violenza del lavoro non misurano soltanto manutenzione e cura del rischio lavorativo. Indicano lo stato dei rapporti tra modo di produrre, senso del lavoro, legami sociali, diritti? Il lavoro della globalizzazione, segnato da insopprimibile violenza, sembra denotare l'inconciliabilità tra le forme che assume nel mercato universale e le regole politiche della modernità: infortuni e malattie da lavoro (come le catastrofi ambientali, le guerre) opacizzano il rapporto tra economia e politica nelle democrazie e nei regimi totalitari? Basta l'omaggio di un'antropologia semplificata per lenire il dubbio che si insinua sulla qualità sociale dei luoghi del nostro mondo?
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Cipriani, Alberto y Anna Maria Ponzellini, eds. Colletti bianchi. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-973-7.

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Il volume presenta i risultati di una ricerca su impiegati e quadri nelle grandi imprese del settore metalmeccanico – al centro FCA e Leonardo – condotta secondo una metodologia di ricerca partecipata. Obiettivo dell’indagine è stato l’analisi dei cambiamenti nella professionalità, nell’organizzazione, nella qualità del lavoro e nel rapporto con il sindacato avvenuti negli ultimi anni nelle grandi aree impiegatizie (amministrative, commerciali, di ricerca e sviluppo, di supporto alla produzione), a fronte del progressivo venir meno di una identità professionale e sociale omogenea del mondo impiegatizio e dell’impatto crescente delle nuove tecnologie 4.0. La ricerca è stata condotta con metodi di ricerca qualitativa (interviste e focus) e quantitativa (una survey ai lavoratori) e ha visto momenti di discussione e di confronto tra i ricercatori, gli attori sociali delle imprese coinvolte (sindacalisti e managers) e un gruppo di studiosi che hanno accompagnato tutto il percorso.
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I Rapporti tra Stato e regioni: Problemi e prospettive : atti del convegno tenutosi a Roma il 24 gennaio 1986. Roma: Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto di studi sulle regioni, 1986.

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Raffiotta, Edoardo Carlo. Il governo multilivello dell'economia. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg267.

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Il volume analizza le trasformazioni del rapporto tra stato costituzionale ed economia alla luce dei mutamenti in atto nei contesti nazionale, europeo e globale. Lo studio si concentra sull’evoluzione del cosiddetto “governo dell’economia”, con particolare riferimento alle esperienze degli ordinamenti italiano, tedesco e spagnolo, utilizzati come case studies per verificare i cambiamenti intervenuti nelle relazioni tra stato, autonomie territoriali, ordinamento europeo. L’indagine colloca questa riflessione nel contesto dell’integrazione europea, discutendo criticamente le principali decisioni politico-istituzionali assunte in una fase di transizione costituzionale rilevante come quella causata dalla crisi economico-finanziaria degli inizi del XXI secolo. La ricerca si ripropone di ricostruire le tendenze in atto nella dialettica tra esperienze costituzionali nazionali e processo di integrazione, con l’obiettivo di individuare le basi per un governo multilivello dell’economia quale fondamento di un rinnovato patto politico per l’Europa unita.
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Bolzonella, Marco. Oltre i confini del dogado. L’espansione patrimoniale degli enti ecclesiastici veneziani nel Padovano (secoli IX-XIV). Viella, 2022. http://dx.doi.org/10.52056/9788833139753.

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Già a partire dal IX secolo gli enti ecclesiastici veneziani – come del resto le famiglie patrizie, legate ad essi da complessi rapporti – acquisirono beni fondiari in terraferma: il Padovano iniziò, quindi, a configurarsi come un’area di vitale importanza per la produzione e il rifornimento (attraverso il Brenta e altre vie d’acqua) di derrate agricole per la città lagunare. Fu in particolare nei secoli XII-XIV (quelli della crescita e della crisi, per Venezia come per Padova) che il fenomeno prese consistenza; ed è allora, soprattutto, che fu prodotta una documentazione molto ricca e varia. Monaci, monache, badesse, amministratori veneziani instaurarono relazioni strette, e dai mille risvolti, con la società rurale del territorio padovano (da Monselice a Bagnoli, da Piove di Sacco a Vigodarzere, da Teolo a Vigonza) ma anche con la città, ove acquisirono case e magazzini, e il suo ceto dirigente. La formazione e la secolare presenza di questo ‘contado invisibile’ di Venezia, già illustrate da molti studi, costituisce uno sfondo cruciale sul quale si imposta sino al Trecento il controverso, molto spesso apertamente conflittuale, rapporto di coesistenza tra Venezia e Padova conclusosi con la guerra di conquista del 1405 e l’inclusione della città antoniana nello stato da Terra.
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Actas de conferencias sobre el tema "Rapporto tra Stato e Regioini"

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Ottaviani, Dorotea. "Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8017.

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Come affrontare i processi di riqualificazione quando “il rapporto tra le aree-residenza e elementi primari” non è più alla base della configurazione per tessuti della città e la casa diventa monumentale memoria e gesto rappresentativo dello Stato? Concentrando lo sguardo sul periodo tra gli anni 60' e 70' si rende evidente un intento congiunto delle amministrazioni e degli architetti, attraverso la progettazione di complessi a scala macroscopica, spesso isolati dal contesto classico della città, di creare una visione chiara ed iconica del ruolo assistenzialista dello Stato. Questa stagione, sottolineata da scelte compositive in contrapposizione con la visione “ordinaria” della città e della sua crescita per tessuti, raggiunge la sua massima espressione nel “grande segno” che fa coincidere tipologia architettonica con morfologia urbana e racconta di un’amministrazione che vuole essere il referente diretto per la risoluzione di problematiche sociali e risponde in maniera reattiva e molto rapida alle questioni e alle esigenze poste dalle sue classi più bisognose. Il primo valore da riconoscere ai progetti di questo periodo è di essere stati rappresentativi di vocazioni collettive e di averle riassunte con un gesto progettuale dall'alto valore iconografico. La seconda caratteristica di questa stagione architettonica, continuando a restringere la valutazione ad una constatazione dei fatti scevra di componenti di giudizio, è la sua ampia vocazione ad essere terreno sperimentale sia in ambiti architettonici che urbanistici. La domanda che ci poniamo è se sia possibile ripartire da queste due valori per re-interpretare i progetti dei grandi complessi residenziali pubblici e renderli “abitabili” mantenendone le loro particolari vocazioni. How can we deal with requalification process in parts of the city which are no longer based on the “relation among residential-area and primary elements” and where the house has become the rappresentative memory of programs and ideals of the State? Concentrating on the 60' and 70' period in Italy it is clear a joined intent of the administration and the architects to create a neat and iconographic image of the protective and directive role of the State towards its citizen, through the designing of large, unitary social housing, often off the normal urban scale and isolated by the rest of the city. This season, highlighted by compositive experience in sharp contrapposition with the “ordinary” vision of the city, reach its maximal expression in “great sign design” that tends to an equivalence between architectural typology and urban morphology. The first merit that have to be acknowlegde to those project is to have been a representative of collective vocations through a high valued iconographical design. A second valor to be confered to this period is its vocation on being a laboratory for both architectural and urban experimentation. Question we are facing is, then, if it is possibile to start over on those two intrinsic values, seep through the lens of the european directives for sustainable renewal of the cities, for a reinterpretation of the large housing estates in order to give them back to their peculiar potential and to make the the center of regenerations of the city itself.
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Ragosta, Annamaria y Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." En HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Informes sobre el tema "Rapporto tra Stato e Regioini"

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Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave: affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, mayo de 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.

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Questo rapporto evidenzia come le discriminazioni strutturali e l'esclusione sociale influenzino le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti del vaccino per il COVID-19 tra le comunità rom in Italia. Uno degli obiettivi è mettere in luce il ruolo che le autorità pubbliche e le comunità possono svolgere nel sostenere l'adozione del vaccino e nel contrasto ai più ampi processi di esclusione sociale.1 Le risposte contraddittorie che lo Stato italiano ha fornito durante la pandemia di Covid-19, insieme alle forme di esclusione già in atto, hanno comportato un aumento della sfiducia delle comunità rom nei confronti delle iniziative statali, impattando anche sull’adesione alla campagna vaccinale.2 Questo documento si propone di supportare e informare le amministrazioni locali e le istituzioni sanitarie pubbliche coinvolte nell’assistenza e nei processi di inclusione delle comunità rom in Italia. Il presente documento si basa su una ricerca condotta di persona e a distanza dal novembre 2021 al gennaio 2022 in Italia con le comunità rom e sinti di Milano, Roma e Catania. Sebbene queste comunità si caratterizzino per diversità storica e per differenti forme di identità linguistica, geografica, religiosa, sono state individuate delle somiglianze nel modo in cui hanno vissuto la pandemia di COVID-19 e nelle decisioni a proposito del vaccino. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Iliana Sarafian (LSE) con i contributi e le revisioni di Elizabeth Storer (LSE), Tabitha Hrynick (IDS), Marco Solimene (University of Iceland), Dijana Pavlovic (Upre Roma) e Olivia Tulloch (Anthrologica). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058) e si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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