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Speziale, Valerio. "Il datore di lavoro nell'impresa integrata". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 125 (mayo de 2010): 1–86. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125001.

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Resumen
Il saggio analizza la codatorialitŕ nel rapporto di lavoro. L'analisi si sofferma sulla disciplina in materia in ambito internazionale e sulla compatibilitŕ della codatorialitŕ con l'art. 2094 cod. civ.. Quindi il saggio esamina se la contitolaritŕ del contratto di lavoro č possibile nei casi in cui, attraverso contratti commerciali (somministrazione, appalto, franchising, ecc.) si realizza uno stretto rapporto di integrazione organizzativa tra imprese autonome. Il saggio ipotizza che, in alcune di queste situazioni di integrazione contrattuale ed in base ai principi civilistici in tema di collegamento negoziale o ai caratteri costitutivi della subordinazione, sia possibile qualificare come datore di lavoro non solo chi organizza e dirige i lavoratori ma anche l'impresa che, con il contratto commerciale, utilizza il lavoro e non ha rapporti diretti con i lavoratori.
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Riberti, Anna. "II Contratto di Arbitrato". Revista Brasileira de Arbitragem 5, Issue 18 (1 de mayo de 2008): 123–53. http://dx.doi.org/10.54648/rba2008033.

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RIASSUNTO: L'articolo è volto ad esaminare lo status degli arbitri e la natura giuridica del rapporto che, nel processo arbitrale, si instaura tra i compromettenti e il l'organo giudicante: la questione è stata oggetto di accesi dibattiti, ma nessun ordinamento ha finora espressamente adottato una soluzione. Nondimeno, la determinazione della vera natura di tale vincolo consente un regolare svolgimento del procedimento, evitando il sorgere di situazioni anomale. Esso si inserisce nell'ambito di un proce­dimento che presenta natura ibrida, con fonte contrattuale ma oggetto giudiziale. Le riforme che dal 1983 si sono susseguite fino al D. Lgs. 4/2006 mettono in luce il mutato atteggiamento del legislatore, che, da istituto di carattere privatistico, ha reso l'arbitrato uno strumento modellato sul giudizio ordinario, ma a questo autonomo ed alternativo. Invero, da un'attenta analisi delle norme che regolano il rapporto tra le parti e gli arbitri, emerge come la fattispecie rilevi a figura contrattuale autonoma - precisamente "contratto di arbitrato" - escludendo la ricon­ducibilità della stessa sia a negozi tipici (quali il mandato, la prestazione d'opera, la transazione o un negotium mixtum tra questi), sia ad un rapporto di matrice pubblicistica. Uno sguardo all'esperienza di altri ordinamenti conferma il cambiamento nella "filosofia" dell'istituto, che non è più ancillare rispetto alla giu­stizia ordinaria, ma configura l'arbitro quale giudice dei privati nel campo dei diritti disponibili. Peculiare è, infine, l'arbitrato c.d. amministrato, dove la presenza di una Corte arbitrale volta a controllare il procedimento, determina il sorgere di rapporti giuridici trilaterali tra le parti, l'istituzione arbitrale e l'arbitro da questa designato.
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Scaglione, Francesco. "Giuseppe Toniolo e il diritto contrattuale tra personalismo e solidarietà". Società e diritti 7, n.º 14 (9 de diciembre de 2022): 39–47. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19311.

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Il saggio si sofferma sulla relazione tra personalismo e solidarietà nel diritto contrattuale, le cui radici si ritrovano nelle riflessioni profetiche ed ancora attuali di Giuseppe Toniolo. Si evidenzia, in particolare, come la tutela della parte debole del rapporto, secondo un principio di eguaglianza sostanziale, si traduce nella realizzazione di un sistema economico di mercato fondato sul rispetto della dignità della persona umana.
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Leanza, Calogero. "Trasporto aereo: ipotesi di responsabilità da "contatto sociale" per lesione dei diritti delle persone a mobilità ridotta". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 35 (abril de 2022): 91–104. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-035007.

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Il Tribunale di Firenze ha affrontato la questione relativa alla richiesta di ri-sarcimento del danno (morale) da parte di un soggetto affetto da tetraplegia in occasione dell'imbarco su un volo aereo e si è espressa nel ritenere configurabile l'ipotesi di una responsabilità da "contatto sociale". Pur in assenza di uno specifico legame contrattuale, le parti in questione sono entrate in contatto per effetto del contratto di trasporto che è stato concluso. Si è, in-fatti, in presenza di un'ipotesi in cui il rapporto obbligatorio rinviene il proprio fondamenta in una relazione specifica che intercorre tra soggetti determinati, che pur non avendo formalmente fonte contrattuale, è in grado di produrre effetti obbligatori diretti, inquadrabili sia nell'ambito dell'art. 1173 c.c. (quali «altri atti o fatti idonei a produrre effetti obbligatori i conformità dell'ordinamento giuridico») sia nell'alveo della responsabilità per inadempimento ex art. 1218 c.c.
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Sala, Roberta. "Autonomia e consenso informato. Modelli di rapporto tra medico e malato mentale." Medicina e Morale 43, n.º 1 (28 de febrero de 1994): 30–72. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1026.

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Lo studio si propone di analizzare il difficile rapporto tra medico e paziente psichiatrico nell'ambito della più generale crisi della medicina in questo secolo. Dopo aver tracciato un profilo della critica filosofica novecentesca al concetto di scienza ed aver illustrato le difficoltà che incontrano i modelli tradizionali di medicina (p.e. paternalistico, contrattuale), l'Autore considera i vari modi di intendere la malattia mentale e la relazione medico-paziente psichiatrico con un particolare sguardo sulla comunicazione della verità all'all'ammalato in psichiatria e sui problemi relativi al consenso informato.
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Benzi, Cecilia. "Mandato senza rappresentanza e trasferimento al mandante (Risposta a interpello 27 giugno 2022, n. 347)". Trusts, n.º 6 (1 de diciembre de 2022): 1070–73. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.217.

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Massima Il trasferimento, senza corrispettivo, nella sfera giuridica del mandante dell’immobile acquistato dal mandatario in forza di mandato senza rappresentanza è da assoggettare alla ordinaria disciplina dell’imposta sulle successioni e donazioni nonché alle imposte ipotecaria e catastale in misura proporzionale. Tale ultimo atto, che produce l’effetto di trasferire l’immobile a titolo gratuito a favore del mandante, assume rilievo ai fini delle imposte indirette essendo produttivo di effetti reali, a nulla rilevando che il trasferimento sia effettuato nell’ambito di un rapporto contrattuale.
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Falsone, Maurizio. "Lavorare tramite piattaforme digitali: durata senza continuità". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 174 (septiembre de 2022): 247–74. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-174004.

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L'Autore esamina le rappresentazioni comuni del fenomeno del lavoro tramite piattaforme di-gitali ed osserva che gli aspetti inerenti alla fase pre-esecutiva dei rapporti, non riconducibili all'alternativa obbligo/libertà di lavorare, siano sottovalutati. Secondo l'Autore ciò incoraggia le interpretazioni che sottintendono la frammentazione del rapporto in una serie indeterminata di contratti, fino a mettere in crisi il presupposto contrattuale delle operazioni qualificatorie. Nel contributo, quindi, si propone di analizzare la causa concreta dei rapporti per ritrovare l'unitarietà negoziale del fenomeno facendo leva sul suo carattere durevole. Questo approccio induce l'autore a valorizzare, anche in sede di qualificazione tipologica, le situazioni di pote-re/soggezione che caratterizzano il lavoro tramite piattaforme e a sottolineare come esse richia-mino alla ribalta le interpretazioni dell'art. 2094 c.c. che ridimensionano il ruolo della presta-zione tipica a vantaggio di profili della fattispecie capaci di fotografare l'assetto negoziale com-plessivo. L'Autore conclude ritenendo che i rapporti in questione, almeno secondo i modelli oggi noti, non possono essere concepiti come una serie di contratti di lavoro indipendenti, né come co.co.co., ma che le altre ipotesi ricostruttive (subordinazione o etero-organizzazione) devono passare per un aggiornamento dell'interpretazione delle fattispecie astratte di riferimen-to.
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Scarano, Lorenzo. "Poteri, interessi e tecniche nella regolazione del mercato: preliminari sulla giustizia nel contratto di lavoro". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 137 (febrero de 2013): 107–52. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137004.

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Il diritto dei contratti č oggi interessato da una radicale metamorfosi. Le piů recenti prospettive regolative attribuiscono rilevanza giuridica alle situazioni di potere che coinvolgono i soggetti nel mercato e nel rapporto, spesso al fine di intervenire sull'equilibrio dell'affare e tutelare la parte debole della relazione. A tal proposito si parla di giustizia contrattuale. Il saggio si propone di analizzare con metodo comparato queste tendenze, confrontandole con il modello di riferimento - il diritto del lavoro - nella prospettiva di cogliere profili affini e tratti differenziali. Oltre alle contaminazioni fra i modelli, l'indagine pare rivelare persistenti distanze, sia sul versante delle tecniche di tutela che sotto l'aspetto delle finalitŕ normative.
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Carrasco de Paula, Ignacio. "Etica e Salute: due quesiti, due compiti". Medicina e Morale 51, n.º 6 (31 de diciembre de 2002): 1039–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.679.

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Etica e salute pur essendo due componenti di ogni singolo uomo sono lette spesso come realtà inconciliabili. Il diritto alla salute occupa un posto di rilievo tra le conquiste della modernità. Tuttavia, nonostante la ben nota definizione di salute che ha dato l’OMS, definizione tendente a precisare, più che una realtà, un potere d’intervento da parte dell’istituzione stessa, è ancora necessario chiarire con che cosa si identifichi, nella pratica, tale diritto: non si tratta di mera sopravvivenza, ma neppure del godimento della pienezza somatica e funzionale del proprio corpo, e comunque non si può prescindere dal considerare in questo contesto anche il benessere spirituale della persona. Il centro dell’attenzione va posto sull’uomo sofferente. Diviene inoltre prioritario affrontare la minaccia della discriminazione nell’accesso ai servizi indispensabili per la difesa della salute stessa. Quest’ultimo aspetto si pone come una questione di giustizia e si gioca a due livelli: quello della giustizia commutativa, nel contesto di un rapporto medico-paziente ridotto a prestazione professionale meramente contrattuale, fondata sull’informazione più che su una reale comunicazione. C’è poi la questione della giustizia distributiva che prevede che a ciascuno venga dato quanto gli spetta. Questa deve essere guidata dal principio di sussidiarietà, dove il sussidio non deve divenire un surrogato pena l’impossibilità da parte dello Stato di farsi carico dei bisogni di tutti. Nell’allocazione delle risorse il rispetto della giustizia distributiva si gioca a tre livelli di responsabilità molto precisi: quello delle politiche sanitarie, quello della professione medica e quello gestione locale delle risorse e dei servizi. Il perseguimento del bene comune trova però un limite nella centralità e preziosità di ogni singola persona, sana o malata che sia, la cui dignità rappresenta un limite invalicabile, neppure nel nome della giustizia.
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Mattone, Sergio. "Il ruolo del giudice nella crisi delle relazioni industriali". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 5 (noviembre de 2009): 35–47. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-005004.

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1. Gli accordi separati: una controriforma passata sotto silenzio (o quasi)2. Il diritto a una giusta retribuzione3. La tutela contrattuale dei lavoratori non iscritti alle organizzazioni sindacali stipulanti4. I rapporti tra i diversi livelli di contrattazione5. Verso una nuova supplenza giudiziaria?
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Iannuzzi, Francesco E. y Devi Sacchetto. "Confini produttivi e confini lavorativi. La multidimensionalità dell'outsourcing nel capitalismo contemporaneo". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 164 (diciembre de 2022): 140–61. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164008.

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L'outsourcing ha conosciuto una forte espansione negli ul-timi decenni, diffonden-dosi trasversalmente in diverse aree, imprese e settori. La sua capacità di adattarsi a mutevoli situazioni sociali e nor-mative lo ha reso lo strumento principale dei processi di ristrutturazio-ne produttiva, finendo per essere considerato una forma paradigmatica dell'organizzazione del capitalismo contemporaneo. Sebbene gran parte dell'attenzione nella letteratura sociologica sulle implicazioni dell'ester-nalizzazione sia stata posta sulla trasformazione dei regimi contrattuali, sulle con-dizioni di lavoro e sulla rappresentanza, noi evidenziamo co-me l'outsourcing ab-bia conseguenze significative anche su altre dimen-sioni del rapporto di lavoro, tra cui il processo lavorativo, la determina-zione della retribuzione e la composizione della manodopera. Riveden-do e combinando alcuni filoni della letteratura, soste-niamo quindi che il carattere paradigmatico dell'outsourcing, oltre alla sua grande diffusione a livello globale, va ricercato nella sua capacità di innescare processi di trasformazione multipli e concatenati che modificano profondamente il rapporto di lavoro.
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De Nardis, Paolo. "Prefazione". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 2 (junio de 2010): 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-002001.

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Il presente rapporto di ricerca fornisce una lettura dei cambiamenti del mercato del lavoro che sono intervenuti in questi anni nella Capitale. Si affrontano le dinamiche dell'occupazione, i fabbisogni delle imprese, l'evoluzione delle modalitŕ contrattuali e gli strumenti di ricerca dell'impiego. Ne deriva un quadro complesso, in parte contraddittorio, che č necessario affrontare con un nuovo modello di governo del mercato del lavoro. Per questo la ricerca esamina le istituzioni e i servizi per il lavoro proponendo un modello di integrazione e di collaborazione tra le decine di attori e di strumenti che operano sul territorio e che possono dare riferimenti ai cittadini e alle imprese, cosě da superare l'attuale situazione di crisi.
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Razzolini, Orsola. "Lavoro economicamente dipendente e requisiti quantitativi nei progetti di legge nazionali e nell'ordinamento spagnolo". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 132 (noviembre de 2011): 631–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132004.

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Nell'ordinamento spagnolo e in tre progetti di legge nazionali, la nozione di lavoro economicamente dipendente descrive, in linea generale, la situazione in cui il lavoratore ricava una quota consistente del proprio reddito da un principale committente che diviene cosě la fonte primaria del suo sostentamento. Nel presente contributo, questa definizione di dipendenza economica viene messa in discussione sotto due profili. Anzitutto, l'inserzione del dato quantitativo nella struttura della fattispecie, lungi dal contribuire alla certezza del diritto, č fonte di incertezza; in secondo luogo, desta perplessitŕ sotto il profilo della tutela della libertŕ e della volontŕ contrattuale del committente, ripercuotendosi sul problema della qualificazione dei rapporti di lavoro. Lo spunto č l'occasione per svolgere qualche riflessione conclusiva sull'idoneitŕ del requisito quantitativo a giustificare l'introiezione di una logica redistributiva nel diritto privato.
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Veneziani, Bruno. "Il lavoro tra l'ethos del diritto ed il pathos della dignitŕ". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 126 (julio de 2010): 257–302. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-126002.

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L'autore ricostruisce il significato della "dignitŕ" secondo la valenza acquisita nell'ambito dei rapporti di lavoro. L'analisi si avvale del metodo storico-comparato alla ricerca della differente portata precettiva della dignitŕ intesa ora come valore ora come diritto in ragione della realtŕ storico-sociale e dei contesti ordinamentali nei quali opera. Il saggio propone una chiave di lettura che tende ad attribuire alla dignitŕ nell'ordinamento italiano il ruolo di criterio unificante che permea l'intera anagrafe lavorativa del lavoratore tutelandolo "nel", "sul", "durante" e "dopo" lo sviluppo della relazione contrattuale. Il saggio propone l'idea che la dignitŕ vada letta, interpretata e garantita anche nel quadro del corpus di norme costituzionali che collegano la dimensione individuale del bene-valore (artt. 2, 3, 35, 36 e 41 Cost.) a quello collettivo della solidarietŕ (artt. 39 e 40).
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Brunetti, Irene, Andrea Ricci y Sergio Scicchitano. "Working from home, caratteristiche dei lavoratori e salari: evidenze dai dati amministrativi". Sinappsi 11, n.º 3 (2021): 6–19. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2021-03-1.

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L'articolo analizza la relazione che lega le occupazioni che possono essere svolte ‘da casa’ (WFH), le caratteristiche dei lavoratori e l’evoluzione dei salari individuali. A tal fine si utilizza un dataset che integra le informazioni sulla natura delle professioni (Indagine ICP-Inapp), i dati sulle attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro (SISCO-MLPS) e quelli sui redditi da lavoro dipendente (archivio Inps) per il periodo 2011-2018. L’applicazione di semplici modelli di regressione mostra quindi una correlazione positiva e significativa tra la circostanza di essere occupati in lavori che possono essere realizzati da remoto e le prospettive salariali degli individui. Tale correlazione, d’altra parte, è fortemente condizionata dal profilo demografico e contrattuale dei lavoratori coinvolti. In particolare, la possibilità di svolgere la propria occupazione da casa si accompagna a una penalizzazione salariale per la componente femminile dell’occupazione e per chi ha un contratto a termine. Infine, sono discusse le implicazioni di policy.
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Canfora, Irene. "La filiera agroalimentare tra politiche europee e disciplina dei rapporti contrattuali: i riflessi sul lavoro in agricoltura". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 158 (julio de 2018): 259–87. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2018-158003.

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Biagiotti, Andrea. "Oltre la regolazione contrattuale dei rapporti tra imprese: la collaborazione nascosta e le risorse dei territori in ottica comparata". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 139 (septiembre de 2015): 123–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-139010.

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Cafagno, Maurizio. "L'evoluzione delle procedure di gara, alla ricerca di un bilanciamento tra le ragioni dell'efficienza economica e le ragioni dell'imparzialità amministrativa". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 3 (noviembre de 2021): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003003.

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Lo scritto muove dalla constatazione che studi ed osservazioni empiriche illu-strano come la disomogenea distribuzione di informazioni tra soggetti che si tro-vano a negoziare alimenta l'incertezza e concede spazio all'opportunismo, in-nalzando i costi di transazione. Calando, però, la questione strategica della miti-gazione dell'opportunismo all'interno dei tre diversi ordini di rapporti chiamati in causa dalle negoziazioni pubbliche, ossia il rapporto tra pubblica amministrazio-ne e funzionari, tra pubblica amministrazione e concorrenti e tra pubblica am-ministrazione e contraenti, possono affiorare delle prospettive legittime che, uscendo dalle strettoie della modellistica contabile familiare alla prassi giuridica , consentano di acquisire e sfruttare nuova informazione, in corso di gara, adat-tando stime e proposte e consentendo, in tal modo, di guadagnare parecchio in termini di efficienza. In definitiva ed in sintesi, teoria ed esperienza, che trovano ampio supporto ed ispirazione nel diritto europeo, inducono a pensare che l'obiettivo di innalzare efficienza e convenienza dei meccanismi di gara postula il ricorso a modelli di-versificati, aperti a gradi variabili di flessibilità. A ben vedere il diritto europeo, assumendo il patrocinio di procedure contrattuali più aperte e di criteri di bilan-ciamento più flessibili, ispirati dall'idea che la stretta sorveglianza dei funzionari e delle amministrazioni non sia la finalità incondizionatamente prioritaria, ac-credita piuttosto l'idea che gli oneri del formalismo vadano sopportati soltanto sinché si può supporre che ne discendano benefici superiori in termini di stimolo all'intensificazione degli scambi. Lo scritto approda alla conclusione che l'efficienza vada considerata alla stregua di una variabile endogena, e non esogena, rispetto alle politiche di promozione della concorrenza. Onde, sarebbe utile convalidare anche nel nostro ordinamento un criterio di libertà delle forme procedimentali, almeno per i cosiddetti contratti esclusi, che non sempre e non necessariamente siano tenute a tradursi in procedure di gara, fatta salva la possibilità di accesso alla tutela giurisdizionale per l'aspirante che dimostri di aver subito gli effetti lesivi e discriminatori della violazione dei principi generali.
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Sacchetto, Devi. "L'immigrazione interna e internazionale in un sistema di occupazione regionale". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 121 (febrero de 2011): 79–95. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121005.

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Il Veneto è stato caratterizzato nel corso degli ultimi dieci anni da consistenti flussi migratori interni e internazionali. Si tratta di una forza lavoro che si è inserita in vari settori produttivi sovente in mansioni a bassa qualificazione e assunta con maggiore frequenza, rispetto ai locali, attraverso contratti non standard. Se i lavoratori meridionali sono talvolta solo temporaneamente residenti nell'area veneta, i lavoratori stranieri tendono a risiedere in modo semi-permanente. La distinzione principale tra questi due segmenti di forza lavoro è che gli immigrati interni giungono talvolta attraverso imprese di appalto o agenzie di lavoro collocate nell'Italia meridionale, mentre i lavoratori stranieri vengono più spesso assunti direttamente dalle imprese venete o tramite agenzie di lavoro comunque collocate nella regione. L'analisi si sofferma sull'inserimento differenziato di immigrati meridionali e stranieri nel sistema produttivo e sulla presenza diffusa di forza lavoro solo temporaneamente residente, con un interesse relativo rispetto al sistema occupazionale locale. L'articolo quindi analizza l'inserimento di lavoratori immigrati con particolare attenzione alle forme contrattuali, ai rapporti lavorativi instaurati e più in generale alle condizioni di lavoro.
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Cirillo, Giovanni. ""Vendita di pacchetti turistici" tramite Groupon e responsabilità per l'inadempimento dei servizi promessi". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 20 (octubre de 2018): 350–83. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020009.

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La prima questione analizzata riguarda la scelta inadeguata della legge di riferimento operata dal giudice; una seconda importante questione riguarda invece la possibilità che una combinazione di servizi comprensivi di vitto e alloggio possa essere considerata un "pacchetto" secondo la definizione giuridicamente prevista: la relativa analisi, che viene effettuata attraverso lo studio degli "altri servizi turistici" - i.e. "non ancillarità" e "rappresentazione di una percentuale significativa" - è necessaria per giustificare l'applicabilità ratione materiae della legislazione sui "contratti del turismo organizzato" al caso di specie, cosa che non è assolutamente scontata, nonostante l'assenza di motivazioni da parte della sentenza su questo punto sembri suggerire il contrario. Quindi, il punto focale della decisione può essere messo in discussione: dopo aver tracciato una ricostruzione schematica del quadro delle categorie soggettive e dei rapporti contrattuali coinvolti nella "vendita di pacchetti", potremmo osservare, da un lato, la posizione assunta da Groupon corporation e, dall'altro, la natura dell'obbligazione non adempiuta. Poiché l'obbligo di eseguire i servizi inclusi nel pacchetto riguarda il "Contratto di viaggio organizzato", la cui parte non è Groupon corporation - che, invece, assume il ruolo di "rivenditore" (o "intermediario") - ma il titolare del resort, è discutibile se l'intermediario possa essere ritenuto responsabile della violazione degli obblighi dell'organizzatore: a questa domanda va risposto negativamente, perché, secondo l'interpretazione più persuasiva dell'art. 43 del "Codice del turismo", questi due soggetti non sono responsabili in solido, ma ciascuno di essi risponde solo per gli obblighi che ha personalmente assunto nei confronti del turista.
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Guaglianone, Luciana. "Azione Sindacale, Lavoro a Distanza e Gap Di Genere. L’Unione Europea Sollecita un Cambio di Paradigma". Direito Público 18, n.º 98 (30 de julio de 2021). http://dx.doi.org/10.11117/rdp.v18i98.5849.

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L’articolo riflette sul rapporto tra organizzazioni sindacali e genere per concludere che gli organismi collettivi sono dominati da una forte ideologia maschilista i cui effetti si ripercuotono, non solo sull’organizzazione interna, ma anche sui contenuti dei testi contrattuali. Fatte queste premesse, l’interrogativo che muove la ricerca è comprendere se le organizzazioni sindacali siano in grado di operare per colmare il gap di genere in materia di lavoro digitale, gap la cui evidenza è esplosa a causa della pandemia. L’articolo si chiude con l’individuazione di possibili aree di interventi contrattuali e con una riflessione/confronto sul rapporto tra evoluzione del modello sindacale ed evoluzione della idea di industria e del ruolo che potrebbe svolgere.
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Russo, Maria Teresa. "La buona medicina sintesi di prudenza e sollecitudine: una riflessione a partire da Paul Ricoeur". Medicina e Morale 64, n.º 1 (28 de febrero de 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.31.

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Resumen
Parlare di buona medicina significa sottolineare la dimensione morale dell’atto medico, sottraendolo sia al legalismo sia al relativismo della scelta soggettiva. La deontologia, infatti, è esposta a un duplice rischio: quello di ridursi all’ambito della coscienza e pertanto al sistema di valori del medico o, al contrario, quello di trasformarsi in mero codice, assimilandosi così al diritto positivo. Nel primo caso, gli spazi di autonomia decisionale del medico o del paziente si allargano ingiustificatamente, mentre nel secondo si trasforma in un rapporto contrattuale quella che è una relazione intersoggettiva asimmetrica, pretendendo di cautelarsi da ogni rischio o di risolvere i contenziosi a colpi di diritto penale. Né l’una né l’altra immagine della deontologia tengono conto che l’incontro tra la professionalità del medico e la vulnerabilità del paziente ha nella cornice normativa una condizione necessaria ma non sufficiente, che deve essere completata e giustificata alla luce di un’etica delle virtù. Appare importante, dunque, la distinzione operata da Paul Ricoeur tra il giusto, il legale e l’equo, soprattutto in quelle circostanze che richiedono dal medico decisioni delicate in un contesto di incertezza o di grave conflittualità. È in questa prospettiva che si inserisce l’esercizio della prudenza o phrónesis, indispensabile per formulare un giudizio orientato alla scelta di quel meglio che è possibile nella circostanza specifica, conciliando il rigore della norma generale con la singolarità della situazione concreta. Nei saggi dedicati all’arte medica, Ricoeur traccia una vera e propria architettura dell’alleanza terapeutica, stratificandola in tre livelli: prudenziale, deontologico e teleologico. Il giudizio prudenziale è inseparabile da quelle garanzie deontologiche, che preservano la fragilità dell’alleanza terapeutica, minacciata da diverse istanze. D’altra parte, l’etica medica resta priva di giustificazione se non è ancorata a una precomprensione antropologica, che tenga conto dell’integrità e dignità della persona del paziente. ---------- Speaking of good medicine is a way to underline the moral dimension of the medical act and to subtract it both from any legalism and relativism of a subjective choice. In fact, deontology is exposed to a double risk: on the one hand, it can be reduced to private conscience and therefore to a scale of values of the doctor; on the other hand, it can be completely transformed and be assimilated into a code of positive laws. In the former case, the space for the decision-making autonomy of the doctor or the patient expands beyond any justifiable limit. In the latter case, deontology, which is actually an asymmetric interpersonal relation, becomes a purely contractual matter, where positive law is considered the only means for protecting oneself from risks and for solving any contentious by using legal proceeding. Neither the one nor the other concept of deontology consider that the professionalism of the doctor and the vulnerability of the patient move within a normative framework with conditions that are necessary but not sufficient, which has to be completed and justified in the light of virtue ethics. Therefore, Paul Ricoeur’s distinction between what is just, legal, and good proves to be of great importance, in particular in those uncertain and conflicting situations that demand delicate decisions from the doctor. It is in this context that prudence or phrónesis makes its appearance. In fact, prudence is indispensable to formulate a judgment that tends towards the best possible decision under specific circumstances, combining the rigor of the general norm with the singularity of the concrete situation. In his essays dedicated to medical art, Ricoeur is outlining something like a real architecture of therapeutic alliance, articulated in three moments: prudential, deontological, and theological. Prudential judgment is inseparable from deontology, which guarantees support and protects the vulnerability of the therapeutic alliance threatened by various requests. On the other hand, medical ethics is not justified if it is not based on an anthropological understanding respectful of the personal integrity and dignity of the patient.
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Anello, Giancarlo. "Deontologie Religiose, Cultura Economica E Rapporti Contrattuali. Riflessioni a Proposito Dei Processi Di Negoziazione (Religious Duties, Economic Culture and Contractual Relationships: Some Remarks Concerning the Negotiation's Processes)". SSRN Electronic Journal, 2016. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2870482.

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