Literatura académica sobre el tema "Raccolte di novelle"

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Artículos de revistas sobre el tema "Raccolte di novelle"

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Conte, Alberto. "Novelle italiane antiche nella tradizione manoscritta: dal libro d'autore alle antologie nei primi secoli". Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 10, n.º 2 (23 de diciembre de 2022): 273–315. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/18750.

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Resumen
Un ricco corpus di novelle italiane antiche ci è trasmesso in raccolte antologiche, da codici solo parzialmente coincidenti e diversamente ordinati, anche se la varia lectio dei singoli pezzi rivela che la tradizione è piuttosto stabile. L’articolo focalizza il manoscritto Panciatichiano 32 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, importante collettore trecentesco di racconti: delle sue tre sezioni novellistiche si evidenziano qui elementi comuni e peculiarità; se ne ricava che si tratta di tre raccolte di autori diversi, copiate e verosimilmente anche composte in tempi diversi, il cui ‘modello archetipico’ ha continuato a essere la prima, cioè il Libro di novelle e di bel parlar gentile (o Ur-Novellino). Il confronto del ms. con altre raccolte di novelle antiche (cioè con tutti i testimoni del Novellino) fa luce sul laboratorio trecentesco della novella e su alcuni aspetti della sua diffusione: le singole compilazioni risultano sempre fortemente polarizzate dal campo magnetico dell’Ur-Novellino, entro le linee guida tratteggiate nel suo prologo; qualche novità, introdotta da singoli autori o copisti, vi si è innestata a intermittenza, non sistematicamente; anche nella monumentalizzazione cinquecentesca del corpus(suggestivamente presentato come Le ciento novelle antike) la novella antica ha mantenuto una sua spiccata autonomia non permeata, se non misuratamente e a intermittenza, dalle novità e dallo straordinario rinnovamento boccacciano.
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Mastriani (book author), Francesco, Cristiana Anna Addesso (book editor) y Annalisa Castellitti (review author). "Novelle Scene e Racconti con Appendice di testi". Quaderni d'italianistica 34, n.º 1 (22 de julio de 2013): 292–93. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19894.

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Birolli, Zeno. "Fortuna e destino di Gastone Novelli nel racconto di Claude Simon". L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, n.º 19-20 (13 de diciembre de 2022): 94–106. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp94-106.

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Resumen
In continui intrecci tra letteratura e arte, il saggio ricostruisce la fortuna del lavoro di Gastone Novelli nelle pagine di Claude Simon, a partire dal ricordo di Sebald nel romanzo Austerliz. Sebald cita come Claude Simon racconti la frammentaria biografia di Novelli nel suo romanzo Le jardin des plants. Data la particolare attenzione per le arti visive da parte di Simon, il romanziere francese e l’artista italiano si conoscono a Parigi nel 1961 in occasione della personale di Novelli alla Galérie du Fleuve; da quel momento nasce un rapporto di amicizia e di collaborazione che porterà Simon a scrivere un testo per la mostra di Novelli a New York nel 1963.
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Guidotti, Angela. "Dal racconto paradossale all’avvenire dei ricordi. Lettura di alcune novelle incompiute di Italo Svevo". Giornale storico della letteratura italiana 191, n.º 635 (julio de 2014): 358–407. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.129449.

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Reis, Adriana Aparecida De Jesus y Mirian Salvestrin Bonetto. "As Molduras do Decamerone e do Pentamerone". Revista Italiano UERJ 12, n.º 2 (13 de julio de 2022): 19. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67595.

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Resumen
RESUMO: Giovanni Boccaccio, ao escrever sua obra-prima Decamerone no Trecento italiano (século XIV), emprega a narrativa-moldura para unir, em um encadeamento sucessivo, suas cem novelle. Procedente da retórica medieval e das narrativas orientais, a narrativa-moldura recebe de Boccaccio uma nova função: passa a integrar efetivamente a obra, tornando-se indispensável para a compreensão do todo. Giambattista Basile, escritor napolitano do Seicento (século XVII), retoma essa estrutura narrativa em sua coletânea de cinquenta contos maravilhosos intitulada Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille, publicada postumamente entre 1634-36 em língua napolitana pela irmã do escritor. A obra-prima de Basile é também conhecida como Pentamerone ossia la fiaba delle fiabe, título atribuído pelo estudioso e crítico italiano Benedetto Croce em 1925, ao traduzi-la da língua napolitana para o italiano standard, em alusão à organização inaugurada por Boccaccio na Literatura Italiana a fim de tornar o livro napolitano mais conhecido na literatura nacional. Desse modo, em nosso estudo, temos o objetivo de investigar em que medida Giambattista Basile retoma o seu ilustre antecessor florentino, isto é, quais são os diálogos que a moldura do Pentamerone estabelece com a moldura do Decamerone, tendo em vista a diferença de contextos de produção entre ambos os livros.Palavras-chave: Boccaccio. Decamerone. Basile. Pentamerone. Narrativa-moldura. ABSTRACT: Quando scrive il suo capolavoro Decamerone nel Trecento, Giovanni Boccaccio usa il racconto-cornice per unire, in concatenamento, le sue cento novelle. Procedente dalla retorica medioevale e dalle narrazioni orientali, il racconto-cornice ottiene da Boccaccio una nuova funzione: comincia a integrare efficacemente l’opera, diventando indispensabile per la comprensione del tutto. Giambattista Basile, lo scritore napoletano del Seicento, riprende questa struttura narrativa nella raccolta sua costituita da cinquanta racconti fiabeschi ed intitolata Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille. Quest’opera fu pubblicata dopo la morte di Basile, tra 1634-1636, in lingua napoletana da sorella dello scritore. Il capolavoro di Basile è anche conosciuto come Pentamerone ossia la fiaba delle fiabe, titolo assegnato dallo studioso e critico italiano Benedetto Croce nel 1925, quando lui ha fatto la traduzione dalla lingua napoletana all’italiano, facendo riferimento all'organizzazione inaugurata da Boccaccio nella Letteratura Italiana, affinché potesse diventare il libro napoletano più famoso nella letteratura nazionale. In questo modo, nel nostro studio, abbiamo l’obbiettivo di analisare a che punto Giambattista Basile riprende il suo illustre predecessore fiorentino, cioè, quali sono i dialoghi che la cornice del Pentamerone stabilisce con la cornice del Decamerone, in vista alla diferenza dei contesti di produzione tra entrambi i libri.Parole-chiave: Boccaccio. Decamerone. Basile. Pentamerone. Racconto-cornice. ABSTRACT: When Giovanni Boccaccio wrote his masterpiece Decamerone during the Italian Trecento (14th century), he used the frame story to unite, in a successive chain, his one hundred short stories. A precedent of medieval rhetorics and eastern tales, the frame story received a new role from Boccaccio: it started to effectively integrate the book and became indispensable for the understanding of the whole. Giambattista Basile, Neapolitan writer from the Seicento (17th century), reintroduces this narrative structure in his collection of fifty fairy tales named Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille, posthumously published in Neapolitan language by his sister between 1634-1936. Basile’s masterpiece is also known as Pentamerone, title given to the book by the Italian scholar and critic Benedetto Croce in 1925, when he translated it to the standard Italian, as a reference to the narrative organization inaugurated by Boccaccio in Italian Literature in order to expand the Neapolitan book’s reach at a national level. Thus, we intend to investigate to what extent Giambattista Basile refers to his illustrious predecessor or, in other words, what kind of dialogue the Pentamerone’s frame story keeps with Decamerone’s, considering the different contexts of production of both pieces.Keywords: Boccaccio. Decamerone. Basile. Pentamerone. Frame story.
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Marangon, Giorgia. "Una "Lupa" tra lupe. Riflessioni filologiche e traduttive nella combinazione linguistica italiano-spagnolo-francese". Cuadernos de Filología Italiana 26 (2 de octubre de 2019): 221–32. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.61766.

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Resumen
Questa indagine centra la sua attenzione nell’analisi filologica e dei risultati traduttivi in spagnolo e francese di alcuni frammenti della novella La Lupa di Giovanni Verga, raccolta nell’opera Vita dei campi (1880). Abbiamo scelto, per la sua comparazione, la traduzione spagnola del granadino José Abad Baena, Cavalleria rusticana y otros cuentos sicilianos (20112), e quella francese, della svizzera Béatrice Haldas, Cavalleria rusticana et autre nouvelles siciliennes (2013). I risultati pratici ottenuti sono utili per uno studio approfondito della traduzione dei fenomeni di variazione linguistica tra lingue affini.
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Ullrich, Mareike. "»Un dernier éclair de poésie sur les cercles ténébreux«". Deutsches Dante-Jahrbuch 96, n.º 1 (24 de septiembre de 2021): 103–16. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2021-0024.

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Resumen
Riassunto Nella novella Les Nuits d’octobre di Gérard de Nerval, una passeggiata nella Parigi notturna è attraversata da numerosi riferimenti alla Divina Commedia di Dante. Se altri hanno già interpretato tali riferimenti come satirici o come segni di una crisi personale, il presente contributo propone di leggere la passeggiata attraverso l’inferno come un’allegoria del viaggio dello scrittore verso il realismo – un progetto che viene messo alla prova nel corso del racconto, ma che si dimostra illusorio e alla fine fallisce.
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Sanfilippo, Marina. "‘Nca, Signuri, si riccunta di Agatuzza: Agata Messia y otras narradoras sicilianas en las recopilaciones de Giuseppe Pitrè". Estudis de Literatura Oral Popular / Studies in Oral Folk Literature, n.º 6 (21 de febrero de 2018): 75. http://dx.doi.org/10.17345/elop201775-96.

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Resumen
En este trabajo, después de presentar brevemente a Giuseppe Pitrè y a las narradoras que le contaron los cuentos populares que él publicó, analizo la figura, el repertorio y el estilo de Agatuzza Messia —la mujer que el estudioso palermitano consideró como su «narradora modelo»—, basándome en las narraciones publicadas por Pitrè en 1875, en los cuatro volúmenes de las Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, y en 1888, en Fiabe e leggende popolari siciliane. Gracias a la cantidad de cuentos de la narradora publicados por Pitrè, a la estrecha relación personal entre los dos y a la sensibilidad y el respecto del estudioso siciliano por aspectos del hecho de narrar que los folkloristas de esa época solían pasar por alto, es posible tener una idea bastante completa de las competencias narrativas y la poética de Agatuzza.***En aquest treball, després de presentar breument Giuseppe Pitré i les narradores que li van explicar les rondalles que ell va publicar, analitzo la figura, el repertori i l’estil d’Agatuzza Messia, la dona que l’estudiós palermità va considerar com la seva «narradora model», basant-me en les narracions publicades per Pitré el 1875, en els quatre volums de les Fiabe, novelle i racconti popolari siciliani, i el 1888, a Fiabe i leggende popolari siciliane. Gràcies a la quantitat de rondalles de la narradora publicats per Pitré, a l’estreta relació personal entre els dos i a la sensibilitat i el respecte de l’estudiós sicilià per aspectes del fet de narrar que els folkloristes d’aquesta època acostumaven a obviar, és possible tenir una idea bastant completa de les competències narratives i la poètica d’Agatuzza.
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Cherchi, Paolo. "Il genere delle controversie fra diritto e letteratura". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, n.º 2 (29 de abril de 2019): 250–63. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831657.

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Resumen
Il dibattito dei Law and Literature Studies non ha preso in considerazione le controversiae classiche che contengono in fase embrionale le discipline del diritto e della letteratura. In questo saggio si danno esempi di come tali embrioni producano aneddoti e novelle. La metamorfosi avviene quando in una fabula controversistica si introduce un personaggio capace di risolvere quell’ impasse che protrae all’infinito il dibattito fra gli oratori o avvocati. Le controversiae presentano dilemmi che stimolano la ricerca narrativa, cioè la creazione di personaggi che si definiscono nel momento in cui superano ostacoli e portano alla chiusura un’azione novellistica o teatrale. Il genere giudiziario e declamatorio delle controversiae ha in potenza il germe della letteratura, e lo prova storicamente il fatto che novellisti e drammaturghi ne abbiano ricavato spesso temi e trame per i loro racconti e spunti di azioni teatrali.
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Bombara, Daniela. "Il topos della giustizia negata o deviata negli scenari siciliani di Nino Martoglio e Ugo Fleres". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, n.º 2 (4 de marzo de 2019): 425–42. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831609.

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Resumen
É noto come la letteratura siciliana postunitaria esprima una relazione conflittuale con le istituzioni statali che appaiono sovraimposte e distanti dalla realtà locale; ne deriva una risentita diffidenza verso apparati giudiziari spesso inadatti a gestire la diversità dell’universo isolano, con sue proprie regole e codici comportamentali. L'applicazione di norme giuridiche continentali individua negativamente tale diversitá, in accordo ad un processo di orientalizzazione della realtá siciliana che segue alla fase unitaria. La tematica, centrale in Verga, si trasforma con le opere di Pirandello in antitesi fra la Legge e i suoi apparati, intesi come forme statiche e rigide, e la fluidità e mutevolezza dell’esistenza, che il diritto pretende di irreggimentare; la coscienza individuale non è invece mai riconducibile ad una norma uguale per tutti. Un motivo sviluppato ampiamente dalla novella pirandelliana Il dovere del medico del 1902, ma già trattato nel racconto di Ugo Fleres (1857–1939) Peccato veniale del 1891, che il presente articolo si propone di analizzare. Ancora legato ad un “discorso di classe”, ma al tempo stesso in qualche modo antesignano del relativismo pirandelliano, appare il lavoro giovanile di Nino Martoglio (1870–1921), I civitoti in pretura del 1893. Il dibattito processuale, bloccato da fraintendimenti linguistici fra parlanti in dialetto e in lingua, individua come difficoltà primaria nell’esercizio della legge l’incomunicabilità a livello di codice comunicativo fra i popolani catanesi e i magistrati che provengono da ‘nfora regnu. Si consideri inoltre che il pubblico del processo, attivo con commenti e risa, “si supponi ‘ntra la platea”; la rottura dell’illusione scenica rende i fruitori dello spettacolo parte attiva di un procedimento giudiziario comico, quindi per esigenze di copione dileggiato e sconfessato. Si intende infine prendere in analisi il romanzo fleresiano “Giustizia” (1909), ambientato nel paese siciliano di Riva: il titolo risulta antifrastico, considerando che l’opera racconta tortuose vicende di errori giudiziari intorno all’omicidio di una baronessa, per il quale magistrati inetti trovano diversi capri espiatori; il vero colpevole rivela invece il suo delitto solo in confessione, facendo collidere giustizia umana e divina. Il processo continuamente riformulato non si vede mai in scena, ma il romanzo è punteggiato da dibattiti informali di ambito giuridico, agiti in luoghi atipici, quali la farmacia o i salotti del paese; il lontano evento processuale, deviato dalle sue autentiche funzioni, diventa occasione di sfoggio e promozione sociale dei Rivesi. L’unico personaggio realmente giudicato proprio chi non può difendersi: la defunta baronessa, la cui reputazione viene distrutta nel corso dell’inchiesta. L’immagine letteraria primonovecentesca di una giustizia caotica, inefficace, inesistente, che “resta confinata in un oltre” (Borsellino, 1997), riflette la visione problematica di un’esistenza priva di valori di riferimento, ma agisce anche come efficace strumento ermeneutico per evidenziare l’interno dinamismo di una realtà prismatica, che si ricrea incessantemente dall’incrocio e dallo scontro delle opposte verità.
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Tesis sobre el tema "Raccolte di novelle"

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Bernardi, Bianca <1992&gt. "Šubēk Lubēk di Dīna Muḥammad: come il graphic novel racconta l’Egitto post-2011". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15166.

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Resumen
L’oggetto di questa tesi è l’analisi di un graphic novel egiziano, Šubēk Lubēk di Dīna Muḥammad, che racconta la lunga lotta di una donna per riuscire a realizzare il più grande desiderio del suo defunto marito. La tesi dell’elaborato è che, pur collocando gli eventi in un mondo di fantasia, l’autrice presenti una lettura satirica e al tempo stesso tragica della realtà egiziana dopo il fallimento della rivoluzione del 2011. Trattandosi di un’opera narrativa prodotta nel medium del fumetto, il primo capitolo sarà dedicato a definire questo medium con le sue caratteristiche fondamentali e le sue potenzialità narrative, collocandolo nell’ambito più ampio della narratologia e dando conto della ricca produzione accademica che si è sviluppata negli ultimi anni sull’argomento. Nel secondo capitolo si analizzerà il fumetto da un punto di vista storico e sociale, facendo particolare attenzione allo sviluppo e alla situazione contemporanea del fumetto arabo ed egiziano e, in particolare, a quello del graphic novel, per collocare l’autrice nel suo contesto. Infine, il terzo capitolo riporterà l’attenzione su Šubēk Lubēk, utilizzando gli strumenti narratologici delineati nel primo capitolo per analizzare l’opera in oggetto e mostrare l’uso fatto dall’autrice degli strumenti narrativi a sua disposizione per creare un’opera che crea un universo di fantasia per descrivere la realtà.
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RONDENA, ELENA. "La letteratura concentrazionaria". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/290.

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Resumen
Affrontando lo studio della Letteratura Italiana risulta evidente l'omissione dai manuali, ad eccezione di Primo Levi, degli scritti di coloro che sono stati deportati tra il 1939 e il 1945 in seguito alle persecuzioni razziali. Il tempo trascorso dalla Shoah ha, invece, dimostrato la presenza di un ingente quantità di opere che costituiscono il corpus della Letteratura Concentrazionaria, ossia la letteratura dei campi di concentramento. Gli autori di questa letteratura sono poco conosciuti e considerati minori, ma la loro scrittura raggiunge spesso un'ineguagliabile altezza intellettuale, morale, stilistica. La narrazione dei loro ricordi traumatici è il risultato di precise decisioni: quali fatti raccontare, in che ordine cronologico, ma soprattutto attraverso quale forma. Questi testi concentrazionari, infatti, possono essere studiati da diversi punti di vista, quello più inusuale è la divisione per generi: racconto, autobiografia, saggio, romanzo, diario, lettera, poesia. Non sempre la distinzione fra questo o quel genere è netta, ma è molto significativo che a partire da una tragedia, quale l'Olocausto, si possa scegliere di raccontare la propria esperienza prestando attenzione al modo di esprimerla. È il primo segno che dimostra quanto anche di fronte al male l'uomo non perda il desiderio di ricercare il vero ed il bello.
Such a long time has passed since the end of the Shoah and it has become clear that there are a lot of works written in those years which now form the corpus of literature based on the experiences in concentration camps. The authors of these works are not very well-known and they are usually considered minor but their works have often reached highly intellectual, moral and stylistic results. The narration of their traumatic memories is the result of precise decisions, i.e. what to tell, in what chronological order, but especially in what forms. The texts based on the experiences in concentration camps can in fact be studied from different points of view. The most unusual is their study through genres: short story, autobiography, essay, novel, journal, letter, poetry. The distinction between one genre and another is not often clear-cut. What is interesting to underline is that in front of a tragedy, as the Holocaust was, it is possible to choose to tell one's own experience by paying special attention to the way of expressing it. This is evidence that in front of evil man does not ever lose the desire to look for truth and beauty.
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RONDENA, ELENA. "La letteratura concentrazionaria". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/290.

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Affrontando lo studio della Letteratura Italiana risulta evidente l'omissione dai manuali, ad eccezione di Primo Levi, degli scritti di coloro che sono stati deportati tra il 1939 e il 1945 in seguito alle persecuzioni razziali. Il tempo trascorso dalla Shoah ha, invece, dimostrato la presenza di un ingente quantità di opere che costituiscono il corpus della Letteratura Concentrazionaria, ossia la letteratura dei campi di concentramento. Gli autori di questa letteratura sono poco conosciuti e considerati minori, ma la loro scrittura raggiunge spesso un'ineguagliabile altezza intellettuale, morale, stilistica. La narrazione dei loro ricordi traumatici è il risultato di precise decisioni: quali fatti raccontare, in che ordine cronologico, ma soprattutto attraverso quale forma. Questi testi concentrazionari, infatti, possono essere studiati da diversi punti di vista, quello più inusuale è la divisione per generi: racconto, autobiografia, saggio, romanzo, diario, lettera, poesia. Non sempre la distinzione fra questo o quel genere è netta, ma è molto significativo che a partire da una tragedia, quale l'Olocausto, si possa scegliere di raccontare la propria esperienza prestando attenzione al modo di esprimerla. È il primo segno che dimostra quanto anche di fronte al male l'uomo non perda il desiderio di ricercare il vero ed il bello.
Such a long time has passed since the end of the Shoah and it has become clear that there are a lot of works written in those years which now form the corpus of literature based on the experiences in concentration camps. The authors of these works are not very well-known and they are usually considered minor but their works have often reached highly intellectual, moral and stylistic results. The narration of their traumatic memories is the result of precise decisions, i.e. what to tell, in what chronological order, but especially in what forms. The texts based on the experiences in concentration camps can in fact be studied from different points of view. The most unusual is their study through genres: short story, autobiography, essay, novel, journal, letter, poetry. The distinction between one genre and another is not often clear-cut. What is interesting to underline is that in front of a tragedy, as the Holocaust was, it is possible to choose to tell one's own experience by paying special attention to the way of expressing it. This is evidence that in front of evil man does not ever lose the desire to look for truth and beauty.
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Libros sobre el tema "Raccolte di novelle"

1

Luigi, Pirandello. Raccolta di novelle. Napoli: Morano, 1993.

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Anthony, Mollica y Convertini Angela, eds. L' Italia racconta: Antologia di racconti e novelle. Lincolnwood, Ill., USA: National textbook Co., 1992.

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3

Bersezio, Vittorio. Le novelle di Travert: Antologia di racconti. Torino: Centro studi piemontesi = Ca dë studi piemontèis, 2001.

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4

Bersezio, Vittorio. Le novelle di Travet: Antologia di racconti. Torino: Centro studi piemontesi, 2001.

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5

Racconti e cucina di Valtellina: Una raccolta di novelle valtellinesi con il sapore della cucina valligiana. Padova: F. Muzzio, 1992., 1992.

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6

Novella, Vismara y Civiche raccolte numismatiche di Milano., eds. Sylloge nummorum graecorum Italia: Milano, Civiche raccolte numismatiche / a cura di Novella Vismara. Milano: Comune di Milano, Settore cultura, Civiche raccolte numismatiche, 1988.

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7

Porta, Gabriele La y P. Andreocci. Racconti di incubo: Novelle contemporanee del terrore di. Roma: Newton Compton editori, 1988.

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8

Anna, Addesso Cristiana, ed. Novelle, scene e racconti di Francesco Mastriani. Roma: Aracne, 2012.

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9

Mea, Ivan Della. Un amore di luna: Vent'anni di fiabe, racconti e novelle. Bologna: Granata press, 1994.

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10

Pratelli, Simone Isacco Maria. Mišlê Sendebār: Racconti di Sandebar : novelle medievali in veste ebraica. Pisa: PLUS-Pisa University Press, 2010.

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Capítulos de libros sobre el tema "Raccolte di novelle"

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"7 Dall’Ur-Novellino alla raccolta vulgata: ipotesi di ricostruzione stemmatica". En Viaggio d'Oltremare e Libro di novelle e di bel parlar gentile. Berlin, Boston: DE GRUYTER, 2011. http://dx.doi.org/10.1515/9783110252729.20.

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2

Tonfoni, Virginia. "La frontera México-Estados Unidos en las novelas gráficas". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/023.

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This study aims to show the great possibilities of graphic novel as a medium to represent historical instances, through fiction or direct records and witnesses, by focusing on the work of the Italian cartoonist Andrea Ferraris. Churubusco, set in 1847, during the Mexican-American War, tells the story of Saint Patrick’s Battalion deserting from the American army. Being invited to expose the original panels of his graphic novel at the Istituto Italiano di Cultura in Los Angeles for the 150th anniversary of the American invasion, the author recollects records from the border and publishes a second work, La cicatrice, blinking an eye to graphic reportage and journalism.
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Bernardoni, Rodja. "Mañana, las ratas de José B. Adolph". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/042.

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Resumen
This paper aims to analyse the novel Mañana, las ratas by German-Peruvian writer José Bernardo Adolph. Written in 1977 and published in 1984 the text is a dystopian novel set in a distant future, that nevertheless is a vivid representation of the dynamics and the conflicts of the Peruvian society of the 70s and 80s. This study intends to investigate the structure of the novel in order to point out how the author succeeds in blending together two different literary genres such as dystopian fiction and realism, creating a new version of the classic paradigm of dystopic narrative. To do so, the research will concentrate on the study of some significant example of the Adolph’s previous books, and on the intertextual connections of Mañana, las ratas with both classic dystopian novels such as 1984, We or Brand New World and writers such as José Diez-Canseco, Sebastián Salazar Bondy, Julio Ramón Ribeyro, Alfredo Bryce Echenique y Mario Vargas Llosa, whose texts explore through different mode of realism social and political issues of their time.
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Tovar, Francisco. "Cuatro historias de la Revolución mexicana y un prólogo al grito de ‘Ajetreo’". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/024.

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Resumen
Marta Portal defines the Mexican Revolution as “a blast of reality”. The event follows an historical process, one with strong social and symbolical implications. Referring to the novels of the Mexican Revolution, Marta Portal also states: “they try to unveil and remake the world to other perspectives by denouncing the lies and the alienation of human relationships”. This articles only reviews four literary samples of that reality: Los de abajo, by Mariano Anzuela; El águila y la serpiente, a novel by Luis Martín Guzmán; El resplandor, by Mauricio Magdaleno; and Los conspiradores by Jorge Ibargüengoitia, an ironic account about the conspiracy lead by Hidalgo under the cry ‘Ajetreo’, the first revolutionary expression born under the threat of social and political resentment in colonial Mexico, against of the Metropolis.
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Valentini, Francesca. "La Habana Negra: le minoranze nella narrativa di Padura Fuentes". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/025.

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The narrative of Padura Fuentes outlines the ‘other’ side of La Habana, away from immaculate beaches and fine cigars. Master of Cuban detective stories, Padura explores dark corners of the city, representing the violence which is consumed in the suburban neighborhoods but not only: the writer offers a picture of the city unspoken, that of minorities. From Máscaras to La cola de la serpiente, the novels of Padura can be read as enigmas, but also as sociological material: the author uses the detection to present the city of Havana in all its shapes, even those which are forced to edges.
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Donat, Mara. "La fiesta del chivo de Mario Vargas Llosa". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/032.

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In the novel La fiesta del chivo the Peruan writer Mario Vargas Llosa shapes the dictator as a symbolic figure of any dictatorship through the corporal elements which caracterise his personality together with his physical body. Dictator’s power vacillates because of body’s vulnerability at his age of seventy. Health problems related to sexuality debilitate tirannicy as an institutional symbol of power. This paper studies the way the corporality is related with textuality in the construction of a historic novel as a fiction.
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Sourp, Claire. "Mario Vargas Llosa: Cinco esquinas o el demonio de la (re)escritura". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/031.

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As he said in 1996, Mario Vargas Llosa always looked for a challenge when he was writing a novel. In spite of this declaration, he used to resort to a combination of narrative lines that will connect at the denouement. It is the case in The Neighbourhood (2016) where the author resumes a few technics frequent in the New Hispano-American Novel, where he goes back to his old demons. Nevertheless, this article will try to demonstrate rather than a rewriting, the author is offering to his reader a synthetic perspective of his literary world.
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Venturini, María Ximena. "Variaciones del yo". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/028.

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The aim of this article is to analyse the self as a mark of subjectivity in contemporary Argentine literature. To this purpose, the use of post-dictatorship autobiographical and autofictional genres will be studied in the novels Aparecida by Marta Dillon and La chica del milagro by Cecilia Fanti.
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Magnani, Ilaria. "Escribir historias desde una balsa". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/040.

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They are in a raft – real or metaphorical – and from there they try to rescue their lives and their stories, the characters of Sobrevivientes (2012), a novel by Argentine writer and journalist Fernando Monacelli awarded with the Clarín Prize. The text is inserted in the group not very extensive, but at this point not negligible by number and literary quality, of narratives that thematise the Falkland Islands war and, like the previous ones, presents a strong anti-heroic vein. The novel combines the years of military dictatorship and the war that ended it and looks at the consequences of the two events from a private and intimate environment. It not only denies the heroism of the combatants but tacitly equates them, as victims, with the opponents of the regime. The analysis is proposed, on the one hand, to consider this new ideological position, on the other hand, to emphasise the formal aspects of the novel – located between epistolary writing and intimate diary – and in the relationship with the other narratives of the war of the South Atlantic.
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Russotto, Margara. "Una ráfaga de oro". En America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-319-9/019.

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Cubagua, published in Paris in 1931 by the Venezuelan historian and writer Enrique Bernardo Núñez (Caracas, 1895-1964), is still well-known in his native country decades later, and today it is considered a canonical text. A novel of multiple identities – historical, meta-historical, colonial, postcolonial and postmodern –, its author writes and rewrites the history of that small island of the Venezuelan Caribbean, a centre for pearl exploitation during colonial times. The analysis of this novel explores some aspects of its aesthetic and cultural singularity, such as the fluctuating discourse between Myth and History, among others, in order to demonstrate its vibrant currency as a foundational text of Latin American culture.
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