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Tesis sobre el tema "Prospettive critiche"

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1

Marullo, Anita <1989&gt. "Arte,esperienza e società. Un confronto tra prospettive critiche e continuistiche del Novecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6639.

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Resumen
La tesi si propone di ricostruire criticamente alcune delle principali prospettive del primo Novecento circa il ruolo dell’arte nell’esperienza quotidiana e della collettività. Le condizioni storiche che si sono verificate a partire dalla modernità (industrializzazione e parcellizzazione del lavoro, separazione delle opere d’arte rispetto agli spazi della vita collettiva e loro confinamento in luoghi specificamente adibiti, mondializzazione del commercio e della cultura) hanno infatti reso assai problematica la definizione di questo ruolo. In particolare, si intende prendere in esame le affinità e le divergenze di due prospettive apparentemente antitetiche, ovvero quella critico-negativa del filosofo francofortese Theodor W. Adorno, il quale ascrive all’opera d’arte un ruolo di discontinuità e antitesi rispetto alla società capitalistica, e quella del pragmatista americano John Dewey, che invece propende per una concezione dell’opera d’arte come compimento dell’esperienza, in continuità rispetto all’esistenza quotidiana. In una prima parte del lavoro vengono delineate in generale le posizioni di Georg Simmel, Walter Benjamin, Theodor W. Adorno e John Dewey circa il problema trattato, in un secondo momento ci si sofferma più nello specifico sulle considerazioni contenute nei testi Teoria Estetica di Adorno e Arte come esperienza di John Dewey. In conclusione ci si interroga circa l’attualità delle teorie analizzate e il ruolo dell’opera d’arte nella quotidianità odierna.
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2

Gobbo, Beatrice <1990&gt. "EDUCARE AL PENSIERO CRITICO nuove prospettive didattiche". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7283.

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Resumen
Albert Einstein diceva: “Non ho mai insegnato ai miei allievi; ho solo cercato di fornire loro le condizioni in cui possono imparare”. È questa la tesi di fondo che ripercorre tutta la mia tesi; la didattica tradizionale, a mio avviso, ha bisogno di essere rinnovata profondamente. Partendo da una resoconto storico in cui ripercorro la relazione che intercorre tra alcuni peculiari momenti storici e l’insegnamento della filosofia giungo infine ad una nuova proposta. Attraverso l’utilizzo di tecniche didattiche nuove, diverse rispetto alla tradizionale lezione frontale, ho intrapreso un percorso di circa quattro mesi con alcune classi del liceo scientifico e delle scienze applicate di Treviso. I ragazzi erano chiamati a riflettere sul tema dell’eutanasia, o meglio sul rapporto tra scienza e vita con riferimento primario alle problematiche relative all’eutanasia. Nel fare questo ho proposto loro diversi spunti, ho utilizzato tecniche di apprendimento di gruppo, mi sono avvalsa dell’uso di post-it e di file multimediali, abbiamo affrontato prima collettivamente poi divisi in sottogruppi alcuni casi specifici ed infine abbiamo intrapreso un dibattito tra parti opposte. La convinzione profonda che utilizzare in ambito scolastico metodi diversi dalla lezione frontale possa aiutare i ragazzi nell’ esprimere se stessi e un proprio giudizio, dovendone tuttavia fornire una motivazione adeguata, è stata confermata dalla grande partecipazione e dall’entusiasmo con i quali i ragazzi hanno preso parte a tale progetto.
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3

Sturli, Valentina. "Le figure dell'invenzione negli inediti di Francesco Orlando: teoria, prospettive, applicazioni". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3427324.

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Resumen
La tesi prende le mosse dalla possibilità di esaminare in esclusiva una parte degli inediti del critico e teorico della letteratura italiano Francesco Orlando (1934-2010) riguardanti il tema dell’invenzione letteraria. Le prospettive contenute negli inediti, adeguatamente contestualizzate, forniscono interessanti contributi al dibattito sugli strumenti e i metodi di ricerca in ambito critico-tematico. Il materiale, che si compone di schede di appunti e di un consistente corpus di lezioni e interventi integralmente audio-registrati, lascia ampi margini a sviluppi interpretativi, rivelandosi adeguato per fornire la base a una ricerca che parta dall’inquadramento della proposta teorica per poi aprirsi, in una seconda fase del lavoro, all’applicazione dei risultati all’analisi comparata delle opere di due autori della letteratura italiana, Walter Siti, e francese, Michel Houellebecq, caratterizzati da importanti convergenze sia sul piano tematico che formale e figurale.
La thèse est née de la possibilité qui nous a été donnée d’analyser en exclusivité une partie des travaux inédits du critique italien et théoricien de la littérature, Francesco Orlando (1934- 2010), qui portent sur le thème de l’invention littéraire. Les perspectives contenues dans ces inédits, dûment contextualisées, sont autant de contributions au débat sur les instruments et les méthodes de recherche dans le domaine critico-thématique. Cette matière première, qui se compose de fiches de notes et d’un corpus consistant de leçons et d’interventions intégralement enregistrés à l’aide d’un appareil audio, permet de grands développements interprétatifs; elle se prête parfaitement à une recherche qui a pour point de départ le cadre de la proposition théorique et s’ouvre ensuite, dans une seconde phase de notre travail, à l’application des résultats à l’analyse comparée des œuvres de deux auteurs de la littérature italienne, Walter Siti, et française, Michel Houellebecq, que rapprochent d’importantes convergences aussi bien thématiques, formelles que du point de vue des figures utilisées.
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4

Dal, Brun Stefano <1995&gt. ""Dogra Magra" di Yumeno Kyūsaku. Temi, ricezione critica e nuove prospettive". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20709.

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Resumen
Il bizzarro romanzo “Dogra Magra” (1935) è considerato in patria apice della produzione letteraria di Yumeno Kyūsaku (1889-1936), autore eccentrico collocabile nella corrente tantei shōsetsu a cavallo tra gli anni ‘20 e ‘30 del Novecento. Con questa tesi ci si pone il compito di presentare il romanzo in alcuni dei suoi possibili risvolti politici e psicanalitici attraverso un esame dei principali apporti critici che hanno accompagnato l’opera fin dalla pubblicazione. Nel tentativo di dare piena giustizia alla carica eversiva e altamente originale del testo verranno prese in considerazione letture in chiave anti-autoritaria, femminista e colonialista; nel contempo, verrà approfondito il complesso incontro di temi psichiatrici e psicanalitici all’interno del romanzo. L'analisi parte da considerazioni riguardanti interpretazioni autoctone dell'opera dell'autore: essa fu ignorata per quasi trent'anni in patria, venendo inquadrata all'interno del genere marginale dello henkaku tantei shōsetsu, ma fu poi riscoperta negli anni Sessanta da un gruppo di critici associati agli ambienti controculturali delle proteste per il rinnovo del trattato di sicurezza nippo-americano. Le critiche di questi anni concernenti il romanzo si concentrarono su temi prevalentemente politici, influenzando con il loro approccio gran parte degli sforzi interpretativi compiuti successivamente in Giappone. La seconda parte della tesi si concentra invece su interpretazioni più recenti, elaborate da studiosi e accademici occidentali; essi sottolineano la presenza nell'opera di tematiche psicanalitiche, elementi di critica al sistema istituzionale della psichiatria e legami con il discorso imperialista del Giappone dell'epoca. Con l'analisi di questi due filoni interpretativi conto di dare un'immagine sufficientemente definita del discorso critico avvenuto intorno all'opera e di poter fornire una sintetica presentazione e introduzione al romanzo, sfortunatamente ancora poco conosciuto in Occidente.
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5

Sturli, Valentina. "Le figure dell’invenzione negli inediti di Francesco Orlando : teoria, prospettive, applicazioni". Thesis, Sorbonne université, 2019. http://www.theses.fr/2019SORUL033.

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Resumen
La thèse est née de la possibilité qui nous a été donnée d’analyser en exclusivité une partie des travaux inédits du critique italien et théoricien de la littérature, Francesco Orlando (1934- 2010), qui portent sur le thème de l’invention littéraire. Les perspectives contenues dans ces inédits, dûment contextualisées, sont autant de contributions au débat sur les instruments et les méthodes de recherche dans le domaine critico-thématique. Cette matière première, qui se compose de fiches de notes et d’un corpus consistant de leçons et d’interventions intégralement enregistrés à l’aide d’un appareil audio, permet de grands développements interprétatifs; elle se prête parfaitement à une recherche qui a pour point de départ le cadre de la proposition théorique et s’ouvre ensuite, dans une seconde phase de notre travail, à l’application des résultats à l’analyse comparée des œuvres de deux auteurs de la littérature italienne, Walter Siti, et française, Michel Houellebecq, que rapprochent d’importantes convergences aussi bien thématiques, formelles que du point de vue des figures utilisées
The thesis considers previously unpublished works by Italian literary critic and theoretician Francesco Orlando (1934-2010) concerning the subject of literary invention. The ideas expressed in these works, with due contextualization, provide interesting contributions in the debate about methodologies and tools of research in the field of thematic criticism. The material I consider consists in notes and in the audio tapes of a consistent corpus of lectures and conferences, and leaves room for further interpretative developments. My research considers Orlando’s material as a theoretical frame for an analysis of Italian author Walter Siti and French author Michel Houellebecq, who share important common features both thematically and stylistically
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Tenace, Laura <1993&gt. "Mura storiche, elemento di competitività turistica. Casi e prospettive di valorizzazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13367.

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Resumen
Nella maggior parte dei luoghi urbani salta all’occhio uno stesso elemento. Le mura sono un elemento fondamentale dei centri urbani già dagli albori della storia. La cinta muraria è elemento fondamentale anche della famosissima Guerra di Troia. Oggi le mura hanno chiaramente perso la loro funzione di protezione e il loro ruolo di simbolo identitario. Così, dove sopravvissute alla furia progressista a cavallo tra XIX° e XX° secolo che ha interessato anche Milano e Bologna, sono diventate patrimonio storico, che ricorda le fasi evolutive più significative della città, o della società, che abbracciano. Nel mondo e in Italia esistono mura così significative che nella percezione comune sono direttamente associate con l’immagine stessa del luogo in cui si trovano, come nel noto caso della muraglia cinese. A testimoniare il valore attribuito alle mura ed alle fortificazioni storiche, è il fatto che la lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO ne conta numerosissimi esempi. Vista l’importanza che risiede nelle mura e nelle fortificazioni storiche quale elemento identitario del luogo, la loro valorizzazione e gestione curata, può avere degli effetti estremamente positivi per il turismo locale. Questo può avvenire in termini di immagine come nel caso della cittadina di Carcassone in Francia. Come pure attraverso eventi aventi come scenario e/o tema principale la suggestiva cornice delle mura, come avviene con successo nella cittadina bretone di Dinan. O ancora le mura e le fortificazioni, nella suggestione della loro autenticità, possono offrire l’ambiente ideale per attività di attrazione turistica come alberghi, ristoranti, concerti e spettacoli. Potrebbe anche Padova beneficiare di una tale valorizzazione delle sue mura?
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7

Melotti, Gabriele <1995&gt. "PROVVISORIO - Il turismo enogastronomico in Valpolicella: situazione attuale e prospettive future". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17430.

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PROVVISORIO - La tesi si propone di essere una ricerca sulla situazione attuale e le prospettive future del turismo in Valpolicella. Questo con comparazione a situazioni analoghe in Italia e all'estero e alla luce di un possibile riconoscimento da parte dell'UNESCO.
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8

Cardone, Manuela. "Un’analisi del sistema penitenziario italiano. Critica sociale e nuovo pensiero criminologico: evoluzioni e prospettive". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://hdl.handle.net/10556/3049.

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Resumen
2016 - 2017
The evolution of the Italian system of sanctions, on the one hand, has contributed to shifting attention from the criminal "fact" to evaluating the "person" to be punished, and on the other has also led to a profound change in the very concept of a prison institution. Without any doubt, in fact, the historical-social evolution has influenced both the function of the sentence and the techniques used to punish the perpetrator. The transition from corporal punishment to prison sentences up to alternative punishments, has accelerated the historical process that saw the torture of the prisoner, physical suffering, the punishment no longer at the center of condemnation, but replaced by the humanization of punishment. However, it took years to embrace the awareness that making a condemnation human does not only mean avoiding corporal punishment, but above all reasoning on the limits and consequences that can lead to forced institutionalization without any purpose of social reintegration. In this regard I propose a modern analysis - critical and social - of the current contexts of detention, therefore, I evaluate the state of the penitentiary institutions, analyze the social function of the sentence and above all I question the actual usefulness of the prison. To this I add a detailed ethnographic study - lasted four years - on the House of Benevento and an equally meticulous comparison with the aforementioned reality and the prisons of Salerno, Eboli and Pozzuoli. I conclude the research with ample results and interesting ideas that could be resumed in the future for further analysis and comparison. The purposes of the sentence today revolve around three principles - retribution, prevention, re-socialization - and the combination of these perspectives, or the prevalence of one over the other, reflects both an internal logic of the penal system and the tendencies of the social political context. and cultural reference. With the prison reform of '75 what is highlighted is the re-educational character of the sentence, so the whole prison machine had to adapt to this logic. But was it really like that? In light of this question, I propose a reinterpretation of the 1975 reform. [edited by author]
XVI n.s.
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De, Luca Giorgia Maria Paola <1989&gt. "RESPONSABILITà DI PROTEGGERE: UNA PROSPETTIVA REALE? UN CASO CRITICO: LA FEDERAZIONE RUSSA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7044.

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Resumen
Il mio lavoro di tesi si propone di analizzare da un punto di vista storico-giuridico il cd. principio della Responsabilità a proteggere (R2P); L’espressione “responsibility to protect” è stata presentata per la prima volta nel rapporto della Commissione sull'Intervento e sulla Sovranità dello Stato (ICISS), istituita dal governo canadese nel dicembre 2001. La Commissione venne costituita in risposta alla richiesta di Kofi Annan, allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, per trovare una soluzione ai crimini contro l'umanità e il futuro ruolo della comunità internazionale. Con il rapporto "Responsibility to protect", la Commissione ha rilevato che la sovranità non solo dà allo Stato il diritto di "controllare" i propri affari, ma gli conferisce una maggiore "responsabilità" per la protezione delle persone all'interno dei suoi confini. La Commissione quindi propose che nel caso in cui uno Stato non fosse stato in grado di proteggere il suo popolo, per mancanza di capacità o di volontà (unable or unwilling states), allora la responsabilità sarebbe caduta sulla comunità internazionale nella sua più estesa accezione. il precautionary principle della Responsibility to protect sarà poi approvato come atteggiamento generale per la comunità internazionale dai lavori del Comitato per le Minacce ad Alto Rischio (2005), sempre istituito da Kofi Annan; il Comitato ha proposto in via definitiva alcuni criteri fondamentali che legittimino l'autorizzazione dell'uso della forza da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU, criteri i quali comprendono la gravità della minaccia, l’intervento considerato come l'ultima risorsa necessaria e che tenga conto del principio di proporzionalità della risposta. Nel lavoro di tesi inoltre si affronta la Responsabilità di proteggere dal punto di vista della sovranità statale, sviscerando il movente morale che ha comportato il cambio di direzione dopo le crisi in Rwanda e Kosovo. Infatti la questione dell’ uso della forza e dell’ingerenza nella sovranità statale da parte di terzi rendono l’ applicazione della responsabilità di proteggere complessa. Sottolineando la responsabilità di ogni stato della comunità internazionale nei confronti degli individui, si pone una profonda questione a livello del diritto internazionale e delle scienze politiche. Un’ altra problematica sollevata dal mio lavoro di tesi riguarda la questione di autorità decisionale delegata al Consiglio di Sicurezza: infatti non sarebbe previsto dal diritto internazionale l’arbitrio del CdS nell’ autorizzare a uno o più stati l'intervento armato nei confronti di terzi. Il potere di veto dei membri del Consiglio di Sicurezza,applicato più volte in situazioni di estrema crisi, rende tutt’altro che immediata l'applicazione della Responsibility to protect. Il lavoro quindi analizzerà il caso russo, ovvero come la Federazione Russa membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, di volta in volta abbia risposto all’ invocata Responsabilità di proteggere, sia considerando il suo diritto di veto, sia il suo reale intervento. Si prenderanno in considerazione i conflitti in Georgia, Libia e Siria, commentando come si sia rivelato controverso dare applicazione al principio in riferimento ad un intervento. L’elaborato cercherà in conclusione di porre un quesito riguardo alla reale applicabilità della Responsabilità di proteggere e alla sua effettiva convenienza per la soluzione dei conflitti internazionali e protezione degli individui da gravi violazioni dei diritti umani.
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Fantappiè, Irene <1981&gt. "Kraus e/o Shakespeare. Intertestualità in prospettiva: tradurre, citare, inscrivere". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2122/1/Fantappi%C3%A8_Irene_tesi.pdf.

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The thesis focuses on Karl Kraus’s rewritings of some Shakespeare plays and copes with the concepts of “translation” and “quotation” as commensurable forms of intertextuality. Building his Shakespeare’s Bearbeitungen as a montage of quotations of previous German translations, Karl Kraus creates a new kind of hybrid intertextuality that goes beyond the boundaries between quotation and translation. In my opinion, Karl Kraus understands quotation and translation as spatial concepts: in his rewritings he puts Shakespeare’s text into his geometrical and critical “perspective”. The thesis focuses also on the evolution of quotation and translation in Karl Kraus’s work: even maintaining their satirical and destruens function, they develop an “affirmative” role and are used in order to redefine the literary canon. The thesis investigates this form of intertextuality from a comparative point of view, referring to the translation studies (Hermans, Bassnett, Lefevere, Apel, Berman, Meschonnic), theories of intertextuality (Genette, Barthes, Worton, Orr), studies on quotation and montage (Compagnon; Möbius, Hage), and studies on Karl Kraus (Kraft, Ribeiro, Scheichl, Fischer, Timms, Canetti and the famous essay of Walter Benjamin). It also contains a survey of Theater der Dichtung’s historical framework and several comparisons between Karl Kraus’s and other early 20th translations of Shakespeare’s plays.
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Fantappiè, Irene <1981&gt. "Kraus e/o Shakespeare. Intertestualità in prospettiva: tradurre, citare, inscrivere". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2122/.

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Resumen
The thesis focuses on Karl Kraus’s rewritings of some Shakespeare plays and copes with the concepts of “translation” and “quotation” as commensurable forms of intertextuality. Building his Shakespeare’s Bearbeitungen as a montage of quotations of previous German translations, Karl Kraus creates a new kind of hybrid intertextuality that goes beyond the boundaries between quotation and translation. In my opinion, Karl Kraus understands quotation and translation as spatial concepts: in his rewritings he puts Shakespeare’s text into his geometrical and critical “perspective”. The thesis focuses also on the evolution of quotation and translation in Karl Kraus’s work: even maintaining their satirical and destruens function, they develop an “affirmative” role and are used in order to redefine the literary canon. The thesis investigates this form of intertextuality from a comparative point of view, referring to the translation studies (Hermans, Bassnett, Lefevere, Apel, Berman, Meschonnic), theories of intertextuality (Genette, Barthes, Worton, Orr), studies on quotation and montage (Compagnon; Möbius, Hage), and studies on Karl Kraus (Kraft, Ribeiro, Scheichl, Fischer, Timms, Canetti and the famous essay of Walter Benjamin). It also contains a survey of Theater der Dichtung’s historical framework and several comparisons between Karl Kraus’s and other early 20th translations of Shakespeare’s plays.
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Zambruno, Simone <1979&gt. "La Computer Grafica nello studio del patrimonio culturale. Teorie, metodi, case studies, prospettive". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8598/1/tesi_zambruno_.pdf.

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Per comprendere i vantaggi che i modelli 3D apportano alle Humanities, ma anche i rischi connessi al loro utilizzo, occorre analizzare i fondamenti comunicativi che sovrintendono alla trasmissione di informazioni e, successivamente, indagare come la teoria sia stata tradotta in pratica in alcuni dei più significativi case study internazionali. Un ampio dibattito ha condotto alla redazione di documenti sempre più dettagliati riguardo un corretto utilizzo di modelli 3D, per massimizzarne l’efficacia. Questo processo è culminato con la Carta di Londra, punto di riferimento per gli utilizzatori di Computer Grafica, della quale saranno analizzate le specificità in relazione alla loro applicazione nei case study considerati. Si indagherà poi l’ambito in cui i prodotti della Computer Grafica legati al patrimonio culturale sono di solito utilizzati, quello dei musei, a cui sono associati quei luoghi che hanno finalità simili: studio, conservazione, esposizione e comunicazione, luoghi che sempre più spesso vedono la presenza di installazioni multimediali. Una sezione specifica è dedicata ai musei virtuali che, in certi casi sono diventati un vero fenomeno sociale, seppur effimero. Verrà poi delineata la ricezione tecnologica da parte dei “musei”, e il grado di soddisfazione che ne deriva in base alle aspettative del pubblico. Saranno infine analizzati i programmi ministeriali che hanno tentato di recepire le tendenze e le indicazioni europee sull'importanza della tecnologia per la crescita della consapevolezza dei cittadini, così come le iniziative di alcuni musei del panorama. Da ultimo si è tentato di ampliare l’analisi ai possibili sviluppi futuri: quali sono i margini di miglioramento l’utilizzo della multimedialità? Quali sono i possibili progressi legati alla sua creazione e fruizione? Infine, quali sono i nuovi profili professionali a cui questi due aspetti si dovranno affidare?
To understand the advantages that the 3D models bring to Humanities, but also the risks connected to their use, we need to analyze the communication rules that supervise the transmission of information and, subsequently, investigate how the theory has been translated into practice, in some of the most significant international case studies. A wide debate has led to the preparation of increasingly detailed documents regarding the correct use of 3D models. This process has culminated with the London Charter, a milestone for Computer Graphics users, whose specificities will be analyzed in relation to their application in the considered case studies. We will then investigate the area in which the Computer Graphics products for Humanities are used, the museums, to which are associated those places that have similar purposes: study, conservation, exposure and communication, places that more and more often host multimedia installations. A specific section is dedicated to virtual museums that, in some cases, have become a real social phenomenon, even if ephemeral. The technological reception by the "museums" will then be outlined, and so the satisfaction that derives from people’s expectations. Finally, will be analyzed the ministerial programs that attempted to incorporate European trends and indications about the importance of technology for the growth of citizens' awareness. Finally, an attempt was made to extend the analysis to possible future developments: how is it possible to improve multimedia? What are the possible progress related to its creation and use? Finally, what are the new professional profiles to which these two aspects will have to be entrusted?
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VOLPE, ALESSANDRO. "Solidarietà come libertà sociale. Teoria e critica di un concetto in prospettiva europea". Doctoral thesis, Università Vita-Salute San Raffaele, 2022. http://hdl.handle.net/20.500.11768/122275.

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Resumen
Questo lavoro intende svolgere un’analisi critica del dibattito filosofico sul problema della solidarietà La prima parte del lavoro è dedicata all’analisi storico-concettuale della solidarietà. Il primo capitolo è una ricostruzione storico-genealogica del concetto, con particolare attenzione all’eredità dell’idea di fraternità, al ruolo della prima teoria sociale e delle principali tradizioni etico-politiche “solidaristiche”. A questa ricostruzione fa seguito, nel secondo capitolo, un tentativo di analisi concettuale che prende le mosse da una ricognizione delle principali forme e funzioni della solidarietà e da una ricostruzione razionale che la distingue da altre pratiche affini: carità, cura, lealtà. La prospettiva proposta interpreta la solidarietà come una relazione simmetrica di mutuo supporto e condivisione del rischio basata sul riconoscimento di una causa comune. La seconda parte si concentra sul problema della normatività della nozione di solidarietà e, nello specifico, sul tipo di rapporto che essa intrattiene con l’idea di giustizia. Nel terzo capitolo si presenta una rassegna delle principali tesi, critiche o costruttive, utili a comprendere questo complesso rapporto. L’analisi proposta ha anche uno scopo critico e uno modestamente propositivo: nel quarto capitolo si intende offrire un’interpretazione della tesi habermasiana della solidarietà come “controparte” della giustizia e dei suoi sviluppi teorici, integrandola con il concetto di libertà sociale di Axel Honneth. La terza parte è dedicata al contesto istituzionale, politico e culturale della realtà europea. In primo luogo, nel quinto capitolo, a partire proprio da questo ambito “applicato”, si discute del rapporto tra il carattere spontaneo e aspetto istituzionale-giuridico della solidarietà, difendendo una concezione bilanciata e multilivello della pratica solidale, come interpersonale, collettiva, istituzionale. Infine, nel sesto capitolo, si ripercorre la lunga e complessa elaborazione habermasiana della solidarietà europea, sottolineandone i diversi impieghi semantici e leggendo criticamente il relativo cambio di prospettiva sul fondamento della solidarietà negli scritti più recenti sulla crisi europea. Nelle conclusioni, si discute in maniera non esaustiva della natura globale della solidarietà, confrontando alcune prospettive teoriche e presentando infine anche una rapida rassegna di alcune principali sfide pratiche future. I presupposti e le potenzialità dello studio “applicato” di questo concetto possono gettare le basi di una teoria critica dei rapporti di solidarietà.
This thesis aims to carry out a critical analysis of the philosophical debate on the problem of solidarity. The first section of the thesis is dedicated to the historical-conceptual analysis of the concept of solidarity. The first chapter develops a genealogical reconstruction of the concept, focusing on the crucial shift from the idea of fraternité to solidarité; on the role of the first social theory and the main “solidaristic” ethical-political traditions. In the second chapter, the genealogy is followed by a conceptual analysis, starting from solidarity’s main forms and functions and a rational reconstruction that distinguishes it from other related practices: charity, care, and loyalty. The analysis interprets solidarity as a symmetrical relationship of mutual support and risk sharing based on the recognition of a common cause. The second section focuses on the problem of normativity of solidarity and its relationship with the idea of justice. Given the difference between the two spheres and their apparent incompatibility, the third chapter explores a wide range of theories that may exemplify possible standpoints on this complex relation. In the fourth chapter, this literature review also leads a critical interpretation that aims at integrating Jürgen Habermas’ compatibilist thesis of solidarity as the “reverse side of justice” with Axel Honneth’s concept of social freedom. The third section is devoted to the institutional, political and cultural context of the European reality. The fifth chapter discusses the relationship between the spontaneous character and the institutional-legal aspect of solidarity in the European Union, with particular attention to the reasons for its institutionalisation. However, the chapter also defends a balanced and multilevel conception of solidarity: interpersonal, collective, institutional. Finally, the aim of the sixth chapter is twofold: first, it highlights the role of solidarity in his writings on Europe, from the ’90s to the coronavirus pandemic, and emphasizes its different semantic employments; second, it critically reads the recent Habermasian partial revision of the basis of solidarity. The concluding remarks include a quick overview of some theoretical perspectives on the global nature of solidarity and present some main practical challenges that the philosophical debate on the topic will face in the future. The normative premises and potentialities of an “applied” study can lay the foundations of a critical theory of solidaristic relations.
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GIACOBBE, CARLA. "KURT ERICH SUCKERT E LA RUSSIA. NUOVE PROSPETTIVE DI STUDI MALAPARTIANI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/558721.

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Resumen
Curzio Malaparte is a representative author of a complex era of the Italian culture. The style, the main contents, and the features of his production give voice to many of the contradictions that have characterized the first half of the twentieth century in which he lived. Moreover his same charismatic and peculiar personality was rich in contradictions by which he often tried to shock his reading public. The aim of this doctoral dissertation is to analyze some aspects of the malapartian work that have not yet been an object of detailed study and which could suggest new approaches to Malaparte’s production, from a new, original, and wide perspective. Dealing with the very recurring theme of Russia in the author’s work, we have highlighted in it topoi that are also identifiable in the production of contemporary authors concerning same subject. Our purpose has also been to circumscribe a part of Malaparte’s production including works sharing some contents and stylistic features. We then analyzed the novel that constituted the core of our studies and research, The Kremlin Ball, trying to explain the phases of its creative elaboration, narrate the main facts that have inspired its incomplete plot, identify external literary influences and stylistic elements which are typical of the author’s literary production. This research then introduces detailed considerations about the presence of the figure of Bulgakov in Malaparte’s novel, a presence that has not yet been an object of study. Indeed some information should be dealt with and integrated in biographical and critical studies about Malaparte. The biographical contacts between Malaparte and Bulgakov and the similar literary atmospheres of some of their works have been discussed by some Russian researchers: we faced the results of their research with our personal critical approach. We believe that comparative studies could provide further possibilities for the our research. We aim to: integrate missing and pertinent information about the latest edition of The Kremlin Ball; present some documentary material concerning Malaparte’s journey to the Soviet Union that has not been examined yet and a list of Russian translations of the author’s works, in order to add them to the malapartian bibliography currently known. The purpose of this dissertation is highlighting the importance of the cultural relation between Malaparte and Russia, often considered simply as a stage in the author’s ideological evolution overlooking its real and significant value. Finally, the present study analyzes the reception of Malaparte’s literary production in Russia, dealing with the selection and the modes and the moments of publication of works by Malaparte, as well as the main reasons of the Russian readers and publishers’ interest in Malaparte’s work. Our analysis of the Russian Malaparte and the malapartian Russia is meant to understand something more about both. Most of all, as the title of the dissertation testifies, we want to offer new perspectives on Malaparte’s studies, since we believe that much still deserves to be investigated about the author.
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Arcoraci, Federica <1994&gt. "Ripensare il ruolo delle istituzioni museali per il contemporaneo. Una prospettiva critica e dialogica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18606.

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Resumen
I mutamenti formali dell'opera d'arte, l'evoluzione socioculturale e le teorie della nuova museologia, hanno condotto a un profondo ripensamento dell'istituzione museale contemporanea. A partire dalle esperienze della Critica Istituzionale e del Nuovo Istituzionalismo, il presente elaborato approfondisce un’idea di museo visto non più come spazio esclusivamente dedito al binomio conservazione/esposizione, bensì come sistema interpretativo del presente, rispondente alle esigenze etiche e sociali del proprio tempo. Un museo, dunque, che sia anche in grado di stimolare nel suo pubblico desideri di conoscenza, di confronto e di dialogo.
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GASPARINI, LUCIA. "IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE: NUOVE PROSPETTIVE CONCETTUALI, ARTISTICHE, MUSEOLOGICHE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1801.

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La ricerca affronta il tema del crescente spazio che la considerazione del patrimonio culturale immateriale ha acquisito nel panorama mondiale a partire dagli ultimi decenni, in particolare dal 2003, quando l’UNESCO ha stilato la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Oltre a ripercorrere le tappe storiche che nel XX secolo hanno condotto a tale risultato, esso traccia un ancora poco esplorato parallelismo - formale e teorico - tra l’evoluzione del concetto di patrimonio immateriale e lo sviluppo delle forme dell’arte contemporanea a partire dal secondo dopoguerra fino ad oggi. Tale tematica interessa anche il museo e una lettura della sua storia più recente mette in luce le conquiste e le difficoltà conseguenti l’accoglienza di manifestazioni immateriali all’interno delle collezioni. Tale aspetto viene avvicinato anche con gli strumenti dell’estetica fenomenologica, che contribuiscono a valutare possibili future azioni museologiche e museografiche nei confronti del patrimonio immateriale, nella direzione di un maggior rispetto della collezione e di un migliore coinvolgimento dei vari pubblici. Il contributo si sofferma altresì ad approfondire alcuni aspetti dell’architettura contemporanea, della didattica museale e dell’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito museale valutandone utilizzi positivi o al contrario poco adeguati per una seria e fruttuosa valorizzazione del patrimonio immateriale.
This PhD dissertation deals with intangible cultural heritage and museums. An increasing interest in intangible heritage has been arising in the world in these last years, especially since 2003, when UNESCO drew up the Convention for the Safeguarding of Intangible Cultural Heritage. A detailed historical review shows the steps which brought to this attainment; a formal and theoretical parallelism between intangible heritage and contemporary art is outlined too. A study on the very recent history of museums allows to underline the difficulties museum encounters in collecting intangible heritage. It’s possible to think about new museological solutions thanks to the contribution of aesthetics: the thought of phenomenology helps in finding ways to respect the collection and to involve the publics. The dissertation also deals with the contemporary architecture of museums, with museum education and with the use of new technologies in museums: some uses are bad, others are good and useful for the communication of intangible cultural heritage.
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GASPARINI, LUCIA. "IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE: NUOVE PROSPETTIVE CONCETTUALI, ARTISTICHE, MUSEOLOGICHE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1801.

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La ricerca affronta il tema del crescente spazio che la considerazione del patrimonio culturale immateriale ha acquisito nel panorama mondiale a partire dagli ultimi decenni, in particolare dal 2003, quando l’UNESCO ha stilato la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Oltre a ripercorrere le tappe storiche che nel XX secolo hanno condotto a tale risultato, esso traccia un ancora poco esplorato parallelismo - formale e teorico - tra l’evoluzione del concetto di patrimonio immateriale e lo sviluppo delle forme dell’arte contemporanea a partire dal secondo dopoguerra fino ad oggi. Tale tematica interessa anche il museo e una lettura della sua storia più recente mette in luce le conquiste e le difficoltà conseguenti l’accoglienza di manifestazioni immateriali all’interno delle collezioni. Tale aspetto viene avvicinato anche con gli strumenti dell’estetica fenomenologica, che contribuiscono a valutare possibili future azioni museologiche e museografiche nei confronti del patrimonio immateriale, nella direzione di un maggior rispetto della collezione e di un migliore coinvolgimento dei vari pubblici. Il contributo si sofferma altresì ad approfondire alcuni aspetti dell’architettura contemporanea, della didattica museale e dell’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito museale valutandone utilizzi positivi o al contrario poco adeguati per una seria e fruttuosa valorizzazione del patrimonio immateriale.
This PhD dissertation deals with intangible cultural heritage and museums. An increasing interest in intangible heritage has been arising in the world in these last years, especially since 2003, when UNESCO drew up the Convention for the Safeguarding of Intangible Cultural Heritage. A detailed historical review shows the steps which brought to this attainment; a formal and theoretical parallelism between intangible heritage and contemporary art is outlined too. A study on the very recent history of museums allows to underline the difficulties museum encounters in collecting intangible heritage. It’s possible to think about new museological solutions thanks to the contribution of aesthetics: the thought of phenomenology helps in finding ways to respect the collection and to involve the publics. The dissertation also deals with the contemporary architecture of museums, with museum education and with the use of new technologies in museums: some uses are bad, others are good and useful for the communication of intangible cultural heritage.
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RECCHIA, Nicola. "Il giudizio di proporzionalità in materia penale. Prospettive e limiti come strumento critico delle scelte di criminalizzazione". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2017. http://hdl.handle.net/11392/2487926.

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La tesi dottorale ha ad oggetto il tema centrale per la riflessione penalistica dei limiti alle scelte di criminalizzazione, concentrandosi sui limiti giuridici effettivamente azionabili dinanzi ad organi di giustizia costituzionale. Si esplora, dunque, a tale proposito il giudizio di proporzionalità o di bilanciamento, così come elaborato e progressivamente affinato nella giurisprudenza di alcuni dei più importanti tribunali costituzionali e corti sovranazionali. Dopo averlo brevemente introdotto nei suoi aspetti generali, la prima parte del lavoro si occupa di ricostruirne la struttura e i passaggi fondamentali in materia penale, cercando di adattarlo alle peculiarità proprie delle norme penali. Tale esercizio di sistematizzazione è tentato a partire da una cospicua rassegna giurisprudenziale di molteplici corti costituzionali e sovranazionali. In particolare, dopo aver mappato i differenti diritti fondamentali aggrediti dalle scelte di incriminazione, si imposta un autonomo giudizio di proporzionalità per ciascuno di essi. Nel descrivere i differenti passaggi del giudizio di proporzionalità si ha cura di indicare con chiarezza le differenze sussistenti rispetto a concetti, talvolta molto affini, propri della riflessione penalistica in questo ambito (ad esempio, bene giuridico, offensività, sussidiarietà, harm principle ecc.). Nella seconda parte del lavoro si passa a considerare le peculiarità del giudizio di proporzionalità all'interno dei differenti ordinamenti nazionali, sulla base della differente struttura, a monte, del giudizio di costituzionalità in essi presente. Grande attenzione è posta in particolare sugli strumenti decisori previsti dai diversi ordinamenti in caso di illegittimità del bilanciamento sottostante ad una scelta di criminalizzazione legislativa. Nelle riflessioni conclusive del lavoro la prospettiva dischiusa dal giudizio di proporzionalità è confrontata con i richiamati strumenti concettuali elaborati dalla scienza penalistica.
The doctoral thesis deals with the key topic of the limits of criminal law and, in particular, of the legal limits that can be enforced by means of constitutional litigation in front of constitutional or human rights courts. In doing so, the work explores the proportionality test as developed by many important constitutional and human rights courts around the globe. After having introduced this test in its general aspects, the first part of the work tries to elaborate the structure of this test when applied to criminal offences, taking into account the peculiarities of criminal law. In order to do so, a vast overview of the relevant case–law of different constitutional and human rights courts is undertaken. The thesis identifies first of all the different fundamental rights limited by criminal offences, then an autonomous test for each of these fundamental rights is sketched out. By analysing the different steps of the proportionality test a clear distinction is made between them and similar concepts developed by the criminal law scholarship (e.g. Rechtsgut, ultima ratio, harm principle, etc.). In the second part of the work are analysed the peculiarities of the proportionality test in each legal order considering the different models of judicial review of legislation adopted. In particular the work tries to analyse the different kinds of decision available for the constitutional or human rights courts in cases of an unconstitutional criminal offence. In the conclusion of the work the proportionality test is then compared with the already mentioned concepts developed by the criminal law scholarship, in order to asses which of these two conflicting approaches best serves the identification of legal limits to the criminal power of the state.
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SPRICIGO, BIANCAMARIA. "La "riflessione critica" sull'illecito commesso alla luce dei principi costituzionali e della teoria generale del reato: problemi e prospettive". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1797.

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Resumen
La tesi si occupa del concetto di “riflessione critica” dell’autore di reato sull’illecito commesso. Secondo l’art. 27 d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, essa consiste in una riflessione dialogica concernente le condotte antigiuridiche e colpevoli, le correlate motivazioni, le conseguenze che discendono per l’autore medesimo e le possibili azioni di riparazione attuabili nella fase di esecuzione. La ricerca si sviluppa in cinque momenti: il primo capitolo focalizza l’attenzione sullo studio di un fondamento costituzionale del concetto di “riflessione critica”, anche al fine di una rinnovata lettura del finalismo rieducativo; il secondo capitolo mette in luce i punti di intersezione tra “riflessione critica” sull’illecito commesso e “teoria generale del reato”; il capitolo successivo offre una panoramica degli ostacoli e dei problemi operativi che impediscono la piena predisposizione di un modello responsabilizzante e che sollecitano ipotesi di riforma del sistema penale e penitenziario; nel quarto capitolo ci si sofferma sull’approfondimento delle premesse di un modello dialogico e riparativo di giustizia; quindi, il capitolo conclusivo si dedica a un’esplorazione dei confini e delle congruenze dei concetti di “rehabilitation” e “restorative justice”, per muovere oltre verso la considerazione di un modello di giustizia ispirato all’idea di “responsività” [John Braithwaite] e di “restorative justice dialogue” [Mark S. Umbreit]. In sostanza, lo studio mira a proporre un modello che faciliti, in modo dialogico e inclusivo, forme di responsabilità attiva nel settore penale.
The dissertation examines how offenders deal with “critical rethinking” on their crimes. According to art. 27 d.P.R. 30 June 2000, n. 230, it consists in a dialogical reflection on the wrongdoings they committed, their motivations, the consequences that follow on for the offenders themselves, and the possible reparations during the post-sentencing phase. The study is divided into five chapters. The first chapter focuses on the research for a constitutional basis of the “critical rethinking” and for a renewed understanding of the “finalismo rieducativo” (equivalent to the rehabilitative goal). The second chapter highlights the points of intersection between the “critical rethinking” and the “general theory of crime”. The third chapter summarizes the obstacles and the operative problems that hamper the implementation of this dialogical reflection and describes hints for a possible reform of the criminal justice system, particularly with regard to the post-sentencing phase. The fourth chapter proposes an in-depth analysis of some of the basic key-concepts for the introduction of a dialogical-restorative model of justice. Finally, the fifth chapter investigates the relationship between “rehabilitation” and “restorative justice” and takes into consideration a justice model that is inspired by “responsivity” [John Braithwaite] and “restorative justice dialogue” [Mark S. Umbreit]. By means of that, the study aims at providing a framework for an active assumption of responsibility in a more dialogical and inclusive culture.
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SPRICIGO, BIANCAMARIA. "La "riflessione critica" sull'illecito commesso alla luce dei principi costituzionali e della teoria generale del reato: problemi e prospettive". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1797.

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La tesi si occupa del concetto di “riflessione critica” dell’autore di reato sull’illecito commesso. Secondo l’art. 27 d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, essa consiste in una riflessione dialogica concernente le condotte antigiuridiche e colpevoli, le correlate motivazioni, le conseguenze che discendono per l’autore medesimo e le possibili azioni di riparazione attuabili nella fase di esecuzione. La ricerca si sviluppa in cinque momenti: il primo capitolo focalizza l’attenzione sullo studio di un fondamento costituzionale del concetto di “riflessione critica”, anche al fine di una rinnovata lettura del finalismo rieducativo; il secondo capitolo mette in luce i punti di intersezione tra “riflessione critica” sull’illecito commesso e “teoria generale del reato”; il capitolo successivo offre una panoramica degli ostacoli e dei problemi operativi che impediscono la piena predisposizione di un modello responsabilizzante e che sollecitano ipotesi di riforma del sistema penale e penitenziario; nel quarto capitolo ci si sofferma sull’approfondimento delle premesse di un modello dialogico e riparativo di giustizia; quindi, il capitolo conclusivo si dedica a un’esplorazione dei confini e delle congruenze dei concetti di “rehabilitation” e “restorative justice”, per muovere oltre verso la considerazione di un modello di giustizia ispirato all’idea di “responsività” [John Braithwaite] e di “restorative justice dialogue” [Mark S. Umbreit]. In sostanza, lo studio mira a proporre un modello che faciliti, in modo dialogico e inclusivo, forme di responsabilità attiva nel settore penale.
The dissertation examines how offenders deal with “critical rethinking” on their crimes. According to art. 27 d.P.R. 30 June 2000, n. 230, it consists in a dialogical reflection on the wrongdoings they committed, their motivations, the consequences that follow on for the offenders themselves, and the possible reparations during the post-sentencing phase. The study is divided into five chapters. The first chapter focuses on the research for a constitutional basis of the “critical rethinking” and for a renewed understanding of the “finalismo rieducativo” (equivalent to the rehabilitative goal). The second chapter highlights the points of intersection between the “critical rethinking” and the “general theory of crime”. The third chapter summarizes the obstacles and the operative problems that hamper the implementation of this dialogical reflection and describes hints for a possible reform of the criminal justice system, particularly with regard to the post-sentencing phase. The fourth chapter proposes an in-depth analysis of some of the basic key-concepts for the introduction of a dialogical-restorative model of justice. Finally, the fifth chapter investigates the relationship between “rehabilitation” and “restorative justice” and takes into consideration a justice model that is inspired by “responsivity” [John Braithwaite] and “restorative justice dialogue” [Mark S. Umbreit]. By means of that, the study aims at providing a framework for an active assumption of responsibility in a more dialogical and inclusive culture.
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ALOE, MARIANGELA. "GLI INCENTIVI ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI: UNA VALUTAZIONE CRITICA DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA IN UNA PROSPETTIVA DI DIRITTO COMPARATO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217807.

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La fame di energia sta colpendo trasversalmente ogni settore economico e civile, essa ha caratterizzato la fine del XX secolo e l'inizio del nuovo millennio, accomunando problematiche relative all'esistenza della nostra generazione con la sopravvivenza delle generazioni future. Tale necessità difficilmente può essere soddisfatta agli attuali livelli d produzione energetica mondiale, ma anzi aumenta ulteriormente con il miglioramento delle condizioni economiche e socio-politiche dei paesi in via di sviluppo. Questa accelerazione dei consumi energetici si consoliderà in futuro e con una intensità che difficilmente sarà mutabile. La domanda energetica mondiale, così come concepita in questo quadro, non può essere sostenuta semplicemente dalle fonti energetiche convenzionali e dalle fonti nucleari, ma deve essere integrata anche da fonti energetiche alternative. Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili contribuirebbe alla realizzazione di un modello di democrazia “energetica”, intendendo per quest’ultima la sintesi di un modello economico, politico e sociale, in cui l’accessibilità alla rete elettrica di ogni individuo senza costi proibitivi sarebbe sinonimo di sviluppo economico, sociale e ambientale. Oggi la crisi economica ha dimostrato che gli incentivi per le energie rinnovabili non sono stati capaci di instaurare un equilibrio delle energie rinnovabili in un contesto concorrenziale. I costi di accesso per le imprese in questo settore risultano ancora troppo alti e non competitivi. Nel caso in cui gli stati dovessero sospendere i regimi di sostegno, il mercato, già incapace di auto sostenersi, diventerebbe fermo e improduttivo con conseguenze devastanti. L’obiettivo di questo studio è l’analisi degli incentivi alle energie rinnovabili in Italia, considerando il settore come la chiave di svolta per l’economia nazionale, in un momento storico in cui l’utilizzo delle fonti fossili deve essere necessariamente accompagnato dall’integrazione di altre forme energetiche. L’analisi è stata compiuta in chiave comparatistica e quindi prendendo ad esempio due altri ordinamenti giuridici, Spagna e Francia, analizzati perché entrambi sono il rapporto negativo e positivo dell’analisi di studio. La Spagna ha avviato con estremo successo la politica energetica alle energie rinnovabili nel 2007 senza programmare le risorse finanziare raccolte, diventate poi insufficienti a reggere l’intero sistema e determinando la sospensione dei regimi nel momento di crisi economica. La Francia invece ha una politica energetica favorevole alle FER, e interessante per la particolare attenzione dedicata ai processi partecipativi della società nella determinazione delle politiche energetiche.
The hunger for energy is hitting across every economic sector and civil society, it marked the end of the twentieth century and the beginning of the new millennium, bringing together issues relating to the existence of our generation with the survival of future generations. This need can hardly be satisfied with the current level of world energy production, but rather increases further with the improvement of economic and social policies of the countries in the developing world. This acceleration energy consumption will be consolidated in the future and with an intensity that is unlikely to be mutable. The world energy demand cannot be sustained simply on conventional energy sources and nuclear sources, but it must also be integrated with alternative energy sources. The development of renewable energy sources contribute to the creation of a model of "energy" democracy, meaning by this the synthesis of an economic, political and social, where accessibility to the power of each individual without prohibitive costs would be synonymous of economic, social and environmental. Today the economic crisis has shown that financial incentives for renewable energy have not been able to achieve a balance of renewable energy in a competitive market. Access costs for companies in this sector are still too high and not competitive. In the event that the states should suspend support schemes, the market, already incapable of self support themselves, become firm and unproductive with devastating consequences. The objective of this study is the analysis of incentives for renewable energy in Italy, considering the sector as the key point for the national economy, at a time in history when the use of fossil fuels must be accompanied by integration of other forms of energy. The analysis was carried out in a comparative and taking the example of two other jurisdictions, Spain and France, analyzed the relationship because they are both negative and positive analysis study. Spain has launched with great success energy policy renewable energy program in 2007 without the financial resources collected, which subsequently became insufficient to sustain the entire system and resulting in the suspension of the schemes in the time of economic crisis.
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POLDI, Gianluca (ORCID:0000-0001-9345-9395). "Le analisi scientifiche non invasive e gli studia humanitatis. Prospettive di ricerca e casi studio". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26744.

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Questo lavoro di tesi si colloca sul crinale tra le discipline umanistiche e quelle scientifiche, nello specifico ambito delle analisi non invasive, di cui contempla alcune possibilità di esaminare opere policrome o non policrome di diversa natura e su diversi supporti, soprattutto di tipo bidimensionale, ossia dipinti, disegni, testi scritti. La scelta della tipologia di opere si rifà alla possibilità di impiegare o sviluppare tecniche analitiche versatili, in grado di operare su manufatti anche molto differenti tra loro, spesso in situ e non in laboratorio, e possibilmente in tempi relativamente rapidi. Il lavoro di tesi è strutturato in due parti, la prima dedicata alle analisi scientifiche non invasive per l’esame di opere policrome, in specifico pittoriche, la seconda alle analisi volte all’esame di documenti pergamenacei o cartacei. Ciascuna delle due parti prevede una prima sezione inerente le tecniche di immagine più significative rispetto al percorso proposto (fotografiche e riflettografiche, nelle bande del visibile, dell’infrarosso e dell’ultravioletto) e una seconda riguardante le analisi di tipo spettroscopico per lo studio di pigmenti, coloranti e inchiostri. Ai capitoli introduttivi sulle tecniche considerate segue la presentazione di alcuni casi di studio ritenuti particolarmente emblematici per metodo applicativo, significatività del campione e risultati ottenuti. Quattro gli argomenti principali trattati: - il recupero del disegno sottostante in dipinti mediante riflettografia in infrarosso, - lo studio dei pigmenti in dipinti tramite tecniche spettroscopiche, - le tecniche di recupero dei testi cancellati in manoscritti di varia epoca e supporto, - l’esame di inchiostri e pigmenti impiegati su pergamena o carta e delle loro alterazioni. I casi studio spaziano da opere medioevali a opere novecentesche, italiane ed europee, e includono pittori come Butinone, Zenale, Tiziano, Lotto, Fra’ Galgario, Giambattista Tiepolo, lavori su carta di Scamozzi e Semeghini, manoscritti palinsesti scritti in greco e latino, una carta geografica del XV secolo.
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GIOVENCO, Chiara. "Genesi e sviluppo della teoria della Lotta per il riconoscimento nella prospettiva di Axel Honneth. Tra Hegel e la Teoria critica della società". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91287.

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BORRONI, MARIA GRAZIA ELEONORA. "LA PRASSI DELLA CONTRATTAZIONE TRA STATO E REGIONI NEI GIUDIZI IN VIA PRINCIPALE. QUANDO I GOVERNI 'NEGOZIANO' IL CONTENUTO DELLE LEGGI: PROFILI CRITICI E PROSPETTIVE DI RIFORMA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/490619.

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This essay investigates one of the most controversial aspects of the relationships between the Italian State and the Regions defined by the italian doctrine as “contrattazione di legittimità”, which refers to the negotiation of regional laws in order to overcome the objections of legitimacy raised by the Government. A significant part of the conflicts before the Italian Constitutional Court deals with this aspect which is evident in the numerous decisions with which the Court declares the proceeding or the contested subject matter terminated. This research looks into the ways in which this negotiation takes place highlighting at the same time its main issues. The analysis is also aimed at proposing suitable solutions for a system, like the Italian one, which lacks institutions where the state and the regional legislators can effectively cooperate. In so doing, a moment will be dedicated to the recent attempt of constitutional reform and to its ability to put an end to the ongoing conflicts between State and Regions.
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Tommasi, Francesco. "Valuing people and work in work and organisational psychology: A critical perspective on the paradoxes of meaningful work". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11562/1061918.

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In questi ultimi anni, le complesse dinamiche delle trasformazioni del lavoro e delle pressioni economiche e finanziarie hanno avuto notevoli riflessi nel campo della psicologia del lavoro e delle organizzazioni in relazione al bisogno dell’individuo di soddisfare il proprio bisogno di senso. Proprio sul bisogno di senso, la psicologia del lavoro e delle organizzazioni si è quindi concentrata sul cosiddetto fenomeno del meaningful work, o dell’esperienza e percezione del la-voro come portatore di un valore significativo che può essere individualmente costruito, socialmente determinato o significativo indipendentemente dalle ri-spettive rappresentazioni. Come tale il fenomeno del meaningful work rappre-senta oggi un fenomeno meramente positivo verso le quali sia il lavoratore che le organizzazioni riflettono la propria attenzione (si pensi al bisogno di senso da parte di un lavoratore nello svolgere un compito lavorativo o al potenziale per-formativo associato ad un gruppo di lavoratori motivato dal senso del proprio la-voro). I riflessi contestuali e la messa in parola di tali dinamiche personali han-no portato gli studiosi devoti allo studio del lavoro e delle organizzazioni ad as-sistere ad una crescita notevole dell’interesse e degli impegni di ricerca sul tema del meaningful work negli ultimi 20 anni. Non sorprende dunque la presenza di numerose prospettive dalla natura disciplinare varie sul tema. Ciò fa si che ri-suoni l’importanza del fenomeno in oggetto ma ha reso e lo rende tuttora un fe-nomeno contestato attorno al quale le domande di ricerca non hanno fatto altro che aumentare anziché ridurre. Secondo la letteratura, alla base di tali domande stanno tre dilemmi teorici, paradossi di ricerca, che comprendono quelli che so-no i vuoti della conoscenza attorno al fenomeno del meaningful work. Il presente lavoro ha l’obiettivo di proporre un tentativo di avanzamento della teoria e dell’evidenza relativa alla natura e ai processi sottostanti del fe-nomeno del meaningful work secondo una prospettiva psicologia critica nel pre-supposto di svolgere un lavoro di ricerca che valorizzi la persona e il lavoro. Quattro macro-capitoli costituiscono le riflessioni e le investigazioni centrali del presente lavoro dove vengono prese in considerazione i paradossi di ricerca evi-denziati nell’introduzione. Infatti, i tre paradossi di ricercar relative al fenomeno del meaningful work verranno enucleati e presentati all’inizio della tesi focaliz-zandosi anche sugli apporti della letteratura scientifica sin qui prodotta e gli im-perativi per la conduzione di un lavoro critico e multidisciplinare. Il Capitolo 1 affronterà il primo paradosso relativo alla natura temporale del fenomeno, ovvero analizzando le condizioni entro cui considerare il fenome-no come prettamente personale e stabile o come occasionale e situazionale. Per fare questo, il Capitolo 1 riporta una vasta rassegna della letteratura narrative con la quale si è tentato di proporre alcune risposte iniziali ed un’agenda di ri-cerca. Capitolo 2 e Capitolo 3 rappresentano la parte squisitamente empirica della tesi e interesseranno i paradossi 1 e 2. Per quanto riguarda il Capitolo 2, qui si darà conto della necessità di comprendere la dimensione contestuale relativa al fenomeno del meaningful work considerandolo quindi come doppiamente de-finito come inerentemente soggettivo ma riflesso contestualmente. Tale parados-so è presente in letteratura per via della mancanza di un corpo empirico che sia in grado di proporre una comprensione distintiva e comprensiva. Si è condotto quindi uno studio trasversale tramite cui si è validata una scala di misura il MEaning in Work Inventory (ME-Work) in grado di evidenziare entrambe le dimensioni e le relative associazioni. Il Capitolo 3 estende sia la componente teorica sviluppata nel Capitolo 1 sia le evidenze del Capitolo 2 considerendo en-trambi i paradossi in un’unica investigazione empirica longitudinale basata sul metodo dei Diary Studies. Qui si darà conto dei fattori psicologici e lavorativi giornalieri in combinazione con la dimensione personale determinanti l’esperienza di significato al lavoro nel quotidiano. Il Capitolo 4 invece tenterà di rispondere il nodo di ricerca relativo ad una concettualizzazione del lavoro che dia motivo di pensare al lavoro come fon-te di senso. Infatti, un problema in letteratura riguarda l’impeto verso questo fe-nomeno positivo che è il meaningful work che tuttavia avviene in mancanza di una concettualizzazione del lavoro all’interno della disciplina. Si è condotta una lettura tematica di un testo narrativo nel tentativo di proporre una metodologia che, sebbene piuttosto trascurata nel campo di ricerca, fosse in grado di dare al-cune risposte iniziali su un tema di ricerca difficile da esplorare. Infine, la tesi darà voce alle maggiori conclusioni e al percorso di ricerca condotto in quella che viene definita essere una narrazione dei risultati in pre-senza di una sintesi di un percorso multidisciplinare e pluralistico. In tal modo, la tesi si conclude tentando di avanzare alcune iniziali indicazioni di ricerca sul fenomeno e sulle possibilità offerte da una prospettiva di ricerca come quella della psicologia critica.
In these current times of labour transformation and worldwide changes, one of the most significant discussions in work and organisational psychology centres on the ways in which individuals can satisfy their wish for meaning. In respect to this, the phenomenon of meaningful work, which refers to the individual experi-ence and perception of work as holding significant value individually, socially, and/or independently, gains momentum. As such, meaningful work represents a positive phenomenon that people wish to have and organisations wish to provide. In the last decades, scholars devoted to the study of the individual, work, and or-ganisations have witnessed the growing interest and efforts into its exploration. As a result, multiple perspectives have been raised from within various disci-plines. While this demonstrates the importance of meaningful work, it also ren-ders meaningful work a contested topic that raises more questions than it an-swers. In particular, three main paradoxes on the nature and process of meaning-ful work lie at the heart of the current gaps in the literature on the phenomenon of meaningful work. The aim of this dissertation is the advancement of theory and evidence about the nature and processes of meaningful work via a psychological critical perspective in order for the value of people and work to be recognised. To reach these aims, the present dissertation consists of four main chapters reporting the four studies conducted. Each of these will be presented in the general introduc-tion chapter, where we will explain the imperatives that led to the realisation of the dissertation and the rationale for a psychological critical perspective within the context of valuing people and work. Chapter 1 presents a literature review covering the conceptual uncertainty represented in Paradox 1, that is, on the nature of meaningful work through its temporal view. Here, we conducted a broad literature review in order to answer questions on how to define meaningful work. We tried to understand to what ex-tent meaningful work can be considered as a subjective stable/permanent or an episodic/state experience of meaningfulness. Chapters 2 and 3 represent the empirical part of the dissertation and will cover Paradoxes 1 and 2. The uncertainty around meaningful work in work and organisational psychology regards the tension between (a) meaningful work as a purely subjective evaluation and (b) the impact of contextual features. This un-answered question is mainly due to the lack of empirical knowledge capable of offering indications on the distinctions between the two contraposing elements. Chapter 2 will present the cross-sectional study for the validation of a novel in-ventory aimed at the assessment of meaningful work and its facets, the MEaning in Work Inventory (ME-Work). The study presents the psychometrical properties of the scale and advances knowledge on the contextual features of meaningful work. Chapter 3 will extend this knowledge by investigating what makes a work-day meaningful given the exploration of the variations and fluctuations of mean-ingful work on a daily basis. A Daily Diary Study has been conducted with the aim to comprehend the role of daily work and the psychological conditions for the episodic experience of meaningful work. Moreover, cross-level analysis has been applied to investigate the role of subjective meaningful work. Chapter 4 will cover the intricate knot regarding the proposition of a normative and emancipatory ideal of what is work in the context of work and or-ganisational psychology (i.e. Paradox 3). The study of meaningful work occurs in a context that lacks the comprehension of what it is and what represents work that could be considered as a source of meaning. Given these questions, a literary analysis of a fictional narrative has been conducted. The chapter will shed light on what work means from a subjective stance by presenting the conditions for meaningful work and linked experience. The last part of the dissertation will present the narrative results. Given the interdisciplinary and pluralistic nature of the research, the dissertation will narratively propose an initial understanding of what is meaningful work through a critical work and organisational perspective.
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Annino, Alessio, Gaetano Roberto De, Paolina Mulè y Giuseppe Spadafora. "La cittadinanza planetaria nell'ottica della pedagogia: critica, problemi, prospettive e pratiche". Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/918.

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COLETTA, ELISA. "Hubert Damisch. Per una prospettiva obliqua nella produzione di uno storico e filosofo dell'arte". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/918650.

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Resumen
Hubert Damisch. For a sidelong view of the work of an art historian and philosopher The search is aimed at outlining Hubert Damisch's intellectual profile, through an analysis of his work and a description of the environment in which he works and the relationships he has established with other scholars of his time. After an analysis of his background that aims at defining the abstract matrices of his way of thinking, the search describes a path through his texts devoted to pointing out the particular features of his ideology. From the initial trials devoted to contemporary art in the texts of the Nineties given the label of analytical iconology, the analysis has recreated the search of an author who never stops putting the different disciplines into perspective; one who, so there was an ideology in the way of working art, made awareness the starting point of a series of studies where the reflection of the role that art plays in the prospects for acquiring knowledge takes shape from an awareness of works' ability to have meaning through the visual specificity of their instruments as well as to act beyond the time in which they were created. The sidelong nature of the search indicated in the heading sends you back to the semiotic point of view from which you choose to conduct the analysis. The requirement to check how the Italians receive this author – known above all in the semiotic milieu, it's with the label of semotician that the history of Italian art defines his way of thinking – leads us to make a semiotic reflection about this author the starting point of a path devoted to unveiling the matrices of his semiotic position, and in a more general outlook to recognise the reasons and the roots behind Damsich's work as an art historian and philosopher. Hubert Damisch. Pour une perspective oblique dans la production d’un historien et philosophe de l’art La recherche vise à esquisser le profil intellectuel de Hubert Damisch, à travers une analyse de sa production et une description du milieu dans lequel il travaille et des rapports qu’il a établi avec d’autres savants de son temps. Après une analyse de sa formation qui vise à définir les matrices théoriques de sa pensée, la recherche décrit un parcours à travers ses textes voué à relever les traits spécifiques de sa pensée. Des premiers essais consacrés à l’art contemporain aux textes des années Quatre-vingt-dix placés sous le label de l’iconologie analytique, l’analyse reconstruit la recherche d’un auteur qui n’a cessé de mettre en perspective les disciplines différentes; qui a fait de la conscience qu’il y ait une pensée au travail dans l’art le point de départ d’une série d’études où la considération du rôle que l’art joue dans l’horizon de la connaissance se noue à la conscience de la capacité des œuvres de signifier à travers la spécificité visuelle des leurs instruments ainsi que d’agir au-delà du temps dans lequel elles ont été crées. Le caractère oblique de la recherche indiqué le titre renvoie au point de vue sémiotique à partir du quel on a choisi de conduire l’analyse. L’exigence de vérifier la réception italienne de cet auteur - connu surtout dans le milieu sémiotique, c’est avec le label du sémioticien que l’histoire de l’art italienne circonscrit sa pensée - nous on induite à faire de la réflexion sémiotique de cet auteur le point de départ d’un parcours voué à dévoiler les matrices de sa position sémiotique, et dans une perspective plus générale à reconnaître les raisons et les racines du travail de Damsich en tant que historien et philosophe de l’art.
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