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Musso, Fabio. "Prospettive di analisi per l'innovazione nei canali di marketing". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 3 (octubre de 2012): 85–106. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003005.

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Il lavoro propone un'analisi dell'innovazione nei canali di marketing focalizzandosi su ciň che va inteso come innovazione per l'intero canale. Vengono seguite tre prospettive di analisi: una prospettiva tecnologica, riferita all'influenza della tecnologia nelle interazioni fra i membri dei canali e con i clienti finali, una prospettiva strutturale, riguardante nuove configurazioni di canale, e una prospettiva relazionale, relativa ai cambiamenti nei rapporti verticali fra le imprese. Sulla base di una revisione della letteratura, lo studio fornisce uno schema concettuale da cui sviluppare successive ricerche e approfondimenti che possano cogliere la misura e gli effetti dei cambiamenti determinati dall'innovazione.
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Cinotti, Nicoletta. "Costruire significati condivisi a partire dall'esperienza corporea: la prospettiva dell'analisi bioenergetica". GROUNDING, n.º 1 (noviembre de 2010): 51–62. http://dx.doi.org/10.3280/gro2010-001008.

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L'articolo parte dall'analisi di un caso per evidenziare come si realizza il processo di autoregolazione e di regolazione interattiva nella clinica bioenergetica. L'esperienza corporea portata dal paziente, la successiva esplorazione attraverso il lavoro sul cavalletto, viene considerata alla base del processo di costruzione del significato dell'esperienza, un significato che č il fine ultimo dei processi di regolazione. Accanto al movimento emergente la relazione terapeutica evidenzia anche il movimento relazionale che č il significato implicito della modalitŕ difensiva. Cogliere sia i movimenti corporei che quelli relazionali aiuta la consapevolezza del processo terapeutico in corso e permette una sintonizzazione che sia communion e communication, condivisione e comunicazione. Una condivisione che č una comunicazione non interpretativa sull'esperienza in prima persona che si realizza attraverso il lavoro corporeo.
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3

Gerson, Samuel. "Isteria e umiliazione: una prospettiva relazionale". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (febrero de 2015): 65–84. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2015-001006.

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4

Monguzzi, Fabio. "La psicoterapia psicoanalitica di coppia: appunti per un approccio intersoggettivo". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 2 (mayo de 2011): 95–112. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002008.

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In questo lavoro l'autore evidenzia alcuni punti teorici e metodologici dell'approccio relazionale e intersoggettivista e ne propone un'applicazione ai trattamenti di coppia. Quanto accade in seduta viene osservato nei suoi aspetti di costituzione nel qui ed ora della relazione in corso, oltre che come attualizzazione di aspetti carenziali e traumatici appartenenti ai partner. Gli affetti che emergono possono essere, infatti, meglio compresi e trattati come stati emotivi emergenti riattivati dalla relazione co-creata dai partecipanti alla relazione triadica, in una prospettiva che miri a valorizzare le potenzialitŕ trasformative. Viene anche proposto un confronto tra il piů tradizionale approccio psicoanalitico alla terapia di coppia, quello delle relazioni oggettuali, e un trattamento inspirato alla psicoanalisi relazionale e intersoggettiva.
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Ceccarelli, Maurizio. "LA MENTE: proprietŕ della relazione corpo-mondo". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (marzo de 2010): 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002002.

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L'obiettivo di questo articolo č di sostenere che la mente č una proprietŕ della relazione che si instaura tra il corpo e il mondo. Sarŕ esposto un modello della mente, di matrice biopsicosociale, sintonico con questa prospettiva relazionale, e saranno esaminate le implicazioni in ambito psicopatologico e clinico-terapeutico che il riferimento ad un simile modello comporta.
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Fabio, Rapisarda. "L'interpretazione nella prospettiva integrata della psicoanalisi relazionale". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (diciembre de 2011): 87–96. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-001006.

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In questo lavoro viene evidenziata l'importanza dell'interazione paziente-analista e del campo bi-personale nell'interpretazione e nel cambiamento terapeutico. Non ci puň essere interpretazione trasformativa senza valorizzazione di entrambi questi fattori. Sono molti gli orientamenti teorici che convergono verso questa progressiva consapevolezza e che possono essere sfruttati clinicamente. Dal loro raffronto emergono alcuni fondamentali punti in comune che possono essere meglio compresi alla luce delle scoperte dell'infant research. Tutto ciň evidenzia come spesso l'interpretazione non č altro che un diverso posizionamento dell'analista nei confronti del paziente e viceversa; una strategia cioč per raggiungere e mettere in contatto reciprocamente i rispettivi Sé (sia del primo che del secondo) ed aiutare ad avviare nel paziente un processo autocosciente.
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Fontana, Massimo. "La diagnosi in psicoanalisi relazionale: una prospettiva unitaria". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 2 (mayo de 2012): 73–99. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002006.

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In questo articolo l'autore puntualizza gli elementi teorici, metodologici e clinici che rendono necessaria una considerazione rigorosa della diagnosi in psicoanalisi relazionale e si sofferma sul particolare uso che di essa si puň fare nella terapia. Nella prima parte del lavoro, considerando anche i recenti contributi di Albasi, Lingiardi, Shedler e Westen, si ribadisce la specificitŕ della diagnosi psicologica, volta a cogliere l'insieme delle caratteristiche e del disagio psicologico delle persone, piuttosto che a individuare malattie come fa la diagnosi medica, e l'importanza di tenere conto di tutte le dimensioni conoscitive in gioco nel processo diagnostico: la dimensione nosografica (nomotetica), la formulazione del caso clinico (idiografica) e la dimensione relazionale (implicita). Tesi fondamentale dell'autore č che i presupposti epistemici del modello relazionale, la teoria dei sistemi e il paradigma della complessitŕ consentano una visione unitaria della personalitŕ, intesa come un sistema dotato di coerenza e capace di autoorganizzantesi all'interno del sistema sociale di cui fa parte.
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Rapisarda, Fabio. "L'identificazione proiettiva nella prospettiva della psicoanalisi contemporanea". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (marzo de 2010): 81–96. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001007.

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In questo lavoro l'autore sostiene la necessitŕ di una revisione del concetto di identificazione proiettiva. Questo meccanismo di difesa, inizialmente coniato da M. Klein ed alla base del Disturbo Paranoideo di personalitŕ, viene rivisto, secondo un ottica relazionale, sia in chiave teorica che clinica e viene proposto di rinominarlo "identificazione intersoggettiva". Partendo dalle recenti scoperte delle neuroscienze e dell'infant research, viene evidenziato come l'identificazione proiettiva costituisca una modalitŕ relazionale fisiologica nelle prime fasi del rapporto madre-bambino e come poi possa diventare disfunzionale nella crescita se non viene sostituita da meccanismi difensivi piů maturi. Viene successivamente sviluppato un nuovo modello teorico che ha ovviamente una sua incidenza nel trattamento delle patologie nelle quali l'identificazione proiettiva č presente in maniera determinante.
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Cofano, Luciano. "Neurobiologia della mente relazionale". RUOLO TERAPEUTICO (IL), n.º 121 (octubre de 2012): 21–40. http://dx.doi.org/10.3280/rt2012-121003.

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Il pensiero dei vari autori e le ricerche in campo psicologico, neurobiologico e filosofico dagli ultimi decenni del Novecento a oggi, hanno consentito, in modo sempre piů determinante, il superamento del secolare dualismo mente-corpo e della cartesiana distinzione tra res cogitans e res extensa, tra scienze dello spirito e scienze della natura, ponendo come fondamento e sviluppo delle funzioni mentali l'interazione uomo-ambiente che, in una prospettiva fenomenologica, risolve anche l'antitesi tra innatismo e ambientalismo. La mente dell'uomo, quale espressione della sua originaria apertura al mondo, attraverso un processo di auto-organizzazione (Edgar Morin) va strutturando le proprie modalitŕ di relazione con l'ambiente esistenziale, mentre l'esperienza vissuta determina lo sviluppo e l'organizzazione dei dispositivi neurobiologici geneticamente predisposti (darwinismo neuronale di Gerald Edelman, embodiment di Francisco Varela). L'autore riporta alcune recenti acquisizioni delle neuroscienze sulla neuroplasticitŕ dei sistemi neuronali che testimoniano la struttura intimamente relazionale della mente umana.
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Macaluso, Mercurio Albino. "Oltre il modello Perls-Goodman. Dal campo organismo/ambiente al campo relazionale". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (abril de 2013): 67–84. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002005.

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Nel testo fondante della psicoterapia della Gestalt, Teoria e pratica della terapia della Gestalt, il concetto di "contatto" indica l'esperienza, considerata da una prospettiva centrata sull'individuo, piuttosto che sulla relazione. Oggi abbiamo bisogno di un modello, che, rimanendo coerente con i presupposti epistemologici della psicoterapia della Gestalt, ci permetta di tener conto della reciprocitŕ dello scambio che avviene tra paziente e terapeuta. Nei contributi innovativi di Gordon Wheeler e di Margherita Spagnuolo Lobb l'autore rintraccia i presupposti di un approccio gestaltico di tipo relazionale, in grado di consentire un'analisi dettagliata di come paziente e terapeuta creino insieme l'esperienza del loro incontro momento per momento.
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Colesso, Walter y Claudia Scilletta. "La relazione scuola-famiglia nella prospettiva dei genitori utilizzando un modello multidimensionale di competenza relazionale". RIVISTA DI STUDI FAMILIARI, n.º 1 (mayo de 2009): 53–72. http://dx.doi.org/10.3280/fir2009-001005.

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- The efforts required to resolve the hardships of the Italian school context with efficient and preventive interventions need to be grounded on theoretical models and specific empirical investigation. For this reason we elaborated a model describing the relationship between school and family from the parents prospective with reference to the Relational Competence Theory. An 86-item questionnaire was built to investigate the following areas: inter generational influences, personality measures, parental commitment and efficacy. The data analyzed with Structural Equation Modelling showed functional and dysfunctional links between the areas under investigation. Moreover, significant interactions were observed among predictors such as gender, status, age, number of children, and education, even tough the effect sizes were small.Keywords: Parental competence, parental involvement, school-family relationships, relational competence theory
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Gennari, Marialuisa y Giancarla Tamanza. "Incontrare i figli quando i genitori si separano. Il coinvolgimento dei figli nella valutazione psicogiuridica dell'idoneitŕ genitoriale". INTERAZIONI, n.º 2 (febrero de 2013): 55–72. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002006.

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Il contributo illustra una modalitŕ clinico-familiare di realizzare le Consulenze Tecniche nei procedimenti di separazione e divorzio. Essa si fonda su una concezione relazionale della genitorialitŕ, intesa come una "funzione triangolare" che si determina nell'interrelazione tra i due genitori, il figlio ed i rispettivi sistemi relazionali di origine. In tale prospettiva il criterio valutativo preminente dell'adeguatezza genitoriale non si limita a considerare le "capacitŕ accuditive" di ciascun genitore, ma pone al centro dell'attenzione la capacitŕ e la volontŕ di ciascun genitore di promuovere l'accesso simbolico e fattivo dei figli all'intero contesto relazionale, ovvero la capacitŕ di ciascuno, di mantenere e consolidare la "unitŕ genitoriale" nei riguardi del minore stesso. Da tale presupposti teorici č stato sviluppato, all'interno di una logica di ricerca quasi-sperimentale, un protocollo operativo semistandardizzato, sia per quanto riguarda la procedura di intervento, sia per quanto riguarda le tecniche e gli strumenti. Tale specifica modalitŕ di lavoro č illustrata anche attraverso la presentazione di un caso clinico che mette in evidenza come essa sia particolarmente idonea a promuovere un costruttivo ascolto del minore all'interno dei processi giudiziali.
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Brunori, Luisa. "Il microcredito". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 45 (febrero de 2013): 53–62. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045005.

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Cooperazione e competizione sembrano comporre un dualismo di difficile coesistenza. Tuttavia, l'intreccio tra il pensiero gruppoanalitico e il microcredito modello Grameen pare riesca a superare questa prospettiva. In questo articolo proponiamo una discussione focalizzata sulla cooperazione e sulla competizione intese come due bisogni; due diversi modi di stare nelle relazioni umane. Il gruppo č il protagonista principale di questo dibattito inteso nella sua identitÀ di generatore di beni relazionali teoricamente infiniti. Altro punto centrale in questa discussione č il significato relazionale della parola oikos nomos (la ‘regola della casa'), l'espressione greca da cui deriva la parola ‘economia'. Questo ci porta all'idea di un sistema di condivisione che nasce dalla famiglia per estendersi alla comunitÀ e alla societÀ piů vasta.
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Schimmenti, Adriano. "Il trauma evolutivo e la ricerca dell'intimità: una prospettiva relazionale". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (febrero de 2014): 31–53. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2014-001004.

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Vietri, Agostino. "Dalla riva al mare aperto. Il rapporto tra legami familiari e autonomia". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (mayo de 2010): 163–74. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003009.

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In questo articolo rileggiamo da un'altra prospettiva il caso clinico di S., proposto da Claudia Lupi, secondo un'ottica sistemico-relazionale. S. č un uomo di 24 anni che si presenta alla terapeuta con dei sintomi psico-somatici. La storia di S. sembra riportare i sintomi in un quadro relazionale di rigiditŕ intrafamiliare, con difficoltŕ di espressione emotiva e di legittimazione dei bisogni. L'evento traumatico assumerebbe in questo caso un significato metaforico, in quanto rappresentativo dei sentimenti di rabbia, colpa e vergogna legati al fallimento delle iniziative autonome. Anche se l'intervento proposto ha dato risultati soddisfacenti un eventuale psicoterapia sistemico-relazionale, con il coinvolgimento della famiglia, avrebbe ricercato l'attivazione di risorse intrafamiliari, con l'obiettivo di ridurre ulteriormente l'ansia attraverso la legittimazione dei movimenti di autonomia e di differenziazione.
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Maurizio Gentile, Cosimo. "Disabilità, soggettivazione, inclusione: un approccio psicodinamico relazionale". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (julio de 2022): 76–85. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004009.

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Malgrado il paradigma dell'inclusione sia ormai ampiamente diffuso, a livello internazionale e nel nostro Paese, sul terreno concreto della pratica le persone disabili (e le loro famiglie) continuano a scontrarsi con difficoltà e ostacoli che ne impediscono una sana costruzione identitaria. Attraverso una rilettura dell'avventura della soggettivazione nelle situazioni di disabilità, l'autore individua una serie di ostacoli comunicativi ed operativi derivanti dal difficile confronto con la "diversità". Viene proposto un approccio globale, psicodinamico e gruppale come maggiormente coerente con la prospettiva inclusiva da intendere come un processo che tiene conto della diversità di ciascuno per favorire partecipazione e apprendimento, ma anche per ridurre l'esclusione e l'emarginazione.
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Pizzi, Elisabetta, Giovanna Attinà y Benedetta Russo. "Le mille guerre di Iryna. Commento al caso clinico in una prospettiva cognitivo-comportamentale". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (diciembre de 2022): 110–15. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-003010.

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L'articolo Le mille guerra di Iryna racconta la storia personale e clinica di un'adolescente ucraina che viveva in un orfanotrofio coi suoi fratel- li minori, prima che una tutor li portasse in Italia a causa dell'invasione russa dell'Ucraina. La sofferenza di Iryna si palesa nella famiglia ospitante attraverso il sintomo del mutismo. Iryna e la famiglia ospitante vengono prese in carico da una terapeuta di orientamento sistemico-relazionale. In questo articolo si ipotizza che la paziente possa presentare più traumatizzazioni, conseguenti a eventi sia re- lazionali, che ambientali. A partire da questa ipotesi, si confrontano gli interventi terapeutici attuati nell'ottica sistemico-relazionale con quelli che avrebbe potuto realizzare un terapeuta di orientamento cognitivo-comportamentale.
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Sala, R. "Bioetica e nursing. Il senso morale del prendersi cura. Riflessioni di etica infermieristica". Medicina e Morale 49, n.º 3 (30 de junio de 2000): 525–51. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.784.

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L’indagine sulla cura, e sulla relazione che si instaura tra i soggetti del rapporto di cura, mette a fuoco alcuni elementi fondamentali dell’assistenza infermieristica come pratica di cura. La cura è infatti la modalità della relazione tra infermiere e malato, in cui prevale il bisogno di “prendersi cura” della persona nella ricerca delle risposte “giuste” ai suoi bisogni individuali; la cura avviene all’interno di un preciso contesto, di una situazione particolare, determinata dall’irripetibilità delle esperienze di chiunque necessiti di cure. L’attenzione alla relazione e al contesto entro il quale si svolge, che assume particolare importanza nella prospettiva dell’etica della cura, permette di riprendere il dibattito attorno all’etica dell’infermieristica e alla sua originalità rispetto alla bioetica e, in particolare, alla bioetica dei principi, accusati di astrattezza e di inefficacia normativa. Riprendendo alcuni suggerimenti provenienti dalla riflessione femminista, l’etica infermieristica restituisce un ruolo centrale alla virtù del soggetto agente, alla valenza pratica del suo agire, alla dimensione relazionale.
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Francesetti, Gianni y Michela Gecele. "Psicopatologia e diagnosi in psicoterapia della Gestalt". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (octubre de 2010): 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/gest2010-001004.

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L'epistemologia della psicoterapia della Gestalt offre una prospettiva originale, fenomenologica e radicalmente relazionale, sulla diagnosi e sulla psicopatologia. A partire dalle premesse teoriche del nostro modello, presentiamo una concezione della psicopatologia come sofferenza relazionale e non solo come disturbo individuale. Proponiamo inoltre una distinzione fra due tipi di diagnosi: la diagnosi estrinseca e la diagnosi intrinseca o estetica. Viene discussa la possibilitŕ di utilizzare la diagnosi estrinseca, proveniente dal modello medico, in un orizzonte naturalistico o ermeneutico. La diagnosi intrinseca, specifica invece dell'approccio gestaltico, si basa sulle caratteristiche estetiche della formazione della figura al confine di contatto. Si tratta di una valutazione intrinseca alla situazione, che orienta l'azione terapeutica senza cristallizzare l'esperienza dei pazienti in Gestalten fisse.
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Montirosso, Rosario. "Dalla relazione affettiva primaria come fattore protettivo della crescita emozionale all'impatto del trauma infantile precoce sullo sviluppo del bambino". GROUNDING, n.º 1 (julio de 2012): 43–64. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-001006.

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L'insieme dei risultati di varie ricerche corrobora una prospettiva per il quale il trauma relazionale infantile ha effetti significativi su diverse aree dello sviluppo del bambino. In estrema sintesi, la mancanza del ruolo di protezione "normalmente" svolto dalle figure genitoriali rende piů reattivi allo stress i bambini esponendoli anche a maggiori danni del sistema nervoso centrale. Inoltre, esperienze traumatiche portano ad un'incompetenza sul piano socio-emozionale e a difficoltŕ specifiche nei processi di memoria.
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Albasi, Cesare. "Valutare la psicopatologia grave nell'adolescenza: alcune ipotesi sul trauma e la dissociazione per la comprensione dell'organizzazione borderline". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (marzo de 2011): 25–59. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001004.

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L'articolo riflette sulla salute e sulla psicopatologia nell'adolescenza in una prospettiva evolutiva che si nutre dell'orientamento relazionale in psicoanalisi, della teoria dell'attaccamento, dell'infant research. La salute č intesa con riferimento alla soggettivitŕ personale dell'adolescente e quindi come possibilitŕ di fare esperienza della propria esistenza come occasione di realizzazione di potenzialitŕ specifiche che lo contraddistinguono come individuo in crescita. Caratteristiche della salute sono la capacitŕ di integrazione mentale, la flessibilitŕ delle funzioni mentali e dell'organizzazione della personalitŕ, la possibilitŕ di elaborare i conflitti (intrapsichici ma intesi in senso relazionale e non pulsionale) con capacitŕ che si vanno strutturando come sostegno allo sviluppo, la resilienza necessaria per fronteggiare le esperienze potenzialmente traumatiche, perché disconoscenti le proprie necessitŕ evolutive specifiche, senza strutturare processi dissociativi pervasivi. La psicopatologia č concepita in modo strettamente connesso alla diagnostica, con riferimento al PDM, e discussa con riferimento ai livelli di organizzazione: particolare attenzione č posta sul livello organizzazione borderline e sui processi dissociativi sul loro ruolo nell'organizzare i livelli borderline di organizzazione della personalitŕ.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Essere psicoterapeuta della Gestalt al tempo del Coronavirus: Percepire lo sfondo esperienziale e "danzare" con reciprocità". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (junio de 2021): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001005.

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Partendo dalle esperienze sociali che hanno fatto da sfondo alla pandemia, sono descritte alcune delle dimensioni relazionali che sono venute in figura oggi. L'autrice sostiene la neces-sità di fare evolvere i valori delle psicoterapie umanistiche, dal sostegno al potenziale indivi-duale alla costruzione di un senso di "essere-con" l'altro, abbracciando una prospettiva più relazionale. Propone di guardare al paradigma della reciprocità, applicato attraverso un approc-cio estetico e ispirato all'ermeneutica gestaltica (fenomenologica e di campo), e presenta la Co-noscenza Relazionale Estetica (Spagnuolo Lobb, 2017a) come un mezzo per lavorare sulla sof-ferenza del paziente in modo contestualizzato, considerando la risonanza del terapeuta come parte del campo esperienziale che si crea nel setting terapeutico. Questo nuovo valore umanistico può essere realizzato concentrandosi sulla "danza" della reciprocità tra terapeuta e paziente (un modello in fase di ricerca che considera le reciproche percezioni e reazioni alle percezio-ni dell'altro, sostenute dalla vitalità che ciascuno pone nell'essere-con l'altro). In questo modo, il cambiamento terapeutico può includere sia esperienze in figura che dello sfondo. Una conse-guenza di questo nuovo valore è una svolta nella posizione etica dello psicoterapeuta: da uno sforzo narcisistico di essere un "buon terapeuta" ad un atteggiamento estetico che non nega i limiti e mette in primo piano la presenza dell'altro. Una conseguenza importante per i terapeuti è quella di prendersi cura di se stessi per essere in grado di affrontare il trauma della pandemia, cosa che si realizza anche attraverso un dialogo costante nella comunità professionale.
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Solanes, Raùl Francisco Sebastiàn. "Sociologia, etica e commercializzazione dello sport: il contributo della prospettiva relazionale di Pierpaolo Donati". SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, n.º 1 (julio de 2014): 115–33. http://dx.doi.org/10.3280/sp2014-001007.

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Saita, Emanuela, Giulia Ferraris, Sara Molgora, Valentina Fenaroli y Massimo Grassi. "L'immagine corporea in donne con tumore al seno. Una ricerca entro una prospettiva relazionale". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 4 (enero de 2019): 729–43. http://dx.doi.org/10.3280/rip2018-004011.

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Matić, Zlatko. "Odnos episkopske i svećeničke službe u pravoslavlju". Diacovensia 26, n.º 2 (2018): 221.—233. http://dx.doi.org/10.31823/d.26.2.2.

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Il presente articolo concentra la sua attenzione sulla teologia dei ministeri ecclesiali (soprattutto del vescovo e del presbitero) nella Chiesa ortodossa. La ricerca è strutturata in tre parti principali. Nella prima parte si analizza l’evoluzione dei ministeri summenzionati, la seconda parte si propone di osservare in particolare la situazione attuale nell’ortodossia, mentre nella terza parte, l’autore presenta un suo tentativo di prospettare il ministero del vescovo come ministero primariamente communionale, relazionale nei confronti di tutta la Chiesa. Così, le conclusioni affermano la prospettiva dell’ecclesiologia di comunione come il naturale quadro entro cui dobbiamo collocare tutti i ministeri della Chiesa.
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Marchi, Luciano. "Editoriale. Il controllo di gestione nella prospettiva relazionale e la sua evoluzione nelle aziende di servizi". MANAGEMENT CONTROL, n.º 1 (mayo de 2012): 5–6. http://dx.doi.org/10.3280/maco2012-001001.

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Cassia, Fabio y Alberto Marino. "Business-to-business branding: continuitÀ, discontinuitÀ e problemi aperti". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 1 (marzo de 2011): 139–59. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-001008.

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La crescente competizione globale che coinvolge sempre piů intensamente anche i mercati industriali ha portato negli ultimi anni diversi Autori ad interrogarsi circa il ruolo potenziale che la marca puň assumere per l'affermazione di vantaggi competitivi in tali contesti. Prendendo avvio da una dettagliata revisione della Letteratura sul business-to-business branding, il presente lavoro si propone innanzitutto di dimostrare come parte della conoscenza disponibile possa risultare fuorviante. Attraverso un'analisi di uno studio di Kotler e Pfoertsch (2006), si evidenzia in particolare l'inefficacia di un diretto ed incondizionato trasferimento dei principi e soprattutto delle strategie di branding dai mercati B2C a quelli B2B. Infine, il lavoro propone alcune proposizioni teoriche nella prospettiva della costruzione di un modello complessivo di business branding basato sulle circostanze, radicato nell'approccio relazionale.
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Dagnes, Joselle. "Reti sociali fra inerzia e cambiamento. Il caso delle imprese italiane quotate in borsa (1987-2007)". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 122 (junio de 2011): 111–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122008.

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L'articolo esamina le relazioni interaziendali personali e finanziarie delle imprese italiane quotate in borsa nel periodo 1987-2007, adottando una prospettiva attenta non solo agli aspetti strutturali ma anche al contesto istituzionale di riferimento. Attraverso un'analisi puntuale di questi elementi, l'autrice mette in luce l'esistenza di una corrispondenza tra la stagione di innovazione istituzionale che ha interessato il mercato finanziario italiano negli anni Novanta e il riassetto della trama relazionale degli attori collettivi coinvolti. In particolare, si evidenzia come legami di natura diversa reagiscano in modo differente alle sollecitazioni esogene: nel caso esaminato, il reticolo deglitende ad indebolirsi nel breve periodo per poi stabilizzarsi successivamente; al contrario, quello dei legami di proprietŕ mostra una maggiore inerzia iniziale, a cui segue un consolidamento nel medio periodo.
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Minola, Valeria y Anna Paschetta. "L'origine multifattoriale nei disturbi dell'apprendimento: un protocollo terapeutico con la famiglia". TERAPIA FAMILIARE, n.º 126 (noviembre de 2021): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126004.

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In questo articolo presentiamo come la terapia sistemico familiare-individuale sia effi cace nella presa in carico di un nucleo familiare che vive dinamiche relazionali complesse, altrimenti messe in ombra da una diagnosi di disturbo dell'apprendimento a carico del fi glio e dalle ricadute del disagio prettamente in ambito scolastico. Presso il nostro studio, per i ragazzi e per le loro famiglie che ci consultano, lavoriamo adattando il modello proposto dalla scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Dopo un'iniziale spiegazione sulle caratteristiche del disturbo specifi co dell'apprendimento, presenteremo la teoria della multifattorialità all'origine del DSA di Simonetta, che assumiamo come cornice teorica. Questo modello si basa sugli studi delle neuroscienze, delle teorie dell'attaccamento e della psicotraumatologia che permettono la lettura dell'eziopatogenesi del sintomo analizzando diversi livelli di complessità. Nel nostro metodo di intervento, rileviamo con particolare attenzione il signifi cato che il sintomo assume quando si esprime in un particolare contesto relazionale. Per questo dove compare un disturbo dell'apprendimento riteniamo utile indagare gli attaccamenti e lo sviluppo delle personalità dei componenti della famiglia. Inoltre aiutiamo il nucleo a rileggere le proprie dinamiche relazionali in un'ottica sistemica e approfondiamo le dinamiche passate secon do la prospettiva trigenerazionale che le sottende, stando attente a rilevare l'eventuale presenza di traumi non elaborati nelle storie di sviluppo dei componenti della famiglia. Inoltre evidenziamo l'importanza dello stile di conduzione che prevede l'utilizzo delle tecniche verbali, non verbali e i diversi formati di convocazione. Presentiamo il nostro metodo di lavoro attraverso la descrizione della presa in carico psicoterapeutica di un nucleo familiare.
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Barani, Azio. "Fiducia e leadership: spunti per una lettura della dimensione organizzativa, in particolare nella prospettiva socio-relazionale ed etica". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 113 (julio de 2022): 47–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113004.

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Obiettivo del presente contributo è quello di approfondire l'ipotesi teorica di un rapporto virtuoso tra fiducia, leadership eticamente fondata e sviluppo organizzativo. Il tema della leadership è caratterizzato da numerosi studi, teorie ed approcci; non è, pertanto, semplice arrivare ad una definizione rigorosa di leadership su cui appoggiare i successivi passi del percorso analitico. Il saggio si apre pertanto con un sintetico quadro dei diversi approcci e dalle diverse teorie di studio che emergono dalla letteratura sul tema. I paragrafi centrali sono invece dedicati all'analisi degli stili e delle competenze socio-relazionali del leader per giungere ad alcune riflessioni conclusive sul circuito virtuoso etica-relazioni-fiducia-leadership per il benessere e lo sviluppo organizzativo.
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Sartea, Claudio. "Da Oviedo a Parigi: la vulnerabilità prima e dopo l’autonomia / From Oviedo to Paris: vulnerability before and after autonomy". Medicina e Morale 66, n.º 6 (25 de enero de 2018): 779–92. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.520.

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Il presente contributo riflette sulla Convenzione di Oviedo in prospettiva diacronica, analizzando l’evoluzione dei principi guida della bioetica e della biogiuridica nel passaggio di millennio. Vengono prese come pietre miliari la Convenzione medesima e la Dichiarazione UNESCO di Parigi del 2005 su Diritti Umani e Bioetica. L’emersione progressiva del principio di vulnerabilità viene interpretata come frutto dell’influsso del pensiero femminile nel dibattito e come lento ma consistente affermarsi di una concezione della giustizia meno liberal-individualistica e sempre più solidale e relazionale. ---------- This article thinks about the Oviedo Convention in a diachronic perspective, analyzing the evolution of the guiding principles of bioethics and biolaw in the millennium. The same convention and the 2005 Paris UNESCO Declaration on Human Rights and Bioethics are taken as milestones. The progressive emergence of the principle of vulnerability is interpreted as the result of the influence of women’s thinking in the debate and as slow but consistently affirming a less liberal-individualistic conception of justice and more and more relational conception.
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Micotti, Sara. "Un setting tra diritto ed emozioni: la consulenza tecnica nelle separazioni giudiziali". INTERAZIONI, n.º 2 (febrero de 2013): 73–83. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002007.

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In questo articolo l'autrice s'interroga sul lavoro dello psicoterapeuta psicoanalitico della famiglia, quando č chiamato dal giudice a svolgere una consulenza tecnica nelle separazioni giudiziali. Le sedute non si limitano alla registrazione puntuale dei fatti (quale testimonianza), ma diventano un ascolto teso alla ricerca e alla comprensione del significato relazionale degli stessi, nella prospettiva di una mentalizzazione conoscitiva e al tempo stesso trasformativa, obiettivo richiesto dal quesito del Giudice. Viene evidenziato come l'intervento possa aiutare i figli a manifestare i propri bisogni emotivi e i genitori a leggerli. Se il lavoro si svolge sia a livello conoscitivo, sia a livello fantasmatico - anche attraverso i test carta e matita e la tecnica del "disegno congiunto della famiglia" - esso puň attivare nei protagonisti la "capacitŕ di sorprendersi" (Winnicott, 1968; Schacht, 2001; Bolognini, 2001). Le vignette cliniche dell'autrice cercano di mostrare come siano possibili aperture di senso e movimenti verso la consapevolezza delle emozioni in famiglie con figli bambini, preadolescenti, adolescenti.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Stress e benessere organizzativo. Un modello gestaltico di consulenza aziendale". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (septiembre de 2012): 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001009.

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Viene presentato un modello di consulenza aziendale gestaltica, basato sul modello di gruppo giŕ pubblicato dall'autrice (Spagnuolo Lobb, 2011). Vengono distinti criteri sincronici e diacronici di osservazione del benessere del gruppo aziendale. Viene presentata una griglia di osservazione dei gruppi, utilizzabile dagli esperti in consulenza aziendale gestaltica, e un'intervista attraverso la quale č possibile fare un'analisi qualitativa della cultura del/i manager sul gruppo di lavoro. I risultati dell'intervista vengono integrati con i risultati dell'osservazione del clima del gruppo aziendale da parte dei consulenti, allo scopo di dare una restituzione (consulenza) alla committenza. Questo modello di consulenza aziendale č basato su una prospettiva estetica, fenomenologica e relazionale. Questo lo rende sintonico con le logiche aziendali, centrate sul "next", cioč sulla soluzione dei problemi piů che sulla loro comprensione analitica, e incoraggiante perché focalizzato sulla capacitŕ di vedere l'armonia che giŕ esiste (e che in alcuni casi vorrebbe essere sostenuta) nelle relazioni del gruppo.
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Forabosco, Giovannantonio. "Psicologia dell'umorismo. Un excursus". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (mayo de 2021): 289–302. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11641.

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L'attenzione della psicologia per l'umorismo si è andata intensificando a partire dagli anni '70. Da oggetto di ricerca occasionale e periferico ha acquistato una sensibile rilevanza documentata da pubblicazioni e convegni di numero e  qualità crescente.L'umorismo può essere utilmente inquadrato come un fenomeno processuale in cui a uno stimolo viene data una reazione di divertimento in funzione delle caratteristiche dello stimolo e delle variabili di personalità intervenienti. Gran parte dell'approccio psicologico mira ad analizzare e descrivere i termini di questo processo e le loro interazioni. L'umorismo si presenta come un'entità multidimensionale, in cui un ruolo chiave è svolto dalla dimensione cognitiva, insieme a quella dinamica e a quella relazionale. In questa prospettiva vengono anche riposizionate le cosidette "teorie tradizionali", tra cui quelle dell'incongruità, del sollievo e della superiorità. Vengono inoltre delineati alcuni tra gli aspetti di cui l'indagine psicologica si è occupata, come il "senso dell'umorismo" e le funzioni dell'umorismo.
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Rossi Sciumè, Giovanna. "Problemi sociologici emergenti nel merito del dibattito sulla procreazione assistita". Medicina e Morale 42, n.º 1 (28 de febrero de 1993): 165–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1074.

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Il contributo si propone di analizzare sotto il profilo sociologico alcuni dei principali nodi problematici evidenziatisi in seguito alla diffusione delle tecniche di procreazione assistita. Il punto di partenza di questa analisi è costituito dal superamento della definizione strettamente medica della sterilità e della considerazione di tale fenomeno come "questione sociale totale", che coinvolge l'individuo nella sua interezza, vale a dire nella sua dimensione fisica, psichica, affettiva e relazionale. L'assunzione di tale prospettiva implica inevitabilmente un'attenta valutazione dell'impatto delle tecniche di procreazione assistita sulla specifica configurazione della famiglia e della coppia che a tali tecniche si rivolge; inoltre, la diffusione di queste procedure, che, come si può intuire, ha comportato un mutamento di segno problematico del significato della genitorialità, richiede, al fine di evitare un ripiegamento in senso puerocentrico e narcisistico della cultura familiare, la delineazione dei diritti di tutti i soggetti coinvolti nel procedimento di procreazione assistita - ed in primo luogo di quelli del bambino nato tramite queste tecniche - ed un leale confronto tra i diritti stessi.
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Lorusso, Stefano. "Gestione delle aziende pubbliche: dal "principe" al valore pubblico". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 3 (noviembre de 2021): 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003002.

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Il contributo propone una analisi dei diversi approcci che hanno caratterizzato la gestione delle aziende pubbliche. Partendo dalle prime suggestioni di Machiavelli sono riportati i diversi approcci in modo cronologico, evidenziando per ciascun modello l'aspetto concettuale mag-giormente rappresentativo. Ogni modello risente dell'assetto istituzionale di rife-rimento che definisce priorità e finalità, ed è così che partendo dallo stato di dirit-to si arriva a quello che è comunemente definito lo Stato relazionale. Nel tempo cambia il focus dell'azione della pubblica, che dapprima si concentra sulle procedure e le regole per poi per poi focalizzarsi sui risultati. Negli ultimi an-ni, poi, nella gestione pubblica diventano rilevanti le istanze provenienti dai di-versi attori e organismi sociali intermedi. La prospettiva fondamentale diventa la costruzione di relazioni, interazioni collaborative e partenariati tra soggetti pub-blici e privati. Attraverso poi la metafora dell'analisi sistemica per ciascun mo-dello si evidenzia l'elemento costitutivo dell'organizzazione pubblica (struttura, meccanismi operativi e processi) che diventa predominante. In conclusione in ragione della rappresentazione fornita, il lavoro si sofferma sull'evoluzione del ruolo della popolazione di riferimento di ogni pubblica amministrazione.
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Patrizia Galeri. "Training in the care of the common home: sustainable tourism as a driver for an integral ecology". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, n.º 2 (31 de julio de 2021): 21–35. http://dx.doi.org/10.36253/form-11329.

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The growing importance that the sustainability is experiencing, in relation to the territorial culture, highlights the need to educate people who will be able not only to guide territorial initiatives and resources, but also to create synergies among different subjects, increasing as a consequence the relational capital and diversifying sustainable touristic projects in order to respond to the characteristics of a fare development. Sustainable tourism and the education that lies at its basis are related to the interpretation of green economy current heuristic curves and outcomes, which offers the possibility of creating jobs and boosting innovative activities. Sustainable tourism, whose main features are here described and compared to other types of tourism, is strictly related to the topics and the issues concerning human development, being nowadays a powerful driver to increase placement. Formazione alla cura della casa comune: il turismo sostenibile come driver per un’ecologia integrale L’importanza sempre maggiore assunta dalla sostenibilità in riferimento alla cultura del territorio, evidenzia la necessità di formare persone capaci di orientare le iniziative e le risorse territoriali, di creare sinergie tra i molti soggetti, producendo un incremento del capitale relazionale e una diversificazione di progetti turistici sostenibili per rispondere alle esigenze di sviluppo equo e solidale. La prospettiva del turismo sostenibile e della sua formazione è connessa con un’interpretazione delle attuali curvature e risultanze euristiche della green economy, che offre possibilità per la creazione di lavoro, e di attività creativo-innovative. Il turismo sostenibile, di cui si offre una disamina dei contenuti e dei valori in parallelo ad altre forme di turismo, è in profonda sintonia con i temi e le prospettive dello sviluppo umano e rappresenta, oggi, uno straordinario driver per potenziare il placement.
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Colucci, Massimiliano. "(Est)etica delle infezioni correlate all’assistenza / (Est)ethics of infections related to assistance". Medicina e Morale 66, n.º 4 (11 de octubre de 2017): 457–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.501.

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Le infezioni correlate all’assistenza sono un problema mondiale. Si possono prevenire attraverso programmi di igiene e abitudini corrette, come il lavaggio delle mani. Tra le cause ci sono probabilmente le unghie artificiali e gli anelli. Anche se manca un’evidenza definitiva per sostenere il divieto di indossarli durante la prassi assistenziale, in una condizione di incertezza, la migliore presa di posizione sul piano etico è di agire secondo precauzione. Inoltre, l’estetica può essere considerata un valore in sé, ma nell’ambiente sanitario le scelte estetiche non dovrebbero rappresentare un pericolo per il paziente. L’autonomia dei professionisti sanitari andrebbe perciò bilanciata coi principi di non-maleficenza e giustizia, in una prospettiva relazionale: è una questione di responsabilità verso i pazienti, i colleghi e la comunità. Infine, il professionista sanitario ha un suo specifico essere- in-relazione, che è la relazione di cura. Se un paziente affida se stesso a un professionista sanitario, un autentico valore estetico sta nell’impegno a non diminuirne le possibilità di esistenza. Bellezza, in questo caso, significa la migliore igiene delle mani. ---------- Healthcare-associated infections are a problem worldwide. They can be prevented through hygiene programs and good habits, like hand-washing. Among causes there are probably artificial fingernails and finger rings. Even if there is not a definitive evidence to support the prohibition to wear them during healthcare practice, in a condition of uncertainty the best ethical stance is to act according to precaution. Moreover, aesthetics may be considered as a value in itself, but in a healthcare setting aesthetical choices should not pose a threat to the patient. Therefore, health care professionals’ autonomy should be balanced with non-maleficence and justice principles, in a relational perspective: it is a matter of responsibility towards patients, coworkers, and community as well. Finally, the healthcare professional has a proper being-in-relationship, that is the cure relationship. If a patient entrusts himself to a healthcare professional, an authentic aesthetic value may be the commitment to not decrease the possibilities of patients’ existence. Beauty, in this case, means the best hand hygiene.
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Žak, Lubomir. "L’attualità della “ecclesiologia fondamentale” della Lumen gentium: invito a una rilettura in chiave del simbolismo cristologico-trinitario". Revista Pistis Praxis 7, n.º 2 (13 de septiembre de 2015): 395. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.07.002.ds05.

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Il presente contributo riflette sulla Lumen gentium dal punto di vista della sua attualità. Questa viene cercata non tanto nelle singole prese di posizione o formulazioni della Lumen gentium, considerate importanti perché in grado di stimolare l’ecclesiologia postconciliare. L’attualità che sta al centro dell’interesse dell’Autore viene intravista piuttosto nell’impostazione ecclesiologico-ermeneutica di fondo della costituzione. Si parte dal presupposto che tale impostazione si stagli con sufficiente chiarezza quando la Lumen gentium viene interpretata in quell’orizzonte fondamentale di pensiero, che fu adoperato dai padri conciliari per elaborare le loro riflessioni su tutti i grandi temi della dottrina cattolica. Esso consiste nella centralità ermeneutica della Rivelazione di Dio triuno in Gesù Cristo, ossia nel voler trattare ciascun tema, inclusi i temi di ecclesiologia, sub Revelationis luce. L’Autore si impegna a sviluppare l’interpretazione della Lumen gentium a partire da come questo presupposto viene concretizzato da K. Rahner. Il teologo gesuita considera, infatti, la Rivelazione trinitaria centrale per la teologia proprio per il fatto che essa permette di elaborare un pensiero credente adeguato, fondato sulla visione della persona di Cristo come “simbolo reale”, in quanto in Lui si manifesta realmente Dio Padre. Secondo Rahner, ciò che vale di Cristo, vale anche della Chiesa, essendo essa “simbolo reale” della presenza di Cristo i mezzo agli uomini. Alla luce di una tale visione della Chiesa, l’Autore fa vedere come nella Lumen gentium è presente, in effetti, una prospettiva ermeneutica che segue la logica del “simbolo”. Essa emerge in modo esplicito o implicito laddove, nella costituzione, viene tematizzato il rapporto tra vescovo e collegio dei vescovi, vescovo e Chiesa locale, Chiesa locale e Chiesa universale e via dicendo, rapporto per il quale vale che una realtà è simboleggiata dall’altra. Interpretare la Lumen gentium in questi termini significa ammettere che la Chiesa e tutto ciò che essenzialmente fa parte di essa sono di indole “simbolica”. L’Autore cerca di dimostrare, che al centro di tale comprensione simbolica della Chiesa e degli elementi di ecclesialità sta, in ogni caso, quella verità che è centrale per la simbolicità della persona di Cristo: la Sua sostanziale identità relazionale di origine trinitaria. Questa verità porta a dover affermare che tutto ciò che è ecclesiale è sostanzialmente relazionale.
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de Rienzo, Antonio. "Il giorno in cui il tempo si è fermato. Stati primitivi di non integrazione, working through multidimensionale e nascita del soggetto analitico". STUDI JUNGHIANI, n.º 55 (agosto de 2022): 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/jun55-2022oa14072.

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Questo articolo si fonda su un'idea, ed è costruito intorno ad un'esperienza clinica che mi ha aiutato ad ampliarne la comprensione. L'idea, alla base del lavoro di diversi autori, è che quando il campo analitico è saturo di contenuti mentali primitivi e non integrati, il controtransfert somatico dell'analista è un prezioso indicatore di una forma di comunicazione profonda e dissociata. L'esperienza clinica, riguarda la difficile elaborazione di un controtransfert complesso e sfaccettato che ha avuto luogo durante le prime fasi dell'analisi di una paziente per me molto difficile da contenere, che comunicava in modo estremamente dissociato. Questa esperienza, descritta dettagliatamente nell'articolo, mi ha portato a formulare l'idea clinica che il campo transferale sia composto da strati distinti (psicoide, affettivo, verbale), e che ognuno di essi possa trasmettere informazioni diverse, anche contrastanti. A corollario di ciò, l'analista dovrebbe essere pronto ad accettare sensazioni, sentimenti e pensieri contrastanti allo stesso tempo, poiché potrebbero essere gli ingredienti di base di una complessa reverie. L'analista, in tale corcostanza, si troverebbe a contatto con la propria molteplicità interna allo stato grezzo, prima che un'immagine simbolica possa emergere per collegare tra loro i frammenti dell'esperienza. Tuttavia, lo scopo fondamentale di questo articolo non sta nel suggerire un'idea, ma nel condividere l'esperienza clinica di un complesso working through. Questa esperienza ha favorito, nella coppia analitica, la nascita di una nuova prospettiva relazionale più umana: la capacità di stare insieme nel tempo, in uno spazio transizionale dove non c'è né completa separazione né fusione assoluta.
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Giampà, Federica, Stefano Magno, Laura Agostini, Annalisa Di Micco, Claudia Maggiore, Bianca Maria De Cesaris, Roberta Rossi, Chiara Simonelli y Filippo Maria Nimbi. "Tumore al seno e sessualità: uno studio esplorativo sugli aspetti psicologici e affettivi". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (noviembre de 2021): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2021-002001.

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Il tumore al seno è la forma di cancro più frequente e, ancora oggi, nonostante vi sia stato un miglioramento della prognosi, esso rimane la prima causa di morte da tumore nelle donne. L'obiettivo del presente studio è stato quello di valutare la qualità della vita e indagare gli aspetti psicologici, sessuologici ed affettivi in donne affette da carcinoma mammario, ponendole a confronto con un gruppo di con-trollo e identificare le possibili differenze. Il protocollo, composto da strumenti self-report, è stato somministrato a 97 donne suddivise in due gruppi: il gruppo clinico (n = 44 donne con tumore al seno in menopausa iatrogena) e il gruppo di controllo (n = 53 donne in menopausa). Le analisi hanno cercato di indagare quali domini hanno determinato la significatività nel confronto tra i due gruppi. È stato valutato il funzionamento sessuale (FSFI) e il distress (FSDS), il funzionamento psicologico (SCL-90-R) ed emozionale relativo alla sessualità (PANAS). Le donne con cancro al seno in menopausa iatrogena hanno mostrato maggio-ri difficoltà sessuali rispetto alle donne in menopausa naturale. Similmente, sinto-mi come ansia e depressione sono presenti in maniera più o meno sfumata nelle donne in menopausa naturale, mentre acquistano maggior valore in quelle in cui la menopausa è stata indotta precocemente. I dati che emergono dallo studio hanno risvolti notevoli sia per ricerche future che per l'attività clinica, sottolineando come la prospettiva biopsicosociale sia fondamentale per comprendere a pieno il vissuto personale e relazionale connesso alla patologia.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Dialoghi sulla psicoterapia al tempo del Coronavirus: un'introduzione". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (junio de 2021): 11–19. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001002.

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Questo report fornisce un quadro della sezione speciale intitolata "Dialoghi sulla psicote-rapia al tempo del Coronaviru". Dodici eminenti psicoterapeuti e formatori della Gestalt pro-venienti da diverse parti del mondo sono stati invitati dall'Istituto di Gestalt HCC Italy - Scuo-la di Specializzazione in Psicoterapia riconosciuta dal Ministero dell'Università e della Ricerca - a condividere la loro esperienza della pandemia. Il webinar, organizzato il 15-16 maggio 2020, ha ospitato 850 partecipanti da tutto il mondo, che hanno potuto riflettere su come mi-gliorare le loro competenze come psicoterapeuti in questo momento di trauma globale, e tra-sformare questo evento epocale in un'opportunità di crescita. Dal loro dialogo sono emersi nuovi valori umanistici: uno spostamento dal sostenere lo sviluppo del potere personale al nuovo valore dell'essere-con e riconoscere l'altro. Questa discussione ha rivelato come la psi-coterapia della Gestalt, con la sua prospettiva sul sé come processo che ha luogo al confine di contatto con l'ambiente, e la sua anima relazionale che guarda alla co-creazione tra terapeuta e paziente, può contribuire significativamente a questa svolta. I relatori hanno riportato in questa sezione le loro riflessioni personali, cliniche e teoriche offerte durante il webinar. Il loro obiet-tivo può essere espresso con la domanda "Come possiamo raccontare ai nostri figli ciò che stiamo vivendo con un senso di bellezza e coraggio, in modo che possano andare avanti nella loro vita, contando su una base sicura e significativa?".
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Fiscella, Patrizia. "Il respiro del passo: il cammino come metafora biografica". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 18 (septiembre de 2012): 99–113. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018011.

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La "metafora del cammino" qui utilizzata, fa riferimento ad un cammino adulto consapevole e dotato di senso che, in quanto tale, affronti nel suo procedere quelle tematiche che non possono essere disgiunte da un discorso formativo adulto: riflessivitŕ, esperienza, autoapprendimento, consapevolezza, responsabilitŕ, libertŕ di scelta. Ma il cammino esprime la sua forza metaforica anche attraverso la presenza dell'elemento fisico, il coinvolgimento dell'elemento corporeo che č immagine di un apprendere attraverso l'esperienza. Le metodologie formative esperienziali consentono agli adulti un apprendimento che, a partire dalla propria specificitŕ e soggettualitŕ, passando attraverso l'azione, le emozioni e la dimensione relazionale, generi un reale sviluppo delle capacitŕ cognitive. Dare voce a cammini di donne č per l'autore sia opportunitŕ per rammentare una lacuna storica in tutte le scienze sociali, cui č mancata una delle due voci, sia occasione per evidenziare che la formazione degli adulti deve prendere le distanze dalla generalizzazione. L'attenzione al genere č un punto di partenza, occasione per arrivare a sviluppare una prospettiva piů ampia che focalizzi la centralitŕ del soggetto, pur con la sua peculiaritŕ di genere, che in ambito formativo equivale a scegliere metodologie che mettano effettivamente il soggetto al centro, come, appunto, i metodi narrativi e autobiografici: dare voce alla biografia, e tramite essa al soggetto che la narra, ri-costruire la propria identitŕ ed empowerment, fino alla ricerca di senso e alla ricostruzione di senso. Legittimare il duale, dunque, per arrivare al singolare; legittimare la differenza per evidenziare l'individualitŕ.
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Nicoletti, Pierluigi Gabriel y Sara Di Giacomo. "La voce del silenzio". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (noviembre de 2011): 137–42. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003009.

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In questo articolo viene discusso il caso clinico trattato dal dott. Luci, terapeuta cognitivo comportamentale, secondo una prospettiva sistemicorelazionale. La storia di L. puň essere vista come la storia di una donna che viene alla luce dopo un lungo soggiorno nell'ombra di un dolore che non poteva/doveva essere espresso, poiché motivato da buone e "giuste" ragioni. La solitudine e l'abuso, prima del senso di colpa per aver tradito il "mandato" familiare, hanno con ogni probabilitŕ veicolato in L., bambina, l'idea di essere "indegna" e "cattiva". In questa cornice la rabbia, se c'era, andava rivolta verso se stessi. Unica risposta possibile alla lunga serie di traumi e di perdite laceranti. Le prime difficoltŕ di L. compaiono durante l'adolescenza, una fase del ciclo vitale dell'individuo e della famiglia in cui vengono al pettine nodi che si sono stretti in periodi precedenti. Come per tutti i sistemi familiari, anche a quello di L. č richiesta in questa fase una nuova capacitŕ di adattamento e di accettazione della separazione. Viene posto l'accento sull'importanza della storia e del contesto relazionale per la determinazione dell'individuo adulto. Il cambiamento terapeutico puň essere descritto nei termini della possibilitŕ di permettere alla paziente di rivisitare la propria storia e l'esperienza traumatica, di rinarrarla e condividerla. Č all'interno di questa cornice che la paziente puň fare al terapeuta il grande dono di affidarsi a lui e riuscire progressivamente nel lavoro di integrazione del Sé.
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Di Grazia, Massimo. "Breve guida al counseling psicosessuale in chirurgia andrologica". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (noviembre de 2020): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002004.

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La prospettiva della sessualità umana coinvolge un gran numero di dimensioni di diversa natura: biologica, psicologica, antropologica, sociale, relazionale, cultu-rale e interpersonale. Queste dimensioni sono importanti per la lettura della do-manda sessuologica e consentono un assessment psicosessuologico del pazien-te/cliente/utente e la valutazione dell'idoneità ad essere sottoposto ad un interven-to di chirurgia andrologica. La lettura della domanda sessuologica, eseguita dal clinico, permette di rendere più consapevoli i pazienti/utenti/clienti prima del trat-tamento e consolida il rapporto di fiducia in quanto permette un care to care del soggetto. È necessario che il clinico sviluppi una particolare attenzione riguardo al "Saper Ascoltare ed al Saper Domandare". Il clinico si può anche avvalere di strumenti di misura sia psicologici sia sessuologici che gli consentono di aumentare la compliance di presa in carico dei pazienti/utenti/clienti. È opportuno che il clini-co ponga particolare attenzione alle complicanze e agli esiti attesi e non attesi dai pazienti/utenti/clienti, della chirurgia andrologica o di qualsiasi altro trattamento. Per un buon raggiungimento di soddisfazione dei pazienti/utenti/clienti sono importanti sia la significazione vitale che la ricontestualizzazione affettiva dei sog-getti stessi e questo deve essere tenuto conto sia da parte della terapia medica-farmacologica e/o chirurgica e sia dalla terapia psicosessuologica. I migliori risulta-ti terapeutici si ottengono con un approccio pluridimensionale e pluridisciplinare, proprio perché la sessuologia non è una scienza autonoma ma si fa contaminare da tante altre discipline.
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Lingiardi, Vittorio y Giuseppe Di Cicilia. "La relazione terapeutica: quando una relazione diventa veicolo di cambiamento?" QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, n.º 45 (enero de 2020): 101–18. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8990.

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Cosa fa di una "relazione" una relazione che cura? La ricerca sul funzionamento e l'efficacia della psicoterapia, in termini sia clinici (effectiveness) sia statistici (efficacy), continua a rappresentare uno dei temi principali della letteratura scientifica. Inizialmente studiata solo in ambito psicoanalitico, negli ultimi anni la relazione terapeutica è stata approfondita anche da altre prospettive teoriche. Alleanza terapeutica, azione terapeutica, relazione reale, transfert, risposte emotive del terapeuta, caratteristiche del paziente, caratteristiche del terapeuta, attaccamento, sistemi motivazionali interpersonali: sono questi alcuni degli ingredienti attivi della situazione clinica. Oggi tutti concordano nell'affermare che la relazione terapeutica è il prodotto dell'incontro tra due soggettività, quella del paziente e quella del terapeuta. La diade terapeutica si ritrova costantemente a co-costruire lo spazio della cura in un'ottica bi-personale. In questo contributo verranno presentati e discussi gli aspetti principali che caratterizzano la relazione terapeutica in una prospettiva d'integrazione tra ricerca empirica e pratica clinica.
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De-Virgilio, Giuseppe. "«Cerca il suo volto!» (Sal 24,6). Aspetti del documento «Che cos’è l’uomo?» (Sal 8,5)". Scripta Theologica 53, n.º 1 (31 de marzo de 2021): 151–68. http://dx.doi.org/10.15581/006.53.1.151-168.

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L’articolo offre una presentazione analitica del documento della Pontificia Commissione Biblica: Che cos’è l’uomo? (Sal 8,5). Un itinerario di antropologia biblica (30-IX-2019), segnalando alcuni aspetti del messaggio teologico di Gen 1–3. Dopo aver presentato il contesto, la finalità e l’articolazione del Documento, si sottolineano due motivi esemplari del messaggio antropologico di Gen 1–3: a) ’ådåm e le sue relazioni; b) Alla ricerca del volto (Gen 3,8). Vengono infine segnalate tre prospettive emergenti dalla riflessione sul Documento. La prima prospettiva è data dalla relazione tra antropologia e cristologia. La seconda prospettiva si inquadra nell’interpretazione ampia della vicenda umana alla luce della storia di alleanza con Dio. La terza prospettiva concerne la dialettica tra la debolezza creaturale e la potenza vivificante dell’azione divina.
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Caputi, Rosastella y Valentina Iavasile. "Intimitŕ, sessualitŕ e tradimento nella coppia". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 34 (diciembre de 2011): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34006.

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Viene esplorata la dimensione dell'intimitŕ di coppia, dando particolare rilievo alle dinamiche relazionali implicate nella sessualitŕ e nel tradimento. In primo luogo, vengono delineate le differenze di genere nell'atto sessuale e gli aspetti non relazionabili presenti in ogni relazione di coppia. Č stata messa in luce la dialettica in cui trova spazio il tradimento. In tale prospettiva vengono descritte due "tipologie" di tradimento: il tradimento in "chat", in cui l'altro č un altro virtuale e lo scambismo, ovvero un paradosso in termini, in cui l'esperienza dell'inclusione di un terzo nella relazione č codificata da entrambi i partner.
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Procacci, Michele. "Le conseguenze dell'amore. Distacco e solitudine". PSICOBIETTIVO, n.º 1 (marzo de 2012): 120–25. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001008.

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Il caso di G. permette di fare alcune osservazioni sulla psicopatologia e sulle strategie terapeutiche utilizzabili in un caso del genere. G. viene inquadrata come un individuo con sintomi di compartimentazione dissociativa emersi in seguito ad una relazione affettiva avvenuta in etŕ matura. Le modalitŕ descritte della relazione, cosě come precedenti situazioni relazionali vissute da G. in famiglia, portano all'ipotesi di una co-presenza di un tratto dipendente di personalitŕ. Vengono analizzate le due condizioni di sofferenza psicopatologica e di eventuale co-esistenza nel descrivere le dinamiche di mantenimento e poi di scompenso psicopatologiche del caso. Alcune brevi note sulle strategie terapeutiche da adottare in una prospettiva cognitiva vengono aggiunte a conclusione del commento.
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Scarano, Lorenzo. "Poteri, interessi e tecniche nella regolazione del mercato: preliminari sulla giustizia nel contratto di lavoro". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 137 (febrero de 2013): 107–52. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137004.

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Il diritto dei contratti č oggi interessato da una radicale metamorfosi. Le piů recenti prospettive regolative attribuiscono rilevanza giuridica alle situazioni di potere che coinvolgono i soggetti nel mercato e nel rapporto, spesso al fine di intervenire sull'equilibrio dell'affare e tutelare la parte debole della relazione. A tal proposito si parla di giustizia contrattuale. Il saggio si propone di analizzare con metodo comparato queste tendenze, confrontandole con il modello di riferimento - il diritto del lavoro - nella prospettiva di cogliere profili affini e tratti differenziali. Oltre alle contaminazioni fra i modelli, l'indagine pare rivelare persistenti distanze, sia sul versante delle tecniche di tutela che sotto l'aspetto delle finalitŕ normative.
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