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Giuliana, Civinini. "Quali prospettive per la formazione giudiziaria europea?" QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 6 (febrero de 2011): 230–39. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006020.

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1. Premessa. Il ruolo della formazione giudiziaria2. La formazione giudiziaria europea a "grandi tappe". Dal Programma Shuman al Programma di Stoccolma3. La Comunicazione della Commissione del settembre 2011. Oggetto, funzione e responsabilitŕ della formazione giudiziaria europea4. L'Europa dei giudici: costruire una cultura giuridica comune. Le criticitŕ5. Quale formazione giudiziaria per l'Europa: obiettivi e mezzi6. Un futuro possibile?
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Viaro, Maurizio, Ilenia Barile, Chiara Beghin, Mara Germani, Rosmaria Giuliano, Anna Nemes y Michela Zanella. "Formazione e Identitŕ sistemiche". TERAPIA FAMILIARE, n.º 96 (agosto de 2011): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-096001.

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In questo articolo, gli AA. si propongono di illustrare un modulo di programma formativo, attualmente in fase di attuazione presso il Centro Padovano di Terapia della Famiglia, volto a far acquisire ai futuri terapeuti sistemici definiti strumenti di analisi dell'interazione, enfatizzando tale competenza, peculiare alle identitŕ relazionali - sistemiche e alla storia - in particolare all'esperienza della cosiddetta "scuola di Milano". Il programma č basato su esercitazioni in aula integrate con momenti di apprendimento a distanza, tramite sito web dedicato. Questo progetto nasce dall'esigenza di valorizzare alcune componenti specifiche di una formazione e di una identitŕ che si dicono relazionale-sistemiche, rivisitando alcuni concetti fondanti questo approccio e integrandoli con strumenti e tecniche derivate dalla formazione a distanza. La seduta familiare congiunta e l'analisi della comunicazione in ottica pragmatica possono continuare ad essere oggi elementi caratterizzanti, anche se non piů esclusivi, di una formazione sistemica, come lo sono della sua storia e della sua identitŕ.
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3

Argentino, Paola. "7. Una esperienza di formazione per operatori di SR: il progetto siciliano". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (septiembre de 2004): 85–86. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000113.

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Il progetto PROGRES prevedeva, laddove vi fossero state le condizioni, una fase successiva alla ricerca in senso stretto, volta a realizzare corsi di formazione per operatori di SR (fase 3), a partire proprio dalle informazioni raccolte nell'ambito della ricerca. Nella Regione Siciliana, grazie all'impegno dell'Assessorato alla Sanità, è stato possibile realizzare la fase 3 (Argentino, 2002, 2003). Il progetto di formazione si è sviluppato in due programmi, di base e avanzato. Il programma di base prevedeva l'addestramento degli operatori all'utilizzo dei principi e delle metodologie di valutazione e pianificazione descritti nel manuale per la ‘Valutazione di Abilità e Definizione di Obiettivi’ (VADO) (Morosini et al., 1998). Il programma avanzato prevedeva, invece, la possibilità per i partecipanti di scegliere tra vari modelli teorici e pratici; è stato quindi deciso, dopo una rilevazione tra gli stessi partecipanti, di orientare il programma di formazione avanzato sull'applicazione nelle SR della psicoterapia della Gestalt (Perls et al. 1951; Spagnuolo Lobb, 2001).I corsi di formazione PROGRES sono stati articolati su due moduli: il 1° modulo di quattro giorni (32 ore didattiche) ha approfondito gli aspetti teorici, clinici e valutativi, sviluppando inoltre gli strumenti di intervento terapeutico e riabilitativo. Il 2° modulo di tre giorni (24 ore didattiche) è stato indirizzato alla verifica dell'applicazione degli strumenti forniti e alla supervisione clinica. Tra il 1° e 2° modulo è stata favorita l'attuazione degli argomenti trattati nella realtà lavorativa dei partecipanti, con la realizzazione dei cosiddetti ‘Progetti Work’. Tutte le unità didattiche, compresi i progetti work, hanno ruotato attorno al nucleo portante costituito dal “Modello Gestaltico Comunitario” (Argentino, 1997, 2001; Spagnuolo Lobb, 1997).
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Molini, E., M. C. Cristi, R. Lapenna, L. Calzolaro, E. Muzzi, E. Ciciriello, A. Della Volpe, E. Orzan y G. Ricci. "Raccomandazioni per perfezionare i programmi regionali di screening uditivo neonatale universale in Italia". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 1 (febrero de 2016): 10–14. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1072.

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L’obiettivo dello screening uditivo neonatale universale è di ottenere una diagnosi precoce di ipoacusia congenita. Non appena confermata la perdita uditiva, è necessario intervenire dal punto di vista riabilitativo. Nell’ambito del progetto del Ministero della Salute CCM 2013 “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” un gruppo di professionisti appartenenti a centri di terzo livello con un programma regionale di screening uditivo neonatale, ha analizzato i limiti e i punti di forza dell’attuale impostazione dei programmi regionali di screening uditivo neonatale mediante l’analisi SWOT e la realizzazione di una matrice TOWS. Alcune criticità sono rappresentate dalla copertura dello screening e dal numero di persi allo screening. Sono state sviluppate raccomandazioni volte a migliorare l’efficacia di tali programmi. Sono emerse la necessità di una regolamentazione uniforme dei programmi di screening a livello regionale e nazionale, e il bisogno di ricevere informazioni e formazione aggiornate, di alta qualità, e condivise per familiari e operatori.
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Szot, Przemysław. "La formazione liturgica nel movimento ecclesiale Luce-Vita in Polonia". Tarnowskie Studia Teologiczne 35, n.º 1 (30 de junio de 2016): 189–204. http://dx.doi.org/10.15633/tst.1723.

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Il Movimento Luce-Vita in Polonia è uno tra molti movimenti del rinnovamento della Chiesa di quali ha parlato il Concilio Vaticano II. Il suo obiettivo è però la liturgia sulla quale si concentra per badare la sua rinascita. Lo scopo di questo movimento è condurre la gente alla maturità cristiana, attraverso la liturgia che è fonte e culmine della vita cristiana. Il movimento propone, dunque, un vasto programma formativo per i fedeli adatto, sia per i laici, sia per i preti che per le persone consacrate, rispettando anche le differenze dell’età.
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Emanuel, Federica. "Train academics to design and assess using learning outcomes: new challenges in Higher Education". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 2 (30 de junio de 2022): 78–90. http://dx.doi.org/10.36253/form-13103.

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Resumen
The paper reflects on the topic of learning outcomes in Higher Education. The emphasis on the education process and learning benefits students, faculty, and institution. The theme of learning outcomes in relation to instructional design and assessment becomes the subject of faculty development programs; a three-level training is hypothesized and discussed, starting with the IRIDI training program for faculties at the University of Turin. The first level is the exploration of learning outcomes’ topic, which can start from the syllabus development. The second level refers to the reinforcement of the use of learning outcomes in the didactic and assessment practices. The last level emphasizes the importance of providing faculty with specific training, with a collegial and institutional focus. This training model will be able to support and promote student-centered, inclusive, and quality teaching in Higher Education. Formare i docenti universitari a progettare e valutare secondo i learning outcomes: nuove sfide in Higher Education. Il contributo presenta una riflessione sul tema dei learning outcomes nella didattica universitaria. L’attenzione per il processo didattico e l’apprendimento portano benefici per studenti, docenti e istituzione. Il tema dei learning outcomes in relazione alla progettazione didattica e alla valutazione diventa oggetto della formazione dei docenti universitari; viene ipotizzata e discussa una formazione a tre livelli, partendo dalla analisi del programma di formazione IRIDI per i docenti universitari dell’Università di Torino. Il primo livello è quello della esplorazione del tema dei learning outcomes, che può partire dalla redazione della scheda di insegnamento. Il secondo livello si riferisce al consolidamento dell’uso dei learning outcomes nella pratica didattica a valutativa dei docenti universitari. L’ultimo livello sottolinea l’importanza di offrire ai docenti una formazione specifica sul tema, con una attenzione collegiale e istituzionale. Questo modello di formazione potrà sostenere e promuovere una didattica centrata sullo studente, inclusiva e di qualità.
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Szewczul, Bożena. "Zadania osób konsekrowanych według uchwał II Polskiego Synodu Plenarnego (1991-1999)". Prawo Kanoniczne 46, n.º 3-4 (20 de diciembre de 2003): 39–64. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2003.46.3-4.03.

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Il II Sinodo Plenario della Polonia si propone di rinnovarvi la vita cristiana dei fedeli. Nella realizzazione del programma di tale rinnovamento doveno inserirsi anche tutti i consacrati. Nell’ambito di questo impegno ecclesiale i decreti del Sinodo presentano i compiti più importanti delle persone consacrate che stanno vivendo la loro vocazione speciale in Polonia all’inizio del terzo millennio. Nell’articolo l’autrice parla in primo luogo della necessità, da parte dei consacrati, di mantenere viva la loro identità vocazionale specifica e poi dedica un ampio spazio al bisogno del primato della vita spirituale nella loro vita sottolineando l’importanza della consacrazione e del’osservanza dei consigli evangelici, il valore della vita fraterna, la promozione vocazionale e la ncessità della formazione permanente.
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Savarese, Giulia, Monica Romei, Luna Carpinelli, Daniela D’Elia, Rosa Angela Villani, Marianna Giordano, Annamaria Scapicchio y Domenico Costantino. "Esperienze Sfavorevoli Infantili: un Progetto in Campania per la prevenzione e l'intervento". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (enero de 2021): 113–22. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003009.

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Il brief report riporta l'impianto progettuale e i principali risultati di un Programma finanziato dalla Regione Campania e finalizzato alla prevenzione e all'intervento nei caso di abuso e maltrattamento di minori. Esso ha avuto luogo tra il 2016 e il 2018 con lo scopo di sensibilizzare e formare gli operatori regionali sul fenomeno; di creare équipe specialistiche e multidisciplinari per la presa in carico di minori e famiglie; di far emergere e condividere le buone pratiche sperimentate. I risultati sono stati molto incoraggianti, in quanto sono emersi diversi punti di forza: la condivisione del modello sperimentale con gli operatori; l'utilizzo di strumenti clinici e sociali specialistici; il continuo lavoro di integrazione tra gli interventi delle équipe specialistiche e gli enti territoriali; la formazione degli operatori coinvolti e la sensibilizzazione degli operatori non coinvolti.
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Onnis, Luigi, Walter Galluzzo, Marco Bernardini, Cristina D'Onofrio y Marta Fojanesi. "La psicoterapia come fattore di prevenzione. Una prospettiva sistemica". PSICOBIETTIVO, n.º 1 (marzo de 2012): 31–47. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001003.

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Resumen
In questo articolo, gli Autori definiscono dapprima il concetto di prevenzione, alla luce dei criteri recentemente proposti da una "scienza della prevenzione". Prendono poi in considerazione le potenzialitŕ preventive della psicoterapia, in particolare quella sistemica, specialmente nell'arrestare l'evoluzione cronica della sofferenza psichica. Sotto questo profilo si sottolinea l'importanza dell'intervento dell'operatore che puň diventare "fattore di rischio" oppure "fattore protettivo" nei confronti della situazione di disagio con cui si confronta. A conferma dell'efficacia preventiva della psicoterapia vengono sinteticamente presentate alcune ricerche: quella del CNR sulla prevenzione delle malattie mentali, e quelle di Onnis e coll. sulla prevenzione della cronicitŕ dall'asma infantile, e dell'anoressia e bulimia dell'adolescenza. Si sottolinea, infine, l'importanza della formazione psicoterapeutica degli operatori, per una efficace programma di prevenzione del disagio psichico cronico, specialmente nel contesto dei servizi pubblici.
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Martelli, Pompeo. "Premessa". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (marzo de 2002): 12–14. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000459.

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Sono grato al dr. Benedetto Saraceno per aver accolto la richiesta del Centro Studi e Ricerche della ASL Roma E di pubblicare in Italia il rapporto realizzato dal dr. Alex Cohen per l'Organizzazione Mondiale della Sanità nell'ambito del programma Nations for Mental Health.L'autore offre in modo conciso ma puntuale una panoramica sulla condizione della salute mentale delle popolazioni indigene nel mondo.Come l'autore, chi scrive non è mosso dalla mera curiosità per gli inquieta limina delle alterità esotiche bensì dalla consapevolezza che anche nel nostro Paese sia necessario promuovere programmi interculturali di ricerca e di formazione, nonché realizzare servizi di salute pubblica e di salute mentale culturalmente sensibili.Sono ancora pochi i colleghi italiani che hanno intrapreso questo faticoso percorso (tra loro desidero ricordare il dr. Roberto Beneduce con il Centro Frantz Fanon a Torino) ed è pertanto necessario intensificare i momenti di incontro e di verifica delle nostre attività.L'approccio con persone provenienti da altre culture che chiedono assistenza ai servizi di salute mentale è sempre una circostanza problematica per l'avvio di un buon ascolto, di una eventuale presa in carico e di una adeguata relazione terapeutica.Sui fruitori dei servizi, sul loro mental health seeking behavior e sulle ragioni delle loro scelte sappiamo ancora poco; ancor meno conosciamo sull'interazione fra operatori e utenti immigrati ed in particolare sulle difficoltà che gli operatori sperimentano nel corso di questa interazione e che sono alla base di una forte richiesta di formazione.
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Conti, Giuseppe y Maria Carmela Schisani. "I banchieri italiani e la haute banque nel Risorgimento e dopo l'UnitÀ". SOCIETÀ E STORIA, n.º 131 (mayo de 2011): 133–70. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-001005.

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Nell'Europa di metÀ ottocento i mercanti banchieri furono gli artefici principali della rivoluzione finanziaria, ossia della formazione della banca ‘moderna' e dei mercati finanziari collegati allo sviluppo di societÀ anonime. In Italia ebbero difficoltÀ ad affermare forme di specializzazione, coordinamento, conquista di spazi e di ruoli. La loro azione risentě di un ambiente politico e economico parcellizzato e chiuso in ambiti locali. La concorrenza dei banchieri dellacontribuě al cambiamento ma anche a indebolire potenzialitÀ e dinamiche autonome. Il frazionamento politico, in particolare, ebbe conseguenze rilevanti sulla formazione di un mercato nazionale di titoli pubblici e ritardň la crescita dell'emissione stessa di titoli privati (di ferrovie e banche). Negli stati preunitari molte furono le iniziative, poche quelle che andarono a buon fine. Il debito pubblico e lo sviluppo di alcune istituzioni bancarie seguě percorsi differenziati tra prima e dopo il 1848 per Regno delle Due Sicilie e Stato pontificio, da una parte, e gli altri stati, dall'altra. Per primi l'esposizione debitoria fu particolarmente rilevante dopo la Restaurazione per ragioni diverse dal crescente indebitamento che dopo il 1848 interessň i secondi, Regno di Sardegna, in particolare, dove servě a finanziare guerre e ferrovie. Con l'UnitÀ il peso delle divisioni continuň a disgregare gli interessi e le istanze sociali e territoriali, contribuendo all'insuccesso del programma di centralizzazione del credito (banca d'emissione unica, un grande istituto di credito fondiario e agricolo) secondo un disegno coerente e ambizioso. Prevalsero invece soluzioni di ripiego che finirono per limitare le possibilitÀ di crescita della banca privata in Italia, senza ridurre ancora l'influenza della finanza estera.
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Massara, Flavia. "Biblio: boosting digital skills and librarians in Europe". DigItalia 16, n.º 2 (diciembre de 2021): 108–15. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00039.

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Il progetto Biblio: boosting digital skills and competences for librarians in Europe, finanziato dal programma Erasmus+ KA2, vuole contribuire alla formazione dei bibliotecari e al consolidamento delle loro competenze digitali e trasversali in un momento storico in cui si è costretti ad affrontare un brusco salto nel futuro dovuto all’emergenza pandemica. Il progetto, attualmente a metà del suo percorso, ha svolto un’indagine sui bisogni formativi dei professionisti delle biblioteche al termine della quale ha delineato due profili professionali che saranno alla base della sua offerta formativa. Biblio offrirà, nella seconda fase del progetto, un corso MOOC e un corso di specializzazione ai bibliotecari o agli aspiranti tali nei paesi partner del progetto.
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Mariotti, Mauro. "Promozione della genitorialità e della salute mentale dell'infanzia. Riflessioni sul significato delle manualizzazioni per l'attuazione di politiche sanitarie efficaci". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 56 (diciembre de 2022): 5–30. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-056001.

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Le terapie sistemiche funzionano con individui, coppie, famiglie e gruppi utilizzando molti diversi tipi di interventi. Tuttavia, molti di que-sti interventi possono sembrare troppo poco basati su un rigoroso ap-proccio scientifico. In questo documento presentiamo le sfide emerse riguardo alla manualizzazione degli approcci che il settore ha prodot-to. Le terapie più riduzionistiche sono state riconosciute come il gold standard proprio per la loro manualizzazione, mentre la terapia fami-liare sistemica ha perso opportunità di influenza politica e approva-zione a causa della riluttanza ad affrontare le sfide della manualizza-zione. Sosteniamo che affinché le terapie sistemiche sopravvivano, dobbiamo trovare il modo di articolare ciò che facciamo in terapia, formazione e ricerca in modi che promuovano sia la creatività che il rigore necessari per essere efficaci. Presentiamo il programma EFTIFS e il progetto DAN, che mostrano come, attraverso l'uso di processi piuttosto che di procedure, si pos-sono produrre manuali che consentono ai terapeuti di essere comples-si e artistici quanto desiderano, ma mantengano comunque l'attenzione sul metodo scientifico che consentirà di essere riconosciuti come erogatori di psicoterapie basate sull'evidenza.
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Dyduch, Jan. "Diakonat stały w świetle dokumentów Stolicy Apostolskiej". Prawo Kanoniczne 42, n.º 1-2 (15 de junio de 1999): 57–73. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1999.42.1-2.02.

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II Concilio Vaticano II decise di ristabilire l’istituzione del diaconato permanente, che esisteva nella Chiesa primitiva. Seguendo le indicazioni dei Concilio sono apparsi i documenti della Santa Sede riguardanti questo problema: motu proprio Sacrum diaconatus ordinem dal 1B aprile 1967, la lettera circolare Come e stato comunicato al 16 luglio 1969, motu proprio ad Pascendum dal 15 agosto 1972, II Codice di Dritto Canonico, II Catechismo della Chiesa cattolica, Ratio fundamentalis institutionis diaconorum permanentium dal 22 febbraio 1998. Directorium de vita et ministerio diaconorum permanentium dei 22 febbraio 1998. Soppranominati documenti contengono le norme canoniche e le indicazioni pastorali riguardanti: a) la formazione e le esigenze per ordinazione di diaconato, b) i compiti, i diritti ed i doveri dei diaconi permanenti. I probierni particolari legati alia preparazion eal diaconato e all’attivita dei diaconi deve essere stabilita dalle Conferenze Episcopali. Esse devono prendere la decisione sull’introduzione del diaconato permanente nel paese determinato, come pure preparare il programma della loro formazionee definire dettagliatamente i loro doveri.
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Treccani, Gian Paolo. "Geografie risorgimentali. Allestimenti celebrativi e trasformazioni urbane a Brescia, 1861-1895". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 165–201. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132006.

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All'indomani dell'annessione di Brescia al regno d'Italia (1859) si attuarono una serie di iniziative volte a commemorare da un lato i cosiddetti padri della patria, protagonisti della stagione risorgimentale, e dall'altro gli episodi che, nel 1849, videro la cittŕ insorgere contro il dominio austriaco dando luogo alla rivolta nota come Dieci giornate. Tutto ciň determinň un sostanziale processo di trasformazione della cittŕ antica, e in parte contribuě a definire il volto di quella moderna. Avvenne con la formazione d'importanti ambiti celebrativi costituti da statue dedicate agli eroi del Risorgimento (Garibaldi in primo luogo), con la sistemazione urbanistica realizzata attorno a queste sculture, la posa di lapidi, il restauro dei "monumenti nazionali" e, infine, con una nuova toponomastica che cancellando antichi nomi di strade e piazze ebbe l'ambizione di rifondare simbolicamente la cittŕ. Tale processo vide in Giuseppe Zanardelli, deputato liberale, ministro dei Lavori pubblici, della Giustizia e piů tardi Primo ministro del regno, un protagonista assoluto capace di concretizzare in queste operazioni l'ideale politico di unitŕ della nazione ma soprattutto di concepire questo progetto in un piů ampio programma di modernizzazione e progresso della societŕ bresciana.
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FARNETI, P., G. MACRÌ, G. GRAMELLINI, M. GHIRELLI, F. TESEI y E. PASQUINI. "Curva di apprendimento nella scialoendoscopia diagnostica e interventistica per le patologie salivari ostruttive". Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, n.º 5 (octubre de 2015): 325–31. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-352.

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La scialoendoscopia è un nuovo strumento diagnostico e chirurgico che offre l’opportunità di trattare alcune patologie delle ghiandole salivari con procedure non invasive e con risultati potenzialmente superiori alle precedenti tecniche. Come per tutte le nuove tecniche, per raggiungere rapidamente risultati paragonabili a quelli riportati in letteratura, è indispensabile un corretto programma di formazione che segua una graduale curva di apprendimento. Questo include un appropriato programma diagnostico, una corretta selezione dei pazienti e la conoscenza delle possibili insidie operatorie. Abbiamo eseguito uno studio retrospettivo confrontando le prime 141 procedure (74 parotidee e 67 sottomandibolari) eseguite con questa tecnica nel nostro Dipartimento dal 2009 al 2013 con analoghe esperienze riportate in letteratura. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi: Gruppo A (le prime 49 procedure effettuate), gruppo B (le successive 50), Gruppo C (le ultime 42 procedure effettuate). Fra i tre gruppi non sono state evidenziate differenze statisticamente significative nei tempi medi di durata delle procedure, nella percentuale di ricorrenza della sintomatologia dopo il trattamento, nel numero di pazienti che hanno necessitato di più trattamenti e nell’incidenza di complicanze minori. Non sono state riportate complicanze maggiori. Con l’acquisizione di una maggiore esperienza da parte dei chirurghi si è evidenziato un progressivo calo del numero di interventi eseguiti in anestesia generale rispetto a quelli in anestesia locale (51% vs 18% vs 14%). Solo in tre casi su 130 ghiandole trattate (2.3%) è stato necessario eseguire un’asportazione ghiandolare. Per i calcoli salivari è stato valutato il tipo di tecnica utilizzato per l’estrazione e la percentuale d’insuccesso che era analoga nei tre gruppi (13.6% vs 15% vs 15%). I nostri risultati non differiscono sostanzialmente da quelli riportati in letteratura. Abbiamo risolto la difficoltà iniziale nella cateterizzazione del dotto con esercizi chirurgici su cadavere o su teste di maiale. La mancanza di precisione degli strumenti diagnostici radiologici può essere migliorata autonomizzando il chirurgo nell’esecuzione delle ecografie pre e post-operatorie. Viene infine sottolineata l’opportunità di creare dei centri di scialoendoscopia con un bacino di utenza di circa 1 o 2 milioni di abitanti in modo da concentrare le patologie, far fronte agli elevati costi della strumentazione necessaria e poter guadagnare la necessaria esperienza nelle gestione delle varie tecniche chirurgiche.
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Di Palma, Davide. "Promote the learning of life skills in primary school through an innovative didactics’ proposal of motor-sports education". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 3 (31 de diciembre de 2022): 123–43. http://dx.doi.org/10.36253/form-13662.

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The research work aims to emphasize the importance of motor and sports education in the training of people, starting from primary school, through the acquisition of life skills. In this regard, this work proposes an experimental motor education program to be developed in just 20 hours in primary schools, with the aim of increasing the educational level of young students in five key thematic area useful for stimulating the learning of the main life skills. The research methodology is based on an empirical approach, in line with several studies in the pedagogical field, which allows to observe and evaluate in detail the progress made by the students from the motor, social-relational and educational point of view. The results are measured by creating an evaluation protocol that is applied both before and after the administration of the experimental project. The research carried out fulfills the initial research purpose and it is the basis for future studies in the field of educational sciences aimed at the growth of the individual through a suitable institutional and didactic restructuring of motor and sport education in the school system. Promuovere l’apprendimento delle life skills nella scuola primaria attraverso una proposta didattica innovativa di educazione motorio-sportiva. Il lavoro di ricerca ha lo scopo di sottolineare l’importanza dell’educazione motoria e sportiva nella formazione delle persone, a partire dalla scuola primaria, attraverso l’acquisizione delle life skills. A tal proposito, questo lavoro propone un programma sperimentale di educazione motoria da sviluppare in sole 20 ore nelle scuole primarie, con l’obiettivo di aumentare il livello di istruzione dei giovani studenti in cinque aree educative utili a stimolare l’apprendimento delle principali life skills. La metodologia di ricerca si basa su un approccio empirico e osservativo, in linea con i principali studi in ambito pedagogico, che permette di analizzare nel dettaglio i progressi compiuti dagli studenti dal punto di vista motorio, socio-relazionale ed educativo. I risultati vengono misurati attraverso la realizzazione di un protocollo di valutazione che viene applicato nella fase precedente e successiva alla somministrazione del progetto sperimentale. La ricerca soddisfa lo scopo di ricerca iniziale, ed è la base per futuri studi nel campo delle scienze della formazione volti alla crescita dell’individuo attraverso una adeguata ristrutturazione istituzionale e didattica dell’educazione motoria e sportiva nel sistema scolastico.
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Cartello, Laura, Romina Guce, Manuela Canicattì, Daniele Pasquariello y Rachele Gatti. "Ruolo dell’infermiere nella diffusione della cultura nella donazione d’organo: indagine su conoscenza ed opinione." Dissertation Nursing 2, n.º 1 (30 de enero de 2023): 35–42. http://dx.doi.org/10.54103/dn/19438.

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Introduzione: La donazione degli organi è una decisione difficile, quanto importante. Nel lungo e complesso procedimento che porta alla donazione e quindi al trapianto d’organo gli infermieri giocano un ruolo fondamentale, per questo è importante comprendere quanto questi siano preparati al loro ruolo. Materiale e metodi: indagine quantitativa consistente nella somministrazione di un questionario mediante online rivolta a tutti gli infermieri di qualsiasi Unità Operativa con unico limite l'esperienza lavorativa di almeno un anno. Inoltre, veniva richiesto agli infermieri di specificare se fossero coordinatori di trapianto o se avevano ricevuto una formazione specifica in merito. Per i calcoli statistici è stato utilizzato il programma Excel 2010 di Microsoft®. Risultati: l’83% dei coordinatori è al corrente che la loro unità operativa ha come obiettivo la donazione d’organo e tra gli infermieri solo il 69% ne è a conoscenza. Tra chi ha seguito almeno una donazione, l’83% ha riscontrato difficoltà durante il processo, il maggior timore espresso è quello della burocrazia, a seguire il rapporto con i famigliari e il mantenimento del paziente. La maggioranza degli infermieri è favorevole al trapianto (93,3%). Solo il 17% ritiene di essere sufficientemente formato, tra questi la totalità dei coordinatori dei trapianti. Discussione: da questo studio emerge che per gli infermieri è ancora difficile conoscere e applicare le diverse fasi del percorso di donazione. Forse gli infermieri non hanno completa percezione del ruolo fondamentale che hanno nell’identificazione, nel mantenimento e nel rispetto dei principi etici e delle volontà del donatore.
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Busà, Maria Grazia, Arianna Notaro y Andrea Liotto. "LA COMUNICAZIONE NON VERBALE COME STRUMENTO DI INCLUSIONE E INTEGRAZIONE: RISULTATI DI UN QUESTIONARIO". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (26 de julio de 2022): 242–72. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18177.

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L’immigrazione rappresenta una sfida d’integrazione a livello locale ed internazionale e per questo negli ultimi anni sono aumentati gli interventi volti a facilitare il processo di integrazione dei cittadini di Paesi Terzi. Un’attenzione particolare viene posta a questioni di carattere linguistico, culturale e sociale. In generale, manca invece la riflessione sull’importanza del linguaggio non-verbale nella comunicazione interculturale e di come questo aggiunga una chiave di interpretazione cruciale al messaggio che viene veicolato: la mancata attenzione al non-verbale può tradursi in episodi di esclusione sociale e di stereotipizzazione che possono avere conseguenze determinanti per l’inserimento dell’individuo nella società. Si ritiene invece che una maggiore consapevolezza delle differenze nel linguaggio non-verbale esistenti tra le culture potrebbe favorire la comprensione e l’accettazione delle diversità, migliorare le relazioni personali e professionali con i migranti e favorirne l’inserimento nella società. Questo articolo presenta i risultati di un questionario creato e distribuito nell’ambito del Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) e volto a comprendere il grado di consapevolezza sul non verbale di operatori sociali a contatto con migranti provenienti da differenti realtà geografiche, sociali e religiose e a raccogliere dati utili a sviluppare un progetto che includa le dinamiche del non verbale nella formazione degli operatori che lavorano nell’ambito dell’integrazione e dell’inclusione dei migranti. Non verbal communication as a tool for inclusion and integration: results of a questionnaire Immigration represents a challenge for integration at local and international levels and for this reason, in recent years, there has been an increase in interventions aimed at facilitating the process of integration of third-country nationals. Particular attention is paid to linguistic, cultural and social issues. In general, however, there is a lack of reflection on the importance of non-verbal language in intercultural communication and how this adds a crucial key of interpretation to the message that is being conveyed: the lack of attention to the non-verbal can result in episodes of social exclusion and stereotyping that can have decisive consequences for the integration of the individual into society. On the other hand, it is believed that a greater awareness of the differences in non-verbal language between cultures could promote understanding and acceptance of diversity, improve personal and professional relationships with migrants and facilitate their integration into society. This article presents the results of a questionnaire created and distributed within the framework of the Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (National Program of the Asylum, Migration and Integration Fund) (FAMI) and is aimed at understanding the degree of awareness of non-verbal language among social workers in contact with migrants from different geographical, social and religious backgrounds, in order to collect data useful to develop a project that includes the dynamics of non-verbal language in the training of professionals working in the field of integration and inclusion of migrants.
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Bunn, Daniela y Mariele Lúcia Tortelli. "A participação da língua italiana no Projeto Multidisciplinar PIBID/UFSC Línguas Estrangeiras/Adicionais: interação, cooperação e formação docente". Revista Italiano UERJ 13, n.º 1 (17 de octubre de 2022): 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70752.

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RESUMO: Políticas públicas de formação de professores e incentivo à docência como o Programa Institucional de Bolsas de Iniciação à Docência (PIBID/MEC), que tem como objetivo antecipar o vínculo entre os futuros professores e a sala de aula, fazendo uma articulação entre a educação superior e as escolas estaduais e municipais, não contemplam línguas adicionais como o italiano, o francês e o alemão. Tendo em vista essa lacuna, num esforço de resistência e união, professores do Departamento de Metodologia do Ensino e do Departamento de Língua e Literatura Estrangeira, da Universidade Federal de Santa Catarina, refletiram sobre a possibilidade de um subprojeto multidisciplinar que apoiasse essas línguas não contempladas no programa. O objetivo principal deste relato é expor como a experiência da interação entre professores universitários dos cursos de italiano, espanhol, inglês e francês; professores de espanhol e inglês da rede pública de educação de Santa Catarina e graduandos dos cursos de italiano, espanhol, inglês e francês têm criado um espaço de res(ex)istência nas discussões sobre o fazer docente e o ensino de língua-cultura na escola (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). Como essa equipe e essa experiência multidisciplinar podem contribuir no processo de formação de professores em contexto remoto de ensino e como podemos fomentar o diálogo entre as línguas estrangeiras em nossas universidades são algumas questões norteadoras. É objetivo ainda apresentar o desenvolvimento do projeto durante a pandemia e sua contribuição para a formação dos alunos do curso de licenciatura, especialmente do curso de Italiano. Pela análise de material empírico e teórico estudado ao longo do projeto, procurou-se levantar algumas perspectivas tendo em vista que, de pequenas iniciativas como essas, como a proposta multidisciplinar, o empenho coletivo de professores de LE, a procura por uma bolsa alternativa à da Capes e o interesse e empenho da aluna bolsista, a área do italiano pôde acessar espaços mais democráticos dentro da Universidade e da escola.Palavras-chave: Ensino. Aprendizagem. Língua. Italiano. Pibid Multidisciplinar. ABSTRACT: Politiche pubbliche per la formazione degli insegnanti e incentivi come il Programma Istituzionale per le Borse di Iniziazione all'Insegnamento (PIBID/MEC), che mirano ad anticipare il legame tra i futuri insegnanti e l'aula, creare un collegamento tra l'istruzione superiore e le scuole statali e comunali, non include lingue aggiuntive come l'italiano, il francese e il tedesco. In considerazione di questa lacuna, in uno sforzo di resistenza e di unione, professori del Dipartimento di Metodologia Didattica e il Dipartimento di Lingua Straniera e Letteratura dell'Università Federal de Santa Catarina hanno riflettuto sulla possibilità di un sottoprogetto multidisciplinare che supportasse queste lingue non incluse nel Programma. L'obiettivo principale di questa presentazione è quello di esporre come l'esperienza dell'interazione tra docenti universitari di corsi di italiano, spagnolo, inglese e francese; insegnanti di spagnolo e inglese della rete di istruzione pubblica e laureandi di corsi di italiano, spagnolo e inglese hanno creato uno spazio di resistenza nelle discussioni sulla didattica e l'insegnamento della lingua-cultura a scuola (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). Come questo team e questa esperienza multidisciplinare possono contribuire al processo di formazione degli insegnanti in un contesto di insegnamento remoto e come possiamo promuovere il dialogo tra le lingue straniere nelle nostre università sono alcune questioni guida. Si propone anche di presentare lo sviluppo del progetto durante la pandemia e il suo contributo alla formazione degli studenti del corso di laurea, in particolare il corso di italiano. L'analisi del materiale empirico e teorico ci ha aitutato ad elevare alcune prospettive in vista di piccole iniziative come la proposta multidisciplinare, l'impegno collettivo degli insegnanti di LE, la ricerca di una borsa di studio alternativa e l'impegno della studente, così l'italiano ha potuto accedere a spazi più democratici all'interno dell'Università e della scuola.Parole chiave: Insegnamento. Apprendimento. Lingua. Italiano. Pibid Multidisciplinare. ABSTRACT: Public policies for teacher training and incentive to teaching such as the Institutional Program for Teaching Initiation Scholarships (PIBID/MEC), which aims to anticipate the link between future teachers and the classroom, making a link between higher education and state and municipal schools, does not include additional languages such as Italian, French and German. In view of this gap, in an effort of resistance and union, professors from the Department of Teaching Methodology and the Department of Foreign Language and Literature of the Universidade Federal de Santa Catarina reflected on the possibility of a multidisciplinary subproject that would support these languages not included in the program. The main objective of this presentation is to expose how the experience of the interaction between university professors of Italian, Spanish, English and French courses; teachers of Spanish and English of the public education and undergraduates of Italian courses, Spanish and English have created a space of res(ex)istência in the discussions on the teaching and language-culture teaching at school (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). How this team and this multidisciplinary experience can contribute to the teacher training process in a remote teaching context and how we can foster dialogue between foreign languages in our universities are some guiding issues. It also aims to present the development of the project during the pandemic and its contribution to the training of students of the undergraduate course, especially the Italian course. The analysis of empirical and theoretical material, also in view of the formal documents of Santa Catarina, sought to raise some perspectives with a view to small initiatives such as the multidisciplinary proposal, the collective commitment of LE teachers, the search for an alternative scholarship t and the interest and commitment of the scholarship student, the Italian area was able to access more democratic spaces within the University and the school.Keywords: Teaching. Learning. Language. Italian. Multidisciplinary Pibid.
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Caramori, Alessandra Paola, Jéssica Mahyara Teixeira, Suelen Najara de Mello y Marlon Da Fonseca Misceno de Araújo. "O ensino de italiano no âmbito da Rede Andifes Idiomas sem Fronteiras nos tempos de ensino". Revista Italiano UERJ 12, n.º 1 (5 de septiembre de 2021): 20. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62140.

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RESUMO: A Educação, no ano de 2020, a partir do início da pandemia de Covid-19, sofreu grande impacto com o fechamento das instituições escolares e consequente transformação das aulas presenciais em remotas. Nos cursos de língua italiana das Universidades Federais da Rede IsF-italiano, fomentadas pela Embaixada Italiana, a mudança do presencial para o remoto foi súbita, ainda no mês de março de 2020, obrigando-nos à transformação abrupta de modalidade de ensino/aprendizagem e de nossas práticas. Como as orientações pedagógicas para a formação continuada dos professores vinham sendo feitas, desde o início do Programa IsF-italiano, em 2016, na modalidade a distância, não estávamos totalmente afastados do mundo virtual, mas essa orientação se dava na direção das aulas em presença física. Com o passar dos meses, sempre na busca de novos conhecimentos, novos meios, recursos e ferramentas tecnológicos e de seus usos, e no compartilhamento constante destes saberes entre os professores, chegamos ao final de 2020, com muitos e relevantes aprendizados.Palavras-chave: Formação continuada de professores de italiano. Ensino/aprendizagem de língua italiana. Rede IsF-italiano. Ensino remoto. Covid-19. ABSTRACT: L'istruzione, nell'anno 2020, dall'inizio della pandemia Covid-19, ha subito un grande impatto, con la chiusura delle istituzioni scolastiche e la conseguente trasformazione delle classi in classi a distanza. Nei corsi di lingua italiana delle Università Federali della Rete IsF-italiano, sostenuti dall'Ambasciata Italiana, il cambiamento si è fatto all'improvviso, ancora nel mese di marzo 2020, costringendoci ad una brusca trasformazione della modalità di insegnamento/apprendimento e delle nostre pratiche didattiche. Poiché gli orientamenti pedagogici per la formazione continua degli insegnanti sono state fatte dall'inizio del Programma IsF-italiano, nel 2016, in modalità a distanza, non eravamo del tutto lontani dal mondo virtuale, ma questo orientamento è stato dato nella direzione delle classi in presenza fisica. Nel corso dei mesi, sempre alla ricerca di nuove conoscenze, nuovi mezzi, ricorsi e strumenti tecnologici e dei loro usi, e nel compartire costanti di questi saperi tra i professori, siamo arrivati alla fine del 2020, con molti apprendimenti rilevanti.Parole chiave: Formazione continua di professori di italiano. Insegnamento/apprendimento di lingua italiana. Rete IsF-italiano. Insegnamento (da) remoto. Covid-19. ABSTRACT: Education, from the beginning of the Covid-19 pandemic in the year 2020, suffered great impact with the closure of school institutions and the consequent transformation of traditional classroom classes into remote classes. In the Italian language courses of the Federal Universities of the Rete IsF-Italiano, promoted by the Italian Embassy, the change from formal to remote was sudden, still in March 2020, forcing us to abruptly change the teaching/learning modality and our practices. Since the pedagogical guidelines for the continued formation of teachers had been made, since the beginning of the Programa Italiano-Isf in 2016, in the distance mode, we were not utterly far from the virtual world, yet this orientation was proposed in the direction of the classes in physical presence. Over the months, always searching for new knowledge, new means, technological resources and tools, and their uses, and the constant sharing of this knowledge among teachers, we arrived, at the end of 2020, with many relevant learnings.Keywords: Further training of Italian teachers. Italian language teaching/learning. Isf-Italian Network. Remote teaching. Covid-19.
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Mazza, Caterina y Samuele Calzone. "Spazi di apprendimento virtuali e integrati: l’esperienza di alcune scuole italiane impegnate nei progetti ‘PON per la scuola’ nell’affrontare l’emergenza COVID-19". IUL Research 3, n.º 6 (21 de diciembre de 2022): 46–61. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.307.

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Negli ultimi anni il dibattito sull’educazione si è arricchito di una nuova componente che prevede, come proposto da Loris Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, 2010), di considerare lo spazio come il “terzo educatore”, capace di sostenere l’apprendimento in una prospettiva di inclusione e di ascolto. È ormai riconosciuto il ruolo dello spazio nei processi di rinnovamento dei sistemi scolastici, così come promosso dalle ricerche dell’OCSE: l’ambiente fisico risulta determinante nello sviluppo del benessere degli studenti (Cuyvers, 2011), nella possibilità di accedere all’istruzione e infine nell’acquisizione di competenze chiave (Von Ahlefeld, 2009). A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha costretto le scuole di ogni ordine e grado a ripensare la didattica online e a rivedere, di conseguenza, l’ambiente scolastico. L’iniziale sospensione delle attività didattiche in presenza e la realizzazione, successivamente, di una didattica mista (presenza-online) ha alterato l’organizzazione degli spazi scolastici, accentuando in alcuni casi forme di diseguaglianza (relative, ad esempio, all’accesso ai device tecnologici) che hanno contribuito ad aumentare il divario e la povertà educativa nei territori (Save The Children, 2 marzo 2021). In tale prospettiva, il presente studio ha approfondito la risposta che le scuole secondarie di secondo grado, all’interno dell’opportunità offerta dal Programma Operativo Nazionale PON Per la Scuola 2014-2020, hanno sperimentato in termini di didattica a distanza, durante i mesi del primo lockdown (marzo-giugno 2020) e nel primo quadrimestre dell’a.s. 2020/2021. Sono state individuate 12 scuole particolarmente attive che sono state coinvolte in una analisi qualitativa: l’indagine ha permesso anche di individuare alcuni casi virtuosi di istituti che hanno organizzato lo spazio di apprendimento virtuale sia acquistando strumentazione tecnologica per dotare il proprio istituto di attrezzature adeguate, sia offrendo una formazione specifica al corpo docente in relazione all’uso delle TIC e delle metodologie didattiche maggiormente funzionali all’erogazione della didattica a distanza e digitale integrata. L’obiettivo è capire come un ripensamento dello spazio, in forme miste (presenza-online), abbia promosso il recupero della dimensione di inclusione e di collaborazione che sono alla base dello sviluppo delle competenze: l’ambiente fisico facilita infatti l’espressione di bisogni e di esigenze specifiche ma richiede, allo stesso tempo, una metodologia didattica adeguata e una disponibilità di tecnologie. Questa analisi intende cogliere le prospettive di miglioramento e gli ambiti su cui sarebbe auspicabile pianificare interventi di tipo formativo e di supporto alle scuole per il futuro, oltre che estendere ulteriormente l’analisi esplorando altre realtà. Un’ulteriore prospettiva di ricerca futura potrebbe coinvolgere gli studenti che hanno sperimentato la didattica a distanza in una riflessione meta-cognitiva sul loro processo di apprendimento in relazione allo spazio fisico e virtuale in cui si svolge la relazione pedagogica.
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Carbonari, L., F. Galli y L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 1 (24 de enero de 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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VIEIRA, Paulo Alberto dos Santos y Karina Almeida de SOUSA. "Pensamento Negro em Educação: Acesso de Estudantes Negros ao Ensino Superior após uma Década de Tensões e Desafios". INTERRITÓRIOS 6, n.º 12 (7 de diciembre de 2020): 26. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248988.

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RESUMOEm setembro de 2015, o Conselho de Ensino, Pesquisa e Extensão da Universidade do Estado de Mato Grosso prorrogou por mais dez anos o Programa de Integração e Inclusão Étnico-racial (Piier/Unemat), que se traduz nas cotas para negros desta universidade. Nesta reunião chamou a atenção algumas situações: a. posição da maioria do pleno, amplamente favorável à prorrogação; b. mudança de posição em relação às cotas, na medida em que alguns atores que eram contrários em 2005 discursaram em prol da continuidade do programa; e c. absoluta ausência de qualquer tipo de dado e/ou informação oficial referente ao Piier. Neste artigo, argumenta-se que a aprovação da prorrogação não significou que as políticas de ação afirmativa, com recorte étnico-racial, sejam apoiadas. Paradoxalmente, a prorrogação pode ter por base a consolidação de práticas acadêmicas que tendem a dificultar, e no limite impedir, a presença negra no interior da universidade bem comouma reaorientação curricular.Cotas para negros. Fraudes. Unemat. Mato Grosso. Educação. Diáspora. ABSTRACTIn September 2015, the “Conselho de Ensino, Pesquisa e Extensão da Universidade do Estado de Mato Grosso” extended for another ten years the “Programa de Integração e Inclusão Étnico-racial (Piier/Unemat)”, which translates into the affirmative action policies for black people in this university. In this meeting, some situations drew attention: a. the position of the majority of the plenary, broadly favorable to the program extension; b. changing position in relation to affirmative action policies for black people, as some social actors who were opposed in 2005 spoke in favor of the continuity of the program; and c. absolute absence of any type of data and/or official information regarding Piier. In this article, it is argued that the approval of the extension did not mean that affirmative action policies, with ethnic-racial aspects, are supported by the community. Paradoxically, the extension may be based on the consolidation of academic practices that tend to hinder, and in the end prevent, the black people presence within the university as well as a curricular reorientation.Affirmative action policies for black people. Fraud. Unemat. Mato Grosso. Education. Diaspora. RESUMENEn septiembre de 2015, el Consejo de Enseñanza, Investigación y Extensión de la Universidad del Estado de Mato Grosso extendió el Programa de Integración e Inclusión Étnico-Racial (Piier / Unemat) por otros diez años, lo que se traduce en las cuotas de negros de esta universidad. En este encuentro, algunas situaciones llamaron la atención: a. posición de la mayoría del plenario, ampliamente favorable a la prórroga; b. cambio de posición en relación a las cuotas, ya que algunos actores que se opusieron en 2005 se pronunciaron a favor de la continuidad del programa; y c. ausencia absoluta de cualquier tipo de dato y / o información oficial sobre “Piier”. En este artículo se argumenta que la aprobación de la prórroga no significó que se apoyen políticas de acción afirmativa, con aspectos étnico-raciales. Paradójicamente, la extensión puede basarse en la consolidación de prácticas académicas que tienden a dificultar, y finalmente a prevenir, la presencia negra dentro de la universidad así como una reorientación curricular.Cuotas para negros. Fraude. Unemat. Mato Grosso. Educación. Diáspora. SOMMARIOA settembre 2015, il Consiglio per l'insegnamento, la ricerca e l'estensione dell'Università statale del Mato Grosso ha prorogato per altri dieci anni il programma di integrazione e inclusione etnico-razziale (Piier / Unemat), che si traduce in quote nere di questa università. In questo incontro, alcune situazioni hanno attirato l'attenzione: a. posizione della maggioranza della plenaria, ampiamente favorevole all'estensione; b. cambiamento di posizione rispetto alle quote, poiché alcuni attori che si erano opposti nel 2005 si erano espressi a favore della continuità del programma; e C. assoluta assenza di qualsiasi tipo di dato e / o informazione ufficiale su "Piier". Questo articolo sostiene che l'approvazione dell'estensione non significa che siano supportate politiche di azione affermativa, con aspetti etnico-razziali. Paradossalmente, l'estensione può essere basata sul consolidamento di pratiche accademiche che tendono a ostacolare, e infine a prevenire, la presenza nera all'interno dell'università così come un riorientamento curricolare.Quote nere. Frode. Unemat. Mato Grosso. Formazione scolastica. Diaspora.
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OLIVEIRA, Marcus Rodolfo Bringel de y Claudio Alves PEREIRA. "A Representação das Minorias nas Obras Literárias do Programa de Avaliação Seriada da UnB (aplicação 2019)". INTERRITÓRIOS 6, n.º 12 (7 de diciembre de 2020): 473. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.249010.

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RESUMOTendo em vista a relevância das obras literárias para o planejamento didático e o trabalho docente dos professores da disciplina de Língua Portuguesa, este artigo tem como objetivo analisar como os textos indicados pelo programa de seleção da Universidade de Brasília contemplam a presença ou reforçam a ausência das minorias, dialogando, atualizando ou revisando o cânone literário. Para tanto, buscou-se analisar a relevância dos vestibulares na programação de ensino, o papel do cânone no ensino da literatura, bem como tal entidade é decisiva na representação e recepção das minorias no texto literário, e as possibilidades de atualização didática desses elementos de ensino para uma educação que considere as minorias de forma mais inclusiva ou como produtoras de literatura. Essa discussão procura nortear as possíveis discussões em sala de aula e a conscientização final acerca desses grupos na sociedade, de modo a promover a formação de sujeitos críticos e conscientes. Cânone. Representação. Minorias. Vestibular.ABSTRACTIn view of the construction of literary works for didactic planning and the teaching work of teachers of the Portuguese language discipline, this article aims to analyze the texts indicated by the selection program of the University of Brasília contemplate the presence or reinforce the absence of minorities, dialoguing, updating or revising the literary canon. To this end, we sought to analyze the vestibular research in teaching programming, the role of the canon in the teaching of literature, as well as this entity is decisive in the representation and reception of minorities in the literary text, and as possibilities for didactic updating of these elements of teaching for an education that considers minorities in a more inclusive way or as producers of literature. This discussion seeks to guide how possible it occurs in the classroom and the final awareness about these groups in society, in order to promote the formation of standards and conscious.Canon. Representation. Minorities. Entrance exams.RESUMENDada la relevancia de las obras literarias para el planeamiento didáctico y el trabajo docente de los profesores de la asignatura de Lengua Portuguesa, este artículo tiene como objetivo analizar cómo los textos indicados por el programa de selección de la Universidad de Brasilia contemplan la presencia o refuerzan la ausencia de las minorías, dialogando, actualizando o revisando el canon literario. Para ello, se buscó analizar la relevancia de las pruebas de acceso en la programación de enseñanza, el papel del canon en la enseñanza de la literatura, así como esta entidad es determinante en la representación y recepción de las minorías en el texto literario, y las posibilidades de actualización didáctica de estos elementos de la la enseñanza para una educación que considere a las minorías de manera más inclusiva o como productoras de literatura. Esta discusión busca orientar las posibles discusiones en el aula y la conciencia final sobre estos grupos en la sociedad, con el fin de promover la formación de sujetos críticos y conscientes.Canon. Representación. Minorías. Vestibular.SOMMARIOData la rilevanza delle opere letterarie per la pianificazione didattica e il lavoro di insegnamento dei professori della materia Lingua portoghese, questo articolo si propone di analizzare come i testi indicati dal programma di selezione dell'Università di Brasilia contemplano la presenza oppure rafforzano l'assenza di minoranze, dialogando, aggiornando o rivedendo il canone letterario. Per fare questo, abbiamo cercato di analizzare la rilevanza degli esami di ammissione nella programmazione dell'insegnamento, il ruolo del canone nell'insegnamento della letteratura, così come questa entità è decisiva nella rappresentazione e ricezione delle minoranze nel testo letterario, e le possibilità di aggiornamento didattico di questi elementi dell'insegnamento per un'educazione che consideri le minoranze in modo più inclusivo o come produttrici di letteratura. Questa discussione cerca di guidare possibili discussioni in classe e la consapevolezza finale su questi gruppi nella società, al fine di promuovere la formazione di temi critici e consapevoli.Canon. Rappresentazione. Minoranze. Vestibolare.
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ALMEIDA, Eliene Amorim de y Flávio Lyra de ANDRADE. "Tempo Comunidade como estratégia da interculturalidade epistemológica – a experiência do curso de Licenciatura Intercultural indígena da UFPE/CAA". INTERRITÓRIOS 5, n.º 9 (9 de diciembre de 2019): 96. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243592.

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RESUMOEste artigo é fruto da nossa experiência como docentes do Tempo Comunidade (TC) do Programa de Formação de Professores Indígenas realizado pela Universidade Federal de Pernambuco – Campus do Agreste (UFPE/CAA) – Curso de Licenciatura Intercultural Indígena. No texto apresentamos as inquietações e reflexões sobre como garantir que as comunidades e os indígenas fossem assumidos, nesse curso, como espaços e sujeitos epistêmicos e como os conhecimentos indígenas poderiam ser objetos de diálogo com os saberes acadêmicos atribuindo à interculturalidade crítica (WALSH, 2009; TUBINO, 2005, 2012) o sentido de interepistemologias (MIGNOLO, 2003, 2008, 2010). Para elaborar a proposta do TC, baseamo-nos nas concepções de educação popular e da pesquisa participante, na forma como elas se configuraram na América Latina (BRANDÃO; STRECK, 2006; STRECK; ESTEBAN, 2013), e embasados no Pensamento Decolonial (WASLH, 2009; MIGNOLO, 2003, GROUSFOGUEL, 2010). Licenciatura Intercultural Indígena. Educação Popular. Pesquisa Participante. Tempo Comunidade.Interepistemologia.ABSTRACT This article is the result of our experience as Community Time (CT) teachers of the Indigenous Teacher Training Program conducted by the Federal University of Pernambuco-Agreste Campus (UFPE/CAA) - Indigenous Intercultural Degree Course. In the text we present the concerns and reflections on how to ensure that communities and indigenous people were assumed in this course as spaces and epistemic subjects and how indigenous knowledge could be objects of dialogue with academic knowledge attributing critical interculturality (WALSH, 2009;TUBINO, 2005, 2012) in the meaning of interepistemologies (MIGNOLO, 2003, 2008, 2010). To elaborate the proposal of CT we werebased on the conceptions of popular education and the participatory research as they were configured in Latin America (BRANDÃO; STRECK, 2006; STRECK; ESTEBAN, 2013), and based on the Decolonial Thought (WASLH, 2009; MIGNOLO, 2003, GROUSFOGUEL, 2010). Indigenous Intercultural Degree.Popular Education.Participating Research. Community Time. Interepistemology. Tempo in comunittá come strategia di interculturalità epistemologica - l'esperienza del corso di laurea interculturale indigena UFPE/ CAA RIASSUNTO Questo articolo è il risultato della nostra esperienza come insegnanti di Community Time (TC) del Programma di formazione per insegnanti indigeni condotto dall'Università Federale del Campus di Pernambuco-Agreste (UFPE/ CAA BRASILE) - Corso di laurea interculturale indigeno. Nel testo presentiamo le preoccupazioni e le riflessioni su come garantire che le comunità e gli indigeni siano stati assunti in questo corso, come spazi e soggetti epistemici e come la conoscenza indigena possa essere oggetto di dialogo con conoscenze accademiche che attribuiscono interculturalità critica (WALSH, 2009; TUBINO, 2005, 2012) il significato delle interepistemologie (MIGNOLO, 2003, 2008, 2010). Per elaborare la proposta ci siamo basati sulle concezioni dell'educazione popolare e della ricerca partecipativa così come sono state configurate in America Latina (BRANDÃO; STRECK, 2006; STRECK; ESTEBAN, 2013) e basate sul Decolonial Thinking (WASLH, 2009; MIGNOLO, 2003, GROUSFOGUEL, 2010). Laurea Indigena Interculturale. Educazione Popolare. Ricerca Partecipante. Tempo dela Comunità. Interepistemologia. Tempo Comunidade como estrategia de interculturalidad epistemológica: la experiencia del curso de Grado Intercultural Indígena UFPE / CAA RESUMEN Este artículo es el resultado de nuestra experiencia como maestros de Community Time (TC) del Programa de Formación de Maestros Indígenas realizado por la Universidad Federal de Pernambuco - Campus Agreste (UFPE / CAA) - Curso de Grado Intercultural Indígena. En el texto presentamos las preocupaciones y reflexiones sobre cómo garantizar que las comunidades y los pueblos indígenas se asuman en este curso como espacios y temas epistémicos y cómo el conocimiento indígena podría ser objeto de diálogo con el conocimiento académico que se atribuye a la interculturalidad crítica (WALSH, 2009; TUBINO, 2005, 2012) el significado de las interepistemologías (MIGNOLO,2003, 2008, 2010). Para elaborar la propuesta de la CT, nos basamos en las concepciones de la educación popular y la investigación participativa, tal como se configuraron en América Latina (BRANDÃO; STRECK, 2006; STRECK; ESTEBAN, 2013), y en base al Pensamiento descolonial (WASLH, 2009; MIGNOLO, 2003, GROUSFOGUEL, 2010). Grado Intercultural Indígena. Educación popular. Investigación participante. Comunidad del tiempo. Interepistemología.
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Panigada, G., M. Campanini, A. Fontanella y R. Nardi. "Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel Dipartimento Medico e continuità assistenziale". Italian Journal of Medicine 3, n.º 1 (31 de diciembre de 2015): 499. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.6.

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<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel dipartimento medico e continuità assistenziale</strong> 499<br /><em>G. Panigada, I. Chiti</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni3.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Organizzazione delle Medicine Interne della Toscana: analisi specifica delle criticità</strong> 503<br /><em>R. Laureano, S. Meini</em></p><p class="titolo"><strong>Risultati di una <em>survey</em> sulla complessità promossa da FADOI</strong> 509<br /><em>M. Gambacorta, A. Montagnani, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><strong><em>Fare di più non significa fare meglio</em>: il contributo FADOI al programma di <em>Slow Medicine</em> per una medicina sostenibile</strong> 513<br /><em>L. Lusiani, R. Frediani, A. Fortini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Gli effetti della riorganizzazione ospedaliera sulla comunicazione medico-paziente: un’analisi di cambiamento necessario</strong> 523<br /><em>M. Felici, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>Survey sui fabbisogni di formazione e aggiornamento degli internisti FADOI</strong> 528<br /><em>C. Canale, M. Cannone, M. La Regina, R. Risicato, M. Silingardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni21.jpg" alt="" /> <br /><p class="titolo"><strong>L’internista ospedaliero: dentro o fuori?</strong> 531<br /><em>F. Orlandini, F. Pietrantonio</em></p><p class="titolo"><strong>La telemedicina in Medicina Interna</strong> 537<br /><em>A. Sciascera</em></p><p class="titolo"><strong><em>Red flags</em> e modelli di <em>fast track</em> per accedere rapidamente alla diagnosi precoce</strong> 541<br /><em>F. Pieralli, F. Corradi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni4.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Sovraffollamento e qualità assistenziale in Ospedale: sono previste soluzioni nei patti per la salute?</strong> 544<br /><em>A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>L’area critica di medicina interna: stato dell’arte nella Regione Puglia. Quali motivazioni? Per quali pazienti? Secondo quali normative?</strong> 548<br /><em>F. Ventrella</em></p><p class="titolo"><strong>Il <em>medico tutor</em> nell’ospedale per intensità di cura</strong> 556<br /><em>M. Alessandri</em></p><p class="titolo"><strong>L’<em>Hospitalist</em></strong> 563<br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>Il dipartimento medico è tuttora una soluzione per il governo clinico della complessità assistenziale?</strong> 567<br /><em>G. Landini</em></p><p class="titolo"><strong>Modalità organizzative e clima interno nell’area medica</strong> 569<br /><em>S. De Carli, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie endocrino-metaboliche in area medica: percorsi clinico-assistenziali ed implicazioni economiche</strong> 575<br /><em>M. Cappagli, S. Barbieri, V. Scardigli, C. Rossi, L. Sanna, E. Romano</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative: nuova branca specialistica o competenze da riscoprire?</strong> 583<br /><em>G. Chesi, P. Montanari, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Strumenti di comunicazione esterna per la continuità assistenziale: dimissioni protette, percorsi integrati ospedale territorio, integrazione di servizi</strong> 588<br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, N. Branchetti, C. Sarti, F. Bencivenni, A. Giudici</em></p><p class="titolo"><strong><em>Integrated delivery system</em>: effetti su costi e qualità. Quale futuro?</strong> 599<br /><em>E. Desideri</em></p><p class="titolo"><strong>L’ospedale del futuro tra assistenza in acuzie e continuità di cura: il modello inglese può essere implementato anche nei nostri ospedali?</strong> 601<br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Montagnani</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>Conclusioni: chi garantisce il coordinamento e la continuità delle cure?</strong> 608<br /><em>C. Nozzoli</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>I documenti FADOI</strong> 610<br /><em>M. Campanini</em></p>
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Di Matteo, Roberta, Tatiana Bolgeo, Marinella Bertolotti, Denise Gatti, Menada Gardalini y Antonio Maconi. "Health determinants in the pediatric population: health education project on the correct use of digital technologies in adolescents". Working Paper of Public Health 10 (27 de mayo de 2022). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2022.9494.

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Contesto: Internet è un mondo di comunicazione in gran parte libera e di condivisione reciproca, ma rappresenta anche un rischio per la tutela della privacy e della riservatezza. È importante che gli operatori sanitari forniscano istruzione sull'uso corretto della tecnologia, creino programmi di supporto e stabiliscano la correlazione tra uso della tecnologia e dipendenza. L'obiettivo del progetto di educazione sanitaria è educare i bambini delle scuole secondarie all'uso responsabile delle tecnologie digitali. Materiali e metodi: La formazione segue un programma di apprendimento misto, che combina diversi strumenti: e-learning; attività in aula con il docente di classe e il formatore del progetto; l'utilizzo di scenari, sia online che offline; e discussioni sui forum online. Risultati: Lo sviluppo di un programma di formazione di sei moduli della durata di un anno scolastico. Conclusioni: Un metodo di insegnamento innovativo che utilizza le tecnologie digitali può garantire un apprendimento personalizzato, autonomo e collaborativo: ogni allievo diventa il principale contributore della propria formazione.
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Lobin, Antje. "Comunicazione specialistica e multilinguismo: sfide per il linguaggio medico in Ticino". Romanistik in Geschichte und Gegenwart 27,1 27, n.º 1 (noviembre de 2021). http://dx.doi.org/10.46771/2366078300271_03.

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Il presente contributo è dedicato alla Svizzera italiana e individua una lacuna all’interfaccia della ricerca sui linguaggi specialistici, del multilinguismo e della linguistica di contatto. Per molto tempo in Ticino non esisteva una facoltà di medicina e farmacia, motivo per cui la formazione si è svolta nella parte tedesca o francofona del Paese o in Italia. La situazione sta cambiando, in quanto dal 2020 i futuri medici possono conseguire un master triennale in medicina presso l’Università della Svizzera italiana. I corsi si svolgono in inglese. Il programma di bachelor si svolge, in parte in tedesco, in parte in inglese, presso le università partner di lingua tedesca di Basilea e Zurigo. In passato, questa particolare situazione di formazione medica ha già portato ad una serie di peculiarità nel linguaggio della pratica medica quotidiana. In questo contributo si delinea la situazione della ricerca per quanto riguarda l’italiano in Ticino e si presenta il profilo della lingua italiana in quest’area. Successivamente si passa alla visione esemplificativa delle specificità della comunicazione medica in Ticino e si traccia un programma di ricerca, che permetterebbe di registrare sistematicamente lo stato specifico tra pianificazione linguistica e norma d’uso fluttuante, i principi della formazione analogica, i principali fattori d’influenza così come le frequenze delle denominazioni concorrenti.
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Lobin, Antje. "Comunicazione specialistica e multilinguismo: sfide per il linguaggio medico in Ticino". Romanistik in Geschichte und Gegenwart 27,1 27, n.º 1 (noviembre de 2021). http://dx.doi.org/10.46771/2366078300271_3.

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Il presente contributo è dedicato alla Svizzera italiana e individua una lacuna all’interfaccia della ricerca sui linguaggi specialistici, del multilinguismo e della linguistica di contatto. Per molto tempo in Ticino non esisteva una facoltà di medicina e farmacia, motivo per cui la formazione si è svolta nella parte tedesca o francofona del Paese o in Italia. La situazione sta cambiando, in quanto dal 2020 i futuri medici possono conseguire un master triennale in medicina presso l’Università della Svizzera italiana. I corsi si svolgono in inglese. Il programma di bachelor si svolge, in parte in tedesco, in parte in inglese, presso le università partner di lingua tedesca di Basilea e Zurigo. In passato, questa particolare situazione di formazione medica ha già portato ad una serie di peculiarità nel linguaggio della pratica medica quotidiana. In questo contributo si delinea la situazione della ricerca per quanto riguarda l’italiano in Ticino e si presenta il profilo della lingua italiana in quest’area. Successivamente si passa alla visione esemplificativa delle specificità della comunicazione medica in Ticino e si traccia un programma di ricerca, che permetterebbe di registrare sistematicamente lo stato specifico tra pianificazione linguistica e norma d’uso fluttuante, i principi della formazione analogica, i principali fattori d’influenza così come le frequenze delle denominazioni concorrenti.
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Viana, Valderi Nascimento, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck y Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Produzione accademica ed educativa di uno studente magistrale in EPT Of IFAP Macapá, Amapá, Amazônia, Brasile". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 16 de junio de 2021, 186–200. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/studente-magistrale.

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La produzione scientifica all’interno di corsi di laurea e laurea ha la sua importanza per la costruzione di un nuovo modo di pensare dello studente. Il Master Professionale in Formazione Professionale in Rete Nazionale (ProfEPT) unisce contenuti disciplinari, conoscenze pedagogiche e produzione accademica finale e li collega a situazioni reali di pratica educativa, e il lavoro finale può essere presentato in vari modi (articoli, libri, prodotti educativi). La produzione accademica, sia del consulente che della guida, oltre all’importanza legata alla divulgazione scientifica, ha peso nella valutazione del programma e anche nella sua manutenzione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di mostrare quantitativamente la produzione accademica ed educativa di uno studente di master in Educazione Professionale e Tecnologica (EPT) dell’Istituto di Istruzione, Scienza e Tecnologia (IFAP) di Macapá, Amapá, Amazônia, Brasile. Durante il master, la produzione scientifica in varie forme si è rivelata necessaria durante il processo di formazione. Unire la teoria alla pratica della scrittura, ha facilitato la produzione della tesi che dovrebbe essere presentata alla fine del corso. Attraverso il processo di organizzazione, la pianificazione delle idee ha portato a un nuovo pensiero strutturato secondo gli standard dell’accademia, ma che non si limita a questo spazio e alle sue norme. La produzione durante il master cerca di contribuire sia quantitativamente che qualitativamente alla produzione scientifica della regione settentrionale, imprevolandosi positivamente e con il programma del master. Oltre all’importanza nel contributo della creazione e diffusione scientifica, le produzioni tendono ad avere un impatto positivo sulla valutazione e sul mantenimento del programma PROFEPT-IFAP, svolto da CAPES.
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Cuccaro, Floriana, Giuseppina Moccia, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Ferrucci, Rosetta Frammartino, Rosa Rita Oro et al. "Nuova metodologia per proteggere gli studenti delle professioni sanitarie dalle ferite accidentali da punta e taglio durante il periodo formativo". La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 77–84. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.8.

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Lo scorretto utilizzo di dispositivi medici taglienti o acuminati sono tra le pratiche assistenziali che mettono maggiormente a rischio la sicurezza sia del paziente che dell’operatore sanitario. Le lesioni accidentali da aghi o da lame costituiscono un importante rischio lavorativo degli operatori sanitari nel corso dell’attività quotidiana; di conseguenza, le punture ed il taglio accidentale devono essere collocate tra le priorità da affrontare in un programma di prevenzione teso a migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro per gli operatori sanitari, tirocinanti e studenti. Da questa premessa nasce l’esigenza da parte dell’Università, nell’adempiere all’obbligo di informazione, di formazione e di tutela degli studenti delle Professioni Sanitarie e di attuare programmi tesi alla percezione del rischio e alla conoscenza delle procedure di sicurezza. Scopo di questo lavoro è stato sia di fornire agli studenti delle professioni sanitarie un unico strumento atto a prevenire le ferite da taglio e da punta, e garantire la formazione e l’acquisizione di abilità in procedure che tengano conto della sicurezza del paziente e minimizzino il rischio clinico a cui sono sottoposti; sia di valutare la percezione che gli studenti delle professioni sanitarie hanno del rischio biologico da ferite da taglio e da punta e di individuare il numero di infortuni che si verificano durante le ore di tirocinio evidenziando il problema della sottonotifica di tali incidenti.
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Santos, Vanessa Lessa Fraga dos y Mônica Santos Salgado. "Scuola di teatro Bolshoi a Rio De Janeiro: integrazione tra arte, educazione, architettura". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 8 de junio de 2021, 142–73. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/architettura/scuola-di-teatro.

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Il presente progetto è il risultato di una riflessione su temi come il balletto classico, l’arte, l’insegnamento tradizionale in Brasile e l’architettura, come ciascuno è correlato e come inserirli nella composizione di un progetto architettonico, essendo stato presentato come requisito per ottenere una laurea presso la Facoltà di Architettura e Urbanistica dell’UFRJ. Si è cercato un concetto che potesse riunire tutte le intenzioni progettuali e che facesse la correlazione tra l’arte del balletto classico, l’arte dell’architettura e il programma dei bisogni dell’impresa. L’arte del design non dovrebbe semplicemente seguire schemi, parametri e forme rigidi e, in questo contesto, abbiamo cercato di sviluppare un’architettura fluida e leggera che avesse caratteristiche delle arti e del balletto classico. Per questo è stato verificato il modo in cui il corpo del danzatore esegue i passi di danza e come l’asse di questo corpo permette i movimenti e la fluidità dei passi della coreografia. Non c’è “giusto o sbagliato” nella realizzazione di un progetto, ciò che deve essere preso in considerazione sono le linee guida, i bisogni e le specifiche per ogni spazio pubblico, fisico o cultura locale. Il progetto Bolshoi Ballet School di Rio de Janeiro aggiunge conoscenze nella danza, con lezioni pratiche e teoriche di danza classica, jazz, contemporanea, flamenco, tip tap e folk alla formazione delle scuole superiori tenutasi in Brasile. Gli studenti apprendono tecniche video e musicali, oltre ad avere lezioni di musica pratiche e teoriche, che ampliano ulteriormente la loro formazione di danza, rendendoli ballerini più completi.
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Cardoso, Kaio Felipe Nink, Gilberto Nunes da Silva Junior y João Hermano Torreiro de Carvalho Júnior. "L’uso della modellazione computazionale nelle funzioni cinematiche con Modellus". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 18 de marzo de 2020, 117–40. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/cinematiche-con-modellus.

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L’applicazione della fisica è ancora una sfida per i mezzi di insegnamento, basati su metodi tradizionali, in grado di escludere altri mezzi più moderni e che fanno un maggiore uso delle tecnologie educative. Abbiamo fatto uso del programma di modellazione computerizzazione, Modellus, focalizzatoprincipalmente sulle applicazioni cinematiche, con due esercizi che coinvolgono i movimenti di Vertical Release e Oblique Release, poiché vengono sollevate difficoltà per quanto riguarda la comprensione, eventualmente generata dai metodi educativi esposti. Abbiamo applicato gli esercizi in un questionario con 15 studenti del 2° Grado di Liceo dell’IFBA/Barreiras, come campione per l’analisi del modo in cui gli studenti valutano l’attuale insegnamento della Fisica e delle possibili esigenze delle nuove metodologie nell’educazione di questa Scienza.
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Gortz, Julia Santana, Salvador Rodrigues Taty, Amanda Alves Fecury, Carla Viana Dendasck, Euzébio de Oliveira y Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Chimica delle scuole superiori e Enem: un confronto curriculare". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 4 de marzo de 2021, 89–99. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/confronto-curriculare.

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Il Esame Nazionale di Scuola Superiore (ENEM) è una valutazione composta da un saggio e domande a scelta multipla. Questa valutazione mira a misurare le conoscenze acquisite durante il liceo. Lo scopo di questo articolo è confrontare il contenuto delle domande della componente Chimica dell’Esame Nazionale di Scuola Superiore (ENEM) tra gli anni dal 2014 al 2018 con il contenuto del curriculum del corso di chimica tecnica presso l’Istituto Federale di Amapá (IFAP) . La ricerca è stata condotta utilizzando domande di chimica del Esame Nazionale di Scuola Superiore (ENEM) prese dal programma Super Professor (software). Il contenuto insegnato nei tre anni del corso tecnico di chimica presso l’Istituto Federale di Amapá (IFAP) soddisfa i requisiti dell’Esame Nazionale di Scuola Superiore (ENEM). Il carico di lavoro è sufficiente anche per lo sviluppo delle discipline di base e tecniche. L’analisi del contenuto dimostra che, trattandosi di un corso tecnico, fornisce una conoscenza approfondita, che aumenta la sovvenzione per la realizzazione dell’ENEM. Questo contenuto è formato dalla teoria e anche da una grande esperienza pratica (laboratorio). La conoscenza pratica aiuta enormemente la fissazione dell’apprendimento e fornisce la conoscenza per discutere i contenuti.
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Maldonado, Gabriel Orlando Quiñones y Clara Coleta Oropeza Martínez. "Sociolinguistica musicale brasiliana". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 5 de marzo de 2020, 93–130. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/sociolinguistico-musicale.

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Questo articolo è il risultato di anni di esperienza e di contatto con l’insegnamento dei portoghesi del Brasile e con le riflessioni derivate da una ricerca post-dottorato. In questa ricerca, ci sono informazioni rilevanti sull’insegnamento dei portoghesi del Brasile come lingua straniera e le varie esigenze presentate da ex studenti di Porto Rico. Il questionario è stato utilizzato per indagare se c’era un problema tra la comunità degli ex-alunni. Il problema presentato dagli ex studenti è stata la mancanza di un corso ludico di musica brasiliana, che, a sua volta, ha bisogno di integrare tutte le componenti essenziali per l’apprendimento avanzato dei portoghesi, come ad esempio: la linguistica e le sue varianti e la società e la cultura. Le esigenze riscontrate nell’indagine sono state compilate sulla base delle risposte degli studenti provenienti dal portoghese del Brasile a Porto Rico. I dati delle neuroscienze hanno rivelato l’indiscutibile connessione che esiste tra i due emisferi cerebrali: il logico e l’olistico in parallelo. Per risolvere il problema con la creazione del corso di sociolinguistica musicale brasiliana per soddisfare le esigenze dei futuri studenti del programma portoghese è stato uno degli obiettivi del lavoro. Si intende inoltre che la ricerca serva da base scientifica per l’attuazione del corso.
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