Literatura académica sobre el tema "Progetto professionale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Progetto professionale"

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Cornacchia, Matteo, Gina Chianese y Elisabetta Madriz. "Il piano di sviluppo personale: strumento-processo di orientamento e prefigurazione professionale". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 1 (abril de 2021): 37–48. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11491.

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Resumen
Nell'ambito del progetto SUPER, l'Unità di Trieste, in linea con l'obiettivo generale di "strutturare un sistema di orientamento al lavoro e tutorato", ha sviluppato e realizzato un Personal Development Plan – Piano di Sviluppo Individuale (PDP), uno strumento-processo di accompagnamento rivolto agli studenti del corso di studio in Scienze dell'educazione (L-19) per la progettazione, il monitoraggio e la valutazione dei propri percorsi di sviluppo professionale attraverso l'utilizzo in contesto di pratiche narrativo-riflessive. Il PDP si configura quale misura di accompagnamento e orientamento narrativo per gli studenti in un momento di definizione della propria identità personale e professionale secondo il paradigma dell'Emerging Adulthood; risponde altresì alla necessità di promuovere il loro successo universitario e professionale e di sostenerli nel processo di prefigurazione e costruzione di una professionalità "riflessiva".Dal punto di vista tecnico, il PDP è sostenuto dal software Mahara per consentire la realizzazione di uno strumento-processo paperless, condivisibile (con tutor di tirocinio, tutor aziendali e altri studenti), capace di supportare diverse forme di prove autentiche (filmati, foto, progetti, …) relative alla traduzione in contesto dello sviluppo di abilità e competenze chiave che caratterizzano il profilo professionale dell'educatore socio-pedagogico e che funga – altresì – anche da repository delle proprie buone pratiche professionali.
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Ferrari, Paola Roberta, Andrea Membretti, Valentina Percivalle, Maria Spitti y Maria Assunta Zanetti. "Servizi per l'inclusione lavorativa e sociale dei cittadini immigrati. Indagine conoscitiva e proposte operative". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 1 (julio de 2012): 146–54. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001009.

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Resumen
Nell'ambito del "Progetto Dedalo", i sociologi del'Universitŕ di Pavia descrivono i risultati di una ricerca empirica sugli uffici di collocamento della Regione Sicilia (Sportelli Multifunzionali), nonché l'elaborazione dei dati cosě raccolti. In concreto, il primo contatto tra gli uffici di collocamento e i giovani immigrati rivela lacune culturali e carenze di capacitŕ linguistiche. Č quindi in questi settori che vanno prese misure concrete. Un database regionale distribuito in rete (insieme con un prototipo di terminale espressamente progettato a questo fine) č stato presentato alla Pubblica amministrazione siciliana e ai partecipanti al secondo congresso del "Progetto Dedalo", svoltosi a Monreale. Infine, l'analisi dei dati empirici consente di formulare una serie di proposte pratiche che l'Amministrazione regionale dovrŕ realizzare per migliorare la preparazione professionale e il collocamento dei giovani immigrati.
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Spagnolo, A. G., M. L. Di Pietro y G. "La formazione dei docenti di etica professionale nelle scuole infermieristiche". Medicina e Morale 40, n.º 1 (30 de abril de 1991): 91–100. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1151.

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Resumen
La professione infermieristica sta cercando di trovare oggi un ruolo specifico nel campo delle professioni sanitarie, un ruolo che comporti una spedfica identità seppure strettamente collegato alla professione medica. Un recente progetto di legge italiano sul riordino della professione infermieristica ha sollevato numerose perplessità fra gli infermieri stessi e in generale fra gli altri operatori sanitari. Gli autori considerano il punto del progetto di legge che riguarda l'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche. Esso prevede che possano essere qualificati a questo insegnamento gli infermieri che abbiano il titolo di AFD o di DAl. Gli autori ritengono, invece, che tale livello di formazione non sia adeguato per una materia così delicata come l'etica professionale ed essi propongono pertanto l'istituzione di uno specifico corso universitario in cui vengano approfonditi i diversi problemi etici, inquadrati nel campo più vasto della bioetica, conseeguendo alla fine uno specifico grado accademico finalizzato all'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche.
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Fabbri, Loretta y Mario Giampaolo. "Prefigurare professionalità future: i Piani per l'Orientamento e il Tutorato dei CdL L-19". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 1 (abril de 2021): 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11484.

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Resumen
Nel novembre del 2019 il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca pubblica il bando "Piani per l'orientamento e il tutorato". Lo scopo è quello di innovare e supportare le azioni di orientamento e tutorato delle Università italiane. Il Corso di Laurea in Scienze dell'educazione e della formazione dell'Università di Siena, capofila di un network di 15 CdL L-19, 116 scuole e 101 organizzazioni del settore educativo e formativo, risponde al bando proponendo il progetto "Super – percorsi di orientamento etutorato per promuovere il successo universitario e professionale". Il progetto ha come obiettivo quello di realizzare azioni di orientamento e tutorato per supportare le prefigurazioni professionali di studentesse e studenti. Il contributo descrive le caratteristiche generali del progetto che hanno guidato il coordinamento delle attività del network, le sfide e le ipotesi che hanno permesso di guardare all'orientamento e al tutorato in un'ottica innovativa e lontana dai modelli tradizionali.
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Formicuzzi, Maddalena, Serena Cubico, Jocilene Gadioli De Oliveira, Giuseppe Favretto, Anastasia Ferrari y Piermatteo Ardolino. "Alta formazione professionale tra formal e non formal learning: il caso dei Master Universitari italiani". Swiss Journal of Educational Research 36, n.º 3 (20 de septiembre de 2018): 481–500. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5108.

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Resumen
Il presente lavoro prende spunto dalla realizzazione del progetto di ricerca/intervento «Master Universitari e competenze acquisite. Validazione e certificazione» finanziato dalla Regione Veneto. Il progetto ha consentito di realizzare una serie di osservazioni e riflessioni sulle metodologie didattiche, sugli strumenti di valutazione e di certificazione legate sia agli apprendimenti realizzati in ambito formale che a quelli non formali.
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Bertoli, Roberta. "Connections between internship and professional identity in educational professions training: a narrative review." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 3 (31 de diciembre de 2022): 192–205. http://dx.doi.org/10.36253/form-13614.

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Resumen
Today’s society at the Italian and European levels is subject to rapid and continuous change, and those who are part of it must acquire the necessary tools and skills to cope with it and to be active builders of their own personal and professional life projects. The curricular internship is proposed as a device for learning about and experiencing the circularity between theory and practice, which is fundamental to the construction of the professional identity of educators and pedagogues. The literature review presented here aims to highlight the close connection between internship and professional identity in the initial training of the educational professions. Connessioni tra tirocinio e identità professionale nella formazione delle professioni educative: una rassegna narrativa. La società attuale a livello italiano ed europeo è soggetta a veloci e continui cambiamenti e coloro che ne fanno parte devono acquisire gli strumenti e le competenze necessari per farvi fronte e per essere attivi costruttori del proprio progetto di vita personale e professionale. Il tirocinio curriculare viene proposto come dispositivo per conoscere e sperimentare la circolarità tra teoria e pratica, fondamentale per la costruzione dell’identità professionale di educatori e pedagogisti. La rassegna letteraria qui presentata mira a mettere in luce la stretta connessione tra il tirocinio e l’identità professionale nella formazione iniziale delle professioni educative.
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Gianecchini, Martina, Nicoletta Masiero y Enrico Miatto. "Formazione professionale ed esiti occupazionali: un modello di valutazione e un'applicazione al Veneto". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 2 (noviembre de 2011): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002011.

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L'articolo affronta il tema dell'inserimento occupazionale dei giovani in possesso di una qualifica professionale. Viene proposto un modello di valutazione della formazione professionale che considera tre prospettive: quella del mercato del lavoro (focalizzata sulla "qualitÀ" dell'inserimento occupazionale post-qualifica), quella del sistema formativo (centrata sull'efficacia e l'efficienza dell'ingresso) e quella dell'individuo (relativa alla percezione di utilitÀ delle competenze apprese e al livello di soddisfazione rispetto all'esperienza formativa nel suo complesso). Il modello č stato elaborato all'interno del progetto di ricerca nazionale biennale "Valutazione degli esiti e dell'impatto delle Politiche formative nell'ambito della formazione professionale" finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e coordinato da Ires, del quale vengono presentati una sintesi dei risultati con riferimento al Veneto.
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Mitova, Sirma. "La descrizione delle qualifiche della formazione professionale nel settore alimentare". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 98 (diciembre de 2012): 59–70. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098005.

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La Raccomandazione2 sul sistema ECVET si propone di sostenere e completare l'azione degli Stati membri, facilitandone la collaborazione, aumentando la trasparenza e promuovendo la mobilitŕ e l'apprendimento permanente. Questo saggio intende presentare un quadro sintetico dei metodi utilizzati nei Paesi partner del progetto FOOD ECVET per la descrizione delle qualifiche della formazione e dell'istruzione professionale, considerate un indicatore importante delle potenzialitŕ dei Paesi e della loro prontezza nell'attuazione del sistema ECVET.
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Jassi, Sukky y Alison Pearson. "L'Industria alimentare nei paesi dell'UE". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 98 (diciembre de 2012): 71–76. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098006.

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Il seguente articolo opera una messa a confronto delle prestazioni, del contributo economico e delle componenti strutturali dell'industria alimentare nei Paesi europei partecipanti al progetto Food-ECVET. Vengono inoltre rilevati e messi in luce i punti di forza, le debolezze, le opportunitŕ e le sfide emergenti, nel contesto della realizzazione di un sistema integrato di crediti ECVET relativo alla formazione professionale dei lavoratori del comparto.
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Casonato, Camilla y Marco Muscogiuri. "Il disegno "poietico" di Mario Bellini. Design, architettura, paesaggio". TERRITORIO, n.º 91 (junio de 2020): 113–27. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-091012.

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Nel 2018 si inaugurava a Milano la mostra ‘Mario Bellini. Il disegno del Progetto'. I disegni, che ripercorrevano la fortunata carriera dell'architetto, divengono ora lo spunto per una duplice riflessione. Da un lato il disegno è indagato nelle sue molteplici nature e finalità: quale ausilio alla memoria, come veicolo per vedere, come strumento di comunicazione e soprattutto come luogo di elaborazione del pensiero progettuale. Dall'altro si avvia, proprio attraverso il filtro del disegno, una riflessione sul rapporto tra uomo e spazio, in riferimento alle molteplici scale a cui opera l'architetto, dall'oggetto all'architettura al paesaggio. Attraversando oltre quarant'anni di storia recente, la mostra testimoniava anche la profonda trasformazione delle tecniche e delle modalità del disegno professionale, stimolando una riflessione sul mutare dei rapporti tra disegno e progetto anche in relazione all'avvento del digitale.
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Tesis sobre el tema "Progetto professionale"

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Caroli, Simone. "Il sistema di formazione duale in Italia: il progetto "Integrazione scuola-lavoro in alternanza potenziata, apprendistato di primo livello, e apprendistato professionalizzante" della Fondazione A. Badoni". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77238.

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Resumen
Esiste, in Italia, la possibilità di sviluppare un sistema di formazione duale come quello tedesco? Sarebbe una possibilità economicamente sostenibile? Sarebbe accolto con favore dalle scuole e dagli enti formativi italiani? Su quali basi pedagogiche? E su quali, invece, giuridiche? Raccolto e revisionato un considerevole quantitativo di contributi letterari, il presente lavoro cerca di rispondere alle domande di cui sopra, guardando in particolare al sistema produttivo e formativo italiano, caratterizzati da piccole e medie imprese, e, dal lato della formazione, da una tendenza ad evitare contatti tra scuole e imprese. La literature review si concentra su tre aspetti. Primo, i vantaggi economici dell’attuazione di sistemi di formazione duale, in particolare nella forma legale dell’apprendistato e svolti in piccole e medie imprese. Secondo, i punti di vista delle ricerche giuridiche e pedagogiche su: formazione integrata scuola-lavoro, sistemi di formazione duale, apprendistato, e alternanza scuola-lavoro in genere, presentati insieme a studi statistici che rivelano la diffusione, in Italia, di questi schemi. Terzo, il processo di valutazione e validazione di competenze maturare nei contesti sopra menzionati. Nel corpo della tesi, quindi, sono presentati tre risultati principali. Primo, non esiste prova del fatto che sia impossibile attuare in Italia un sistema duale di successo; al contrario, tale attuazione sarebbe un’opportunità favorevole per aziende, giovani, istituzioni formative, e per il tessuto sociale in genere. Secondo, l’ordinamento italiano permette l’attivazione di un sistema di formazione duale pienamente e opportunamente strutturato. Considerando inoltre gli studi pedagogici esaminati, la letteratura ed il dibattito in materia sembrano giunti ad una maturazione tale da poter orientare la stesura di programmi e piani formativi, tenendo conto in particolare delle – non sempre ingiustificate – voci critiche e delle risposte date alle più rilevanti problematiche. Terzo, vi è la forte possibilità che a far da pietra d’angolo per il sistema italiano di formazione duale sia una procedura di valutazione ed attestazione di competenze funzionante a dovere, quale sintetizzazione di conoscenze ed abilità da poter spendere sia nel sistema formativo che sul mercato del lavoro. Un ultimo capitolo, infine, è dedicato alla presentazione di un case study: il sistema di formazione duale sperimentato dalla Fondazione A. Badoni di Lecco, che, sfruttando anche il dispositivo legale del recentemente riformato apprendistato per gli studenti delle scuole superiori, permette ai suoi partecipanti di ottenere un diploma di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) lavorando due o tre giorni alla settimane in aziende manifatturiere e frequentando un centro accreditato per l’erogazione di IeFP nei restanti giorni della settimana.
Is there an actual possibility, for Italy, to develop an educational dual system like the German one? Would this possibility be economically affordable? Could it be positively welcomed by Italian schools and VET institutions? What pedagogical basis on? And what about the legal ones? Collected and reviewed a valuable amount of literary contributions, this essay tries to answer the above questions, with particular regard about the Italian productive and educational systems, characterized by small and medium enterprises and, on the educational side, by a quite deep tendency to avoid contacts between schools and companies. The literature review focuses on three aspects. First, the economic advantages in implementing systems of dual education, particularly in the legal framework of the apprenticeship and in small and medium businesses. Second, the points of view of legal and pedagogical researches on the issues of: school-and-work integrated education, dual systems, apprenticeship, and school-and-work alternating training, presented together with statistical studies about the diffusion of such working-educational schemes in Italy. Third, the process of assessing and validating skills developed in the mentioned contexts. Within the body of the essay, then, the three main results of the examined studies are presented. First, there is no evidence against a successful implementation of a dual educational system in Italy; contrariwise, it would be a favorable opportunity for companies, youth, educational institutions, and the social texture in general. Second, the Italian regulation allows a fully and properly structured activation of dual educational system routes. Furthermore, considering the reviewed pedagogical studies, the literature and the debate seems mature enough to be able to advise how to orientate formative plans and programs, taking into particular account the – not always unjustified – critical voices and the replies about the most relevant issues. Third, there is the strong possibility that a properly functioning process of skills assessment and validation can be the corner stone of such dual educational system courses, synthesizing the acquisition of knowledge and abilities to be spent both in the education system and in the labor market. One last chapter, finally, is devoted to the presentation of a case study: the dual educational system experimented by the Fondazione A. Badoni of Lecco (Lombardy, Italy), which, exploiting also the legal framework of the newly reformed apprenticeship for school students, allows its participants to obtain a VET diploma working two or three days a week in manufacturing companies and attending a VET school for the rest of the week.
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PASQUARIELLO, MARIO. "APPRENDIMENTO LINGUISTICO INTEGRATO E VIDEO-EDUCAZIONE: LE NUOVE FRONTIERE DELL'INSEGNAMENTO CLIL. IL PROGETTO CLIL-MUVI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/40428.

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Resumen
La ricerca mette a fuoco le attività formative messe in atto in Italia per dotare con urgenza le scuole secondarie di secondo grado italiane di docenti competenti in ambito CLIL e intende dimostrare l’impatto che questa metodologia ha sulla formazione e lo sviluppo professionale. Dal 2014 il CLIL è obbligatorio nelle classi terminali dei licei e degli istituti tecnici. Ciò ha generato una forte domanda di formazione da parte di istituzioni e docenti chiamati a insegnare discipline in lingua straniera. Questo lavoro esplora la possibilità di sfruttare la video-formazione per fronteggiare le preoccupazioni di quei docenti che, senza essere formati alla glottodidattica, sono chiamati ad integrare obiettivi linguistici al curriculum disciplinare. Il nostro lavoro parte dall’esame di un corpus di video-lezioni da noi raccolte ai fini di una ricerca-azione commissionata dal MIUR volta ad indagare il grado di innovazione implicata dal CLIL, per poi giungere a dimostrare l’importanza dell’auto-osservazione e dell’auto-riflessione sulla prassi didattica, fino a proporre l’introduzione dell’esercizio di microteaching nella formazione dei docenti CLIL. Una ricca riflessione sull’organizzazione concettuale della propria disciplina e sulla sua trasposizione didattica conduce i docenti a un interessate lavoro sulla mediazione della conoscenza che sviluppa le loro competenze professionali.
Focusing on teaching and training activities implemented in Italy to provide secondary schools with teachers able to teach in the CLIL context, our research aims at demonstrating the impact of this methodology in teacher training and professional development. Since 2014 this methodology has become compulsory for the Italian secondary terminal classes (except vocational high schools). A strong demand for training prompted from institutions and teachers, urgently required to teach disciplines in a foreign language. The MIUR has therefore set up university courses aimed at integrating languages and disciplines. Here we explore the possibility of exploiting video-training to face Italian teachers’ concerns, who are asked, without being trained in language teaching, to integrate linguistic objectives into their curriculum. We examine a corpus of video-lessons collected for a research set on behalf of the Italian Ministry of Education to investigate at what extent CLIL brought an innovation into the Italian Education. Once highlighted the importance of (self)observation and (self)reflection upon classroom practices, we propose the introduction of micro-teaching practice in CLIL teacher training. A fruitful reflection on the conceptual organization and the didactic transposition of their discipline leads teachers work on the linguistic mediation of knowledge which improves their professional skills.
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PASQUARIELLO, MARIO. "APPRENDIMENTO LINGUISTICO INTEGRATO E VIDEO-EDUCAZIONE: LE NUOVE FRONTIERE DELL'INSEGNAMENTO CLIL. IL PROGETTO CLIL-MUVI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/40428.

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La ricerca mette a fuoco le attività formative messe in atto in Italia per dotare con urgenza le scuole secondarie di secondo grado italiane di docenti competenti in ambito CLIL e intende dimostrare l’impatto che questa metodologia ha sulla formazione e lo sviluppo professionale. Dal 2014 il CLIL è obbligatorio nelle classi terminali dei licei e degli istituti tecnici. Ciò ha generato una forte domanda di formazione da parte di istituzioni e docenti chiamati a insegnare discipline in lingua straniera. Questo lavoro esplora la possibilità di sfruttare la video-formazione per fronteggiare le preoccupazioni di quei docenti che, senza essere formati alla glottodidattica, sono chiamati ad integrare obiettivi linguistici al curriculum disciplinare. Il nostro lavoro parte dall’esame di un corpus di video-lezioni da noi raccolte ai fini di una ricerca-azione commissionata dal MIUR volta ad indagare il grado di innovazione implicata dal CLIL, per poi giungere a dimostrare l’importanza dell’auto-osservazione e dell’auto-riflessione sulla prassi didattica, fino a proporre l’introduzione dell’esercizio di microteaching nella formazione dei docenti CLIL. Una ricca riflessione sull’organizzazione concettuale della propria disciplina e sulla sua trasposizione didattica conduce i docenti a un interessate lavoro sulla mediazione della conoscenza che sviluppa le loro competenze professionali.
Focusing on teaching and training activities implemented in Italy to provide secondary schools with teachers able to teach in the CLIL context, our research aims at demonstrating the impact of this methodology in teacher training and professional development. Since 2014 this methodology has become compulsory for the Italian secondary terminal classes (except vocational high schools). A strong demand for training prompted from institutions and teachers, urgently required to teach disciplines in a foreign language. The MIUR has therefore set up university courses aimed at integrating languages and disciplines. Here we explore the possibility of exploiting video-training to face Italian teachers’ concerns, who are asked, without being trained in language teaching, to integrate linguistic objectives into their curriculum. We examine a corpus of video-lessons collected for a research set on behalf of the Italian Ministry of Education to investigate at what extent CLIL brought an innovation into the Italian Education. Once highlighted the importance of (self)observation and (self)reflection upon classroom practices, we propose the introduction of micro-teaching practice in CLIL teacher training. A fruitful reflection on the conceptual organization and the didactic transposition of their discipline leads teachers work on the linguistic mediation of knowledge which improves their professional skills.
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Pinelli, Giorgia <1978&gt. "La professione docente tra rappresentazioni e progetto formativo. Un'analisi pedagogica della competenza degli insegnanti secondari". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3475/1/Pinelli_Giorgia_tesi.pdf.

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Resumen
This thesis deals with the professional characteristics of secondary school teachers, with particular regard to their competence and their education. The topic will be approached starting from the characteristics and trasnformations social research has identified concerning Italian teachers, focusing on secondary teacher training. After a brief look at Europe, the attention will be directed to Italy, with particular regard to the Postgraduate Schools of Specialisation for Secondary School Teachers (SSIS); hence the need for an analysis that focuses on teaching per se and its concrete pratice. For its nature to be fully grasped, teaching must be reconsidered as an independent object of study, a performance in which competence manifests itself and a form of action involving a set of tacit and personal knowledge. A further perspective opens up for analysis, according to which the professional characteristics of teachers are the result of an education in which the whole history of the subject is involved, in its educative, formative, professional and personal aspects. The teaching profession is imbued with implicit meanings which are inaccessible to conscience but orient action and affect the interpretation of experience. Through the analysis of three different empirical data sets, collected among teachers-in-training and teachers qualified at SSIS, I will try to investigate the actual existence, the nature and the features of such implicit knowledge. It appears necessary to put the claims of process-product approaches back in their right perspective, to the benefit of a holistic conception of teaching competence. The teacher is, at the same time, “he who is teaching” and offers a concrete receiver the fruit of an endless work of study, reflection, practice and self-update. To understand this process will mean to penetrate more and more deeply into the core of teaching and teaching competence , a competence that in some respects “is” always “that” teacher, with his or her own story, implicit knowledge and representations.
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Pinelli, Giorgia <1978&gt. "La professione docente tra rappresentazioni e progetto formativo. Un'analisi pedagogica della competenza degli insegnanti secondari". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3475/.

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This thesis deals with the professional characteristics of secondary school teachers, with particular regard to their competence and their education. The topic will be approached starting from the characteristics and trasnformations social research has identified concerning Italian teachers, focusing on secondary teacher training. After a brief look at Europe, the attention will be directed to Italy, with particular regard to the Postgraduate Schools of Specialisation for Secondary School Teachers (SSIS); hence the need for an analysis that focuses on teaching per se and its concrete pratice. For its nature to be fully grasped, teaching must be reconsidered as an independent object of study, a performance in which competence manifests itself and a form of action involving a set of tacit and personal knowledge. A further perspective opens up for analysis, according to which the professional characteristics of teachers are the result of an education in which the whole history of the subject is involved, in its educative, formative, professional and personal aspects. The teaching profession is imbued with implicit meanings which are inaccessible to conscience but orient action and affect the interpretation of experience. Through the analysis of three different empirical data sets, collected among teachers-in-training and teachers qualified at SSIS, I will try to investigate the actual existence, the nature and the features of such implicit knowledge. It appears necessary to put the claims of process-product approaches back in their right perspective, to the benefit of a holistic conception of teaching competence. The teacher is, at the same time, “he who is teaching” and offers a concrete receiver the fruit of an endless work of study, reflection, practice and self-update. To understand this process will mean to penetrate more and more deeply into the core of teaching and teaching competence , a competence that in some respects “is” always “that” teacher, with his or her own story, implicit knowledge and representations.
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Gasco, Giorgio. "Bruno Taut e il Ministero della Cultura turco. Traiettorie professionali nella Turchia Repubblicana (1936-1938)". Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2007. http://hdl.handle.net/10803/6092.

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Resumen
La tesis se compone de cuatro partes.
La primera tiene carácter introductivo, ofreciendo un visión general de la breve pero intensa experiencia profesional de Bruno Taut en Turquía. En particular evidencia como el acercamiento a la modernidad ejercido por Taut, bajo un punto de vista teórico y práctico, haya encontrado perfecta sintonía en el contexto cultural de la joven Republica Turca. Gracias a esta empatía Taut ganó el papel privilegiado de Experto en los debates culturales de aquellos años en el país, no sólo por la propuesta de un lenguaje arquitectónico moderno y al mismo tiempo devoto a la tradición, sino también en relación a temas diferentes como el estudio de la arquitectura tradicional y los problemas debidos a su conservación. La primera parte muestra además un catálogo descriptivo de las obras realizadas y de los textos publicados en Turquía entre el año1936 y el año 1938.
La segunda parte mira a los aspectos más eterminantes de la llegada de Taut como director del Departamento de Arquitectura de la Academia de Bellas Artes de Istambul y de la Oficina de Proyectos del Ministerio de Cultura. Se juntan informaciones procedentes de otros autores, de testimonios que en parte hasta este momento habían sido secundarios, de notas del diario turco de Taut y de un documento inédito, que nos permite entender la complejidad del procedimiento burocrático en el encargo que le fue confiado.
La información contenida en el documento inédito, sobretodo, tiene información sobre los primeros trabajos de la Oficina de Proyectos bajo la dirección de Taut: los proyectos para las Clínicas universitarias y el Instituto de Química de la Universidad de Istambul.
La tercera parte enfoca un aspecto de la actividad de Taut en Turquía hasta ahora desconocido: su papel de experto extranjero en el programa del Ministerio de Cultura para la protección de los monumentos históricos. Gracias a un artículo dedicado a la restauración del Mausoleo Verde de Bursa (una de las restauraciones más importantes de los años treinta) en el que se habla de la implicación de Taut en el proyecto, a notas de su diario y al texto de la Relación que Taut escribió para la restauración (documento inédito recuperado en Japón), la tercera parte busca hacer luz sobre esta anómala experiencia profesional, que no se limitó solo al caso Bursa sino que le implicó en otras dos importantes restauraciones de aquellos años.
La Relación sobre el Mausoleo de Bursa abre un nuevo capítulo sobre la actividad de Taut en Turquía y permite reelaborar las críticas empezando por los aspectos inéditos de sus pensamientos sobre las principales problemáticas de la restauración.
La cuarta y ultima parte contiene la traducción italiana de documentos: una carta del año 1916, conservada en Ankara, escrita por Taut a un destinatario desconocido, después del viaje a Istambul, en ocasión del Concurso para la Casa de la Amistad Turco-Alelmana con anexo al texto Impresiones de viaje desde Costantinopoli; el artículo-entrevista La casa Turca, Sinan, Ankara, publicado en el número de febrero de 1938 de la revista Her Ay; la Relación sobre el restauro de la Yeþil Türbe de Bursa, escrita en 1938.
This thesis is formed by four parts.
First one gives up an introductory overview. It aims to depict a general frame of Bruno Taut's both short and busy professional experience in Turkey. In detail it tries to show how transversal approach to modernity claimed by Taut quite fit the specific cultural context of young Turkish Republic. Thanks to this nearness Taut gained a privileged role of Expert alongside the cultural debate under definition in the country. This role was effective both for the diffusion of an architectonic language proposing a sinthesis between modernity and tradition and for different issues such as studies about traditional architecture and consideration about monumental heritage's preservation. This first part moreover displays a sort of descriptive catalog on realized works and published texts between 1936 and 1938.
Second part aims to frame most important aspects linked with Taut's debut as head of Architecture Department in the Istanbul Fine Arts Academy and of the Culture Ministry Architectural Office. Informations from different scholars, evidences untill now ignored, Taut's turkish booknote's entries and an unpublished official document compose critic machinery that allows to focus the complexity of bureaucratic iter standed behind Taut's assignment definition. Especially the official document displays precious evidences about first works Office was kept busy with under Taut's tenure: projects for Istanbul University's Medical Clinics and Chemistry Insitute.
The whole third part deals with an unknown Taut's activity side: his role as foreigner Expert alongside the Culture Ministry program for historical monuments preservation. Thanks to an article about the restoration of the Green Tomb in Bursa (one of the most important restoration works in the thirties) refering to Taut's involvement, to diary's entries and to the original Report Taut drawn up about that restoration (unpublished document recovered in Japan), this part analizes this professional experience not only focusing on Bursa case study but also taking into consideration other two restoration episodes (Ottoman Market in Ankara and a series of monuments in Edirne). The Report for Bursa's Tomb opens a new chapter on Taut's activity in Turkey and allows to redefine its critical assest moving from unusual statements Taut dealt with regarding Restoration's fundamental issues.
Fourth and last part is formed by some documentary fonts. It collects italian language translation of three documents: a letter, kept in Ankara, Taut wrote in 1916 to an unknown person after the trip in Istanbul on the eve of the competition for the German-Turkish Friendship House and the text Trip's impressions from Costantinople, the interview Turkish house, Sinan, Ankara pubblished in Her Ay magazine on february 1938, the Report on Green Tomb Restoration in Bursa written in 1938.
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7

Ugolini, Luca. "Architettura non ufficiale. L'autore anonimo come autore collettivo (1961-1966)". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2749.

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Resumen
2006/2007
Cap. 01.0 Lessico Rielaborare il significato di alcuni termini come “vernacolare” “anonimo” è l’operazione di partenza per definire il concetto di architettura non ufficiale. Si comincia dunque col ricercare la radice storica-etimologica del termine “vernacolo” per sottolineare l’origine di un fraintendimento cronico nella tradizione disciplinare. La condizione di anonimato dell’oggetto e dell’autore sembrano i nodi sui quali posare lo sguardo per discutere il ruolo del progettista e la sua adeguatezza, come figura di collegamento tra pratiche artistiche e tecniche. Con la perdita dell’autore, proclamata in letteratura da Barthes, ed evidenziata in architettura da Rudofsky, si sottolinea un passaggio storico nella percezione di una professione in continuo mutamento; la vicinanza tematica con l’assegnazione di un “Compasso d’Oro a Ignoti”, voluto da Bruno Munari, per la qualità di alcuni oggetti d’uso comune, o la ricerca di Alexander della “qualità senza nome”, sono solo alcune tra le manifestazioni a conferma di un cambio di atteggiamento da parte del progettista nei confronti del suo ruolo. 01.1 Precedenti moderni Una lettura delle posizioni prese da alcuni architetti tra le due guerre, e la mostra della triennale organizzata da Pagano e Daniel sull’architettura rurale, sono i punti sui quali si concentra il testo. Uno sguardo indietro nel tempo si rende necessario per trovare le radici di un dibattito caratteristico del movimento moderno e che ha sempre condizionato l’evoluzione della pratica progettuale; il dibattito sembra dividere in due l’atteggiamento accademico e professionale, tra chi considera l’architettura anonima come espressione di “architettura sana e onesta” dell’umanità che si organizza per condividere gli spazi; chi, invece, ne reinterpreta gli stilemi,ricorrendo alla mimesi delle forme. Si esamina il periodo di formazione per la figura ritenuta centrale di Bernard Rudofsky, che animerà il dibattito sull’architettura anonima nella metà degli anni sessanta. Nell’esempio di Villa Oro di Luigi Cosenza e Rudofsky si individua uno dei massimi esempi di felice incontro tra osservazione dell’architettura anonima e pensiero moderno; l’attualità anche formale di questo manufatto è sorprendente e rappresentativa. Rudofky rappresenta la ricerca di un valore nell’architettura non ufficiale che è difficilmente riproducibile; ne vengono messe in luce le qualità aggregative e formali, e tali attenzioni, soprattutto nell’ambito italiano, saranno segno caratterizzante di una linea culturale che valicherà il segno di demarcazione della seconda guerra mondiale fino a tradursi nel neorealismo della ricostruzione. cap. 02.0 “Architecture without Architects”. Un’indagine testuale. La trattazione si snoda all’interno dell’arco cronologico dei primi anni sessanta mettendo in evidenza eventi di carattere editoriale ed espositivo che caratterizzano il dibattito sull’architettura anonima. L’evento della mostra Architecture without Architects è ritenuto snodo nel dibattito e occasione di ripensamento sul ruolo dell’architetto in una società in forte fermento. Gli stessi interessi di Rudofsky vengono individuati anche in una serie di testi di autori, anche distanti da loro, che tendono ad osservare il fenomeno spontaneo come possibile spunto per un rinnovamento delle tradizioni disciplinari. In questo arco cronologico si ritrovano, infatti, il testo di Christopher Alexander, Notes on the Synthesis of Form (1964), la ricerca di Fumihiko Maki, Investigations in Collective Forms (1964), le Complexity and Contradiction in Architecture di Robert Venturi fino al Il territorio dell'architettura di Vittorio Gregotti (1966); tutti testi che affrontano l’oggetto anonimo con sguardi diversi, celando la stessa inquietudine sul ruolo dei progettisti. Il capitolo si suddivide in quattro paragrafi che affrontano le similitudini e le differenze dell’interesse sull’architettura anonima in quattro contesti culturali diversi; negli Stati Uniti si evidenzia la politica culturale del MoMA con l’esposizione di Rudofsky e il testo di Venturi che tende ad una riedizione del vernacolo in chiave pop; la figura di Maki e del movimento Metabolist mostra come l’esperienza di architettura radicale riesce a trovare spunto dal fenomeno non ufficiale; il panorama europeo dimostra un’attenzione peculiare del vecchio continente nei confronti delle preesistenze architettoniche di carattere popolare e rurale con la Inquérito à Arquitectura Regional Portuguesa, un’analisi puntuale delle radici popolari dell’architettura portoghese, o con le attenzioni di Hollein nei confronti degli insediamenti Pueblo nel nord del Messico. In Italia si nota la fine di un percorso intellettuale e culturale che fin dagli anni trenta aveva osservato l’architettura rurale e mediterranea come fonte per una nuova architettura, con Gregotti e Il territorio dell'architettura si pongono le basi per un cambio di scala nell’osservazione del contesto antropogeografico, che si appoggia su interpretazioni formali per ricercare atteggiamenti nuovi nel progetto. Un episodio trasversale che attraversa gran parte del capitolo è l’occasione di un concorso internazionale sviluppato dalle Nazioni Unite e dal governo del Perù per realizzare alloggi popolari; il concorso PRE.VI. sembra offrire una verifica progettuale per alcuni dei personaggi individuati come agenti del cambiamento. Anche se il concorso si svolge nel 1968, sembra interessante comprenderlo nella trattazione dal momento in cui il suo bando si elabora nel 1966 ed è ricco dei contributi analitici di John Turner, un altro autore che ha tentato una attualizzazione dei fenomeni anonimi, riconoscendo nella formazione delle Barriadas di Lima un esempio di processo spontaneo della formazione di un habitat. Cap. 03.0 presenze contemporanee Dopo aver osservato il dibattito dei primi anni sessanta, risulta importante verificare l’attuale persistere dell’osservazione dell’architettura anonima. Il capitolo tenta di mettere in evidenza alcuni atteggiamenti che ereditano le tematiche care a Rudofsky e che la contemporaneità tende a riproporre con diverse chiavi di lettura. Le analisi di Koolhaas su Lagos e gli interventi di Aravena in Cile fanno emergere come l’osservazione del fenomeno spontaneo sia utile strumento di analisi ma rischioso strumento operativo; il rischio di populismo e di una rilettura delle forme anonime considerate unico fenomeno di trasformazione d’assieme dell’habitat, tendono ancora oggi ad influenzare le posizioni dell’architetto che si dedica allo studio di questi temi. Si noterà come spesso le osservazioni tendano ad estetizzare i fenomeni; un atteggiamento che rischia di sorvolare il fenomeno in maniera estetica per evitare inquietudini della pratica professionale. Risulta interessante la riproposizione del testo di Rudofsky in occasioni diverse che ne rileggono il valore dell’indagine, sia in campo artistico che strettamente attinenti all’architettura. Si giunge così ad una serie di indicazioni che riguardano i rischi derivanti dalle indagini sulle architetture anonime; il provincialesimo e il populismo come derive possibili portano a considerare il tema dell’architettura non ufficiale non come strumento per l’operabilità della materia architettonica, ma piuttosto come diversa lettura della contemporaneità attraverso le stratificazioni storiche; ne risulta occasione per una lettura della tradizione disciplinare del moderno più aderente alla sua genealogia plurale.
XX Ciclo
1972
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8

Vergnani, Sara. ""F(accio) C(entro)": progetto di un'applicazione per smartphone per aumentare l'aderenza al trattamento aerosolico negli adolescenti affetti da Fibrosi Cistica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Resumen
Background: i pazienti affetti da Fibrosi Cistica sono esposti ad un pesante carico terapeutico rappresentato dalla fisioterapia respiratoria, terapia assunta per via aerosolica, orale e attività fisica. L'aderenza alla terapia diminuisce durante l’adolescenza con conseguenze negative in termini di: stato di salute, qualità della vita e ricoveri ospedalieri. Le applicazioni per smartphone sono strumenti efficaci per favorire l’aumento dell’aderenza tuttavia, la loro disponibilità negli store digitali è limitata. Da queste considerazioni è nato "F(accio) C(entro)" ovvero il progetto di un'applicazione per smartphone realizzato con lo scopo di aumentare l’aderenza alla terapia aerosolica negli adolescenti affetti da Fibrosi Cistica. Materiali e metodi: il progetto è stato realizzato integrando le informazioni ottenute dalla ricerca condotta in letteratura e nei principali store digitali con quelle ricavate dalle interviste rivolte ai pazienti adolescenti del centro FC dell'Ospedale Bufalini di Cesena e poi condiviso con il team multidisciplinare. Nella home page sono presenti un grafico sintetizzante l’andamento dell’aderenza, l’elenco delle terapie quotidiane con annesse note riguardanti le corrette modalità di esecuzione e un promemoria per la successiva visita di controllo. Il paziente potrà impostare delle notifiche come promemoria per l’esecuzione di ciascuna terapia e segnalare con delle spunte se le ha eseguite o meno. L’app inoltre consente al pz. di interagire autonomamente con i professionisti del centro e di scaricare una tabella sintetizzante l’andamento mensile dell’aderenza alle diverse terapie. Discussione e conclusioni: "F(accio) C(entro)" è un app semplice, accessibile, funzionale, personalizzabile e interattiva volta a promuovere le abilità di self-management del paziente adolescente per consentirgli di gestire autonomamente la terapia. Il prossimo passo sarà quello di far costruire un prototipo e valutarne l’impatto sui tassi di aderenza.
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Carpanoni, Elisa <1993&gt. "Le pratiche professionali di servizio sociale con utenza femminile immigrata : lo studio di caso dei progetti sociali del Centro di Solidarietà di Reggio Emilia Onlus con le donne immigrate residenti nella zona della stazione di Reggio Emilia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14946.

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Resumen
La tesi tratta il tema delle pratiche professionali di servizio sociale con l’utenza femminile immigrata. Primariamente, viene esaminata la letteratura sul tema, sia rileggendo le pratiche tipiche del servizio sociale alla luce dell’incontro con questo tipo di utenza sia osservando i principali bisogni e risorse delle donne immigrate come utenti dei servizi. Secondariamente, viene esplorato il caso dei progetti sociali con le donne immigrate residenti nella zona della stazione di Reggio Emilia promossi dal Centro di Solidarietà di Reggio Emilia Onlus tramite l’analisi di un’intervista semi-strutturata alle responsabili dei progetti, al fine di confrontare la prassi con le stesse dimensioni considerate nella teoria. Infine, grazie ad alcuni stimoli derivanti dall’intervista alle professioniste e attraverso l’analisi di alcune interviste in profondità sul campo, vengono indagati specificatamente i bisogni e le risorse di alcune donne immigrate coinvolte nei progetti e le ricadute che questi ultimi hanno avuto in termini di risposta ai bisogni e valorizzazione e acquisizione di risorse e competenze.
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MOUSSA, MOULOUNGUI Aude Carine. "Processus de transformation des intentions en actions entrepreneuriales". Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/406736.

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Resumen
Lo studio dei fattori psicosociali determinando i comportamenti associati alla creazione di impresa è la chiave per la spiegazione delle intenzioni imprenditoriali e il processo cognitivo della sua trasformazione in azione. In questa prospettiva siamo stati interessati alle dinamiche personali coinvolti nel comportamento di creazione di impresa. Tre categorie di persone hanno partecipato allo studio:gli studenti, gli aspiranti imprenditori e gli imprenditori attivi. Questo ci ha permesso di eludere i problemi metodologici connessi al conseguimento di una osservazione longitudinale. Dalla letteratura internazionale sull'argomento, presentiamo l'imprenditorialità come un processo teleologico che si sviluppa nel tempo. Così, abbiamo costruito un modello di analisi di equazion strutturale che collega le variabili chiave dell'intenzione imprenditoriale, le variabili intermedie in particolare con riferimento al modello del comportamento pianificato, a quelle di Gollwitzer sulle fasi dell'azione e a Kuhl sul controllo dell’azione e il comportamento di creazione di impresa. I nostri risultati ci hanno permesso di proporre un modello teorico chiamato modello gerarchico della volizione. La sua premessa è simile alla teoria dei bisogni di Maslow. Tuttavia, a differenza della piramide dei bisogno, si può ipotizzare una rimobilizzazione delle capacità volizionale di una fase inferiore del processo.
The study of psychosocial factors which determine the behaviors associated with business creation is essential to the explanation of entrepreneurial intention and of the cognitive process of its transformation into action. At this prospect, we have been interested in the personal dynamics involved in business creation management. Three professional categories have participated in this study: students, entrepreneurs in creating and active entrepreneurs. This has allowed us to get around the methodological difficulties related to the achievement of a longitudinal observation. On the basis of international literature on the subject, entrepreneurship can be presented as a teleological process that develops over time. Thus, we have constructed a model of analysis by structural equations establishing the relationship between the determining variables of the entrepreneurial intention, the intermediate variables, especially in reference to the theory of planned behavior, to that of Gollwitzer on the phases of action and that of Kuhl on the control of action and business creating management. Our results have allowed us to propose a theoretical model so called hierarchical organization of the mobilization of volitional capacities. Its premise is similar to Maslow’s theory of needs. However, Contrary to the pyramid of needs, we make the hypothesis of a possible remobilization of volitional capacities of a lower phase of the process.
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Libros sobre el tema "Progetto professionale"

1

Alberto, Tinarelli, Pietrantonio Gina y Emilia-Romagna (Italy). Assessorato formazione professionale e lavoro., eds. L' Educatore professionale: Dall'esperienza al progetto. Milano, Italy: F. Angeli, 1990.

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2

Poli, Daniela, ed. Agricoltura paesaggistica. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-437-0.

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Resumen
L’agricoltura è la prima delle arti, nasce da un progetto, dalla modificazione cosciente di un contesto, utilizzando conoscenze tramandate e accumulate nel tempo. L’agricoltura contemporanea, figlia della ‘rivoluzione verde’, del fordismo e della sua crisi, ha voltato le spalle a questo sapere che era in grado di produrre non solo alimenti, ma anche tutela ambientale e qualità estetica. I testi raccolti in questo volume intendono alimentare riflessioni e pratiche nei vari settori della pianificazione e progettazione del territorio e del paesaggio – da quello universitario a quello politico, tecnico, professionale e amministrativo – che portino il mondo dell’agricoltura a riconquistare un ruolo centrale nel disegnare nuove relazioni fra abitanti e territorio. In questi scritti, il paesaggio agrario rappresenta un’opportunità per produrre un contesto in cui sia piacevole vivere, con un approccio lontano dalla deriva estetizzante di un malinteso immaginario ‘pittoresco’, ma attento piuttosto ad un’estetica di tipo contestuale, che nasce dentro e dal mondo rurale.
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3

Giovanni, Felici, ed. Dall'etica ai codici etici: Come l'etica diventa progetto d'impresa. Milano: F. Angeli, 2005.

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4

Robles, Mariano. Finanza di progetto e responsabilità professionali: Profili civilistici dell'asservazione bancaria. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2011.

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5

Claudia, Montedoro y Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori., eds. FaD: Una strategia formativa per il futuro : progetto sperimentale di formazione a distanza per la FP. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1994.

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6

Pinelli, Giorgia. La professione docente tra rappresentazioni e progetto formativo: Un'analisi pedagogica della competenza degli insegnanti secondari. Roma: Aracne, 2013.

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7

Baeza, Alberto Campo. Alberto Campo Baeza: Progetti e costruzioni. Milano: Electa, 1999.

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Antonio, Pizza, ed. Alberto Campo Baeza: Progetti e costruzioni. Milano: Electa, 2004.

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Baeza, Alberto Campo. Alberto Campo Baeza: Progetti e costruzioni. Milano: Electa, 1999.

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Convegno "Progetti speciali nell'educazione degli adulti" (1987 Frascati, Italy). Formazione generale, qualificazione professionale, rientri scolastici: Progetti speciali nell'educazione degli adulti : atti del Convegno "Progetti speciali nell'educazione degli adulti," Villa Falconieri, 12-13-14 febbraio 1987. Frascati: Centro europeo dell'educazione, 1987.

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Capítulos de libros sobre el tema "Progetto professionale"

1

Grilli, Antonella y Fabrizio Rozzi. "Il Progetto Sperimentale di Tirocinio Diretto Digitale Integrato". En Strumenti per la didattica e la ricerca, 27–47. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-587-5.5.

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The integrated digital direct internship (TDDI) represents a new and important method of internship of an experimental nature that began in December 2020, in collaboration with the Regional School Office for Tuscany, to guarantee all students to live a fundamental pre-professional experience, also through virtual and digital methods, thus allowing to expand and enrich training opportunities.
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2

Mazzarino, Sara, Anna Bianchi, Antonella Casoli, Rossano Bolpagni, Michela Berzioli y Stellina Cherubini. "Dal progetto al restauro di un manoscritto polimaterico". En Dalla tutela al restauro del patrimonio librario e archivistico. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-215-4/016.

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Casapini’s Herbarium is an 18th century manuscript, belonging to the Palatina Library in Parma and currently stored at the Botanical Garden of Parma University. The Herbarium collects nearly 200 samples of dried plant specimens that have been severely affected by physical, biological and chemical degradation. In 2016 the Inner Wheel Club Italia-Parma Est, an international female association, decided to fund the conservation of this Herbarium in order to preserve it and allow its study. A large team of professionals, including conservators, chemists, physicists and a botanist, has been working on the project to secure this unique but very fragile object. This paper discusses the condition assessment, the identification of degradation processes and the first conservation approach to the Casapini Herbarium. Issues related to the treatment of heavily corroded areas, the resewing of the sections and the future storage of the manuscript are also identified and highlighted for further research.
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Crawford, Andrea y Agostino Gotti. "Let’s Make a Try!" En Handbook of Research on Didactic Strategies and Technologies for Education, 473–90. IGI Global, 2013. http://dx.doi.org/10.4018/978-1-4666-2122-0.ch042.

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An educational/sporting experience known as “Let’s Make a Try!” is presented. The aim of the project was to introduce the sport of Rugby into the contexts of education and schooling, with specific attention to the learning and social aspects. From the context of extramural educational projects – related to the important experience “Progetto Provinciale Extrascuola” (1) in the Province of Bergamo – and a reading of the needs of children from 6 to 13 years old, particularly of those who took part in those projects that aimed at promoting the learning process, the attempt was made to create innovative situations for learning through the proposal of a little known and little practiced sport: Rugby. The experience gave interesting results in relation to the initial problem areas of these minors such as difficulty in respecting rules, the control of aggressiveness, low self esteem, and frustration in competitive situations. Contrary to the opinion commonly held by volunteers and educational professionals, these weaknesses were shown not to be structural, but open to improvement if put to the test in innovative and purposeful ways. The project has brought to life a new way for these children to approach relationships through the discovery of controlled physical contact, the sense of belonging to a group (team), and the taking of personal initiative.
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