Artículos de revistas sobre el tema "Problemi di Secondo Grado"

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Dello Iacono, Umberto, Eva Ferrara Dentice, Chiara Vitina Mannillo y Maria Letizia Vitale. "Dalla comprensione del testo alla risoluzione del problema: un’esperienza nella scuola secondaria di secondo grado". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 12 (21 de noviembre de 2022): 9–21. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.1.

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La risoluzione dei problemi è un’attività che crea difficoltà a molti studenti, indipendentemente dall’ordine scolastico, spesso legate alla fase di comprensione del testo del problema stesso. A tal proposito, abbiamo disegnato un’attività di apprendimento che prevede che gli studenti, a partire da alcuni problemi assegnati, individualmente e poi in maniera collaborativa, ne analizzino dapprima criticamente il testo per poi affrontarne la risoluzione. Abbiamo sperimentato tale attività con studenti del primo anno di una scuola secondaria di secondo grado. L’analisi dei dati mostra che l’attività didattica progettata sembra essere efficace nel favorire l’attivazione di adeguati processi risolutivi da parte degli studenti, nonché la produzione di argomenti a sostegno delle risposte fornite. In particolare, la maggior parte degli studenti, dopo aver lavorato sulla comprensione del testo, migliora la correttezza delle risposte e/o produce argomenti a supporto delle stesse.
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Bassi, Caterina, Domenico Brunetto, Nicolò Cangiotti y Francesco Nappo. "PiGame 2023: una escape room matematica". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 15 (16 de mayo de 2024): 73–91. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.24.15.4.

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Questo articolo presenta una recente esperienza didattica rivolta a studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado italiane tramite la costruzione di una escape room virtuale. Tale esperienza ha coinvolto oltre 50 scuole e 1500 studenti nell’occasione del Pi Day 2023, la Giornata Internazionale della Matematica. L’articolo si concentra sull’idea progettuale dei problemi matematici presentati e sulle modalità di realizzazione di un contesto virtuale che riproduca fedelmente l’esperienza di gioco escape room.
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Rollo, Dolores y Silvia Perini. "Analisi strutturale e funzionale di problem solving logici: dalla verifica empirica all'applicazione educativa". ACTA COMPORTAMENTALIA 7, n.º 2 (1 de diciembre de 1999): 147–64. http://dx.doi.org/10.32870/ac.v7i2.18234.

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Scopo della presente ricerca è di applicare educativamente l'analisi funzionale del problern solving, secondo la quale anche un'abilítá cognitiva complessa puó essere insegnata, Insegnando I'algoritmo che la desenve: a partiré dalla descrizione algoritimica del comportamento di soluzione di problemi logici si sono organizzati diversi tipi di stimoli antecedenti - tipi di giochi - e diverse modalità di presentarli al fine di verificare sia la possibilità di insegnare condone risolutorie che il loro grado di generalizzazione. La nostra ipotesi, di conseguenza, prevede che bambini incapaci di risolvere adeguatamente i problemi, imparino a farlo nel corso del training raggiungendo prestazioni di ragionamento del tutto analoghe a quelle di bambini o soggetti inizialmente abilí. Il disegno sperimentale é un piano fattoriale split plot 2 (etá) x 2 (trainings di apprendimento) x 3 (fasi sperimentali) che ha coinvolto 64 bambini frequentanti le classi prima e terza elementare. L' AN. O.V A. fomisce informazioni di notevole interesse circa il ruolo del trattamento nel modificare le competenze di soluzione del problema nei soggetti considerati, indicando differenze significative ai livelli di A (etá), ai livelli di B (training), nonché tra i tre momenti della ricerca indicati dai livelli di C.
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Bollino, Carlo Andrea, Gianfranco Di Vaio y Paolo Polinori. "Spillovers ed eterogeneitŕ spaziale nell'analisi dell'efficienza economica a livello comunale: un'applicazione per i comuni dell'Emilia Romagna". RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, n.º 3 (octubre de 2012): 13–37. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-003002.

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Resumen
Il presente lavoro rappresenta un primo tentativo di analizzare in chiave spaziale l'efficienza conseguita a livello di governo locale in Italia, utilizzando un database di nuova costruzione, che comprende i 341 comuni della regione Emilia- Romagna. La metodologia d'analisi si basa su una procedura a due stadi. Nel primo stadio, si stimano i punteggi di efficienza attraverso il metodo non parametrico della Data Envelopment Analysis (DEA), mentre nel secondo stadio si utilizzano detti punteggi per effettuare un'analisi esplorativa dei dati spaziali (ESDA), basata sulla statistica I di Moran. I risultati mostrano che i comuni considerati sono mediamente inefficienti e che esistono fenomeni di esternalitŕ spaziali, in grado di in- fluenzare positivamente il grado d'efficienza delle amministrazioni comunali. I comuni con un elevato livello d'efficienza, infatti, sono circondati da comuni caratterizzati da un'efficienza altrettanto elevata e viceversa. Parallelamente, si riscontra una non trascurabile evidenza di eterogeneitŕ spaziale. Particolare attenzione č stata posta, sia in fase di costruzione della banca dati sia nel processo di stima, ai problemi di eterogeneitŕ dovuti alla presenza di osservazioni anomale.
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della Portae, Donatella y Dieter Rucht. "MOVIMENTI SOCIALI E SISTEMA POLITICO: UN CONFRONTO FRA ITALIA E GERMANIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, n.º 3 (diciembre de 1992): 501–37. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001889x.

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Resumen
IntroduzioneLa letteratura sulle forme di protesta si è arricchita, di recente, di numerosi contributi che hanno, tra l'altro, affrontato il tema dei rapporti tra sistema politico e movimenti sociali. Ispirati da Eisinger, che aveva dimostrato una relazione curvilinea tra l'incidenza della protesta nelle città americane e l'accesso dei movimenti collettivi nelle arene politiche locali (Eisinger 1973, 28), modelli sempre piò complessi sono stati elaborati per spiegare un numero crescente di variabili. Molte ricerche hanno utilizzato il concetto distruttura delle opportunità politiche, riferendosi ad un complesso e variegato insieme di variabili (Tarrow 1983; Tarrow 1989a; Brand 1985; Kitschelt 1986; Kriesi 1989 e 1991). L'uso di questo concetto in una comparazionecross nationalpresenta, a nostro avviso, tre problemi. In primo luogo, il limitato numero di casi analizzati non permette generalizzazioni accurate. In secondo luogo, il controllo logico delle relazioni ipotizzate raramente è stato facilitato attraverso l'indicazione di variabili intervenienti tra variabili indipendenti e variabili dipendenti molto «distanti» fra loro. In terzo luogo, le analisi proposte sono state, prevalentemente, analisi statiche: riferendo le caratteristiche di un movimento a condizioni strutturali piò o meno inerti, queste analisi non sono state, cioè, in grado di spiegare i mutamenti congiunturali. In questa introduzione, proporremo alcune soluzioni a questi tre problemi, illustrando il modello esplicativo utilizzato nella nostra ricerca.
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Meli, Mariarita y Eugenia Taranto. "Problemi con variazione ed equazione figurale: strumenti della didattica cinese trasposti in una scuola primaria italiana". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 11 (18 de mayo de 2022): 95–120. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.11.5.

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In questo lavoro viene mostrata la possibilità di sviluppare un approccio al pensiero pre-algebrico con alunni della scuola primaria che presti maggiore attenzione alle caratteristiche strutturali dei problemi additivi rispetto a quelle numeriche. In particolare, illustrando una sperimentazione condotta con allievi di una classe seconda primaria, si mira a mostrare come può concretizzarsi una trasposizione di strumenti didattici propri della didattica cinese – i problemi con variazione e l’equazione figurale – nel contesto italiano della scuola primaria. Si rileva come, a partire dal testo di un problema e dalla rappresentazione grafica dei suoi dati, i bambini sono in grado di comprendere e, a loro volta, costruire variazioni del problema di partenza, esplorando le potenzialità legate alla struttura della variazione stessa. I bambini sono così portati a sviluppare competenze d’uso di strutture di risoluzione di tipo pre-algebrico, spostando l’attenzione dal piano procedurale a quello relazionale.
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Passarella, Simone. "Esperienze didattiche di modellizzazione emergente: uno sguardo ai processi di matematizzazione". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 10 (17 de noviembre de 2021): 140–58. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.10.7.

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In questo contributo si presentano due esperienze didattiche di modellizzazione emergente. Dopo aver chiarito i costrutti di modellizzazione emergente e matematizzazione, vengono proposte due esperienze didattiche. La prima, condotta in una classe seconda della scuola primaria, ha riguardato la proprietà distributiva della moltiplicazione rispetto all’addizione; la seconda, in una classe quarta di una scuola secondaria di secondo grado, ha riguardato il calcolo del volume di solidi non noti. La descrizione di queste esperienze segue tre direzioni principali: l’esplicitazione dell’obiettivo di apprendimento; la scelta del problema nel contesto; l’analisi dei processi di matematizzazione orizzontale e verticale presenti nelle strategie risolutive degli studenti. Le esperienze descritte rappresentano un esempio significativo dell’importanza di proporre agli studenti attività di modellizzazione emergente, supportando gli studenti in un processo di reinvenzione di concetti matematici a partire dalle loro informali strategie risolutive.
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Buzzi, Elisa. "Doping tradizionale e doping genetico: questioni etiche / Traditional doping and genetic doping: ethical issues". Medicina e Morale 67, n.º 1 (23 de marzo de 2018): 41–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.527.

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Il complesso fenomeno del doping presenta notevoli problemi di definizione. Queste difficoltà, che hanno influenzato l’evoluzione delle politiche anti-doping, sono ulteriormente acuite dall’assenza di una cornice etica chiaramente definita, in grado di giustificare inequivocabilmente le azioni di contrasto intraprese dalle agenzie sportive a partire dalla seconda metà del XX secolo. Ai problemi di interpretazione del doping nelle sue forme tradizionali si sono aggiunte, da qualche decennio, le questioni relative al doping genetico. Il contributo analizza le diverse tipologie di tecnologia genetica, potenzialmente utilizzabili per un miglioramento della prestazione atletica, nella prospettiva di una valutazione etica. Oltre ai problemi medici, legali e morali del doping tradizionale, il doping genetico pone dilemmi etici inediti che rischiano di rendere le risposte dell’etica sportiva e delle politiche anti-doping, se non inefficaci, per lo meno inadeguate e anacronistiche. Nonostante la difficoltà di prevedere l’impatto che le tecnologie genetiche potranno avere sul mondo dello sport, la prospettiva del doping genetico, non diversamente da altre forme di doping, ma più radicalmente, pone due tipi di questioni. In primo luogo, costringe a ripensare alla natura e alle finalità dello sport e delle competizioni atletiche come espressioni dell’eccellenza umana. In secondo luogo, solleva questioni fondamentali circa la definizione dell’identità e della dignità umane nella civiltà tecnologica. ---------- Interpreting doping is fraught with difficulties at the very level of a comprehensive and consistent definition of the phenomenon. Such difficulties have influenced the evolution of anti-doping policies, that are further hindered by the lack of a clearly articulated ethical framework. Moreover, in the last few decades, a host of moral dilemmas has been arising in connection with gene doping. This article analyses different kinds of genetic technology that could enhance athletic performances in the light of their moral implications. In addition to the medical, legal, and ethical problems inherent in traditional doping, gene doping raises a whole range of new ethical issues that might render the current formulations of sport ethics and anti-doping policies, if not ineffectual, at least inadequate and anachronistic. Notwithstanding the difficulties in foreseeing how developments in genetic technology might impact the world of sport in the future, the perspective of gene doping radicalises two kinds of issues, that are not stranger to other forms of doping. Firstly, it leads to reconsider the nature and goals of sport as an expression of human excellency, and secondly, it raises fundamental questions about the definition of human identity and dignity in a technological civilization.
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Filippo Dettori, G. y Barbara Letteri. "Percorso di alfabetizzazione emotiva in un intervento didattico inclusivo con l'utilizzo delle tecnologie". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 2 (diciembre de 2021): 138–52. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12945.

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Il contributo descrive un'attività didattica, realizzata in una classe seconda di una scuola secondaria di primo grado, nella quale era inserita un'alunna con disabilità e con problemi di disregolazione emotiva. La proposta illustra un percorso di alfabetizzazione emotiva realizzato dal team docente e dall'educatore, con l'utilizzo delle tecnologie innovative finalizzate a promuovere un miglioramento della consapevolezza e della manifestazione emotiva da parte di tutti gli studenti.
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Berg, Sven. "The House of Nobility Revisited: Benchmen Elections and Subgroup Voting Power*". Journal of Public Finance and Public Choice 9, n.º 2 (1 de octubre de 1991): 95–106. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345289.

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Abstract Viene esaminato, dal punto di vista probabilistico, il potere di voto, nell’ambito del sistema parlamentare svedese del secolo scorso.Nella prima metà del secolo decimonono, la Camera della Nobiltà, nella quale era applicato il metodo di votazione doppiamente indiretto, fornisce esempi interessanti di situazioni in cui un gruppo di persone determinato e coesivo esercita una sproporzionata influenza sul risultato delle elezioni in un’assemblea. I casi esaminati sono due: quello degli «Indipendenti», che nel 1823 formarono un gruppo del tipo «caucus»; e il caso in cui nel 1840 l’opposizione riportò una sorprendente vittoria sui governativi, malgrado questi ultimi godessero della maggioranza in Parlamento.Appare dal primo caso che, sebbene il potere d’influenzare i risultati si riduca con la suddivisione in piccoli gruppi, tuttavia le minoranze organizzate sono in grado di ricorrere a scambi di voti e altri tipi di comportamento strategico che possono ampiamente compensare tale effetto. Nel secondo caso, la vittoria dell’opposizione à probabilmente dovuta ad una distribuzione ad essa favorevole dei votanti all’interno dei sottogruppi.Rimangono alcuni quesiti che dovrebbero essere esaminati alia luce delle moderne teorie del voto, come quello degli effetti distorsivi del metodo di voto indiretto adottato dalla Camera e quello dei problemi strategici che deriverebbero qualora fosse consentita la vendita di voti prima delle elezioni.
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Beretta, Enrico, Vacche Alessandra Dalle y Andrea Migliardi. "Competitivitŕ ed efficienza della supply-chain: un'indagine sui nodi della logistica in italia". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (noviembre de 2012): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002001.

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La logistica č importante sia per la sua incidenza diretta sul Pil nazionale sia, in modo indiretto, nel consentire una maggiore o minore competitivitŕ del sistema-paese. La complessiva debolezza del sistema logistico italiano, documentata da varie fonti interne e internazionali, ha numerose cause: inadeguatezze nelle infrastrutture di trasporto a lungo raggio, ma anche dei raccordi di "ultimo miglio"; frammentazione e scarsa integrazione tra gli operatori; inefficienze localizzate nelle singole modalitŕ di trasporto; problemi nei raccordi tra i vettori di diverso tipo (ossia nell'intermodalitŕ); carenze programmatorie e normative. Il presente lavoro approfondisce queste tematiche mediante un'indagine condotta presso un campione di spedizionieri italiani. Per quanto attiene alle infrastrutture, gli operatori riterrebbero utile il completamento degli assi ferroviari in grado di connettere il paese alle principali direttrici di traffico europee, nonché di assicurare un efficace collegamento fra il Nord e il Sud del paese, ma anche un potenziamento dei raccordi locali con altri tipi di vettori, specie quello marittimo. Altri problemi risiedono negli allacci delle aree portuali alla viabilitŕ ordinaria e nell'insoddisfacente funzionamento dei nessi intermodali tra le diverse forme di trasporto. I centri logistici vengono ritenuti nel complesso sufficienti, anche se si riscontrano problemi circa l'eccessiva frammentazione e la distribuzione sul territorio. Tariffe del trasporto, durata e prevedibilitŕ dei tempi, efficienza e affidabilitŕ degli operatori sarebbero nel complesso sufficienti, a eccezione del comparto ferroviario. L'organizzazione della catena logistica risente di una scarsa programmazione delle attivitŕ, dell'insufficiente integrazione tra gli operatori e della loro eccessiva frammentazione. Le dotazioni informatiche degli operatori e il ricorso all'ICT vengono giudicate nel complesso sufficienti, ma č carente l'integrazione dei sistemi tra i diversi operatori, con conseguenze negative sul trattamento complessivo del ciclo della merce e sulla tracciabilitŕ delle spedizioni. Dall'indagine sono emerse anche diverse indicazioni di policy. In primo luogo, gli operatori chiedono di razionalizzare il quadro normativo, di rilanciare liberalizzazioni e concorrenza e di concentrare le risorse su un contenuto novero di obiettivi infrastrutturali realizzabili. In secondo luogo, gli operatori stessi potrebbero contribuire alla concentrazione e razionalizzazione dell'offerta. Infine, le Associazioni di categoria nazionali e locali dovrebbero stimolare l'integrazione dei diversi sistemi di ICT e promuovere il rispetto di standard minimi di servizio.
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Rowley, Charles K. "Duncan Black: Pioneer and Discoverer of Public Choice*". Journal of Public Finance and Public Choice 9, n.º 2 (1 de octubre de 1991): 83–87. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345261.

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Abstract Nel suo lungo itinerario scientifico, da lui iniziato nei primi anni 30, ancora studente all’Università di Glasgow, e diretto a costruire una «scienza pura della politica», Black fu sempre attratto dal problema di trovare un meccanismo di voto tale da dar luogo a scelte che riflettano l’autentica volontà della maggioranza. Il criterio di Condorcet, secondo cui dovrebbe essere accettata l’alternativa che la maggioranza preferisce a tutte le altre, era anche per Black quello più accettabile. Tuttavia, in assenza di una maggioranza vincente, sarebbe stato necessario il ricorso al metodo di Borda, al fine di tener conto dell’intensità delle preferenze, cosa che, peraltro, non è sempre realmente possibile, per il ben noto problema della rivelazione della stessa.I principali contributi di Black sono costituiti dall’idea delle funzioni di preferenza e dal teorema secondo cui, nel caso di funzioni con un solo massimo, vi è un’alternativa stabile, in grado di ottenere la maggioranza in concorrenza con le altre alternative.
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Pierotti, Federico. "Film didattico e pedagogia del cinema in Italia nel secondo dopoguerra". Quaderni d'italianistica 34, n.º 2 (25 de marzo de 2014): 65–84. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i2.21035.

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Il saggio presenta i principali temi che caratterizzano il dibattito sulla pedagogia del cinema in Italia tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta. La prima parte ripercorre le diverse posizioni in relazione alla dimensione emotiva delle immagini cinematografiche, considerata da taluni come un ostacolo all’attività didattica, da altri come una base da sfruttare per una nuova forma di azione educativa. La seconda parte è dedicata al problema della comprensione delle strutture narrative e linguistiche del film in relazione al grado di sviluppo intellettivo dei giovani spettatori. Il dibattito nazionale evidenzia un terreno fortemente ricettivo nei confronti delle teorie metodologiche che negli stessi anni vanno maturando nell’ambito della filmologia. In questo senso, esso offre un’occasione di aggiornamento e di modernizzazione delle pratiche discorsive sul mezzo cinematografico.
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Corritore, Renzo P. "Un problema negletto. Per un riesame della questione annonaria nelle cittŕ di antico regime". STORIA URBANA, n.º 134 (junio de 2012): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134001.

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Approvvigionamento - Mediterraneo - Mercato - Storia urbana - Adam Smith, Ferdinando Galiani«Le leggi riguardanti il grano possono ovunque essere paragonate alle leggi riguardanti la religione. Il popolo si sente tanto interessato a ciň che attiene alla sua sussistenza in questa vita, o alla sua felicitŕ di una vita futura, che il governo deve assecondare i suoi pregiudizi e, per conservare la tranquillitŕ pubblica, deve instaurare un sistema che la popolazione stessa approvi. Č forse per questo motivo che raramente si trova instaurato un sistema ragionevole riguardo a questi due problemi essenziali» (Digressione concernente il commercio dei grani e le leggi sui grani, in La Ricchezza delle Nazioni). I saggi raccolti in questo numero monografico di «Storia Urbana» vogliono verificare la fondatezza di questo passo, assai noto, di Adam Smith sull'irrazionalitŕ dei sistemi annonari durante l'ancien régime, concentrandosi sul rapporto fra approvvigionamento cittadino (annona) e strutture urbane in importanti centri del Mediterraneo. La resilienza di tali istituzioni, ma anche la loro capacitŕ di adattarsi a contesti radicalmente diversi, mutando la loro natura secondo il contesto e la congiuntura, fanno ritenere quanto meno semplicistica tale affermazione. Č auspicabile quindi una riapertura del dossier sussistenza e approvvigionamento nelle cittŕ e negli stati dell'etŕ pre-industriale secondo schemi piů aggiornati e in un orizzonte spazio-temporale meno angusto.
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Scienza, R. y G. Pavesi. "MAV cerebrali". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 1 (febrero de 2002): 119–28. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500111.

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Vi sono 2 motivi per cui la MAV cerebrali si pongono come un problema neurochirurgico particolarmente difficile da affrontare. In primo luogo l'indicazione al trattamento (e con quali metodiche); e in secondo luogo l'obiettiva difficoltà tecnica che queste lesioni presentano alla chirurgia. Quali sono le MAV che si giovano di un trattamento chirurgico? Questa decisione si basa sulla storia naturale, la cui previsione è tuttora deducibile più dalle modalità d'esordio clinico che dagli aspetti morfologici. Sulla base dei dati della letteratura sono state redatte delle tabelle di calcolo per il rischio individuale di emorragia nell'arco di una vita che sono uno strumento imprescindibile per affrontare questi delicati problemi terapeutici in maniera razionale. Per quanto concerne il rischio chirurgico sono stati identificati precisi fattori di rischio morfo-funzionali che permettono una quantificazione preoperatoria del rischio di mortalità e morbilità cui può andare incontro il paziente, una volta operato. Inoltre, la terapia delle MAV è oggi un intervento multidisciplinare, in quanto nel percorso decisionale si inseriscono anche le opzioni di tecniche alternative quali il trattamento endovascolare e la radiochirurgia. Attualmente il nostro orientamento è quello di riservare alle tecniche di embolizzazione un ruolo di ‘preparazione’ al trattamento definitivo, sia esso chirurgico o radioterapico. Le nostre osservazioni sulla terapia chirurgica delle MAV cerebrali si basano su 175 casi personalmente operati. La chirurgia delle MAV cerebrali richiede una alta specializzazione nella microchirurgia vascolare affiancata da una adeguata struttura organizzativa. L'esperienza personale può orientare nella indicazione al miglior trattamento possibile, senza tuttavia pretendere di rappresentare un algoritmo decisionale assolutamente attendibile e standardizzabile. Infatti, mancano studi randomizzati di terapia radiochirurgica, endovascolare o microchirurgica, in grado di definire i criteri di trattamento. Questi studi, che richiedono una collaborazione multicentrica, sono necessari per stabilire la prognosi dei pazienti portatori di MAV cerebrali.
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Peroni, Antonia. "Considerazioni sulla fondazione teoretica per l’etica infermieristica". Medicina e Morale 52, n.º 6 (31 de diciembre de 2003): 1213–31. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.660.

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L’etica in ambito infermieristico riveste da sempre grande importanza per la peculiare natura disciplinare dell’infermieristica. Proprio per questo l’etica viene variamente interpretata e trattata all’interno del sapere infermeiristico in relazione ai diversi approcci disciplinari ed interpretazioni da parte dei docenti. In questo lavoro non si intende disquisire sulle diverse correnti etiche oggi variamente presenti nella comunità scientifica, bensì fare una panoramica sulle diverse concezioni con le quali si interpreta l’etica in campo infermieristico. Fondamentalmente esse si possono ricondurre a tre filoni principali: l’etica come filosofia, l’etica come norma e l’etica come assistenza, quest’ultima a sua volta articolata in due oreintamenti, l’etica in relazione a “teorie e modelli infermiersitici” e l’etica del “prendersi cura”. In realtà si evince che tutti gli orientamenti proposti hanno in sé dei limiti poiché sviluppare l’etica infermieristica secondo un orientamento significa tendere a sviluppare un atteggiamento categoriale, interpretato, con il rischio di non andare alla radice della questione etica nell’intento di riconoscere la peculiarità di ogni essere umano. Si conclude affermando la ricchezza e l’importanza delle diverse concezioni etiche per la professione infermieristica ma non senza aver sviluppato gli elementi che costituiscono la base della fenomenologia etica e cioè la Legge Morale Naturale, la Coscienza e la Moralità. Perché un infermiere possa esercitare con competenza la sua professione deve sviluppare gli elementi della moralità, in particolare la coscienza etica. Soltanto a queste condizioni egli potrà essere in grado di vivere pienamente la dimensione etica del suo servizio riconoscendo i problemi e dilemmi etici nella quotidianità del suo lavoro nel tentativo di rispondere secondo gli orientamenti che riterrà più conformi alla sua natura etica ma sempre nel rispetto della intrinseca “valorialità” della persona umana.
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Lora, Antonio, Angelo Cocchi, Graziella Civenti y Roberto Blaco. "Cluster analysis of the community psychiatric services in Lombardy". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, n.º 2 (agosto de 1996): 126–35. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004073.

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RIASSUNTOScopo - Lo scopo di questo lavoro è la classificazione delle USSL lombarde in gruppi, ognuno dei quali omogeneo, per quanto possibile, rispetto alle modalitá di funzionamento dei servizi psichiatrici territoriali; il fine è valutare il mix di servizi psichiatrici offerti dalla Regione attraverso le USSL. Disegno - Sono stati analizzati i dati raccolti nel 1992 e 1993 dal Sistema Informativo Psichiatrico Regionale lombardo relativi alle strutture, il personale e le attività delle Unitá Operative di Psichiatria ed ai ricoveri nelle strutture private nelle 83 USSL lombarde. Tramite l'analisi delle componenti principali sono state selezionate sette variabili sulle quali basare la classificazione; per formare i gruppi e stata utilizzata la Cluster Analysis secondo il metodo di Ward. Risultati - Sono stati selezionati 5 cluster. Nel primo i servizi sono focalizzati sull'attivitá di ricovero (a cui ricorrono anche in ambito privato), mentre le équipe territoriali sembrano riflettere un certo «grigiore» nella loro composizione e nella varietà di interventi offerti. Il secondo è caratterizzato da un tasso estremamente ridotto di interventi nelle strutture territoriali (svolti prevalentemente in sede) e da una loro scarsa diversificazione; è ridotta anche l'attività di ricovero. Nel terzo le USSL sono in grado di offrire una «ricca» attività territoriale (in termini sia di quantità che di varietà), ma tendono delegare al ricovero in strutture private la risoluzione di una parte rilevante dei loro problemi, forse anche a causa della limitata dotazione di strutture riabilitative. Il quarto cluster è composto da servizi,con una ricca dotazione di strutture e soprattutto di personale,che utilizzano al massimo le risorse disponibili per l'attivita di ricovero (sia in SPDC che in CRT-CP), mentre a livello territoriale offrono un servizio adeguato sia in termini di quantita che di varieta degli interventi offerti. Nelle USSL che compongono il quinto cluster gli elementi caratterizzanti sono la ricca dotazione di strutture riabilitative e la accentuata differenziazione delle équipe territoriali, la cui attività quantitativamente molto rilevante (anche se poco diversificata) viene svolta soprattutto all'esterno della struttura. Conclusioni - L'analisi proposta ha consentito di osservare rilevanti disomogeneità nell'offerta dei servizi psichiatrici lombardi e di individuare 5 differenti modelli sintetizzabili nelle tipologie sopradescritte. Il metodo utilizzato permette di monitorare, nel tempo e nello spazio, lo sviluppo dei diversi modelli, utilizzando dati forniti routinariamente dai servizi, senza la necessità di indagini ad hoc.
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Deiana, Igor, Stefania Malavolta y Carla Marulo. "LA A23 SI RACCONTA: UNA VOCE PER CHI INSEGNA NELLA CLASSE DI CONCORSO DI LINGUA ITALIANA PER DISCENTI DI LINGUA STRANIERA". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 1–12. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17126.

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Malgrado la creazione della classe di concorso A23 abbia rappresentato un riconoscimento istituzionale per l’italiano L2 nella scuola, sembra che rispetto a quanto atteso ben poco sia cambiato. Infatti, pur essendo gli unici insegnanti della scuola italiana che sulla base di titoli ed esperienza possono essere considerati competenti in italiano L2, le e i docenti A23 costituiscono una piccola minoranza del corpo docente in servizio e sono stati assegnati esclusivamente ai CPIA. Visto che i CPIA sono l’unica scuola in cui al momento le e i docenti A23 lavorano, l’evento A023: un confronto di esperienze organizzato in occasione di FIERIDA 2021 è stata un’importante occasione che ha permesso di sondare l’attuale situazione di questa classe di concorso. L’iniziativa, inoltre, oltre a evidenziare problemi e criticità, ha permesso la condivisione di buone pratiche e la proposta di azioni costruttive. Dopo una breve presentazione di FIERIDA e di A023: un confronto di esperienze, il contributo si propone di fare un punto sul ruolo che le e i docenti A23 hanno nei CPIA attraverso le dichiarazioni rilasciate nel corso dell’iniziativa. Sempre grazie alle osservazioni fatte dalla platea partecipante, sono presentate una serie di proposte attuabili e concrete per un migliore impiego della professionalità di questi docenti nei CPIA e nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. A23 tells her story: a voice for those who teach Italian language for foreign language learners Although the recruitment of A23 teachers (Lingua italiana per discenti di lingua straniera) can be considered a key moment for the institutional recognition for Italian L2 in school, it seems that very few things have changed compared to what was expected. In fact, even if since the school year 2017/2018 teachers that had successfully completed a structured course on teaching Italian as a second language have been included in the Italian public-school staff, nowadays it is evident that A23 teachers constitute a small minority of the teaching staff in service and have been assigned exclusively to the CPIA. Since the CPIAs are the only school where the A23 teachers currently work, the webinar “A023: un confronto di esperienze” organized during FIERIDA 2021 was an important opportunity that allowed to probe the current situation of these teachers. The webinar not only highlighted problems and criticalities, but also allowed the sharing of good practices and the proposal of constructive actions. After having briefly described FIERIDA and the aims and structure of the webinar, this paper focuses on the role that A23 teachers have in the CPIA. Furthermore, thanks to the observations made by the participating audience, in the second part of the paper we present a series of feasible and concrete proposals aimed to improve the quality of Italian L2 teaching in CPIA.
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Cellerini, M., E. Chiti, G. Caracchini, G. Pellicanò, F. Dal Pozzo y G. Dal Pozzo. "RM ed Angio-RM nello studio della patologia steno-occlusiva (aterosclerotica) delle arterie carotidi nel tratto cervicale". Rivista di Neuroradiologia 9, n.º 2_suppl (noviembre de 1996): 45–54. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s206.

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Nella seguente trattazione viene effettuata una revisione del ruolo della risonanza magnetica e dell'angiografia con RM (angio-RM) nella diagnostica della patologia steno-occlusiva delle arterie carotidi nel tratto cervicale con particolare attenzione alle problematiche tecniche e cliniche. Nello studio dei vasi carotidei nel collo le tecniche angio-RM 2D e 3D Time-of-Flight (TOF) sono più diffusamente impiegate rispetto alle tecniche a contrasto di fase (2D e 3D PC angio-RM). Questo è in parte dovuto al fatto che la tecnica TOF, essendo stata commercializzata prima di quella a contrasto di fase, ha avuto una più ampia sperimentazione clinica. Inoltre, grazie alla recente introduzione di particolari accorgimenti tecnici (e.g. “Tilted Optimized Nonsaturating Excitation” o -TONE- e “Multiple Overlapping Thin Slab Acquisition” o -MOTSA-) l'angio-RM 2D e 3D TOF consentono in genere un'ottimale e selettiva visualizzazione dei vasi a livello cervicale. La recente pubblicazione dei risultati di ampi studi clinici (eg NASCET) ha sottolineato l'importanza della terapia chirurgica in pazienti sintomatici con stenosi serrata (79%–99%) dell'arteria carotide interna (ACI) evidenziando inoltre la necessità di un efficace «screening» preoperatorio. Da questi studi si evince che elementi importanti nella decisione operatoria sono principalmente rappresentati dal grado di stenosi, dalla presenza di ulcerazioni a livello della placca aterosclerotica e di lesioni «tandem» sullo stesso asse vascolare. Per quanto riguarda la valutazione del grado di stenosi dell'ACI, in corrispondenza della biforcazione, l'angio-RM si è dimostrata affidabile nell'identificare arterie di calibro normale o con stenosi lievi, senza falsi negativi. Tuttavia è stato segnalato che l'angio-RM, soprattutto con tecnica 2D TOF, tende a sovrastimare il grado di stenosi vasale. Studi recenti sembrano indicare una migliore affidabilità dell'angio-RM rispetto alla metodica eco-color-doppler nella differenziazione tra occlusione e subocclusione specialmente se si utilizzano entrambe le tecniche 2D e 3D TOF. Un limite importante dell'angio-RM è a tutt'oggi rappresentato dalla difficoltà di «caratterizzare» la placca aterosclerotica ed in particolare di identificare le ulcerazioni. È tuttavia auspicabile che lo sviluppo tecnologico (e.g. bobine di superficie «phased-array» dedicate) sia in grado di risolvere in un prossimo futuro i problemi di risoluzione spaziale, rapporto segnale/rumore ed artefatti da turbolenze di flusso che ostacolano attualmente con RM ed angio-RM il riconoscimento delle ulcerazioni della placca. L'angio-RM è un esame panoramico in grado di visualizzare nella stessa seduta non solo la biforcazione carotidea ma anche i vasi del poligono di Willis consentendo il rilievo delle lesioni «tandem» che costituiscono secondo alcuni Autori una controindicazione importante alla terapia chirurgica. Un po' più problematica risulta la valutazione dell'origine dei vasi epiaortici anche se sono già in commercio delle bobine in quadratura (e.g. «head and neck coils») che permettono l'esame dell'origine dei vasi epiaortici, della biforcazione carotidea e dei sifoni carotidei in un'unica acquisizione. Pertanto l'elevato valore predittivo negativo e l'elevata sensibilità nel rilievo delle stenosi, unitamente alla non invasività ed alla capacità di un'accurato studio delle strutture encefaliche, fanno della RM e dell'angio-RM una metodica particolarmente idonea nella valutazione preoperatoria dei pazienti sintomatici con stenosi carotidea. L'utilizzo della RM ed angio-RM come metodica di «screening» offre, a fronte di costi più elevati rispetto all'eco-color-doppler, il vantaggio di una minore dipendenza dall'operatore e di una maggiore panoramicità consentendo inoltre un impiego più mirato dell'angiografia con cateterismo arterioso (pazienti selezionati).
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Carrieri, Mimmo y Elena Persano. "Qualitŕ del lavoro e soddisfazione lavorativa nel lavoro che cambia". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 127 (septiembre de 2012): 116–36. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127008.

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Alla luce di una rinnovata stagione di ricerche che dimostrano come il lavoro nel post-fordismo non sia cosě irrilevante o risolto come era stato immaginato, ma torni ad essere un fattore di formazione delle identitŕ e una questione cruciale nella regolazione dei capitalismi contemporanei, il saggio, a partire da una riflessione su come lo studio della qualitŕ del lavoro possa essere uno strumento esplorativo in grado di fornire una visione multisfaccettata delle condizioni di lavoro e coadiuvare le analisi sulla soddisfazione lavorativa, analizza i risultati piů significativi e i dati piů interessanti della seconda indagine sul "lavoro che cambia", promossa dal Partito Democratico. Una fotografia aggiornata dei problemi e dei cambiamenti sociali del mondo dei "lavori" nel nostro Paese, nonché degli atteggiamenti e delle percezioni dei lavoratori in un quadro dinamico ma incompiuto con aree grigie che aprono spazi all'azione di rappresentanza e a meccanismi mirati di regolazione.
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Ferrari, Pier Luigi. "L’interpretazione dei testi matematici tra processi cooperativi e modelli logici: il caso dei connettivi". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 9 (27 de mayo de 2021): 32–43. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.2.

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Il tema delle competenze logiche richieste per capire la matematica è stato quasi sempre oggetto di controversie sul piano educativo, tra i sostenitori dell’insegnamento della logica come disciplina e quelli che la guardano come una competenza trasversale. Il problema viene spesso sollevato nel corso della scuola secondaria di secondo grado e all’inizio dei corsi universitari. In questo contributo si discutono i processi di interpretazione dei testi matematici in linguaggio verbale, e il potenziale conflitto tra i meccanismi interpretativi propri delle notazioni simboliche della matematica e quelli usuali delle lingue. Viene affrontato in particolare il tema dell’interpretazione dei condizionali, anche attraverso l’esame di due teorie opposte. Vengono poi illustrati alcuni esempi a proposito di altri connettivi proposizionali. La conclusione è che la diversità dei processi interpretativi tra lingua e linguaggi della logica sconsiglia di proporre attività che richiedono l’interpretazione logica di testi verbali al di fuori dei contesti in cui questa sia giustificata.
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Sokołowski, Jarosław. "Struktura organizacyjna Sądu Biskupiego Diecezji Ełckiej w latach 1992-2004". Prawo Kanoniczne 48, n.º 1-2 (5 de junio de 2005): 135–55. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.1-2.09.

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L’autore in questo lavoro presenta: 1. L’introduzione 2. La base storico-giuridica dell’organizzazione della nuova struttura l’organizzativa della diocesi di Elk come pure l’iniziativa di erezione Trybunale Vescovile del primo grado in diocesi 3. Trybunale Vescovile e Curia Diocesana in diocesi di Elk 4. L’organizzazione del Trybunale Vescovile in diocesi di Elk 4.1 Il compito del vescovo diocesano per quanto riguarda l’organizzazione del trybunale in diocesi 4.2. Il primo vescovo della diocesi di Ełk Wojciech Ziemba 4.3. Il secondo vescovo della diocesi di Elk Edward Samsel 4.4. II terzo vescovo della diocesi di Ełk Jerzy Mazur SVD 4.5. II bilancio cronologico per nome ed cognome di tutti che lavorano in trybunale vescovile della diocesi di Ełk negli anni 1992-2004 4.5.1. L’ufficio del vicario giudiziale 4.5.2. L’ufficio del vicevicario giudiziale 4.5.3. L’ufficio del giudice diocesano 4.5.4. L’ufficio del difensore del vincolo matrimoniale 4.5.5. L’ufficio del notaio 5. Le competenze del trybunale vescovile della diocesi di Ełk 6. L’organizzazione del lavoro del tribunale vescovile 7. Il posto ed il tempo del lavoro del tribunale vescovile 8. Il modo del lavoro del tribunale vescovile per quanto riguarda cause matrimoniali 8.1. La preparazione e dichiarazione delle sentenze in tribunale 9. Il sommario. L’esempio del trybunale vescovile della diocesi di Ełk insieme con la sua sede a Ełk è dal’inizio più forte i più bello perche nonostante di tutto acesso il servizio giudiziale. Dal’inizio della sua esistenza il trybunale aveva abbastanza grandi difficoltà delle persone che sono preparate per lavoro in questo trybunale come pure diversi problemi l’organizzativi. Questo tema è un seuguente esempio come argomento che questa problematica è molto attuale ed importante in tutta attività pastorale della Chiesa. Questo livello dell’attività giudiziaria è molto importante quando lo guardiamo della perspettiva degli anni già passati (12 anni) dal momento della erezione della diocesi di Ełk dalla volontà del Sommo Pontefice di Giovanni Paolo II nel giorno 25 marzo 1992.
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Levaggi, Rosella. "The History of Intergovernmental Grants in Britain: a New Perspective in an Asymmetry of Information Framework*". Journal of Public Finance and Public Choice 12, n.º 2 (1 de octubre de 1994): 171–89. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539950.

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Abstract L’asimmetria informativa è l’elemento caratteristico della relazione tra governo centrale e governi locali. Da un lato, l’esistenza dei governi locali si giustifica per il loro maggior grado di conoscenza circa le preferenze ed i bisogni locali. Dall’altro lato, quando si deve organizzare l’allocazione delle risorse sul piano nazionale attraverso un sistema di trasferimenti, queste informazioni dovrebbero essere conosciute a livello di governo centrale.In questo scritto si presenta la storia recente dei trasferimenti alle autorità locali in Gran Bretagna per mostrare un esempio pratico del modo in cui il governo centrale ha tentato di risolvere il problema.Dapprima il governo centrale ha ritenuto di conoscere tutti i parametri necessari per stabilire un sistema ottimale di trasferimenti. In una seconda fase, esso ha compreso la natura dei problemi derivanti dal fatto che le autorità locali disponevano di informazioni migliori. Il controllo della spesa è divenuto il principale obiettivo del governo e le riforme introdotte nel sistema dei trasferimenti riflettono quest’obiettivo.
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Żurowski, Marian Al. "Niezdolność do podjęcia obowiązków małżeńskich z przyczyn psychicznych". Prawo Kanoniczne 29, n.º 3-4 (10 de diciembre de 1986): 153–62. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1986.29.3-4.10.

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L’uomo, per motivi psichici, puó essere incapace ad assumersi i doveri coniugali sia a causa della sua incapacità ad esprimere il consenso al matrimonio, sia per mancanza di capacità a compiere tali doveri. Il primo stato può essere causato dall’effettiva mancanza dell’uso della ragione, dovuta a motivi psichici, oppure, sempre per gli stessi motivi, dalla mancanza di giudizio valutativo. Di questi due casi parlano il punto primo e secondo del can. 1095. Il punto terzo invece parla dell’incapacità ad assumersi i doveri coniugali. Si può pertanto presumere che si tratti di altri stati. In particolare si tratterà qui dell’incapacità a prendere decisioni, dovuta a motivi psichici, oppure della mancanza della capacità a compiere i doveri coniugali. La mancanza della capacità a prendere decisioni, cioè la mancanza di volontà interiore — come riportano le sentenze del Tribunale della Sacra Rota Romana — dovuta ad idee ossessive, a blocchi emotivi, ad una troppo forte e insuperabile suggestività dell’istinto, ecc., dovrebbe esistere al momento stesso della contrazione del matrimonio. Questi problemi debbono essere analizzati non soltanto individualmente, ma anche proporzionalmente all’atto contratto. Si richiede infatti, e tale esigenza non desta dubbi nella giurisprudenza, che l’uomo debba essere ,,verus dominus” del suo comportamento, ossia domini interiormente le sue decisioni. L’incapacità ad assumersi i doveri coniugali, che dériva dalla mamcanza obiettiva dell’oggetto del cansenso matrimoniale a causa di motivi psichici, dovrebbe invece essere qualcosa di stabile e irreversibile. Si tratta, in questo caso, dell’incapacità di compiere i doveri matrimoniali. In quest’ultimo caso si può parlare di una certa analogia con l’incapacità fisica. Deve pertanto essere uno stato duraturo e inamovibile con i normali mezzi accessibili all’uomo comune. Si parla pertanto in tale caso dell’incapacità — anche se solo relativa — a compiere i doveri coniugali, cioè nei confronti di una concreta persona. Concordemente alla sentenza del Tribunalis Signaturae Apostolicae una simile incapacità riguarda il contenuto dell’obbligazione che la persona interessata non è in grado di compiere. E pertanto non si tratta in tali casi dell’esclusione dello stesso matrimonio, di una caratteristica o di un elemento essenziali, ma della incapacità a compiere i doveri matrimoniali, incapacità che è qualcosa di stabile e irreversibile.
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Epifani, Andrea. "Il metodo tassometrico: uno strumento statistico per lo studio della struttura latente di un costrutto". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (mayo de 2012): 7–21. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001001.

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Il problema della struttura latente dei costrutti è centrale in psicologia clinica e in psichiatria. Spesso queste discipline si avvalgono di etichette diagnostiche create arbitrariamente, le quali vengono considerate a priori come indicative di reali differenze qualitative tra i soggetti. Il DSM-IV-TR rappresenta un esempio di questa tendenza. Tuttavia la struttura latente di un costrutto dovrebbe essere esaminata empiricamente, tramite strumenti statistici che siano in grado di valutare se un campione di soggetti, esaminati in base a un determinato costrutto, mostra differenze quantitative (continue) oppure qualitative (categoriali) tra i soggetti. Nel primo caso il campione avrà un'unica classe latente dimensionale; nel secondo avrà almeno due classi latenti, una definita taxonica, l'altra complemento. Una delle metodologie più affidabili per testare la struttura latente è il metodo tassometrico, il quale comprende una serie di tecniche che si basano sull'analisi della relazione tra gli indicatori di un costrutto, esaminandone il comportamento matematico. L'ispezione delle curve generate dalle tecniche tassometriche permette di trarre conclusioni circa la struttura latente, che può essere categoriale oppure dimensionale. Il metodo tassometrico ha ricevuto diverse validazioni ed è stato ampiamente utilizzato negli ultimi anni, proponendosi come una metodologia potente e affidabile nello studio della struttura latente.
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Leonardi, M. y T. Penco. "Indicazioni attuali dell'angiografia diagnostica. Considerazioni tecnico-metodologiche: Angiografia tradizionale e digitale". Rivista di Neuroradiologia 1, n.º 3 (diciembre de 1988): 251–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100307.

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L'angiografia digitale sottratta (ADS) si è confrontata fin dal suo primo apparire con i due problemi tecnici caratteristici della radiologia: risoluzione di contrasto e risoluzione spaziale, suscitando entusiasmi per la prima e perplessità per la seconda. II problema è stato più volte affrontato in questi anni, certo esaurientemente, ma per il continuo aggiornamento delle apparecchiature è necessario rivedere periodicamente le attuali possibilità e limiti, indispensabili per la corretta formulazione di protocolli di studio e di indicazione. Il confronto può essere fatto utilmente solo tra angiografia tradizionale (AT) e ADS arteriosa, in quanto presentano livelli di risoluzione spaziale vicini tra loro. La ADS venosa, che pure presenta vantaggi notevoli di ordine pratico e metodologico ha limiti di risoluzione spaziale notevoli rispetto alla AT; essa presenta un campo di impiego diverso, in quanto sfrutta al massimo le possibilità di risoluzione di contrasto del sistema ed un confronto con la AT è difficilmente proponibile in tema di pura qualità di immagine. La perdita di risoluzione spaziale (qualificabile intorno al 50% per condizioni operative standard) viene largamente compensata dalla possibilità di visualizzare strutture che presentano basse differenze di assorbimento Rx rispetto all'ambiente circostante. Va inoltre notato che per le condizioni operative ottimizzate la perdita di risoluzione spaziale della ADS è sicuramente piú evidente, ma bisogna tener conto dell'attuale utilizzo dell'indagine angiografica perché se la visualizzazione di vasi da 200/300 micron poteva essere importante nella diagnostica angiografica di neoplasia in epoca pre-TAC, attualmente ha perso gran parte della sua importanza. Una angiografia digitale è in grado di risolvere tutti i quesiti angiografici posti dopo la dimostrazione di massa fatta con TC o RMN.
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Bottone, Alessio. "UN’INDAGINE SULLA COMPRENSIONE DEL TESTO LETTERARIO: APPLICAZIONI, RISULTATI E PROSPETTIVE DI RICERCA". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (26 de julio de 2022): 492–506. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18299.

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Il contributo presenta le attività svolte sul testo letterario nell’ambito del progetto LeCo (2019-2021), dedicato al problema della comprensione della lettura negli studenti della scuola secondaria di secondo grado. Si illustrano le premesse teoriche, le applicazioni e alcuni risultati, in un quadro di ricerca che metta a frutto i rapporti tra educazione letteraria ed educazione linguistica. Per indagare sulle competenze degli studenti e provare a migliorarle, infatti, è necessario ripartire dal “valore d’uso” della letteratura, dalle sue specificità, ma anche dalla centralità della lingua. A survey of literary text comprehension: applications, findings, and research perspectives The paper outlines the activities carried out about the literary text within the LeCo project (2019-2021), dedicated to the problem of reading comprehension for secondary school students. The theoretical premises, applications, programs and some preliminary results are illustrated, within a research framework that enhances the relationships between literary education and language education. In order to study the students’ skills and try to improve them, in fact, it is necessary to start from the “use value” of literature and its specificities, but also from the central role of language.
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Lannutti, Vittorio. "BeFriend: un'occasione per scoprire il valore della relazione e del contatto con l'altro". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (junio de 2020): 91–100. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001009.

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L'esperienza pratica proposta riporta i principali risultati del progetto BeFriend, svolto in due scuole medie di secondo grado della provincia di Ascoli Piceno negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019. BeFriend ha affrontato il problema della povertà educativa da un punto di vista relazionale e socio-affettivo utilizzando lo strumento del peer mentoring, inteso come modello psicopedagogico e best practice che pone al centro la relazione di sostegno che si instaura tra un giovane, che vive situazioni problematiche durante il suo percorso di cre-scita, il mentee, e un giovane, il mentor, che ha lo scopo di aiutare il mentee a individuare le proprie potenzialità valorizzandole in modo sano e funzionale. Il progetto è stato diviso in due step. Nel primo 120 studenti frequentanti il triennio delle due scuole sono stati formati al mentoring, attraverso gli strumenti del Gestalt counseling e della sociologia delle migrazioni. Nel secondo step i 120 studenti formati, divenuti mentor hanno lavorato con 120 studenti del biennio, i mentee (scelti in base a difficoltà emotive e a rischio di drop-out), sotto la supervisione e con la sollecitazione di educatori e formatori all'interno di attività laboratoriali volte sia ad affrontare e a discutere in gruppo e a coppie le fragilità e le difficoltà relazionali vissute dai mentee, sia per acquisire gli strumenti per un uso consapevole, critico e creativo dei media, sia per affrontare le questioni inerenti i pregiudizi, e le principali motivazioni delle migrazioni. L'obiettivo del progetto è stato raggiunto, come dimostrato sia dagli spot sulla lotta e la pre-venzione al bullismo/cyberbullismo e al razzismo, realizzati durante uno dei laboratori sia dalle risposte fornite nei questionari sottoposti agli studenti alla conclusione del progetto, i cui aspetti più rilevanti sono stati: il superamento della fase infantile dell'egocentrismo, un aumento della fiducia negli altri e dell'autostima, una maggiore tendenza all'ascolto e all'empatia e la disponibilità a mettersi in gioco e a rischiare nella relazione con l'altro sco-nosciuto.
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Grocholewski, Zenon. "La bioetica e l’educazione al Vangelo della Vita". Medicina e Morale 53, n.º 2 (30 de abril de 2004): 225–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.641.

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L’articolo è incentrato sul tema dell’educazione in bioetica. Esso si divide in tre parti, ciascuna delle quali è affrontata partendo dalla considerazione che oggi riveste un’importanza notevole sviluppare un’autentica educazione al rispetto ed alla promozione della vita, nei luoghi in cui tale processo educativo avviene: nella famiglia, nella scuola e nelle altre istituzioni educative di diverso grado. Nella prima parte del contributo, l’Autore si sofferma sull’orizzonte culturale ed educativo del nostro tempo per quanto riguarda la bioetica, disciplina che ormai ha lasciato la torre eburnea in cui era inizialmente confinata per aprirsi al più vasto pubblico, agenzie educative comprese. Nella seconda parte dell’articolo viene affrontato il tema del fondamento antropologico dell’educazione, che per la Chiesa è costituito dalla persona e dal suo valore unico. Dopo uno sguardo alla necessità che l’educazione dell’uomo sia integrale, ossia che tenga presente tutto l’uomo, nella sua globalità, l’Autore conclude con alcune osservazioni per contestualizzare la bioetica nel processo educativo. Giovanni Paolo II più volte ha invitato coloro che svolgono nella società un ruolo educativo a “combattere” per una cultura della vita. La scuola, in tal senso, dovrebbe diventare campo di battaglia privilegiato, tenendo presenti alcuni presupposti fondamentali come l’individuazione delle implicazioni etico-morali che scaturiscono dai progressi delle scienze riguardo alla vita dell’uomo e delle altre specie, come pure dall’uso delle biotecnologie; l’impostazione delle modalità didattiche di approccio al problema, tenendo conto della interdisciplinarità dei problemi di bioetica; la formazione iniziale e permanente dei docenti.
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Migone, Paolo. "Problemi di psicoterapia". RUOLO TERAPEUTICO (IL), n.º 122 (febrero de 2013): 69–78. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-122006.

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Resumen
Vengono presentati i principali problemi del processo di costruzione del DSM-5, cioč della quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual (DSM) dellA' merican Psychiatric Association, previsto per il maggio 2013. In particolare, vengono illustrati principali cambiamenti introdotti dal manuale e le nuove diagnosi proposte, alcune delle quali poi ritirate per le polemiche suscitate (ad esempio quella di "Sindrome da rischio psicotico"). Robert J. Spitzer e Allen Frances, che sono i capi delle task force dei due pre- cedenti DSM (rispettivamente il DSM-III e DSM-IV), hanno guidato una campagna internazionale di proteste contro il DSM-5 che ha raccolto circa 15.000 firme e che č riuscita a ottenere certe modifiche, ma non a impedire la pubblicazione prematura di un DSM-5 con numerosi difetti. Infine vengono elencate le undici diagnosi del DSM-5 che secondo Frances creeranno maggiori danni alla popolazione.
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Di Petta, Gilberto, Danilo Tittarelli y Raffaele Vanacore. "Il medico psichiatra: chi era costui? Riflessioni sulla crepa dello specchio". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (abril de 2022): 113–33. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001007.

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Le forme del conoscere, dell'essere e dell'agire psichiatrico sono state tutt'altro che stabilite una volta per tutte. Gli attuali strumenti accademici di formazione si sono appiattiti da tempo su di una linea semplicistica e riduzionistica. Nel Secondo Novecento una serie di condizioni aveva conferito alla figura dello psichiatra una centralità mai avuta prima nella storia: la chiusura/ridimensionamento dei manicomi, l'introduzione e la diffusione degli psicofarmaci, l'avvento del concetto di "salute mentale" territoriale. Il suddetto riduzionismo, però, ha scelleratamente decomplessizzato la figura dello psichiatra, il cui problema identitario è, così, divenuto ancor più pressante, fino ad implodere, come l'immagine alla rottura di uno specchio. La psichiatria, infatti, a differenza di altre branche mediche, mette in gioco un fattore antropologico, quello della "follia" e delle sue modalità di manifestazione e di costituzione. Se questo fattore, storicamente, era considerato decisivo nello strutturarsi e nel rivelarsi della cosiddetta "malattia mentale", in epoca più recente la bonifica della psichiatria dalle paludi della follia ha prodotto, a nostro avviso, e in maniera speculare, una rottura nella costituzione identitaria dello psichiatra. Chi è lo psichiatra se non è più in grado di tenere acceso il dialogo tra la società e la follia? La questione della follia mette in moto, come legna che alimenta il fuoco dell'umano, la ricerca del senso e della cura. Lo sradicamento della follia dal territorio dell'umano ha prodotto una classe di psichiatri in cerca d'autore, partecipi di una quotidiana messinscena clinica, senza alcuna pretesa di comprensione, di cura e di libertà. Le sole, queste ultime, a poter consentire uno specchiarsi non deforme - attraverso il prisma umano dello psichiatra - della "follia" e della "norma", in quanto entrambe espressioni della vita.
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Mair, Peter. "IL DESTINO DEI PICCOLI PARTITI". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, n.º 3 (diciembre de 1989): 467–98. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008662.

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IntroduzioneNella abbondante letteratura che prefigura una crisi delle convenzionali forme di politica nelle democrazie dell'Europa occidentale un'enfasi speciale è stata posta sulla presunta sfida rivolta ai più tradizionali e consolidati partiti di massa. La stessa politica tradizionale è vista come passè ed i grandi partiti di massa, che ne rappresentano la più classica incarnazione, sono ritenuti — a torto o a ragione — strumenti sempre più inadeguati all'incanalamento delle forme contemporanee della rappresentanza.La vulnerabilità dei partiti di massa tradizionali pare derivare da due distinti processi. In primo luogo questi partiti sono ritenuti vulnerabili in termini ideologici e di politiche, in quanto rifletterebbero temi e problemi che corrispondono sempre meno agli interessi contemporanei. In secondo luogo, sono visti come vulnerabili sotto il profilo organizzativo, in quanto cittadini più istruiti, articolati e informati non sarebbero più soddisfatti della passività e/o anonimità che caratterizza la partecipazione in questo tipo di partiti e della natura essenzialmente oligarchica attraverso la quale si ritiene venga esercitato il loro controllo. Seguendo con varie intonazioni entrambe queste linee di ragionamento, gran parte della letteratura contemporanea pone conseguentemente l'accen to sulla erosione dei partiti tradizionali e suggerisce un potenziale riallineamento a favore di partiti più recenti e più piccoli, che appaiono allo stesso tempo più sensibili verso le nuove issues e più aperti verso nuove forme di partecipazione. L'emergere di partiti ecologisti in un gran numero di democrazie europee è spesso citato come la prova più evidente della base di un tale riallineamento, ma evidenza dello stesso tipo può anche essere individuata per un gruppo più ampio di partiti che vanno dai Radicali italiani a D'66 nei Paesi Bassi e ai Socialisti di sinistra in Danimarca e Norvegia (Poguntke 1987).Tuttavia, è chiaro che ognuno di questi argomenti ha implicazioni alquanto diverse. Se, per esempio, quello corretto è il primo, allora il motore principale del cambiamento è il grado di insoddisfazione programmatica e se i partiti tradizionali si rivelassero incapaci di adattarsi dovremmo aspettarci che il riallineamento conseguente favorisca i nuovi partiti. Se invece è corretta la seconda ipotesi, allora il cambiamento principale deriva da insoddisfazione organizzativa e potrebbe risultarne un riallineamento a favore dei piccoli partiti. In realtà i due processi possono essere combinati solo nella misura in cui partiti nuovi tendono anche ad essere partiti piccoli e viceversa, un punto su cui dovremo tornare in seguito.L'importanza di distinguere tra partiti nuovi e partiti piccoli emerge anche al semplice livello di definizione. Mentre la definizione di cosa costituisca un «nuovo» partito (rispetto a un partito della «nuova politica») non sembra porre difficoltà molto superiori a quelle di stabilire una data di soglia temporale, la definizione di cosa sia un partito «piccolo» è molto più problematica. In quest'ultimo caso sono disponibili due strategie. In primo luogo possiamo definire la piccola dimensione in termini di nlevanza sistemica, o facendo ricorso ai criteri identificati da Sartori (1976, 121-25) oppure a criteri alternativi anch'essi basati sul ruolo sistemico dei partiti in questione (Smith 1987). Tuttavia, in questo caso si tende inevitabilmente a parlare di partiti rilevanti o irrilevanti piuttosto che di partiti piccoli o grandi per sè. La seconda alternativa è quella più ovvia, secondo cui piccoli e grandi partiti possono essere distinti sulla base della semplice dimensione, sia essa elettorale, parlamentare, organizzativa o altro. Di sicuro i piccoli partiti possono essere partiti rilevanti e quelliirrilevanti · possono essere piccoli. In ultima analisi, tuttavia, nel nostro caso «piccolo» si deve riferire alla dimensione piuttosto che al ruolo.Questo lavoro è parte di un più ampio progetto dedicato alla esperienza dei piccoli partiti nell'Europa occidentale ed altri contributi del progetto tratteranno il ruolo sistemico dei piccoli partiti, le varie soglie di rilevanza nella loro vita e le varie esperienze in un gran numero di diversi contesti nazionali (Mueller, Rommel e Pridham, in via di pubblicazione). L'obiettivo di questo lavoro è semplicemente quello di offrire un quadro di sintesi sull'universo elettorale dei piccoli partiti nell'Europa occidentale del dopoguerra. Attraverso questa analisi spero di mostrare il grado in cui le fortune elettorali di tali partiti sono cambiate nel tempo, di identificare quei paesi e quei periodi in cui tali cambiamenti sono stati più pronunciati e, in particolare, di identificare quali piccoli partiti ne sono stati coinvolti.Va inoltre aggiunto che si tratta di una analisi a carattere largamente induttivo: cercherò prima di definire cosa costituisca un piccolo partito e in seguito di investigare le modalità e le spiegazioni del cambiamento nel sostegno elettorale aggregato di questi partiti. Intuitivamente si ha la sensazione che il sostegno elettorale dei piccoli partiti sia aumentato negli anni del dopoguerra. Per esempio, la recente nascita di piccoli partiti ecologici, così come le numerose analisi che suggeriscono un declino dei cleavages tradizionali di classe e religione e la crisi concomitante affrontata da quei partiti tradizionali e di grandi dimensioni che mobilitano il voto lungo queste linee di cleavage, sembrano implicare che i partiti di piccola taglia siano divenuti sempre più importanti con il tempo. Anche in questo caso, tuttavia, ci vuole cautela nel mettere in relazione prognosi di mutamento con una classificazione di partiti derivata dalla sola taglia. Non tutti i partiti piccoli sono partiti nuovi, né tantomeno partiti della «nuova politica», e molti si mobilitano elettoralmente in riferimento a linee di frattura molto tradizionali. Un esempio pertinente è quello del Partito popolare svedese in Finlandia. Inoltre, non tutti i nuovi partiti sono partiti piccoli, come evidenzia il successo elettorale della nuova Associazione Cristiano-democratica nei Paesi Bassi. Per la verità, si può anche dubitare che una categorizzazione dei partiti in soli termini di taglia abbia un significato teorico; ma questo è un problema diverso, sul quale torneremo in seguito.Nonostante questi caveat rimane incontestabile che una lettura non-critica della letteratura contemporanea suggerirebbe che vi è stato nel tempo un aumento di voti verso i piccoli partiti e questa ipotesi di partenza dirigerà la nostra analisi. Nella prossima sezione opereremo una classificazione dei partiti a seconda della loro taglia e, su questa base, una classificazione dei sistemi di partito a seconda della distribuzione dei diversi tipi di partiti. Successivamente analizzeremo la tendenza temporale del sostegno elettorale ai piccoli partiti e cercheremo di offrire alcune spiegazioni per la variazione di queste tendenze. Infine, esamineremo in che modo il voto per i piccoli partiti si distribuisce nelle diverse famiglie politico-ideologiche e studiere-mo l'andamento elettorale dei diversi sottogruppi di piccoli partiti, inclusi i «nuovi» piccoli partiti e i «vecchi» piccoli partiti.
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Carmagnola, Fulvio. "Prospettive etiche nell'estetica". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 16 (septiembre de 2011): 94–104. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016007.

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Nel mondo contemporaneo la bellezza č ancora un valore in se stessa? Questa la questione che propongo nel saggio. La estetizzazione del mondo della vita, ovvero la sempre crescente quantitŕ di "bellezza" presente nei beni economici, č la situazione problematica che prendo in considerazione: come č possibile un punto di vista etico nel campo dell'estetica, se la bellezza oggi non ha solo un valore simbolico, secondo l'affermazione kantiana del paragrafo 59 della("Io dico che la bellezza č il simbolo del bene morale") ma ha piuttosto un sempre crescente significato economico? Sono dell'idea che ciň che il pensatore francese Jean-Francois Lyotard chiamava "condizione postmoderna" (1979) implichi una nuova condizione della bellezza, che va sotto il nome di estetizzazione: il design, inteso come un punto di vista che privilegia la forma e l'aspetto attraente dei beni economici o "la pelle della cultura" (D. De Kerkhove) assume la prioritŕ sull'Arte e sugli artefatti di alto livello, e diventa l'aspetto principale della bellezza. Dunque noi dobbiamo prendere in considerazione i processi di valorizzazione economica e le basi istituzionali dei sistemi (Sistema-Arte, Sistema-Design. Sistema-Moda e cosi via) come la vera sfera nella quale porre il problema della bellezza e del gusto. Questa situazione implica una significativa variazione storica della domanda etica circa la bellezza: come costruire una nuova specie di giudizio di gusto (in termini kantiani: Urtheilskraft) che sia in grado di sfuggire a una sorta di compulsione consumistica al piacere o all'attuale "imperativo estetico" che si presenta nella forma paradossale dell'ingiunzione: "Enjoy!". Giocare - con o contro - questo imperativo estetico, questa la via che propongo per un'etica dell'estetica.
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Massaza, Carla. "Problemi di estremalita', secondo Dubreil, per ideali perfetti di altezza 2". Rendiconti del Seminario Matematico e Fisico di Milano 59, n.º 1 (diciembre de 1989): 81–89. http://dx.doi.org/10.1007/bf02925294.

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Garofalo, Mario Giovanni. "Per una teoria giuridica del contratto collettivo. Qualche osservazione di metodo". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 132 (noviembre de 2011): 515–42. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132001.

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Il saggio esamina problemi tradizionali della disciplina del contratto collettivo, quali l'efficacia soggettiva e l'effetto inderogabile, e problemi sollevati da fenomeni nuovi, quali la contrattazione gestionale, l'integrazione tra legge e contratto collettivo, la contrattazione collettiva nel pubblico impiego. La disamina č condotta alla luce della proposta metodologica secondo la quale una teoria del contratto collettivo non č esaustiva se si muove unicamente all'interno dell'ordinamento statuale, ma deve contenere (e spiegare) la dialettica tra fatto socialmente tipico e sua rappresentazione in tale ordinamento.
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Cellucci, Carlo. "Filosofia della matematica top-down e bottom-up". PARADIGMI, n.º 3 (diciembre de 2011): 105–20. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003008.

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La filosofia della matematica degli ultimi decenni viene comunemente distinta in filosofia della matematica mainstream e filosofia della matematica maverick. Nell'articolo si analizzano i limiti di entrambi questi tipi di filosofia della matematica e si propone in alternativa un approccio bottom-up, secondo cui vi č continuitŕ tra i procedimenti di soluzione di problemi che l'evoluzione ha incorporato negli organismi e i procedimenti con cui si risolvono problemi matematici nella matematica intesa come disciplina. Si sostiene che questioni tradizionali della filosofia della matematica, quale quella della natura degli oggetti matematici, possono essere trattate in termini di tali procedimenti.
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Spagnolo, Antonio G. "Comitati di bioetica in tema di procreazione artificiale". Medicina e Morale 42, n.º 1 (28 de febrero de 1993): 205–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1077.

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Il dibattito pubblico relativo agli aspetti etici delle nuove tecnologie riproduttive è stato iniziato dagli stessi scienziati coinvolti nelle ricerche in questo campo. Successivamente, sin dalla metà degli anni '70 il ricorso a comitati o commissioni etiche è emerso come una modalità estremamente importante di analisi dei problemi in questo campo anche al fine delle successive decisioni di politica pubblica. L'autore fa una revisione dei pareri di Comitati etici nazionali nel campo delle tecnologie riproduttive considerando tre punti principali: a) i problemi dell'applicazione clinica della fecondazione in vitro; b) il problema della maternità surrogata; c) il problema della ricerca sull'embrione umano. Egli considera, quindi, alcune linee-guida relative al funzionamento dei Comitati Etici all'interno dei servizi di procreazione assistita. Infine, auspica che vengano definite da ogni comitato alcune procedure operative standard pubblicamente accettate che impegnino il comitato stesso a fornire il loro parere secondo alcuni criteri razionali.
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Fabio, Longo. "Quando i magistrati erano "apolitici". Note sul "caso Pilotti"". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 6 (febrero de 2011): 157–78. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006015.

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Resumen
1. Le ragioni di un "ritorno" sul «caso Pilotti»2. Il profilo biografico, i "precedenti", il contesto3. Mancati inchini e rilevanti omissioni4. La creazione di un "secondo grado secondo" e l'epilogo della vicenda5. Il «caso Pilotti» in Assemblea costituente.
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Redding, Paul. "Wilfrid Sellars's disambiguation of Kant's "intuition". Its relevance for the analysis of perceptual content". PARADIGMI, n.º 1 (mayo de 2012): 127–40. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-001007.

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Wilfrid Sellars riteneva che le intuizioni kantiane fossero ambigue: un'intuizione, secondo una certa lettura, č un aristotelico "questo in quanto tale". Ciň offre un modo per aggirare i noti problemi cui č esposta la spiegazione del contenuto percettivo - per altro verso sellarsiana (e kantiana) - data da McDowell. Questi prende in considerazione ma respinge il suggerimento di Sellars. Il problema che vi scorge puň essere tuttavia aggirato se si modifica la spiegazione di Sellars e si tratta il contenuto percettivo come "proposizionale", nel senso aristotelico di "prótasis". Questo risolve i problemi della teoria della percezione di McDowell, ma mostra anche perché Kant avesse bisogno di un'altra "faccia" per la sua ambigua nozione di intuizione. La lettura che Sellars dŕ di Kant mostra qui analogie con quella di Hegel.
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Timio, Mario. "Malato e medico in dialisi: un approccio alla bioetica". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 4 (28 de octubre de 2013): 329–31. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1068.

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Resumen
Secondo la “legge di Hume” non esiste una goccia di etica che può derivare da una regola scientifica. Tale legge è applicabile ad ogni ambito della scienza, compresa la scienza nefrologica. In dialisi i problemi di bioetica sono molteplici, non ultimi l'inizio della terapia sostitutiva, la scelta del tipo di dialisi, l'autonomia del paziente, il costo della pratica e la sospensione del trattamento. Spesso i problemi clinici e bioetici possono comunque embricarsi. Per favorire la convergenza delle due componenti si fa riferimento ad alcuni punti nodali: 1) principio di verità; 2) principio del valore e della dignità dell'uomo; 3) principio della libertà; 4) problema del consenso informato, 5) principio di giustizia; 5) modelli bioetici che influenzano la pratica clinica. (Bioethics)
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Magnavita, Nicola, Angelo Sacco y Giuseppe De Lorenzo. "Bioetica clinica - Problemi etici nella diagnostica occupazionale". Medicina e Morale 45, n.º 3 (30 de junio de 1996): 515–24. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.909.

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La diagnosi eziologica di malattia professionale riveste particolare importanza, in quanto non solo consente l’adozione di idonee misure preventive, terapeutiche ed assicurative a favore del paziente, ma anche di interventi migliorativi dell’ambiente di lavoro, il cui beneficio può essere goduto dall’insieme della comunità lavorativa. Per una corretta impostazione del rapporto costi/benefici, occorre che gli accertamenti diagnostici siano accuratamente pianificati. Nelle fasi di screening si deve avere cura di assicurare ai lavoratori le stesse condizioni di informazione e segretezza che si rispettano nella diagnostica generale. Nella più complessa diagnostica eziologica delle malattie professionali, la decisione circa il tipo e l’approfondimento degli esami deve essere presa caso per caso, tenendo conto, secondo un’ottica personalistica, delle condizioni del singolo paziente e del vantaggio che egli può ricavare dall’esame. Considerazioni etiche, legate al rispetto del paziente, indurranno a condotte diagnostiche differenziate in casi apparentemente simili. Allo scopo di esemplificare tale possibilità, vengono esposti due casi clinici.
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Morlino, Leonardo. "PROBLEMI E SCELTE NELLA COMPARAZIONE. INTRODUZIONE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, n.º 3 (diciembre de 1990): 381–95. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009552.

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Resumen
IntroduzionePrimo esempio: negli ultimi quindici anni la democrazia sembra essersi affermata in diverse aree del mondo, dal Sud Europa all'America Latina, all'Est Europa; ma quali democrazie si sono realmente affermate e come spiegare complessivamente questo fenomeno?Secondo esempio: durante il 1989 e gran parte dell'anno successivo vi sono state le trasformazioni dei regimi non democratici in Europa Orientale; quali profondi cambiamenti politici vi sono effettivamente stati in quei paesi, oltretutto a un ritmo così rapido?Terzo esempio: in Italia, durante gli ultimi quaranta anni il partito comunista è stato piò forte di quello socialista; come spiegarlo?Quarto esempio: di fronte ai problemi di rappresentatività e democrazia che l'Italia ha, molti politici e intellettuali propongono certe riforme istituzionali; ma quali riforme sono le piò adatte rispetto a determinati obiettivi, quali accrescere la responsabilità dei governanti e la capacità di punizione dei governati oppure raggiungere maggiore efficacia decisionale o ancora riuscire ad innescare l'alternanza al governo tra partiti o coalizioni partitiche?
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Faggioni, Maurizio P. "Il trapianto di gonadi: storia e attualità". Medicina e Morale 47, n.º 1 (28 de febrero de 1998): 15–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.840.

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L’articolo affronta il tema del trapianto di gonadi a partire dai primi tentativi tardo ottocenteschi sino agli sviluppi odierni, tenendo conto sia dell’aspetto biomedico sia di quello etico. Si prendono in esame due possibili situazioni, il trapianto finalizzato a ripristinare una ormonogenesi deficitaria e il trapianto finalizzato a ripristinare la fertilità, cercando sempre di riportare i problemi alla loro radice antropologica. Il primo tipo di trapianto, lecito in linea di principio, pone tuttavia delicati problemi riguardo alle possibili ripercussioni sulla personalità del trapiantato; il secondo non solo si configura come una variante sofisticata della fecondazione eterologa, ma determina in aggiunta una violazione dello spazio personale attraverso l’inserzione di informazione genetica estranea trasmissibile alla prole. Nella stessa prospettiva si esaminano infine anche le discusse questioni del trapianto di tessuti gonadici provenienti da feti abortiti e da cadaveri, mostrandone l’impraticabilità psicologica ed etica.
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Liberati, Paolo. "Il finanziamento delle regioni e degli enti locali: problemi e prospettive". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n.º 1 (marzo de 2011): 53–89. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-001003.

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Questo lavoro valuta la recente riforma del federalismo fiscale in Italia (L. 42/2009) in relazione a tre questioni. Primo, come finanziare un crescente volume di competenze locali con imposte proprie, con particolare riferimento alla fornitura di livelli minimi o essenziali di servizio (ad es., sanitŕ). Secondo, come risolvere il trade-off tra esigenze di efficienza nell'uso delle risorse e di compensazione degli squilibri territoriali. Terzo, se sia da privilegiare un rapporto diretto dei governi locali con lo Stato centrale o se compiti di finanziamento e perequazione dei comuni possano essere utilmente affidati alle regioni.
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Ventura, Annamaria. "La formazione dei docenti attraverso il Reflective Practice-Based Learning". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 2 (julio de 2023): 166–80. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2023oa15918.

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Resumen
Presso il College Universitario danese UCN, nello Jutland, il tema della riflessività sposa quello della ricerca attraverso il modello pedagogico del Reflective Practice-Based Learning, secondo un processo di insegnamento e apprendimento in classe che ricorda quello maieutico e che rende il costrutto di riflessività vivo e generativo. Il sodalizio tra la conoscenza teorica e quella pratica viene concretizzato attraverso la riflessione da parte degli stakeholders dell'istituzione formativa permettendo sia agli studenti, che agli insegnanti di lavorare su problemi appartenenti a contesti reali e imparando ad agire in vista di problemi e sfide incombenti, proprie della nostra quotidianità. Se lo scopo dell'insegnante è quello di educare studenti ad abitare la complessità diventando critical thinkers and problem solvers, questo significa incentivare pratiche riflessive durante il quotidiano processo di insegnamento-apprendimento, partendo proprio dalla loro formazione.
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Valente, Ilaria y Elena Fontanella. "Milano, margine ovest: una strategia per la riconnessione degli strati urbani". TERRITORIO, n.º 59 (noviembre de 2011): 89–117. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059015.

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Resumen
Nell'ambito del Laboratorio di Dottorato, le sperimentazioni progettuali hanno assunto come contesto i quartieri residenziali del primo e secondo dopoguerra collocati nel settore marginale compreso tra l'asse del Sempione e il Naviglio Grande con l'obiettivo di formulare strategie d'intervento in grado di lavorare a diverse scale e in grado di coinvolgere non solo lo spazio edificato, ma anche quello aperto e di relazione.
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Pitch, Tamar. "A proposito di "Le donne sono umane?" Di Catharine Mackinnon". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 3 (diciembre de 2012): 161–72. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003010.

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In questa nota si discutono alcuni testi della giurista e avvocata femminista Catharine MacKinnon, mettendone in luce gli apporti al dibattito sull'uso del diritto e dei diritti per combattere discriminazione e violenze contro le donne. Questi apporti vengono confrontati con la letteratura femminista e le lotte delle donne in Italia negli ultimi quaranta anni. Si sollevano perplessitŕ circa l'assunto fondamentale di MacKinnon, secondo cui č la violenza la cifra vera del rapporto degli uomini con le donne, e si mostrano sia i guadagni che i problemi del ricorso al diritto e ai diritti per nominarla e combatterla. Da ultimo, si analizza criticamente la sua lettura di ciň che MacKinnon chiama femminismo post-moderno.
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Benetton, Maria. "Falsi problemi e necessità reali". Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza 28, n.º 1 (3 de junio de 2018): 3. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2011.209.

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Siamo certamente di fronte ad una crisi dell’economia e, come nelle famiglie, anche nella società si devono rifare i conti e decidere a quali priorità destinare le risorse. E sarà impossibile non discutere anche sulle risorse da destinare al personale sanitario cioè sui numeri (professionisti) che serviranno e che saremo in grado si pagare.
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Nadia Covini, Maria. "Consumi di pregio nel Quattrocento milanese: storicità e problemi della stima". CHEIRON, n.º 1 (abril de 2021): 87–110. http://dx.doi.org/10.3280/che2019-001005.

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La stima del valore di beni appartenenti alle diverse categorie del con-sumo cospicuo poteva essere complicata da vari fattori, come l'eterogeneità dei pezzi e della loro qualità, o i cambiamenti del gusto e delle mode in vista di modelli di distinzione sociale. Con riferimento alla Lombardia del secondo Quattrocento, lo scritto considera il mo-mento della stima e delle sue valenze (legale, economica, morale e so-ciale), e riguarda alcune categorie significative di beni di lusso come gioie e pezzi di abbigliamento, libri manoscritti e a stampa, oggetti anti-chi e oggetti d'arte, per analizzare alcune peculiarità delle procedure di stima e individuare i più importanti cambiamenti rilevabili nel tempo; e per stabilire, inoltre, chi fossero le persone e le expertises ritenute adat-te a valutare le diverse tipologie di beni.
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Monini, S., C. M. Iacolucci, M. Di Traglia, A. I. Lazzarino y M. Barbara. "Ruolo della riabilitazione Kabat nella paralisi del nervo facciale: studio randomizzato su casi severi di paralisi di Bell". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 4 (agosto de 2016): 282–88. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-783.

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La terapia della paralisi di Bell, incentrata su farmaci steroidei e/o antivirali, può ancora far esitare nei soggetti affetti sequele disfiguranti per un recupero incompleto. Le diverse procedure riabilitative non si sono dimostrate al giorno d'oggi in grado di giocare un ruolo favorevole in questo senso. Scopo di questo lavoro è stato quello di mettere a confronto i risultati funzionali di pazienti affetti da forme severe di paralisi di Bell, quando trattati con solo cortisone con quelli nei quali al cortisone è stata affiancata una terapia riabilitativa secondo Kabat. Lo studio prospettico ha incluso 94 soggetti con paralisi di Bell di grado IV e V secondo House-Brackmann (HB) a loro volta suddivisi in due gruppi: (a) trattato con terapia steroidea; (b) trattato con terapia steroidea e riabilitazione Kabat. Il trattamento medico è consistito di 60 mg di prednisolone al giorno per 15 giorni; la terapia riabilitativa è consistita nel trattamento di facilitazione neuromuscolare propiocettiva secondo Kabat. Percentuale, grado e tempi di recupero sono stati comparati utilizzando l'analisi statistica Mann-Whitney e il test di regressione logistica multivariata (Ward test). I pazienti Kabat (gruppo b) hanno avuto 20 volte di più la possibilità di migliorare di 3 o più gradi HB (OR = 17,73, 95% IC = 5,72 a 54,98, p < 0,001) rispetto a quelli di gruppo a. La velocità media di recupero nel gruppo b è risultata la metà di quella registrata nel gruppo a. Nessuna differenza è stata invece riscontrata sull'incidenza di sincinesie. Si può dunque concludere che la terapia steroidea permette un migliore e più rapido recupero dei casi severi di paralisi di Bell, quando associata a terapia riabilitativa Kabat.
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