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Cozzi, Gianni y Cinzia Panero. "Aspetti e problemi delle interazioni tra soggetti non equifinalizzati nel marketing turistico-territoriale". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 3 (septiembre de 2011): 17–37. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-003003.

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Resumen
Nei processi di progettazione e di attivazione di specifiche azioni di marketing, finalizzate a conservare ed accrescere l'attrattivitÀ di una destinazione dotata di una pluralitÀ di prodotti e di filiere turistiche, possono insorgere problemi riconducibili ad una insufficiente e poco efficace interazione tra rilevanti soggetti di offerta. In questo contributo, anche sulla base di una ricerca da noi condotta nell'area di Sanremo, nella quale tali problemi sono risultati non marginali, si considerano, in modo particolare, le relazioni tra i policy-makers ed i principali. Il loro esame č inquadrato in uno schema di riferimento teorico, in cui, evidenziando le specificitÀ del marketing turistico-territoriale, si individuano le possibili cause di tali problemi.
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Garofalo, Mario Giovanni. "Per una teoria giuridica del contratto collettivo. Qualche osservazione di metodo". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 132 (noviembre de 2011): 515–42. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132001.

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Resumen
Il saggio esamina problemi tradizionali della disciplina del contratto collettivo, quali l'efficacia soggettiva e l'effetto inderogabile, e problemi sollevati da fenomeni nuovi, quali la contrattazione gestionale, l'integrazione tra legge e contratto collettivo, la contrattazione collettiva nel pubblico impiego. La disamina č condotta alla luce della proposta metodologica secondo la quale una teoria del contratto collettivo non č esaustiva se si muove unicamente all'interno dell'ordinamento statuale, ma deve contenere (e spiegare) la dialettica tra fatto socialmente tipico e sua rappresentazione in tale ordinamento.
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Congleton, Roger D. "The Politics of Debt". Journal of Public Finance and Public Choice 10, n.º 1 (1 de abril de 1992): 17–34. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539365.

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Resumen
Abstract Questo lavoro sintetizza i recenti contributi della letteratura economica, in particolare di Barro, Buchanan e di Tabellini ed Alesina, in materia di politica del debito pubblico e ne estende la logica ad un’analisi degli effetti che un’informazione politica imperfetta genera sui livelli del debito. L’autore argomenta che i problemi legati all’informazione dei cittadini-votanti rappresentano la fonte primaria di gran parte dei problemi generati dal debito pubblico. In particolare, l’analisi condotta suggerisce che l’informazione imperfetta consente ai gruppi di interesse di esercitare una sproporzionata influenza sulle scelte di politica economica, influenza che si manifesta nel ricorso al debito come forma di finanziamento del disavanzo.
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Fedrizzi, Emanuela, Alice Marzadro y Elena Bravi. "Un gruppo sui problemi interpersonali a tempo determinato in contesto ambulatoriale". GRUPPI, n.º 2 (octubre de 2021): 57–76. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12581.

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Resumen
Si presenta uno studio clinico di un gruppo ambulatoriale a tempo limitato con focus sui problemi interpersonali realizzato utilizzando un modello sviluppato originariamente da MacKenzie che ha concettualizzato un gruppo psicoterapeutico chiuso per adattare interventi brevi e focali all'ambito della salute pubblica. L'articolo intende illustrare l'uso del gruppo sui problemi interpersonali, esemplificare come misure individuali e di gruppo di outcome possono essere un aiuto aggiuntivo della pratica clinica e mostrare come i sintomi ansiosi e depressivi che cadono nello spettro dei disturbi dell'umore possano essere trattati con un modello di gruppo che interviene focalmente sulle relazioni interpersonali attuali. Lo studio mette in evidenza come il gruppo sui problemi interpersonali che prevede solo pochi criteri di esclusione (disturbi della condotta, fase acuta per separazioni, lutti, suicidalità, significative caratteristiche di un disordine borderline di personalità) rappresenti una modalità di trattamento a cui indirizzare un'ampia e difficile popolazione di pazienti afferenti all'area della salute mentale pubblica. 
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Soavi, Gloria y Desiree Cobianchi. "L'affido familiare strumento di prevenzione e di riparazione: una ricerca sul campo". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (diciembre de 2010): 39–55. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-003003.

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La ricerca condotta su un campione di 74 minori collocati in famiglie affidatarie nella provincia di Ferrara, si interroga in che termini l'affido rappresenti uno strumento preventivo di ulteriori disagi e riparativo delle problematiche che presentano i bambini e gli adolescenti. Attraverso l'analisi del campione e la somministrazione di un questionario articolato agli operatori referenti del caso si sono confrontati i dati relativi alle varie forme di disagio presentate dai minori al momento dell'affido e successivamente in quello della ricerca. I risultati emersi mettono in luce una percentuale rilevante di miglioramenti, in particolare rispetto ai problemi emotivi e di comportamento che si presentavano inizialmente, anche nei casi di maltrattamento ed abuso.
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Meli, Mariarita y Eugenia Taranto. "Problemi con variazione ed equazione figurale: strumenti della didattica cinese trasposti in una scuola primaria italiana". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 11 (18 de mayo de 2022): 95–120. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.11.5.

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In questo lavoro viene mostrata la possibilità di sviluppare un approccio al pensiero pre-algebrico con alunni della scuola primaria che presti maggiore attenzione alle caratteristiche strutturali dei problemi additivi rispetto a quelle numeriche. In particolare, illustrando una sperimentazione condotta con allievi di una classe seconda primaria, si mira a mostrare come può concretizzarsi una trasposizione di strumenti didattici propri della didattica cinese – i problemi con variazione e l’equazione figurale – nel contesto italiano della scuola primaria. Si rileva come, a partire dal testo di un problema e dalla rappresentazione grafica dei suoi dati, i bambini sono in grado di comprendere e, a loro volta, costruire variazioni del problema di partenza, esplorando le potenzialità legate alla struttura della variazione stessa. I bambini sono così portati a sviluppare competenze d’uso di strutture di risoluzione di tipo pre-algebrico, spostando l’attenzione dal piano procedurale a quello relazionale.
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Guidantoni, Stefano y Lorenzo Neri. "Prevalenza della forma sulla sostanza: la razionalità dell'analista finanziario e il ruolo delle aspettative". FINANCIAL REPORTING, n.º 2 (septiembre de 2012): 111–25. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-002005.

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Resumen
Il presente lavoro vuol dimostrare, attraverso l'analisi del comportamento di potenziali analisti finanziari, l'irrazionalità del comportamento individuale in sede di valutazione economico-finanziaria delle società. Il tipo di rappresentazione mentale, influenzata da stereotipi, pregiudizi e aspettative, conduce, infatti, a individuare risposte a determinati problemi decisionali non razionali. L'ipotesi di ricerca è che gli analisti finanziari sono influenzati da etichette esterne, nello specifico dal nome della società, nel loro processo di valutazione. L'indagine è condotta attraverso un esperimento su studenti universitari mediante la somministrazione di questionari volti a misurare il cambiamento di giudizio espresso sulle società al mutare del nome alle stesse attribuito. Dalle risposte emerge che l'effetto notorietà del nome ha un'influenza significativa nel processo di valutazione delle società.
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Freddano, Michela, Anna Siri y Mauro Palumbo. "Indicatori per una valutazione partecipata: l'esperienza del Corso di Metodologia della Ricerca Sociale II (A.A. 2009/2010)". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 46 (abril de 2011): 21–42. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046003.

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Il contributo intende proporre un modello di valutazione degli apprendimenti quale vero e proprio processo partecipato, in grado di sviluppare metodi valutativi e auto-valutativi appropriati, in quanto frutto dello stesso contesto interattivo che produce l'evento formativo. Gli autori sviluppano una riflessione critica su una sperimentazione condotta nell'ambito dell'insegnamento di Metodologia e tecniche della ricerca sociale II, riguardante la realizzazione di una valutazione partecipata e condivisa dagli studenti del "rendimento all'esame", articolata in modo da poter costruire indicatori adeguati. In una prospettiva valutativa, sono affrontati alcuni dei principali problemi relativi al processo di costruzione e validazione di indicatori condivisi. Inoltre, all'intento teorico e pratico di costruire indicatori adeguati attraverso un processo partecipativo, si affianca anche il proposito di realizzare un percorso di apprendimento, mediante l'impegno attivo degli studenti nella valutazione e nella costruzione della conoscenza, attraverso metodi di.
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Philo, Chris y Jennifer Wolch. "The ‘three waves’ of research in mental health geography: a review and critical commentary". Epidemiology and Psychiatric Sciences 10, n.º 4 (diciembre de 2001): 230–44. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005406.

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RIASSUNTOScopo — Valutare la ricerca condotta nel campo della geografia della salute mentale, concentrandosi sui lavori pubblicati in lingua inglese.Metodi — L'articolo offre una lettura globale, approfondita e critica della letteratura relativa alia geografia della salute mentale, a partire dal sorgere di questo settore di ricerca nei primi anni '70.Risultati — L'articolo identifica tre fasi di ricerca all'interno dei lavori sulla geografia della salute mentale. Queste fasi sono descritte in dettaglio; inoltre, sono interpretati punti di forza e di debolezza delle prime due fasi, che sono ben consolidate, e vengono forniti suggerimenti su importanti problemi che dovranno essere affrontati in una futura terza fase della ricerca.Conclusioni — Molte eccellenti ricerche sono state finora condotte nel campo della geografia della salute mentale, è tuttavia necessario aumentare la rilevanza di queste ricerche, mediante un ampliamento del focus ed un collegamento più diretto della ricerca con le politiche sulla salute mentale.
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Jarvis, Charlotte. "Parenting problems: research and clinical perspectives on parenting adolescents: Problemi di genitorialità: prospettive cliniche e di ricerca sull'essere genitori di adolescenti". Journal of Child Psychotherapy 31, n.º 2 (agosto de 2005): 209–20. http://dx.doi.org/10.1080/00754170500221592.

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Miragoli, Sarah, Elisa Stagni Brenca y Paola Di Blasio. "Stress e alleanza genitoriale, rischio di maltrattamento fisico e problemi comportamentali in bambini di etŕ prescolare". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 1 (abril de 2011): 65–85. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001004.

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Obiettivo di questo studio č analizzare il ruolo di stress e alleanza genitoriale sulla propensione al maltrattamento fisico in 298 nuclei familiari aventi un figlio di etŕ compresa tra 14 e 72 mesi. Alle madri e ai padri sono stati somministrati i seguenti questionari: un questionario per la raccolta dei dati demografici, il Child Abuse Potential Inventory VI (Milner, 1986), il Parenting Stress Index-SF (Abidin, 1995), il Parenting Alliance Measure (Abidin & Konold, 1999), il Child Behaviour CheckList Ages 1˝-5 (Achenbach & Rescorla, 2000). Sono state prese in considerazione eventuali differenze di genere tra i genitori. I risultati mostrano come lo stress e l'alleanza genitoriale siano associate diversamente con la propensione al maltrattamento fisico, e come lo stress genitoriale risulti un predittore significativo della propensione al maltrattamento nelle madri e nei padri. Inoltre, la propensione al maltrattamento fisico e lo stress genitoriale risultano predittori significativi dello sviluppo di problemi di internalizzazione e di esternalizzazione nel bambino.
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Gualdi, Giulia y Catia Ghinelli. "I gruppi per le donne operate al seno: una ricerca qualitativa sull'iniziativa "Arcobaleno" del Centro Oncologico Modenese". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (noviembre de 2011): 91–111. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003005.

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Scopo della presente ricerca č valutare l'impatto della partecipazione ad un gruppo dedicato alle donne operate al seno, il gruppo denominato "Arcobaleno". Le partecipanti alla ricerca sono state venti donne seguite dal Centro Oncologico Modenese che avevano partecipato al gruppo tra il 2001 e il 2009. La ricerca, di tipo esplorativo, č stata condotta mediante la somministrazione di interviste semi-strutturate analizzate con la tecnica dell'analisi tematica del contenuto. Dalla ricerca č emersa prima di tutto l'utilitŕ del gruppo, del quale le donne si dicono assolutamente soddisfatte. I principali benefici sono stati, ad esempio, uscire dall'isolamento e dalla solitudine; avere l'opportunitŕ di esprimere emozioni, pensieri e paure; migliorare la propria capacitŕ di affrontare le conseguenze delle cure e le proprie abilitŕ di reazione alla malattia mediante il confronto con le altre partecipanti; migliorare le informazioni in proprio possesso attraverso la condivisione dei problemi e infine promuovere le risorse personali aumentando la consapevolezza di poter contribuire al proprio processo di cura e di guarigione e cosě alla qualitŕ della propria vita.
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Beretta, Enrico, Vacche Alessandra Dalle y Andrea Migliardi. "Competitivitŕ ed efficienza della supply-chain: un'indagine sui nodi della logistica in italia". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (noviembre de 2012): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002001.

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Resumen
La logistica č importante sia per la sua incidenza diretta sul Pil nazionale sia, in modo indiretto, nel consentire una maggiore o minore competitivitŕ del sistema-paese. La complessiva debolezza del sistema logistico italiano, documentata da varie fonti interne e internazionali, ha numerose cause: inadeguatezze nelle infrastrutture di trasporto a lungo raggio, ma anche dei raccordi di "ultimo miglio"; frammentazione e scarsa integrazione tra gli operatori; inefficienze localizzate nelle singole modalitŕ di trasporto; problemi nei raccordi tra i vettori di diverso tipo (ossia nell'intermodalitŕ); carenze programmatorie e normative. Il presente lavoro approfondisce queste tematiche mediante un'indagine condotta presso un campione di spedizionieri italiani. Per quanto attiene alle infrastrutture, gli operatori riterrebbero utile il completamento degli assi ferroviari in grado di connettere il paese alle principali direttrici di traffico europee, nonché di assicurare un efficace collegamento fra il Nord e il Sud del paese, ma anche un potenziamento dei raccordi locali con altri tipi di vettori, specie quello marittimo. Altri problemi risiedono negli allacci delle aree portuali alla viabilitŕ ordinaria e nell'insoddisfacente funzionamento dei nessi intermodali tra le diverse forme di trasporto. I centri logistici vengono ritenuti nel complesso sufficienti, anche se si riscontrano problemi circa l'eccessiva frammentazione e la distribuzione sul territorio. Tariffe del trasporto, durata e prevedibilitŕ dei tempi, efficienza e affidabilitŕ degli operatori sarebbero nel complesso sufficienti, a eccezione del comparto ferroviario. L'organizzazione della catena logistica risente di una scarsa programmazione delle attivitŕ, dell'insufficiente integrazione tra gli operatori e della loro eccessiva frammentazione. Le dotazioni informatiche degli operatori e il ricorso all'ICT vengono giudicate nel complesso sufficienti, ma č carente l'integrazione dei sistemi tra i diversi operatori, con conseguenze negative sul trattamento complessivo del ciclo della merce e sulla tracciabilitŕ delle spedizioni. Dall'indagine sono emerse anche diverse indicazioni di policy. In primo luogo, gli operatori chiedono di razionalizzare il quadro normativo, di rilanciare liberalizzazioni e concorrenza e di concentrare le risorse su un contenuto novero di obiettivi infrastrutturali realizzabili. In secondo luogo, gli operatori stessi potrebbero contribuire alla concentrazione e razionalizzazione dell'offerta. Infine, le Associazioni di categoria nazionali e locali dovrebbero stimolare l'integrazione dei diversi sistemi di ICT e promuovere il rispetto di standard minimi di servizio.
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Savarese, Giulia, Daniela D’Elia, Nadia Pecoraro, Lugi Curcio, Oreste Fasano y Monica Mollo. "Problematiche psicologiche e disturbi da stress post-traumatico in studenti universitari italiani durante il primo lockdown da Covid-19 e terapia EMDR online". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 2 (agosto de 2021): 63–81. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002005.

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La letteratura ha evidenziato problemi psicologici durante il lockdown da Covid-19. È stata condotta una ricerca con 49 studenti che si sono rivolti al Centro di Counseling psicologico dell'Università di Salerno tra marzo e maggio 2020. Gli obiettivi sono stati: a) indagare l'eventuale presenza di disturbi psicologici e in particolare di PTSD; b) valutare l'efficacia di un percorso breve con protocollo EMDR online per quegli studenti con PTSD legato alla riattivazione di traumi pregressi in seguito allo stress da pandemia e lockdown. I dati raccolti in fase di pre e post trattamento (dai colloqui psicologici e dallo scoring della Scala SCL-90-R) mostrano: PTSD (25%), ansia e stress (100%), depressione (88%). Nel post-trattamento EMDR si è evidenziata, alla Scala IES-R, una riduzione dei cut-off da range clinico a range normativo e alla SCL-90-R un passaggio da punteggi clinicamente significativi nelle scale sindromiche a punteggi normativi. In particolare, alla SCL-90, il punteggio all'indice Global Severity Index - GSI, indicatore globale dell'intensità attuale del disagio psichico percepito dal soggetto conferma, nel post trattamento, il raggiungimento di un assetto normativo.
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Quagliarello, Mario. "L'approccio controfattuale nell'analisi d'impatto della regolamentazione finanziaria: tra potenzialitŕ e sfide". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 46 (abril de 2011): 59–68. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046005.

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L'analisi d'impatto della regolamentazione (AIR) č lo strumento utilizzato per valutare le possibili conseguenze economiche di normative in corso di definizione (AIR ex ante) o gli effetti concreti di quelle giŕ realizzate (AIR ex post). In tale ottica, l'AIR si configura quale caso particolare di valutazione delle politiche pubbliche, sebbene con caratteristiche e profili peculiari che la rendono al tempo stesso potenzialmente piů utile, ma particolarmente complessa. Questo articolo analizza il contributo che l'approccio controfattuale puň fornire all'AIR in campo finanziario e ne analizza i possibili problemi applicativi. Nel settore finanziario, l'approccio controfattuale č ostacolato, in primo luogo, dalla circostanza che le regole sono nella generalitŕ dei casi universali, rendendo non applicabili le metodologie che si basano sul confronto della dinamica della variabile obiettivo tra soggetti trattati e non trattati. L'analisi pre/post č un'opzione percorribile, sebbene non sia agevole individuare quale sia la vera situazione controfattuale perché il sistema finanziario tende ad essere sempre regolato. I problemi si moltiplicano nel caso - di gran lunga piů comune - in cui le analisi d'impatto debbano essere condotte ex ante. In tal caso, si verifica infatti l'inversione del paradigma controfattuale: si osserva una situazione fattuale nella quale le regole non sono state ancora introdotte e si deve (tentare di) individuare cosa accadrebbe in una situazione controfattuale in cui la regolamentazione č stata introdotta. In un contesto, come quello italiano, in cui l'AIR deve essere condotta su ogni nuova regolamentazione, a prescindere dalla effettiva disponibilitŕ di dati quantitativi, le analisi empiriche non possono dunque essere l'unico strumento di valutazione. Nell'impossibilitŕ di condurre una robusta analisi controfattuale, le informazioni ottenibili dalla valutazione theory-based forniscono comunque un contributo all'analisi della probabilitŕ di successo di una determinata regolamentazione (potrebbe/dovrebbe funzionare?). Per quanto non statisticamente rigorosa, si fornisce in questo modo una risposta pragmatica al policy maker, tanto piů importante quanto piů la scarsitŕ di dati e la necessitŕ di intervenire prontamente escludono analisi di tipo controfattuale.
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Starace, Fabrizio. "Medical decisions at the end of life: epidemiological and psychiatric aspects". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, n.º 2 (agosto de 1998): 135–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007272.

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RIASSUNTOScopo— Il dibattito attuale sulle decisioni mediche di fine vita (DMFV) è caratterizzato da toni ed argomentazioni prevalentemente filosofici e confessionali. Scarsa attenzione è stata sinora rivolta a chiarire la reale diffusione di queste pratiche ed ancor meno esplorato risulta il ruolo che lo psichiatra e chiamato a svolgere in tale delicato contesto.Metodo— È stata condotta una revisione sistematica della letteratura degli ultimi dieci anni sulle DMFV, selezionando gli studi che riportavano: 1) stime della frequenza con cui i medici avevano ricevuto richieste di eutanasia (EU) e di assistenza al suicidio (SA); e/o 2) stime della frequenza con cui i medici avevano realmente praticato EU/SA. Sono stati inoltre passati in rassegna i lavori nei quali erano considerati i problemi relativi alia consulenza psichiatrica.Risultati— I risultati delle indagini esaminate documentano che le DMFV sono molto phi frequenti di quanto comunemente si ritenga. Una stima conservativa indica che almeno un medico su dieci ha praticato l'EU/SA. Una scarsa considerazione della consulenza psichiatrica è l'atteggiamento prevalente rilevato nei rari studi condotti sul tema.Conclusioni— L'eutanasia e le altre DMFV impongono alia coscienza ed alia pratica medica una riflessione profonda sui criteri che guidano l'agire umano e professionale degli operatori sanitari. Il contributo che la ricerca epidemiologica e psicosociale puo offrire al dibattito bioetico è indispensabile.
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Burlando, Patrizia y Sara Grillo. "Utopia vs Realtà". Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, n.º 1 (26 de julio de 2021): 172–81. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10291.

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Se la realtà ci impone di ripensare città come super-organismi con minori impatti per una crescita economica attuale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, senza emissioni negative (Paris Agreement, Green Deal), dall’altra è chiaro il bisogno di utopia per immaginare dei futuri alternativi, traendo spunto dalle epoche in cui gli ideali hanno avuto il potenziale di influenzare l’attività di progettisti e di pianificatori. In qualunque modo l’utilizzo di un verde più resiliente è diventato l’elemento cardine nei processi di trasformazione urbana. Non a caso anche architetti di fama mondiale come Boeri Associati, MVRDV, AMO/Koolhaas e BIG- Bjarke Ingels Group hanno improntato la loro ricerca sulla green tech al fine di utilizzarla nell’ambito di interventi architettura. Nella soluzione di diversi problemi ambientali: dal cambiamento climatico, alla emergenza COVID-19, dunque, l’utilizzo di un insieme di soluzioni verdi, resilienti e a diverse scale spaziali da quella della città, a quella di quartiere, di isolato e del singolo edificio è diventata una necessità.L’obiettivo di questo lavoro è presentare evidenziandone pregi e criticità alcuni progetti verdi, sia visionari, sia in fase di realizzazione, che si basano sui concetti chiave di sostenibilità, multifunzionalità, aumento dei servizi ecosistemici e multiscalarità. Se la utopia della Riforestazione Urbana di Stefano Boeri diventa realtà, invece la ricerca The Green Dip condotta dal The Why Factory Workshop rappresenta al momento solo uno studio, un manifesto per restituire vivibilità alle città contemporanee.
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Atighetchi, Dariusch. "Islam e AIDS". Medicina e Morale 49, n.º 6 (31 de diciembre de 2000): 1179–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.775.

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L’impatto iniziale del mondo musulmano con il problema dell’AIDS ha subito assunto una forte connotazione apologetica e di condanna dell’infezione in quanto conseguenza di comportamenti illeciti di impronta occidentale. In questo senso si esprimono molti giurisperiti islamici, la stampa e non pochi medici. Tutti antepongono l’esaltazione della purezza dell’Islam e delle sue regole di vita a scapito dell’attenzione dedicata all’analisi dei problemi etici, medici e sociali dei malati. La soluzione islamica al rischio AIDS consiste nell’astinenza pre-matrimoniale e nel matrimonio precoce. Anche se in gran parte degli Stati la percentuale di infetti è bassa (ma costantemente in crescita in alcuni gruppi sociali) le autorità tendono a minimizzare le cifre; inoltre sembrano riluttanti a denunciare la situazione sanitaria concernente la diffusione di malattie sessuali per non esporsi a critiche politico-religiose. I cittadini sono fortemente restii a rivelare le proprie abitudini sessuali e a partecipare ad indagini sul problema. Contemporaneamente anche i malati e i familiari preferiscono occultare l’infezione per vergogna e timore delle conseguenze sociali. Atteggiamenti molto simili si riscontrano in Occidente tra gli immigrati infetti ed i loro familiari. Per l’Islam il medico è uno strumento divino e non può limitarsi a curare bensì dovrebbe occuparsi di tutta la persona, con i valori che ne orientano la condotta quotidiana inclusa la sessualità.
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Destrebecq, Anne, Mauro Parozzi, Stefano Terzoni, Paolo Ferrara y Maura Lusignani. "Il riconoscimento sociale, professionale, economico ed istituzionale della professione infermieristica: risultati di un’indagine fra gli infermieri italiani". Dissertation Nursing 2, n.º 1 (30 de enero de 2023): 1–10. http://dx.doi.org/10.54103/dn/19777.

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INTRODUZIONE: La crisi della professione infermieristica, in Italia, è reale sul piano sociale, professionale, economico ed istituzionale. Sotto molti aspetti, sembra che i problemi attuali rispecchino in buona parte quelli che erano presenti in Italia più di cent’anni fa. METODI: Dal 23 Dicembre 2022 al 23 Gennaio 2023 è stata condotta un’indagine trasversale online. Per rispondere al questionario è stato chiesto agli infermieri di valutare su scala likert da 1 (minimo) a 10 (massimo) il loro accordo con le 20 affermazioni presenti nel questionario, riferite al contesto infermieristico generale italiano. Il contenuto delle affermazioni corrispondeva ad alcune problematiche presenti nel contesto infermieristico italiano nel passaggio di secolo fra il 1800 ed il 1900. RISULTATI: Hanno partecipato all’indagine n.477 infermieri. Lo strumento utilizzato si è dimostrato valido e affidabile: l’analisi fattoriale esplorativa ha mostrato carichi sempre superiori al cutoff di Stevens e al cutoff convenzionale di 0.30, evidenziando l’esistenza dei 7 domini previsti in fase di costruzione dello strumento. La consistenza interna è risultata soddisfacente (omega globale=0.894). DISCUSSIONE/CONCLUSIONI: Dopo cent’anni, gli interventi istituzionali in direzione di una modernizzazione europea e globale della professione si fanno ancora attendere. É pur vero che l’autonomia professionale, delineata in diversi Stati europei già agli albori del 1900, nel nostro Paese è stata festeggiata solo nell’ultima decade del secolo scorso ma non siamo ora nelle condizioni di protrarre di un secolo l’attesa di un intervento concreto. L’abbandono professionale ha già mietuto ampiamente le sue vittime e, senza infermieri, è a rischio il sistema sanitario nella sua globalità.
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Dondona, Adriana. "Mimčsi e rito: tra ripetizione e creativitŕ. Dare forma al non espresso: trasformazioni creative in gruppi di bambini e di adolescenti". GRUPPI, n.º 1 (octubre de 2010): 49–62. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001005.

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Si descrive l'esperienza di gruppi terapeutici ed esperienziali, condotti in scuole elementari e medie ed in un servizio ASL romano di neuropsichiatria infantile, per bambini e adolescenti con problemi d'apprendimento e di condotta spesso legati all'ambiente sociofamiliare. Gli esempi clinici illustrano come la mimčsi e la ritualitŕ siano utilizzate dai ragazzi, nel campo gruppale, per sperimentare rappresentazioni di sé meno ripetitive ed imbastire una narrazione soggettiva, originale, del proprio mondo emotivo e relazionale. La mimčsi genera contagi di emozioni e fantasie, rappresenta una forza magnetica che avvia il pensiero gruppale, la socialitŕ sincretica, il formarsi di alleanze, complicitŕ e antagonismi, stimola il rispecchiamento, l'empatia e la costruzione di "oggetti sé" transizionali, produce sia fenomeni di conformismo, che occasioni di trasformazione, aiutando a superare l'imitazione passiva, per cercare il proprio modo originale di ri-produrre la realtŕ. La mimčsi creativa, che il gruppo scopre, coglie dell'esperienza l'ambiguo e l'indifferenziato, per offrirgli una nuova espressione, che contiene parti di sé inesplorate, insieme a ciň che accade e incontriamo. Cosě le azioni rituali dei gruppi, pur riproducendo forme sociali conosciute e spesso subite, creano una cornice simbolica evocativa, che rompe il flusso indistinto dell'esistere e stimola a "giocare" con la ricerca di significati, con le aspettative, i paradossi e i punti oscuri dell'esperienza, destrutturando e ristrutturando l'abitudinario. Per questi bambini e adolescenti, troppo condizionati da modelli omologanti, spesso esposti ad esperienze traumatiche o profondamente ambivalenti sul piano psico-affettivo, tali da farli sentire riempiti proiettivamente di bisogni, desideri altrui, ed espropriati di aree vitali di espressivitŕ, č importante sperimentare una mimčsi che non copia, ma re-interpreta l'alteritŕ, in una tensione costante tra alienazione e soggettivitŕ, per costruire un processo autonomo e creativo di crescita individuale e collettivo.
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Del Piccolo, Lidia. "Doctor-patient interaction: a comparison between analysis systems". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, n.º 1 (abril de 1998): 52–67. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007120.

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RIASSUNTOScopo — L'intervista medica nel contesto della medicina generate ha importanti implicazioni sia sul piano diagnostico che terapeutico, mira ad un'accurata raccolta di informazioni biopsicosociali e, per essere ben condotta, implica l'applicazione di tecniche d'intervista centrate sia sul medico che sul paziente. L'analisi dell'interazione tra medico e paziente consente di valutare le tecniche d'intervista messe in atto dal medico e di individuare in modo phi preciso gli aspetti che possono essere migliorati. In particolare: 1) la revisione degli strumenti di analisi dell'interazione (IAS) adottati per descrivere la comunicazione tra medico e paziente, tenendo conto della rilevanza clinica, le strategie osservative adottate, l'attendibilita e il tipo di comportamenti analizzati; 2) la valutazione critica e l'analisi dei risultati delle ricerche svolte adottando gli strumenti considerati. Obiettivi — Gli strumenti di analisi dell'interazione considerati sono stati individuati a partire da alcune revisioni precedenti e utilizzando la ricerca Medline (HelthGate) sulle parole chiave indicate nella revisione. Risultati — Sono stati analizzati 17 sistemi di classificazione e 10 di questi sono stati descritti in ordine cronologico. Da un'analisi di tipo sociologico o psicolinguistico, si e passati, nel tempo, a un approccio specificamente impostato sulla consultazione medica e quindi a situazioni specifiche del contesto medico, quali l'ambito oncologico o ospedaliero. Conclusioni — Nello studio dell'interazione medico-paziente e importante individuare quelle categorie che risultano piu salienti per un'intervista «centrata sul paziente». Cio e rilevante non solo ai fini di una corretta individuazione dei pazienti con disagio emotivo, ma anche ai fini della corretta attribuzione del disagio stesso. L'attitudine ad ascoltare e la sollecitazione a parlare anche di tematiche emotive costituisce, infine, una forma indiretta di educazione del paziente, in quanto comprende che puo parlare con il medico anche dei suoi problemi psicologici e che cio puo avere una valenza terapeutica.
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Ríos Garit, Jesús, Yanet Pérez Surita, Aurelio Olmedilla Zafra y Verónica Gómez-Espejo. "Psicología y lesiones deportivas: Un estudio en lanzadores de beisbol". Cuadernos de Psicología del Deporte 21, n.º 1 (1 de enero de 2021): 102–18. http://dx.doi.org/10.6018/cpd.416351.

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Las lesiones constituyen uno de los principales problemas en el deporte debido a las repercusiones negativas sobre la salud y el rendimiento del deportista. Su etiología multifactorial requiere que sean abordadas también desde lo psicológico para comprender su comportamiento de manera integral y lograr mayores impactos en su prevención. La presente investigación se realizó con los lanzadores de béisbol de primera categoría de la provincia de Villa Clara, Cuba, con el propósito de determinar la relación entre las variables psicológicas asociadas al rendimiento del deportista y las lesiones. Se estudiaron un total de 48 lanzadores constituyendo una población heterogénea, integrada por deportistas noveles y de mayor experiencia competitiva. Se aplicó el Cuestionario de Aspectos Deportivos y Lesiones, el Inventario de Ansiedad Rasgo-Estado, el Inventario de Ansiedad Estado en Competición y el Inventario Psicológico de Ejecución Deportiva. Los resultados obtenidos muestran que los lanzadores estudiados presentan una baja percepción de la relación entre variables psicológicas y lesiones, constatando además que en la competición aparecen más lesiones que en los entrenamientos y que los deportistas con antecedentes de lesiones presentan diferencias significativas en el estado de determinadas variables psicológicas en comparación con los lanzadores que no se han lesionado. Estas diferencias se observan en la ansiedad estado en competición, la autoconfianza, el control del afrontamiento negativo, el control de la atención y el control visual e imaginativo. Injuries are one of the main problems in sport due to the negative impact on the health and performance of the athlete. Their multi-causal etiology requires that they also be approached from the psychological to understand their behavior in an integral way and achieve greater impacts in its prevention. The present investigation was carried out with the first category Baseball pitchers of the province of Villa Clara, Cuba, with the purpose of determining the relationship between the psychological variables associated with the athlete's performance and the injuries. A total of 48 pitchers were studied, constituting a heterogeneous population, made up of new athletes with greater competitive experience. The Sports Aspects and Injuries Questionnaire, the Trait-State Anxiety Inventory, the Competing State Anxiety Inventory and the Psychological Inventory of Sports Execution were applied. The results obtained show that the pitchers studied have a low perception of the relationship between psychological variables and injuries, also confirming that in the competition there are more injuries than in training. In addition, the results are displaying that athletes with a history of injuries and within these, the ones that most injuries have suffered, present significant differences in the status of certain psychological variables compared to pitchers who have not been injured. This difference can be observed in competition state anxiety, self-confidence, negative coping control, attention control, and visual and imaginative control. Le lesioni sono uno dei principali problemi negli sport a causa dell'impatto negativo sulla salute e sulle prestazioni dell'atleta. La loro eziologia multifattoriale richiede che vengano affrontati anche dal punto di vista psicologico per comprendere il loro comportamento in modo integrale e ottenere maggiori impatti nella sua prevenzione. La presente indagine è stata condotta con i lanciatori di baseball di prima categoria della provincia di Villa Clara con lo scopo di determinare la relazione tra le variabili psicologiche associate alla prestazione dell'atleta e le lesioni. Sono stati studiati un totale di 48 lanciatori, costituendo una popolazione eterogenea, composta da nuovi atleti con una maggiore esperienza competitiva. Sono stati applicati il ​​questionario sugli aspetti sportivi e sugli infortuni, l'inventario dell'ansia trait-state, l'inventario dell'ansia di stato in competizione e l'inventario psicologico dell'esecuzione sportiva. I risultati ottenuti mostrano che i lanciatori studiati hanno una bassa percezione del rapporto tra variabili psicologiche e infortuni, confermando anche che nella competizione ci sono più infortuni che in allenamento e che gli atleti con una storia di infortuni e al loro interno, quelli che più le lesioni hanno sofferto, presentano differenze significative nello stato di alcune variabili psicologiche rispetto ai lanciatori che non sono stati feriti. Questa differenza può essere osservata in variabili come; l'ansia era in competizione, la fiducia in se stessi, il controllo del coping negativo, il controllo dell'attenzione e il controllo visivo e immaginativo. As lesões são um dos principais problemas do esporte devido ao impacto negativo na saúde e no desempenho do atleta. Sua etiologia multifatorial exige que eles também sejam abordados do ponto de vista psicológico para entender seu comportamento de maneira integral e obter maiores impactos em sua prevenção. A presente investigação foi realizada com a primeira categoria de lançadores de basebol da província de Villa Clara, Cuba, com o objetivo de determinar a relação entre as variáveis ​​psicológicas associadas ao desempenho do atleta e as lesões. Foram estudados 48 lançadores, constituindo uma população heterogênea, composta por novos atletas com maior experiência competitiva. Foram aplicados o Questionário de Aspectos e Lesões Esportivas, o Inventário de Ansiedade Traço-Estado, o Inventário de Ansiedade Estado Competente e o Inventário Psicológico de Execução Esportiva. Os resultados obtidos mostram que os lançadores estudados têm uma baixa percepção da relação entre variáveis ​​psicológicas e lesões, confirmando também que na competição há mais lesões do que nos treinos e que atletas com histórico de lesões e dentro delas, as que mais lesões sofridas apresentam diferenças significativas no status de certas variáveis ​​psicológicas em comparação com lançadores que não foram feridos. Essa diferença pode ser observada na ansiedade do estado de competição, autoconfiança, controle negativo de enfrentamento, controle da atenção e controle visual e imaginativo.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (abril de 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Souza, Jeane Mendes Pinheiro de. "Depressione tra i docenti in Brasile: una revisione della letteratura". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 23 de junio de 2021, 128–41. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/psicologia-it/depressione-tra-i-docenti.

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Al giorno d’oggi, i problemi di salute che comportano stress legato al lavoro sono una realtà sempre più comune. In questo contesto, ci sono professioni e professionisti che sono più esposti e soggetti a questo tipo di patologie, come i professionisti dell’istruzione. Studi condotti in tutto il mondo indicano che gli educatori sono a grande rischio di soffrire di esaurimento fisico e/o mentale, che comportano le difficoltà materiali e psicologiche associate all’esercizio dell’attività didattica. È noto che tali problemi di salute compromettono notevolmente la qualità della vita di questi professionisti e, tra questi, spicca la depressione nelle sue manifestazioni che possono comportare malinconia e tristezza in varie forme e a vari livelli. L’impegno per la qualità della vita di questi professionisti rende sempre più necessario approfondire ricerche e approcci che possano collaborare al fine di trovare alternative che minimizzino gli effetti di questo male. A causa di quanto sopra, questo lavoro mira a condurre uno studio sulla depressione e il suo verificarsi tra gli insegnanti. Come metodologia, è stata condotta una ricerca bibliografica con una rassegna di studi e autori che approfondiscono l’approccio alle materie depressione, depressione tra gli insegnanti, malinconia e alternative per far fronte alla depressione.
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Sina, Manuela. "Genitorialità e Gender: quale adozione per il figlio?" Medicina e Morale 56, n.º 2 (30 de abril de 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.325.

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Il contributo nasce dall’esigenza di recuperare quanto la comunità scientifica conosce relativamente alla questione dell’adozione da parte di coppie omosessuali, in un momento storico in cui il tema della filiazione sta assumendo una posizione politica e sociale di particolare rilievo. Genitorialità e filiazione sono dimensioni complementari e fondamentali dell’esistenza umana, che necessitano di essere comprese e riconosciute per poter essere difese. A differenza della genitorialità naturalmente assortita e tradizionalmente intesa, la proposta di un contesto evolutivo caratterizzato da figure omoparentali, richiede alle scienze psicologiche di comprendere da una parte se sia possibile definire le funzioni paterna e materna in modo totalmente avulso dalla sessualità vissuta e dalla corporeità in cui esse si incarnano, dall’altra se sia possibile individuare in questo tipo di contesto evolutivo quello che meglio tutela la crescita ed il benessere psicologico del bambino. Non sembra superfluo ricordare che questo è infatti il principale obiettivo che l’adozione per sua stessa natura persegue. Si è tentato in questo studio di sgomberare il campo dalle pressioni ideologiche e dalle possibili interferenze politiche, che disturbano l’evoluzione critica del sapere in questo campo, per chiarire i termini della questione da una angolatura strettamente psicologica. L’obiettivo del lavoro è dunque quello di offrire una analisi critica delle principali ricerche che a partire dagli anni Settanta sono state elaborate sia sullo sviluppo psicosessuale, sia sul significato della generatività. Sembra, a chi ha condotto questa review, che il crescere del dibattito relativo a tale argomento non sia sostenuto da una adeguata considerazione dei principali bisogni psicologici infantili, cui la società è chiamata a rispondere per mezzo dell’adozione, e che la preoccupazione di promuovere nuovi contesti di crescita non sia accompagnata da una adeguata riflessione sulle dimensioni intrapsichiche e relazionali implicate nei processi di sviluppo psicosessuale del bambino. Pur non trattando in questa sede le rilevanti questioni di antropologia filosofica a cui inevitabilmente lo studio apre, dalla review qui proposta emerge che le scienze umane, pur offrendo preziose occasioni di arricchimento della nostra conoscenza sull’uomo, non possono però, per loro stessa natura, rispondere ai quesiti filosofici che simili temi presentano. Anche in ambito psicologico diventa così possibile rilevare che il mancato riconoscimento del confine della scienza porta sempre con sé il rischio di presupporre risolti problemi etico-antropologici fondamentali e di consentire a persuasioni, che stanno al di qua dei risultati scientificamente osservati, di orientare le conclusioni scientifiche stesse. ---------- This contribution arises from the need to recover what the scientific community knows about the matter of adoption by same-sex partners, in an historic moment that place the parentage in a social and political prominent position. Parenting and filiation are complementary and fundamental dimensions of human existence, that need to be understood and recognized to be supported. Unlike naturally matched and traditionally intended parenthood, the proposal of a home environment characterized by homo-parental figures solicits psychological sciences to understand firstly if it is possible to define maternal and paternal functions regardless of the real sexuality and body in which they take form, and secondly if it is possible to consider this kind of environment the one that best provides to the psychological development and wellbeing of the child. It doesn’t seem superfluous to remember that this is, as a matter of fact, the main aim that adoption by its very nature pursues. This study makes an attempt to clear the subject of ideological pressures and political interferences, that disturb a critical development of the knowledge in this field, in order to clarify the terms of the matter from a strictly scientific psychological standpoint. The aim of this study is, therefore, to offer a critical analysis of the main works, concerning both the psychosexual development and the psychological meaning of generation, that have been conducted since the seventies of the past century. The scholar, who has led this review, has the impression that the growing debate related to this issue is not always supported by an adequate consideration of the main children’s psychological needs, that society is called to answer through adoption, and finds that the concern to promote new developmental contexts is not always accompanied by an appropriate consideration about the relational and intra-psychic dimensions involved in the psychosexual development of the child. Even if not treating the relevant questions pertaining to the philosophical- anthropology domain, that the study inevitably elicits, it emerges that the human sciences do offer precious opportunities to enrich our knowledge about human being, but they cannot, for their proper nature, answer to the philosophical questions that such themes present. It derives that even in the psychological field it is possible to notice that failing to recognize and crossing the limits of science always brings about the risk to presume the related ethical and anthropological problems already solved, and to allow persuasions to orient the scientific conclusions from up-river of the scientifically observed results.
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Monteiro, Lis Mayra Dantas, Lucas Facco, Amanda Alves Fecury, Maria Helena Mendonça de Araújo, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, Keulle Oliveira da Souza y Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Numero di casi di lebbra in Brasile dal 2010 al 2015". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 1 de diciembre de 2020, 62–70. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/lebbra-in-brasile.

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La lebbra è considerata una malattia infettiva causata dal batterio Mycobacterium leprae noto anche come Bacillus di Hansen. Oltre ad essere una malattia con evoluzione graduale, la lebbra dipende dalla relazione tra il parassita e l’ospite. L’obiettivo di questo studio era mostrare il numero di casi di lebbra in Brasile tra il 2010 e il 2015 in Brasile. La ricerca è stata condotta presso DATASUS (http://datasus.saude.gov.br/). Con l’avanzamento delle politiche pubbliche, il numero di casi della malattia in Brasile è diminuito tra il 2010 e il 2015. Ha una prevalenza più elevata nei maschi e il più alto tasso di pazienti è nelle fasce di età più grandi, cioè negli adulti. Il periodo di incubazione della malattia (che può variare da 2 a 7 anni). Alla luce di ciò, possono essere innescati diversi problemi a livello individuale, come il coinvolgimento fisico debilitante e psicologico. Al fine di ridurre il numero di casi della malattia nel paese e di essere in grado di effettuare la diagnosi il prima possibile, devono essere analizzati i risultati clinici e i test disponibili per questo rilevamento.
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Reich, Warren T. "La bioetica: il punto di vista dell'outsider". Medicina e Morale 56, n.º 3 (30 de junio de 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.318.

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A quarant’anni dall’inizio del dialogo fecondo tra scienze della vita e studi umani, che la nascita della bioetica ha reso possibile, si avverte la necessità di valutarne taluni aspetti – tra cui le possibilità future della bioetica, ed anche la sua origine – da un punto di vista particolare: quello dell’outsider. Si tratta di accettare la sfida, per la nostra identità morale, di spostare l’attenzione dallo studio di casi particolari, dal punto di vista dell’insider, allo studio di problemi ai margini della disciplina. L’outsider intellettuale sfida la bioetica convenzionale, prendendo in esame gli avvenimenti deprecabili del nostro tempo, permettendo in questo modo di valutare, a volte ripensandole e riformulandole, le responsabilità delle nostre discipline normative. Un esempio in questa direzione è dato da un Professore di Anestesia all’università di Harvard: Henry Beecher che uscendo dai ranghi della professione medica s’interessò della condizione di vulnerabilità dei soggetti sperimentali denunciando le numerose sperimentazione nelle quali i pazienti non avevano prestato un consenso o che non erano stati avvisati dei rischi. Altri filosofi e scienziati hanno superato, come Beecher, i confini della bioetica convenzionale, approfondendo i c.d. “problemi di frontiera”: la responsabilità di offrire o meno le cure necessarie, mediche e sociali, ai rifugiati disperatamente in cerca di asilo; la cura delle vittime della tortura. Questo modo di identificare le questioni è stato sovente affrontato da filosofi e teologi concordi sulla necessità di ampliare la portata delle domande che la bioetica si pone, per arricchirne la discussione e l’analisi. Questa esperienza di “outsider” permette agli studiosi di offrire risposte razionali alla società, sviluppando al tempo stesso un’etica pubblica credibile arricchendo il contenuto e la riflessione di quella che negli anni ’70 è stata definita come “lo studio delle dimensioni morali di ogni condotta umana, nell’area delle scienze della vita e della salute”. ---------- Forty years from the beginning of the rich dialogue between life sciences and human studies, introduced by bioethics, we feel the necessity of a deeper evaluation of some aspects related to bioethics, among others the future possibilities, the origin, in a particular perspective: that of the outsider. It is to move the attention from the special case study, in the perspective of the insider, to the study of issue related to the “border bioethics”. The intellectual outsider challenges the conventional bioethics. He takes the deplorable events of our time and allows a further and deeper evaluation, recalling or sometimes reformulating, the responsibilities of normative disciplines. In this direction, an example has been given by Henry Beecher Anaesthesia Professor at the University of Harvard, in 1966. Going out of the ranks of the medical profession, he was interested in the vulnerability condition of experimental subjects; he denounced the numerous experimentations where the patients did not give their consent or had not been informed about the risks. Other philosophers and scientists went beyond, as Beecher, the borders of the conventional bioethics, examining in detail the so called “border issues”: for example, the responsibility to offer the necessary cares, medical and social, to the refugees desperately searching for kindergarten; the care of the torture victims. This experience of “outsider” gives the possibility to offer rational answers to the society, developing, at the same time, a believable public ethics, also enriching bioethical contents and reflections, defined, in the 70s, as “the study of the moral dimension of each human conduct, in the field of the science of life and health”.
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Montaldi, Massimo. "Anthropology applied to the analysis of social deviances and the effects of uprooting on individual trans-generational behavior / Antropologia applicata all’analisi delle devianze sociali e gli effetti dello sradicamento sul comportamento individuale trans generazionale / Antropología aplicada al análisis de las desviaciones sociales y de los efectos del desarraigo en el comportamiento transgeneracional individual". Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, 8 de octubre de 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.64.

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Resumen
This article aims to clarify some points of view and aspects on the relationship between multiculturalism and migration, and the relationship between minor and major normative jurisprudences, against the dynamic background of historical and anthropological processes, in a criminological perspective, and using some theories that argue why the phenomena of deviance are associated with intercultural and ethnic contexts. The interaction between outgroup and ingroup, while modern societies are engaged in solving problems related to the management and control of regulatory deviance, seems to bring out spaces to think, thanks to the onset of the ethnographic method in criminological studies. Criminology and ethnography can therefore profitably experiment with a scientific relationship, in the light of the sociology of deviance. New concepts invite to formulate a different approach, less constrained by specializations, but tending to obtain a result of a balanced scientific exchange full of perspectives. In this way, some of the reasons behind the deviant behavior among minorities will appear clearer. It can be argued, for example, that concepts of proximal and distal stress expand the translations of the problem. The cessation of the social bond, the semantic differences between landless and native minorities, seem to have a role in the dynamics of deviance, psychopathology, and crime. The sub-cultural community, the training and educational conditions are all recurrent themes, but they often assume an unexpected value in the eternal struggle for space. The class struggle and the reasons behind the enormous amount of laws appear to be the result of contrasting relationships between majorities and minorities. The problem of cultural deviances does not always seem clear and complete, if interpreted by the individual sciences, they easily run into scientific reductionism and redundancy. Stitching together edges that tend to remain far away could be possible only provided that the different perspectives can be connected, and that the tool of comparative ethnography is regarded as a fruitful link with criminology. Semantics is enriched with concepts, such as the syndrome of socio-cultural adoption, probes the implications of the cultural bond that redefines the existential plots of the condition of the migrant in modernity. The disruptive effects of the stress of minorities, or the disbelief of minorities towards the normative majority, are only some of the concepts with which I have tried to represent the motivations that are at the base of a basic hostility of some social communities to the rules. A multi-scientific approach has an experimental structure, a crossroads of different experiences, which aims to build lexicons and widen and diversify the semantics of deviance, questioning the particularisms and the singular exasperation of the perspectives of hermeneutic excesses. As Europe prepares to deal with the impact of epochal migration, the comparative method is able to provide empirical considerations for a reading consistent with history, and less involved with academic speculation, and ideological needs. Understanding the dynamics that underlie the criminal deviance between minorities, is not only an exercise of absolute social vanguard, but tends to build new bases and theoretical and practical references better systematized, which dictate complex work agendas, expanding the knowledge on the real relationship between criminal deviance and ethnic communities. RiassuntoQuesto articolo si propone di chiarire alcuni punti di vista e aspetti sulle relazioni tra multiculturalismo e migrazione, e il rapporto tra minoranze e maggioranze normative, sullo sfondo dinamico di processi storici e antropologici, in una prospettiva criminologica, e utilizzando alcune teorie che argomentano i motivi per i quali le fenomenologie della devianza si associano ai contesti interculturali ed etnici. L'interazione tra outgroup ed ingroup, mentre le società moderne sono impegnate nella soluzione di problemi legati alla gestione ed al controllo della devianza normativa, sembra far emergere spazi di riflessione grazie all’irruzione del metodo etnografico negli studi criminologici. Criminologia ed etnografia, possono dunque proficuamente sperimentare una relazione scientifica, alla luce della sociologia della devianza. Nuovi concetti invitano a riformulare un approccio meno costretto dalle specializzazioni, ma tendente ad ottenere un risultato di uno scambio scientifico equilibrato e denso di prospettive. Appariranno più chiare in tal modo, alcuni delle motivazioni retrostanti alla condotta deviante tra le minoranze. Si può sostenere, per esempio, che concetti di stress prossimale e distale, ampliano le traduzioni del problema. La cessazione del legame sociale, le differenze semantiche tra minoranze senza terra e minoranze native, sembrano avere un ruolo nella dinamica della devianza, della psicopatologia, della delinquenza. La comunità sub culturale, la formazione e le condizioni di istruzione, sono temi ricorrenti, tuttavia assumono sovente un valore imprevisto nella lotta eterna per lo spazio. La lotta di classe e le ragioni che stanno dietro alla enorme mole di normativa, appaiono il frutto di rapporti di contrasto tra maggioranza e minoranze. Non appare sempre chiaro e completo il problema delle devianze culturali, se interpretato dalle singole scienze, incorrono facilmente nel riduzionismo e nella ridondanza scientifica. Un lavoro di ricucitura di margini che tendono a mantenersi lontani, è possibile a patto che le prospettive sappiano comunicare tra loro, e lo strumento dell’etnografia comparata si profila una proficua connessione con la criminologia. La semantica si arricchisce di concetti, come ad esempio la sindrome dell’adozione socioculturale, sonda le implicazioni del legame culturale che ridefinisce le trame esistenziali della condizione del migrante nella modernità. Gli effetti dirompenti dello stress delle minoranze, o la diffidenza delle minoranze verso la maggioranza normativa, sono solo alcuni dei concetti con cui ho cercato di rappresentare le motivazioni che stanno alla base di un'ostilità di fondo di alcune comunità sociali, rispetto alle regole. Un approccio multi scientifico ha un assetto sperimentale, incrocio di esperienze diverse, che mirano a costruire lessici e ampliare e diversificate le semantiche della devianza, mettendo in discussione i particolarismi e l'esasperazione singolare delle prospettive degli eccessi ermeneutici. Mentre l'Europa si appresta ad affrontare l'impatto di una migrazione epocale, il metodo comparativo è in grado di fornire le considerazioni empiriche per una lettura coerente con la storia, e meno coinvolte con la speculazione accademica, e le esigenze ideologiche. Capire le dinamiche che sotto intendono la devianza criminale tra le minoranze, è un esercizio non solo di assoluta avanguardia sociale, ma tende a costruire basi nuove e riferimenti teorici e pratici meglio sistematizzati, che dettano agende di lavoro complesse, allargando la conoscenza sul rapporto reale tra devianza criminale e comunità etniche. ResumenEste artículo se propone aclarar los puntos de vista y aspectos sobre las relaciones entre multiculturalismo y migración, y la relación entre minorías y mayorías normativas, en el fondo dinámico de procesos históricos y antropológicos. En una perspectiva criminológica, y utilizando algunas teorías que argumentan los motivos por los cuales las fenomenologías de las desviaciones se asocian a los contextos interculturales y étnicos. La interacción entre outgroup e ingroup, mientras las sociedades modernas están ocupadas en la solución de los problemas ligados a la gestión y al control de la desviación normativa, parece que hacen surgir espacios de reflexión gracias a la introducción de la metodología etnográfica en los estudios criminológicos. Criminología y etnografía, pueden entonces experimentar rentablemente una relación científica, bajo la luz de la sociología de la desviación. Nuevos conceptos invitan a reformular un enfoque menos forzado por las especializaciones, pero con la tendencia en obtener un resultado de un intercambio científico equilibrado y lleno de perspectivas. Aparecerán más claras de esta manera, algunas de las motivaciones que están detrás de la conducta desviada entre las minorías. Se puede sostener, por ejemplo, que conceptos como stress proximal y distal, amplían las traducciones del problema. La ruptura del lazo social, las diferencias semánticas entre minorías sin tierra y minorías nativas, parecen tener un rol en la dinámica de la desviación, de la psicopatología y de la delincuencia. La comunidad sub-cultural, la formación y las condiciones de instrucción, son temas recurrentes, sin embargo, asumen a menudo un valor imprevisto en la lucha eterna por el espacio. La lucha de clase y las razones que están detrás a la gran masa normativa, parecen el fruto de relaciones de contraste entre mayorías y minorías. No parece siempre claro y completo el problema de las desviaciones culturales, si es interpretado por las ciencias individuales, incurren fácilmente en el reduccionismo y en la redundancia científica. Un trabajo de reparación de márgenes que tienen la tendencia a mantener la distancia, es posible siempre y cuando las perspectivas sepan comunicarse entre ellas, y el instrumento de la etnografía comparada pueda conectarse rentablemente con la criminología. La semántica se enriquece de conceptos, como por ejemplo el síndrome de la adopción sociocultural, sondea las implicaciones del lazo cultural que redefinen la parte existencial de la condición del migrante en la modernidad. Los efectos disruptivos del stress de las minorías, o la diferencia de las minorías hacia las mayorías normativas, son solo algunos de los conceptos con los que busqué representar las motivaciones que están en la base de la hostilidad de algunas comunidades sociales, con respecto a las reglas. Un enfoque multicientífico tiene un corte experimental, cruce de experiencias diferentes, que velan por construir léxicos, ampliar y diferenciar las semánticas de la desviación, poniendo en discusión los particularismos y la exasperación singular de las perspectivas de los excesos hermenéuticos. Mientras Europa se alista para afrontar el impacto de una migración épica, la metodología comparativa puede suministrar las consideraciones empíricas para una lectura coherente con la historia, y menos involucrada con la especulación académica, y las exigencias ideológicas. Entender las dinámicas que definen la desviación criminal entre las minorías, es un ejercicio no solo de absoluta vanguardia social, sino que tiene la tendencia en construir bases nuevas y referencias teóricas y prácticas mejor sistematizadas, que dictan agendas de trabajo complejas, engrandeciendo el conocimiento sobre la relación real entre desviación criminal y comunidades étnicas.
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini y Concetta La Rocca. "Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche: approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence: conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy)". Revista Eletrônica de Educação 12, n.º 3 (7 de octubre de 2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

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Resumen
This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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