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Siringo, Ferdinando. "Volontariato e scuola nella sfida educativa". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (septiembre de 2010): 111–26. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001010.

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L'azione del volontariato organizzato quale agenzia educativa, affiancata alla scuola, va assumendo centrale importanza per gli adolescenti. Nel testo si traccia un breve profilo delle associazioni di volontariato quale forma organizzativa spontanea presente nel welfare delle nostre comunitŕ; poi lo si descrive quale attore educativo; successivamente si descrive una metodologia di azione del volontariato organizzato connessa con l'azione della scuola, con particolare riferimento alle strategie di intervento per la prevenzione e la lotta alla dispersione scolastica e al disagio degli adolescenti, nonché alle azioni per l'educazione alla cittadinanza.
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Biagioli, Raffaella, José Gonzalez-Monteagudo y Clara Silva. "Il ruolo delle madri nella prevenzione della radicalizzazione dei giovani. Prospettive internazionali di ricerca educativa". Rivista Italiana di Educazione Familiare 19, n.º 2 (23 de diciembre de 2021): 5–16. http://dx.doi.org/10.36253/rief-12357.

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Petrella, Andrea, Luisa Capparotto y Paola Milani. "La generazione di nuovi sostegni rivolti alla prevenzione della povertà educativa nella policy del Reddito di Cittadinanza". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 2 (septiembre de 2022): 244–57. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002016.

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L'articolo fa riferimento all'esperienza formativa rivolta ai case manager del Reddito di Cittadinanza, realizzata dall'Università di Padova, nella quale sono stati realizzati 914 project work. L'analisi di quelli focalizzati sul contrasto alla povertà educativa e sui bisogni dei bambini fa emergere il potenziale preventivo di questa misura e l'importanza di risposte comunitarie, stabili e innovative a questi bisogni.
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Mazzarese, Mattia, Caterina Primi y Maria Anna Donati. "La peer education è efficace per la prevenzione dei comportamenti di addiction in adolescenti e giovani adulti? Una rassegna sistematica". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (febrero de 2022): 61–90. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001005.

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Resumen
La peer education è un approccio molto diffuso a livello internazionale nell'ambito della prevenzione dei comportamenti a rischio negli adolescenti. Ciononostante, un solo studio ha indagato in modo sistematico l'efficacia di questo approccio nella prevenzione dell'uso di so-stanze. Lo scopo della presente rassegna sistematica consisteva nel sopperire a questa carenza valutando l'efficacia degli interventi di peer education rivolti alla prevenzione di comportamenti di addiction negli adolescenti, tra cui anche il gioco d'azzardo. Dopo aver analizzato gli articoli pertinenti identificati su quattro database (Google Scholar, PubMed, Scopus e PsycINFO), quindici studi rispondenti ai criteri di eleggibilità predefiniti sono stati inclusi nella sintesi qualitativa. Fra questi studi, sette erano focalizzati sul consumo di tabacco, quattro sul consumo di alcol, tre sul consumo di sostanze non meglio specificate e uno sul consumo di molteplici sostanze. Non è stato individuato nessuno studio rivolto alla prevenzione del gioco d'azzardo. La valutazione della qualità degli studi, condotta attraverso un apposito strumento standardizzato, ha fatto emergere molteplici criticità relative agli strumenti e alle metodologie di ricerca utilizzate. Solo tre studi possedevano i requisiti per essere classificati come qualitativamente moderati - gli altri sono stati classificati come deboli. Nei suddetti studi sono state riscontrate modeste evidenze di efficacia degli interventi nella preven-zione del consumo di alcol o tabacco. Complessivamente, gli interventi hanno però mostrato effetti significativi principalmente sulle conoscenze e in misura minore su atteggiamenti e com-portamenti. Pertanto, l'evidenza di efficacia del metodo della peer education nella prevenzione delle addiction negli adolescenti resta debole.
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Croce, Mauro, Francesca Cristini, Andrea Gnemmi y Luca Sacchi. "Peer education e prevenzione dell'Aids: piů responsabilità verso la propria salute". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 2 (febrero de 2011): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002010.

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Lač una strategia di intervento usata in tutto il mondo nella prevenzione dell'AIDS. Il presente studio presenta la valutazione di efficacia di un progetto diper la prevenzione dell'AIDS/HIV nel Nord Italia (Verbania). Il progetto si proponeva di incrementare l'attribuzione causale interna sulla salute, emozioni negative intense nei confronti dell'HIV/AIDS, e di modificare le rappresentazioni sociali dell'HIV/AIDS. La valutazione di efficacia č stata condotta attraverso un disegno di ricerca pre/post quasi sperimentale. Un questionario autocompilato č stato somministrato a 212 studenti (112 studenti che hanno partecipato al programma e 100 studenti che hanno frequentato scuole nei quali non č stato attuato il progetto). Il questionario č stato compilato due volte, una prima dell'intervento ed una dopo la sua conclusione. I risultati mostrano che, dopo l'intervento, il gruppo sperimentale riporta una attribuzione causale interna significativamente piů alta. Inoltre, dopo l'intervento, i ragazzi del gruppo sperimentale riportano un piů alto livello di emozioni negative nei confronti dell'HIV/AIDS. Risultati contradditori emergono nei confronti delle ragazze che, dopo l'intervento, riportano un incremento delle rappresentazioni stereotipiche dell'HIV/AIDS. Al termine sono discusse le implicazioni dei risultati nella prevenzione dell'HIV/AIDS.
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Ciccone, Lino. "Aspetti etici della prevenzione della infezione da HIV". Medicina e Morale 45, n.º 2 (30 de abril de 1996): 271–79. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.915.

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L’Autore nota come a fronte di un sostanziale accordo sulla necessità della prevenzione della infezione da Human Immunodeficiency Virus (HIV) - responsabile della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS) -, esista poi una disparità di opinioni quando si deve precisare in cosa essa debba consistere. L’articolo si sofferma su alcuni dati di fatto: 1. l’AIDS non è più una malattia confinata a determinate categorie cosiddette “a rischio” (omosessuali, tossicodipendenti), ma è dilagata oltre; 2. l’HIV è un virus fragile, che può essere trasmesso solo attraverso forme di contatto profondo (rapporti sessuali, inoculo di sangue infetto (attraverso trasfusioni o scambi di siringhe infette), trasmissione materno-fetale); 3. un virus fragile come l’HIV è causa attuale di pandemia, conseguenza di una diffusa promiscuità sessuale. L’Autore ritiene, perciò, che una vera ed efficace prevenzione potrebbe essere attuata solo superando il diffuso comportamento sessuale promiscuo. Ogni altra soluzione - inclusa quella dell’utilizzo del profilattico (proposto come valido (erroneamente) mezzo di evitamento dell’infezione da HIV) - è “pseudo-prevenzione” e denota due idee di fondo: 1. il libertarismo sessuale come una conquista di libertà e di civiltà; 2. la pretesa impossibilità da parte delle persone di vivere una sessualità ben regolata, pur riconoscendone il valore. Nell’articolo si ritiene che alla base di una prevenzione che sia degna dell’uomo stiano due presupposti: 1. l’adeguata e corretta informazione; 2. l’educazione alla maturità responsabile da parte dell’individuo. E le strategie preventive devono correre a due livelli: personale (con l’insostituibile ruolo delle agenzie educative) e collettiva.
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Di Pietro, Maria Luisa. "Sessualità umana: verità e significato. Una guida per i genitori". Medicina e Morale 45, n.º 2 (30 de abril de 1996): 209–35. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.913.

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L’articolo si propone di commentare il recente documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia (PCF) su Sessualità umana: verità e significato. Orientamenti educativi in famiglia, il quale intende porsi non come un trattato di teologia morale né di psicologia, bensì un momento di formazione per i genitori, anzitutto. L’Autore affronta poi i due aspetti cardine del documento pontificio: l’antropologia di riferimento e le indicazioni metodologiche. Sul primo punto, il riferimento fondamentale è la persona nella sua totalità di spirito e corpo. E la sessualità è vista come modalità dell’essere da una parte, e dimensione relazionale dall’altra. Essa, perciò, è segno di reciprocità e di complementarità, e come tale naturalmente strutturata all’apertura e al dono all’altro. Sulle indicazioni metodologiche, l’articolo nota che nel documento del PCF si sostiene l’opportunità di educare la persona alla differenza sessuale e alla vita nel senso di una educazione del sentimento morale, ovvero dell’educazione alla gestione responsabile della libertà. Tale opera deve poter avvenire nella famiglia, primo luogo educativo, ad opera dei genitori, eventualmente aiutati - in modo sussidiario e subordinato - da opportune agenzie educative. L’articolo si conclude con le indicazioni che il documento del PCF fornisce sulle modalità educative: 1. informare formando e formare informando, secondo i criteri della verità, dell’adeguazione e dell’individualizzazione, della progressività, della tempestività, della decenza e del rispetto del fanciullo; 2. la diversificazione per epoca di sviluppo e per vocazione dell’individuo; 3. l’affrontamento in termini educativi di situazioni impegnative, come l’omosessualità e la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale.
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Cristini, Francesca, Francesca Poser, Luca Scacchi y Angela Perri. "Quando la Peer education esce dalla scuola". S & P SALUTE E PREVENZIONE, n.º 55 (diciembre de 2010): 31–52. http://dx.doi.org/10.3280/sap2010-055002.

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La peer education č stata ampiamente utilizzata come strumento per la promozione del benessere e per la prevenzione dei comportamenti a rischio, tra cui in particolare il consumo di sostanze psicoattive ed i comportamenti sessuali a rischio. Il contesto elettivo di applicazione della peer education č tradizionalmente stato quello scolastico, tuttavia recentemente si č assistito ad una sua diffusione sempre maggiore anche nei contesti extra-scolastici. La ricerca inerente i progetti di peer education in contesti extra-scolastici č tuttavia ridotta rispetto allo studio dell'applicazione della peer education a scuola. Il presente lavoro ha lo scopo di illustrare alcune caratteristiche dell'applicazione della peer education in contesti scolastici ed extrascolastici. Le caratteristiche dei progetti realizzati al di fuori della scuola sono state estrapolate da un'analisi svolta su alcuni progetti di peer education, realizzati a livello nazionale e internazionale. Vengono evidenziate le peculiaritŕ e le differenze nell'applicazione della peer education nel tradizionale contesto scolastico ed in quello extra-scolastico, facendo riferimento in particolare ai progetti di prevenzione dei comportamenti a rischio. Sono quindi delineati vantaggi e limiti dell'applicazione della peer education nei due diversi contesti. Infine vengono sottolineate alcune criticitŕ nell'utilizzo della peer education al di fuori della scuola, quali in particolare la mancanza di specifiche linee-guida che permetterebbero una maggior comunicazione e coordinazione tra i progetti, il mancato riferimento a specifici modelli teorici, la carenza di rigorosi ed appropriati sistemi di valutazione dei progetti.
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Velasco, Veronica y Luca Vecchio. "L'efficacia di un intervento educativo-promozionale per la prevenzione della guida in stato alterato". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (julio de 2011): 139–56. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002009.

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Viene qui illustrato un intervento educativo-promozionale volto a prevenire la guida in stato alterato tra i giovani adulti. L'intervento č stato sviluppato facendo riferimento a un modello teorico che integra i modelli socio-cognitivi della psicologia della salute con la teoria delle. Esso si propone di rendere le persone consapevoli dei propri comportamenti e di accrescere le loro risorse personali, al fine di aumentare il controllo che possono esercitare sulle proprie decisioni e condotte. L'intervento č articolato in 7 unitŕ di lavoro, da implementare in piccoli gruppi, e prevede l'utilizzo di metodologie attive. L'efficacia dell'intervento č stata verificata confrontando i cambiamenti nei comportamenti e negli orientamenti verso la guida in stato alterato dei partecipanti con quelli riscontrati in un gruppo di controllo coinvolto in un intervento solo informativo. Per la valutazione si č fatto ricorso a metodologie quantitative e qualitative. I risultati hanno messo in luce come l'intervento sia stato in grado di modificare sia i comportamenti legati alla guida in stato alterato sia diverse determinanti psico-sociali che possono essere considerate antecedenti del comportamento attuale e futuro.
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Agneta, R. y M. Greco. "“Young Sentinels of the Coastal Pine Forest”: an education project to safeguard biodiversity and prevent forest fires". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 19, n.º 2 (30 de abril de 2022): 12–17. http://dx.doi.org/10.3832/efor4061-019.

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Pellai, Alberto. "Prevenzione e psicoterapia. Potenzialitŕ e strategie di intervento in base al modello cognitivista". PSICOBIETTIVO, n.º 1 (marzo de 2012): 48–65. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001004.

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L'articolo presenta teorie e modelli di intervento finalizzati alle strategie di prevenzione primaria e secondaria rivolte alla promozione della salute in etŕ evolutiva. In particolare vengono analizzate azioni preventive che sono l'applicazione pratica degli assunti teorici presenti nella teoria dell'attaccamento di J. Bowlby, oltre ad interventi promossi in ambito scolastico e rivolti sia ai bambini, che agli adolescenti. Una particolare attenzione č dedicata al modello della Life Skills Based Education ed all'educazione tra pari, metodi privilegiati per la promozione del benessere in etŕ evolutiva. Il contributo del modello cognitivista e il ruolo dello psicoterapeuta vengono messi in evidenza, pur sottolineando l'importanza di un approccio multidisciplinare e transteorico.
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Lo Piccolo, Alessandra. "Pedagogia e cura delle fragilità: suggestioni educative e proposte didattiche per la prevenzione dei comportamenti aggressivi". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 1 (junio de 2020): 531–51. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9495.

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La scuola è un sistema relazionale complesso in cui abitano persone portatrici di bisogni, desideri, emozioni, aspettative, paure, angosce, ansie. La Pedagogia, che ha avuto da sempre il compito di interpretare, conoscere e orientare l'educazione e la formazione, ancora una volta deve cercare di fornire ad ognuno strumenti e competenze, lenti per leggere e criteri per, sviluppare abilità di adattamento, responsabilità, autonomia di pensiero e di azione. Una riflessione sui fenomeni di aggressività e violenza che caratterizzano il panorama sociale, oggi, specie tra le più giovani generazioni, impone domande specifiche su quali possano essere gli interventi educativi per gestirli e prima ancora, poterli prevenire. Si sente più che mai la necessità di percorsi educativi fondati sulla convivenza, la relazione pacifica, la condivisione, il riconoscimento di tutti e di ciascuno. In questa sede si è cercato di promuovere un approccio integrato, che tenga conto di istanze multidisciplinari e multidimensionali, individuando in una efficace educazione e formazione umana alle emozioni, una via possibile per rispondere a tale emergenza. Il contributo cerca di mettere in evidenza percorsi possibili, in una visione sistemica e complessa del fenomeno.
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Curti, Simone, Raffaella D'Errico, Marco Gaietta, Elena Garavelli, Massimiliano Greco, Serena Trovati, Francesca Visco y Alberto Pellai. "Internet e vittimizzazione sessuale: cosa sappiamo, cosa dice la ricerca, cosa č prioritario in prevenzione". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 2 (junio de 2010): 11–24. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-002002.

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Internet e i new media rappresentano un nuovo strumento potenzialmente alleato di chi vuole adescare minori per compiere reati sessuali. Gli studi epidemiologici disponibili confermano che il fenomeno č in crescita, cosě come il numero di arresti ad esso correlati, e che le vittime spesso agiscono consenzienti, consapevoli di comunicare con adulti estranei, mentre raramente parlano di ciň con gli adulti di riferimento (genitori/insegnanti). Il rischio di vittimizzazione cresce con l'etŕ della vittima e per le femmine. Strategie preventive efficaci devono comprendere non solo interventi normativi, ma anche programmi educativi volti ad aiutare gli adolescenti a costruire competenze che li rendano capaci di affrontare le esigenze ed i cambiamenti propri dell'etŕ evolutiva, in linea con il modello delle life skills proposto dall'OMS.
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Cattaneo, Ada. "Un'ospedale virtuale per sani? Previsione, prevenzione e comunicazione della salute nel cuore del Mediterraneo". FUTURIBILI, n.º 1 (mayo de 2009): 149–66. http://dx.doi.org/10.3280/fu2008-001010.

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- In line with the World Health Organisation, the European Union is showing increasing interest in prevention and prediction in health matters. One of the funded projects designed to find innovative solutions is PIPS (Personalised Information Platform for Health and Life Services), run by the Scientific Institute at the Hospital of San Raffaele (Milan) in a virtual hospital for the healthy. Here, top-level expertise in the medical-technological and sociological-communicative fields creates a network of services for the remote prediction/protection of the illnesses/health of healthy and sick people alike. Intelligent medicine cabinets and trolleys are based on a communicative, relational and interactive architecture of studies on the individual and the creation of individual scenarios. The hospital exemplifies the contribution of sociology in prevention, prediction, education and treatment, putting together personalised services. The location of the hospital at the intersection of the Lisbon-Kiev and Sweden-Sicily axes bears witness to the gradual shift of the centre of gravity of health matters towards the Mediterranean.
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Tironi, Gloria, Maria Luisa Valenta y Marta Mariani. "Il progetto “Autoscatto”: un intervento educativo nei disturbi del comportamento alimentare mediante l’utilizzo del Modello Transteorico del Cambiamento di Prochaska e Diclemente". IJEDO 4 (29 de junio de 2022): 14–19. http://dx.doi.org/10.32044/ijedo.2022.04.

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I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione rappresentano una problematica significativa all’interno della salute pubblica. Un importante approfondimento teorico sui trattamenti è fornito dalle linee guida regionali e nazionali, quali l’allegato 1 alla delibera 668 del 2017 della Regione Friuli-Venezia Giulia e il documento “Appropriatezza clinica, strutturale e operativa nella prevenzione, diagnosi e terapia dei disturbi dell’alimentazione” pubblicato nel 2013 dal Ministero della Salute. Lo scopo del seguente articolo è descrivere la progettazione e l’esecuzione di un intervento educativo, svolto su un singolo caso con diagnosi di bulimia nervosa, finalizzato l’aumento della motivazione al cambiamento. Il lavoro ha previsto una prima fase per l’individuazione delle aree di intervento e il successivo progetto educativo ha previsto l’utilizzo del Modello Transteorico del Cambiamento di Prochaska e Diclemente con attività per l’aumento della motivazione al cambiamento della persona presa in carico. Il progetto realizzato e i risultati positivi ottenuti hanno dimostrato che tramite l’applicazione del Modello Transteorico del Cambiamento è possibile lavorare sull’importante aspetto motivazionale con l’utilizzo di schemi specifici sul cambiamento, di aspetti psicologici e comportamentali.
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Panza, Costantino y Michele Gangemi. "Lo sguardo interessato del pediatra di famiglia". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (julio de 2021): 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001009.

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La figura del pediatra delle cure primarie è definita da quel professionista che non si impegna a curare il bambino limitatamente alle richieste dei genitori o durante i momenti di patologia acuta; il pediatra si prende cura della famiglia e dell'ambiente che si interrelaziona con il bambino; esce dall'ambulatorio per partecipare attivamente alla vita di comunità contribuendo a costruire, affiancato ad altri professionisti, volontari, organizzazioni o agenzie sanitarie ed educative, programmi di sostegno per i genitori e le famiglie che possano essere supportati dalle risorse locali disponibili. Insieme ai servizi sanitari e sociali della comunità locale, il pediatra si impegna nella costruzione di una rete di professionisti con specifica formazione ed esperienza nella promozione della salute del bambino e della sua famiglia e nella prevenzione di stili di vita potenzialmente negativi. Gli autori evidenziano due ambiti della cura che coinvolgono in tal senso la pediatria delle cure primarie a garanzia della salute del bambino, della sua famiglia e della collettività: il maltrattamento e le vaccinazioni.
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Mansi, Gianfranco, Nicola A. Corvasce, Giusi Merra, Barbara Saccotelli y Antonella Zotti. ""Libera-mente" Progetto Pilota di prevenzione primaria delle dipendenze patologiche nelle scuole medie inferiori di Andria". S & P SALUTE E PREVENZIONE, n.º 55 (diciembre de 2010): 59–68. http://dx.doi.org/10.3280/sap2010-055003.

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"Libera-Mente" č un Progetto Pilota attuato dal SerT di Andria, DDP (Dipartimento per le Dipendenze Patologiche) dell'ASL BAT all'interno di n.3 Istituti di Scuola Media Inferiore della Cittŕ di Andria. Esso si pone sul fronte della Prevenzione Primaria in relazione ai fenomeni di abuso di sostanze quali fumo, alcool e droghe in una popolazione di studenti compresi tra gli 11 ed i 13 anni. A tal scopo č stata utilizzata la metodica di "Peer Education" (Educazione tra pari) per la promozione di "Life Skills" (Stili di vita corretti). Sono state raccolte le domande aperte avanzate in anonimato da un gruppo di n. 854 soggetti adolescenti, successivamente raggruppate in quattro ambiti tematici. Per quanto riguarda il tabagismo e l'alcolismo, sembra scarsamente evidente agli studenti la consapevolezza della relazione sostanza-dipendenza patologica confermando l'accettabilitŕ sociale di alcool e sigaretta. Rispetto alle droghe ed alle sostanze psicoattive, si rileva invece una maggiore conoscenza degli aspetti legati alla dipendenza e un atteggiamento di interesse per le alterazioni che l'assunzione provoca. Si č resa evidente la necessitŕ di promuovere campagne d'informazione calibrate su specifiche fasce d'etŕ che diano adeguata visibilitŕ all'offerta terapeutica del SerT di Andria.
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Cagiada, Silvana y Rita Pizzi. "Autoipnosi: strumento per il mantenimento dell'omeostasi per la prevenzione della malattia attraverso l'attivazione delle risorse interiori". IPNOSI, n.º 2 (diciembre de 2020): 25–36. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2020-002002.

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Partendo dagli studi sulla coscienza, sia dal punto di vista dei correlati neurali, sia dal punto di vista della consapevolezza e dell'autoconsapevolezza del sé, la sperimentazione si prefigge di verificare la possibilità di poter intervenire, attraver-so l'uso dell'ipnosi, e in particolare dell'autoipnosi, sul processo evolutivo di regola-zione e adattamento omeostatico, considerato come espressione di patologie in ambito clinico, ma anche come leva di evoluzione in ambito educativo e sociale. In considerazione di vari studi clinici sull'ipnosi che riportano esiti positivi dopo il trattamento ipnotico, l'ipotesi si basa sulla possibilità di agire, a scopo preventivo, sulle disfunzioni a livello somatico, psicologico e relazionale, che possono indurre un blocco energetico dell'emotività, educando il soggetto a recuperare e gestire le proprie energie e il proprio equilibrio. Ai soggetti esaminati e tenuti in considerazio-ne ai fini della ricerca è stato somministrato il test MHQ, scala di autovalutazione per pazienti psiconevrotici, il cui punteggio riscontrato, pur riportando valori anco-ra nella norma, evidenzia la tendenza ad accostarsi a valori patologici, a rischio per il soggetto. L'ipotesi verificata è la seguente: l'utilizzo dell'ipnosi (Eteroipnosi ? Rinforzo dell'io ? Condizionamento positivo) per un periodo di un mese, con sedute settimanali e il successivo utilizzo dell'autoipnosi, ogni giorno, per due mesi a scopo preventivo, può permettere di destrutturare le devianze e ripristinare le risor-se bloccate nella struttura corporea, riportando il soggetto a prenderne coscienza, orientando l'apprendimento verso il recupero e il mantenimento dell'omeostasi. Alla fine della sperimentazione, la verifica degli esiti raggiunti è stata avvalorata dalla ri-somministrazione del test MHQ e dalla valutazione statistica degli outco-me che si è dimostrata significativa. Il risultato positivo dello studio suggerisce che i terapeuti possano applicare il metodo sperimentale su base sistematica, rendendo possibile un rapido e definitivo riconoscimento dell'autoipnosi ? oltre che dell'ipnosi ? come disciplina scientifica.
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Palomba, Patrizia. "Il ritiro sociale in Italia. Il metodo di lavoro dell'Associazione Hikikomori Italia". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (junio de 2022): 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002007.

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L'articolo descrive la storia e i principi guida del metodo di intervento dell'Associazione Hikikomori Italia, che opera in quasi tutte le Regioni del Paese, grazie alla collaborazione e al confronto costante di genitori e psicologi, che nella chiarezza e diversificazione dei propri ruoli, attuano costantemente una strategia condivisa per "rompere" il muro di silenzio di ragazzi/e e giovani adulti che vivono ritirati dalla vita sociale. L'approccio sistemico alla problematica e la necessità dell'integrazione di interventi di contesti che interagiscono inevitabilmente tra loro, conducono a un metodo di lavoro "integrato e complesso" che inizia con la presa in carico della famiglia (non del singolo), prosegue con l'inserimento dei genitori nei gruppi di auto-mutuo-aiuto regionali, fino alla presa in carico del ragazzo che esprime il disagio. Il raggiungimento di tale obiettivo richiede spesso interventi psico-educativi domiciliari, il coinvolgimento in piccoli gruppi di supporto tra pari, oltre a un capillare lavoro di sensibilizzazione a partire dalle scuole, ma che può coinvolgere contesti di vario genere affinché si possa svolgere un attento lavoro di prevenzione, la strategia principale su cui investire per evitare la cronicizzazione di una problematica molto complessa da affrontare in una fase più avanzata.
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Perla, Loredana, Ilenia Amati y Rosa Palermo. "Prevent and counter bullying and cyberbullying through the SEP device: sensitize, educate, protect. Results of an investigation". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 152–68. http://dx.doi.org/10.36253/form-12601.

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This paper focuses on an investigation into the complex phenomenology of bullying and cyberbullying behaviour, focusing actions of contrast and treatment within a preventive perspective of inclusive education capable of designing multi-level strategies. The paper presents the results of a collaborative research-training project with a network of Apulian secondary schools and the consequent design of the educational device for the prevention and treatment of the phenomenon (the SEP device: sensitise, educate, protect) useful for dealing with the phenomena from a pedagogical point of view. The device allows to develop an observational and receptive posture concerning the behavioural prodromes and to accept the complexity of the phenomena adopting multiple-levels educational choices. Prevenire e contrastare bullismo e cyberbullismo attraverso il dispositivo SEP: sensibilizzare, educare, proteggere. Risultanze di un’indagine. Il presente contributo mette a tema un’indagine sulla complessa fenomenologia dei comportamenti di bullismo e cyberbullismo, focalizzando le azioni di contrasto e di cura entro una prospettiva preventiva di didattica dell’inclusione in grado di progettare strategie a più livelli. Nel contributo si presentano le risultanze di una ricerca-formazione collaborativa avviata con una rete di scuole secondarie di I e II grado pugliesi e la conseguente progettazione del dispositivo di educazione alla prevenzione e cura del fenomeno (il dispositivo SEP: sensibilizzare, educare, proteggere) utile a fronteggiare i fenomeni in chiave pedagogica. Il dispositivo consente di assumere una postura osservativa e ricettiva dei prodromi comportamentali e di accogliere la complessità dei fenomeni adottando scelte educative a più livelli articolate in un approccio adattivo inclusivo costruito sul contesto e rivolto all’intero gruppo e non solo alla diade bullo-vittima. These are articulated in an inclusive adaptive approach built on the context and aimed at the entire group and not just on the bully-victim dyad. The concept of inclusion, indeed, is closely linked to education to “active citizenship”, understood as responsible participation in building a civil society and requires action that involves the entire school community and families.
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Bonini, F., E. Maccarini y F. Montefiore. "Prevenzione andrologica nei giovani". Working Paper of Public Health 4, n.º 1 (15 de junio de 2015). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2015.6706.

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Obiettivi: . Nei Paesi occidentali ci troviamo di fronte ad una riduzione progressiva della natalità ed al deterioramento della qualità seminale. Le patologie della sfera riproduttiva stanno pertanto assumendo una rilevanza sociale anche per il forte impatto economico delle attuali tecniche di riproduzione assistita. L’esigenza di occuparsi di prevenzione nel campo della salute maschile origina dalla constatazione di come l’andrologo si trovi spesso a intervenire su situazioni compromesse da diagnosi tardive e da un mancato intervento educativo e preventivo. Si rende pertanto necessario un’azione di sensibilizzazione dei giovani e delle famiglie anche tramite il coinvolgimento delle strutture scolastiche nei confronti delle patologie andrologiche giovanili. Metodologia: Dal 2010 abbiamo sviluppato nella provincia di Alessandria un progetto andrologico di prevenzione/diagnosi denominato PASS rivolto ai giovani tra i 17 e 19 anni. Tale programma è suddiviso in una parte informativa a carattere scientifico-divulgativo; ed un’altra che prevede una visita andrologica. Risultati: In circa 5 anni abbiamo incontrato 4239 studenti, di cui 2087 maschi, 947 di questi hanno eseguito la visita andrologica. Conclusioni: Riteniamo che sia auspicabile che programmi andrologici di questo tipo debbano diventare una realtà strutturata.
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Di Pietro, Maria Luisa y Roberta Minacori. "Dimensioni della salute e prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenza". Medicina e Morale 54, n.º 1 (28 de febrero de 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.404.

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I comportamenti a rischio in adolescenza e le possibili e conseguenti patologie interpellano - in senso preventivo - quanti sono responsabili della salute pubblica. Le modalità di intervento che vengono proposte sono essenzialmente tre - la riduzione del rischio, la strategia della paura, l’educazione alla salute - e muovono da orientamenti etici diversi. In questo articolo viene presa in esame la proposta dell'educazione alla salute, che fa riferimento ad un’etica centrata sulla persona e trova giustificazione in un'interpretazione del concetto di salute comprensiva delle dimensioni fisica, psichica, sociale e morale. Ed è proprio la dimensione morale che, al di là di innegabili fattori di vulnerabilità (teoria ecologica, teoria della personalità adolescenziale, teoria della personalità dell'adolescente), condiziona - in adolescenza - la scelta di agire o meno un comportamento a rischio. Se, dunque, sia nella salute sia nella personalità dell’adolescente è così forte la dimensione morale, non solo vi è la possibilità di un’educazione alla salute che contestualizzi l’informazione nella formazione, ma vi è anzi il dovere di attuarla nella sua duplice dimensione di educazione ai valori e alle virtù. ---------- Public health care is called to prevent behaviours (and their pathological consequences) which expose teen-agers to a risk. There are three main proposals, which come from different ethical perspectives, on this topics: the risk reduction, the “fear” strategy, the health education. The paper examines the notion of health education from the perspective of personalistic ethics which consider the notion of health in its physical, psychic, social and moral dimensions. The moral aspects are very important to guide teen-agers, apart from their intrinsic vulnerability (ecological theory, adolescent personality theory), in the behaviour which can be either at risk or not. If the moral dimension is so important for teen-agers health and personality, the proposal advanced in this paper is an education to health which is not only “information” but also “formation”, and which has to be actualized in its twofold aspect of education to values and to virtues.
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Anna, Romano, Cangiano Antonia y Panico Giovanni. "La formazione come coefficiente di protezione contro gli infortuni: nuove tecniche e valutazione dell’impatto economico sul bilancio aziendale". Journal of Advanced Health Care, 20 de diciembre de 2019. http://dx.doi.org/10.36017/https://jahc.eu/prevenzione/jahc1912-008/.

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Accidents at work are the cause of long absence/death of workers.Part of the European population suffers from workrelated health problems,it is the EU-OSHA itself that points out that their cost on a global scale is 2680billion euros, 3.9% GDP-,the European one of 476billion euros-3.3%GDP.The economic advantages of investments for safety are evident and the acquisition of awareness of the worker on the level of risk represents a coefficient of protection against accidents.Training proves to be a valid prevention tool in the hands of the employer which reduces it to a mere regulatory compliance, detached from the overall corporate security project, underestimating that negligent choices constitute heavy hypotheses of crime in the presence of avoidable injuries through adequate training.The project wants to raise awareness of the employer on the power of training as a protection coefficient suggesting training approaches that,where adequate and correctly implemented,exempt him from the responsibilities deriving from the accident.Knowledge of the danger inherent in substances,machines and processes, mastery of working techniques, competence in the safe use,if not combined with other “confounding”(non-compliance)factors,they can significantly reduce the risk.These are skills that cannot be acquired in an isolated educational path but that require a process integrated with the work that must start at the level scholastic,articulate in the communication to the worker of the business risks and turn into support to expert personnel.The general education carried out at school level would constitute an investment carried out by the State, specific training for coaching would reduce the burdens of classroom training certainly causing a slowdown in production but to a greater advantage a reduction in extraordinary maintenance interventions due to incorrect use of the equipment and absences for participation in training. For the supervisory body, the problematic verification of compliance with regulatory requirements would be solved with the establishment at Regional level of an evaluation team.
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Bindo, Sabrina, Maria Rosaria Esposito y Assunta Guillari. "Progetto educativo per la prevenzione linfedema secondario nelle pazienti con carcinoma mammario: studio di coorte". NapoliSana Campania, 2016. http://dx.doi.org/10.32549/opi-nsc-3.

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Chiossi, Alessandra. "Conversation Map™: strumento per l’educazione del caregiver sulla prevenzione delle lesioni da pressione/Conversation Map™: a tool for the education of the caregiver on the prevention of pressure ulcers". Italian Journal of Wound Care 2, n.º 3 (27 de septiembre de 2018). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2018.36.

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Lo sviluppo di Lesioni da Pressione (LdP) rappresenta un evento molto frequente ma potenzialmente prevenibile; tuttavia, avere una fotografia reale del fenomeno è molto difficile. Le stime variano in rapporto al setting assistenziale considerato: nei reparti per acuti l’incidenza varia dallo 0,4 al 38%, nelle residenze sanitarie assistenziali dal 2,2 al 23,9%, mentre nell’ambito domiciliare dallo 0 al 17%. Si valuta che negli USA sia una condizione che colpisce circa 1,5-3 milioni di persone, comportando una spesa sanitaria annua di circa 5 miliardi di dollari, da 1.4 a 2.1 miliardi di sterline nel Regno Unito e 1 miliardo di euro in Italia, pari al 4% dei costi totali del Sistema Sanitario Nazionale. Partendo dai dati epidemiologici si è voluto indagare se i caregivers delle persone assistite a rischio di LdP conoscano le strategie idonee a prevenire questo tipo di lesioni cutanee. Quindi, con la somministrazione di un questionario di 23 domande a 60 caregivers si è voluto valutare il bisogno o meno di una conoscenza sulla prevenzione delle lesioni da pressione. Lo studio ha rivelato che 83,3% degli intervistati non ha ricevuto informazioni né su cosa siano le LdP né su come si sviluppano; di poco inferiore la percentuale riguardante le informazioni sulla prevenzione di LdP. Si è voluto trovare, quindi, una risposta a questo bisogno di informazione, sviluppando una Conversation Map™, da proporre come strumento per l’educazione dei caregivers alla prevenzione delle LdP. La Conversation Map™, creata da Healthy Interactions Inc., è uno strumento didattico unico e speciale, perché favorisce la partecipazione della persona assistita o dei caregivers in un momento didattico sia verbale che visivo. Nella mappa, che ha il setting di un campo d’atletica, vengono toccati i punti principali della prevenzione delle lesioni: cura della cute, cambi di postura, presidi antidecubito, alimentazione e le medicazioni come prevenzione. Vengono spiegate le definizioni di LdP e di LdP di 1° stadio oltre che i principali fattori che concorrono alla formazione delle LdP, la scala di Braden e l’indice di Norton. The development of Pressure Ulcers (PU) is a very frequent, but potentially preventable, event; however having a real time picture of the phenomenon is very difficult. The estimates vary depending on the considered care setting: in the acute care wards the incidence varies between 0,4 and 38%, in the Extended Care Unit between 2,2 and 23,9%, while in the home-care setting between 0 and 17%. It is estimated that in the US it’s a condition that affects around 1,5-3 million of persons, involving a healthcare expenditures of around 5 billion of dollars per year, between 1.4 and 2.1 billion of pounds in the UK and 1 billion euros in Italy; equal to the 4% of the total costs of the National Health System. Starting from epidemiological data, it has been investigated if the caregivers of the assisted persons with PU risk know the appropriate strategies to prevent this type of skin lesions. Therefore, in order to evaluate the need of knowledge on the prevention of Pressure Ulcers, a questionnaire with 23 questions was administered to 60 caregivers. The study revealed that 83,3% of those interviewed haven’t received any information on what the PU are or on how they develop, slightly less the percentage about the information on the PU prevention. The aim was to find an answer to this need of information by developing a Conversation Map™, to propose as a tool for the education of the caregivers on the prevention of PU. The Conversation Map™, created by Healthy Interactions Inc., is a unique and special teaching tool: it encourages the participation of the assisted person or the caregivers in an educational moment that is both verbal and visual. In the map, that has the setting of a track and field stadium, the main points of the Pressure Ulcers prevention are covered: skin care, posture changes, anti-bedsores surfaces, nutrition and dressing as prevention. The definitions of PU and 1st stage PU are explained, in addition to the main factors that concur to the PU development, the Braden scale and the Norton index.
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Guendalina Peconio, Federica Doronzo y Piergiorgio Guarini. "Ambienti di apprendimento transmediali inclusivi: gli effetti della DaD sugli studenti con DSA e BES". IUL Research 2, n.º 3 (17 de julio de 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.100.

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Il presente contributo mira a indagare le percezioni e gli effetti che la Didattica a Distanza ha prodotto sugli individui con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e Bisogni Educativi Speciali (BES). Durante l’ultimo anno, l’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha promosso una rimodulazione repentina delle metodologie didattiche e degli ambienti di apprendimento verso l’ubiquitous learning. Tuttavia, già da diversi anni, si avvertiva l’impellente necessità di innovare il fare pedagogico attraverso l’applicazione di nuove tecnologie inclusive e l’accomodamento della didattica al funzionamento cerebrale del singolo alunno. A tal fine, si riflette sulla prevenzione delle difficoltà cognitive e si evidenziano le statistiche scolastiche, riferite all’a.s. 2019/2020, circa le misure compensative adottate per fronteggiare i DSA e BES.
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Guida, Rosa, Assunta Guillari, Gianpaolo Gargiulo, Carmela Serio y Maria Rosaria Esposito. "Le conoscenze in tema di prevenzione dell’osteoporosi ed intervento educativo nelle donne afferenti ad ambulatori di ginecologia: uno studio trasversale". NapoliSana Campania, diciembre de 2017. http://dx.doi.org/10.32549/opi-nsc-15.

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Diamare, Sara, Anna Ferrara, Gaetana Polito, Marina Salerno, Marinella Mantice y Giancarlo Pocetta. "Un metodo di Embodied Education in Riabilitazione: approcci di valutazione partecipata e di empowerment psicocorporeo". Journal of Advanced Health Care, 11 de septiembre de 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1909-002.

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Nella teoria bio-psico-sociale, la visione salutogenetica (Antonowsky, 1979) è volta a promuovere il benessere. La promozione della salute indica un processo di cambiamento e sviluppo adattivo diretto alla prevenzione primaria, secondaria e terziaria attraverso la diffusione di stili di vita sani. Nel presente lavoro si propone un modello di salutogenesi: “I Salotti del Ben-Essere” (S. Diamare, 2015), sperimentato dall'ASL NA 1 Centro UOC. Qualità e Umanizzazione, che prevede lo gv. sviluppo di tematiche di salutogenesi in laboratori esperienziali di consapevolezza psico-corporea, implementato in Campania attraverso la rete OMS di Promozione della Salute: Health Promoting Hospitals & Health Service (HPH & HS). Quale approccio olistico di Health Advocacy, I Salotti del Ben-Essere© rappresentano uno spazio multicentrico e multiprofessionale di assistenza partecipativa, rivolta a piccoli gruppi ed a comunità, in cui un team specializzato realizza un programma multidisciplinare di educazione sanitaria prevalentemente in un setting di riabilitazione. L’educazione alla salute trova, durante un trattamento riabilitativo, la collocazione più proficua per sostenere la motivazione al cambiamento consapevole di stili di vita perniciosi. Il metodo "Salotti del Ben-Essere" può essere utilizzato, come Peer Education, anche nel sistema universitario. Questa metodologia è stata testata, infatti, con gli studenti di Scienze dell'Educazione presso l’Università Suor Orsola Benincasa. I risultati sono stati soddisfacenti in tutti i contesti.
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Fontanella, Guest Editors: A., G. Pentella, G. Bordin y F. Bertoncini. "La ricerca finalizzata in Area Medica: approfondimenti assistenziali dell’Associazione A.N.Í.M.O." Italian Journal of Medicine, 11 de julio de 2019, 1–62. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.5.

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Introduzione Il gruppo di ricerca dell’Associazione ANÍMO La ricerca infermieristica Obiettivo del lavoro Metodi Metodologia operativa e ambiti di attività I livelli di approfondimento metodologici Approfondimento metodologico Evidence-Report il cateterismo vescicale Approfondimento metodologico Evidence-Report il cateterismo venoso periferico a breve termine Approfondimento metodologico Evidence-Report il dolore cronico in medicina interna Risultati Evidence-Report: i risultati da Revisioni di Linee Guida Il cateterismo vescicale a permanenza Il cateterismo venoso periferico a breve termine La gestione del dolore cronico in medicina Evidence-Based Care-sheet: What we know e what we can do Le lipodistrofie associate alla pratica iniettiva La nutrizione nel paziente con polimorbilità Scompenso cardiaco e fine vita Terapia anticoagulante orale e processi educativi: il ruolo dell’infermiere La somministrazione di liquidi per via sottocutanea L’ictus cerebrale: rischi e prevenzione Focus di approfondimento, the most updated research La somministrazione dei farmaci per os in pazienti disfagici e/o portatori di SNG o PEG Il dolore cronico nei pazienti con disturbi cognitivi Le cadute negli anziani Il monitoraggio dei parametri vitali Il Lock dei cateteri venosi centrali: quale soluzione? Quali evidenze? La responsabilità del professionista infermiere nella terapia farmacologica La mancata aderenza alle prescrizioni: un problema da non sottovalutare in medicina interna La gestione della stipsi nelle degenze di area medica: ruolo dell’infermiere La malnutrizione in ospedale L’uso della contenzione è un indicatore di buona pratica assistenziale e di buona cultura? Riposo a letto o mobilizzazione precoce? L’uso delle checklist in area medica La flebite da infusione La sorveglianza infermieristica: una competenza necessaria in medicina interna Umidità e calore della miscela di aria nei trattamenti di ventilazione non invasiva: quali evidenze? Diabete, intervento educativo, ruolo dell’infermiere La terapia anticoagulante e il ruolo dell’infermiere: alcune evidenze Il ritorno dell’ipodermoclisi: quali evidenze? Gli aspetti assistenziali prevalenti nelle cure infermieristiche alla persona colpita da ictus Lo scompenso cardiaco: epidemiologia e interventi assistenziali Conclusioni Bibliografia
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De Vincenzo, Conny. "Il ruolo dell’orientamento universitario in itinere per la prevenzione del drop-out e la promozione del successo formativo. Una rassegna di studi empirici recenti". Journal of Educational, Cultural and Psychological Studies (ECPS Journal), n.º 23 (17 de junio de 2021). http://dx.doi.org/10.7358/ecps-2021-023-devi.

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Guidance activities are considered as a valid support for the individual along his or her entire educational path, from the first years of school until the transition to the job market; in particular, the crucial function of this type of activity has been pointed out in the first phase of university studies. This paper presents a reasoned review of the literature on the main ongoing university guidance interventions, with particular attention to the prevention of drop-out and the promotion of academic success. Previous studies highlighted the role that ongoing guidance can play in the prosecution of studies and in reducing drop-out rates, as well as in favouring the integration of the subject in the academic context and raising awareness of his or her goals. Nonetheless, in the literature there is no univocal consensus regarding the fundamental characteristics of an effective guidance intervention. Starting from a critical analysis of some recent results, the main methodological issues of guidance research are illustrated, with particular reference to the strategies for evaluating the efficacy of interventions. In line with the main previous reviews, the need to conduct systematic studies guided by empirical evidence is emphasised, using rigorous research designs to identify the factors involved in the effectiveness of ongoing university guidance.
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Licastro, Angelo. "Il rapporto di lavoro degli insegnanti di religione nelle scuole pubbliche italiane davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea". Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 27 de febrero de 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17431.

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SOMMARIO: 1. La direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato e i meccanismi di definizione della politica sociale europea - 2. Cenni sulla disciplina generale del rapporto di lavoro a tempo determinato risultante dal decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, attuativo della direttiva 1999/70/CE, e dal decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 - 3. La posizione ricoperta dall’insegnante di religione nell’ambito dell’ordinamento del personale docente della scuola - 4. La vertenza riguardante gli insegnanti di religione cattolica e le questioni pregiudiziali sottoposte alla Corte di giustizia - 5. L’eventuale incidenza dell’impegno dell’Unione a salvaguardare lo status previsto per le confessioni religiose dal diritto nazionale (art. 17 TFUE) - 6. La tutela antidiscriminatoria degli insegnanti di religione: a) l’assenza di una discriminazione per motivi di religione rispetto alla posizione degli altri supplenti della scuola pubblica - 7. (segue) b) L’inapplicabilità della clausola 4 dell’Accordo quadro - 8. La prevenzione degli abusi della successione dei contratti a tempo determinato per gli insegnanti di religione: in particolare le “ragioni obiettive” che possono giustificare il rinnovo - 9. Conclusioni. The Employment Relationship of Religious Education Teachers in Italian State Schools before the Court of Justice of the European Union ABSTRACT: The Italian legislation excludes the transformation of successive fixed-term contracts into contracts of indefinite duration in the teaching sector. This also applies to Catholic religious education teachers. The present paper analyses the decision of the Court of Justice of the European Union in case C-282/19, which dealt with the issue of the compatibility of such a rule with the framework agreement on fixed-term work concluded by ETUC, UNICE and CEEP (annexed to Council Directive 1999/70/EC of 28 June 1999) and with the prohibition of discrimination on grounds of religion (Article 21 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union; Council Directive 2000/78/EC of 27 November 2000). According to the Author, the Court’s final indication for the referring court, to verify whether an interpretation of the national provisions which is consistent with the framework agreement is possible, is not easily practicable, because the “obligation on a national court to refer to the content of a directive when interpreting and applying the relevant rules of domestic law […] cannot serve as the basis for an interpretation contra legem”, as noted by the Court.
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