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1

Giovine, Sara. "Vi rispondiamo… per il giusto tramite". XII, 2020/1 (gennaio-marzo) 12, n.º 1 (7 de febrero de 2020): 28–32. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3227.

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Molti lettori ci scrivono per avere delucidazioni sul corretto impiego della forma tramite: è possibile utilizzarla con funzione di preposizione o, trattandosi di un sostantivo, va inclusa all’interno della più ampia locuzione preposizionale per il tramite di? Ci viene inoltre chiesto se sia preferibile ricorrere alle preposizioni mediante e attraverso e quali siano le eventuali differenze di significato. Infine, qualcuno chiede se esiste la forma plurale tramiti.
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2

Zanchi, Chiara. "La semantica della preposizione ὑπέρ nel greco omerico". Emerita 84, n.º 1 (25 de mayo de 2016): 1–30. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2016.01.1418.

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Pierri, R. "La preposizione PROS nell'Onomastico di Eusebio di Cesarea (III-IV sec.)". Liber Annuus 55 (enero de 2005): 141–64. http://dx.doi.org/10.1484/j.la.2.303616.

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4

Sornicola, Rosanna. "I tipi italiani conesso, lunghesso, sovresso, sottesso e la grammaticalizzazione di ipse". Linguistica 49, n.º 1 (29 de diciembre de 2009): 121–30. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.121-130.

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I tipi morfologici caratteristici dell’italiano antico, conesso, lunghesso, sottesso, sovresso, pongono alcuni interessanti problemi di analisi strutturale e di formazione diacronica. Sono possibili due rappresentazioni alternative di struttura in costituenti, una in cui il dimostrativo esso forma sintagma con la preposizione, l’altra in cui forma sintagma con il nome. Le due rappresentazioni potrebbero esplicitare fasi diverse del processo di grammaticalizzazione del dimostrativo nelle costruzioni in esame. Tale processo tuttavia non si lascia facilmente descrivere in maniera unitaria. Decisivo sembra, in ogni caso, l’esame della complessa evoluzione del dimostrativo latino IPSE.
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5

Moretti, Bruno. "Presso usato con valore differente da ‘vicino a’". X, 2019/3 (luglio-settembre) 10, n.º 3 (19 de julio de 2019): 17–19. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3196.

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L'Accademia della Crusca ha ricevuto negli ultimi tempi parecchie richieste di informazioni relative all'uso corretto della preposizione presso. Il nucleo di queste domande concerne la questione se presso abbia unicamente il valore di ‘vicino a, in prossimità di’ (come per esempio in "l'interruttore è presso la porta") e se per questo motivo siano da considerare errati altri usi, come per es. in "il documento è depositato presso la pretura", nei quali non si ha veramente una relazione di vicinanza ("vicino alla pretura"), ma si fa piuttosto riferimento all'essere "in un luogo determinato". Un lettore ha segnalato come questo uso si ritrova anche sul sito dell'Accademia della Crusca, dove si fa riferimento a "Il gruppo Incipit presso l'Accademia della Crusca".
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Benigni, Valentina. "Una festa da paura! Mi sono divertito da morire! Gli intensificatori iperbolici dell’italiano e la loro resa in russo". Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, n.º 9 (2017): 5–18. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.1.

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Abstrakt Il contributo propone una trattazione complessiva di alcuni tipi di locuzioni aggettivali e avverbiali dell’italiano introdotte dalla preposizione da che hanno la funzione di intensificare il significato dell’elemento a cui si riferiscono attraverso un’iperbole: una vacanza da sogno, bella da impazzire, mi annoio da morire. Alcune di queste strutture mostrano un carattere altamente polifunzionale che si manifesta nella capacità di modificare diverse classi di parole (nomi, aggettivi, verbi), nonché di occorrere da sole, indipendente da una testa sintattica, come segnali discorsivi. Nel lavoro verrà proposta una classificazione corpus based dei diversi pattern sintattici e dei formati semantici che vi si associano. L’analisi offre spunti interessanti anche per una descrizione della polisemia della preposizione da e per lo studio delle relazioni concettuali che codificano l’iperbole. Infine, l’ultima parte del lavoro è dedicata a un’analisi contrastiva italiano-russo-inglese e rappresenta un primo tentativo di individuare convergenze e divergenze nell’uso di iperboli intensificative tra lingue appartenenti a gruppi diversi. "Una festa da paura! Mi sono divertito da morire!". Intensyfikatory o znaczeniu nacechowanym dodatnio i ujemnie oraz ich odpowiedniki w języku rosyjskim Celem niniejszego artykułu jest kompleksowa analiza niektórych włoskich wyrażeńfrazeolologicznych przymiotnikowych i przysłówkowych wprowadzonych przez przyimek ‘da’ i pełniących funkcję intensyfikatora znaczenia elementu, do którego się one odnoszą za pomocą hiperboli: ‘vacanza da sogno’, ‘bella da impazzire’, ‘mi annoio da morire’. Niektóre z tych struktur posiadają wielofunkcyjną naturę: mogą modyfikować różne części mowy (rzeczowniki, przymiotniki, czasowniki), mogą też występować samodzielnie, niezależnie od członu określonego w syntagmie, jako sygnały dyskursywne. Artykuł zawiera klasyfikację różnych wzorców syntaktycznych i tak zwanych formatów semantycznych, które się z nimi łączą, opracowaną w oparciu o korpusową (corpus based) analizę porównawczą. Analiza jest punktem wyjścia do opisu polisemii przyimka ‘da’ i do analizy relacji konceptualnych, które kodyfikują hiperbole. Ostatnia część artykułu poświęcona jest analizie kontrastywnej języków włoskiego, rosyjskiego, angielskiego i stanowi pierwszą próbę wyodrębnienia zbieżności i rozbieżności w zastosowaniu hiperboli intensyfikujących w obrębie języków należących do różnych grup.
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Pavan, Luca. "PREPOSIZIONI ITALIANE E ARTICOLI: DIFFICOLTÀ E STRATEGIE NELL’APPRENDIMENTO AI LIVELLI PIÙ BASSI DEL QCER". Verbum 7, n.º 7 (22 de diciembre de 2016): 252. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10300.

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In questo studio si affronta uno dei temi che procura maggiori ostacoli nell’apprendimento della lingua italiana da parte di studenti stranieri: le preposizioni, qui intese come preposizioni proprie. L’uso delle preposizioni italiane nella lingua è complicato da una casistica piuttosto vasta di varia­bili, a partire dalla presenza o meno degli articoli determinativi, che danno luogo alle preposizioni articolate. Per gli studenti L2 nel livello A1 del QCER risulta spesso problematico usare le preposizioni con o senza l’articolo, dal momento che gli aspetti grammaticali che interessano questo tema sono molti e non facilmente gestibili. La difficoltà aumenta se si tratta di studenti la cui lingua madre non proviene dall’area delle lingue romanze, come nel caso del lituano, che è una lingua che non fa alcun uso di articoli.Si propone, in questa sede, un excursus attraverso l’evoluzione di alcune preposizioni, comparando la teoria esposta in varie grammatiche storiche. Poi si espongono alcune strategie di apprendimento dell’uso degli articoli con le preposizioni dell’italiano odierno, per fornire al docente L2 qualche spunto nel momento in cui deve introdurre questo tema nelle lezioni.
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Repetti, Lori. "Review: La sintassi dei pronomi relativi in italiano moderno (con particolare riguardo alla concorrenza tra che e PREP. + cui/il quale nella preposizione relativa ad antecedente temporale)". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 26, n.º 2 (septiembre de 1992): 427–29. http://dx.doi.org/10.1177/001458589202600223.

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Klajn, Ivan. "Pronomi, avverbi e preposizioni". Linguistica 31, n.º 1 (1 de diciembre de 1991): 259–67. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.259-267.

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Bruciava già quando mi ci sono sdraiato" è il titolo della traduzione italiana di un Hbro umoristico americano, nell'originale When I Lay Down on It. Ricostruendo la frase intera in entrambe le Iingue (si tratta, a quanto pare, delle parole di un uomo che spiega come si è sviluppato l'incendio in casa sua) otteniamo.
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Karumanchiri (book author), Luisa Polesini, Jana Vizmuller-Zocco (book author) y Lydia M. Rende (review author). "L'uso delle preposizioni in italiano". Quaderni d'italianistica 18, n.º 2 (1 de octubre de 1997): 301–2. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v18i2.10011.

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Sőrés, Anna. "« Articles contractés » ou « preposizioni articolate » ?" Revue Romane / Langue et littérature. International Journal of Romance Languages and Literatures 55, n.º 1 (12 de abril de 2018): 70–94. http://dx.doi.org/10.1075/rro.15012.sor.

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Resumen
Abstract The morphemes such as the French au or the Italien nel are designed by different terms in grammars of Romance languages, which shows that it is difficult to identify the lexical category of this type of fusional morpheme. The aim of this paper is to propose a detailed analysis of these contracted forms. I suggest that the fusion occurs during a secondary grammaticalization. This process involves, on the one hand, the definite article, i.e. a grammatical element, and, on the other hand, some prepositions which, semantically, can be functional or lexical but which function syntactically as grammatical elements. The analysis shows that case inflection of nominals has been transferred to the preposition while the other categories appear in the article which merged with prepositions. Therefore, the fusional forms can be considered as prepositions marked by the grammatical categories of gender, number and definiteness.
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Parry, Mair. "L'oggetto preposizionale nel ligure medievale". Verbum 5, n.º 1 (junio de 2003): 113–26. http://dx.doi.org/10.1556/verb.5.2003.1.10.

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Wilhelm, Christopher y Silvia Luraghi. "Studi su casi e preposizioni nel greco antico". Language 75, n.º 2 (junio de 1999): 393. http://dx.doi.org/10.2307/417293.

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Frescura (author, first book), Marina Sassu, Luisa Polesini Karumanchiri (author, second book), Jana Vizmuller-Zocco (author, second book) y Herbert Izzo (review author). "Interferenze lessicali — italiano-inglese; L'uso delle preposizioni in italiano". Quaderni d'italianistica 6, n.º 2 (1 de octubre de 1985): 286–89. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v6i2.11086.

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Berretta, Monica. "Note sulla sintassi dell'accusativo preposizionale in italiano". Linguistica 31, n.º 1 (1 de diciembre de 1991): 211–32. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.211-232.

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Resumen
In un breve quanto limpido paragrafo della sua Grammatica storica dell'italiano (§ 553 dell'ed. 1972,_ §_ 436 nell'ed. 1980), Pavao Tekavčić descriveval'accusativo preposizionale dei dialetti italiani centromeridionali, accennandone iconfini geografici e collegandolo, molto correttamente, con il fenomeno analogodelle lingue iberoromanze e del rumeno. Ne forniva anche, nella scia della miglioretradizione di pensiero sull'argomento, una convincente spiegazione funzionale: lapreposizione funge da segnacaso esplicito per quegli oggetti che, avendo referenteumano, sarebbero interpretabili come soggetti se non fossero marcati (cfr. già Diez1882 , III., pp. 835 s.; oggi Bossong 1985 e 1986 per una panoramica tipologica, e1988 per le lingue romanze).
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Citraro, Cinzia. "IL CAOS PREPOSIZIONALE: ANALISI DELL’ERRORE E DIDATTICA". Italica Wratislaviensia 9, n.º 2 (31 de diciembre de 2018): 81–92. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2018.09.17.

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Mosca, Monica. "PREPOSIZIONI A, IN, PER, TRA. L’ITALIANO L2 DI PARLANTI POLACCHI". Italica Wratislaviensia 9, n.º 2 (31 de diciembre de 2018): 195–218. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2018.09.23.

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Coletti, Vittorio. "Potete contare sulla nostra risposta". XII, 2020/1 (gennaio-marzo) 12, n.º 1 (10 de enero de 2020): 6–7. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3315.

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Resumen
Alcuni lettori chiedono la ragione della differenza nella reggenza preposizionale tra contare su qualcuno e contare su di me, su di te e simili. Altri invece si chiedono che tipo di complemento sia quello retto da contare (su).
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Maceri, Domenico, Luisa Karumanchiri Polesini y Jana Vizmuller-Zocco. "L'uso delle preposizioni in italiano: osservazioni ed esercizi per corsi intermedi". Modern Language Journal 72, n.º 1 (1988): 98. http://dx.doi.org/10.2307/327603.

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Tucci, Ida. "LA DIDATTICA DELLE PREPOSIZIONI IN ITALIANO L2: UN APPROCCIO SEMANTICO-COGNITIVO". Italica Wratislaviensia 9, n.º 2 (31 de diciembre de 2018): 277–303. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2018.09.27.

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Aski, Janice M., Luisa Polesini Karumanchiri y Jana Vizmuller-Zocco. "L'uso delle preposizioni in italiano. Guida e esercizi per corsi universitari". Italica 76, n.º 4 (1999): 518. http://dx.doi.org/10.2307/480259.

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Andrighetto, Giulia. "Universali linguistici e categorie grammaticali". PARADIGMI, n.º 2 (julio de 2009): 113–22. http://dx.doi.org/10.3280/para2009-002010.

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Resumen
- In this paper I explore the consistency of an idea of language structures as both universal in their nature and empirical in their genesis. To this aim, I assume the theory of the parts of speech as a case study. I proceed from a brief historical reconstruction of 20th-century theories of grammatical categories to an analysis of the semantics of the parts of speech, with particular emphasis on Ronald Langacker's philosophy of grammar. Finally I focus on the theory of prepositions in order to explore the relations between language and perception and the function of perceptual schemas at the basis of linguistic categories.Keywords: Linguistic universals, Parts of speech, Perceptual schemas, Cognitive linguistics, Prepositions, Philosophy of grammar.Parole chiave: Universali linguistici, Parti del discorso, Schemi percettivi, Linguistica cognitiva, Preposizioni, Filosofia della grammatica.
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Tekavčić, Pavao. "Le interiezioni (fonosimboli) nella prosa rovignese dell'antologia "Istria nobilissima"". Linguistica 29, n.º 1 (1 de diciembre de 1989): 71–80. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.29.1.71-80.

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Come risulta da un recente studio di Paola Villani (Villani 1986), le interiezioni (o, come le chiama l'autrice, fonosimboli) sono un po' la Cenerentola delle descrizioni linguistiche. Menzionate in modo piu o meno marginale, descritte sommariamente, definite in modo non soddisfacente, esse sembrano riunire in sé lo status «tuttofare» degli avverbi tradizionali (v. Crystal 1971, p. 75) e quello di «small change of linguistic currency», molto appropriatamente attribuito da E. Löfstedt alle preposizioni, «particelle» e parole affini (Löfstedt 1959, p. 163). In un termine, sono elementi linguistici che dai parlanti sono sentiti intuitivamente come indispensabili alla normale comunicazione linguistica, ma nello stesso tempo come elementi con cui non si sa che fare, che non trovano un posto adeguato nell'ambito della classificazione linguistica tradizionale. Eppure, anche le interiezioni hanno le loro funzioni, sia nella lingua scritta (nella quale, secondo· Villani 1986, p. 33, sono state maggiormente studiate) che nel linguaggio parlato (in cui hanno valori intraducibili su1 piano della lingua scritta). Prendendo lo spunto dall'interessante e stimolante articolo citat o di P. Villani, abbiamo esaminato il valore pragmatico e testuale delle interiezioni nella prosa in dialetto rovignese, apparsa sui volumi III, VI, VII, X-XII e XIV-XVI dell'antologia «lstria Nobilissima» (si veda la bibliografia), la cui lingua è stata già oggetto di studio in alcuni nostri lavori precedenti. La restrizione alla prosa è dettata dal tema, che è l'analisi degli aspetti comunicativi (pragmatici e testuali).
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Malagnini, Francesca y Irene Fioravanti. "Tra testo, lessico e morfosintassi: analisi descrittiva di testi di italiano L2". Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 de junio de 2022): 181–204. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.79546.

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La competenza testuale, lessicale e morfosintattica rappresentano tre competenze importanti per lo sviluppo e l’apprendimento di una seconda lingua (L2). Se da un lato, la competenza testuale si sviluppa linearmente fin dalle prime fasi dell’apprendimento della L2, altrettanto non si può affermare per la competenza lessicale e morfosintattica. Gli apprendenti L2, infatti, sembrano non individuare gli errori lessicali e a violare le regole di restrizione lessicale. Inoltre, alcuni aspetti morfosintattici, come la selezione delle forme verbali e l’uso di ordini sintattici complessi, sembrano essere problematici per gli apprendenti. Tenendo a mente ciò, il presente contributo indaga il livello testuale, lessicale e morfo-sintattico in testi di apprendenti di italiano di due livelli di competenza linguistica diversi: intermedio e avanzato. Lo scopo dell’analisi è stato quello di delineare i tratti più salienti in ciascuno dei tre piani di analisi sia nel livello intermedio che avanzato, e quanto i due livelli differiscano fra di loro. I risultati hanno mostrato che sia i testi intermedi che avanzati mostrano una buona architettura testuale. Dal punto di vista grammaticale, i due livelli sono caratterizzati dagli stessi errori (p.e., la selezione non corretta delle preposizioni e l’uso dei clitici). Tuttavia, i testi del livello intermedio mostrano una maggior correttezza grammaticale dei testi di livello avanzato. Al contrario, la competenza lessicale risulta superiore nei testi di livello avanzato rispetto ai testi di livello intermedio, suggerendo che gli apprendenti di livello avanzato tendono a dirigersi verso una struttura del testo più comunicativa che corretta grammaticalmente.
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Fernández, Beatriz. "-(K)i hiztegian, eta hiztegiaz harantzago / The suffix -(k)i in the lexicon and beyond". Anuario del Seminario de Filología Vasca "Julio de Urquijo" 47, n.º 2 (18 de mayo de 2018): 211. http://dx.doi.org/10.1387/asju.18681.

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-(K)i morfemari aplikatiboa iritzi izan zaio lan batzuetan (Elordieta 2001, Fernández 2012 2014b beste batzuen artean). Lan honetan, aplikatiboaren hipotesia berrikusiko dut, berez izan ditzakeen zenbait eragozpen tipologiko eztabaidatuz, eta Traski (1981) jarraituz, beste hipotesi berri bat jorratuko dut, hots, -(k)i preposizio bat dela. Bestalde, aditz inflexioan ez, ezbada zenbait aditzen partizipioetan ageri diren beste bi -(k)i morfema ere aztertuko ditut: bat atxiki, eutsi eta jarraiki aditzetan ageri da eta zerikusi estua du -(k)i aplikatibo/preposizioarekin, zeren konfigurazio datibodunetan agertzen da nagusiki, hau da, egiturara datibo bat gaineratuz eta ondorioz, datibo komunztadura ere sartuz. -(K)i hori lexikalizaturik dago, eta horrek azal dezake aditz hauek datiboa hautatzea. Aldiz, bada beste -(k)i izun bat, aditzaren oinarri morfologikoan agertu arren, datibo kasuaren eta komunztaduraren ezarketarekin batere zerikusirik ez duena. -(k)i izunekoak dira eduki zein jakin aditzak, zeinak nagusiki iragankorrak diren eta testu historikoetan, salbuespenak salbuespen (Axular edo Pouvreau adibidez), konfigurazio datibodunetan nekez aurki daitezkeen, batez ere forma sintetikoetan. Alabaina, salbuespenak badira. Horiexek zein mendebaldeko hizkera batzuetan (Gaminde 2004) oraindik ere jaso daitezkeen daukatzut edo dakitzut bezalako forma datibodunak aztertuko ditut lan honetan.
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Fernández, Beatriz y Ane Berro. ""Orhiko xoria Orhin lakhet": izen/adjektibo psikologikoak, gai lokatiboak eta predikazioa / Psych nouns and adjectives, PPthemes and predication (or a leopard cannot change its spots)". Anuario del Seminario de Filología Vasca "Julio de Urquijo" 52, n.º 1/2 (8 de enero de 2019): 253. http://dx.doi.org/10.1387/asju.20202.

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Belleti & Rizzi (1988) lanetik aurrera, asko dira hizkuntzalaritza teorikoak predikatu psikologikoez eman dizkigun irakaspenak, baina ez dira horrenbeste izen edo adjektibo psikologikoek sortzen duten predikazioarekin lotutakoak. Adger & Ramchand-ek (2006) Eskoziako gaelikoaz egindako azterketa da salbuespen horietako bat. Hizkuntza honetan, egoera psikologikoa adierazten duten izenak daude, eta esperimentatzailea eta gaia, izen horiekin batera datozen preposizio sintagmak izaten dira. Euskaraz ere izen eta adjektibo psikologikoak daude, laket adibidez, eta gai lokatiboarekin batera jasotzen dira, hots, postposizio sintagma batekin. Esperimentatzailea, berriz, absolutiboarekin, ergatiboarekin edo datiboarekin marka daiteke egitura zein den. Lan honetan erakutsiko dugunez, gai lokatiboak osagai bakarra osatzen du izen eta adjektibo psikologikoarekin, bai gaelikoz bai euskaraz; ez, aldiz, esperimentatzaileak, zeina Predikatu Sintagma (Bowers 1993) baino goragoko buru bati zor zaion: Aplikatiboari, datiboaz markatzen denean, dela Adger & Ramchand-en Jabetza Aplikatibo burua, dela Pylkkänen-en Goi Aplikatiboa 2008 [2002], eta Boz buruari (Kratzer 1996, Berro 2015) esperimentatzailea ergatiboaz markatzen denean. Lana, Joakin Gorrotxategi irakasleari eskaini nahi diogu. Ez gara ikerkuntza eremu berekoak, baina eremu batetik bestera dagoen aldea gorabehera, hizkuntza da hiruron lurralde miresgarria, eta esaera zaharrak dioen bezala, Orhiko xoria, Orhin lakhet.
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Wylecioł, Ryszard. "ANALISI COMPARATA DEI COSTRUTTI CONCETTUALI [AND + A] E [AND + IN] IN BASE AD ESEMPI SCELTI DELLA LINGUA ITALIANA, SPAGNOLA E FRANCESE: UNO STUDIO COGNITIVO". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 397–419. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17145.

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Lo scopo dell’articolo è una breve analisi cognitiva degli eventi di parola italiani realizzanti un costrutto concettuale [TR + AND + PREP + LM], che a livello superficiale consiste nell’infinito italiano andare seguito da un complemento introdotto da una delle preposizioni italiane a oppure in. Durante la ricerca, diversi modi in cui la scena menzionata si costruisce vengono comparati con esempi analoghi, la cui fonte risiede in altre due lingue romanze, ossia lo spagnolo ed il francese. Riteniamo che questo tipo d’analisi permetta di tracciare sia similitudini che discrepanze nella concettualizzazione della realtà extralinguistica fra gli utenti dei tre sistemi linguistici, che sono apparentemente considerati molto simili. L’analisi viene compiuta sulla base della grammatica cognitiva di R. Langacker, con un focus particolare sulla relazione traiettore-landmark, e sulla teoria della metafora concettuale di M. Johnson e G. Lakoff. Comparative analysis of conceptual constructs [and + a] and [and + in] based on selected examples from Italian, Spanish and French: a cognitive study The article is a brief cognitive analysis of Italian word events realizing a conceptual construct [TR + AND + PREP + LM], which at the surface level consists of the Italian infinitive andare followed by a complement introduced by one of the Italian prepositions a or in. During the research, different ways in which the mentioned scene is constructed are compared with similar examples whose source is in two other Romance languages, namely Spanish and French. This type of analysis allows to trace both similarities and discrepancies in the conceptualization of extralinguistic reality among users of the three language systems, which are apparently considered very similar. The analysis was performed on the basis of R. Langacker’s cognitive grammar with a particular focus on the trajector-landmark relationship, and M. Johnson and G. Lakoff’s theory of conceptual metaphor.
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Urbancic, Anne. "Sassu Frescura, Marina. Interferenze lessicali: Italiano-Inglese/Lexical Interference: Italian-English. Toronto, Buffalo, London: University of Toronto Press, 1984.; Polesini Karumanchiri, Luisa and Jana Vizmuller-Zocco. L’Uso delle preposizioni in italiano/The Use of Prepositions in Italian. Toronto, Buffalo, London: University of Toronto Press, 1984.; Marini, Rossana. Conversiamo in italiano. Third Edition. Scarborough, Ontario: Centennial College Press, 1983Sassu Frescura, Marina. Interferenze lessicali: Italiano-Inglese/Lexical Interference: Italian-English. Toronto, Buffalo, London: University of Toronto Press, 1984. Pp. 172, Paper, $10.00.; Polesini Karumanchiri, Luisa and Jana Vizmuller-Zocco. L’Uso delle preposizioni in italiano/The Use of Prepositions in Italian. Toronto, Buffalo, London: University of Toronto Press, 1984. Pp. 108, Paper, $8.95; Marini, Rossana. Conversiamo in italiano. Third Edition. Scarborough, Ontario: Centennial College Press, 1983. Pp. 257, Paper." Canadian Modern Language Review 45, n.º 4 (mayo de 1989): 740–42. http://dx.doi.org/10.3138/cmlr.45.4.740.

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De Santis, Cristiana. "Far fare qualcosa a qualcuno o da qualcuno? Quando il causativo causa dubbi". XXII, 2022/3 (luglio-settembre), n.º 22 (4 de julio de 2022). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.20792.

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Alcune domande giunte in redazione chiedono se, con la perifrasi causativa del tipo fare + verbo transitivo all’infinito, sia più corretto introdurre l’esecutore dell’azione con la preposizione a o con la preposizione da.
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Coletti, Vittorio. "Da o di: quale preposizione scegliamo?" XXIV, 2023/1 (gennaio-marzo), n.º 24 (22 de febrero de 2023). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2023.27926.

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Coletti, Vittorio. "Da o di: quale preposizione scegliamo?" XXIV, 2023/1 (gennaio-marzo), n.º 24 (22 de febrero de 2023). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2023.27927.

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Palermo, Massimo. "Trascorrere una vacanza <em>in Dolomiti</em>, <em>nelle Dolomiti</em> o <em>sulle Dolomiti</em>?" XXIV, 2023/1 (gennaio-marzo), n.º 24 (20 de enero de 2023). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2023.27900.

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Canneti, Caterina. "Mi sento fortunato di o fortunato a? E se fossi fortunato in?" XX, 2022/1 (gennaio-marzo), n.º 20 (2 de marzo de 2022). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.16703.

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Sono questi i dubbi posti da tre lettori riguardo alla scelta della preposizione a seguito dell’aggettivo fortunato: “sono stato fortunato al test o nel test”? E soprattutto, “mi sento fortunato a conoscerla o di conoscerla”? “Sei fortunato di essere qui o a essere qui”?
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Bonomi, Ilaria. "Costrutti con bisogno marginali nell’italiano odierno". XV, 2020/4 (ottobre-dicembre), n.º 4 (17 de noviembre de 2020). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.5421.

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Sono pervenute da molti lettori domande sulla liceità e il valore di costrutti verbali con il sostantivo bisogno preceduto dalla preposizione di: avere di bisogno, essere di bisogno, fare di bisogno. Quesiti che provengono da diverse zone d’Italia, alcuni dei quali, infatti, interrogano sul carattere regionale di tali costrutti.
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De Roberto, Elisa. "Pretesa a o pretesa di? Nulla a (che) pretendere o nulla da pretendere?" XIX, 2021/4 (ottobre-dicembre), n.º 19 (19 de octubre de 2021). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.11629.

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Alcuni lettori ci chiedono se sia corretto l’uso della preposizione a in dipendenza del sostantivo pretesa (“pretesa alla correttezza”, “pretesa all’esame della domanda”); altri ci sottopongono la locuzione “nulla a pretendere” o “nulla a che pretendere”, propria del linguaggio giuridico: non si dovrebbe dire o scrive “nulla da pretendere”? Infine un lettore esprime dubbi sulla correttezza di espressioni come “gli pretendi (qualcosa)” .
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Setti, Raffaella. "Caduti in/di guerra, in/del mare, sul lavoro: espressioni diverse per tenere viva la memoria su eventi ugualmente tragici". XIII, 2020/2 (aprile-giugno) 13, n.º 2 (21 de abril de 2020). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3310.

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Un lettore ci chiede se sia corretto usare la parola caduti in mare (ormai diffusa nelle espressioni caduti in guerra, in mare, sul lavoro) anche per indicare gli annegati, che effettivamente non muoiono cadendo. Un altro, in occasione dell’inaugurazione a Riccione di un monumento ai caduti del mare, si domanda se sia meglio utilizzare la preposizione del o invece nel mare.
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Carnevale, Paolo. "In punto di diritto". XXII, 2022/3 (luglio-settembre), n.º 22 (15 de marzo de 2016). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.25874.

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Alessandro G., da Pisa, chiede se nel linguaggio giuridico la locuzione in punto debba essere necessariamente seguita dalla preposizione di; Francesco I., da Milano, Valeria P., da Roma e Ivana N., da Napoli, si interrogano se sia più corretto dire in punto o in punta di diritto. Risponde Paolo Carnevale docente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tre.
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"La preposizione da e alcuni suoi corrispettivi polacchi – uno studio cognitivo". Romanica Cracoviensia 17, n.º 1 (2017). http://dx.doi.org/10.4467/20843917rc.17.003.7685.

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"La preposizione su e alcuni suoi corrispettivi polacchi – uno studio cognitivo". Kwartalnik Neofilologiczny, 22 de febrero de 2023. http://dx.doi.org/10.24425/kn.2020.132849.

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Coletti, Vittorio. "Assolviamo il nostro compito: vi rispondiamo". XXI, 2022/2 (aprile-giugno), n.º 21 (19 de abril de 2022). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.17745.

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Molti lettori ci chiedono se il verbo assolvere, nel senso di ‘portare a termine’ sia transitivo o intransitivo: “si assolve un compito” o “a un compito”? Qualcuno chiede se il verbo si possa usare come sinonimo di soddisfare: si può “assolvere una richiesta del cliente”? Un lettore domanda quale preposizione regga assolvere usato nel senso di ‘prosciogliere’: “X è stato assolto dai” o “dei reati a lui ascritti”? Infine ci viene chiesto se il sostantivo inassolvimento, impiegato in testi giuridici per ‘inadempimento’, sia “esistente nella lingua italiana”.
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Paoli, Matilde. "Contagiare e contagiabile*". XVIII, 2021/3 (luglio-settembre), n.º 18 (3 de agosto de 2021). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.10591.

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In questo periodo soprattutto, ma anche in tempi meno recenti, molti lettori si sono rivolti a noi per sciogliere dubbi sul verbo contagiare: i più domandano se contagiare possa avere come oggetto la malattia, il virus (“mi ha contagiato l’influenza”) o anche altro, nel caso di usi figurati (“la pioggia contagia tristezza”); una lettrice ci chiede se l’oggetto del contagio può essere introdotto dalla preposizione di (“contagiare di felicità”); infine un lettore domanda se l’italiano dispone dell’aggettivo contagiabile per ‘soggetto potenzialmente a rischio di contagio’.
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Kwapisz-Osadnik, Katarzyna. "Alla ricerca dell’invariante semantica della preposizione da: un’analisi cognitiva del contesto predicativo". Kwartalnik Neofilologiczny, 22 de febrero de 2023. http://dx.doi.org/10.24425/kn.2019.128412.

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Bachis, Dalila. "Alcuni dubbi su <em>preferire</em>". XX, 2022/1 (gennaio-marzo), n.º 20 (11 de marzo de 2022). http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2022.17708.

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Si può dire “non lo/la preferisco”, “a x gli preferisco y”, “il/la più preferito/a”, “preferire di più”? Preferire è un verbo servile? Che ausiliare richiede? È necessario che a preferire siano sempre associati due termini di paragone? Si usa seguito da preposizioni o senza? Qual è il contrario di preferire?
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"Gli errori nell’uso delle preposizioni in italiano. Uno studio condotto sugli studenti universitari polacchi di livello A2". Kwartalnik Neofilologiczny, 22 de febrero de 2023. http://dx.doi.org/10.24425/kn.2021.137037.

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