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Myszor, Wincenty. ""Ekklesia" i "Kościół" w ujęciu gnostyków II i III wieku". Verbum Vitae 6 (14 de diciembre de 2004): 185–204. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1366.

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Resumen
L’argomento della „Chiesa” nei gnostici puo essere considerato a partire dalle fonti dei polemisti antignostici, anzitutto di Ireneo di Lione e di Tertuliano, e riferendosi agli scritti dei gnostici cristiani, inoltre alle opere originali, ossia ai testi di Nag Hammadi. Le questione „Chiesa” riguarda la societa religiosa, alla quale appartengono i cristiani, e l’interpretazione teologica di questa realta. I gnostici cristiani venivano stigmatizzati dai polemisti come eretici, ma la loro appartenenza alla Chiesa non puo essere in modo conclusivo spiegata. Da una parte soltanto nella polemica con loro si rivelano i confini dottrinali di questa appartenenza, dall’altra i gnostici cristiani stessi non costituivano una societa distinta (fuori della Chiesa), al contrario, si consideravano la piu spirituale parte della Chiesa, („pneumatica”), inserendosi nella piu stretta cerchia della Chiesa. Nell’opinione dei gnostici la gente „della Chiesa”, che veniva definita come gli uomini sensuali („psichici”), nell’appartenenza alla Chiesa si poteva salvarsi, oppure costituiva la sua piu esterna parte, giungendo ad un genere di salvezza inferiore, corrispondente al grado minore dell’appartenenza ad essa. I gnostici svilupparono l'interpretazione teologica della realta ecclesiale nella continuazione dell’idea primitiva cristiana (giudeocristiana) della Chiesa preesistente, esprimendo sia la sua divina ed eterna origine, che la sua destinazione. I gnostici si richiamavano all’idea della Chiesa come „corpo” di Cristo. Per lo sviluppo dell’idea della preesistenza della Chiesa e della sua concezione come „corpo” (eventualmente delle „membra”) di Cristo le nuove fonti nella biblioteca gnostica di Nag Hammadi meritano non solo un’indagine da parte dei storici della Chiesa, ma anche un’attenzione da parte degli esegeti.
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Zatti, Mario. "Quando un "pre-embrione" esiste, si tratta di un altro embrione". Medicina e Morale 40, n.º 5 (31 de diciembre de 1991): 781–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1119.

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L'organismo umano è sempre anche all'inizio dello sviluppo, espressione di vita individuale, e rispondente ai concetti di unità e di definizione rispetto all'altro da sé. È per questo che, quando accidentalmente ha luogo una scissione gemellare, si deve ritenere che la vita dell'organsimo preesistente cessa, e subentrano due nuove vite.
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Ferrigni, Nicola y Marica Spalletta. "I confini materiali e immateriali delle nuove povertà nel territorio di Roma Capitale e gli effetti sui minori". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 2 (septiembre de 2022): 258–76. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002017.

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L'articolo analizza l'impatto multidimensionale della pandemia sul territorio di Roma Capitale, focalizzando in particolare l'attenzione su quei "nuovi poveri", in cima alla cui lista svettano le famiglie con minori. I risultati confermano la crescente esposizione al rischio povertà di questi nuclei familiari, riconoscendo ai minori lo status di "poveri tra i poveri la cui preesistente condizione di fragilità risulta ulteriormente compromessa da una deprivazione tanto economica, quanto immateriale, che investe contemporaneamente la sfera educativa, culturale e relazionale.
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Pastore, Domenico. "Il disegno di un nuovo paesaggio archeologico. Un’analisi grafico-proiettiva del cimitero comunale di Parabita". EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 26, n.º 43 (19 de noviembre de 2021): 124–37. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2021.15525.

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Il cimitero monumentale di Parabita 1, progettato dal G.R.A.U. (Gruppo Romano Architetti e Urbanisti) nel 1967 è un’opera che ha profondamente segnato il panorama architettonico italiano sul finire degli anni ’60. Il progetto fu commissionato al G.R.A.U 2 dall’amministrazione comunale come ampliamento del camposanto ottocentesco esistente, per far fronte alla necessità di dotare l’area cimiteriale di nuovi luoghi di tumulazione, ossari, camera mortuaria e servizi. L’area indicata nei documenti catastali, allegati al incarico di progettazione, si sviluppa a nord del preesistente recinto cimiteriale ed occupa una superficie scoscesa di forma pressoché quadrata disposta ai piedi di un’altura che costeggia il settecentesco Convento degli Alcantarini e congiunge due assi viari (Fig. 1).
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Francesca, Magli, Enrico Guarini y Alberto Nobolo. "Il processo di unificazione del Regno d'Italia e l'armonizzazione dei preesistenti sistemi contabili". CONTABILITÀ E CULTURA AZIENDALE, n.º 1 (octubre de 2013): 63–90. http://dx.doi.org/10.3280/cca2013-001004.

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Pizarro, María José y Óscar Rueda. "Ernesto N. Rogers y la Preesistenza Ambientale en las Escuelas Nacionales de Arte de La Habana". rita_, n.º 3 (abril de 2015): 98–105. http://dx.doi.org/10.24192/2386-7027(2015)(v3)(05).

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Lestuzzi, Chiara. "Quali controlli cardiologici in corso di chemioterapia a rischio di cardiotossicità". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 3 (30 de noviembre de 2020): 174–78. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-5.

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I controlli cardiologici (tipo di esame e tempistica) durante chemioterapia devono essere programmati in base al tipo di cardiotossicità attesa, che è diversa per diversi farmaci (disfunzione ventricolare, ischemia cardiaca, tromboembo-lie, aritmie, ipertensione) ed è anche diversa, per uno stesso farmaco, in base al modo di somministrazione. In caso di riscontro di cardiotossicità è importante valutare l’intento della chemioterapia (curativa o adiuvante/neoadiuvante) prima di suggerirne l’interruzione. L’associazione di adeguate terapie cardiologiche e la programmazione di controlli cardiologici mirati può permettere di continuare alcune terapie salvavita anche in presenza di problemi cardiaci (preesistenti o iatrogeni).
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D’Avino, Stefano. "Comprendre, c’est traduire. Rifl essioni sul complesso rapporto fra archeologia e conservazione". CaieteARA. Arhitectură. Restaurare. Arheologie, n.º 5 (2014): 179–88. http://dx.doi.org/10.47950/caieteara.2014.5.07.

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Il rapporto fra archeologia e conservazione è connesso con i concetti di ‘storia permanente’ e ‘materia signata’; il tema delle integrazioni in campo archeologico risente, del resto, degli sviluppi delle discipline storico-critiche, che mostrano oggi una crescente attenzione ed un apprezzamento verso tutti i livelli di stratifi cazione presenti sulle strutture antiche. Il progetto di restauro di un’architettura ridotta in frammenti si confi gura infatti come atto di interpretazione e traduzione. L’intervento sul testo lacunoso può pertanto giungere a soluzioni à l’identique, operazioni progettuali che perseguono una fi guratività architettonica simile all’originaria, ovvero confi gurarsi, negli esempi più convincenti, come un esercizio di reintegrazione in cui la permanenza della preesistenza è garantita dall’adozione di elementi formali francamente contemporanei e caratterizzati da una ricercata compatibilità e revesibilità; operazione in cui coesistono criticamente ‘dimensione estetica’ e rispetto del testo originario.
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Camporeale, Rosalia, Leonardo Caggiani y Michele Ottomanelli. "Equità e accessibilità nella pianificazione della mobilità sostenibile". TERRITORIO, n.º 99 (agosto de 2022): 32–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099005.

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Una sfida molto sentita nell'ambito della mobilità sostenibile è quella di pianificare e operare servizi equi da un punto di vista sia geografico che sociale. Le nuove forme di mobilità, infatti, possono esacerbare le disuguaglianze preesistenti nell'accesso ai sistemi di trasporto pubblico escludendo alcune aree urbane quali ad esempio i quartieri a basso reddito o quelli più lontani dal centro città, ovvero proprio laddove i residenti potrebbero beneficiare maggiormente di un nuovo servizio. L'obiettivo di questo lavoro è inquadrare questi aspetti e discuterli alla luce degli studi più recenti, profilando gli aspetti chiave da approfondire sia nella ricerca scientifica così come da parte dei professionisti della pianificazione.
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Guzzo, Pier Giovanni. "Le fondazioni greche di Magna Grecia e di Sicilia in rapporto con gli insediamenti indigeni preesistenti". Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico, n.º 18 (18 de julio de 2022): 47–72. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/18098.

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Le fondazioni greche di Magna Grecia e di Sicilia in rapporto con gli insediamenti indigeni preesistenti. Si discutono i modelli mentali ellenici, ricavati dalle fonti letterarie, relativi alle forme delle fondazioni in Occidente. Si ritiene che tali fondazioni siano state operazioni condotte dalle poleis e non da privati. Si confrontano le strutture, archeologicamente note, delle fondazioni greche occidentali con quelle degli insediamenti indigeni. La mancanza di condizionamenti territoriali e cultuali, insieme alla impostata regolarità dei lotti agricoli, ha condotto a forme urbanistiche che, dalle poleis occidentali sono state imitate in Grecia propria. The Greek foundations of Magna Graecia and Sicily are discussed in relation to the pre-existing indigenous settlements: the Hellenic mental models, as drawn from literary sources, in relation to the forms of foundations in the West. Evidence indicates that these foundations were operations conducted by the poleis and not by private individuals. The archaeologically known structures of western Greek foundations are compared with those of the indigenous settlements. The lack of territorial and religious conditions, together with the set regularity of agricultural lots, led to urban planning forms that derived from the western poleis and were imitated on the Greek mainland.
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Bagliani, Marco, Elisa Bignante, Egidio Dansero, Angela Fedi y Stefano Menegat. "Cambiamenti climatici e ondate di calore in ambito urbano. Temi, problemi e vissuti della cittadinanza nel caso torinese". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 2 (mayo de 2022): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13796.

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Gli eventi estremi sono uno degli esiti del cambiamento climatico con maggiori implicazioni per il vissuto delle persone. L'articolo indaga l'impatto delle ondate di calore nei contesti urbani, con un'analisi di caso studio. L'analisi intrapresa con il progetto "RicercaEventi Estremi a Torino" si è basata su 120 interviste semi-strutturate agli abitanti di due quartieri periferici. I risultati hanno messo in luce tendenze già rilevate nella letteratura internazionale, in particolare la percezione delle ondate di calore come fenomeni aggravanti preesistenti condizioni di precarietà. I risultati evidenziano anche come aspetti culturali e psicosociali siano fattori chiave per la vulnerabilità dei contesti locali alle ondate di calore.
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Valente, Ilaria. "La rigenerazione dei tessuti urbani marginali: costruire un percorso di ricerca tramite sperimentazioni progettuali". TERRITORIO, n.º 59 (noviembre de 2011): 66–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059011.

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La ricerca progettuale che il testo introduce affronta la questione del grado di trasformabilitŕ dei tessuti, della loro demolizione, manutenzione, costruzione, consolidamento. Si intende argomentare la possibilitŕ di operare tramite una pratica di rigenerazione del margine urbano ‘aperta' e integrabile, sorretta da una consapevole e orientata descrizione del contesto a cui ancorare puntuali scritture progettuali. Gli interventi dei Dottorandi in Progettazione Architettonica e Urbana propongono alcuni modi di interpretare il tema della rigenerazione e alcune soluzioni parziali da cui muovere verso approfondimenti e comparazioni. Si tratta di strategie di intervento architettonico puntuali e tra di loro integrabili applicate al margine Ovest di Milano, dove si intende ricostituire tramite inedite connessioni la tessitura del costruito, degli spazi aperti, delle tracce preesistenti.
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Deiana, Luca, Maria Letizia Lai, Stefano Pili, Maria Luisa Altana y Stefano Mariotti. "Documentazione ecografica della comparsa di un carcinoma papillare della tiroide variante sclerosante diffusa in una giovane paziente con preesistente tiroidite autoimmune". L'Endocrinologo 19, n.º 1 (14 de diciembre de 2017): 50–51. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-017-0378-z.

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Senna, Paolo. "Quasi “una cosa sola”: Ragazza che precipita di Dino Buzzati fra racconto e immagine dipinta". Quaderns d’Italià 26 (3 de diciembre de 2021): 199–214. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.500.

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La relazione tra parola e immagine in Buzzati si esprime con i tratti di un marcato polimorfismo che prevede un ventaglio cospicuo di possibilità realizzative: da parole o blocchi di testo inseriti in quadri e disegni, a veri e propri rifacimenti in pittura di nuclei narrativi omogenei precedentemente trattati in un testo scritto o, viceversa, rielaborazioni in chiave narrativa di immagini preesistenti. Tra i diversi casi di tali “riscritture” o “rifacimenti”, Ragazza che precipita appare significativo per osservare da vicino l’officina buzzatiana. Al racconto, uscito in prima istanza sul Corriere della Sera nel 1960 (e da qui ripreso in Il colombre nel 1966), Buzzati fece seguire nel 1962 un dipinto dal medesimo titolo. L’articolo presenta un’analisi sinottica delle due realizzazioni evidenziandone le sovrapposizioni e i significativi scostamenti, ponendo in evidenza i valori costitutivi e i richiami intertestuali.
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Eleuteri, Stefano, Roberta Rossi, Francesca Tripodi y Chiara Simonelli. "Attivitŕ sessuali online (aso): nuove frontiere e nuovi rischi dell'utilizzo di internet per scopi sessuali". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (diciembre de 2013): 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2012-002005.

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Sempre piů persone utilizzano Internet per attivitŕ sessuali online e il fenomeno č in crescente aumento. Negli ultimi anni, č inoltre emerso un importante doppio legame tra la sessualitŕ e questo nuovo strumento, dove da un lato la tecnologia ha dato un significato diverso ai comportamenti sessuali preesistenti e dall'altro la stessa sessualitŕ ha diretto la costruzione e l'utilizzo di Internet per renderlo sempre piů adatto alle esigenze degli utenti. Questa nuova rivoluzione sessuale ha prodotto aspetti positivi e negativi, costituendo un arricchimento e miglioramento del funzionamento sessuale ma anche un'opportunitŕ ulteriore per condotte criminali, negative e pericolose. Una piů approfondita comprensione della sessualitŕ online risulta dunque importante per coloro che lavorano nel campo psicologico e sessuologico. In questo articolo gli Autori cercano pertanto di offrire una panoramica quanto piů possibile esaustiva di tale fenomeno, delineandone le motivazioni e le possibili conseguenze.
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Barberis, Eduardo y Domenico Carbone. "Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione. Un'introduzione". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 160 (agosto de 2021): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160002.

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Questo contributo introduce il numero monografico su "Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione". La prima parte ricostruisce il contesto dell'introduzione di misure neoliberali nelle logiche di funzionamento delle pubbliche amministrazioni, definendo le caratteristiche di fondo del New Public Management ed individuando sia la loro rilevanza per i sistemi di istruzione, sia la necessità di non considerare la governance neoliberale come l'unico fattore trasformativo per le professioni e le organizzazioni educative. La seconda parte si concentra sugli effetti degli ingredienti manageriali nelle pratiche professionali, ove appunto le ricette neoliberali si inseriscono su modelli organizzativi preesistenti. La terza parte pone l'attenzione sui risvolti relativi all'identità professionale dei lavoratori e delle lavoratrici dell'istruzione, in particolare sul tema della frammentazione delle professioni e della responsabilizzazione individuale. Infine, vengono introdotti i contributi che fanno parte della special issue.
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Giovannini, Alessandro y Jean-François Jamet. "MATCHING ACCOUNTABILITY WITH INDEPENDENCE: THE ECB’S EXPERIENCE". Il Politico 252, n.º 1 (22 de junio de 2020): 103–21. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.300.

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L’accountability della BCE comprende i vari canali attraverso i quali essa è chiamata a dimostrare di agire in conformità con il suo mandato. Il presente articolo si concentra principalmente su uno di questi canali - la responsabilità democratica. È tuttavia importante tenere presente che questi diversi canali si rafforzano a vicenda. Inoltre, nel discutere il quadro di responsabilità della BCE, l’attenzione principale è rivolta alle funzioni di banca centrale, piuttosto che di vigilanza. Coerentemente con il ruolo decisivo che ha svolto nella crisi, la BCE è stata sottoposta a un maggiore controllo. Il quadro di responsabilità preesistente ha consentito tale maggiore controllo e ha quindi dimostrato la sua solidità. Ciò che è cambiato, in effetti, non è il quadro di responsabilità previsto dal diritto primario, ma l’uso esteso delle sue possibilità. E l’evidenza dimostra che la BCE si confronta favorevolmente con le banche centrali. La responsabilità della BCE continuerà comunque ad essere oggetto di dibattito, visti i vari equilibri possibili sul ruolo dei vari stakeholder, l’intensità del controllo e l’interazione tra i vari canali di responsabilità. Tutti fattori fondamentali per garantire un’interazione di alta qualità nell’adempimento degli obblighi di responsabilità della BCE.
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Testa, Carlo. "Per una traduzione multidimensionale della poesia: “Notte, strada, lampione, farmacia” di Aleksandr Blok tra esistenzialismo e simbolismo". Quaderni d'italianistica 34, n.º 1 (22 de julio de 2013): 217–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19880.

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Questo articolo propone al pubblico di lingua italiana una nuova traduzione in verso e rima, commentata e ragionata, della classica poesia blokiana “Notte, strada, lampione, farmacia,” anche nota come Danza macabra II (1912), tratta dalla raccolta Un mondo terribile (Strashnyi mir). La mia proposta viene presentata analiticamente attraverso un confronto puntuale con quattro preesistenti traduzioni in italiano: in primo luogo quella di Renato Poggioli, ne Il fiore del verso russo (1949), e successivamente quelle di Angelo Maria Ripellino (1975), Bruno Carnevali (1977) e Sergio Pescatori (1981). La caratteristica precipua di questa mia proposta è la presentazione di una traduzione poetica, ovvero una traduzione “multidimensionale” che nella lingua destinataria conservi, oltre ovviamente ad un massimo possibile della dimensione semantica (il “senso” strettamente letterale), anche tratti di verso e rima quanto più possibile simili a quelli che il testo di partenza possiede nella propria veste originale.
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Bazzoli, Nico, Eduardo Barberis, Domenico Carbone y Joselle Dagnes. "La didattica a distanza nell'Italia diseguale. Criticità e differenze territoriali durante la prima ondata C". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 3 (septiembre de 2021): 36–58. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12531.

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Le misure intraprese dal governo italiano per il contenimento della prima ondata Covid-19 hanno avuto importanti ricadute sul mondo della scuola. Il diffuso ricorso alla didattica a distanza (DAD), pur avendo permesso un certo grado di continuità didattica in una situazione emergenziale, è stato accompagnato da numerose criticità che si sono innestate sulle condizioni di vulnerabilità preesistenti. Considerando le importanti disuguaglianze territoriali che caratterizzano il contesto nazionale, questo lavoro approfondisce alcuni impatti dell'implementazione emergenziale della DAD tra le regioni italiane. L'articolo fornisce misura delle relazioni tra alcuni elementi di divario territoriale e una serie di criticità – tra cui i livelli di partecipazione e le problematiche di apprendimento degli studenti, le principali difficoltà riscontrate dagli insegnanti e il loro grado di soddisfazione – che sono state rilevate attraverso una web-survey somministrata a un campione di oltre 3.000 insegnanti.
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Bianchi, Giovanna. "Tecniche costruttive e forme di potere nella Toscana sud-occidentale (secc. VIII-XIV)". Arqueología de la Arquitectura, n.º 4 (30 de diciembre de 2005): 47. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2005.75.

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Nell’articolo si tratta l’analisi delle tecniche murarie desunta da dati provenienti da ampi progetti di indagine archeologica svolti in ambito rurale nella Toscana occidentale dalla metà degli anni Novanta dello scorso secolo ad oggi. Nel testo si esaminano i cambiamenti dei modi di edificare a partire dall’edilizia in legno dei primi abitati di altura di VII-VIII secolo, sino agli insediamenti più strutturati di seconda metà VIII e IX secolo, caratterizzati da un primo uso della pietra e dalla presenza di maestranze specializzate. In seguito si analizza la più complessa organizzazione del cantiere propria della costruzione dei castelli di XI e XII secolo in rapporto ai poteri politici ed economici delle nascenti signorie territoriali. Un differente uso delle tecniche costruttive caratterizza la successiva formazione di nuovi borghi tra XIII e XIV secolo, spesso impiantati sui preesistenti castelli, legati ai locali organismi comunali, soggetti all’influenza politica ed economica di Pisa in questo territorio.
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Conca, Messina Silvia A. "Crescita e trasformazioni tra etÀ moderna e rivoluzione industriale. Nuove prospettive di storia economica dell'Europa". SOCIETÀ E STORIA, n.º 133 (octubre de 2011): 551–608. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-133006.

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L'articolo presenta una rassegna del dibattito internazionale sui fattori della crescita economica nell'Europa moderna e durante la rivoluzione industriale, soffermandosi in particolare sui risultati delle ricerche relative alla tecnologia, le istituzioni, il modello malthusiano, l'energia, le stime di crescita del PIL, mostrando che secondo la gran parte della piů recente storiografia - sebbene non tutta - la rivoluzione industriale non fu un fenomeno improvviso, ma l'accelerazione di dinamiche preesistenti sin dall'etÀ moderna. Tale orientamento č stato contestato dalla California school, che ha enfatizzato le "sorprendenti somiglianze" tra le aree piů avanzate dell'Europa e dell'Asia e sostenuto che la "grande divergenza" in termini di ricchezza e di potenzialitÀ non si manifesta prima dell'ottocento, sospingendo gli studi verso una prospettiva piů comparativa e globale. Le ricerche degli ultimi anni, perň, hanno nel complesso confermato che il divario tra oriente e occidente trova le sue radici nell'espansione europea dell'etÀ moderna, nelle sue istituzioni, nella sua cultura scientifica e tecnica, e nella crescente specializzazione della sua economia.
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Zanutto, Alberto y Enrico Maria Piras. "Al "gran ballo" delle Ict in ambito sanitario: la presentazione del sistema Phr". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 122 (junio de 2011): 235–46. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122017.

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Il paper affronta nello specifico il processo di presentazione di una innovazione Ict, applicata al sistema sanitario, che mette i pazienti al centro di un nuovo dispositivo di archiviazione e gestione dei dati sanitari. Un sistema che in letteratura viene definito Personal Health Record (Phr). La Phr si presenta come una innovazione tecnologica che ridefinisce il ruolo del cittadino nei confronti del sistema sanitario tradizionale. Il cittadino, infatti, non viene più considerato qui come l'oggetto descritto nei documenti scambiati tra medici, quanto piuttosto l'attore maggiormente interessato al fluire delle proprie informazioni sanitarie nella rete dei curanti, al fine di assicurarsi la migliore assistenza possibile. L'attivitŕ di campo, durata circa due anni, ha permesso di ricostruire e analizzare la transizione che ha visto questa tecnologia passare dall'enunciazione iniziale alla concretezza tangibile della sperimentazione. Attraverso la metafora del "presentarsi in societŕ", vicenda tipica dei ricevimenti e dei balli organizzati dai ceti nobili nell'epoca moderna, si cerca di riflettere su come i sistemi Ict di nuova concezione affrontino l'arena eterogenea dei sistemi informativi residenti e si intersechino con altri sistemi preesistenti dotati di specifiche "capacitŕ" politiche.
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Acconcia, Giuseppe. "Reddito di cittadinanza: le esperienze dei "burocrati di strada" durante la pandemia di covid-19 in veneto". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 2 (noviembre de 2022): 13–22. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002002.

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A partire dagli studi sull'implementazione del Reddito Minimo in Italia, l'articolo osserva il ruolo dei "burocrati di strada" a livello locale nell'aumentare le capacità di implementazione delle politiche del Reddito di Cittadinanza (Rdc) nel contesto della governance multilivello. L'obiettivo è verificare quanto i Servizi di Supporto all'Impiego abbiano innescato maggiori capacità amministrative e processi di innovazione sociale nell'implementazione del Rdc. L'ipotesi di ricerca è stata testata da un'indagine sul campo che ha incluso 44 interviste semi- strutturate a stakeholder regionali, "burocrati di strada" e professionisti dell'assistenza sociale nel Veneto Nord-orientale, impegnati nell'implementazione del Rdc in un contesto di emer- genza e a fronte di persistenti esigenze di maggiore integrazione con altri attori locali. Si rileva che la pandemia di Covid-19 ha fornito ai "burocrati di strada" l'opportunità di sperimentare nuovi mezzi e strumenti tecnologici nella fase iniziale del processo di implementazione delle politiche di Rdc, facendo emergere una potenziale maggiore capacità di coordinamento, inte- grazione e flessibilità del lavoro, solo in parte già presente nel quadro delle politiche del lavo- ro preesistenti (ad es., il Reddito di Inclusione - Rei).
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Parrini, Iris. "La fibrillazione atriale durante chemioterapia. Quale terapia anticoagulante?" CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 2 (31 de julio de 2022): 67–73. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-9.

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La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia sopraventricolare più comune nella popolazione generale con un aumento dell’incidenza con l’età. La FA può preesistere nei pazienti dopo una diagnosi di cancro o insorgere in pazienti con cancro attivo. La concomitanza tra FA e cancro ha portato a selezionare il trattamento anticoagulante valutando rischio e benefico di una profilassi tromboembolica. Il dilemma più rilevante è non solo il rischio trombotico, ma particolare attenzione si deve porre al rischio di sanguinamento correlato al tipo e stadio del tumore, alle interazioni con chemioterapici, alla diatesi emorragica e alla trombocitopenia. Il processo decisionale nella scelta della terapia anticoagulante per la prevenzione del tromboembolismo nei pazienti con cancro attivo e fibrillazione atriale resta impegnativo, rimanendo una sfida per il clinico. Le eparine a basso peso molecolare (EBPM) hanno indicazioni specifiche, il trattamento con warfarin rimane difficile mentre gli anticoagulanti orali diretti (DOAC) sono promettenti ma sussistono molte problematiche aperte. Lo scopo di questa review è quello di valutare la scelta della terapia anticoagulante nei pazienti con cancro attivo e FA.
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Del Re, Alisa. "Lavorare da casa, lavorare in casa". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 1 (junio de 2021): 55–65. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001005.

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Durante questa pandemia da Sars-Cov2 abbiamo vissuto trasformazioni del modo di vivere e di produrre che da emergenziali sono divenute rapidamente strutturali. Il confinamento ha se-gnato il definitivo ingresso in un'era digitale, con le sue specifiche forme di sfruttamento, controllo e sorveglianza in un quadro di welfare insufficiente, connotato da una debolezza dei servizi pubblici, dagli ospedali alla sanità territoriale, dalla scuola fino all'università. Si è in-staurato un paradigma tecnologico, di cui si vedevano le avvisaglie già prima della pandemia, con un'accelerazione sconcertante. Questo ha acuito diseguaglianze economiche e sociali, raz-ziali e di genere preesistenti. Ma ha fatto anche scoprire la casa come terreno di scontro tra corpi "produttivi" e corpi deboli, luogo di lavoro non più separato tra produzione e riprodu-zione. L'emergere della consapevolezza della sostanziale necessità del lavoro riproduttivo, tradizionalmente attribuito alle donne, richiede una diversa visione sociale del welfare, una diversa organizzazione sociale del territorio e delle abitazioni, nonché una riqualificazione salariale di quello che molti chiamano "lavoro di cura", riducendone inoltre i tempi infiniti e ridi-stribuendoli socialmente. Parole chiave: lavoro riproduttivo, smart working, pandemia, welfare, donne
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BROOKE, JOHN HEDLEY. "SCIENCE AND THE SECULARISATION OF KNOWLEDGE: PERSPECTIVES ON SOME EIGHTEENTH CENTURY TRANSFORMATIONS". Nuncius 4, n.º 1 (1989): 43–65. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00022.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>Il presente articolo intende mettere in luce la complessità dei legami tra l'innovazione scientifica ed il progresso sociale abitualmente indicato dal termine « secolarizzazione ». Vengono delineati i contrasti tra Boyle e Priestley, tra Newton e Laplace, tra Burnet e Hutton, tra Ray e Lamarck, allo scopo di illustrare le trasformazioni concettuali compiute durante l'illuminismo. Ogni trasformazione rappresenta ciò che potremmo chiamare una secolarizzazione della conoscenza. L'autore sostiene, comunque, che va stabilita una distinzione critica tra la secolarizzazione interna alla scienza e la scienza come agente della secolarizzazione. L'importanza di tale distinzione è manifesta se si sottolineano le seguenti considerazioni: 1) non vi è polarità semplice tra sacro e « secolare », profano, nelle reazioni all'innovazione scientifica; 2) diversi significati religiosi possono venire attribuiti alla nuova scienza; 3) le scienze molto spesso non fanno altro che mettere in luce conflitti metafisici preesistenti; 4) in quanto risorsa nelle polemiche teologiche, le scienze possono addirittura riflettere, piuttosto che causare, attitudini profane. Riferendosi a studi recenti di Funkenstein, Buckley e Brockliss, l'argomentazione si conclude con il commento di fatti profondamente ironici rilevabili nei legami storici tra scienza illuministica e religione.
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Grippaudo, C., E. G. Paolantonio, G. Antonini, R. Saulle, G. La Torre y R. Deli. "ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 5 (octubre de 2016): 386–94. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-770.

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Il rapporto fra abitudini viziate, respirazione orale e malocclusione è fondamentale in tema di prevenzione e trattamento precoce dei disturbi della crescita cranio-facciale. Infatti così come le abitudini viziate possono interferire negativamente con la posizione dei denti e con il normale pattern di crescita scheletrica cranio-facciale, così l’ostruzione delle vie aeree superiori, con conseguente respirazione orale, cambia il modello di crescita craniofacciale con sviluppo di malocclusioni da moderate a severe. Questo studio trasversale, effettuato su 3.017 bambini applicando il ROMA index, vuole verificare l’esistenza di una correlazione significativa tra abitudini viziate/respirazione orale e malocclusione. Dai risultati emerge che all’aumentare del grado dell’indice aumenta anche la prevalenza di abitudini viziate e respirazione orale, significando che questi fattori sono associati alle malocclusioni più gravi. Inoltre abbiamo riscontrato un’associazione statisticamente significativa fra abitudini viziate e overjet e openbite aumentati, ma non con il morso inverso. Dal lavoro è emerso che la respirazione orale è strettamente correlata ad overjet aumentato, overjet inverso, morso crociato, openbite e displacement. Riteniamo quindi che abitudini viziate e respirazione orale, rientrando fra i fattori di rischio di malocclusione, vadano intercettati e corretti precocemente per prevenire lo sviluppo di malocclusioni o il peggioramento di quelle preesistenti.
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Lacquaniti, A. y M. Buemi. "Nefropatia da mezzodi contrasto: il parere del Nefrologo". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 2 (26 de enero de 2018): 6–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1129.

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La nefropatia da contrasto (CIN) rappresenta oggi la terza causa di insufficienza renale acuta (AKI) in pazienti ospedalizzati, condizione da ricondurre a un incremento dei pazienti che si sottopongono a procedure radiologiche interventistiche richiedenti la somministrazione intravascolare di mezzi di contrasto iodati (ICM). Bisogna inoltre considerare un incremento di soggetti con fattori di rischio quali l'età avanzata, una preesistente patologia renale, scompenso cardiaco, infarto del miocardio, diabete mellito. Si considera CIN la presenza di un incremento assoluto (= 0.5mg/dL) e relativo (= 25%), rispetto ai valori basali, della creatinina sierica (sCreat) a 48–72 ore dall'esposizione dell'ICM. È noto però come in pazienti con variazioni acute del filtrato glomerulare (GFR), sCreat è un marker dotato di poca sensibilità e specificità diagnostica. Infatti, il 25–50% dell'incremento della creatinina, con alto valore predittivo di CIN, si verifica più frequentemente solo 24 ore dopo la somministrazione dell'ICM. Negli ultimi anni, sono stati condotti studi non solo al fine di identificare nuovi biomarcatori, ma anche per valutare eventuali strategie terapeutiche preventive. La somministrazione endovenosa di soluzione salina allo 0.9% è ampiamente accettata come terapia profilattica di CIN. Diversi sono inoltre gli studi condotti che prevedono la somministrazione di bicarbonato di sodio o di N-acetilcisteina (NAC). Purtroppo molti studi mancano di potenza statistica o sono basati su diverse definizioni di CIN. Ciò ha determinato la mancanza di linee guida universali accettate dai radiologi, nefrologi, cardiologi o da altre figure professionali coinvolte. Sono quindi necessari ulteriori studi al fine di validare i risultati sino ad ora ottenuti, specie utilizzando marcatori dotati di maggiore potere diagnostico e prognostico rispetto alla creatinina sierica, quali NGAL, Cistatina C e KIM-1.
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Gallina, Annita. "Note a margine di uno scritto. William Ronald Dodds Fairbairn: "La rimozione e il ritorno degli oggetti cattivi (con particolare riferimento alle ‘nevrosi di guerra')"". PSICOANALISI, n.º 2 (diciembre de 2021): 37–53. http://dx.doi.org/10.3280/psi2021-002003.

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L'autrice commenta, in chiave storico-critica, il lavoro di William Ronald Dodds Fairbairn, scritto dopo l'esperienza avuta con pazienti affetti da disturbi psichici, conseguenti ai traumi subiti nel corso del secondo conflitto mondiale. Attraverso l'analisi del lavoro condotto da Fairbairn, con pazienti traumatizzati, viene mostrato come lo stesso giunse a formulare impor-tanti osservazioni intorno alla patologia schizoide e alla psicologia delle relazioni oggettuali. Quest'ultima innovativa concezione condusse alla stesura di un modello del funzionamento mentale organizzato intorno a strutture dinamiche operanti all'interno dell'Io/Sé. Attraverso l'attuarsi di processi di incorporazione, scissione e rimozione dell'oggetto materno, secondo la concezione di Fairbairn, si andava costituendo un Io frammentato impegnato in un proliferare di relazioni interne con oggetti compensatori. Metafora clinica che, a tutt'oggi, ben si presta a fornire un'interpretazione della patologia schizoide e che condusse alla creazione di un modello strutturale delle relazioni a fianco del preesistente modello pulsionale. La considerazione che la psicopatologia fosse un riflesso delle interferenze e difficoltà delle relazioni con gli altri e non la risultante di un conflitto inconscio tra impulsi tesi alla ricerca di piacere, apriva inoltre a nuove reinterpretazioni. Allo stesso modo la concezione di un Io, fornito di energia propria che persegue l'oggetto e non il piacere, conduceva a un modello di sviluppo che considerasse le vicissitudini della relazione materno infantile; sino a giungere alla concezione di Fairbairn, se-condo la quale, le esperienze traumatiche, avvenute durante l'infanzia, inducendo privazione esiterebbero in una condizione dove il non riuscire a sentirsi amati come persone condurreb-be a un sovrainvestimento in un mondo interno a discapito di relazioni di dipendenza, senza le quali non è possibile alcuno sviluppo
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Seferiades, Seraphim. "POLARIZZAZIONE PARTITICA E NON-PROPORZIONALITÀ ELETTORALE IN GRECIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 16, n.º 3 (diciembre de 1986): 401–37. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016166.

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IntroduzioneQuesto saggio si propone di esaminare l'evoluzione del sistema partitico greco nel dopoguerra. Anche se rappresentano solo un subsistema del sistema politico, i partiti assolvono indubbiamente una cruciale funzione di intermediazione fra società e governo e sono, dunque, estremamente importanti per comprendere il rendimento del sistema nel suo complesso. Cionondimeno, fino ad epoca molto recente essi sono stati quasi del tutto trascurati dalla moderna storiografia greca; e non si rischia di esagerare affermando che a tutt'oggi non esiste alcuna ricerca sul sistema partitico in quanto tale, cioè visto come un insieme integrato di attori le cui interazioni concrete e tipizzate sono in grado di influire su altri ambiti, o altri subsistemi, della polity. Se non proprio ignorati del tutto, i partiti sono stati abitualmente confinati in un ruolo reattivo e in nessun caso considerati capaci di strutturare le tensioni sociali. Da questo punto di vista, la Grecia si può considerare un esempio per antonomasia di ciò che Sartori ha chiamato « riduzionismo sociologico », ed è appunto contro questa tendenza che si rivolge il presente lavoro. D'altro canto, con ciò non intendo naturalmente sostenere che i partiti abbiano il potere di creare dal nulla e introdurre nella società civile conflitti non preesistenti nel suo seno. Ma, certo, la natura della competizione interpartitica come tale è un fattore che influisce sull'andamento di questi conflitti e può contribuire ad acuirli o a smorzarli.
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Pelliccioli, G. P., P. Chiarini, P. Floridi, F. Leone, M. Franceschini, E. Todeschini y M. Zampolini. "Riorganizzazione plastica cerebrale post-ictus". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 1 (febrero de 2000): 99–104. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300118.

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Lo sviluppo delle moderne tecniche di immagini non invasive ha determinato un notevole progresso nelle conoscenze del recupero funzionale dopo ictus, potenzialmente di grande utilità per la messa a punto di programmi terapeutici e riabilitativi. Diversi meccanismi sono stati proposti, quali l'attivazione di vie derivanti dalle aree corticali motorie omolaterali al lato paretico, il reclutamento di aree corticali adiacenti alla lesione, il rinforzo di circuiti neuronali preesistenti, lo stabilirsi di nuove connessioni a livello sinaptico. Considerati i dati contraddittori della letteratura, abbiamo effettuato un studio mediante Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) con lo scopo di definire meglio il ruolo delle proiezioni omolaterali e i fenomeni di riorganizzazione plastica post-ictale delle aree corticali motoria primaria (M1), premotoria laterale (PML) e supplementare motoria (SMA). Sono stati studiati 14 pazienti con pregresso ictus ischemico sottocorticale in buon recupero funzionale, 7 con emiparesi destra e 7 con emiparesi sinistra, ad una distanza mediana di 61 giorni dall'evento ischemico. I risultati hanno evidenziato durante il movimento della mano paretica un'attivazione bilaterale della M1 ed in misura minore delle PML e SMA, mentre si è registrata un'attivazione controlaterale più selettiva durante il movimento della mano sana. I dati sembrerebbero dimostrare che una maggiore attivazione delle aree motorie corticali omolaterali alla lesione sia un importante meccanismo di compenso al danno funzionale conseguente ad ictus non solo nella fase postacuta ma anche nella fase di stabilizzazione.
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Miller, Robert W. "Genes, Syndromes, and Cancer". Pediatrics In Review 8, n.º 5 (1 de noviembre de 1986): 153–58. http://dx.doi.org/10.1542/pir.8.5.153.

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Children are not equally susceptible to cancer. Some are at high risk, as recognized clinically and epidemiologically. Laboratory studies of these children and their neoplasms have recently provided new understanding of human carcinogenesis, which would not have come from animal experimentation alone. Certain mechanisms are proving to be the same for a spectrum of cancers. Hence, from the study of rarities, generalizations are becoming apparent, and they have implications for medical practice. Clinicians have played an important role in this regard, because their observations have led to the recognition of high-risk groups. Sometimes a single case report starts an avalanche of productive research, as when Bruton1 first described congenital X-linked a-γ-globulinemia in 1952. When mechanisms are delineated, strategies can be developed for prevention, early diagnosis, and better treatment. The pediatrician in practice should know the characteristics that put children at high risk of cancer, so the parents can be advised of exposures to be avoided. This will enable the physician to adjust the frequency and nature of examinations to allow detection of neoplasia early when the prospect for cure is greatest. LEUKEMIA Disorders With Preesistent Chromosomal Aberrations Down Syndrome. In 1953 to 1955, individuals with Down syndrome were first noted to have a high frequency of leukemia. The observation was simple: three or four cases were identified within a short time on pediatric wards in Paris, North Carolina, and Minnesota.
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RE, M., M. IACOANGELI, L. DI SOMMA, L. ALVARO, D. NASI, G. MAGLIULO, F. M. GIOACCHINI, D. FRADEANI y M. SCERRATI. "Approccio endoscopico endonasale alla giunzione craniocervicale: l’importanza di preservare o ricostruire l’arco anteriore dell’atlante". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 2 (abril de 2016): 107–18. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-647.

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Riportiamo la nostra esperienza con l’approccio endoscopico endonasale (EEA) in una serie consecutiva di 10 pazienti affetti da lesioni anteriori della giunzione cranio-cervicale. L’obiettivo dello studio è analizzare l’outcome di questi pazienti focalizzando l’attenzione sulla possibilità di preservare o ricostruire l’arco anteriore di C1, quale importante elemento di stabilità della giunzione cranio-cervicale. Dal gennaio 2009 al dicembre 2013, 10 pazienti con patologia della giunzione craniocervicale sono stati operati mediante approccio endoscopico endonasale. Le lesioni trattate includevano 4 casi di non riducibile compressione bulbo-midollare extradurale anteriore della giunzione (secondarie ad artrite reumatoide o anomalie della giunzione), 4 casi di fratture inveterate di C1 o del dente dell’epistrofeo e 2 casi lesioni tumorali. La valutazione clinica pre- e postoperatoria è stata effettuata mediante la scala di Ranawat per i casi di artrite reumatoide e di Nurick per gli altri. Il follow-up radiologico comprendeva invece RM, TC e RX con prove morfo-dinamiche per eventuale preesistente severa instabilità. Dopo l’approccio EEA puro alla giunzione craniocervicale, nessun paziente ha presentato un peggioramento neurologico, né si sono verificate significative complicanze. Al follow-up medio di 31 mesi (range 14-73 mesi), un miglioramento di almeno un livello della classificazione Ranawat o Nurick si è osservato in 6 pazienti mentre gli altri 4 sono rimasti stabili. Il follow-up neuroradiologico ha documentato in tutti i casi un’adeguata decompressione bulbo-midollare, mentre nei casi di frattura di C1 o C2 una regolare fusione ossea delle rime di frattura. Nessun paziente ha presentato segni di instabilità e non è stata pertanto necessaria alcuna procedura di stabilizzazione e fusione posteriore. L’approccio endoscopico endonasale garantisce un’adeguata esposizione delle lesioni antero-mediali della giunzione craniocervicale. Nella nostra serie di pazienti tale procedura ha permesso di preservare o ricostruire l’arco anteriore di C1, evitando quindi una sintesi posteriore e la relativa perdita di movimento rotazionale C0-C2 e l’instabilità subassiale.
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Napoli, Marcello. "Il buttonhole: come trasformare una fistola in un catetere". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 4 (18 de diciembre de 2013): 290–92. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1059.

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La tecnica buttonhole (BT) è un'alternativa alle tecniche standard per l'incannulamento della fistola artero-venosa (AVF). Non è certo se i vantaggi della BT siano superiori ai rischi ad essa associati. Al fine di analizzare la letteratura recente, abbiamo cercato su PubMed le voci “randomized controlled study on buttonhole” e “review of buttonhole cannulation” negli anni tra il Gennaio 2011 e il Novembre 2013. Abbiamo identificato tre studi randomizzati e tre recensioni. Uno studio randomizzato ha mostrato una migliore sopravvivenza delle FAV (100% vs 82%), meno interventi (19% vs 39%) e una minore crescita degli aneurismi preesistenti (23% vs 67%) nel gruppo BT. Un secondo studio ha mostrato un maggior numero di infezioni ed ematomi e una maggiore percezione del dolore nel gruppo BT. Nel terzo studio, non ci sono state differenze nella percezione del dolore e nel tempo di sanguinamento tra il gruppo BT e il gruppo di controllo e sono stati rilevati un maggior numero di ematomi nel gruppo di controllo e un maggior numero di infezioni locali e sepsi nel gruppo BT. Le tre review non hanno mostrato risultati certi riguardo agli end point della BT (percezione del dolore, formazione di aneurismi, tempo di sanguinamento), confermando l'aumentato rischio di infezioni locali e sistemiche. Sulla base di questa analisi, si può concludere che la BT produce un aumento del rischio di infezioni locali e sistemiche senza benefici definiti. Studi recenti suggeriscono di riservare la BT a casi selezionati (vasi particolarmente profondi o tratti troppo brevi). Non si può escludere che ulteriori studi randomizzati e controllati possano produrre un diverso giudizio sulla BT.
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Papa, Anna. "La complessa realtŕ della Rete tra "creativitŕ" dei fornitori di servizi Internet ed esigenze regolatorie pubbliche: la sottile linea di demarcazione tra provider di servizi "content" e di "hosting attivo"". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (noviembre de 2012): 221–53. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002004.

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La Rete Internet si presenta come una realtŕ complessa nell'ambito della quale alla funzione di trasmissione di dati si associano, acquisendo sempre maggiore rilevanza, funzioni legate all'utilizzo diffuso degli strumenti propri della societŕ dell'informazione e della comunicazione. In costante crescita sono anche i soggetti che offrono servizi legati alle funzioni ora citate, in particolare fornitori di connettivitŕ e gestori di applicazioni in grado di consentire la comunicazione e la diffusione in Internet di notizie, opinioni e contenuti. A fronte di una cosě complessa realtŕ, la legislazione nazionale, in linea con la normativa europea, in materia si presenta ancora poco sensibile alle differenziazioni dei ruoli ricoperti dai soggetti operanti in Rete, come fornitori di servizi e come utenti. Essa attribuisce centralitŕ, soprattutto sul piano della responsabilitŕ, all'Internet provider, considerato come il soggetto centrale della fruizione dei servizi Internet, pur nella tripartizione ora prevista dalla normativa nazionale (in ossequio a quella comunitaria) che distingue tra access, caching e hosting. In realtŕ, pur certi dell'importanza dei Service per il funzionamento (e il controllo) della Rete, appare ormai evidente che i fornitori di servizi Internet si presentano come un universo ben piů articolato e dinamico, con prestazioni che vanno a collocarsi nello spazio creato dalla Rete e non semplicemente nella funzione di trasmissione o conservazione dei dati immessi o prodotti. Una prima importante conseguenza č la difficoltŕ di distinguere tra "hosting" e "content" provider. Sono soprattutto questi ad essersi molto evoluti negli ultimi anni. Nel saggio ne vengono forniti tre esempi: siti istituzionali, gestori di piattaforma e curatori di luoghi di discussione. In assenza di una regolamentazione normativa, a livello europeo e nazionale, la giurisprudenza sta cercando di individuare un punto di bilanciamento tra i diversi interessi coinvolti che tenga conto delle caratteristiche e del carattere innovativo della Rete rispetto ad esperienze e contesti preesistenti. Appare tuttavia evidente che l'azione giurisprudenziale da sola non č in grado di stabilizzare e di dare affidabilitŕ ad un comparto che necessita invece di regole, frutto di una riflessione condivisa, idonee a garantire una operativitŕ "regolata", rispettosa dei diritti individuali, della concorrenza ma nel contempo capace di assecondare la profonda innovazione dell'informazione e della comunicazione che la Rete sta realizzando
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Pezzolla, Angela, Federica Pezzuto, Serafina Lattarulo, Graziana Barile, Marialessia Milella, Domenico Piscitelli, Mariagrazia Fiore, Gennaro Fabiano y Nicola Palasciano. "Adenocarcinomi del digiuno in maschi adulti con preesistenti malattie intestinali non neoplastiche". Chirurgia 30, n.º 1 (noviembre de 2016). http://dx.doi.org/10.23736/s0394-9508.16.04551-4.

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Oliveira, Arthur Aires de, Danilo José Silva Moreira, Jhon Allyson Sena Pimentel, Pedro Henrique de Magalhães Costa, Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias, Maria Helena Mendonça de Araújo, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, Keulle Oliveira da Souza y Amanda Alves Fecury. "Analisi dei principali fattori di rischio preesistenti nei pazienti con diagnosi di COVID-19 ad Amapá, Amazônia, Brasile". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 1 de julio de 2021, 56–72. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/rischio-preesistenti.

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Covid-19 (Coronavirus Disease 2019) è un’infezione causata dal virus SARS-CoV-2, con i primi casi segnalati a dicembre 2019 a Wuhan City. È stato scoperto che nei pazienti con comorbilità, c’è un rischio più elevato di complicanze e mortalità in caso di infezione. La malattia è stata considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2020 come un’emergenza di salute pubblica e, in Brasile, il Ministero della Salute ha implementato misure per il monitoraggio epidemiologico dei casi registrati nelle diverse unità federative del paese. Tra questi, Amapá assume alti livelli di incidenza e mortalità. Questo studio mira ad analizzare i principali fattori di rischio precedenti riscontrati nei pazienti con COVID-19 nello stato di Amapá. Per questo, i dati secondari disponibili nel Pannello Coronavirus Amapá sono stati utilizzati attraverso una ricerca condotta il 22 maggio 2020. Sulla piattaforma sono stati raccolti dati sul numero di pazienti a cui è stato diagnosticato covid-19, nonché sul numero di decessi dovuti alla malattia, con valutazione congiunta in ogni argomento di comorbilità riscontrata. Dopo aver raggruppato questi dati in fogli di calcolo di Microsoft Excel, è stata eseguita un’analisi quantitativa e descrittiva di questi dati. Nello Stato, un totale di 28.927 pazienti con diagnosi di COVID-19 sono stati registrati fino al giorno della raccolta. Circa l’1,31% (378 casi) di questi aveva un fattore di rischio che poteva suscettibili loro di sviluppare complicazioni derivanti dal COVID-19, con diabete e malattie cardiache croniche che erano le condizioni con il maggior numero di record. Sempre nello stato di Amapá, sono stati trovati 420 decessi in pazienti con COVID-19. Di questo totale, il 75,71% (318 casi) aveva precedenti fattori di rischio per un maggiore rischio di complicanze dovute al COVID-19, con ipertensione e diabete come condizioni predominanti. Con lo studio, è stato notato ad Amapá che gran parte della popolazione di pazienti con diagnosi di malattia e che sono morti aveva una storia di fattore di rischio per COVID-19. A causa della notifica dei fattori di rischio nella situazione di morte che non sono stati registrati nel numero di pazienti diagnosticati, nonché della non specificità inerente alle condizioni dei pazienti monitorati dai meccanismi sanitari dello stato, non è stato possibile eseguire un’analisi più dettagliata sul grado di complicanza e tasso di letalità generato da un dato fattore di rischio e sulla sua associazione con l’infezione da coronavirus.
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"Diritto italiano. Penale". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 4 (febrero de 2011): 211–25. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-004016.

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1. Corte di cassazione 3.2/17.5.2010 n. 18527 - espulsione a titolo di misura di sicurezza per violazione legge stupefacenti - imputato coniuge e parente di cittadini italiani - divieto di espulsione applicabile a tutte le espulsioni giudiziali - rispetto della vita privata e familiare - preminenza dell'interesse del minore alla permanenza del genitore sul territorio - in difetto del divieto di espulsione obbligo di accertamento in concreto della pericolositŕ sociale e di adeguata motivazione.2. Corte di cassazione 19.4/26.7.2010 n. 29338 - epiteto "razzista" rivolto a poliziotto - supposto abuso o vessazione nei confronti di straniero - adeguatezza del termine rispetto al contenuto della critica - insussistenza dell'ingiuria perché il fatto non costituisce reato.3. Tribunale di Torino 23.4.2010 - reato di permanenza illegale nel territorio dello Stato di destinatario di nuova espulsione e nuovo ordine questorile - presupposto: necessitŕ di accertamento giudiziale definitivo della violazione del preesistente ordine del questore.
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P, Cirillo y et al. "Le relazioni pericolose: il ruolo dell’infiammazione e delle comorbilità nell’infezione da HIV e da Covid-19." JHA - Journal of HIV and Ageing, n.º 4 (abril de 2021). http://dx.doi.org/10.19198/jha31503.

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Nelle persone che vivono con HIV (PLWH) i disturbi nella regolazione dell'espressione delle citochine possono influenzare in modo determinante l’esito della patologia favorendo, da un lato, l’insorgenza precoce di comorbilità e alterando, dall’altro, la risposta immune alle infezioni. Molte evidenze hanno dimostrato peraltro che l’esito della malattia da SARS-CoV-2 è strettamente correlato alla risposta immunitaria e alla preesistenza di comorbilità. <br />È evidente che entrambi i virus sono in grado di attivare meccanismi infiammatori, acuti nel caso di SARS-CoV-2, cronici nel caso di HIV, mentre le comorbilità sembrano rappresentare nel primo caso una causa, nel secondo un effetto del danno dovuto al virus. La disregolazione immune dovuta ad HIV potrebbe influenzare in modo determinante la risposta a SARS-CoV-2 sebbene, al momento, non sia ancora chiaro se PLWH abbiano una prognosi peggiore o migliore in caso di COVID-19. Entrambi i casi pongono in evidenza quanto infiammazione e comorbilità siano ormai un aspetto fondamentale nella fisiopatologia di molte malattie infettive e debbano essere studiate con attenzione per le loro importanti implicazioni nella clinica e nella terapia.
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Cabral, Anna Julie Medeiros, Camila Araújo Novais Lima, Eduardo Franco Correia Cruz Filho, Gabriel Lucena de Carvalho Soares, Paulo Francisco Lucena de Araújo Espínola, Fernanda Araújo Alves y Ana Suzy de Góis Melo Cruz. "Pelle di tilapia: progresso tecnologico nel trattamento delle ustioni?" Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 13 de diciembre de 2021, 50–64. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/pelle-di-tilapia.

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Introduzione: La ustioni è una delle più grandi aggressioni che il corpo può subire. L’approccio varia in base al grado di ustione, perché l’uso di clorexidina, sulfadiazina d’argento,, sbrigliamento del tessuto necrotico, medicazioni biosintetiche e pelli artificiali. Tuttavia, questi ultimi due hanno costi elevati, quindi sono emersi diversi studi con l’obiettivo di cercare opzioni più praticabili, come l’uso della pelle di Tilapia del Nilo nelle ustioni, grazie alle sue proprietà curative. Detto questo, il presente articolo ha come guida la domanda: questo nuovo metodo, in effetti, è un progresso tecnologico così importante per il trattamento dei pazienti ustionati come sembra essere? Obiettivo: Analizzare l’uso della pelle di Tilapia del Nilo in pazienti con ustioni, nonché confrontarla con altre tecniche prestabilite. Metodi: Si tratta di una rassegna bibliografica integrativa con un approccio qualitativo. I dati sono stati raccolti attraverso i database pubmed e la Biblioteca virtuale della salute (BVS), dal 2015 al 2020. Risultati: Gli articoli indicano una buona prognosi all’uso della pelle di Tilapia del Nilo in relazione alle altre opzioni in vigore per il trattamento delle ustioni, con un vantaggio significativo nel ridurre il numero di medicazioni richieste, a causa di una migliore stima della ferita. Inoltre, presenta caratteristiche microscopiche simili alla pelle umana, come l’elevata resistenza alla trazione e l’estensione della rottura, riducendo i tempi di epitelizzazione e l’intensità del dolore, oltre a ridurre i costi di trattamento. Conclusione: Alla luce dei risultati della letteratura riportati nella presente revisione, si conclude che gli studi con pelle di tilapia del Nilo si rivelano una modalità rivoluzionaria con benefici nel trattamento di pazienti con lesioni cutanee superficiali e profonde. Pertanto, i ricercatori hanno concluso, rispondendo alla domanda guida, che il nuovo metodo è, sì, un importante progresso nel campo del trattamento delle ustioni, perché la sua occupabilità è confermata, oltre a dimostrare un vantaggio rispetto ad alcune delle principali alternative preesistenti.
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Bersani, Giuseppe. "Malattia, desiderio di morte e depressione: la necessità di valutazione clinica e di riflessione etica sul confine tra diritto di scelta e diritto alla cura". Medicina e Morale 60, n.º 6 (30 de diciembre de 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.151.

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Resumen
Il lavoro prende lo spunto dalla riflessione sui commenti che nei media hanno accompagnato circa un anno fa il suicidio di un noto regista italiano, molto anziano, ricoverato in ospedale per una patologia neoplastica. Un comune atteggiamento, in questa sede giudicato conformista e superficiale, ha proposto una valutazione altamente positiva del gesto, presentato essenzialmente come un atto di coraggio conseguente ad una riflessione lucida e coerente della propria condizione esistenziale. Ma in realtà una considerazione molto semplice, quella dell’ipotesi che alla base della decisione del suicidio potesse esistere una reale e clinicamente significativa condizione depressiva, non è stata quasi affatto valutata nel suo potenziale peso. Emerge quindi la necessità di alcune brevi riflessioni sul rapporto tra malattia fisica e depressione, che tengano conto di quanto il vissuto generale della malattia, la sofferenza fisica, l’esperienza del dolore e dell’invalidità, la difficoltà o la perdita di prospettive future possano svolgere con elevata frequenza il ruolo di fattori in grado di innescare una “fisiologica depressione da malattia”, peraltro ancora compatibile con una visione lucida del proprio stato e con una conservata capacità di valutazione e decisione. Ma gli stessi fattori, anche eventualmente in associazione con altri preesistenti o concomitanti, possono condurre allo sviluppo di reali e gravi episodi depressivi, anche clinicamente non distinguibili da quelli che caratterizzano la malattia depressiva ad origine primaria, cioè non conseguente a malattia somatica. Dalla “idea della morte”, nel primo caso attesa ed anche vissuta in senso almeno in parte liberatorio, ma non desiderata e non ricercata, si passa al “desiderio di morte”, potenziale grave sintomo depressivo, a sua volta connesso in modo diretto con il rischio di condotte suicidarie. Il limite tra le due condizioni è ovviamente incerto e sfumato, anche giustificato dal modo subdolo e graduale con cui si instaura la vera condizione depressiva, che rende spesso inatteso l’eventuale suicidio. Con la dovuta attenzione a non psichiatrizzare condotte o situazioni non necessariamente di per sé patologiche, la ripercussione etica e deontologica di questa dicotomia è diretta. Al diritto di scelta del malato somatico, di cui tenere conto ovviamente nei limiti del contesto etico generale e delle normative legali, deve essere anteposto il diritto alla cura di un soggetto malato, la cui sofferenza mentale limiti od escluda la stessa capacità di consapevole valutazione e decisione. Il riconoscimento della eventuale reale condizione depressiva ed il suo trattamento, inteso nel senso più esteso del termine, da quello farmacologico a quello di supporto psicologico o psicosociale, vengono a costituire delle necessità etiche la cui sottovalutazione comporta il rischio di fare perdere ad un soggetto già malato la possibilità di un aiuto decisivo nell’affrontare od anche superare momenti in cui alla sofferenza fisica ed esistenziale si sovrappongono condizioni di reale sofferenza mentale, tali da compromettere in grado anche estremo le capacità di scelta libera e consapevole, il cui recupero deve costituire un obiettivo primario di ogni intervento terapeutico. ---------- The work takes its cue from the reflection on the comments that have accompanied in the media about one year ago the suicide of a famous Italian director, a very old man, hospitalized for a malignant disease. A common attitude, here judged conformist and superficial, has proposed a highly positive evaluation of the gesture, presented essentially as an act of courage resulting in a lucid and coherent reflection on his own existential condition. But in reality a very simple view, the hypothesis that the basis of the decision of suicide could be a real and clinically significant depressive condition, has not been evaluated in all its potential weight. There is thus a need for some brief reflections on the relationship between physical illness and depression, which take account of how the general experience of the disease, the physical suffering, the experience of pain and disability, the difficulty or loss of future prospects may play the role of factors that with a high frequency can trigger in patients a “physiological depression disease”, however, still compatible with a clear vision of their own condition and with a preserved capacity for evaluation and decision. But the same factors, also possibly in combination with other preexisting or concurrent, may lead to the development of real and severe depressive episodes, although not clinically distinguishable from those that characterize primary depressive illness, i.e. not resulting from physical disease. From the “idea of death” in the first case pending and also lived at least in part in liberating sense, but not desired and sought after, you go to the “death wish”, potential serious symptom of depression, in turn, directly linked with the risk of suicidal behavior. The boundary between the two conditions is obviously uncertain and vague, even justified by the subtle and gradual way in which the true condition of depression establishes, making often unexpected the eventual suicide. With proper care not to judge as “psychiatric” conduct or situations not necessarily pathological in itself, the ethical as well as deontological impact of this dichotomy is directed. The somatic patient’s right to choose, to be considered within the context of the general ethical and legal regulations, must be placed after the right to the care deserved by an ill person, whose mental suffering can limit or exclude the same capacity of conscious evaluation and decision. The recognition of any real-depressive condition and its treatment, in the broadest sense of the word, from the pharmacological therapy to the psychological and psychosocial support, constitute the ethical requirements which reduce the risk of making an already suffering person devoid of the possibility of a decisive help in dealing with or even go through moments in which the physical and existential suffering overlap conditions of real mental disease, such to potentially compromise the ability of free and informed choice, whose recovery must be the primary objective of any therapeutic intervention.
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