Literatura académica sobre el tema "Poetica di Aristotele"

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Artículos de revistas sobre el tema "Poetica di Aristotele"

1

Cessi, Viviana. ""Praxis e Mythos" nella "Poetica" di Aristotele". Quaderni Urbinati di Cultura Classica 19, n.º 1 (1985): 45. http://dx.doi.org/10.2307/20538855.

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2

Donini, Pierluigi. "Origini e trasformazione della Poetica di Aristotele". RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, n.º 1 (marzo de 2019): 21–33. http://dx.doi.org/10.3280/sf2019-001002.

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3

Donini, Pierluigi. "Ipotesi sulla catarsi nella Poetica e nella Politica di Aristotele". Méthexis 30, n.º 1 (6 de marzo de 2018): 113–27. http://dx.doi.org/10.1163/24680974-03001007.

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Di Santo, Federico. "La presunta dimensione conoscitiva della mimesis aristotelica: un lungo equivoco". Revista Limiar 6, n.º 11 (19 de septiembre de 2019): 3–37. http://dx.doi.org/10.34024/limiar.2019.v6.9753.

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Resumen
L’articolo riconsidera la nota questione se la mimēsis abbia o meno, nella Poetica di Aristotele, una portata conoscitiva. La risposta negativa è argomentata attraverso la ridiscussione dei passi su cui la tesi “conoscitiva” si fonda: Poetica 4, Poetica 9 e la ricorrente espressione “secondo verosimiglianza o necessità”. Ne emerge che la mathēsis menzionata da Aristotele non è in diretta relazione con le cause o con le funzioni dell’opera artistica o letteraria, ma designa solo l’operazione interpretativa, seria e complessa, richiesta dalla fruizione. La maggiore universalità della poesia rispetto alla storia, a sua volta, non ha nulla a che fare con “gli universali” in senso filosofico e si riferisce semmai al carattere universale delle vicende narrate, la cui universalità si fonda sulla dimensione emozionale. Infine, la struttura razionale della trama dovuta alla sua organizzazione secondo verosimiglianza o necessità non costituisce un impianto logico volto a veicolare conoscenze, ma piuttosto una struttura semiotica che ha, al contrario, una finalità prettamente estetica ed emozionale. In una prospettiva più ampia, l’interpretazione “conoscitiva” della mimēsis aristotelica è l’espressione di un pregiudizio determinato dall’«antica discordia tra filosofia e poesia», per cui la filosofia fa violenza all’alterità radicale della visione del mondo propria dell’arte, nel tentativo di conformarla al proprio progetto totalizzante di realtà.
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5

Baldi, Davide. "Note sul ricc.46 e la fine della Poetica di Aristotele". Hermes 139, n.º 1 (2011): 88–91. http://dx.doi.org/10.25162/hermes-2011-0007.

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Ornaghi, Massimiliano. "Paradigmi condivisi o coincidenze tragiche?: Il fr. 6 k.-a. di Timocle e la Poetica di Aristotele". Giornale Italiano di Filologia 72 (enero de 2020): 87–110. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.121456.

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7

Lazzarini, Andrea. "Tra Aristotele e Alberti. Poesia e arti figurative nella Poetica di Ludovico Castelvetro". Giornale storico della letteratura italiana 197, n.º 657 (enero de 2020): 101–20. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.129969.

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8

Giraldo, Mabel. "Azione teatrale e processo riflessivo della persona. Suggestioni pedagogiche a partire dalla poetica di Aristotele". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 3 (septiembre de 2016): 389–401. http://dx.doi.org/10.3280/rip2016-003008.

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9

Maggi, Francesco Fronterotta-Claudia. "L.PALUMBO,Mimesis. Rappresentazione, teatro e mondo nei dialoghi di Platone e nella 'Poetica' di Aristotele, Loffredo Editore, Napoli 2008". Elenchos 32, n.º 1 (1 de marzo de 2011): 163–70. http://dx.doi.org/10.1515/elen-2011-320107.

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Janowska, Karolina y Mariusz Hybiak. "Il concetto di mimesi e la sua interpretazione nella letteratura". Forum Filologiczne Ateneum, n.º 1(9)2021 (15 de diciembre de 2021): 251–74. http://dx.doi.org/10.36575/2353-2912/1(9)2021.251.

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Resumen
La mimesi come termine teorico e letterario si è formata già nell'antichità. Tentativi di definirlo sono già stati fatti da Platone nei suoi dialoghi, mentre fu solo Aristotele nella sua congeniale Poetica a formulare questo argomento in modo tale da diventare la base di discussioni e indagini scientifiche, molte delle quali continuano ancora oggi. La creatività mimetica ha dominato l'arte per centinaia di anni, raggiungendo l'apice della popolarità a cavallo tra il XIX e il XX secolo (sebbene siano emerse e funzionassero tendenze precedenti che quasi programmaticamente deviassero da questo percorso creativo; un esempio può essere l'arte dell'era romantica con tutti suoi aspetti mistici). Nel XX secolo, l'arte ha iniziato a cambiare in modo molto dinamico, seguendo lo sviluppo industriale e tecnologico incredibilmente rapido in Europa e nel mondo. Questo, a sua volta, ha portato allo sviluppo dinamico di nuove tendenze, nuovi modi di pensare l'arte.
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Tesis sobre el tema "Poetica di Aristotele"

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Schirano, Cristiano. "L'equivoco del Commentatore. Averroè e il commento alla Poetica di Aristotele". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Resumen
Averroè (1126-1198) è stato, di certo, uno dei filosofi musulmani più influenti nella storia del pensiero. Formatosi in diritto, astronomia, filosofia, matematica, teologia, è ospitato alla corte dei sovrani almohadi. Qui inizia la composizione di alcuni suoi trattati più celebri, come il Tahafut al-Tahafut ("L'Incoerenza dell'Incoerenza dei Filosofi"), e delle opere per le quali entrerà nella storia del pensiero: i commenti alle opere di Aristotele. Realizza, nella sua copiosa attività letteraria, tre tipi di commenti alle opere di Aristotele: i commenti brevi, o epitomi; i commenti medi; i commenti grandi. Fra questi, una delle opere insieme meno riuscite e più geniali è certo il commento medio alla Poetica di Aristotele. Averroè, infatti, deve cercare di "tradurre" da una cultura, come quella ellenica, a un'altra, come quella arabo-islamica, i maggiori concetti dello scritto dello Stagirita. Incontra, tuttavia, una serie di difficoltà quando s'accorge che è impossibile far comprendere ai suoi lettori i concetti di "tragedia" e di "commedia", in quanto sono forme di espressione assenti nella loro cultura. La tragedia diviene dunque la poesia encomiastica, l'encomio o laudatio; la commedia diviene la satira. Il fraintendimento di questi elementi cardine dello scritto di Aristotele ha diviso la critica: da un lato, chi considera quest'opera un fallimento, lontana dallo spirito aristotelico; dall'altro, chi ritiene che essa possa essere letta, logicamente, come un trattato di poetica araba, e, in questo, è un'opera assolutamente originale.
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Magnoli, Bocchi Giovanni Battista. "Politica e storia nella "Retorica" di Aristotele : per un commento ad exempla historica". Thesis, Mulhouse, 2018. http://www.theses.fr/2018MULH1860.

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Resumen
Le projet avait pour objectif d'étudier les contenus historiques des trois volumes de la Rhétorique d'Aristote. Comme il été souligné à juste titre à plusieurs reprises, le rapport entre le Stagirite et l'histoire est un domaine de recherche absolument profitable et qui a bénéficié d'une attention particulière de la part des historiens au cours des dix dernière années. Nous ne parlons pas de ce que dit Aristote directement de l'histoire, à partir du célèbre passage de la "Poétique", mais de l'usage qu'il fait, à des fins argumentatives, de plusieurs épisodes historiquement pertinents. Si, de fait, un jugement négatif vis-à-vis de l'Aristote «historique», issu des d'études de Wilamowitz, a largement influencé l'historiographie du XXe siècle, depuis quelques années, un travail ponctuel se poursuit pour redécouvrir le contenu historiquement intéressant de l'oeuvre du Stagirite. En effet, le philosophe se réfère souvent à des oeuvres perdues ou à la tradition directe, non seulement dans le cadre des disciples qui animaient l'Académie, établi par des Grecs aux origines le plus diverses, mais aussi dans celui de la culture athénienne au sens large. La rhétorique est de fait intrinsèquement liée à l'histoire politique de la cité, à ses lois, à ses constitutions et à la nécessité de persuader, véritable but de la "Rhétorique" aristotélicienne, qui se nourrit de tout cela. Ce corpus de données est donc un objet digne d'une grande attention, visant à le mettre «en sécurité» et à en dégager de façon pertinente le contenu «à travers» l'oeuvre d'Aristote. Avec des résultat très importants du point de vue historiographique
The project aimed to study the historical contents of the three volumes of Aristotle's Rhetoric. As has been rightly pointed out on several occasions, the relationship between Stagirite and history is an absolutely profitable field of research that has received special attention from historians over the past ten years. We do not speak of what Aristotle says directly from history, from the famous passage of Poetics,, but of the use he makes, for argumentative purposes, of several historically relevant episodes. If, in fact, a negative judgment with respect to the "historical" Aristotle, resulting from studies of Wilamowitz, largely influenced the historiography of the twentieth century, in recent years, a punctual work continues to rediscover the historically interesting content of the work of Stagirite. Indeed, the philosopher often refers to lost works or direct tradition, not only in the context of the disciples who animated the Academy, established by Greeks with the most diverse origins, but also in that of the Athenian culture at wider. Rhetoric is in fact intrinsically linked to the political history of the city, its laws, its constitutions and the need to persuade, the true goal of Aristotelian rhetoric, which feeds on all this. This corpus of data is therefore an object worthy of great attention, aiming at putting it "safe" and at releasing relevant content "through" the work of Aristotle. With very important results from the historiographical point of view
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Caterina, Diotto. "Mythos, o del rapporto tra romanzo e verità. Per una teoria del romanzo tra Bachtin, Benjamin e Lukács". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11562/1052197.

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Resumen
Lo studio prende avvio da una domanda: può il romanzo dire qualcosa di vero sull’esperienza umana? Il percorso sviluppato si divide in due parti. La prima parte si occupa di comprendere l’evoluzione storica ed estetica del romanzo fino al Novecento, per definirne i caratteri. Quindi è affrontata la questione del rapporto tra l’esperienza e la verità con la costruzione di una teoria della conoscenza che non separi soggetto-oggetto, io-mondo, interno-esterno, ma che si fondi sulla relazione dell’essere umano con la realtà che lo circonda. Questa teoria è modellata secondo una metafora astronomica: Saggittarius A*, il buco nero al centro della Via Lattea. Sono così sviluppate, anche attraverso il confronto con la tradizione della filosofia antica, due modalità di darsi della verità: Epistéme e Alètheia. La prima è la verità argomentativa, logica e stabile, della scienza. La seconda è la verità prima di ogni giudizio che funge da fondamento a ogni altra verità, ma che è allo stesso tempo sempre in divenire, mutevole e fondata sulle relazioni tra le cose. La forma estetica che più si avvicina al nucleo di verità dell’esperienza è la poesia, che accoglie la fluidificazione dei rapporti tra segno e significato. Il romanzo si attesta invece come demone intermedio, al pari dell’eros platonico, tra il linguaggio del logos e il sentire, attraverso il quale può tralucere l’Alètheia. Tre sono i caratteri del romanzo: la prosa, la fine e il Mythos da cui è generato. Il Mythos è l’intreccio relazionale tra essere umano e mondo, attraverso cui l’umano cerca di comprendere sé stesso e la realtà che lo circonda. Il Mythos ha la forma della narrazione e si cristallizza nel romanzo. Nella lettura di un romanzo si crea un incontro tra il Mythos cristallizzato dell’artista e quello della lettrice o del lettore, da cui può generarsi una trasformazione del modo di interpretare la realtà. È sulla trasformatività della parola romanzesca che sono coinvolte e criticate le riflessioni di Michail Bachtin. La seconda parte di questa trattazione è dedicata al confronto con due filosofi fra loro contemporanei che si posero la medesima domanda che ha aperto questa riflessione: Walter Benjamin e György Lukács. Le loro teorie sono analizzate attraverso la lente dei concetti sviluppati nella prima parte. Poiché Benjamin non scrisse mai, al contrario di Lukács, un’opera unica dedicata alla teoria del romanzo, è stato necessario ricostruire gli elementi di tale teoria percorrendo l’intero corpus dei suoi scritti. Attraverso tale ricostruzione è stato possibile mostrare che anche il filosofo berlinese fonda il proprio pensiero su un concetto relazionale di esperienza in armonia con il divenire del mondo e sul rifiuto dei dualismi. Per contro, l’analisi dei testi della giovinezza fino alla Teoria del romanzo di György Lukács mostra come il pensatore ungherese resti ancorato a quei dualismi, sviluppando una teoria dell’autentico idealistica, fissa e completamente slegata dal reale. Per questo nella sua teoria il romanzo non può rappresentare altro che un’artificiosa illusione, che inganna i lettori e le lettrici con una finta pretesa di totalità. È proprio grazie ai fondamenti relazionali e dinamici della propria concezione che Benjamin può, nel Narratore, rovesciare la teoria lukácsiana dall’interno, configurando il romanzo come la forma in grado di provocare un risveglio dalla fantasmagoria del moderno. Questo studio dimostra quindi che la costruzione di una teoria della conoscenza radicalmente relazionale, priva di scissioni idealistiche, e la teorizzazione di diverse forme di verità sono i fondamenti necessari allo sviluppo di una teoria del romanzo che voglia cogliere la reale portata e complessità del rapporto di questa forma estetica con la cultura, con la politica e con l’esperienza degli esseri umani nel mondo.
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Libros sobre el tema "Poetica di Aristotele"

1

Studi sulla Poetica di Aristotele. Milano: Mimesis, 2007.

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Bisanti, Enrico. Vincenzo Maggi, interprete "tridentino" della Poetica di Aristotele. Brescia: Ateneo di Brescia, Accademia di scienze lettere ed arti, 1991.

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La ragione verisimile: Saggio sulla "Poetica" di Aristotele. Cosenza, Italy: L. Pellegrini, 2001.

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4

Zanatta, Marcello. La ragione verisimile: Saggio sulla poetica di Aristotele. Cosenza: L. Pellegrini, 2000.

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Donini, Pierluigi. La tragedia e la vita: Saggi sulla Poetica di Aristotele. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2004.

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Rafael, Jiménez Cataño y Yarza Ignacio, eds. Mimesi, verità e fiction: Ripensare l'arte : sulla scia della Poetica di Aristotele : poetica & cristianesimo 2007. Roma: EDUSC, 2009.

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Mimēsis: Rappresentazione, teatro e mondo nei dialoghi di Platone e nella Poetica di Aristotele. Napoli: Loffredo, 2008.

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Elemetni di metaforologia aristotelica: In appendice: Johann Wolfgang Goethe ; Rilettura sulla Poetica di Aristotele 1827. Ferrara: Gabriele Corbo, 1987.

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Diego, Lanza y Cessi Viviana, eds. La poetica di Aristotele e la sua storia: Atti della giornata internazionale di studio organizzata dal seminario di greco in memoria di Viviana Cessi (Pavia, 22 febbraio 2002). Pisa: ETS, 2003.

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Diego, Lanza y Cessi Viviana, eds. La poetica di Aristotele e la sua storia: Atti della Giornata internazionale di studio organizzata dal Seminario di Greco in memoria di Viviana Cessi (Pavia, 22 febbraio 2002). Pisa: Edizioni ETS, 2002.

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Capítulos de libros sobre el tema "Poetica di Aristotele"

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Dettori, Emanuele. "Aristotele, Poetica 17, 1455a 22–29 (La «caduta» di Carcino)". En Griechisch-römische Komödie und Tragödie II, 75–84. Stuttgart: J.B. Metzler, 1997. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-04271-2_6.

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2

Forte, Francesca. "Uno strano caso di Translatio studii: la Poetica di Aristotele dal mondo arabo al mondo latino". En Textes et Etudes du Moyen Âge, 131–47. Turnhout: Brepols Publishers, 2011. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.000222.

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